Ci chiediamo se questi signori amino la Chiesa e sappiano cosa sia veramente la S. Messa e cosa significhi, per ogni sacerdote, la celebrazione individuale. Si riduce così la Messa ad una “concelebrazione” conviviale e comunitaria...
Inoltre in questo modo si vanifica lo scopo e la ragion d’essere del seminario (che garantiva il servizio liturgico si sacerdoti “individuali). Che vogliano sopprimerlo?
Infine sembrerebbe, ma non vogliamo crederlo, che per la celebrazione delle sole Messe in rito straordinario si debba ricevere un’autorizzazione. Oltre a non capire da chi e perché, questo rappresenterebbe una palese violazione della legge (Summorum Pontificum).
Quel che è certo è che esse possano essere celebrate solo (nascostamente?) nelle... Grotte vaticane.
Roberto
mi è venuta l'orticaria.
RispondiEliminaNon aspettavano altro che sparisse davanti L'Arciprete per distruggere questo altro importante, spirituale ed espressivo tassello di continuità col passato. Che sfacciataggine, quanta vigliaccheria, che vergogna..
RispondiEliminaE tutto andrà sempre peggio
Siamo sempre più dentro l'Apostasia predetta a Fatima.
RispondiEliminama il canone 902 non prevede la non obbligatorietà per i sacerdoti di concelebrare?
RispondiEliminapoi, posto che la concelebrazione è un modo molto appropriato di manifestare l'unità del sacerdozio, non è affatto detto che essa garantisca il 'raccoglimento e decoro liturgico' più delle celebrazioni individuali
Sarebbe interessante capire esattamente a cosa serva la concelebrazione. Nel rito romano non è mai esistita, eppure mi pare che il sacerdozio fosse abbastanza unito.
EliminaIl fatto, poi, che, col nuovo corso di cose, ci sia addirittura un obbligo per i sacerdoti a concelebrare la dice molto lunga. Collegialità o comunismo? Il sacerdote è un sacrificatore o un animatore? Sembrano artifici tutti umani. Un sacerdote che concelebra non aggiunge nulla al valore di quella messa, mentre il fatto che per la Chiesa, questa gli conti come una messa celebrata è un puro lambiccamento da giuristi.
Non è mai esistita nel rito romano? Nelle ordinazioni presbiterali ed episcopali vi era concelebrazione sacramentale; vi è stata in vari periodi della storia anche concelebrazione sacramentale in San Pietro (i cardinali pronunciavano il Canone assieme al Papa)
EliminaLa concelebrazione cerimoniale invece era cosa comune nelle messe pontificali
Comunque le ripeto: la concelebrazione manifesta l'unità della Chiesa e del sacerdozio nel celebrare il Sacramento che fa la Chiesa, ovvero l'Eucaristia.
Che poi venga abusata è un'altra cosa
Certo, perché la concelebrazione delle ordinazioni, con i preti novelli inginocchiati in santuario a mormorare a bassa voce il canone è proprio uguale al sabba di preti in sottanone bianco svolazzante in piedi attorno al tavolo che si passano il microfono leggendo da un foglietto fotocopiato.
EliminaPoveri noi!
La cappella Clementina nelle grotte vaticane può contenere forse e dico forse 10 persone.
RispondiElimina"Le Concelebrazioni (sic! Addirittura maiuscolo...) siano animate liturgicamente, con l'ausilio di lettori e cantori"
RispondiEliminaMisericordia!
Provo a cercare qualcosa di positivo: quindi si celebra all'altare della Cattedra ? Ricordo che era sorta una polemica perché non era stato più utilizzato dopo l'ingresso della pachamama. Giorgio
RispondiEliminaLa polemica era sorta in merito all'altare della Confessione, quello sormontato dal baldacchino del Bernini. L'altare della Cattedra è quello su cui celebra il Papa dalla Pasqua scorsa. E non è vero che l'altare della Confessione non fu più usato dopo il sinodo amazzonico, fu usato ancora nelle successive festività natalizie. Poi con le cerimonie a ranghi ridotto causa covid, si è iniziato ad usare l'altare della Cattedra perché situato in un punto più raccolto, meno dispersivo per le poche persone presenti. Anche lì, robe da chiodi: gente che non ha niente a cui pensare stava a fare polemiche (e le farà ancora) sul fatto che il Papa celebra all'altare della Cattedra di san Pietro: capirai, che scandalo! Ahahah, manco fosse il tavolino di un bar. Che pena.
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