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domenica 17 gennaio 2021

Don Morselli: ancora sulla liceità dei vaccini

Un'altra riflessione di don Alfredo Morselli in tema di vaccini e ricerca scientifica.
QUI l'altro intervento sul tema vaccini.
Luigi


Alfredo Morselli, 15-1-21

Siamo in un momento in cui tanti buoni cristiani sono bombardati da dubbi sul vaccino e terrorizzati da terminologie proprie del campo della microbiologia. A ciò si aggiunge la scure dell'”uso di cellule fetali abortiti”; e questo spettro pone molte remore ad accettare l’idea di vaccinarsi. Vorrei venire in aiuto di questi fratelli con una spiegazione elementare del “fatto”: spiegare ai non addetti ai lavori il meccanismo del cosiddetto vaccino Pfizer.
Solo una volta capito di che cosa si tratta, realmente, al di là di una tempesta mediatica piena di bugie e di miti estremizzati, potremo capire il giudizio morale del Magistero della Chiesa.

1. Cos’è la proteina “Spike”

Il fetente virus ha la forma a corona (tutti quei funghetti) a motivo di una proteina che chiamano “Spike”. Questa non è solo una decorazione, ma serve come grimaldello al virus per scassinare la membrana della cellula da infettare; si compone di due frazioni; una che fa da chiave e una che apre la porta (la porta delle cellule si chiama “recettore”)

Come rimediare? Dobbiamo bombardare di anticorpi il virus *facendo in modo che il suo grimaldello diventi un bersaglio*.

E come fare? Facciamo fabbricare alla cellula umana una finta spike (quindi non viene introdotta nessuna parte virale), finta sì, ma riconosciuta ugualmente come estranea e quindi capace di suscitare una risposta immunitaria.

E qui entra in azione il famoso RNA messaggero (mRNA) 

Normalmente esso è prodotto modellato sul DNA umano da un meraviglioso meccanismo di trascrizione, così sofisticato da essere – quasi da solo – una prova dell’esistenza di Dio

Faccio un esempio: una cellula del pancreas; l’organismo ha bisogno di insulina e lancia l’appello: “Pancreas, fammi un po’ di insulina!”
“Signor sì sissignore, detto fatto!”
A questo punto la cellula pancreatica cosa fa; in base a un certo frammento del suo DNA (gene) fabbrica a stampo, quasi un calco, il nostro RNA messaggero.

A questo punto interviene un meraviglioso controllo; all’interno del nucleo comincia il “controllo qualità”; siccome basta un solo tassello (aminoacido) fuori posto per combinare un “casino”, la cellula controlla bene che il mRNA sia stato codificato bene.

Adesso la cellula dice al RNA messaggero: “fuori dal nucleo e recapita il tuo messaggio alle zone della cellula deputate alla produzione delle proteine (nel nostro esempio insulina).

Allora il nostro RNA, un vero “postino” (non per niente viene detto “messaggero” pur essendo anche esso stesso il messaggio), si dirige alla fabbrica delle proteine; sono corpuscoli all’interno della cellula che si chiamano “ribosomi” e altre misteriose regioni attigue.

È così comincia la produzione di insulina, che poi verrà liberata nell’organismo.

Adesso torniamo al nostro vaccino.
Mentre per le proteine normali c’è tutta quella solfa sopra descritta, il vaccino Pfizer consiste nell’immisione di un mRNA di SINTESI (quindi né fetale, né umano, né virale) già bell’e pronto, nelle zone di produzione delle proteine.

Qundi non è più il DNA che dice alle zone addette “fatemi la proteina”, ma la molecola del vaccino, frutto dell’intelligenza umana.

I ribosomi obbedientissimi (non si chiedono chi glielo ha ordinato) fabbricano una finta proteina Spike e la mettono in circolo.

A questo punto le sentinelle del sistema immunitario rilevano la presenza di questa spike pseudo-virale, e dicono: “Ma tu chi cavolo sei? Fuori dalle scatole!” è così inizia la contra-aerea anticorpale: e gli anticorpi colpiscono non solo la Spike finta ma anche quella vera, in altre parole è attaccato il virus.

Una proteina “finta” suscita la reazione contro quella vera.

Notate bene: 
il DNA umano non agisce, non interferisce, non viene toccato o alterato.
Cellule fetali? Neanche l’ombra.

Allora come è nata la vulgata o mito di uso di feti abortiti?

L’unica relazione reale è la seguente:

Per determinare la sequenza del mRNA (il messaggio sulla cui base verrà costruita la Spike pseudo-virale) – quindi per un processo conoscitivo di acquisizione dati, e non per “fabbricare il vaccino” – sono state utilizzate cellule derivate dal corpo di un bambino abortito (la linea HEK-293). Cellule di cui ora non c’è più alcun bisogno.

2. Vaccino e morale.

Comprensibile, ma non approvabile, è una reazione di questo tipo:

“Noi cattolici odiamo e detestiamo talmente l’aborto che ci è insopportabile anche solo questo utilizzo di informazioni e lo riteniamo peccaminoso”

Analizziamo logicamente l’argomento che può essere così espresso:

A) L’aborto è un crimine così orrendo… (vero!)

B)… che qualunque altro atto sia relazionato con esso è peccato (falso: conclusioni più ampie delle premesse)

Proviamo ora le nostre affermazioni.

Sappiamo che una proposizione universale affermativa (es. “Tutti gli uomini sono mortali”) può essere invalidata da una proposizione particolare negativa (es. “Socrate non è mortale”); se “Socrate non è mortale”, non è vero che “Tutti gli uomini sono mortali”; se una delle due proposizioni è vera, l’altra è necessariamente falsa.

Veniamo al nostro caso: la proposizione universale argomento morale dei no-vax è: 

“Tutte le azioni correlate con l’aborto sono illecite”

Noi possiamo invalidare questa affermazione universale con proposizioni particolari contraddittorie certamente vere.

Es. 1) Un minatore può estrarre ferro dalla miniera pur sapendo che verrà utilizzato per costruire bisturi, che verranno usati anche per aborti.

Es. 2) Un medico può trarre utili informazioni da autopsie su feti abortiti (ovviamente post factum e non avendo compiuto aborti in vista di benefici; esempio storico: dagli aborti di Seveso sappiamo che la diossina non è teratogena, perché tutti i feti allora abortiti erano sani); non possiamo forse tener conto di questa acquisizione? Chi lo fa è complice di quel delitto?

Es. 3) Un medico sta compiendo un aborto; “Infermiere mi passi il bisturi”; l’infermiere NON PUÒ assolutamente; “Infermiere, c’è un imprevisto; mi passi il bisturi perché la paziente sta morendo”; l’infermiere, nello stesso intervento, DEVE passare il bisturi.

Queste proposizioni particolari vere implicano che la proposizione “Tutte le azioni correlate con l’aborto sono illecite” è certamente falsa.

Vediamo ora, in positivo, perché il caso di *accettazione della somministrazione di un farmaco per la cui fabbricazione si sono utilizzate informazioni ottenute da sperimentazione su linee cellulari fetali già in posseso, e non create allo scopo* (fattispecie morale dell’atto di chi si vaccina) è lecito.

Il motivo è perché si tratta di cooperazione materiale remota, *da sempre ammessa dalla teologia morale* e dal magistero, ben prima della temperie modernista attuale.

Non si verifica infatti il caso che l’utente finale del vaccino coopera formalmente con…

– i genitori che hanno abortito…

– con le multinazionali farmaceutiche…

– con organizzazioni che praticano commercio di organi di feto abortito.

Al contrario, il paziente vuole vaccinarsi, e non vuole né abortire, né commerciare organi, né concorre nel nostro caso all’uccisione di un feto. 

Quindi si tratta di cooperazione…

1) materiale: non c’è NULLA di formale, nessuna approvazione o volizione o deliberazione pro-aborto.

2) remota: nella serie della concatenazione causale l’aborto e l’utilizzo del vaccino è remota; (esempio: l’operaio che fabbrica il bisturi è remotamente collegato con le azioni che il chirurgo fa utilizzando il bisturi).

3) involontaria; il vaccinando non approva assolutamente l’aborto origine della disponibilità del tessuto. Non solo non approva, ma non vuole; non solo non dice “Sì”, ma dice anche “No”

Inoltre, *non si compie un’azione cattiva per ottenere un bene, in quanto l’azione cattiva è già stata compiuta*

3. Vaccino e magistero.

Togliamoci subito dalla testa l’idea secondo la quale – pur con tutti i disagi che l’attuale Pontificato sta creando – tutto il magistero ordinario possa essere considerato carta straccia opinabile.
Non si combatte il modernismo con il magistero-vacantismo. L’indefettibilità della Chiesa esclude periodi in cui ci sia “tana libero tutti” da qualunque affermazione magisteriale.

Teniamo conto che le *note dottrinali della Congregazione per la Dottrina della Fede* approvate dal Santo Padre sono vincolanti e richiedono l’assenso interno (almeno pratico: dottrina sicura)

Per dare un’idea della nota teologica, l’assenso richiesto da queste note è superiore, ad esempio a quanto richiesto da Amoris laetitia, che è una “Esortazione”

Ebbene, la risposta morale che ho presentato non si fonda solo sui miei argomenti, ma su quattro note dottrinali assolutamente non ad libitum

Si tratta di:

1 – Nota sulla moralità dell’uso di 
alcuni vaccini anti-Covid-19 del 21-12-2020

2 – Pontificia Accademia per la Vita, dal titolo “Riflessioni morali circa i vaccini preparati a partire da cellule prevenienti da feti umani abortiti” (5 giugno 2005). Sebbene non della CdF, la stessa lo definisce nella recente nota “importante pronunciamento”

3 – Istruzione Dignitas Personae (8 settembre 2008) (cfr. nn. 34 e 35)

4 – Altra nota del 2017 della Pontificia Accademia per la vita, citata sempre nel 1° documento.

Conclusione

In queste ultime settimane si è scatenata una tempesta sui vaccini Covid, che ha gettato nel dubbio, nell’incertezza e nella paura tanti fedeli. Dubbi di natura morale (“Se mi vaccino pecco?”) e di natura scientifica. Il tutto ben condito dal mito del “vaccino con feti”, quasi avessimo a che fare col pentolone di Lady Macbeth.
Ho cercato di spiegare il vero fatto in maniera comprensibile per i non addetti ai lavori, e di dare, sulla base del Magistero (non solo dell’epoca Bergoglio), anche giustificazioni teologiche. Come diceva un poeta latino di cui non ricordo il nome, “nelle cose ardue, provarci è già tanto”.
Rimane aperto il capitolo sulla valutazione scientifica dei rischi, su cui non intervengo non avendo cognizioni sufficienti. Posso solo dire che tanto grave è una situazione, tanto è lecita una prudente sperimentazione.