Tra storia e leggenda, ricordiamo la figura di S. Arnolfo di Metz (che si dice addirittura bisnonno di Carlo Magno) che la Chiesa ricorda il 18 luglio.
QUI un altro articolo sul tema.
Anche la gastronomia è cattolica: QUI MiL sulla nascita dello champagne per merito del monaco benedettino Dom Perignon.
Qui un post per la benedizione della birra (il 17 marzo, S. Patrizio).
Qui un post per la benedizione della birra (il 17 marzo, S. Patrizio).
Luigi
“La birra salva!”. Di come sant’Arnolfo divenne il patrono dei birrai
Una penna spuntata, 03Ott 2020
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Ebbene: secondo la leggenda, a rendersi conto della cosa fu – tra i primi – sant’Arnolfo di Metz, vescovo della prima metà del VII secolo.
Nella cittadina francese, infatti, la brava gente stava morendo a frotte. Non a causa di una epidemia di colera, come erroneamente vuole la leggenda, ma più probabilmente a causa di un qualche problema improvvisamente insorto nella falda acquifera.
Sant’Arnolfo, tra un funerale e l’altro, si era reso conto di uno strano pattern. Sembrava quasi che, con un certo sadismo, il destino si stesse portando via tutte le persone più caste e morigerate: le brave monachelle, le ragazzine casa-e-chiesa, i ragazzotti seriosi e timorati che non andavano mai ad alzare il gomito in locanda.
E se questa fosse stata la chiave di tutto?, si chiese sant’Arnolfo, colto come da un’illuminazione.
E se fosse proprio l’acqua a causare la malattia, trasmettendo alla popolazione il germe dell’infezione?
“Smettete immediatamente di bere l’acqua! Bevete unicamente birra!”, gridò dunque sant’Arnolfo sulla piazza cittadina, nel momento di massima affluenza.
Penserete che queste parole siano state accolte da una ola.
Invece no. Le brave monachelle, le ragazzine casa-e-chiesa, i ragazzotti seriosi e timorati che schifavano la locanda rimasero piuttosto scettici di fronte a una tale affermazione.
Ma come? Proprio nel momento in cui s’abbatte su di noi il giusto sdegno del Signore, dobbiamo cambiare le nostre abitudini e cominciare a darci alla birra? Non è meglio l’acqua, così penitenziale?
“No, no, vi state facendo problemi inutili”, disse sant’Arnolfo, sollevando gli occhi al cielo. “Date retta e me, e sarete risparmiati”. E, per rendere più incisive le sue parole, infilò in un grosso barile di birra il suo bastone pastorale, usandolo a mo’ di cucchiaio per rimestare il profumato liquido. Racconta la leggenda che, dopo aver benedetto il barile, sant’Arnolfo abbia commentato: “la birra è un dono di Dio, arrivata nel mondo grazie alla fatica dell’uomo”. Poteva giusto aggiungere un “andate e bevetene tutti”, ma a quel punto la popolazione di Metz era già convinta.
E per fortuna! Ché sant’Arnolfo ci aveva visto giusto – e, grazie alla sua intuizione, la moria cessò immediatamente.
Da quel giorno, sant’Arnolfo di Metz è considerato il patrono della birra e dei mastri birrai (alla pari di sant’Arnolfo di Soisson e di sant’Arnolfo di Oudendaarde, sui quali raccontano leggende grossomodo simili).
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