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La guardia presidenziale presidia il teschio di San Venceslao
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Dal nostro amico e affezionato lettore, Natale Vadori, originario di Pordenone e da tempo residente a Praga, un bel resoconto del pellegrinaggio nazionale di San Venceslao, in chiave tradizionale.Sullo stesso tema, ossia sul progredire della Tradizione in terra boema, si vedano anche i nostri post QUI1 e QUI2.
Riteniamo molto suggestivo riportare il passaggio di una una recente intervista a don Zentner, parroco della FSSP a Římov (si veda il post sopra richiamato) nell’ultimo numero del bollettino tedesco della FSSP QUI (a pag. 9 del bollettino, in basso a sinistra).
Ovviamente il vescovo locale non è ostile, altrimenti il sacerdote non sarebbe lì, e non ci sono neppure problemi con la maggior parte dei suoi colleghi parroci ma qualcuno, come al solito, si lamenta. Ebbene, nel bollettino FSSP così si legge:
“Ad una riunione dei parroci del decanato col vescovo, qualcuno si è lamentato perché Římov sottrarrebbe loro fedeli. Al che il vescovo ha risposto: Voi celebrate la messa in ceco e la gente va via. Là la messa è in latino, la gente non capisce niente, ma ci va comunque. Pensate voi cosa sia meglio fare” (testo originale: "Sie lesen die Messe auf Tschechisch und die Leute gehen weg, dort ist die Messe auf Latein, die Leute verstehen es nicht und gehen hin. Denken Sie mal darüber nach, was Sie besser machen können").
Intelligenti pauca.
AZ
Il pellegrinaggio nazionale di San Venceslao
Il 28 settembre ricorre la festività di San Venceslao (ca. 907-929/935) duca e martire, patrono principale della Cechia e simbolo della statualità ceca. Per questa ragione la sua festa è una ricorrenza anche civile.
Venceslao (Václav) era il nipote di Bořivoj (852-889), primo duca di Boemia e capostipite della dinastia dei Premislidi (Přemyslovci). Sua moglie, Santa Ludmilla (860-921) lo fece convertire al cristianesimo ed educò anche il nipote, Venceslao appunto. Venne fatta strangolare dalla nuora, Drahomíra che, secondo la tradizione, una improvvisa voragine inghiottì poi col suo cocchio per precipitarla direttamente all’inferno. La santa, che è anche patrona della Cechia, viene ricordata il 16 settembre.
San Venceslao venne fatto assassinare dal fratello Boleslao (per questo poi chiamato Ukrutný, cioè il Crudele) il 28 settembre del 929 o 935 mentre stava per entrare nella chiesa dei Ss. Cosma e Damiano a Stará Boleslav, un’antica città ad una trentina di km NE da Praga. Questa la storia, che ci ricorda come testimoniare la Fede possa anche richiedere dure prove in tempi che difficilmente sono facili e ben disposti.
La tradizione del Pellegrinaggio Nazionale di San Venceslao[1] è plurisecolare, la più antica in Boemia, legata a S. Venceslao e alla B.V. Maria, e perfino in età comunista, pur venendo limitata, non fu proibita del tutto, tanto era radicata.
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Kyrie e Gloria in slavo ecclesiastico e ceco |
Al posto della chiesa dei Ss. Cosma e Damiano venne costruita la basilica romanica di S. Venceslao, consacrata nel 1046 e rimaneggiata poi in età rinascimentale e barocca.
La chiesa più splendida è però la parrocchiale e santuario dell’Assunta (farní a poutní kostel Nanebevzetí Panny Marie), capolavoro barocco (1613-1625) del trentino Giovanni Maria Filippi, anche se in seguito vi intervennero pure i cechi Abrahám Leuthner e Ignác Dientzenhofer. Vi è custodito il Palladio delle Terre Ceche, un rilievo in una lega di rame e oro del XIV sec., 19 x 13,5 cm, che rappresenta la Madonna con Bambino ed è venerato come il maggiore simbolo di protezione della Vergine delle Terre Ceche. In occasione della ricorrenza è esposto alla venerazione sull’altare maggiore.
Quest’anno il santuario si presenta rinnovato dopo un profondo restauro che però non ha minimamente modificato la struttura e l’aspetto barocco della chiesa. Il programma, come sempre, anche quest’anno è stato ricco[2], nonostante le limitazioni dovute alle note esigenze sanitarie, di messe, preghiere, comprese la Preghiera per la Patria nel Santuario dell’Assunzione, concerti, cori. C’era l’esposizione delle reliquie di San Venceslao alla chiesa di S. Clemente, presidiate dalle guardie presidenziali. La messa principale, in piazza, è stata presieduta da S. Em. Rev. Dominik, cardinal Duka, arcivescovo di Praga.
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Venerazione del Palladio sull'altar maggiore |
Anche quest’anno, come dal 2017, nell’ambito delle iniziative legate al pellegrinaggio nazionale, si è svolto
quello della Tradizione, da Praga a Stará Boleslav, organizzato dalla FSSP[3]: 12 km attraverso boschi e campi da Vinoř, località all’estremo NE di Praga, fino a Brandýs nad Lebem e, superato il fiume Elba, si è raggiunta infine Stará Boleslav. Le due cittadine, entrambe antiche, si trovano sulle sponde opposte dell’Elba, che scorre verso Nord, e dal 1960 sono unite nell’unico comune di Brandýs nad Lebem - Stará Boleslav.
La messa solenne, celebrata da don Jakub Václav Zentner, FSSP, si è svolta nella cappella barocca del beato Podiven[4], che non poteva contenere tutti i fedeli, nonostante la pioggia. Il rito era in slavo ecclesiastico. Pur venendo usato di regola il Messale Romano in latino, in occasioni particolari legate alla storia ceca, come la memoria di san Venceslao appunto, si usa questa antica lingua liturgica. Non dimentichiamo che venne creata dai Ss. Cirillo e Metodio, proprio in queste terre, per favorirne l’evangelizzazione. Come Ordinarium si è seguito
l’Orbis Factor (sempre in slavo ecclesiastico).
Un altro pellegrinaggio tradizionale di s. Venceslao lo ha svolto a Praga la FSSPX, con messa a Michle e poi processione fino al monumento di S. Venceslao a Vyšehrad, il colle ricco di monumenti ed uno dei luoghi più memorabili della nazione Ceca.
Natale Vadori
[1] Si chiama proprio così, Národní svatováclavská pout'
[4] Fedele servitore di Venceslao, venne fatto impiccare da Boleslao. Per due anni però il suo corpo non si decompose.
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