L’Assemblea Generale del CISP – il comitato organizzatore del Pellegrinaggio Summorum Pontificum, di cui il CNSP fa parte sin dalla fondazione – ha deliberato in questi giorni, con grande rammarico, l’annullamento della IX edizione del Pellegrinaggio, che avrebbe dovuto svolgersi il prossimo 24 ottobre. La dolorosa decisione è dovuta, come si può facilmente intuire, alle misure di contenimento dell’emergenza sanitaria, adottate dalle autorità civili e religiose, il cui inasprirsi ha reso impossibile la celebrazione del Pontificale che S. E. il Card. Robert Sarah avrebbe dovuto officiare all’altare della Cattedra nella Basilica di S. Pietro. Tutto ciò nonostante la Sacrestia della Basilica avesse fornito all’organizzazione la massima collaborazione per tenere normalmente, finché ciò è parso possibile, il Pellegrinaggio 2020. Ai responsabili della Sagrestia deve dunque andare il ringraziamento degli organizzatori e di tutti i fedeli.
Restano, invece, tuttora confermate alcune iniziative complementari che, pur non potendo sostituire il Pellegrinaggio, ne daranno comunque come una testimonianza: l’Incontro Summorum Pontificum organizzato da Oremus-Paix Liturgique e confermato per venerdì 23 ottobre, con i successivi Vespri al Pantheon, e la S. Messa che verrà celebrata da S. E. il Card. Raymond Leo Burke sabato 24 ottobre presso la chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini (per partecipare occorre iscriversi cliccando qui, qui e qui).
Il CNSP esorta dunque il Populus Summorum Pontificum d’Italia ad accettare con fede questo forzato digiuno del Pellegrinaggio, e ad offrirlo nella preghiera affinché cessi presto il regime di emergenza sanitaria che frappone, purtroppo, tanti impedimenti al normale dispiegarsi della vita liturgica dei fedeli, ed il Pellegrinaggio del prossimo anno possa nuovamente svolgersi nella sua pienezza e nelle forme consuete, raccogliendo ancora presso la Tomba dell’Apostolo, da tutto il mondo, quanti coltivano con amore la liturgia tradizionale.
La particolare situazione che stiamo vivendo aveva già indotto il CISP a ridurre il pellegrinaggio alla sola solenne celebrazione di sabato 24 ottobre, rinunciando, purtroppo, alla tradizionale e bellissima processione che portava in S. Pietro i pellegrini, nonché a tutti gli altri eventi che componevano usualmente il Pellegrinaggio, a partire dalla cerimonia di apertura, fino alla stessa S. Messa della festa di Cristo Re.
Come ha detto efficacemente qualche settimana fa l’Abbé Claude Barthe, Assistente ecclesiastico del Pellegrinaggio e suo animatore sin dalla prima edizione, ai pellegrini che – seppur in numero fortemente contenuto – avrebbero partecipato in re al Pellegrinaggio, sarebbe toccato di rappresentare i ben più numerosi pellegrini in voto, portando anche nel 2020 «alla Tomba dell’Apostolo l’appello per la salvezza della Chiesa e per la diffusione dell’antica liturgia romana, che vi contribuirà potentemente attraverso il suo irradiamento di purissima lex orandi». In effetti, ciò che caratterizza da sempre il Pellegrinaggio, e lo rende una manifestazione potente del Populus Summorum Pontificum (per usare, di nuovo, una felice espressione coniata a suo tempo dall’Abbé Barthe) è, appunto, il suo indirizzarsi ad Petri Sedem, alla Tomba dell’Apostolo. Se, come purtroppo accade quest’anno, viene a mancare il pellegrinare a San Pietro, manca il Pellegrinaggio tout-court; e ciò non per effetto di una decisione organizzativa, ma per la natura stessa dell’evento.
Il Pellegrinaggio, infatti, lungi dall’essere solo un insieme di eventi che confluiscono in un unico programma, è l’espressione corale, unitaria e plurale delle numerose componenti del Populus Summorum Pontificum, nella loro molteplicità nazionale, e nella loro specifica rappresentatività di tante e preziose tradizioni locali; espressione corale che riceve senso e deriva il suo valore dalla presenza comune sulla Tomba dell’Apostolo, ove fedeli di ogni nazionalità si ritrovano ad assaporare spiritualmente l’universalità e la perenne giovinezza della liturgia tradizionale.