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lunedì 10 agosto 2020

Aborto fai-da-te a casa e la gerarchia non dice nulla. O quasi. Grazie Mons. D'Ercole!


Aggiornamento del 12 agosto, anche Mons. Camisasca, vescovo di Reggio Emilia, si è aggiunto a D'Ercole (QUI): siamo a DUE (su 224 vescovi)!
Grazie al vescovo  di Ascoli Piceno Mons. Giovanni D'Ercole.
QUI, QUI QUI e QUI il riassunto "tecnico" e scientifico della nuova aberrante disposizione: da leggere per  capire meglio questa pratica omicida
Luigi


INCREDIBILE! UN VESCOVO HA COMMENTATO L’ABORTO FAI DA TE!
9 Agosto 2020 
Marco Tosatti

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, abbiamo scelto di commentare questa decisione del Ministro Speranza di diminuire le difese ospedaliere per le donne che vogliano abortire usando la pillola RU 486 con le parole – un tweet – di un vescovo, mons. Giovanni D’Ercole.

Mons. Giovanni D’Ercole

@GiovanniDErcole

Ministro Speranza non ho mai visto pace nel cuore di donne che hanno abortito. Solo chi come noi sacerdoti ascolta e confessa conosce questo dramma per cui tante mamme non riescono a trovar ragione. Altro che conquista di civiltà!
#giovannidercole #Ru486

Perché proprio Giovanni d’Ercole? Perché lo conosciamo da tanti anni? No, perché non siamo riusciti a trovare nessun altra reazione episcopale oltre alla sua sul web.

Forse non sono state riportate le loro parole. Forse il Grande Fratello operante sui giornali di regime e sul web li ha zittiti. Ma, comunque, il risultato è questo.

E non fatevi ingannare da titoli come “I vescovi all’attacco”: sono una fakenews, che riporta – citiamo da un paio di quotidiani, che evidentemente hanno ripreso un dispaccio di agenzia, il commento di Avvenire.

“Molto duro anche «Avvenire», che definisce «sconcertante come tante reazioni esultanti parlino di un passo verso una maggiore libertà delle donne. Libertà di essere sole, di certo. Libertà di fare tutto di nascosto, deresponsabilizzando in tanti casi i compagni». Secondo il giornale dei vescovi «non c’è nessuna conquista di civiltà nel togliere tutele alle donne e fare dell’aborto un fatto privatissimo. Che si tolgano tutele alle donne è un fatto». L’unica concessione che la testata fa al cambiamento è di ordine economico: «Una spiegazione forse si può trovare in un altro passaggio: nel parere si sottolineerebbero anche i vantaggi economici, in termini di risparmi per la sanità pubblica. Su questo, non c’è dubbio»”.

Che cosa vuol dire tutto ciò? Che ha ragione Speranza. Se l’idea di sopprimere una vita umana da sole, fra il tinello e la cucina viene salutata come un momento di libertà da parte del Partito della Morte sempre attivo, le parlamentari di sinistra e le accademiche come Chiara Saraceno (che dimenticano però che la legge 194 non parla di diritto di abortire; e che comunque sopprimere una vita umana, perché di vita umana si tratta, di una vita altrui, non del corpo della donna, forse merita un percorso di riflessione), e questo ulteriore passetto verso la disumanizzazione trova un solo vescovo che dica qualche cosa, allora ha ragione Speranza. Che viene giustamente definito da padre Antonello iapicca:

“Dispiace dirlo, ma in Italia, in un momento così difficile, sulla poltrona di Ministro della salute siede un serial killer ideologico di sconfinata ignoranza”.

Così ha scritto su Facebook il sacerdote don Antonello Iapicca (nella foto).

“Impossibile accreditargli anche il minimo di credibilità e autorità. Perché i mandanti, in questo caso, sono più colpevoli dei sicari. È il potere della banalità del male, del nazismo in guanti bianchi, dell’inganno satanico sulla pelle e l’anima di madri e figli”, ha proseguito il Ministro di Dio.

Ma padre Iapicca è un semplice sacerdote, mica un vescovo. I vescovi erano guidati da un Segretario Generale che non amava i volti inespressivi di chi pregava davanti alle cliniche abortiste. E che ora, giustamente, è all’Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica a occuparsi di soldi. Di che altro dovrebbe interessarsi, un presule? Che Dio aiuti la Sua Chiesa, e noi. Il Paese non ce n’è bisogno, è già perso.