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venerdì 27 marzo 2020

Disposizioni (definitive) della Congregazione del Culto Divino per i Riti del Triduo e per la S. Pasqua 2020 "nel difficile tempo del coronavirus"

Il 19 marzo scorso la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha emanato il "Decreto Prot N 153/20 In tempo di Covid-19"indirizzato agli Ordinari Diocesani di tutto il mondo per offrire le " indicazioni generali ed alcuni suggerimenti ai Vescovi"  circa la data della Pasqua e  per il Triduo Pasquale "nel difficile tempo che stiamo vivendo a motivo della pandemia di Codiv-19". ( leggere QUI )
Il Decreto recava la firma del Cardinale Prefetto Robert Sarah e del Segretario Mons. Arthur Roche.
Colpì subito agli occhi e al cuore la cancellazione della" benedizione del fuoco nuovo e del cero, che ha un profondo valore anche esorcistico nell'attuale temperie sia civile sia ecclesiastica, perché indica Cristo che spazza via le tenebre che avvolgono il mondo". ( leggere QUI )
Un  monstrum teologico e liturgico che, anche grazie alla nostra garbata segnalazione, ( leggere QUI ) ha generato la reazione degli Uffici Liturgici, dei Consacrati e dei fedeli addolorati per il "taglio" della benedizione del fuoco nuovo e del cero pasquale.
Non solo: a numerosi ecclesiastici non è piaciuta affatto la frase (poi cancellata nella nuova normativa): " nelle chiese cattedrali e parrocchiali, in misura della reale
possibilità stabilita da chi di dovere..." che ambiguamente sembrerebbe delimitare l'esclusiva competenza del Vescovo  a favore di una non meglio precisata autorità civile. 
Grazie a Dio il 25 marzo, Solennità dell'Annunciazione, la Sala Stampa Vaticana ha pubblicato il presente e vincolante:

Decreto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 25.03.2020 
[B0181]  
DECRETO 
In tempo di Covid-19 (II)  

Considerato il rapido evolversi della pandemia da Covid-19 e tenendo conto delle osservazioni pervenute dalle Conferenze Episcopali, questa Congregazione offre un aggiornamento alle indicazioni generali e ai suggerimenti già dati ai Vescovi nel precedente decreto del 19 marzo 2020. 

Dal momento che la data della Pasqua non può essere trasferita, nei paesi colpiti dalla malattia, dove sono previste restrizioni circa gli assembramenti e i movimenti delle persone, i Vescovi e i Presbiteri celebrino i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo e in luogo adatto, evitando la concelebrazione e omettendo lo scambio della pace. 

I fedeli siano avvisati dell’ora d’inizio delle celebrazioni in modo che possano unirsi in preghiera nelle proprie abitazioni. Potranno essere di aiuto i mezzi di comunicazione telematica in diretta, non registrata. 
In ogni caso rimane importante dedicare un congruo tempo alla preghiera, valorizzando soprattutto la Liturgia Horarum

Le Conferenze Episcopali e le singole diocesi non manchino di offrire sussidi per aiutare la preghiera familiare e personale.  

1 - Domenica della Palme. La Commemorazione dell’Ingresso del Signore a Gerusalemme si celebri all’interno dell’edificio sacro; nelle chiese Cattedrali si adotti la seconda forma prevista dal Messale Romano, nelle chiese Parrocchiali e negli altri luoghi la terza.  

2 - Messa crismale. Valutando il caso concreto nei diversi Paesi, le Conferenze Episcopali potranno dare indicazioni circa un eventuale trasferimento ad altra data. 

3 - Giovedì Santo. La lavanda dei piedi, già facoltativa, si ometta. Al termine della Messa nella Cena del Signore si ometta anche la processione e il Santissimo Sacramento si custodisca nel tabernacolo. In questo giorno si concede eccezionalmente ai Presbiteri la facoltà di celebrare la Messa senza concorso di popolo, in luogo adatto.  

4 - Venerdì Santo. Nella preghiera universale i Vescovi avranno cura di predisporre una speciale intenzione per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti, (cf. Missale Romanum). L’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio sia limitato al solo celebrante.  

5 - Veglia Pasquale. Si celebri esclusivamente nelle chiese Cattedrali e Parrocchiali. 
Per la liturgia battesimale, si mantenga solo il rinnovo delle promesse battesimali (cf. Missale Romanum).

Per i seminari, i collegi sacerdotali, i monasteri e le comunità religiose ci si attenga alle indicazioni del presente Decreto. 

Le espressioni della pietà popolare e le processioni che arricchiscono i giorni della Settimana Santa e del Triduo Pasquale, a giudizio del Vescovo diocesano, potranno essere trasferite in altri giorni convenienti, ad esempio il 14 e 15 settembre.

De mandato Summi Pontificis pro hoc tantum anno 2020. 

Dalla Sede della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, 25 marzo 2020, solennità dell’Annunciazione del Signore. 

Robert Card. Sarah Prefetto 


✠ Arthur Roche Arcivescovo Segretario 


[00409-IT.01] 

[Testo originale: Italiano] 

Fonte: Sala Stampa della Santa Sede QUI 

***

Foto 1+ 2 : 26 marzo 2020. Roma. Chiesa di San Marcello al Corso. Il  Crocifisso miracoloso, venerato anche da Papa Francesco nella chiesa di San Marcello il 15 marzo scorso,    sarà esposto in Piazza San Pietro per la preghiera di questa sera 27 marzo alle 18. ( Cfr. Il Tempo QUI )






- MiL informa : Ecco come si svolgeranno la preghiera e la benedizione Urbi et Orbi del papa oggi 27 marzo alle 18:00  


- Avvenire : Coronavirus. Come seguire la preghiera con il Papa, venerdì, e ricevere l'indulgenza  

QUI

4 commenti:

  1. Ma una domanda resta: perché non si può celebrare la Veglia Pasquale nelle case religiose che non sono Parrocchie? E' mai possibile che i religiosi siano sempre trattati come sacerdoti di serie b?

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    1. La risposta caro Anonimo delle 22:47 dare l'Ordinario Diocesano: solo lui può concedere il permesso di far celebrare il Triduo pasquale in una comunità religiosa non parrocchiale. Il concetto di fondo è il desiderio che tutta la parrocchia, nella sua diversità dei carismi, possa ritrovarsi unita nella celebrazione del Triduo Pasquale.

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    2. L'Ordinario Diocesano non può dare alcun permesso (Si celebri ESCLUSIVAMENTE);
      il concetto di fondo è chiaro, sono anche d'accordo per i tempi "normali", ma ora che anche i religiosi non possono uscire di casa per unirsi alla celebrazione parrocchiale, che senso ha? E poi perché solo per la Veglia e non per gli altri giorni del Triduo?

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  2. Nella tragedia sanitaria che non permette ai fedeli di partecipare fisicamente al Triduo Pasquale si sarebbe aggiunto il disappunto liturgico e sentimentale di non avere la duplice benedizione del fuoco nuovo e del cero pasquale.
    C'è motivo di credere che persino dal Vaticano hanno pressioni per rimettere le cose a posto... Ecco il perchè di questo nuovo definitivo decreto. Lode a Dio!

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