Un'altro bell'articolo di musica e liturgia del nostro amico e "traduttore" Maurizio.
L
di Maurizio Brunetti, Cristianità
Nel proprio di qualche giorno fa, la liturgia ricordava che i santi martiri, quelli che hanno seguito le orme di Gesù, ora esultano in cielo e si allietano per sempre con Cristo Signore. Nella speranza che a noi venga risparmiata l’effusione del sangue, e che basti il martirio della testimonianza, la carità e il rispetto delle Sue leggi per farci meritare la ricompensa eterna, è comunque del tutto naturale – e forse persino auspicabile – che, talvolta, l’immaginazione provi a prefigurarsi la realtà spirituale del Paradiso, dove l’anima potrà contemplare Dio «[…] faccia a faccia» (1Cor 13,12).
Tra le possibili analogie con il mondo fisico, Dante Alighieri (1265-1321), nella Divina Commedia, predilige quella della luce. Per esempio, nella terza cantica, giunti nell’Empireo dove risiedono gli angeli e le anime beate, si ascolta Beatrice spiegare che queste ultime sono uscite dal corpo «[…] al ciel ch’è pura luce:/ luce intellettüal, piena d’amore».
L’origine dell’analogia, del resto, è biblica, ed è Gesù stesso a proporla: «[…] i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro» (Mt 13,43). Similmente, dal libro dell’Apocalisse si apprende che nella Gerusalemme celeste «[…] non vi sarà più notte; [i giusti] non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà. E regneranno nei secoli dei secoli» (Ap 22,5).
Nel corso della propria storia, la Chiesa Cattolica ha deciso d’inserire nella liturgia di commemorazione dei defunti l’antifona di comunione Lux Aeterna: «Risplenda per sempre su essi, Signore, la tua luce perenne, insieme ai tuoi santi, perché tu sei buono. L’eterno riposo dona loro, Signore, e splenda a essi la luce perpetua. Insieme ai tuoi santi, perché tu sei buono». Il testo ha origine in un brano del quarto libro di Esdra, un apocrifo del Vecchio Testamento tenuto in grande considerazione da san Girolamo (347 ca.-419). Di Lux Aeterna, oltre alla melodia gregoriana, esistono molte versioni musicali, sia come pezzo a sé stante sia come parte integrante della Messa da Requiem.
Nel 1996 il compositore inglese John Cameron ebbe una felice intuizione: utilizzare il testo di quell’antifona per elaborare una trascrizione corale di Nimrod, la più celebre fra le melodie contenute nelle Variazioni Enigma del compositore pure inglese, Sir Edward W. Elgar (1857-1934), cattolico.
Originariamente, la melodia non fu composta per un canto sacro: il compositore vittoriano aveva provato a tradurre in note una passeggiata notturna con l’amico fraterno, il compositore anglo-tedesco August J. Jaeger (1860-1909), durante la quale i due ragionavano sugli adagi del compositore tedesco Ludwig van Beethoven (1770-1827). Nondimeno, il tema ha una nobiltà intrinseca (come quasi tutte le composizioni di Elgar) nonché una certa statica solennità che rendono l’abbinamento di Cameron tutt’altro che kitsch.
Si ascolti per esempio l’esecuzione dei VoceS8, uno straordinario ottetto di voci a cappella britannico che sta mietendo successi in tutto il mondo. L’ascolto integrale, fino al mirabile accordo finale, consentirà di apprezzare come, nel brano musicale, tempo ed eternità sembrano corteggiarsi.
Domani, 11 febbraio, la famiglia spirituale di Alleanza Cattolica commemora i propri defunti nell’anniversario della morte di Marco Tangheroni (1946-2004), professore di Storia medioevale che di Alleanza Cattolica è stato socio fondatore.
Ascoltando le note di Elgar, non sembri stucchevole la richiesta di unirsi in preghiera affinché giungano al più presto alla contemplazione della Luce eterna tutti coloro che, ancora in Purgatorio, hanno combattuto la propria buona battaglia all’ombra di stendardi con un’aquila e un cuore sormontato da una croce.
Quanto a noi vivi, la recita di quell’antica antifona certamente ravviverà l’aspirazione a fare del pensiero e del desiderio del Paradiso la stella della nostra vita: «Lux aeterna luceat eis, Domine, cum sanctis tuis in aeternum, quia pius es. Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis, cum sanctis tuis in aeternum, quia pius es».
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