Avevamo già in "bozza" un post dedicato a don Fabrizio, il parroco palermitano ideatore dell'aperimessa, anche se la notizia era vecchia di due anni.
Avevamo "salvato" quel post essendo matematicamente sicuri che quel prete così "impostato" avrebbe prima o poi "passato il guado".
La banalizzazione della Sacra Liturgia con grandissimo danno per la fede dei fedeli e per la propria sacralità sacerdotale è sempre foriera aimè di altre scivolate.
La Sacra Scrittura infatti ammonisce: "abyssus abyssum invocat".
Neppure il più pessimista avrebbe difatti mai pensato di leggere sulla "bacheca facebook" di un Sacerdote Cattolico una frase del genere ( ripresa dalla stampa nazionale)
Un fedele palermitano , che non sarà mai "intervistato" dai compiacenti giornalisti, aveva
prontamente replicato: "E se invece, finalmente, fossimo noi fedeli a mettere alla porta i pastori che dissacrano il tempio santo di Dio?"
Avevamo "salvato" quel post essendo matematicamente sicuri che quel prete così "impostato" avrebbe prima o poi "passato il guado".
La banalizzazione della Sacra Liturgia con grandissimo danno per la fede dei fedeli e per la propria sacralità sacerdotale è sempre foriera aimè di altre scivolate.
La Sacra Scrittura infatti ammonisce: "abyssus abyssum invocat".
Neppure il più pessimista avrebbe difatti mai pensato di leggere sulla "bacheca facebook" di un Sacerdote Cattolico una frase del genere ( ripresa dalla stampa nazionale)
Avevamo già notato nell'intervista di due anni fa a don Fabrizio il tratto poco "misericordino" del suo carattere perchè riferendosi alle critiche nei confronti della sua "aperimessa" aveva risposto : "A chi non sta bene diciamo 'arrivederci e grazie', il cancello è aperto...".
Un fedele palermitano , che non sarà mai "intervistato" dai compiacenti giornalisti, aveva
prontamente replicato: "E se invece, finalmente, fossimo noi fedeli a mettere alla porta i pastori che dissacrano il tempio santo di Dio?"
Si stanno notando già anche in Italia alcuni timidi esempi di preti "costretti" a fare i veri preti dai fedeli: una fortuna per la loro vocazione!
Si vede purtroppo come vanno a finire le "spinte futuriste" dei preti che amano mischiare l'incenso con il rock, samba e mondanità simili: comunità spaccate e conseguentemente il sacerdozio dei protagonisti dell'happy hour buttato alle ortiche.
Ritornando alla frase shock scritta dal parroco la sera della morte dell'On.Pannella un giornalista ha laconicamente osservato : "Nella chiesa cattolica regna l’amore fraterno, ne abbiamo prova ogni giorno. Vogliono vedersi morti fra loro e poi fingono di predicare l’accoglienza dei migranti perché “Gesù ha detto di amare il prossimo, anche quello lontano”.
Si vede purtroppo come vanno a finire le "spinte futuriste" dei preti che amano mischiare l'incenso con il rock, samba e mondanità simili: comunità spaccate e conseguentemente il sacerdozio dei protagonisti dell'happy hour buttato alle ortiche.
Ritornando alla frase shock scritta dal parroco la sera della morte dell'On.Pannella un giornalista ha laconicamente osservato : "Nella chiesa cattolica regna l’amore fraterno, ne abbiamo prova ogni giorno. Vogliono vedersi morti fra loro e poi fingono di predicare l’accoglienza dei migranti perché “Gesù ha detto di amare il prossimo, anche quello lontano”.
Sul medesimo tema segnaliamo pure "ad perpetuam rei memoriam" l'eletta prosa del Rev.do don Mauro Leonardi, prete e scrittore, che ha donato una versione del tutto originale del Vangelo di Gesù nell'articolo "Marco Pannella e il Papa, quando l'amicizia va oltre la conversione".
Un altro giornalista , autenticamente cattolico, ha invece amaramente constatato: " Perché ora la chiesa piace un sacco a questa gente? Perché piace ai radical-chic?
Ma gli piace soprattutto perchè si accontenta di piacer loro, di essere lei la protagonista del loro compiacimento.
Senza il "fastidio" di quel Gesù così ingombrante, così esigente, così poco "politicamente corretto" come invece è la nuova chiesa."
Facciamo nostro il "motto" dello stemma prebiterale (bello) di don Fabrizio : "CONTRA SPEM CREDIDIT IN SPEM" .
Ne abbiamo tanto bisogno!
AC
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L'originale trovata di don Fabrizio Fiorentino, sacerdote di 43 anni, che ha portato in chiesa migliaia di fedeli.
Prima la cerimonia religiosa, poi alla fine del rito, nello stesso luogo dove si celebra la messa, l'aperitivo e le danze al ritmo di samba e bossanova
“
Pregare e sorridere: all'Addaura nasce l'"aperimessa" in chiesa"
"Sei già dentro l'happy hour, vivere vivere costa la metà: quanto costa fare finta di essere una star?", canticchiava Ligabue pochi anni fa.
Tutto normale se non fosse che questa volta l'happy hour è finito direttamente dentro una chiesa.
Siamo all'Addaura, sapore di mare e libertà.
Il parroco è don Fabrizio Fiorentino, 43 anni, che s'è inventato una trovata originale, ovvero “l’Aperimessa”.
E cioè - come racconta L'Espresso - prima la cerimonia religiosa, poi, alla fine del rito, nello stesso luogo dove si celebra la messa, l’aperitivo e le danze al ritmo di samba e bossanova.
Insomma, la domenica che non t'aspetti in questa chiesetta in riva al mare, a due passi dal Roosvelt.
Risultato?
La chiesa adesso esplode di gente e allegria.
Perché è qui la festa. Il giovane sacerdote ha avuto il merito di riportare - come dicevano gli antichi - la chiesa al centro del villaggio.
In migliaia per festeggiare, tutti ne parlano.
Pregare e sorridere è il karma di don Fabrizio.
Con l'aiuto di Facebook, che quando è ora di riunire le folle è il mezzo migliore.
Durante la messa un gruppo corale accompagna la preghiera con brani inediti.
Poi al segnale "Andate in pace", si scatena la festa.
Vale a dire aperitivo e samba.
Ma non sono mancate le polemiche.
Al punto che, a messa quasi finita, don Fabrizio ha dovuto puntualizzare: "A chi si è confuso chiariamo che l'aperimessa è stata chiamata così per questioni di 'simpatia'.
Immaginavo che questa iniziativa non sarebbe passata inosservata.
Non passiamo durante la messa con lo spumante e le tartine.
Invece celebriamo la funzione in modo più che dignitoso, e poi lo stesso luogo eucaristico di condivisione, diventa luogo di festa.
A chi non sta bene diciamo 'arrivederci e grazie', il cancello è aperto...".
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Foto dall'Articolo citato dell'Espresso
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