Ridere per non piangere. I nostri figli che fanno sport, verranno denunciati alla S. Inquisizione sportiva?
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Il CONI (Comitato Olimpico Nazionale
di Rodolfo de Mattei, Famiglia Domani, 11-5-2016
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Italiano) si uniforma al diktat etico globale ed introduce il reato di omofobia all’interno del proprio statuto. A darne notizia è il suo stesso presidente Giovanni Malagò, nel corso dell’audizione alla VII commissione del Senato sullo stato di salute dello sport italiano, dichiarando:
“Ieri abbiamo inserito il tema della lotta all’omofobia nello statuto del Coni: è stata recepita l’indicazione della Presidenza del Consiglio dei ministri” e per questo “abbiamo modificato l’ordinamento inserendo oltre ai reati di discriminazione razziale anche quelli di omofobia”.
Il presidente del CONI Malagò ha motivato la propria decisione affermando di essersi semplicemente attenuto a quelle che erano le indicazioni “dall’alto” in tal senso: “non abbiamo fatto altro che rispettare le indicazioni generali“.
La nuova norma è stata accolta con scontato entusiasmo dalle associazioni LGBT che grazie a tale novità vedono equiparare il reato di discriminazione razziale e quello di omofobia. Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, ha dichiarato:
“È un ottimo segnale. Dai cori omofobi alle discriminazioni nei confronti di atleti ritenuti omosessuali, finora lo sport italiano ha dato una pessima immagine. La stessa reiterata negazione da parte di dirigenti sportivi del fatto che l’omosessualità è presente in tutte le discipline, o le offese gratuite con dichiarazioni raccapriccianti sulle persone omosessuali, sono atteggiamenti discriminatori che convincono, tra l’altro, migliaia di sportivi a vivere nella paura e nella clandestinità. Quindi è necessario che dai primi, timidi gesti si passi velocemente ai fatti”.
Sulla stessa linea anche Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center, per il quale, d’ora in avanti, “non sarà più lecito né discriminare, né usare un linguaggio offensivo sui campi di gioco“.
L’equiparazione tra razzismo e omofobia da parte dei vertici dello sport italiano rappresenta un fatto storico gravissimo, emblematico della decadenza dei tempi e dell’odierno clima culturale in tema di omosessualità. Con tale conformista decisione il CONI, il più importante organo sportivo italiano, mette lo sport, attività educativa e formativa per eccellenza, rivolta a giovani e giovanissimi, al servizio della sempre più aggressiva ideologia LGBT. Un irresponsabile provvedimento adottato, secondo le parole dello stesso presidente Malagò, in riverente ossequio alle indicazioni arrivate in materia dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri che, dopo le recenti nomine in quota LGBT a Palazzo Chigi, mette dunque, ancora una volta, a nudo la linea politica del premier Matteo Renzi in fatto di gender ed omosessualità.