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giovedì 5 novembre 2015

ULTIM'ORA: Suore Francescane dell'Immacolata commissariate

 Riportiamo la grave notizia che è stata pubblicata pochi minuti fa dal sito de Il Corriere della Sera, circa il  commissariamento disposto con un decreto riservato emanato dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata pochi giorni fa (19 Ottobre 2015), del ramo femminile della Suore Francescane dell'Immacolata. Nel documento il Papa ha dispensato le suore da ogni voto o promessa fatto a p. Manelli o ad altre autorità dell'ordine religioso dell'Immacolata.
Già ieri era uscita un'altra inchiesta sempre del Corriere, riguardo a pretesi episodi di violenza, di marchiature a fuoro, e di vesszioni e segregazioni a danno delle suore Francescane dell'Immacolata (qui: "Vita da Suora, anni di vessazioni"


 da Il Corriere dalla Sera - Le inchieste - del 05.11.2015
di A. De Simone. 

la foto del provvedimento è de Il Corriere della Sera

Nessuna promessa di obbedienza nessun voto privato al fondatore dell’Istituto religioso: i frati e le suore francescane dell’Immacolata sono dispensati con un decreto voluto da Papa Francesco da qualsiasi voto o promessa fatti a padre Francesco Maria Manelli o ad altre cariche dell’ordine religioso. Il provvedimento, un documento riservato emesso pochi giorni fa, è arrivato con il commissariamento anche dell’istituto religioso femminile che segue di oltre un anno quello maschile. Nel decreto, firmato dal prefetto Joao Braz Card. de Aviz e dall’Arcivescovo segretario Josè Rodriguez Carballo, si legge: «In seguito a segnalazioni attendibili relative ad un voto privato o promessa emesso da alcuni religiosi e religiose di speciale obbedienza alla parola del fondatore, oltre il comune voto canonico di obbedienza ai superiori, questo Dicastero si è premurato di portare il problema a conoscenza del Santo Padre dal quale ha ricevuto il mandato ed ogni necessaria facoltà speciale di provvedere al riguardo. Pertanto, la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, compiendo tale mandato per il bene delle anime, dispensa tutti i membri religiosi dei frati francescani dell’Immacolata e delle suore francescane dell’Immacolata ed eventuali associati di questi istituti, dal voto privato (o promessa) di speciale obbedienza alla persona del fondatore. In conseguenza stabilisce che tale voto o promessa non possa più essere emesso in futuro né sotto la forma finora praticata, né sotto qualsiasi altra forma. Inoltre perde ogni valore, qualora esistesse, ogni documento nel quale in qualsiasi modo si faccia riferimento al voto o promessa qui in oggetto».

Il decreto è perentorio e sembra far riferimento ad atti come quello mostrato nella videoinchiesta pubblicata ieri. Nel video, una ex suora mostrava una promessa di obbedienza vergata con il sangue, al fondatore dell’Istituto religioso dedicato all’Immacolata e controfirmato, questa volta però con un banale inchiostro, dallo stesso padre Francesco Maria Manelli. La ex religiosa che ha conservato il documento per più di vent’anni si dice disponibile a metterlo a disposizione della procura di Avellino e di eventuali periti che possano controllarne l’autenticità. «Non temo alcuna prova. Voglio che gli organi inquirenti abbiano tutto quanto necessario per svolgere correttamente il loro difficile lavoro», spiega. La donna durante l’intervista ha parlato di vessazioni subite da frati e suore all’interno dei numerosi conventi presenti in tutto il mondo, proprio in forza di quel “voto” di obbedienza al fondatore che oggi Papa Francesco con questo decreto vieta e invalida. La ex suora racconta di un clima da lager dove si mangiavano cibi scaduti, era vietato curarsi, si svolgevano pratiche estreme di penitenza come quella raccontata da un’altra ex religiosa sudamericana che si è marchiata a fuoco (la donna ci ha mostrato i segni permanenti sulla pelle). Nell’intervista si parla anche di una forma di induzione alla prostituzione per ottenere soldi da “benefattori” abituali e di comportamenti ambigui di padre Manelli e del plagio subito dalle religiose dell’ordine. Storie che padre Manelli e il suo legale, Enrico Tuccillo additano come calunnie tanto da presentare anche alcune denunce: «Padre Manelli vuole solo vivere secondo la regola francescana originaria. Tutto il resto sono falsità. Ci sono tante suore e tanti frati pronti a testimoniarlo», spiega Tuccillo.

Le accuse contro Manelli sono contenute in un dossier che raccoglie tantissime testimonianze di religiosi dell’Istituto e parenti di suore e frati, un dossier raccolto dal commissario apostolico del Vaticano, padre Fidenzio Volpi, nominato nel 2013 dopo la sospensione di Manelli, e deceduto lo scorso giugno. Il dossier per volontà di monsignor Volpi è stato consegnato insieme ad un esposto, all’autorità giudiziaria dal legale Giuseppe Sarno. Alla procura di Avellino pendono ora due procedimenti: uno riguarda i presunti abusi subiti dai religiosi e descritti dai testimoni nel dossier (affidato dal procuratore Rosario Cantelmo alla pm Adriana Del Bene) e un altro relativo alla gestione dell’Istituto religioso che ha portato al sequestro di beni per 30 milioni di euro. Un sequestro annullato dal tribunale del Riesame su cui però pende un ricorso in Cassazione. Nel frattempo l’avvocato Sarno, per conto dei Commissari voluti dalla Santa Sede, ha chiesto il sequestro dei beni anche al tribunale civile. Il sequestro preventivo da parte della guardie di finanza sulle indagini coordinate dallo stesso Cantelmo e dal pm Fabio Del Mauro, riguardava conti bancari, 59 fabbricati, 17 terreni, 1 impianti radiofonico e cinematografico, 5 impianti fotovoltaici dislocati su tutto il territorio nazionale nonché di 102 autovetture.

Un religioso che non ha voluto essere ripreso né registrato, spiega che l’affidamento dei beni dei Francescani dell’Immacolata a persone esterne collegate a Manelli (fatto contestato dai pm) servisse a favorire la nascita di un nuovo istituto d’impostazione liturgica, dopo i dissidi interni che hanno portato al commissariamento. «Non accettano la modernità, sono contro Papa Francesco e hanno amicizie con politici e personaggi molto influenti. La figura di Manelli è talmente amplificata che tramite lui si riescono anche a spostare voti durante le elezioni. Sullo sfondo c’è uno scenario “politico-religioso” che riflette in piccolo ciò che succede nella chiesa con i Lefebvriani, legati alla tradizione che cercano di guadagnare terreno. In alcuni conventi si sta come nei lager. I soldi noi li chiediamo per le missioni e per le nostre attività che sono legate anche al mondo della comunicazione, avendo a disposizione un’emittente radiofonica e lo facciamo sinceramente. L’ordine non c’entra niente con la cattiva gestione fatta da Manelli».

Del “culto” della persona di Manelli si parla anche nel dossier dove in tanti spiegano che lo si faceva apparire quasi un santo e così tutti si avvicinavano a lui con devozione. Nel documento si parla infatti di suore che raccoglievano i capelli di Manelli dal cuscino o custodivano i suoi indumenti, quasi come se fossero reliquie. Tra le testimonianze ci sono anche alcuni familiari che parlano di stalking da parte delle superiore perché i loro figli entrassero in convento.

Nel frattempo dopo la pubblicazione della videoinchiesta dal corriere.it, si sono fatti avanti altri testimoni. Qualche ex religiosa e la madre di due suore ancora presenti nei conventi gestiti da Padre Manelli. La donna sostenuta da una nipote e da altri due figli ha trovato la forza di parlare e di lanciare un appello a Papa Francesco: «Tu che hai fatto tanto, ti prego, chiudi questo istituto, libera le mie figlie». La donna di cui segnaliamo solo le iniziali L. D., dice che le figlie sono state plagiate e sono terrorizzate, che sembrano degli zombie, che ripetono solo di stare bene, quelle rarissime volte in cui riesce a contattarle. «Una di loro non l’ho vista per 12 anni, spiega, perché l’hanno mandata in clausura in Cornovaglia, l’altra per 3 anni. Non possono parlare al telefono liberamente perché c’è sempre una suora che le sorveglia; non possono inviare lettere perché la corrispondenza viene letta. I carcerati stanno meglio di loro. Se si ammalano non ne sappiamo nulla e le fanno curare solo in casi gravi. Per esempio seppi per caso che una delle mie figlie era ricoverata: andai a trovarla ma non vollero dirmi nulla sulla malattia e una volta dimessa non vollero che la portassi a casa. Aveva avuto la tubercolosi, seppi, e nonostante questo precedente la mandarono in missione in Africa. Alle mie figlie hanno inculcato che la loro famiglia è il demonio e devono allontanarci. Io sono convinta che la più giovane lascerebbe il convento ma che ha paura, mentre l’altra non la lascerebbero mai andare: sa troppe cose, è una delle più strette collaboratrici di padre Manelli. La nostra famiglia è distrutta e temiamo per le sorti di queste ragazze. Per questo chiedo a Papa Francesco che è tanto buono e coraggioso, di intervenire».