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sabato 25 ottobre 2014

Notizie confliggenti: una visita apostolica ad Albenga?

mons. Ricca e papa Bergoglio
Abbiamo comunicato mercoledì l'informazione, data da alcuni quotidiani nazionali, dell'inizio del cammino verso un possibile commissariamento della diocesi di Albenga-Imperia, al cui vescovo mons. Oliveri si imputa una sorta di culpa in vigilando, per il fatto che un certo numero di sacerdoti della sua diocesi sono accusati di comportamenti inappropriati o di veri e propri reati. Con la conseguenza che verrebbe affiancato, e di fatto esautorato, da un vescovo 'ausiliario' (la piccola diocesi ingauna non ne avrebbe certo bisogno, date le dimensioni).
Poche ore fa, mons. Oliveri ha smentito ufficialmente la notizia, sulla base di rassicurazioni ricevute da Roma (il Nunzio Berardini aveva già visitato la diocesi nei mesi scorsi).
Ma poiché, evidentemente, a Roma la mano destra non sa quel che fa la sinistra, occorre riferire di informazioni confliggenti con la smentita.
Il Daily Telegraph riferisce infatti di avere interpellato in proposito la sala stampa del vaticano e di avere avuto questa risposta da Padre Ciro Benedettini, vice direttore dell'ufficio: "Non commentiamo mai su questa materie, sono confidenziali e non sarebbe corretto. Noi rilasceremmo un comunicato solo alla fine dell'investigazione, se sono prese decisioni".

Più esplicite le parole di Padre Lombardi, direttore della sala stampa, al settimanale cattoprogressista The Tablet: "La diocesi potrebbe aspettarsi una visita apostolica".

A quanto pare, dal vescovo ausiliare si sarebbe passati al visitatore apostolico. La visita apostolica è una procedura di ispezione e controllo, al cui esito possono essere presi ulteriori provvedimenti (come, nel caso dei Francescani dell'Immacolata, anche loro rei di filotradizionalismo, il commissariamento ostile). Il Tablet - ma la cosa ci appare poco credibile - fa anche il nome del possibile visitarore apostolico, il vescovo emerito della limitrofa diocesi di Ventimiglia-Sanremo, mons. Careggio. Il quale, come chi vi scrive sa fin troppo bene, non solo ha una irrazionale e viscerale avversione per la liturgia antica, ma è anche prevenuto nei confronti del collega Oliveri.

Resta comunque il fatto che la smentita di mons. Oliveri è posteriore a quelle dichiarazioni dei portavoce vaticani (pur se magari ignote al momento della smentita alla diocesi di Albenga), e che, dal loro letterale tenore, sembrano affermazioni generiche che potrebbero rappresentare risposte astratte alla domanda che cosa avviene se...

Anche perché, se davvero qualcosa bollisse in pentola, si tratterebbe, come scrive Rorate caeli in un bell'articolo, di uno stridente doppio standard applicato a mons. Oliveri (cui si imputa come crimine il fatto di avere accolto in diocesi preti rivelatisi omosessuali) rispetto a moltissime situazioni consimili in tante diocesi nel mondo. In particolare, lo stesso Papa vive sotto il tetto di un albergo amministrato da mons. Battista Ricca (nella foto), la cui condotta scandalosa indicata dagli organi di informazione, non solo è stata l'occasione della celebre battuta di Bergoglio "chi sono io per giudicare un gay", ma non gli ha impedito di nominarlo addirittura prelato dello IOR (v. Magister, Il prelato della lobby gay, e in quest'altro articolo la difesa fattane dal Papa).

E che dire poi, aggiungiamo noi, che mentre ad Oliveri si imputerebbe di non aver vigilato abbastanza, Bergoglio chiamava, come membro del Sinodo sulla famiglia (dopo averne escluso i membri dell'Istituto creato da Giovanni Paolo II appunto per la famiglia: v. qui), l'ultra progressista card. Danneels, che si era dovuto scusare a suo tempo per aver coperto chierici pedofili. Quella nomina come minimo incongrua era avvenuta, tra l'altro, senza che il mondo mediatico facesse una piega (leggi qui)


Enrico