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martedì 7 ottobre 2014

F.F.I.: comunicato ufficiale dell'Isituto sulla sospensione a divinis di 6 padri F.I. Nulla si dice sull'irritualità.

Pubblichiamo il comunicato ufficiale dell'Istituto dei Frati Francescani dell'Immacolata.
Vengono precisate le motivazioni della "gravissima" (se non la più grave) censura canonica (quindi confermata, come avevamo anticipato) che però non giustificano affatto una pena così eccessiva viste le asserite motivazioni "ufficiali".
NULLA viene detto sull'irritualità della comminazione della stessa (due lettere di ammonimento e una con il decreto di sospensione, tutte e tre contestuali), e del mancato processo, in lesione del diritto di difesa dei 6 padri sospesi. 
Ah, e vorremmo ricordare a P. Bruno (che ha avuto l'incombenza di scrivere il comunicato) che Corrispondenza Romana, San Pietro e dintorni, MiL e Rorate Caeli, non sono certo blog di nicchia (Vi piacerebbe eh!), ma di ampissima diffusione, e ancora meno sono "ultra-tradizionalisti". Così, tanto per chiarire, se i citati blog fossero davvero ultra-tradizionalisti, cosa dire di altri?
Una cosa è vera: con i nostri articoli noi palesiamo la nostra specificità religiosa (e non anche quella politica, che NOI lasciamo ben distinta dalle cose sacre di Dio!!!),  parimenti, i superiori dell'Istituto Commissariato e del Dicastero di competenza palesano la loro.
Per tranquillizzare p. Bruno vorrei evidenziare come MiL avesse precisato che la "sola colpa" imputata ai 6 padri fosse stata sia quella -ufficiosa- di aver chiesto l'escardinazione, sia quella -ufficializzata anche da P. Bruno- di allontanarsi dal convento contro l'ordine dei superiori.
Roberto

 Sospensione a divinis, o sospensione della verità?
da Francescani dell'Immacolata
di
P. Alfonso Maria Angelo Bruno FI

Portavoce Ufficiale dei Frati Francescani dell'Immacolata

False e destituite da ogni fondamento le accuse contro il Commissario Apostolico Padre Fidenzio Volpi di aver comminato la sospensione a divinis a sei sacerdoti dei Frati Francescani dell'Immacolata per "aver voluto cambiare di Istituto". Violenze e ammutinamenti premedidati contro i superiori e i frati in comunione con il Papa e il Commissario, fughe e prolungate assenze ingiustificate dal convento, sono piuttosto il vero movente delle salutari sanzioni disciplinari.
 
La “strategia” degli oppositori al Commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, alla luce di recenti post sui soliti blog di nicchia ultra-tradizionalista, oltre a dichiarare la specificità politico-religiosa dei soggetti attori e redattori, conferma la scelta dell’agitazione mediatica come unico e reiterato strumento al quale consegnare l’utopica rimozione del provvedimento attraverso la vile e pretestuosa delegittimazione “emotiva” delle Autorità che lo hanno emanato.
Con l’escamotage della mera traduzione di un post preso dal blog anglosassone Rorate Coeli utilizzato in mera presunzione per  tutelarsi da eventuali ritorsioni penali nell’ambito della giurisdizione statale, Corrispondenza Romana, San Pietro e dintorni e Messainlatino si piegano al ruolo di quello che un tempo si chiamava “lo strillone”, colui cioè che annuncia lo scoop impresso in un’edizione straordinaria.
Esisterebbero nella fauna webbistica altre casse di risonanza, ma la qualità degli amministratori e la quantità degli internauti le rende insignificanti, più di quelle appena citate.
All’ordine del giorno questa volta è la notizia della “sospensione a divinis” di sei Religiosi ordinati in sacris.
Il Commissario Apostolico è comparato al gigante Polifemo, immagine indovinata se si considera l’identità dei suoi oppositori: “Il Signor Nessuno”.
Con la solita tecnica di distrarre l’ignaro lettore dal vero oggetto della questione e suscitare l’indignazione che si prova verso un presunto carnefice di inermi fraticelli, viene avanzato, come movente della censura ecclesiastica, la volontà di “lasciare l’Istituto” da parte dei chierici sanzionati.
Peccato che il “multiforme ingegno ulissiano” del redattore ispiratosi ad Omero non presenti i fatti nella loro verità appellandosi, a ulteriore detrimento della costruenda arringa retorica, ad un presunto difetto procedurale.
Il Commissario Apostolico, nell’esercizio dei suoi poteri, ha dovuto applicare la misura disciplinare della sospensione “a divinis” nei confronti di sei Religiosi dell’Istituto, di cui uno nigeriano e cinque filippini non certo per sanzionare, come affermato nell’articolo, la loro “volontà di lasciare l’Istituto”.
La sospensione a divinis, inoltre, contrariamente a quanto affermato dall’articolista, che oltre a non conoscere i fatti misconosce il Diritto Canonico, non è la sanzione più grave, come lo sarebbe ad esempio la riduzione allo stato laicale. La sospensione, infine, non è necessariamente permanente.
La volontà di lasciare un Istituto religioso, come afferma lo stesso blogghista, non costituisce nessuna violazione delle norme vigenti. 
La richiesta di dispensa dai Voti costituisce infatti un diritto di ogni Religioso, regolato dal Codice di Diritto Canonico. La concessione effettiva, invece, rimane una grazia. I Voti sono una promessa fatta a Dio, e non di un’esperienza stagionale di volontariato nella Caritas.
Se il Commissario considerasse erroneamente la presentazione di tale istanza  come una infrazione al Voto di Obbedienza, egli avrebbe già sanzionato tutti coloro che l’hanno interposta, ed avrebbe adottato tale misura nei confronti di quanti sono stati recentemente sospesi “a divinis” fin dal momento in cui si sono rivolti per questo scopo alla Congregazione competente.
Tuttavia, di fronte al comportamento di quanti, avendo inoltrato domanda di dispensa dai Voti, si ritenevano non più vincolati ai doveri derivanti dall’appartenenza all’Istituto, il Commissario Apostolico ha dovuto richiamarli alla osservanza di tali obblighi, che perdurano fino all’eventuale accoglimento dell’istanza da parte della Congregazione.
Rientra parimenti nella competenza disciplinare della suprema Autorità dell’Istituto, nel caso specifico il Commissario Apostolico, ogni  comportamento tenuto dai Religiosi fino a quando la dispensa dai Voti produca i propri effetti giuridici.
Il comportamento tenuto per una parte da un Religioso nigeriano e per l’altra parte da sei Religiosi filippini configura un gravissimo “vulnus” al Voto di obbedienza.