Ora però, dopo l'editto degli estremisti musulmani sunniti dello Stato islamico (Isis), è quasi del tutto sparita.
I miliziani dell'Isis, guidati da Abu Bakr al Baghdadi, hanno scatenato una durissima campagna di terrore contro le minoranze religiose non islamiche e i loro correligionari sciiti.
I cristiani si sono rifugiati nel Kurdistan o in alcuni villaggi ancora non conquistati dai fondamentalisti.
Ma nei loro confronti è caccia all'uomo, con le case che vengono abbandonate in fretta e furia, senza portare via nulla, per poter salvare la vita.
Nel 2003, quando cadde Saddam Hussein, a Mosul i cristiani erano sessantamila.
Un mese fa erano quasi dimezzati: trentacinquemila.
Dopo l'editto del "califfo Ibrahim" (al Baghdadi) sono scappati quasi tutti.
"Gli hanno rubato tutto, li hanno insultati, li hanno lasciati così, in pieno deserto", ha raccontato il patriarca della Chiesa siro-cattolica, Ignace Joseph III Younan, aggiungendo che il palazzo episcopale dei siro-cattolici a Mosul è stato dato alle fiamme: "È terribile - ha aggiunto - questa è una vergogna per la comunità internazionale".
Oggi Papa Francesco, nel suo discorso ai fedeli dopo l'Angelus, ha voluto ricordare la tragedia dei cristiani perseguitati in Medio Oriente.
Il pontefice ha detto di seguire "con preoccupazione le notizie che giungono dalle comunità cristiane a Mosul, in Iraq, e in altre parti del Medio Oriente".
Poi ha ricordato che in Iraq e in tutto il Medio Oriente le comunità cristiane "sin dall’inizio del cristianesimo hanno vissuto con i loro concittadini offrendo un significativo contributo al bene della società".
Ma tutto questo evidentemente non conta a nulla per gli estremisti islamici che si sono messi in testa di fare pulizia etnica in nome di Allah.
"Oggi le comunità cristiane sono perseguitate", sottolinea con dolore il Papa. "I nostri fratelli - prosegue - sono perseguitati, cacciati via, devono lasciare le loro case senza poter portare niente.
Assicuro a queste famiglie e a queste persone la mia vicinanza e la mia costante preghiera". IL GIORNALE
I miliziani dell'Isis, guidati da Abu Bakr al Baghdadi, hanno scatenato una durissima campagna di terrore contro le minoranze religiose non islamiche e i loro correligionari sciiti.
I cristiani si sono rifugiati nel Kurdistan o in alcuni villaggi ancora non conquistati dai fondamentalisti.
Ma nei loro confronti è caccia all'uomo, con le case che vengono abbandonate in fretta e furia, senza portare via nulla, per poter salvare la vita.
Nel 2003, quando cadde Saddam Hussein, a Mosul i cristiani erano sessantamila.
Un mese fa erano quasi dimezzati: trentacinquemila.
Dopo l'editto del "califfo Ibrahim" (al Baghdadi) sono scappati quasi tutti.
"Gli hanno rubato tutto, li hanno insultati, li hanno lasciati così, in pieno deserto", ha raccontato il patriarca della Chiesa siro-cattolica, Ignace Joseph III Younan, aggiungendo che il palazzo episcopale dei siro-cattolici a Mosul è stato dato alle fiamme: "È terribile - ha aggiunto - questa è una vergogna per la comunità internazionale".
Oggi Papa Francesco, nel suo discorso ai fedeli dopo l'Angelus, ha voluto ricordare la tragedia dei cristiani perseguitati in Medio Oriente.
Il pontefice ha detto di seguire "con preoccupazione le notizie che giungono dalle comunità cristiane a Mosul, in Iraq, e in altre parti del Medio Oriente".
Poi ha ricordato che in Iraq e in tutto il Medio Oriente le comunità cristiane "sin dall’inizio del cristianesimo hanno vissuto con i loro concittadini offrendo un significativo contributo al bene della società".
Ma tutto questo evidentemente non conta a nulla per gli estremisti islamici che si sono messi in testa di fare pulizia etnica in nome di Allah.
"Oggi le comunità cristiane sono perseguitate", sottolinea con dolore il Papa. "I nostri fratelli - prosegue - sono perseguitati, cacciati via, devono lasciare le loro case senza poter portare niente.
Assicuro a queste famiglie e a queste persone la mia vicinanza e la mia costante preghiera". IL GIORNALE
Le parole del Papa dopo l'Angelus:
"Cari fratelli e sorelle, Ho appreso con preoccupazione le notizie che giungono dalle Comunità cristiane a Mossul (Iraq) e in altre parti del Medio Oriente, dove esse, sin dall’inizio del cristianesimo, hanno vissuto con i loro concittadini offrendo un significativo contributo al bene della società.Oggi sono perseguitate; i nostri fratelli sono perseguitati, sono cacciati via, devono lasciare le loro case senza avere la possibilità di portare niente con loro.A queste famiglie e a queste persone voglio esprimere la mia vicinanza e la mia costante preghiera.Carissimi fratelli e sorelle tanto perseguitati, io so quanto soffrite, io so che siete spogliati di tutto.Sono con voi nella fede in Colui che ha vinto il male!E a voi, qui in piazza e a quanti ci seguono per mezzo della televisione, rivolgo l’invito a ricordare nella preghiera queste comunità cristiane.
Vi esorto, inoltre, a perseverare nella preghiera per le situazioni di tensione e di conflitto che persistono in diverse zone del mondo, specialmente in Medio Oriente e in Ucraina.Il Dio della pace susciti in tutti un autentico desiderio di dialogo e di riconciliazione.La violenza non si vince con la violenza.La violenza si vince con la pace!
Preghiamo in silenzio, chiedendo la pace; tutti, in silenzio…. Maria Regina della pace, prega per noi ! "
IL CARDINALE SANDRI AI CRISTIANI ORIENTALI: LE VOSTRE LACRIME SONO LE NOSTRE, MA NOI CONDIVIDIAMO LA STESSA SPERANZA CHE È CRISTO
( VISnews140721 )
Città del Vaticano, 21 luglio 2014 (VIS). Nella giornata di ieri, nella Cattedrale maronita di Los Angeles (Stati Uniti d'America), il Cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, ha celebrato la Santa Messa per la festa di San Charbel e di Sant'Elia, che i libanesi maroniti celebrano in tutto il mondo la terza domenica di luglio.
Alla celebrazione eucaristica hanno preso parte circa quattrocento fedeli delle Chiese Orientali.
Il Cardinale Sandri - rende noto un Comunicato della Congregazione per le Chiese Orientali - si è fatto interprete, nell'omelia, dell'immenso dolore per la sorte disperata di tante persone innocenti fra le quali le più colpite sono i cristiani di Mossul (Iraq) e di Aleppo (Siria).
" Le loro case e chiese sono state saccheggiate e incendiate.
Se essi sono oggi i più minacciati, è tutta la regione che è nell'insicurezza, purtroppo favorita dall'indifferenza di molti ".
Non dimenticando che la Palestina "è in lacrime" e che i suoi abitanti non possono essere cristiani in serenità e dignità, il Cardinale ha affermato: "Le loro lacrime sono le nostre, ma noi condividiamo la stessa Speranza che è Cristo; e Gesù Cristo è fedele. Per questo perseveriamo insieme nello stesso cammino".
Dopo aver dato lettura dell'appello in favore dei cristiani perseguitati lanciato da Papa Francesco nell'Angelus di ieri, il Cardinale ha invitato alla preghiera silenziosa ed ha rinnovato tutta la vicinanza della Congregazione per le Chiese Orientali a quanti sono gravemente colpiti dall'odio e dalla violenza, in particolare ai Patriarchi Siro-cattolico e Caldeo, che sono accanto ai loro fedeli con gli altri vescovi per condividere la sofferenza e la perseveranza nella difesa dei diritti umani e della libertà religiosa anche per i cristiani, che non sono stranieri in Oriente: là è nato il cristianesimo; là hanno mantenuto la fede per due millenni, edificando come cittadini generosi il bene delle rispettive nazioni; là devono poter continuare a dare il proprio contributo alla comunità umana.
Foto : L'incendio della chiesa che fa parte di una serie di distruzioni delle proprietà cristiane a Mosul occupata dagli estremisti islamici. ( QUI )
Notizia di oggi 21 luglio 2014 ( QUI ) " Iraq: monastero del IV secolo in mano a jihadisti Isis, monaci scacciati "