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venerdì 27 giugno 2014

I giovani e la tradizione. (E. Fagiolo)

Di recente abbiamo ricordato le parole di mons. Graubner, sui giovani e la tradizione, ricolti a Papa Francesco (il 14 febbraio 2014, durante la visita ad limina, dei Vescovi Cechi) che suscitarono la risposta del Papa riguardo alla "moda" di seguire la liturgia antica.
Proponiamo una riflessione del Prof. Enzo Fagiolo, scritta per MiL,  proprio sul tema:



I giovani e la tradizione cattolica



  Il papa, dichiarò mons. Graubner alla Radio Vaticana, come un recente articolo su ‘La Stampa’ ha ricordato, informato dai vescovi della repubblica ceska della crescente attenzione dei giovani per la liturgia tradizionale, ritiene sia comprensibile solo se prestata da parte delle vecchie generazioni per natura passatiste, altrimenti, una ‘moda’ transeunte. Giudizio identico a quello di tanta  gerarchia che vuole ignorare quella riflessione critica, che le nuove generazioni, in tutti i campi, come sa chi è con loro tanti anni, hanno avviato sul fenomeno ‘sessantotto’ che ha strumentalizzato le giuste aspirazioni dei giovani tentando di annullare quel patrimonio di valori, anche religiosi, su cui si fondava la loro vera libertà.   

  La pedagogia di molti sacerdoti, catechisti e ‘movimenti’, dal Concilio in poi, è stata  fondata sulla critica astiosa alla tradizione della Chiesa che ha fatto propria, anticipandone l’applicazione, l’ideologia della ‘rivoluzione culturale’ marcusiana e maoista, sfociata nel ‘regime assembleare’, applicato anche alla riforma liturgica, i cui inventori hanno imposto anche le ‘mode’, a cominciare da Bugnini che organizzava nelle chiese di Roma le Messe rock, a manomettere presbiteri, a sostituire il  vero canto che proclama il testo sacro con il ‘chitarrista liturgico’ e a volere i luoghi di culto come autorimesse e supermercati, definiti dal card. Ravasi “capolavori di orrore”, i quali danno ai quartieri delle periferie un angosciante aspetto di scristianizzazione. I  giovani  sono stati formati per essere strumenti di quella ideologia, la quale incentiva i loro comportamenti ludici imposti dal consumismo, rinunciando ad una educazione religiosa fondata sul vero e sul buono. Ricordo un parroco marista (?!) romano, il quale alla domanda di alcuni ragazzi della prima comunione  su come utilizzare un rosario che era stato loro regalato per l’occasione, rispose: “ datelo alla vostra nonna, quando non ha niente da fare se vuole lo userà “.

  Papa Benedetto XVI, vero maestro di giovani perché con essi ha vissuto in comunione spirituale nello studio, ha notato il loro interesse per la liturgia tradizionale facendone un motivo importante del suo Motu proprio. P. Nuara ha intitolato il suo movimento ‘Giovani e tradizione’. E sono soprattutto i giovani che contestano  una riforma  liturgica, fonte di deviazioni dottrinali, di cosiddetti abusi etc, la quale doveva essere“ rapida e radicale” (chiaro?), come un certo p. Falsini, della commissione postconciliare, affermò in un’intervista, pubblicata su ‘ Toscana oggi’ del 2007,  condita di insulti a papa Benedetto per un Motu proprio “incomprensibile”. Le critiche dei cardinali Ratzinger, Biffi, Arinze,  Antonelli e Stickller e tanti altri esimi studiosi laici, paradossalmente anche  indifferenti alla fede, verso una liturgia  creativa e arbitraria, furono e sono ignorate dalla maggior parte della gerarchia faziosa e/o adeguata. Il card. Burke ha scritto: “Il senso euforico postconciliare di costruire una Chiesa nuova …favoriva un atteggiamento perfino di ostilità verso la disciplina perenne della  Chiesa…negligenze ed abusi nella celebrazione della divina liturgia, nella formazione dei sacerdoti e consacrati, nell’organizzazione della catechesi e scuole cattoliche”, e l’insigne gregorianista benedettino p. Baroffio: “E’ stato un vero colpo di mano di chi ha finito per essere il più forte, abbagliato dal populismo e da uno scarso senso pastorale”.

  I novatori, ‘ ispirati’: “ come se il divino Paraclito fosse a loro disposizione”,  come lamentò perfino Paolo VI, riconoscibili dai loro frutti, si sottraggono ad una valutazione critica di quanto è avvenuto nella Chiesa nell’ ultimo mezzo secolo e tentano di giustificare il proprio operato, anche con rozze punizioni a seminaristi e giovani sacerdoti (vedi la triste vicenda dei Francescani dell’Immacolata), che si avvicinano alla liturgia tradizionale per apprenderla almeno in proprio. Una minoranza di preti fanatici allevati nel post-Concilio, divenuti ‘qualcuno’, prima ha insultato i confratelli più anziani perché legati alla tradizione, obbligandoli alle novità e, poi, iniziato a perseguitare quelli più giovani che la vogliono conoscerla. Vi sono dei sacerdoti restii alle richieste di seminaristi e neo sacerdoti  di servire la Messa tradizionale, per non creare loro dei problemi con i superiori.    

  Molti giovani,  aspiranti o meno al sacerdozio,  provengono da studi universitari e avendo maturato un’autonomia di giudizio, non possono non criticare l’impoverimento e la  dottrina superficiale ed equivoca che si propina loro e il disprezzo di quei mezzi di evangelizzazione che la Chiesa, con successo, ha utilizzato per millenni e che esaltano, secondo una  antropologia fondata sulla fede, i doni che il Creatore ha dato all’uomo e che solo a Sua gloria devono tornare. Essi, non accettano più, anche sulla guida di testimonianze e di studi seri e documentati, il pretesto che il novus ordo missae sia stato  previsto dalla costituzione Sacrosantum concilium. La gerarchia, sempre più in difficoltà, cerchi di imparare da questi giovani che sono tra i migliori, come Tommaso, il quale, nel suo sermone  Puer Jesus, ha scritto: “nessuno può crescere così bene in sapienza come quando partecipa agli altri ciò che sa  ed, inoltre, da ragione su ciò che sa”.  

42 commenti:

  1. Bella la prudenza del padre benedettino nel limitarsi a parlare di abbagliamento da populismo e scarso senso pastorale , ma io temo che ci si sotto qualcosa di peggiore ,di più consapevole :una volontà cosciente ,(per quanto corrotta da una cecità intellettuale di cui non possiamo misurare la colpevolezza ,si andrebbe nel foro interno ) di creare una nuova chiesa (il minuscolo è d'obbligo ) sulla scia del mondo e ad esso accettabile . Poveretti ,non sanno che il mondo e il suo principe prima ti usano e poi ti scaricano .

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    1. Ma non è benedettino da un pezzo! Lei è disinformata, si informi!

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    2. Votantoniovotantoniovotantoniovotantonio...

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  2. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  3. Su quali prove si appoggino le affermazioni dell'anonimo non so. E come al solito parole in libertà sulle "massonerie". Quali? Perché non si specifica mai con nome di associazioni e nomi dei responsabili?
    Cosa uscirà dopo la morte di Benedeto non lo può saper nessuno. Chi vivrà saprà. Questo pressappochismo a cosa serve?

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    1. Ehm Pastorelli,
      il Papa è Il Vicario di Cristo poiché Cristo ha deciso che lo sia.
      Puoi negare la sua amicizia davanti alle vecchiette ebree ,puoi scappare da Roma durante la persecuzione di Nerone,ma se il Signore ti affida un incarico su questa terra ,te ne liberi solo lasciandola questa terra.
      Per questo, saggiamente, il can.332 del Codice di Diritto Canonico non dice che le dimissioni del Pontefice sono irrevocabili.
      Nulla vieta che Benedetto XVI si riprenda il Trono in qualunque momento fino a quando non lascia questa lacrymarum valle.
      A ciò si aggiunga che le dimissioni ,che sono revocabili ,non devono essere estorte ed a nulla valgono le dichiarazioni nel senso della piena libertà rilasciate da Benedetto XVI.
      In primis perché potrebbe essere ancora sotto coercizione (e tu questo Pastorelli non lo sai) ,in secundis perché ,a norma di diritto,può fare ciò che vuole.

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    2. Dante ma perché perde tempo a rispondere a questo fanatico? Al meglio è una persona con seri problemi psichici, non alimentiamo le sue nevrosi.

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    3. Vedi NUOVO, io ormai ho un'età pressoché veneranda, sono stato nella scuola per 40 anni o giù di lì, continuo ad insegnare seppur come volontario, sto fra i giovani, chierici e laici, compresi i nipoti: ecco, vorrei che le critiche, che talvolta posso condividere, fossero argomentate e provate.
      Una prova, soltnto una prova che Benedetto sia stato costretto alle dimissioni o che non l'abbia date. Che poi si sia inventato un papato emerito fatto di preghiera e solitudine - troppe volte interrotto - è tutt'altra cosa.
      La revocabilità o irrevocabilità non è precisata nel Diritto Canonico? E' chiaro che son irrevocabili, altrimenti si potrebbe avere una sfilza di papi emeriti in coda per riprendersi il trono. (di spine e sangue). E chi ha detto che le dichiarazioni di Benedetto a nulla valgono? Mi si portin le prove. Parlare tanto per parlare è da ciane sui crocicchi. Certo, io non so se sia stato coistretto e se sia ancora sotto coercizione (quale?) Ma se non lo so io chi è questo ANONIMO che sa tutto?
      Vedi ancora, io dispregio non gli anonimi, come invece qualcuno mi rimprovera, ma l'anonimato. Mi piacerebbe palrlare a delle persone e non ad ombre. Specie quando pretendono di saper ciò che solo Dio può sapere. Far illazioni vada pure, perché la situazione è confusa al massimo, ma dar per certo i parti della propria o altrui mente o, meglio, dei propri ed altrui umori è inaccettabile. E, sinceramente m'addolora. Per chi si comporta così ed anche per la causa che io servo a viso aperto da 50 anni.

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    4. Ripeto,caro Pastorelli come può essere Papa il bergoglio se la sua legittimità dipende da un qualsiasi atto formale di Benedetto XVI?
      Basta che Ratzinger scrive una dichiarazione in cui dichiara che le sue dimissioni erano in qualsivoglia modo coartate e tutti gli atti di governo e magistero posti in essere dalla marionetta delle massonerie vengono meno.
      Né vale il tuo ragionamento sulla sfilza di papi emeriti poiché solo il primo della serie è Pietro.
      Il bergoglio e la sua ganga farà solo rumore e sgangherata pastorale.
      A ciò si aggiunga ,per esempio,che essendo nulli gli atti posti in essere per i Francescani dell'Immacolata i medesimi potranno richiedere sia in via canonica che civile i dovuti risarcimenti.

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    5. Se sono nulli gli atti di Begoglio, allora sono nulli anche i cardinali che ha nominato e che nominerà, per cui il prossimo conclave sarà a sua volta nullo avendovi partecipato e votato persone che non ne avevano diritto... E così non ci sarà mai più un Papa. Vedi dove arrivano i ragionamenti contorti se li si segue fino in fondo. Sedevacantisti, lasciate perdere.

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    6. Caro Confratello, ma secondo te un cardinale abusivo o anche a rischio di nullità le guardie svizzere lo fanno entrare nella cappella Sistina?
      Al prossimo conclave vestiti da cardinale e vediamo se riesci ad entrare.

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    7. Vorrà dire che il prossimo Papa lo eleggeranno le guardie svizzere...

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    8. Come supporti la tua tesi che gli atti di Papa Bergoglio dipendono da Benedetto XVI? A quel che noi sappiamo - ma noi non abbiamo come te il telefono rosso con Nostro Signore -
      Benedetto s'è dimesso formalmente coram populo, ha dichiarato che la sua scelta era libera da coercizioni. La Chiesa ne ha preso atto ed ha eletto legittimamente il successore. Non puoi esser tu a dir chi si il Papa e chi l'antipapa, anche qualora altri Papi si dimettessero creando un...collegio di papi emeriti. Non ti puoi arrogare competenze che non hai e che nessuno ti riconosce.

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    9. anonimo che scrivi come un asino, guarda che hanno ragione confratello e dante pastorelli! sei fuori di testa!

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    10. Ehm Pastorelli, il Papa è Il Vicario di Cristo poiché Cristo ha deciso che lo sia. Fai bene a ricordarglielo, perché sotto sotto D.P. è convinto di essere lui il Vicario.

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    11. Ecco un altro cretino, e forse è il solito.

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    12. E quando non sa che fare, Democrazia Proletaria insulta i fantasmi.

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    13. Pasqualino infatti è un fantasma. Anche se ha nome e cognome. Imperversa pasando da un blog all'altro, petulante come un testimone di geova. Inoltre mai da lui un commento motivato. Poveraccio.

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  4. L'ansia d'inifinito, che solo il Cattolicesimo può appagare razionalmente ed
    anche sentimentalmente, la volontà di donarsi a Cristo totalmente, il senso del sacro nella liturgia, l'amore per lo studio e la docilità dinnanzi ai doveri da compiere, portano i giovani nei seminari tradizionali. Altro che modaioli: salvo eccezioni, son giovani - ed io ne conosco tanti - semplicemente stupendi nel loro impegni di preghiera, studio e lavoro, e nel sorriso con cui affrontano pure le difficoltà che mai mancano. Persino la perdita di una madre amorosa viene accettata con l'anima rivolta a Dio.
    I vescovi si chiedano perché i seminari regionali e gli ordini religiosi "ufficiali" vengon disertati. Purtroppo accade anche che, per mancata conoscenza dei seminari tradizionali, alcuni giovani, delusi dl seminario, cadono nelle spire di scismatici orientali - pullulano in Italia sedicenti vescovi ortodossi indipendenti - e, peggio ancora, i più fragili che più avrebbero dovuto esser fortificati almeno nella fede, nelle sette di vario genere.

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    1. Questo, a parte la stoccata ai cristiani orientali, è un bel commento.

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    2. La stoccata non è ai cristiani orientali, ma ai tanti vescovi presenti anche in Italia che si riferiscono a chiese orientali nate da scismi: più vescovi che fedeli. Un po' come i sedevacantisti.

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    3. L'Italia è piena di sedicenti vescovi ortodossi senza arte né parte. Ed è giusto censurarli senza se e senza ma.

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  5. E proprio a giorni uscirà una bomba editoriale, la pubblicazione della tesi di laurea di un giovane che nel 2010 ha discusso presso l'Universita Cattolica del Sacro Cuore, una tesi sulla liturgia, comparando, da un punto di vista antropologico, il rito romano antico e il rito postconciliare. Il risultato finale è a favore del rito romano antico.

    Uto

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    1. L'antropologia è scienza eretica.
      La Messa è il Sacrificio Vivo di Cristo.
      Che facciamo? Raccogliamo interviste sul calvario ai piedi della Croce?

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    2. I novatores stanno già tremando come foglie alla notizia che uscirà questo libro.

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    3. Questo commento l'ho già letto. UTO non sa scriver altro o almeno rifischiar lo stesso commento con qualche cambiamento linguistico?

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    4. L'avevo detto che è una sòla. Per di più di cartone.

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  6. E' sufficiente guardare la realtà delle cose senza paraocchi ideologici. La Messa antica ha "funzionato" bene per 1500 anni. La Messa nuova in 50 anni ha visto svuotarsi le chiese che prima erano piene e il "popolo di Dio" finire inghiottito da una marea montante di scristianizzazione che prima non si era mai vista. Si dirà che in questi cinquant'anni sono cambiate tante cose, oltre alla Messa: ma evidentemente, comunque la si voglia pensare, la Messa nuova (e in generale la Chiesa "rinnovata") non è stata in grado di tenere il passo con questi mutamenti, come invece si sperava di fare. Sarebbe ora di ammettere francamente e onestamente che le riforme non hanno funzionato. Oggi siamo come quegli automobilisti che sbagliano strada ma non vogliono ammetterlo e testardamente vanno avanti nella direzione opposta a quella che vorrebbero raggiungere. Non so se un ritorno alla liturgia tradizionale capovolgerebbe l'attuale stato di cose, né dico che lo farebbe. Ma di fronte al fallimento palese della liturgia riformata si smetta almeno di impedire che chi lo desideri possa tornare all'antico. Quando qualcosa non funziona bisogna sperimentare altre vie, e un esperimento possibile, che non richiede nemmeno sofisticate elaborazioni, è appunto il recupero della tradizione. Si provi sul serio e si veda cosa ne esce...

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    1. Quoto al 100%!! La messa bugninesca ha fallito totalmente. Solo il ritorno a Trento può riportare in vita il cattolicesimo vero. Andare avanti con la messa di Paolo VI è assurdo!!! Con la scusa di rinnovare hanno STRAVOLTO TUTTO!!!

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    2. Condivido pienamente quanto scrive Anonimo delle 18.39...

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    3. Scrive Confratello: “un esperimento possibile, che non richiede nemmeno sofisticate elaborazioni, è appunto il recupero della TRADIZIONE…”
      ..cui segue Anonimo 18.39: “Solo il ritorno a Trento può riportare in vita il cattolicesimo vero… Con la scusa di RINNOVARE hanno STRAVOLTO TUTTO!!!”…

      …e conferma infatti SAN PIO X:

      “I veri amici del popolo non sono né rivoluzionari, né novatori, ma tradizionalisti. (San Pio X, Lettera Apostolica “Notre charge apostolique”)

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    4. Anch'io condivido. E per festeggiare questa bella condivisione, voto Antonio La Trippa.

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    5. In cammino la trippa è come la manna.

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    6. Nei lampredotti di cui si nutrono quei manfani dei fiorentini.

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    7. I manfani son quelli come te e la coppia esilarante dei tuoi capi-padroni. I fiorentini son in telleigenti e laboriosi. Beceri spesso. Ma io non son fiorentino.

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  7. Bisognerebbe informare l'autore dell'articolo che "l'insigne gregorianista benedettino p. Baroffio" è uscito dall'ordine da circa 30 anni.

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    1. Dunque è nel disordine?

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    2. Giusta la precisazione. Però chiedo: la citazione a quuando risale? Al periodo in cui era nell'ordine o ad un periodo successivo?

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    3. E' successivo.

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    4. Non so chi abbia risposto "E' successivo" usando il mio stesso pseudonimo. Io non so a quando si riferisca la citazione; quel che è certo è che su internet essa si trova per la prima volta in una pagina creata il 2 giugno scorso.

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  8. Per amore di precisione va detto che la posizione in materia di liturgia di un Biffi, arcivescovo di cui stimo la purezza dottrinale e la statura di uomo di governo, è molto distante da quella di un Ratzinger o di un Burke. Come appare nelle sue memorie egli non ha alcuna nostalgia verso il VO, il suo ideale è per un NO celebrato senza sciatteria o indebita creativita'. Semmai, soffermandosi sulla SC, il porporato suggerisce che nelle chiese più importanti si curi la celebrazione di una messa NO in latino con l'impiego del gregoriano. Posizione - comunque la si voglia valutare - coerente con il suo ruolo, ai tempi del card. Colombo, nell'ambito della revisione post conciliare del rito ambrosiano.
    Antiquario

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    1. non vedo perché la posizione di Biffi dovrebbe essere molto distante da quella di Ratzinger. Non dimentichiamo che Ratzinger durante tutto il suo pontificato non ha mai celebrato pubblicamente col messale di san Pio V (e per quanto ne so pure in privato usava il messale di Paolo VI).
      La posizione di Ratzinger è sempre stata: degna celebrazione del NO in quanto forma ordinaria, integrata sovente dal VO quale forma straordinaria; in attesa di tempi maturi per la riforma della riforma.

      A Ratzinger non è mai saltata neanche per l'anticamera del cervello l'idea di abolire ex abrupto il messale di Paolo VI per tornare al messale di Pio V (sogno proibito di certi tradizionalisti).

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