Spesso, i nostri lettori, con cadenze abbastanza regolari ci domandano qualche informazione su quali documenti si possa leggere che il rosa (e il nero e il celeste) non sono stati aboliti dalla riforma liturgica, in modo da poter rispondere preparati e con competenza ai parroci o ai preti che, per solo spirito polemico, impugnano la riforma per giustificare loro gusti personali o le loro ideologie "progressiste", tacciando di reazionarismo chi invece chiede solo l'applicazione di consuetudini inveterate, care alla gente e, colpa più grossa,... alla Tradizione.
A questi lettori abbiamo sempre risposto in privato (e qlche volta abbiamo pubblicato anche foto per rassicurare che anche in pratica il rosa e il celeste sono rimasti).
Aver trovato il seguente articolo di Zenit, ci fornisce oggi gradita occasione per proporre una più competente e documentata risposta: il rosa (così come il celeste e il nero) non è abolito!
Questo, qualora l'esempio del Papa felicemente regnante lasci ancora dubbi in proposito.
Aver trovato il seguente articolo di Zenit, ci fornisce oggi gradita occasione per proporre una più competente e documentata risposta: il rosa (così come il celeste e il nero) non è abolito!
Questo, qualora l'esempio del Papa felicemente regnante lasci ancora dubbi in proposito.
Roberto
ROMA, venerdì, 14 dicembre 2012 (ZENIT.org).- Un nostro lettore anglosassone ha rivolto la seguente domanda a padre Edward McNamara L.C., professore di Teologia e direttore spirituale:
Ho sempre visto indossare il sacerdote una casula rosa nella Domenica Gaudete, la terza Domenica di Avvento. Ma il nostro parroco ci ha informato che tale pratica è stata abolita e che dunque non vi erano più paramenti né candele rosa in Avvento. Ma un sacerdote in visita nella nostra parrocchia li ha portati la Domenica successiva, e, quando gliel'ho chiesto ha insistito sul fatto che la pratica non era mai stata cambiata -- RL, Frederick, Maryland (USA)
Padre McNamara ha risposto: Il nostro lettore del Maryland (ed altri) hanno posto delle domande rispetto ai paramenti di colore rosa nelle Domeniche Gaudete e Laetare in Avvento.
Le norme fondamentali riguardo all'uso dei colori liturgici si trovano nell'Ordinamento Generale del Messale Romano, al n° 346.
“Riguardo al colore delle sacre vesti, si mantenga l'uso tradizionale, e cioè:
a) Il colore bianco si usa negli Uffici e nelle Messe del tempo pasquale e del tempo natalizio. Inoltre: nelle celebrazioni del Signore, escluse quelle della Passione; nelle feste e nelle memorie della beata Vergine Maria, dei Santi Angeli, dei Santi non Martiri, nelle solennità di Tutti i Santi (1 novembre) e di san Giovanni Battista (24 giugno), nelle feste di san Giovanni evangelista (27 dicembre), della Cattedra di san Pietro (22 febbraio) e della Conversione di san Paolo (25 gennaio).
b) Il colore rosso si usa nella domenica di Passione (o delle Palme) e nel Venerdì santo, nella domenica di Pentecoste, nelle celebrazioni della Passione del Signore, nella festa natalizia degli Apostoli e degli evangelisti e nelle celebrazioni dei Santi Martiri.
c) Il colore verde si usa negli Uffici e nelle Messe del tempo ordinario.
d) Il colore viola si usa nel tempo di Avvento e di Quaresima. Si può usare negli Uffici e nelle Messe per i defunti.
e) Il colore nero si può usare, dove è prassi consueta, nelle Messe per i defunti.
f) Il colore rosaceo si può usare, dove è tradizione, nelle domeniche Gaudete (III di Avvento) e Laetare (IV di Quaresima).
g) Nei giorni più solenni si possono usare vesti festive più preziose, anche se non sono del colore del giorno”.
Nella versione inglese, il testo continua con il punto h, che dice:
“Vesti di colore oro o argento possono essere indossate in occasioni più solenni nelle diocesi degli Stati Uniti d'America”.
Le norme fondamentali riguardo all'uso dei colori liturgici si trovano nell'Ordinamento Generale del Messale Romano, al n° 346.
“Riguardo al colore delle sacre vesti, si mantenga l'uso tradizionale, e cioè:
a) Il colore bianco si usa negli Uffici e nelle Messe del tempo pasquale e del tempo natalizio. Inoltre: nelle celebrazioni del Signore, escluse quelle della Passione; nelle feste e nelle memorie della beata Vergine Maria, dei Santi Angeli, dei Santi non Martiri, nelle solennità di Tutti i Santi (1 novembre) e di san Giovanni Battista (24 giugno), nelle feste di san Giovanni evangelista (27 dicembre), della Cattedra di san Pietro (22 febbraio) e della Conversione di san Paolo (25 gennaio).
b) Il colore rosso si usa nella domenica di Passione (o delle Palme) e nel Venerdì santo, nella domenica di Pentecoste, nelle celebrazioni della Passione del Signore, nella festa natalizia degli Apostoli e degli evangelisti e nelle celebrazioni dei Santi Martiri.
c) Il colore verde si usa negli Uffici e nelle Messe del tempo ordinario.
d) Il colore viola si usa nel tempo di Avvento e di Quaresima. Si può usare negli Uffici e nelle Messe per i defunti.
e) Il colore nero si può usare, dove è prassi consueta, nelle Messe per i defunti.
f) Il colore rosaceo si può usare, dove è tradizione, nelle domeniche Gaudete (III di Avvento) e Laetare (IV di Quaresima).
g) Nei giorni più solenni si possono usare vesti festive più preziose, anche se non sono del colore del giorno”.
Nella versione inglese, il testo continua con il punto h, che dice:
“Vesti di colore oro o argento possono essere indossate in occasioni più solenni nelle diocesi degli Stati Uniti d'America”.
A questo si possono aggiungere due osservazioni dell'istruzione Redemptionis Sacramentum, cioè i numeri 121 e 127.
Il n° 121 dice: “La varietà dei colori nelle vesti sacre ha lo scopo di esprimere, anche con mezzi esterni, da un lato la caratteristica particolare dei misteri della fede che vengono celebrati, e dall'altro il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell'anno liturgico. In realtà, la differenza di compiti nella celebrazione della sacra Liturgia, si manifesta esteriormente con la diversità delle vesti sacre. Conviene che tali vesti sacre contribuiscano anche al decoro della stessa azione sacra”.
Nel n° 127 si legge: “Nei libri liturgici si dà speciale facoltà di utilizzare nei giorni più solenni le sacre vesti festive, ovvero di maggiore dignità, anche se non siano del colore del giorno. Tale facoltà, tuttavia, riguardando propriamente vesti tessute molti anni or sono al fine di preservare il patrimonio della Chiesa, viene estesa impropriamente a innovazioni in modo tale che, lasciando da parte gli usi tramandati, si assumono forme e colori secondo gusti soggettivi e si menoma il senso di tale norma a detrimento della tradizione. In occasione di un giorno festivo, vesti sacre di color oro o argento possono sostituire, secondo opportunità, quelle di altro colore, ma non le vesti violacee e nere”.
Da tutto ciò emerge che l'abitudine di utilizzare paramenti rosa nelle Domeniche Gaudete e Laetare va mantenuta, quandunque possibile.
Se una parrocchia non ha i paramenti colore rosa si utilizza di solito quelli di colore viola.
I nomi Gaudete e Laetare vengono dalla tradizionale antifona d'ingresso, o introito, che viene cantata in queste Messe.
Nel n° 127 si legge: “Nei libri liturgici si dà speciale facoltà di utilizzare nei giorni più solenni le sacre vesti festive, ovvero di maggiore dignità, anche se non siano del colore del giorno. Tale facoltà, tuttavia, riguardando propriamente vesti tessute molti anni or sono al fine di preservare il patrimonio della Chiesa, viene estesa impropriamente a innovazioni in modo tale che, lasciando da parte gli usi tramandati, si assumono forme e colori secondo gusti soggettivi e si menoma il senso di tale norma a detrimento della tradizione. In occasione di un giorno festivo, vesti sacre di color oro o argento possono sostituire, secondo opportunità, quelle di altro colore, ma non le vesti violacee e nere”.
Da tutto ciò emerge che l'abitudine di utilizzare paramenti rosa nelle Domeniche Gaudete e Laetare va mantenuta, quandunque possibile.
Se una parrocchia non ha i paramenti colore rosa si utilizza di solito quelli di colore viola.
I nomi Gaudete e Laetare vengono dalla tradizionale antifona d'ingresso, o introito, che viene cantata in queste Messe.
Entrambi i termini possono essere tradotti con "rallegratevi" e “gioire” e riferiscono all'importanza del tema della gioia cristiana, anche in un periodo con una certa caratteristica penitenziale (sebbene più come una preparazione e non tanto di pentimento come la Quaresima), che si riflette nelle formule e nelle letture di entrambe queste domeniche.
Rev.do don Thomas Jochemczyk parroco di Tavole e di Molini di Prelà (Diocesi di Albenga-Imperia) |
Per quanto riguarda i colori liturgici, una conferenza episcopale, soprattutto nei territori di missione, può chiedere l'approvazione della Santa Sede per adottare altri colori se il simbolismo dei colori tradizionali potrebbe essere frainteso.
In alcuni Paesi asiatici, ad esempio, il bianco è il colore tradizionale del lutto e non ha i connotati di festa che prevale nella società occidentale. In tali casi, i vescovi possono proporre i colori tradizionali di festa della cultura.
Anche se l'azzurro o il celeste non sono colori liturgici ufficiali, alcuni paesi, come la Spagna, ed alcuni santuari mariani hanno il privilegio di usare paramenti di colore azzurro o celeste nelle festività mariane come l'Immacolata Concezione. Si tratta di vesti realizzate con tessuti di colore blu o celeste e non semplicemente vesti di colore bianco o argento con rifiniture o motivi mariani di colore azzurro, che possono essere utilizzati ovunque.
Dal punto di vista storico, pare che tutti i paramenti sacri erano bianchi fino al settimo secolo circa. Intorno al tempo di Papa Innocenzo III (morto nel 1216) c'erano i quattro colori principali (rosso, bianco, nero e verde) e tre colori secondari (giallo, rosa e viola). Ma un criterio comune per l'uso dei vari colori non venne trovato fino al 1550 circa, quando l'uso attuale diventò norma.
Come spiega la Redemptionis Sacramentum al n° 121 (cfr. sopra), lo scopo di utilizzare colori diversi è quello di esprimere la caratteristica particolare dei vari misteri della fede. L'uso dei diversi colori è allo stesso tempo pedagogico e simbolico delle varie feste liturgiche e periodi.
Così, il bianco, simbolo della luce e della purezza, e l'oro e l'argento sono i colori festivi. Il rosso esprime sia il fuoco dello Spirito Santo e il sangue della passione e del martirio. Il verde è il colore simbolo di speranza e di serenità.
Il viola, ricorda tristezza e penitenza, ha sostituito in gran parte il nero per i funerali, anche se si può continuare ad usare. Il rosa, che non è mai stato usato frequentemente, serve a ricordare, utilizzando un colore insolito, che siamo arrivati alla metà di un periodo di preparazione e di penitenza.
Anch'io ho celebrato in Rosa, giacchè le pianete ci sono perchè non metterle?
RispondiEliminaDomenica don Lorenzo Mocellin a Este ha celebrato N.O. con paramenti rosa, parlando anche del significato del colore durante l'omelia.
RispondiEliminaNella nostra Parrcchia il rosaceo è sempre stato usato e sempre si userà!
RispondiEliminaDiciamo pure che se il rosa è troppo chiaro ci sono effetti indesiderati: non da un'aria molto ...maschile.
RispondiEliminaUn bel rosa confetto sarebbe piacuto molto a sua beatitudine "la Giovanna", nota ai più come Paolo VI, e ai suoi amichetti frou-frou in gonnella!
EliminaSi vede che te ne intendi di frou-frou,devi essere nel giro dei ben informati
EliminaOra che la "Giovanna" la fanno pure "beata" forse qui a Milano circoleranno meno voci sul suo vizietto?
RispondiEliminaIo mi chiamo Francesco, e faccio parte della parrocchia dei Ss. Biagio e Savino. Ricordo che fino a quando c'era l'ex parroco don Orlando Sbicca, lui per circa tre anni prima di lasciare la parrocchia, nel tempo di Avvento in accordo con un'altro sacerdote, utilizzava il Rosa Antico. Dopo che lui aveva abbandonato la parrocchia, il nuovo parroco non adottò il Rosa Antico nell'Avvento, ma adottò il viola. Mentre il sacerdote della parrocchia di Santa Maria di Colle di Perugia, nel tempo di Avvento continua ad utilizzare il Rosa Antico. Io comunque se devo essere sincero, desidererei che nelle sacrestie italiane del rito Romano, ritornasse a fare l'apparizione, il nero.
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