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giovedì 15 novembre 2012

“Salto di qualità” nella guerra contro il “Summorum Pontificum”

Un Lettore di MiL ci ha inviato un suo scritto che pubblichiamo togliendo però il riferimento alle città interessate  dall'  ennesima ondata persecutoria contro il Motu Proprio "Summorum Pontificum" e  i miti fedeli che per  motivi spirituali ne chiedono l'applicazione. 
Spieghiamo subito che il motivo del nostro intervento apportato " d'ufficio " al testo originale, gentilmente inviatoci, non è stato generato da codiardia, da tattiche o  equilibri "diplomatici" ma dalla sola finalità di non danneggiare la già traballante condizione dei fedeli. 
Ci conforta che questo nostro gesto " prudenziale" ha già ricevuto i ringrazimenti da parte delle comunità interessate !
Nei giorni scorsi ci siamo rallegrati leggendo alcune risoluzioni riguardanti la Liturgia discusse della XIII Assemblea ordinaria del Sinodo dei Vescovi (dedicata alla trasmissione della fede cristiana). 
Ebbene partendo proprio da alcune proposizioni sinodali che parlano della bellezza della Liturgia, della contemplazione e della qualità dell’arte a servizio del sacro, ci auguriamo che anche le antiche forme liturgiche, fonti inesauribili di santità, possano essere valutate anche dai pastori più titubanti come “una risorsa per tutta Chiesa” un mezzo validissimo per una nuova evangelizzazione rivolta soprattutto delle nuove generazioni! 
Un affettuoso incoraggiamento ai fedeli dei gruppi interessati con l'augurio che possano vivere intensamente e con serenità nel cuore  gli imminenti tempi dell'Avvento e del Santo Natale!


“Qua e là ci sono degli strani scricchiolii per quanto riguarda la buona prosecuzione del Motu Proprio Summorum Pontificum in diverse località italiane. 
Gli antichi nemici sembrano ringalluzziti dall’apparente e momentaneo stallo della trattativa tra i lefebvriani e la Curia Romana. 
Stanno rialzando la testa, convinti come non mai che questo è il momento giusto per stroncare definitivamente il rito tradizionale (come hanno fatto con gli indulti del 1984 e 1986 emanati dal Beato Giovanni Paolo II). 
In giro ci sono dei segnali non proprio incoraggianti, delle resistenze maggiori che nel passato. 
Cosa sta accadendo ? 
Perchè in una delle località (dove c’è uno dei gruppi di fedeli più assidui) un Sacerdote si è stancato di celebrare in Rito antico accampando la scusa che ci siano pochi fedeli ? 
Ha forse bisogno della platea? Dell'assemblea con cui dialogare? 
Non è sufficiente per lui (come ho sentito da molti sacerdoti che celebrano in rito antico) quella grande gratificazione di aver ritrovato quella dimensione sacrale che fa riscoprire l'alto valore del sacerdozio? Quella dimensione la percepisco io, semplice fedele, mi chiedo come fa a non gustarla nel suo animo un Consacrato. 
Perchè una Curia avrebbe imposto ad una Comunità  a firmare un accordo mediante il quale questi si impegnerebbero a non far celebrare Messe tridentine aperte ai fedeli? 
Hanno forse paura che qualcuno, sentendo cantare il gregoriano in modo cosi affascinante, meraviglioso e commovente si converta? 
Ma sono proprio cosi ostili alla conversione? ... 
Se cosi fosse , (ma è sicuramente cosi perchè la fonte è degna di fede) ciò rappresenterebbe un salto di qualità. (Sottolineature nostre N.d.R.)  
Nessuna Curia, fino ad oggi ha avuto l'improntitudine di mettere nero su bianco in questa materia. 
Si operava solo oralmente perchè si aveva il timore di incorrere a dei richiami o perchè non si voleva compromettere la propria carriera. 
Perchè vogliono impedire al popolo cristiano di pregare come la Chiesa ha fatto per 2000 anni? 
Cosa temono dalla libertà? 
Tutto ciò rappresenta una sfida aperta al Magistero, al Papa. 
L’allora teologo Ratzinger già negli anni '70 ebbe a denunciare la grave responsabilità : "in base a queste istanze (progressiste) anche a dei vescovi poteva sembrare "imperativo dell'attualità" e "inesorabile linea di tendenza" deridere i dogmi e addirittura lasciare intendere che l'esistenza di Dio non potesse darsi in alcun modo per certa... Per questo sono certo che si preparano per la Chiesa tempi molto difficili. La sua crisi vera e propria è solo appena cominciata". 
Infatti il disastro della fede è divampato con l'attacco alla liturgia che è il cuore della Chiesa. 
Ratzinger, da Cardinale, si è sempre detto convinto che la crisi ecclesiale sia dovuta in massima parte al crollo della liturgia. 
Evidentemente questi vescovi non tollerano la libertà. (...)
Per decenni hanno permesso abusi di tutti i tipi nella Sacra Liturgia, hanno tollerato preti indegni e ancora li tollerano, hanno dato chiese a protestanti e ancor peggio ai musulmani per i loro riti e le hanno negate ai cattolici per la S.Messa tradizionale, la Messa di sempre, la Messa di quasi tutti i santi della Cattolica. 
Se questo non è "fumo di Satana" all'interno del Tempio di Dio di cui parlava Paolo VI, mi si dica cosa sia !"
F.V.

***

Chiediamo al lettore di MiL di farci pervenire maggiori informazioni sull'accaduto.
 Sollecitiamo caldamente  i fedeli stessi a denunciare all'Ecclesia Dei ogni violazione della  Legge Ecclesiastica. 
Un nostro lettore, che mastica diritto Canonico, ci suggerisce l'ipotesi ogni accordo contrario alla normativa canonica vigente (il Motu Proprio Summorum Pontificum) è automaticamente nullo.
Anche nell'ordinamento italiano, in effetti, un accordo contra legem è nullo. 
Inoltre un documento/atto e pure una norma della Curia o di un Vescovo è di rango inferiore rispetto ad  une legge del Papa.
Inoltre l'Istruzione Universae Ecclesiae della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, sull'interpretazione e applicazione del Summorum Pontificum, dichiara che il Motu Proprio è una legge universale speciale: "
28". 

Inoltre, in forza del suo carattere di legge speciale, nell’ambito suo proprio, il Motu Proprio Summorum Pontificum, deroga a quei provvedimenti legislativi, inerenti ai sacri Riti, emanati dal 1962 in poi ed incompatibili con le rubriche dei libri liturgici in vigore nel 1962."


- Altra considerazione : non sappiamo per ora se l'ordine religioso sia di diritto Pontificio.
In tal caso l'illecito commesso dalla Curia sarebbe maggiore, perchè l'Ordinario del luogo non ha giurisdizione sugli isituti religiosi.
Eventi del genere devono essere denunciati senza mezzi termini e senza timori. 
Solo con un atto formale Roma può intervenire. 
E da qualche tempo l'Ecclesia Dei si è rafforzata (grazie a suoi membri autorevoli, competenti e soprattutto veramente amanti e difensori della Tradizione!).

Roberto