Al termine di una Celebrazione Eucaristica, presieduta dal Vescovo Diocesano, quasi tutta in Canto Gregoriano, un giovane Sacerdote ha indirizzato il saluto "ufficiale" ad un Confratello che si appresta a compiere il servizio pastorale in Diocesi.
Dopo aver esaltato la celebrazione , curata in ogni particolare dal Confratello festeggiato, il giovane presbitero si è interrogato : “ Noi siamo la nuova generazione dei sacerdoti. E’ vero che non abbiamo sofferto a causa della guerra e della povertà.
Noi non abbiamo conosciuto neppure il "sessantotto" che si è scatenato fuori e dentro la chiesa.
Dopo aver esaltato la celebrazione , curata in ogni particolare dal Confratello festeggiato, il giovane presbitero si è interrogato : “ Noi siamo la nuova generazione dei sacerdoti. E’ vero che non abbiamo sofferto a causa della guerra e della povertà.
Noi non abbiamo conosciuto neppure il "sessantotto" che si è scatenato fuori e dentro la chiesa.
Papa Benedetto XVI ha parlato più volte degli effetti del sessantotto : “crisi della cultura occidentale”.
Che cosa il Signore vuole da noi nuove generazioni di sacerdoti ?
( Indicando significativamente l’antichissimo coro dei Canonici del Duomo vuoto da decenni)
Forse a noi è riservata la ricostruzione di tutto questo ?”
Il Sacerdote ha concluso il suo breve intervento con una celebre frase di Papa Benedetto XVI : “Dobbiamo vivere con i piedi per terra e gli occhi rivolti al cielo”.
In sagrestia il giovane prete è stato raggiunto, e interrogato, da alcuni “zelanti”della “ messa in latino” …
Come volevasi dimostrare il giovane prete ha detto : “Seguo il Motu Proprio di Benedetto XVI : in parrocchia celebro con l’antico messale due volte la settimana”.
Come volevasi dimostrare il giovane prete ha detto : “Seguo il Motu Proprio di Benedetto XVI : in parrocchia celebro con l’antico messale due volte la settimana”.
In sagrestia abbiamo osservato che la storia si ripete “au contraire”.
Abbiamo sufficiente memoria per ricordare il volto dei preti in talare che negli anni '70 e '80, in occasione delle celebrazioni in cattedrale, osservavano amaramente i loro confratelli più giovani che infilavano un semplice camice sopra la camicia …
( Ci pensarono poi Avvenire, Famiglia Cristiana, Vita Pastorale ecc ecc a far capire ai quei poveri preti in talare che appartenevano al passato e dovevano essere rottamati …)
Lo stesso sguardo stupito di chi sa di appartenere irrimediabilmente al passato lo abbiamo visto durante e dopo la celebrazione a cui si riferisce questo post.
Negli occhi dei Sacerdoti anziani mentre osservavano i giovani seminaristi : in talare, perfetti nella gestualità e per di più dando prova di cantare perfettamente in gregoriano …
Negli occhi dei Sacerdoti anziani mentre osservavano i giovani seminaristi : in talare, perfetti nella gestualità e per di più dando prova di cantare perfettamente in gregoriano …
Sia in presbiterio che in sagrestia abbiamo notato un clero appartenente, soprattutto a ragione dell’età anagrafica, a due gruppi anche ideologicamente diversi.
Noi abbiamo il dovere morale di aiutare quei giovani sacerdoti che, dedicandosi alla bellezza liturgica, stanno fecendo un'opera importantissima a beneficio soprattutto delle nuove generazioni !
Cerchiamo di non farli sentire mai soli sostenendoli soprattutto con la nostra preghiera!
Cerchiamo di non farli sentire mai soli sostenendoli soprattutto con la nostra preghiera!
N.B. Foto : particolare del Coro ligneo del Duomo Antico di San Severino Marche, ricco d'intagli e intarsî preziosi, nello stile del primo Rinascimento . Opera del celebre intarsiatore-intagliatore Domenico di Antonello, Indivini detto Domenico da San Severino. ( 1445 circa - m. 1502)
La foto e il Duomo NON c’entrano nulla con la celebrazione descritta nel post.
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