Principe della Milizia Celetese e protettore di Santa Romana Chiesa.
Michele, che significa “chi è come Dio?” (Quis ut Deus?), è citato cinque volte nella Sacra Scrittura; tre volte nel Vecchio Testamento (Daniele, Zaccaria e in Giuda, -custode del corpo di Mosè, Giuda, 9-) e una nel Nuovo Testamento (nell'Apocalisse di s. Giovanni Ev. come protettore di Maria SS. e di suo Figlio -Apoc. 12, 5-6, e come angelo vittorioso contro il drago -Apoc. 12, 7-9.)
In tutte le cinque volte egli è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè degli angeli in guerra contro Satana, che nell’Apocalisse è rappresentato da un dragone con i suoi angeli; esso sconfitto nella lotta, fu scacciato dai cieli e precipitato sulla terra con in suoi seguaci. (foto a sinistra).
Il Diavolo è un angelo che aveva voluto farsi grande quanto Dio e che Dio fece sconfiggere e scacciare da San Michele, facendolo precipitare dall’alto verso il basso, insieme ai suoi angeli che lo seguivano.
Michele è stato sempre rappresentato e venerato come l’angelo-guerriero di Dio, rivestito di armatura dorata in perenne lotta contro Satana, che continua nel mondo a spargere il male e la ribellione contro Dio.
Egli è considerato il protettore invincibile della Chiesa di Cristo, che gli ha sempre riservato fin dai tempi antichissimi, un culto e devozione particolare, considerandolo sempre presente nella lotta che si combatte e si combatterà fino alla fine del mondo, contro le forze del male che operano nel genere umano.
Culto per San Michele Arcangelo nella Chiesa Orientale (IV sec.)
Dopo l’affermazione del cristianesimo, il culto per san Michele, ebbe in Oriente una diffusione enorme sin dal IV secolo. Ne sono testimonianza le innumerevoli chiese, santuari, monasteri a lui dedicati. Nel secolo IX solo a Costantinopoli, capitale del mondo bizantino, si contavano ben 15 fra santuari e monasteri; più altri 15 nei sobborghi.
Si pensi, infine, che la chiesa funeraria/Cattedrale del Cremlino a Mosca in Russia, è dedicata a S. Michele (foto a destra)
Anche nel Nord Africa si diffuse il culto verso l'Arcangelo. Perfino il grande fiume Nilo fu posto sotto la sua protezione.
Sul Monte Athos nel convento di Dionisio del 1547, i tre principali arcangeli sono così raffigurati, Raffaele in abito ecclesiastico, Michele da guerriero e Gabriele in pacifica posa e rappresentano i poteri religioso, militare e civile (Nella foto a sinistra, si vedono solo S. Michele, con l'armatura, e S. Gabriele, con vesti i caratteristici paramenti ortodossi).
Non c’è Stato orientale e nord africano, che non possegga oggetti, stele, documenti, edifici sacri, che testimoniano la grande venerazione per il santo condottiero degli angeli, che specie nei primi secoli della Chiesa, gli venne tributata.
Culto nella Chiesa d'Occidente (V sec.)
In Occidente si hanno testimonianze di un culto a partire dal V secolo con le numerosissime chiese intitolate a volte a S. Angelo (a volte a S. Michele, come il celebre santuario e monastero in Normandia in Francia, il cui culto fu portato forse dai Celti sulla costa della Normandia), e le località le i monti a lui intitolati.
E' certo è che esso si diffuse rapidamente nel mondo Longobardo, nello Stato Carolingio e nell’Impero Romano.
Sul Monte Tancia, nella Sabina, vi era una grotta già usata per un culto pagano, che verso il VII secolo, fu dedicata dai Longobardi a S. Michele; in breve fu costruito un santuario che raggiunse gran fama, parallela a quella del Monte Gargano, che comunque era più antico.
La celebrazione religiosa era all’8 maggio, data praticata poi nella Sabina, nel Reatino, nel Ducato Romano e ovunque fosse estesa l’influenza della badia benedettina di Farfa, a cui i Longobardi di Spoleto, avevano donato quel santuario.
DEDICAZIONE DEL SANTUARIO DI S. MICHELE ARCANGELO nel Gargano in Puglia (493)
Il più celebre santuario italiano dedicato a S. Michele, è quello in Puglia sul Monte Gargano; esso ha una storia che inizia nel 490, quando era papa Gelasio I; la leggenda racconta che casualmente un certo Elvio Emanuele, signore del Monte Gargano (Foggia) aveva smarrito il più bel toro della sua mandria, ritrovandolo dentro una caverna inaccessibile.
Visto l’impossibilità di recuperarlo, decise di ucciderlo con una freccia del suo arco; ma la freccia inspiegabilmente invece di colpire il toro, girò su sé stessa colpendo il tiratore ad un occhio. Meravigliato e ferito, il signorotto si recò dal suo vescovo san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto (odierna Manfredonia) e raccontò il fatto prodigioso.
I Apparizione di San Michele
Il presule indisse tre giorni di preghiere e di penitenza; dopodiché san Michele apparve all’ingresso della grotta e rivelò al vescovo: “Io sono l’arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, e io l'ho scelta, io stesso ne sono vigile custode. Non ci saranno più spargimenti di sangue di animali. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini…Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà concesso. Quindi, va, e dedica la grotta al culto cristiano”.
Ma il santo vescovo non diede seguito alla richiesta dell’arcangelo, perché sul monte persisteva il culto pagano.
II Apparizione
Due anni dopo, nel 492 la città di Siponto era assediata dalle orde del re barbaro Odoacre (434-493); ormai allo stremo, il vescovo e il popolo si riunirono in preghiera, durante una tregua, e qui riapparve l’arcangelo al vescovo san Lorenzo, promettendo loro la vittoria: durante la battaglia si alzò una tempesta di sabbia e grandine che si rovesciò sui barbari invasori, che spaventati e sterminati fuggirono.
Tutta la città con il vescovo, salì sul monte in processione di ringraziamento; ma ancora una volta il vescovo non volle entrare nella grotta.
Per questa sua esitazione che non si spiegava, il vescovo Lorenzo Maiorano si recò a Roma dal papa Gelasio I (490-496), il quale gli ordinò di entrare nella grotta insieme ai vescovi della Puglia, dopo un digiuno di penitenza.
III Apparizione
Recatosi i tre vescovi alla grotta per la dedicazione, riapparve loro per la terza volta l’arcangelo, annunziando che la cerimonia non era più necessaria, perché la consacrazione era già avvenuta con la sua presenza.
La leggenda racconta che quando i vescovi entrarono nella grotta, trovarono un altare coperto da un panno rosso con sopra una croce di cristallo e impressa su un masso l’impronta di un piede infantile, che la tradizione popolare attribuisce a san Michele.
Erezione del santuario e dedicazione (29 settembre 493)
Il vescovo san Lorenzo fece costruire nei pressi della grotta, una chiesa dedicata a san Michele e la consacrò il 29 settembre 493; la Sacra Grotta è invece rimasta sempre come un luogo di culto mai consacrato da vescovi e nei secoli divenne celebre con il titolo di “Celeste Basilica”.
Pellegrinaggi alla Sacra Grotta di San Michele nel Gargano
Intanto la Sacra Grotta diventò per tutti i secoli successivi, una delle mete più frequentate dai pellegrini cristiani, diventando insieme a Gerusalemme, Roma, Loreto e S. Giacomo di Compostella, i poli sacri dall’Alto Medioevo in poi. Sul Gargano giunsero in pellegrinaggio papi, sovrani, futuri santi.
Attorno al Santuario nacque e si sviluppò un paese che prese il nome di Monte Sant'Angelo (Fg).
Apparendo ad una devota portoghese Antonia de Astonac, l’arcangelo promise la sua continua assistenza, sia in vita che in purgatorio e inoltre l’accompagnamento alla S. Comunione da parte di un angelo di ciascuno dei nove cori celesti, se avessero recitato prima della Messa la corona angelica che gli rivelò.
fonte: Santiebeati, sintesi e rielaborazione del testo di Antonio Borrelli
Michele, che significa “chi è come Dio?” (Quis ut Deus?), è citato cinque volte nella Sacra Scrittura; tre volte nel Vecchio Testamento (Daniele, Zaccaria e in Giuda, -custode del corpo di Mosè, Giuda, 9-) e una nel Nuovo Testamento (nell'Apocalisse di s. Giovanni Ev. come protettore di Maria SS. e di suo Figlio -Apoc. 12, 5-6, e come angelo vittorioso contro il drago -Apoc. 12, 7-9.)
In tutte le cinque volte egli è considerato “capo supremo dell’esercito celeste”, cioè degli angeli in guerra contro Satana, che nell’Apocalisse è rappresentato da un dragone con i suoi angeli; esso sconfitto nella lotta, fu scacciato dai cieli e precipitato sulla terra con in suoi seguaci. (foto a sinistra).
Il Diavolo è un angelo che aveva voluto farsi grande quanto Dio e che Dio fece sconfiggere e scacciare da San Michele, facendolo precipitare dall’alto verso il basso, insieme ai suoi angeli che lo seguivano.
Michele è stato sempre rappresentato e venerato come l’angelo-guerriero di Dio, rivestito di armatura dorata in perenne lotta contro Satana, che continua nel mondo a spargere il male e la ribellione contro Dio.
Egli è considerato il protettore invincibile della Chiesa di Cristo, che gli ha sempre riservato fin dai tempi antichissimi, un culto e devozione particolare, considerandolo sempre presente nella lotta che si combatte e si combatterà fino alla fine del mondo, contro le forze del male che operano nel genere umano.
Culto per San Michele Arcangelo nella Chiesa Orientale (IV sec.)
Dopo l’affermazione del cristianesimo, il culto per san Michele, ebbe in Oriente una diffusione enorme sin dal IV secolo. Ne sono testimonianza le innumerevoli chiese, santuari, monasteri a lui dedicati. Nel secolo IX solo a Costantinopoli, capitale del mondo bizantino, si contavano ben 15 fra santuari e monasteri; più altri 15 nei sobborghi.
Si pensi, infine, che la chiesa funeraria/Cattedrale del Cremlino a Mosca in Russia, è dedicata a S. Michele (foto a destra)
Anche nel Nord Africa si diffuse il culto verso l'Arcangelo. Perfino il grande fiume Nilo fu posto sotto la sua protezione.
Sul Monte Athos nel convento di Dionisio del 1547, i tre principali arcangeli sono così raffigurati, Raffaele in abito ecclesiastico, Michele da guerriero e Gabriele in pacifica posa e rappresentano i poteri religioso, militare e civile (Nella foto a sinistra, si vedono solo S. Michele, con l'armatura, e S. Gabriele, con vesti i caratteristici paramenti ortodossi).
Non c’è Stato orientale e nord africano, che non possegga oggetti, stele, documenti, edifici sacri, che testimoniano la grande venerazione per il santo condottiero degli angeli, che specie nei primi secoli della Chiesa, gli venne tributata.
Culto nella Chiesa d'Occidente (V sec.)
In Occidente si hanno testimonianze di un culto a partire dal V secolo con le numerosissime chiese intitolate a volte a S. Angelo (a volte a S. Michele, come il celebre santuario e monastero in Normandia in Francia, il cui culto fu portato forse dai Celti sulla costa della Normandia), e le località le i monti a lui intitolati.
E' certo è che esso si diffuse rapidamente nel mondo Longobardo, nello Stato Carolingio e nell’Impero Romano.
Sul Monte Tancia, nella Sabina, vi era una grotta già usata per un culto pagano, che verso il VII secolo, fu dedicata dai Longobardi a S. Michele; in breve fu costruito un santuario che raggiunse gran fama, parallela a quella del Monte Gargano, che comunque era più antico.
La celebrazione religiosa era all’8 maggio, data praticata poi nella Sabina, nel Reatino, nel Ducato Romano e ovunque fosse estesa l’influenza della badia benedettina di Farfa, a cui i Longobardi di Spoleto, avevano donato quel santuario.
DEDICAZIONE DEL SANTUARIO DI S. MICHELE ARCANGELO nel Gargano in Puglia (493)
Il più celebre santuario italiano dedicato a S. Michele, è quello in Puglia sul Monte Gargano; esso ha una storia che inizia nel 490, quando era papa Gelasio I; la leggenda racconta che casualmente un certo Elvio Emanuele, signore del Monte Gargano (Foggia) aveva smarrito il più bel toro della sua mandria, ritrovandolo dentro una caverna inaccessibile.
Visto l’impossibilità di recuperarlo, decise di ucciderlo con una freccia del suo arco; ma la freccia inspiegabilmente invece di colpire il toro, girò su sé stessa colpendo il tiratore ad un occhio. Meravigliato e ferito, il signorotto si recò dal suo vescovo san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto (odierna Manfredonia) e raccontò il fatto prodigioso.
I Apparizione di San Michele
Il presule indisse tre giorni di preghiere e di penitenza; dopodiché san Michele apparve all’ingresso della grotta e rivelò al vescovo: “Io sono l’arcangelo Michele e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, e io l'ho scelta, io stesso ne sono vigile custode. Non ci saranno più spargimenti di sangue di animali. Là dove si spalanca la roccia, possono essere perdonati i peccati degli uomini…Quel che sarà chiesto nella preghiera, sarà concesso. Quindi, va, e dedica la grotta al culto cristiano”.
Ma il santo vescovo non diede seguito alla richiesta dell’arcangelo, perché sul monte persisteva il culto pagano.
II Apparizione
Due anni dopo, nel 492 la città di Siponto era assediata dalle orde del re barbaro Odoacre (434-493); ormai allo stremo, il vescovo e il popolo si riunirono in preghiera, durante una tregua, e qui riapparve l’arcangelo al vescovo san Lorenzo, promettendo loro la vittoria: durante la battaglia si alzò una tempesta di sabbia e grandine che si rovesciò sui barbari invasori, che spaventati e sterminati fuggirono.
Tutta la città con il vescovo, salì sul monte in processione di ringraziamento; ma ancora una volta il vescovo non volle entrare nella grotta.
Per questa sua esitazione che non si spiegava, il vescovo Lorenzo Maiorano si recò a Roma dal papa Gelasio I (490-496), il quale gli ordinò di entrare nella grotta insieme ai vescovi della Puglia, dopo un digiuno di penitenza.
III Apparizione
Recatosi i tre vescovi alla grotta per la dedicazione, riapparve loro per la terza volta l’arcangelo, annunziando che la cerimonia non era più necessaria, perché la consacrazione era già avvenuta con la sua presenza.
La leggenda racconta che quando i vescovi entrarono nella grotta, trovarono un altare coperto da un panno rosso con sopra una croce di cristallo e impressa su un masso l’impronta di un piede infantile, che la tradizione popolare attribuisce a san Michele.
Erezione del santuario e dedicazione (29 settembre 493)
Il vescovo san Lorenzo fece costruire nei pressi della grotta, una chiesa dedicata a san Michele e la consacrò il 29 settembre 493; la Sacra Grotta è invece rimasta sempre come un luogo di culto mai consacrato da vescovi e nei secoli divenne celebre con il titolo di “Celeste Basilica”.
Pellegrinaggi alla Sacra Grotta di San Michele nel Gargano
Intanto la Sacra Grotta diventò per tutti i secoli successivi, una delle mete più frequentate dai pellegrini cristiani, diventando insieme a Gerusalemme, Roma, Loreto e S. Giacomo di Compostella, i poli sacri dall’Alto Medioevo in poi. Sul Gargano giunsero in pellegrinaggio papi, sovrani, futuri santi.
Attorno al Santuario nacque e si sviluppò un paese che prese il nome di Monte Sant'Angelo (Fg).
Apparendo ad una devota portoghese Antonia de Astonac, l’arcangelo promise la sua continua assistenza, sia in vita che in purgatorio e inoltre l’accompagnamento alla S. Comunione da parte di un angelo di ciascuno dei nove cori celesti, se avessero recitato prima della Messa la corona angelica che gli rivelò.
fonte: Santiebeati, sintesi e rielaborazione del testo di Antonio Borrelli
Grazie del racconto del celebre Santuario.
RispondiEliminaNegli anni '70 fu rubata la spada dalla statua di San Michele Arcangelo.
Un furto demoniaco camuffato da " pacifista".
Non venne asprtata la corona aurea, non gli ex voto.
Solo la apada.
Esattamente come la spada che i canonici di Santiago de Compostella avrebbero voluto, non so se poi lo hanno fatto, togliere dalla statua dell'Apostolo nell'atto di cacciare gli infedeli.
Buona giornata a tutti
San Michele Arcangelo è patrono della città di Mestre, mia città di adozione, e di Mirano, mia città di origine.
RispondiEliminaForse vale la pena di ricordare che il paese accanto a Monte Sant'Angelo è San Giovanni Rotondo, il borgo di Padre Pio.
RispondiEliminaSan Michele Arcangelo, Patrono dei Paracadutisti. Folgore!
RispondiEliminaGrazie per averlo ricordato. E' patrono, se non ci si sbaglia, anche della Polizia di Stato.
RispondiEliminaVero, il Signore manda dei segnali.
RispondiEliminapiù che mai abbiamo necessità estrema dell'azione potente di san michele. insieme a san giuseppe, è il santo verso cui ho sempre sentito devozione istintiva: significativo come Dio stesso ispiri le nostre anime a cercare la protezione dei due grandi difensori della Chiesa, nel momento di agonia che vive oggi...
RispondiEliminaquindi io comincerei a scrivere San e Michele con la lettera maiuscola :-)
RispondiEliminaE' anche patrono delle Confraternite dell'Orazione e Morte!
RispondiEliminaSancte Michaël Archangele,
defende nos in proelio;
contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium.
Imperet illi Deus,
supplices deprecamur: tuque,
Princeps militiae caelestis,
Satanam aliosque spiritus malignos,
qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo,
divina virtute in infernum detrude.
Amen.
A Savona, dopo la Santa Messa festiva in F.E. cantata in gregoriano, recitiamo sempre la preghiera qui sopra.
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