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sabato 3 settembre 2011

Rito Domenicano Antico. Altre due belle testimonianze

1) Una bella rassegna di immagini (elaborata e "musicata" dagli amici di NLM) sulla S. Messa celebrata secondo il Rito Domenicano Antico, il giorno della memoria (Doppio Maggiore, 4 agosto - V.O.-) di San Domenico, nella chiesa parrocchiale del Santissimo Sacramento (Blessed Sacrament church) a Seattle (Washington, U.S.A.), retta dai Predicatori.
I canti della Messa "Gloria Tibi Trinitas" (di J. Taverner), registrati durante la celebrazione, son stati eseguiti dal Coro "Tudor" della parrocchia.
Dalle testimonianze fotografiche si notano le peculiarità del Rito Domenicano Antico, e in particolare la funzione del suddiacono.
Di notevole rilievo è la presenza dell'Arcivescovo della Diocesi di Seattle, S. E. Mons. James Peter Sartain che, in coro, ha assistito al Divino Sacrificio.
Per altre immagini sulla celebrazione in Rito Domenicano Antico si veda un nostro post qui
A chi conosce un po' di inglese, consigliamo di andare a visitare il blog sul Rito Domenicano (Domenican Liturgy blog - all things on the Traditional Domenican Rite), curato personalmente da alcuni frati dell'O.P.





Cogliamo l'occasione per ricordare un nostro vecchio post sulla decisione della Provincia Domenicana negli U.S.A. di insegnare a celebrare la Santa Messa secondo la forma extraordinaria del Rito Domenicano (Rito Domenicano Antico, per intenderci). Per chi fosse interessato, si legga qui, anche per conoscere il motivo della decisione del Provinciale (un aumento di novizi interessati al Rito Antico, e la reale e corretta interpretazione del n. 4 della Sacrosanctum Concilium, art. 4).

Fonte: http://lifebyjesson.com/lifeblog/the-subdeacon-2/ via New Liturgical Movement sito della parrocchia di Blessed Sacrament Church


2) Sempre dal Sito di NLM leggiamo e proponiamo ai nostri lettori l'avviso di una celebrazione in Rito Domenicano Antico, questa volta nel Regno Unito. Sabato 14 settembre 2011, alle ore 10:00 nella chiesa del Priorato Domenicano di Santa Croce di Leicester (GB, Diocesi di Nottingham, città in cui i frati predicatori arrivarono nel 1247), sarà celebrata una S. Messa Solenne, in occasione dell'Esaltazione della Santa Croce.
Si ritiene che sarà la prima volta, dal 1960, che si celebra nuovamente in Rito Domenicano Antico nella parrocchia di Santa Croce (in cui, però ogni domenica -ore 12:30 - già si celebra la S. Messa nella forma extraordinaria del Rito Romano).

Nella chiesa si venera la reliquia della Santa Croce, proveniente da Bornhem, nei Paesi Bassi spagnoli, da cui i Domenicani erano fuggiti dopo la Riforma Inglese.

12 commenti:

  1. A Sergio.
    Perchè non venite a vedere qualche cerimonia del rito di Putignano?

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  2. mi spiace per chi proprio non lo capisce ma la regola fino a 40 anni fa e per i 2000 anni precedenti era la celebrazione della Santa Messa nelle occasioni piu sacre celebrata proprio come è stato fatto in sicilia.
    Il rispetto per Cristo che torna presente nell'Eucarestia era talmente alto, fino a poco tempo fa, che nemmeno le Messe da campo durante le guerre erano squallide come quelle celebrate oggi...

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  3. Proviamo a cambiare prospettiva: è un fatto  - e a me fa riflettere - che la celebrazione VO "spinge" a convogliare in essa tutto ciò che di bello può produrre l'uomo (musica, architettura, pittura, ricamo, incenso, stoffe). La messa NO, altrettanto irresistibilmente, porta in se un impulso a mortificare l'espressione artistica, allo squallore. Fossi un liturgista ci penserei su non poco...
    Poi è un fatto che, soprattutto nelle messe parrocchiali, un tempo si esagerava un po', come è capitato giorni fa ai nostri amici in Sicilia (detto con simpatia): erano merce ricorrente sagrestani che facevano i suddiaconi, banda in chiesa (anche dopo Pio X), allestimenti pacchiani degli altari. Nella mia diocesi era famoso il caso di un protonotario che negli anni 40 pontificava alla cattedra con mitria preziosa anziché con quella prescritta di seta bianca. Il vescovo aveva dovuto scrivere alla congregazione dei riti per ridurlo "all'ordine"!
    Insomma, non è sempre facile attenersi con rigore alle rubriche ed ai cerimoniali evitando la "pizzofilia". Giusto dunque correggersi, ma sempre con carità. D'altra parte il rigore alla Pio X o alla Gueranger di certe celebrazioni VO, a suo modo altrettanto suggestivo e inappuntabile, mi pare sia osservato soprattutto dai religiosi (F.I. , Le Barroux) e difficilmente esportabile sic et simpliciter nelle celebrazioni del clero secolare. Anche nel recente pontificale in S. Pietro a voler essere pignoli si è andati in qualche punto sopra le righe mi dicevano.

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  4. Stiamo diventando lo zimbello di tutti con certe grottesche mascherate e per forza che ci chiamano quelli dei "pizzi e merletti". Non si comprende il significato della parola sobrietà,e c'è invece questo gusto fastoso del sovraccarico,dell'eccessivo,del ridondante in cui tutto diventa spettacolo e ci si dimentica a cosa stiamo assistendo. Tutto molto mediterraneo,questione di gusti.

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  5. Gentile Giberti,la carità innanzitutto,sono d'accordo con lei,e nei miei commenti sono sempre spinto dalla carità fraterna. Caritas Christi urget nos. Se posso essere sembrato brusco me ne scuso,non era mia intenzione. Sono evidentemente suggestionato dalla mia esperienza,poichè alle messe che frequento appare ogni tanto un sedicente gruppo liturgico,che disturba e rovina con quella che chiaramente per loro è una recita,una sfilata di moda,tanto é il gusto con cui si rimirano l'un l'altro. C'è indubbiamente il pericolo dell'esibizionismo e peggio. Per questo certe tentazioni eccessive devono essere frenate. Io che sono vecchio non posso non confrontare le messe ante-1962 e comunque 50anni non sono passati invano e la sensibilità anche estetica è modificata. Amo le pianete ricamate e amo i pizzi,ma con sobrietà,con eleganza, tenendo sempre presente Colui che ci è davanti. Detto questo,un poscritto: mi è molto caro il suo pseudonimo,perchè all'università avevo studiato a fondo la biografia del Giberti,e lei me lo ha fatto tornare in mente,di ciò la ringrazio

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  6. beh diciamo che definirei sacro quello che lei definisce spettacolo mentre definirei spettacolo quei paramenti futuribili dai colori arcobaleno improbabili che ci hanno accompagnato per troppi anni o tutte quelle messe sorriso con canti africani, creste da nativi americani o suore danzatrici. Il tutto accompagnato da schitarrate e tamburelli

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  7. allora, il problema non è la pompa. La pompa in sé va benissimo, meglio della liturgia monastica inventata di sana pianta da una ricostruzione immaginaria di un medioevo mai esistito. Ma la pompa ha regole date nei dettagli dalla Chiesa, se si seguono si ha una pompa coerente e sensata, se no si hanno boiate

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  8. per favore non paragoniamo Pio X (inserito nella viva tradizione liturgica e cerimoniale) con dom gueranger o i monaci francesi dell'Ottocento, gente che si è dovuta reinventare una tradizione dopo la Rivoluzione. Non vedo perché ostinarsi a vederli come un riferimento, specie in Italia

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  9. Mi domando perché tutto questo accade soltanto all'estero??? Perchè non in Italia?? Salvo virtuose e pochissime eccezioni qui da noi non c'è spazio ecclesiale o non c'è coraggio?

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  10. Temo nè l'uno nè l'altro. Forse semplicemente si tratta di due religioni diverse. Questi nostri ormai sono senza radici e neo- nati, hanno solo 40 anni di vita,che per una religione é poco. Sono zelantemente fanatici come tutti i neofiti e rifiutano dialogo sopratutto con quelli che per storia sarebbero loro più vicini.

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  11. Abominio la messa tradizionale non è celkebrata con la pianeta? Che obbrobrio un ibrido americano. Anche i tradizionalisti celebrano con indumenti sacri non previsti

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  12. Ma che hai bevuto? anche Schuster usava la casula. E' grazie a queste critiche che la vera Tradizione è messa al bando dalle Diocesi e dalle Parrocchie.

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La Redazione