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domenica 14 agosto 2011

GMG spagnole: bene a Bilbao, malissimo a Loyola


Il santuario di Loyola


Cominciamo con la buona notizia. Il nuovo vescovo di Bilbao, maggiore città dei Paesi baschi spagnoli, mons. Mario Iceta Gavicagogeascoa (uno scioglilingua...), ha celebrato l'altro ieri vespri pontificali tridentini per i pellegrini tradizionalisti in marcia verso la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid. I vespri sono stati celebrati per i ragazzi di Juventutem, l'associazione giovanile legata alla liturgia immemoriale. Qualcosa, anche nel declinante cattolicesimo spagnolo, si muove: mons. Iceta ecc. è un giovane prelato (nato nel 1965 a Guernica: meno male che i suoi sopravvissero al famoso bombardamento) di chiara impostazione ortodossa, anzi tradizionale. Un amico del rito antico, insomma, il che ne fa un analogo, al di qua dei Pirenei, del confratello vescovo di Bayonne, mons. Aillet. E non per nulla quando fu nominato ausiliario di Bilbao nel 2008 ci fu una sollevazione tra il clero modernista; ma non fu un nuovo caso Wagner: i fedeli accolsero festosi il nuovo vescovo che, due anni dopo, è divenuto titolare della sede basca.

Di tutt'altro orientamento l'altra notizia. Cambiamo diocesi, pur restando nei Paesi baschi, e passiamo a Loyola, diocesi di San Sebastian. Era stata concordata da ben tre mesi una Messa tridentina nella Chiesa di S. Ignazio per le ore 12 di ieri, sabato 13. I fedeli e il sacerdote arrivano a Loyola e trovano la porta del santuario sprangata, mentre sul sagrato di appresta il nécessaire per una Messa nuova. Perfino i sacrestani si stupiscono di trovare la porta chiusa dall'interno e tentano di aprire. Finalmente, il rettore dal santuario, padre Javier Zudaire, ovviamente un gesuita, riferisce che il Vescovo deve concelebrare sul sagrato e che quindi la messa all'interno non sarà possibile perche non si possono celebrare due Messe... (e perché no, poi?). In realtà un'altra Messa, ma moderna, si celebrava nello stesso momento all'altare della conversione nella casa di sant'Ignazio; ma si sa, certe 'regole' sono di applicazione selettiva.

Il gesuita non si scompone: reverendo, perché non concelebra il bel messone col Vescovo? Al garbato, ma ovvio, diniego, il rettore va a cercare le tovaglie per consentire una celebrazione su un tavolino sul prato dietro al santuario, ben lontano dalla vista di tutti. Alla controproposta di spostare l'ora della Messa antica a dopo la fine di quella del vescovo è frapposto un niet, perché subito dopo la Messa sul sagrato organizzano un'esposizione del Santissimo e bloccano tutta la chiesa fino a sera.

Alla fine si decide di affrontare direttamente il vescovo di San Sebastian, mons. José Ignacio Munilla per deprecare quel trattamento. Il vescovo è imbarazzato come chi si accorge di averla fatta un po' troppo sporca e tenta di giustificarsi balbettando che non si può celebrare contemporaneamente la Messa nuova e l'antica (ah no?) e che è obbligatorio concelebrare. Infine ammette di essere stato lui a volere la chiusura del Santuario per impedire la Messa antica, ma è molto imbarazzato e non vuole assolutamente che si sappia (motivo per cui lo scriviamo qui, immediatamente, affinché a Roma ne prendano buona nota; la nostra lista della trahison des clercs si arricchisce così di una new entry). A quanto lascia trapelare, c'è stata una forte pressione del clero e dei gesuiti... E' vero peraltro che mons. Munilla deve muoversi con attenzione, visto che pure la sua nomina, nel 2009, fu accolta da una ribellione della maggioranza dei preti diocesani che lo giudicano troppo 'fondamentalista'.

Comunque un altro gesuita, il Padre francese Henri Michardière, ha tentato gentilmente di arrangiare tutto sul prato nel retro e confessato che il motivo reale non era quello di impedire due Messe in contemporanea (visto che, come detto, un'altra era celebrata nello stesso momento all'altare della conversione), ma una Messa di S. Pio V e una di Paolo VI.....

Un impiegato del Santuario che ha seguito tutto ha riferito di non riuscire a credere a quel che ha visto e di esserne scioccato. Quanto ai ragazzi (inglesi, francesi e americani), immaginate la loro delusione.

Enrico

46 commenti:

  1. è vero e ne sono sempre più convinto , come si fa a nominare certi vescovi ?il marcio sta nelle zucchette viola e rosse.......
    preghiamo per il S.PADRE. AD MULTOS ANNO .

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  2. Io credo che se al Papa stesse davvero a cuore, come sembrerebbe, la s. Messa di sempre , Lui (Lui stesso) in una occasione pubblica, cioè in televisione e magari proprio a Madrid domani, dovrebbe celebrare nella forma straordinaria, una MESSA ALTA di fronte a decine di vescovi, arcivescovi, cardinali, che non concelebrerebbero; con centinaia di migliaia di fedeli che pregano reverenti... comunione solo sulla lingua e in ginocchio (se appena possibile, ovviamente!)
    Cioè una azione da... 'force de frappe',

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  3. Salvianus massiliensis14 agosto 2011 alle ore 08:24

    E' il tipico ed ennesimo esempio, dell'ermeneutica della continuità della rottura... Fino a quando, la palese disobbedienza rimarrà impunita?

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  4. Ormai non vale più nemmeno la pena di arrabbiarsi. Tanta miseria suscita compassione.

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  5. Una Vera vergogna per I Gesuiti de Loyola. Disobedienza.

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  6. @ Redazione. Questa notizia, con l'opprtuno commento di Enrico, va tenuta IN PRIMA PAGINA DEL BLOG. Va opportunamente diffusa anche via Facebook a conferma dell'arroganza e della cattiva fede di certi chierici.
    Buona domenica a tutti !

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  7. Povera casa di Loyola! Ci sono decine di gesuiti, anzianissimi, di cui ne resteranno soltanto un decimo entro cinque anni... Una volta presi la messa domenicale nella cappella della Santa Casa (cioè, nella stanza dove sant'Ignazio si convertì): il giovane sacerdote gesuita consacrò e, al momento della Comunione, depose le sacre Specie sull'altare, dal quale ognuno <span>doveva</span> servirsi da solo: comunione self service. Una volta invece sentii l'omelia di un canonico della cattedrale di San Sebastian (o Donostia, in lingua basca). Rammentava che prima del Concilio nel seminario c'erano circa 400 seminaristi, mentre adesso soltanto 3; ma invece di trarne le più logiche conclusioni pastorali, citava il vescovo (forse lo stesso di adesso, non so), secondo il quale il motivo era che la Chiesa non riusciva a intercettare "l'idealismo" dei giovani, paragonando così la sequela di Cristo all'indipendentismo basco (quello sì, davvero popolare fra i giovani, anche senza le contaminazioni violente dell'ETA e dei suoi fiancheggiatori). E io pensai: Pover chiesa basca, se crede ancora che Gesù Cristo deve essere contrabbandato con la politica; povera chiesa basca, che per centinaia di anni ha mandato i suoi operai a convertire i continenti, e ora si ritrova con quattro beghine attaccate al progressismo più trito.

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  8. Ancora ci sorprendiamo????

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  9. Non tutti i mali vengono per nuocere (anche se mi costa dirlo davanti a un fatto del genere): fanno emergere la verità, cioè l'opposizione nascosta contro la Messa tradizionale, contro il MP, contro il Papa. Continuino pure così. Contenti loro di come vanno le cose, contenti tutti. Il tempo dirà.

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  10. Condivido in pieno la richiesta di Andrea Carradori; non servirà a nulla, ma è necessario far sapere questi giochetti squallidi con cui i vescovi cercano di impedire la messa antica.

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  11. Mons. Munilla in realtà è un'ottima persona, molto ortodosso e tutt'altro che contrario al Papa. Peraltro sta facendo pulizia nella sua diocesi, dove è arrivato da pochi anni e ha trovato uno sfacelo modernista. Semplicemente fa parte di quella schiera numerosa di conservatori (vedi Chaput, Gomez, Dolan in USA, prima di loro Biffi tra i nostri e così via molti altri) che non capiscono - in questo caso senza dolo, ma solo per colpa, visto che Munilla è giovane ed è stato formato male da altri - il motivo del ritorno alla Messa antica quando si può celebrare correttamente quella nuova. Giusta dunque la denuncia, ma a volte bisogna avere un po' di pazienza con questo genere di vescovi proprio per la giovane età. Insomma, non sono nemici a priori, ma semplicemente ignoranti.

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  12. Secondo Messori, a Guernica non ci fu nessun bombardamento. Però non ci giurerei.

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  13. Non semplicemente, ma drammaticamente ignoranti. Le conseguenze negative sono per le anime...

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  14. Paolo ( VI ) batte Pio ( V ) 6-5.  A parte gli scherzi, c'è da meditare sul declino dei Gesuiti. Anni fa lessi "I Gesuiti" del discusso ex gesuita Malachi Martin ( ora defunto ), citato  da Antonio Socci ne "Il quarto mistero di Fatima". Costui, parecchi anni fa, come segretaro del card. Bea, sarebbe  stato messo al corrente dell'ultimo mistero allora non diffuso, traendone una impressione catastrofica. Ne "I Gesuiti" Martin trattava il Gesuitismo come un movimento di fronda, anzi di dura opposizione alla sede di Pietro a causa della sua scelta di sinistra, facedndo  esempi vistosi come quello di Camilo Torres, fattosi guerrigliero ( e poi sparito durante la lotta ) e Teilhard De Chardin, il cui evoluzionismo venne usato come supporto al progressismo "orizzontalista" allora dilagante.
    Forse Martin non aveva torto, o non aveva tutti i torti. Temo che la spiegazione del declino dei Gesuiti dipenda dal problema della "mezza cultura". Lo scarto fra i concetti della contemporaneità, impostisi a partire dall'Illuminismo, e quelli della dogmatica tradizionale è così forte che, volendo restare "a la page" dando l'impressione ( apparente) di essere protagonisti si è tentati di annacquare quest'ultima, credendosi pure più intelligenti della massa. Un solo esempio: il concetto di PENA, che per gli Illuministi serve tendenzialmente solo come deterrente alla reiterazione del reato, mentre per la tradizione serve come ESPIAZIONE. Annacquata l'espiazione, è annacquata anche la dogmatica sul sacrificio espiatorio della croce come indispensabile alla salvezza dell'umanità, e l'"ubi consistam" dell'azione ecclesiale si sposta sulla lotta progressista per la giustizia sociale ( spesso vissuta come "giustizialismo" ), dura o anche soft per un mondo migliore. In realtà vale il detto per cui la scarsa cultura allontana dalla religione, una cultura molto forte la riconferma, perchè porta a riaffacciarsi sul mistero con una consapevolezza nuova, e in più, come effetto collaterale rende atti ad attrarre la classe dirigente acculturata, che domina i mass media. Era questa la funzione specifica dei Gesuiti, che secondo alcuni è stata assunta dall'Opus Dei. A proposito di quest'ultima organizzazione, faccio l'esempio, che mi è sembrato mirabile, del sac. prof. Giuseppe Tanzella-Nitti, docente all'università romana della Santa Croce, sacerdote, filosofo della scienza e astronomo ( riferimenti su Internet ). Questo è il tipo di personaggi che attira i giovani colti, intelligenti, con forte personalità, disposti a sacrificare una sicura carriera da dirigente per la "trincea" del sacerdozio. La dogmatica annacquata e senza un'apologetica forte o fortissima di fronte alla sfida della cultura contemporanea non attira nessuno.

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  15. PS. A proposito di apologetica "forte": i due libri di Antonio Socci "Indagine su Gesù" e "La guerra contro Gesù", che ho letto recentemente, mi sono sembrati strumenti apologetici veramente interessanti e probabilmente molto validi sul versante della storicità delle origini cristiane. Ad esempio sulla datazione della  composizione dei Vangeli, che viene spostata sempre più indietro, a distanza ravvicinatissima dagli avvenimenti,  sui riflessi nell'ambiente culturale pagano, come la parodia del vangelo di Marco nel "Satyricon" di Petronio e la conferma dell'autenticità dei rapporto ra san Paolo e Seneca. Socci ( che non credevo fosse dotato di una così sottile culltura biblica ) altrove sostiene che la datazione del Natale al 25 dicembre non è una sovrapposizione al culto del "Sol Invictus", ma corrisponde al calcolo dello scarto fra la nascita del Battista e la gravidanza di Maria.

    Un detto famoso di sant'Ignazio di Loyola: "UNA CASA DI GESUITI SENZA LIBRI E' COME UNA FORTEZZA SENZA MUNIZIONI".

    Si può servire il Regno di Dio non solo nelle realtà disagiate di periferia ( come doveroso ), ma anche nelle biblioteche e negli istituti scientifici.

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  16. Alessandro (sandalo)14 agosto 2011 alle ore 13:06

    rICORDO Il testo di Messori. In effetti riprende una corrente di pensiero e di studi di storici iberici di questi ultimi anni. In concreto il bombardamento ci fu, ma sarebbe, ma qualche giorno prima e si sarebbe trattato di qualche cosa di molto meno distruttivo di come si dice. La distruzone della città, sarebbe stata provocata ad arte, da reparti di minatori delle Asturie, nel corso degli scontri interni al fronte anti-franchista.

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  17. Ma la faccenda del rapporto San Paolo-Seneca non era già stata trattata dalla prof.ssa Marta Sordi?

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  18. <span>Perchè vi lamentate? E' l'esito necessario, consequenziale e deterministico del cvii e del suo inneffabile spirito. O lo rinnegate, o state zitti. Tertium non datur.</span>

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  19. @ J. Certo, questione trattata da Marta Sordi. Però le scoperte o le ipotesi importanti fatte dagli specialisti vanno fatte conoscere al grande pubblico da divulgatori di gran livello, capaci di essere spinti e di spingersi alle grandi tirature. E' il caso di Vittorio Messori, elogiato anni fa con estremo calore dal card. Biffi, e attualmente da Socci.

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  20. PS. A certi ipercritici faremo vedere... I SOCCI VERDI!

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  21. Perfettamente d'accordo, ma spesso con questa classe di soggetti almeno si può parlare; esiste un linguaggio comune come presenza Reale, adorazione Eucaristica, Messa = rinnovazione incruenta del sacrificio di Cristo ecc. Per i vecchi (almeno 65enni, come Chaput) l'ignoranza non è una scusa, perchè all'epoca ebbero una formazione sicuramente migliore e videro la Messa antica, ebbero modo di apprezzarne la bellezza e di comprenderne i significati teologici. Per i giovani, come Munilla, non è la stessa cosa, poichè son cresciuti in ambienti che del Vetus Ordo hanno parlato, nella migliore delle ipotesi, come di una bella mummia...

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  22. un giovane presente alle GMG14 agosto 2011 alle ore 19:39

    <span>Eravamo circa duecento, americani, francesi, italiani, spagnoli, tutti venuti da lontano per pregare nella chiesa di Sant'Ignazio, e' stato tristissimo, le porte sprangate per una Messa tradizionale e poi...impossibile celebrare per tutto il pomeriggio, a causa dell'esposizione del Santissimo alla cui venerazione c'eravano quasi solo tradizionalisti...ancora piu' triste. </span>
    <span></span>
    <span>qui se non si fa niente di serio per la Tradizione sara' sempre peggio...ma Roma che fa? </span>

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  23. Esatto. Credo che Socci le sia debitore.

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  24. <span>Dresde, Hamburgo, Hirosima, Nagasaki, Montecasino, etc...Ecco i veri bombardamenti¿En qué estás pensando...?</span>

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  25. Magari: ma cosa succederebbe? Troverebbe liturgisti spiazzati, clero incapronìto, cerimorìnieri attoniti, cappelle musicali, impreparate, sagrestie sguarnite. Ma si ha idea di che cosa è una S.Messa del Romano Pontefice non in nom? Non sognamo a occhi aperti! 8-)

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  26. Ben detto
    se le due forme si equivalgono perche il Papa non dà l'esempio e celebra una volta con il VO?
    Anche il moderatissimo Guido marini dice che ciò non è previstoe mi chiedo il motivo.
    Eorse per non suscitare un vespaio fra i vescovi?
    Forse perchè il cerimoniale per una messa papale VO è troppo complesso e non ci sono ...le risorse umane a disposizione?
    Mi si diceva che il cerimoniale prevederebbe la corte pontificia, (oggi abolita).  E' vero?

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  27. Gentile Luis il tuo ragionamento è solo in parte esatto........ se il Papa vuole può. Non è necessario fare una messa tipo cappella papale difficile da realizzare, ma una forma più semplice come pure faceva Pio XII è possibile........

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  28. Chiudere le porte in faccia a duecento giovani....... questo sì che è UN PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO

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  29. Cari giovani tutta la mia preghiera e cristiana solidarietà....... siete in ottima compagnia con i martiri e i testimoni della fede perseguitati: voi siete la vera Chiesa di Gesù, non quei farisei modernisti che vi hanno proibito di offrire il santo sacrificio.....
    Che a Roma (Ecclesia Dei) si sappia tutto questo e facciano qualcosa........

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  30. <span>La noticia sobre lo ocurrido en Loyola no es cierta tal y como está redactada. Yo estuve allí presente, porque era uno de los jóvenes que colaboraban con Mons Munilla, y puedo relatarlo con detalle:</span>
    <span>1º- Es verdad que los jesuitas cometieron el error de prenotar la eucaristía del rito tridentino (lo cual demuestra la plena comunión de estos jesuitas con el decreto de Benedicto XVI), sin caer en cuenta de que a esa misma hora celebraba el obispo ante 4.000 peregrinos de todas las partes del mundo.</span>
    <span>2º- Una vez que los jesuítas reconocieron el error cometido, y pidieron disculpas por ello; manifestaron que no era posible celebrar las dos eucaristías el mismo tiempo, una del atrio hacia fuera (porque no cabían todos los peregrinos dentro), y otra del atrio hacia adentro, porque practicamente se trataba de una colisión.</span>
    <span>3º- No es cierto que se estuviese celebrando otra Santa Misa del rito de Pablo VI en ese mismo lugar, sino en otro lugar distinto y distante, como es la capilla de la conversión, que está en otro edificio.</span>
    <span>4.- El Obispo, Mons Munilla, les dijo que en un caso como así, su opinión era que deberian de concelebrar con el obispo, visualizando así la unidad de la Iglesia.</span>
    <span>5.El grupo tradicionalista se negó a hacerlo, y por ello se les ofreció otro lugar para celebrar según el rito tridentino, fuera de la Basílica, pero los tradicionalistas lo rechazaron.</span>
    <span></span>
    <span>Hasta aquí los hechos. Que cada uno saque  sus conclusiones</span>

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  31. ¿Grupo tradicionalista?15 agosto 2011 alle ore 01:17

    <span>Concedo sed nego more iesuitico
    </span>

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  32. Milanese alla riscossa!15 agosto 2011 alle ore 07:08

    Al di là del poco rispetto umano del vescovo, i giovani tradizionalisti senz'altro riconoscono la validità e la santità del nuovo rito, quindi perché non sono andati a quello? Comunque la messa c'era, era celebrata da un vescovo legittimo in comunione col Papa e hanno anche chiesto al loro sacerdote di concelebrare. Non potevano andare a quella messa valida e legittima? Forse intendono dire che la "nuova messa" non è valida? Forse il sacerdote si oppone al concetto di concelebrazione, mentre il Papa stesso concelebra? Infine, è più importante avere la Messa o impuntarsi per avere quello che si vuole? Se non si accetta che la "nuova messa" vada bene, si arriva sulle posizioni della FSSPX (e non mi sembra questo il caso), ma se la si accetta, perché non parteciparvi? Qual è l'argomento che oppongono per non parteciparvi? Perché la messa tradizionale è "più bella"? Perché "si sente di più la presenza del sacro"? 

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  33. Se uno va a un pellegrinaggio tradizionalista, vuole partecipare alla messa tridentina. E siccome erano a un pellegrinaggio tradizionalista, e non a una gita parrocchiale, mi sembra ovvio che volessero ciò per cui erano lì, avevano prenotato e avevano ottenuto, salvo inconvenienti dell'ultim'ora.Forse c'è stato un eccesso nella reazione: ma son talmente tante le angherie a cui sono ancora sottoposti i tradizionalisti, che sul momento è impossibile valutare tutto e discernere esattamente, senza far ricadere ogni nuovo episodio nella lunga storia degli ostacoli che l'episcopato, un po' ovunque, nonostante tutto ancora frappone.

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  34. Qual è l'argomento che oppongono per non parteciparvi?

    Se si concorda, con tre mesi di anticipo, una celebrazione in VO, allora messa tridentina deve essere. Certo, non ad ogni costo, non se casca il mondo, ma qui il mondo non stava cascando e c'era la possibilità di celebrare tranquillamente la messa tridentina in un altro luogo: non si venga a dire che in un complesso come quello in foto non vi sono altre cappelle disponibili oltre alla chiesa principale.

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  35. quel che si dice una mente elastica e propositiva.
    Ha ragione: esiste solo il bianco e il nero; le tonalità intermedie le sono sconosciute.

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  36. ¿Grupo tradicionalista?15 agosto 2011 alle ore 11:33

    <span>Manu dextra conceditur, manu sinistra negabitur. More Iesuitico.</span>

    cucurri in siti ore suo benedicebant et corde suo maledicebant (Ps 62,4)

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  37. <span>Martin, alle sue osservazioni è già stato ampiamente risposto, e l`accaduto è stato riportato con esattezza anche da testimoni presenti.</span>

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  38. Ma quale corte pontificia..... basta con queste fanfaluche..........
    Il Papa se vuole può benissimo celebrare una Messa Vetus Ordo. I papi nel passato celebravano ogni giorno la Messa di sempre e mica c'era ogni giorno la corte pontificia?

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  39. <span>"I papi nel passato celebravano ogni giorno la Messa di sempre "  
    Certo, e vorrei anche vedere.  
    Ma quante volte celebravano in pubblico; quante volte apparivano "in video" o per radiomessaggio.  
    Cerchiamo di essere realisti. E per favore evitiamo di ritirare fuori i soliti triti, tristi e noiosi discorsi sui "valletti e ad altri dettagli  anacornistici". Guardate che giocare al ribasso su questi temi è fare il gioco dei modernisti: tutto può diventare "dettaglio"; e anacronistico è un aggettivo che va in tandem coll'aggiornamento. Non facciamo i fossili minimalisti anni 50/60.   
    Ma in definitiva non son lontano dall'idea di Don Bernardo: una Santa Messa  il Santo Padre la potrebbe celebrare ma non certo come è stato proposto in un intervento qua sopra: si parlava di celebrare solennemente alla presenza di cardinali... il messaggio si potrebbe già lanciare con una Messa prelatizia, magari con una assistenza.  
    Tanto chi vorrà capire capirà; chi non vuol capire, ancora dopo il MP e l'istruzione applicativa non capirà manco se gli si mette la testa nel megàfono.</span>

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  40. Caro Milanese alla riscossa, lei mi sta simpatico, ma cosa crede? Di raddrizzare l'andazzo post conciliare manu militari? O crede che in questo clima i cattolici abbiano la capacità di dare risposte logiche e coraggiose? Dunque condivido molte delle sue idee, le sono umanamente vicino, ma la invito a non esser capzioso nelle domande e negli interventi, per il semplice fatto che la realtà non è "o bianco o nero": noi sì, dobbiamo avere le idee chiare ma la realtà in cui ci troviamo a muoverci  richiede astuzia e prudenza se non si vuol sbattere il grugno, tornarsene adirati con le pive nel sacco.

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  41. Este argumento es muy infeliz como una mesa con dos piernas solamente! Una falta de sensibilidad que solamente los Obispos saben y pueden hacer en frente de los catòlicos.
    La conclusion està muy clara: excusatio non petita accusatio manifesta.

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  42. Sì, sì, no, no. Quel che è di più, vien dal maligno.

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  43. Il tutto per poter fornire materiale d'ispirazione a Picasso...

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  44. <span>Caro MAR (Milanese alla riscossa! in acronimo) non abbiamo la forza per imporre ciò che è giusto. Purtroppo. Non ne abbiamo possibiltà, è evidente. L'imposizione del NOM avvenne manu militari, ok: infatti fu infatti una devastazione. Gli eserciti non hanno mai ricostruito niente. Alcuni eroici combattenti sono stati presidio alle poche cose non distrutte ma ora sta per venire il tempo dei progetti di costruzione in egual volumetrìa! Lo so che non è bello girare per uffici e scontrarsi con la burocrazia, ma a noi non basta la DIA o la concessione edilizia: qui devono rivedere tutto il Piano Regolatore... scusa il paragone da geometra.  
    Tu sei per l'impetuoso Achille, io son per il polimècano Ulisse (che riuscì nell'impresa grazie al noto espediente).</span>

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  45. Un po' maccheronico (un errore ogni quattro parole) ma il concetto è chiaro! ;)

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  46. <span>Querido Martin;</span>

    Tu castellano es muy poco convincente. "prenotar"? "una colisión"? "visualizando"?? Lo siento, pero usted me suena muy muy italiano.
    Acaso su testimonio tiene mas credibilidad si está en castellano?

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