Sull’ultimo numero de “La Civiltà Cattolica” è apparso un articolo, a firma del padre Giandomenico Mucci s.j., dal titolo La verità e lo scandalo (1). Lo scandalo è quello suscitato dal discorso da me tenuto a “Radio Maria”, il 16 marzo scorso, sulla tragedia giapponese. Non si comprende bene invece quale sia la “verità”, anche perché l’articolazione del pensiero di padre Mucci non è chiarissima. Proverò comunque a riassumere le sue tesi.
Mucci premette che soltanto il Magistero dei Concili e dei Papi, e non quello dei singoli vescovi, gode della prerogativa dell’infallibilità (e ciò perché, a sostegno delle mie idee, avrei citato “l’opinione di un antico vescovo siciliano”, che non nomina, ma che è mons. Orazio Mazzella (2), autore, nel 1909, di una riflessione sul terremoto di Messina da me citata non perché infallibile, ma perché riflette fedelmente l’insegnamento della Chiesa su questo punto).
Per spiegare che cosa insegna la Chiesa Cattolica, padre Mucci si richiama peraltro non a Papi o a Concili, ma solo al Nuovo Catechismo della Chiesa cattolica (nn. 272 ss; n. 309 e 310) e alla voce Male del Nuovo Dizionario di Teologia, da cui trae alcune considerazioni sulla sofferenza e sul dolore, secondo cui Dio ricava il bene dal male per vie che conosceremo pienamente soltanto nella vita eterna. “Questo, e soltanto questo, – scrive Mucci – è ciò che la Chiesa, educata dalle Scritture, insegna sul male fisico. Il resto sono elucubrazioni private, di scuola o di studiosi singoli”(3).
In merito al terremoto del Giappone lo scrittore gesuita esclude categoricamente che si possa essere trattato di un castigo, anche perché, scrive, “pur ammettendo che il Signore voglia punire le colpe degli uomini, non riusciamo a capire con quale giustizia egli potrebbe aver punito un popolo a prevalenza scintoista e non, poniamo, l’Europa che ha dimenticato e misconosciuto la sua vocazione cristiana e sembra avviarsi a un’ampia scristianizzazione”(4).
L’essenza della tesi di padre Mucci è insomma nella rimozione del termine e dell’idea di “castigo divino”, perché “la sofferenza non ha il senso di un castigo del peccato, ma quello di una misteriosa conformazione e associazione all’opera redentrice di Cristo” (5).
Poi, la repentina conclusione: “La dottrina cattolica può essere accettata o respinta, ma, in tutte le sue parti, come non manca di nobiltà, così non è priva di coerenza, e non merita di essere derisa e incautamente esposta a essere diffamata” (6).
Mucci premette che soltanto il Magistero dei Concili e dei Papi, e non quello dei singoli vescovi, gode della prerogativa dell’infallibilità (e ciò perché, a sostegno delle mie idee, avrei citato “l’opinione di un antico vescovo siciliano”, che non nomina, ma che è mons. Orazio Mazzella (2), autore, nel 1909, di una riflessione sul terremoto di Messina da me citata non perché infallibile, ma perché riflette fedelmente l’insegnamento della Chiesa su questo punto).
Per spiegare che cosa insegna la Chiesa Cattolica, padre Mucci si richiama peraltro non a Papi o a Concili, ma solo al Nuovo Catechismo della Chiesa cattolica (nn. 272 ss; n. 309 e 310) e alla voce Male del Nuovo Dizionario di Teologia, da cui trae alcune considerazioni sulla sofferenza e sul dolore, secondo cui Dio ricava il bene dal male per vie che conosceremo pienamente soltanto nella vita eterna. “Questo, e soltanto questo, – scrive Mucci – è ciò che la Chiesa, educata dalle Scritture, insegna sul male fisico. Il resto sono elucubrazioni private, di scuola o di studiosi singoli”(3).
In merito al terremoto del Giappone lo scrittore gesuita esclude categoricamente che si possa essere trattato di un castigo, anche perché, scrive, “pur ammettendo che il Signore voglia punire le colpe degli uomini, non riusciamo a capire con quale giustizia egli potrebbe aver punito un popolo a prevalenza scintoista e non, poniamo, l’Europa che ha dimenticato e misconosciuto la sua vocazione cristiana e sembra avviarsi a un’ampia scristianizzazione”(4).
L’essenza della tesi di padre Mucci è insomma nella rimozione del termine e dell’idea di “castigo divino”, perché “la sofferenza non ha il senso di un castigo del peccato, ma quello di una misteriosa conformazione e associazione all’opera redentrice di Cristo” (5).
Poi, la repentina conclusione: “La dottrina cattolica può essere accettata o respinta, ma, in tutte le sue parti, come non manca di nobiltà, così non è priva di coerenza, e non merita di essere derisa e incautamente esposta a essere diffamata” (6).
Negli stessi giorni in cui appariva l’articolo de “La Civiltà Cattolica”, Benedetto XVI, nell’udienza generale del 18 maggio, parlava della preghiera di intercessione di Abramo per Sodoma e Gomorra, le due città bibliche punite da Dio a causa dei loro peccati, perché Abramo non poté trovare in esse neppure dieci giusti, che ne meritassero la salvezza.
Il Signore voleva questo: un numero anche minimo di giusti per salvare la città. “Ma – afferma il Papa – neppure dieci giusti si trovavano in Sodoma e Gomorra, e le città vennero distrutte. Una distruzione paradossalmente testimoniata come necessaria proprio dalla preghiera d’intercessione di Abramo. Perché proprio quella preghiera ha rivelato la volontà salvifica di Dio: il Signore era disposto a perdonare, desiderava farlo, ma le città erano chiuse in un male totalizzante e paralizzante, senza neppure pochi innocenti da cui partire per trasformare il male in bene. Perché è proprio questo il cammino della salvezza che anche Abramo chiedeva: essere salvati non vuol dire semplicemente sfuggire alla punizione, ma essere liberati dal male che ci abita. Non è il castigo che deve essere eliminato, ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell’amore che porta già in sé il castigo. Dirà il profeta Geremia al popolo ribelle: «La tua stessa malvagità ti castiga e le tue ribellioni ti puniscono. Renditi conto e prova quanto è triste e amaro abbandonare il Signore, tuo Dio» (Ger 2,19)” (7).
Il Papa ricorda dunque che “non è il castigo che deve essere eliminato, ma il peccato, quel rifiuto di Dio e dell’amore che porta già in sé il castigo”. Il peccato porta con sé, come conseguenza, il castigo, sia sul piano individuale che su quello collettivo.
Con queste parole Benedetto XVI non ha fatto altro che collegarsi ai suoi immediati predecessori, quei Papi il cui Magistero gode, come ricorda padre Mucci, della prerogativa dell’infallibilità, quando, nel loro Magistero ordinario, ribadiscono la continuità di un insegnamento pontificio.
Papa Benedetto XV ricorda, nel corso della Prima Guerra mondiale, che “le private sventure sono meritati castighi, o almeno esercizio di virtù per gli individui, e che i pubblici flagelli sono espiazione delle colpe onde le pubbliche autorità e le nazioni si sono allontanate da Dio” (8) poiché “Dio, che governa il mondo nel tempo e nell’eternità, premia e punisce gli uomini, sia individualmente, sia nelle comunità, secondo le loro responsabilità” (9).
Pio XII, in occasione della rivolta di Ungheria, insegna che il Signore “come giusto giudice, se punisce spesso i peccati dei privati soltanto dopo la morte, tuttavia colpisce talora i governanti e le nazioni stesse anche in questa vita, per le loro ingiustizie, come la storia ci insegna” (10). Il Beato Giovanni XXIII afferma che “l'uomo, che semina la colpa, raccoglie il castigo. Il castigo di Dio è la risposta di Lui ai peccati degli uomini”; perciò “Egli [Gesù] vi dice di fuggire il peccato, causa principale dei grandi castighi” (11).
“Come siamo meschini, come siamo davvero colpevoli al punto da meritare i castighi del Signore!” (12), esclama Paolo VI; mentre Giovanni Paolo II spiega che Dio “esige sì soddisfazione, e tuttavia è anche clemente, e non ci punisce tanto quanto meriteremmo” (13); “Dio ricorre al castigo come mezzo per richiamare sulla retta via i peccatori sordi ad altri richiami” (14).
Non diverse sono le parole dei santi: a “Radio Maria” ho ricordato quelle di sant’Annibale di Francia (1851-1927), che il 16 novembre 1905 preannunciò il terribile terremoto di Messina del 28 dicembre 1908 con queste parole:
“Senza mezzi termini, senza reticenze e timori, io vi dico, o miei concittadini, che Messina è sotto la minaccia dei castighi di Dio: essa non è meno colpevole di tante altre città del mondo che sono state distrutte o dal fuoco o dalle guerre o dai terremoti: deve dunque aspettarsi da un momento all’altro di subire anch’essa la stessa sorte... Ecco il terribile argomento del mio lacrimevole discorso. Io comincio da farvi una enumerazione di tutti quei motivi pei quali i castighi del Signore su questa città appariscono alla mia atterrita fantasia quasi inevitabili.
1° Il primo motivo è che i nostri peccati reclamano i castighi di Dio. Presso di noi “peccato” è una parola di poco peso. Lo commettiamo con la massima facilità, ci abituiamo assai naturalmente, arriviamo a bere l’iniquità come acqua e con l’anima piena di peccati e di delitti ridiamo, scherziamo, dormiamo e pensiamo ad acquistarci il ben vivere per peccare ancora di più. Se qualche volta ci pentiamo, è un pentimento superficiale e momentaneo: ben presto si torna al vomito. Leggiamo la Sacra Scrittura, interroghiamo la storia di tutti i secoli, e noi troviamo che Dio punisce non solo nell’altra vita, ma anche in questa. Diluvi sterminatori, terremoti distruttori, guerre, epidemie devastatrici, carestie, siccità, mali sempre nuovi e incogniti: tutto dimostra che Iddio castiga severamente i peccati anche in questa vita. (…)
2° Un secondo motivo per cui dobbiamo ritenere per certi i castighi di Dio, è che tante altre città a noi vicine hanno già avuto questi castighi, appunto perché avevano i nostri stessi peccati. Ora, se Dio punì quelle città che avevano questi stessi peccati, perché non punirà anche noi? Dio è giusto.
3° I castighi di Dio verranno su di noi perché abbiamo avuto diversi avvisi e non ne abbiamo fatto caso. Undici anni or sono, la terra ci tremò sotto i piedi. Dopo 4 anni, il 1898, terremoti: minore fervore. Finalmente 40 giorni fa terremoti. Che si fece? Nulla! Il popolo, le famiglie rimasero indifferenti! Ci siamo abituati. Ci sembra che godiamo d’un privilegio d’immunità presso Dio e che possiamo peccare a nostro bell’agio. Ah, non è così! Tutti questi replicati avvisi non sono che i lampi e i tuoni precursori dell’imminente scoppio dell’uragano!
4° La nostra storia, fin dall’origine, ci accerta che Messina, quando in un’epoca quando in un’altra, è stata visitata sempre dal divino flagello. Il passato insegna l’avvenire. Se Iddio per tanti secoli ha fatto così con questa città, perché deve mutare adesso la sua condotta?”.
Il terremoto, concludeva sant’Annibale, “per quanto è terribile ha però questo di buono, che apporta una conversione generale! È un gran missionario. Si resiste alle prediche. Ma quando ci sentiamo tremare…” (15).
Come dimenticare poi i sogni profetici e i preannunci di castighi di san Giovanni Bosco?
Alla vigilia della seconda sessione del Concilio Vaticano I, il 6 gennaio 1870, don Bosco ebbe una visione in cui gli fu rivelato che “la guerra, la peste, la fame sono i flagelli con cui sarà percossa la superbia e la malizia degli uomini”. Così si espresse il Signore: “Voi, o sacerdoti, perché non correte a piangere tra il vestibolo e l’altare, invocando la sospensione dei flagelli? Perché non prendete lo scudo della fede e non andate sopra i tetti, nelle case, nelle vie, nelle piazze, in ogni luogo anche inaccessibile, a portare il seme della mia parola? Ignorate che questa è la terribile spada a due tagli che abbatte i miei nemici e che rompe le ire di Dio e degli uomini?”.
Padre Mucci saprà che questo vaticinio fu pubblicato proprio da “La Civiltà Cattolica” dell’anno 1872, vol. VI, serie III, pp. 299-303 (16). Chi non vede l’attualità di queste parole?
Questo è il linguaggio dei santi, rifiutato da coloro che si fanno un’immagine di Dio a loro uso e piacere, non rendendosi conto che rifiutando il Dio giusto rifiutano anche il Dio misericordioso.
Suggerisco inoltre a padre Mucci e agli altri miei detrattori di rileggere la quaestio della Summa Theologica dedicata alla liceità della “vendetta”, considerata da san Tommaso d’Aquino una specifica virtù (17), una perfezione divina che “consiste nel punire, rispettando in tutte le circostanze la debita misura” (18).
Scrive il Dottore Angelico: “Quando è tutto il popolo che pecca, la vendetta va fatta su tutto il popolo, come furono sommersi nel mar Rosso gli Egiziani che perseguitavano i figli d'Israele, e come furono colpiti in blocco gli abitanti di Sodoma; oppure va colpito un numero rilevante di persone, come avvenne nel castigo inflitto per l'adorazione del vitello d'oro. Invece altre volte, se si spera l'emenda di molti, la severità della vendetta deve colpire pochi esponenti, la cui punizione incuta timore negli altri: come si legge nel libro dei Numeri, che il Signore comandò di impiccare i capi per il peccato di tutto il popolo. Se invece il popolo non ha peccato in blocco ma in parte, quando i colpevoli possono essere riconosciuti, la vendetta deve esercitarsi su di essi: se però il castigo è possibile senza pregiudizio per gli altri. Altrimenti si deve perdonare al popolo a scapito della severità. Lo stesso si dica per il principe che rappresenta il popolo. Infatti il suo peccato va tollerato, se non può essere punito senza scandalo dei sudditi: a meno che non sia tale da nuocere al popolo, nell'ordine spirituale o temporale, più dello scandalo che potrebbe nascere dalla punizione” (19).
Secondo san Tommaso, “L'ignoranza causa involontarietà. Ma talora la vendetta raggiunge anche chi è nell'ignoranza. Infatti i bambini dei Sodomiti, sebbene fossero nell'ignoranza invincibile, perirono insieme ai loro genitori, come si legge nella Scrittura. Parimenti per il peccato di Datan e di Abiron furono ingoiati anche i loro piccoli. Anzi, per il peccato degli Amaleciti, Dio comandò di uccidere persino gli animali bruti privi di ragione. Perciò la vendetta talora va esercitata anche contro le colpe involontarie” (20).
A chi dice che, poiché il castigo è dovuto al peccato, ogni peccato è volontario, e dunque la vendetta deve esercitarsi solo su coloro che han voluto la colpa (21), risponde san Tommaso: “La pena, o castigo, può essere considerata sotto due aspetti. Primo, sotto l'aspetto di punizione. E come tale, la pena è dovuta solo al peccato: perché con essa viene ristabilita l'uguaglianza della giustizia, nel senso che colui il quale peccando aveva troppo assecondato la propria volontà, viene a subire cose contrarie al proprio volere. Perciò, siccome ogni peccato è volontario, compreso quello originale, secondo le spiegazioni date, è evidente che nessuno viene punito in questo senso, se non per atti compiuti volontariamente.
Secondo, una pena può essere considerata come medicina, non solo per guarire dai peccati già commessi, ma per preservare dai peccati futuri, e per spingere al bene. E sotto quest'aspetto uno può essere castigato anche senza colpa: però non senza una causa. - Si deve però notare che una medicina non priva mai di un bene maggiore, per procurarne uno minore: un medico, p. es., non accecherà mai un occhio per sanare un calcagno; tuttavia egli potrà infliggere un danno in cose secondarie per soccorrere quelle principali. E poiché i beni spirituali sono i beni supremi, mentre quelli temporali sono tanto piccoli; talora uno viene castigato nei beni temporali senza alcuna colpa, ed è così che Dio infligge molte penalità della vita presente come prove e umiliazioni: nessuno invece viene mai punito nei beni spirituali, sia nel tempo presente che nella vita futura, senza sua colpa; poiché codeste punizioni non sono medicinali, ma accompagnano la dannazione dell'anima” (22).
Tutte le pene di questa vita, anche quelle degli innocenti, come i bambini, sono pene o conseguenze del peccato originale. Infatti, spiega san Tommaso, “secondo il giudizio di Dio i bambini sono puniti con le pene temporali assieme ai genitori, sia perché appartengono ad essi, e sia perché in loro Dio punisce i genitori. E infine anche perché questo ridonda a loro bene: perché se dovessero sopravvivere, sarebbero portati a imitare le colpe dei genitori, e quindi meriterebbero pene più gravi. - La vendetta poi viene esercitata sugli animali e sulle altre creature prive di ragione, perché in tal modo ne vengano puniti i proprietari. E anche per incutere orrore del peccato” (23).
Potrei continuare all’infinito con innumerevoli citazioni. Nei miei interventi su questo tema a “Radio Maria” del 16 marzo e 21 aprile 2011 non ho espresso, e non mi sarei mai sognato di esprimere, alcuna opinione personale. Ho esposto invece la dottrina cattolica sul male, che va attinta non solo al Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, ma anche all’insegnamento costante dei Papi e alla buona teologia e filosofia, oltre che all’esempio e alle parole dei santi.
Spero che padre Mucci non voglia obiettare che san Tommaso d’Aquino è superato (lo stesso Concilio Vaticano II lo ha raccomandato due volte alle scuole cattoliche (24), né che il Vaticano II ha spostato l’accento dal Dio “vendicativo” a quello misericordioso. Nei millenovecento anni precedenti l’ultimo Concilio, la Chiesa non ha mai cessato di ricordare, accanto all’infinità misericordia di Dio la sua infinita giustizia e se questo concetto viene rimosso, il risultato è uno sfiguramento della dottrina della Chiesa, non per affermazione, ma per omissione. Oggi l’insegnamento del Vangelo viene trasmesso in modo parziale e non integrale, per il pestilenziale influsso di teologi eterodossi e per il pavido timore del giudizio del mondo. Spiace che la già gloriosa “Civiltà Cattolica” si accodi a questo andamento autodemolitorio.
Roberto de Mattei
NOTE
(1) Giandomenico Mucci, La verità e lo scandalo, in “La Civiltà Cattolica” quaderno 3862 (21 maggio 2011), pp. 351-356, quaderno 3862 (21 maggio 2011).
(2) Orazio Mazzella, La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909.
(3) G. Mucci, La verità e lo scandalo, cit., p. 355.
(4) Ivi.
(5) Ivi, p. 356.
(6) Ivi.
(7) Benedetto XVI, Udienza generale del 18 maggio 2011.
(8) Benedetto XV, Discorso ai predicatori quaresimali di Roma del 19 febbraio 1917.
(9) Benedetto XV, Enciclica In praeclara summorum del 30 aprile 1921.
(10) Pio XII, Enciclica Datis Nuperrime del 5 novembre 1956.
(11) Beato Giovanni XXIII, Radiomessaggio del 28 dicembre 1958.
(12) Paolo VI, Omelia del 13 marzo 1966.
(13) Giovanni Paolo II, Omelia del 22 febbraio 1987.
(14) Giovanni Paolo II, Udienza generale del 13 agosto 2003.
(15) S. Annibale M. Di Francia, Appunti di predica, 15 novembre 1905, in Scritti, s. d., Curia Generalizia dei Regazionisti, vol. 55, doc. 2005. Cfr. anche Ignazio Cannavò, Chiesa e terremoto (Messina 1908). Solidarietà e polemiche, Bonanno, Acireale-Roma 2009, pp. 133-135.
(16) Cfr. anche Memorie biografiche del venerabile don Giovanni Bosco. Raccolte del sac. Salesiano Giovanni Battista Lemoyne, edizione extra commerciale, vol. IX, Tipografia S.A.I.D. “Buona Stampa”, Torino 1917, p. 782.
(17) S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, q. 108, a. 2.
(18) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 2 ad 3.
(19) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 1 ad 5.
(20) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 4 arg. 3.
(21) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 4 s. c.
(22) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 4 co.
(23) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 4 ad 3.
(24) Decreto sulla formazione sacerdotale Optatam totius, n. 16; Dichiarazione sull’educazione cristiana, Gravissimum educationis, n. 10.
(1) Giandomenico Mucci, La verità e lo scandalo, in “La Civiltà Cattolica” quaderno 3862 (21 maggio 2011), pp. 351-356, quaderno 3862 (21 maggio 2011).
(2) Orazio Mazzella, La provvidenza di Dio, l'efficacia della preghiera, la carità cattolica ed il terremoto del 28 di Dicembre 1908: cenni apologetici, Desclée e C., Roma 1909.
(3) G. Mucci, La verità e lo scandalo, cit., p. 355.
(4) Ivi.
(5) Ivi, p. 356.
(6) Ivi.
(7) Benedetto XVI, Udienza generale del 18 maggio 2011.
(8) Benedetto XV, Discorso ai predicatori quaresimali di Roma del 19 febbraio 1917.
(9) Benedetto XV, Enciclica In praeclara summorum del 30 aprile 1921.
(10) Pio XII, Enciclica Datis Nuperrime del 5 novembre 1956.
(11) Beato Giovanni XXIII, Radiomessaggio del 28 dicembre 1958.
(12) Paolo VI, Omelia del 13 marzo 1966.
(13) Giovanni Paolo II, Omelia del 22 febbraio 1987.
(14) Giovanni Paolo II, Udienza generale del 13 agosto 2003.
(15) S. Annibale M. Di Francia, Appunti di predica, 15 novembre 1905, in Scritti, s. d., Curia Generalizia dei Regazionisti, vol. 55, doc. 2005. Cfr. anche Ignazio Cannavò, Chiesa e terremoto (Messina 1908). Solidarietà e polemiche, Bonanno, Acireale-Roma 2009, pp. 133-135.
(16) Cfr. anche Memorie biografiche del venerabile don Giovanni Bosco. Raccolte del sac. Salesiano Giovanni Battista Lemoyne, edizione extra commerciale, vol. IX, Tipografia S.A.I.D. “Buona Stampa”, Torino 1917, p. 782.
(17) S. Tommaso d’Aquino, Summa Theologica, q. 108, a. 2.
(18) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 2 ad 3.
(19) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 1 ad 5.
(20) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 4 arg. 3.
(21) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 4 s. c.
(22) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 4 co.
(23) Ivi, IIª-IIae q. 108 a. 4 ad 3.
(24) Decreto sulla formazione sacerdotale Optatam totius, n. 16; Dichiarazione sull’educazione cristiana, Gravissimum educationis, n. 10.
Ringrazio il Prof. de Mattei per questa precisa e profonda risposta al superficiale e qualunquista articolo del teologo (?) padre Mucci s.j., ombra di quelli che furono un tempo lontano i valenti e santi teologi della Compagnia di Gesù, oggi ridotta per lo più ad un serraglio di mediocri teologastri modernisti capaci solo di produrre aria fritta e scempiaggini varie.......
RispondiEliminaPerdonate l'acrimonia del mio parlare, ma sono convinte che il Prof. de Mattei merita tutta la stima e l'approvazione della Chiesa e dei suoi autentici Pastori, è grazie a laici cattolici come il Prof. de Mattei che Gesù fa ancora sentire la sua voce autorevole di Verita.
Voglio proprio vedere come a Civiltà Cattolica adesso avranno il coraggio e la preparazione teologica per tentare di confutare
quello che il Prof. de Mattei ha detto con solare evidenza.......
I modernisti non meritano alcuna pietà......
mah, era proprio necessario aprire anche questo nuovo fronte?
RispondiEliminaTutti gli articoli pubblicati dalla Civilta Cattolica, passano un certo... vaglio.
RispondiEliminaIl Papa nel discorso citato, dice tutta un'altra cosa, e la parte citata è "estrapolata" dal contesto a proprio uso e consumo...
Definire padre Mucci un progressista è semplicemnte assurdo, per chi lo conosce e per chi sa come la pensa... Sono d'accordo con Angelo, non era necessario aprire questo nuovo fronte che in 2000 anni di sotria nessuno è riuscito a risolvere definitivamente...
RispondiEliminaNon capisco il tuo modo di ragionare...... perchè non entri nel merito e non provi a riflettere sugli argomenti portati dal Prof. de Mattei???.....
RispondiEliminaChe vuol dire che la Civiltà Cattolica passa un certo....vaglio? Non vorrà mica dire che è infallibile????
Questa è la prova provata che siete figli di Satana padre della menzogna.
Il demonio ha sempre diffuso i suoi frutti mortiferi con la menzogna......
Ma ora i vostri piani sono smascherati......
continuate pure a mentire.....
così facendo si capisce ancora meglio quanto siete falsi......
Ravvediti... "finchè sei in tempo"...
RispondiElimina"nessuno invece viene mai punito nei beni spirituali, sia nel tempo presente che nella vita futura, senza sua colpa"
RispondiEliminaMi vengono in mente le parole del Signore a Geremia: "Tu, poi, cingiti i fianchi, alzati e di' loro tutto ciò che ti ordinerò; non spaventarti alla loro vista, altrimenti ti farò temere davanti a loro."
"altrimenti ti farò temere daventi a loro", ecco una punizione nei beni spirituali che mi ricorda la terrificante timidezza mia e di noi cristiani di oggi, un timore che viene forse punito con dal Signore con l'abbandono sdegnato ad ulteriori paure che prontamente nascondiamo sotto al manto del rispetto, del tatto, della comprensione. E' un atteggiamento, questo di Dio, simile a quello di un innamorato che, non corrisposto adeguatamente, somministra il farmaco doloroso del distacco e della lontananza per far comprendere la profonda ingiustizia patita da questo "amore non amato" ed eccitare l'amore della persona amata.
Forse arriverà il giorno in cui le nostre chiese deserte di cristiani e di preti ci costringeranno a guardare oltre "le programmazioni pastoriali", "le condivisioni di linee guida diocesane", "i lineamenti", "i confronti", "i progetti formativi" e via dicendo: vedremo finalmente che al di là di queste nostre strutture, spesso tecniche e vuote di cuore perchè tenute in piedi da persone stanche e sfiduciate, c'è un mondo che attende un annuncio forte e credibile fatto "nei momenti opportuni e inopportuni", "non con spirito di timidezza ma di forza", sostenuto assolutamente da una coerente testimonianza di vita, animato dall'entusiasmo sgomento provato davanti all'amore del Crocifisso e davanti alle Sue Piaghe di Risorto che continua incessantemente ad offrirsi sugli altari e nelle nostre stesse carni. Avere un obiettivo davvero alto e trascendente come quell'unico comando che Cristo ha lasciato ai discepoli prima di ascendere al cielo può far tornare d'un balzo la fiducia a coloro i cui obiettivi si riducono spesso a "programmazioni", "condivisioni", "verifiche" e "ascolti", parole vane dette e scritte, carte e documenti stilati da addetti ai lavori e rivolti a un mondo che non ha sete di nulla di tutto ciò, visto che spesso neppure gli addetti ai lavori hanno voglia di leggere queste relazioni e questi documenti o lo fanno per freddo senso di responsabilità.
Ci insegnano che i pilastri di una comunità cristiana sono 4: catechesi, liturgia, carità e animazione e sotto questi cappelli ricade tutto, dalla Santa Messa pasquale alle costicine della Sagra, in un perfetto meccanismo organizzativo che prosciuga le forze e assorbe la vitalità di coloro (sempre di meno) che cercano di tenerlo in vita! Ora bisogna chiedersi: Cristo cosa ci chiede come parrocchia in questo territorio? A volte la risposta più gettonata riguarda la carità, il servizio. Bene! Qual è la prima forma di carità e di servizio, l'unica specifica della Chiesa di Cristo, la più alta, che solo Lei più dare, se non l'ANNUNCIO, il NUOVO ANNUNCIO di un VANGELO SINE GLOSSA, SENZA COMPROMESSO, attinto a tutta la Tradizione viva della Chiesa, ispirata incessantemente dallo Spirito Santo nel suo approfondimento e nella sua trasmissione: solo in essa trova senso e vita ciò che di Nostro Signore resta percepibile ai nostri sensi, cioè i Sacramenti, la Scrittura, il Magistero, la Chiesa stessa come comunità di fedeli uniti nel Corpo del Signore? Abbiamo bisogno di priorità! Se questo annuncio (non un annuncio parziale o di fantasia personale) è la priorità, perseguirlo genererà senza dubbio "il servizio delle mense", cioè il servizio di carità, la fraternità vissuta anche nelle sagre, e perfino un vero dialogo con chi cristiano non è nel rispetto della verità e nella dinamica del dono.
Prego il Signore [...]
Caro Fabio grazie per il tuo contributo....... sono daccordo con te.......... e prego per il tuo impegno in A. C...... Il Signore ti sta illuminando, continua a seguirlo coraggiosamente andando contro corrente.....
RispondiEliminaIo però ho letto l'articolo della Civiltà Cattolica (e voi?) e il prufissori De Mattei come sempre mi sembra capzioso e disonesto. L'articolo non dice che non esistono i castighi di Dio. Se lo dicesse sarebbe cretino l'articolista. I gesuiti talora sono malandrinus ma non sono cretini. L'articolo dice che posto che i castighi di Dio esistono (a) perché diavolo il Giappone dovrebbe essere più colpevole di altri e (b) presentando in poche battute questa materia estremamente complicata e incomprensibile al mondo del 2011 si rischia d fare fare alla Chiesa la figura dei tifosi della Torres.. Come è puntualmente avvenuto
RispondiEliminaha ragione de mattei
RispondiEliminaIo credo che lo stesso Benedetto XVI confermi in sostanza le riflessioni del prof. De Mattei con la sua Catechesi quando dice, soprattutto:
RispondiElimina<span>È questa, ha sottolineato il Papa, “una tentazione costante nel cammino di fede: eludere il mistero divino costruendo un dio comprensibile, corrispondente ai propri schemi, ai propri progetti. Quanto avviene al Sinai mostra tutta la stoltezza e l’illusoria vanità di questa pretesa”. </span>
<span>Perciò il Signore reagisce e dice a Mosè: “Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li divori”.</span>
<span>Quel “lascia che la mia ira si accenda” è detto proprio “perché Mosè intervenga e Gli chieda di non farlo, rivelando così che il desiderio di Dio è sempre di salvezza”.</span>
Care Don Areki...chissà come spiegherebbe, padre Mucci, il capitolo 3 di Ezecchiele
RispondiElimina18 Se io dico al malvagio: Tu morirai! e tu non lo avverti e non parli perché il malvagio desista dalla sua condotta perversa e viva, egli, il malvagio, morirà per la sua iniquità, ma della sua morte io domanderò conto a te. 19 Ma se tu ammonisci il malvagio ed egli non si allontana dalla sua malvagità e dalla sua perversa condotta, egli morirà per il suo peccato, ma tu ti sarai salvato.
20 Così, se il giusto si allontana dalla sua giustizia e commette l'iniquità, io porrò un ostacolo davanti a lui ed egli morirà; poiché tu non l'avrai avvertito, morirà per il suo peccato e le opere giuste da lui compiute non saranno più ricordate; ma della morte di lui domanderò conto a te. 21 Se tu invece avrai avvertito il giusto di non peccare ed egli non peccherà, egli vivrà, perché è stato avvertito e tu ti sarai salvato».
********************
mi viene a mente l'assurda legge che volevano imporre una ventina d'anni fa e che poi mitigarono: I GENITORI NON POTEVANO PIU' PUNIRE I PROPRI FIGLI.... perfino il famoso scappellotto, rischiava di diventare UN REATO.....
Siamo oramai nel tempo della MISTIFICAZIONE e della profezia di Isaia: HANNO CAMBIATO CIO' CHE è MALE IN BENE ....
Per parlare della VERA MISERICORDIA DI DIO che per altro è iniziata con l'Incarnazione e dal SACRO CUORE DI GESU' si è estesa maggiormente, poichè questi teologi modernisti NON sanno più come SPIEGARLA, eliminano LA PUNIZIONE, IL CASTIGO, LO SCAPPELLOTTO.... si dimenticano quando san Paolo per punire un fedele recidivo nell'incesto, LO CONSEGNA A SATANA PERCHE' VENGA PUNITO....
ma si sa.... oggi si usa il Vangelo epurato, DELLA POLITICA CORRETTA..... le lobby omosessuali stanno chiedendo L'EPURAZIONE DELLA BIBBIA, epurare le parole di san Paolo..... e poichè non ci stanno riuscendo, tentano di MODIFICARE L'INTERPRETAZIONE delle Scritture...
mah!
Caro Ospite, il Papa si è spiegato fin troppo bene.... SE NON C'E' CHI PREGA E CHI SI SACRIFICA, ARRIVA LA PUNIZIONE DI DIO...
RispondiEliminail Papa sottolinea infatti che Sodoma e Gomorra vennero distrutte DA DIO perchè non trovò neppure una sola persona che pregasse e fosse nel giusto....
Così come ha spiegato oggi per Mosè: la malvagità dell'uomo ACCENDE L'IRA DI DIO il quale spinge Mosè ALLA PREGHIERA INCESSANTE AFFINCHE' CIO' NON AVVENGA....
dall'UOMO DIPENDE LA PUNIZIONE DI DIO E DALL'UOMO DIPENDE SMUOVERE LA MISERICORDIA DIO...
e in definitiva, in che senso giudicherebbe lei la MISERICORDIA DIVINA se non ci fosse il fatto reale che c'è UN MALE CHE DIO PERMETTE PER LA NOSTRA CORREZIONE?
Perchè INVOCARE LA MISERICORDIA DIVINA SE NON CI FOSSE IL RISCHIO DI INCORRERE NELLA SUA "IRA"?
Che senso ha SUPPLICARE DIO se da LUI non provenisse il castigo?
E perchè Giobbe dice: se da Dio accettiamo il bene, perchè non accettare anche il male?
e perchè Giobbe viene lasciato ai sollazzi di Satana?
E perchè a Fatima la Madonna parla di CASTIGHI?
Come farebbe il Papa a venerare l'evento di Fatima e poi non credere nelle parole della Vergine?
E perchè la Madonna fa vedere L'INFERNO a tre BAMBINI?
Si svegli ospite.... Dio è bene assoluto ma PERMETTE ANCHE IL MALE.....
DIO E' PADRONE DELLE NOSTRE VITE....e può riprendersele quando vuole....e nel modo che vuole.... ed è grazia quando ci da una spiegazione...
il prof. De Mattei ha pienamente ragione.
RispondiEliminaRombo perdoni .... ma quando mai Dio ha colpito direttamente i colpevoli? ;)
RispondiEliminaSolitamente Dio INSEGNA-PUNENDO con sistemi diversi dalla nostra mentalità...Giobbe le dice nulla?
e la strage degli Innocenti come la giustifica?.... perchè Dio pensa a salvare SOLO SUO FIGLIO e lascia MORIRE TUTTI GLI ALTRI INNOCENTI?
Perchè il BUON Dio avverte Giuseppe che può mettere in salvo la divina Famiglia, ma non manda ad avvisare gli altri gruppi familiari? EPPURE GLI ANGELI ANDARONO per annunciarne la NASCITA.... ;)
Perchè IL BUON Dio ha permesso che si salvasse dalla malattia UNA SUORA per mezzo di GPII CON UN MIRACOLO...e sta lasciando morire di cancro un padre di famiglia con due figlie che vanno ancora all'asilo, cattolico osservante e da sempre un giusto timorato di Dio?
Certo le risposte NON le abbiamo, ma sappiamo che Dio alcuni li salva altri NO, li vuole VITTIME ESPIATRICI.... altri preferisce PUNIRLI, CASTIGARLI, LUI SOLO SA.... ma questo fatto che solo LUI SOLO SA non ci autorizza a togliere a Dio LO SCETTRO DEL COMANDO che è misericordia, ma è anche punizione e castigo, RICHIESTA DI VITTIME SACRIFICALI come fece con il Suo Figlio....
La materia è certamente complessa, ma la si è complicata di più tentando una nuova teologia PACIFISTA, DI UN DIO PACIFISTA...
il professor De Mattei ha portato moltissimi elementi di prova....ha portato IL MAGISTERO ECCLESIALE, della Tradizione...
basta leggere i Santi, oppure per il corso della politica corretta dobbiamo epurare anche loro?
Cara Caterina è proprio questo l'errore modernista: tenere tutto sotto controllo, voler spiegare tutto e capire tutto.
RispondiEliminaProprio questo oggi dicevo ai bambini al ritiro di prima Comunione.
Mosè chiese a Dio il nome (episodio del roveto) e il Signore gli rispose: "perchè mi chiedi il nome? il mio nome è misterioso", solo dopo Dio dirà "io sono colui che sono" come a dire "io mi chiamo come mi chiamo" lasciando quindi intatto il mistero....... mistero e senso della trascendenza che è ben manifestato dall'uso della lingua latina nella sacra liturgia......
L'errore modernista è invece quello di credere di poter spiegare tutto e quello di insegnare a Dio come fare Dio......
Poveri illusi, hanno perso la FEDE e non lo hanno ancora capito!!!!!
E peggio, dall'alto delle loro cattedre di cartaccia (cfr. Civiltà Cattolica, Fanghiglia Cristiana, ecc.) vorrebbero far perdere la fede anche a chi ancora va appresso ai loro vaniloqui......
don Bernardo
Vi ricordate di quel figlio spirituale di Padre Pio, papà di tanti figli (mi sembra 20) che per eccesso di mezzi di correzione, fu condannato a 30 mesi (TRENTA MESI) di carcere ed a 9 mesi (NOVE MESI) di allontanamento dalla famiglia? In carcere non ci andò, ma i 9 mesi glieli fecero scontare per intero, senza mitigazione di un solo MINUTO, nonostante che la vecchia madre, la moglie e gli altri figli (ovviamente non quello che lo aveva denunciato) riempissero il tribunale di petizioni in suo favore?
RispondiEliminaL'aspetto peggiore fu il "compiatimento" del vicario della sua diocesi, che, dal pulpito, oltre che dai microfoni di una radio locale, affermò che chi usa punizioni corporali verso i figli, non è da condannare, ma è un "povero pazzo" da compatire.
Caro Angelo, cosa intendi?!?
RispondiElimina<span> (a) perché diavolo il Giappone dovrebbe essere più colpevole di altri </span>
RispondiEliminaMi permetto solo di far notare:
a)Le leggi di Natura, non sono indipendenti da DIO. Anzi,
sono le "Cause seconde" (o forse, addirittura "Terze") di cui DIO ama
servirsi. Prima ancora di creare il mondo, DIO sapeva tutti & i singoli gli
eventi di oggi. Nel momento in cui ha, per così dire "Scritto" tali leggi,
con le loro evenienze (sismicità in certe zone, meno che in certe altre,
etc.) lo ha fatto, tenendo conto ache delle lezioni che voleva dare agli
uomini e delle meditazioni che voleva spingere in loro. E sapeva bene anche
che ci sarebbero stati coloro che ne avrebbero, magari in buona fede,
esagerato o minimizzato la portata. Forse, il "male minore" è proprio
"Esagerarla". Forse non farà da "parafulmine" per determinati eventi (ma chi
lo ha detto? perchè non, quanto meno, potrebbe "Alleggerli"?) ma certamente
costituirà merito per l'unica cosa che conta: l'altra vita;
b) E se nei piani di DIO, proprio il permettere che fosse colpito il
Giappone, può essere la base, affinchè (quanto meno) le generazioni future,
capiscano che i loro dèi NON li hanno protetti e possa essere il punto di
partenza da dove, l'intercessione di San Michele, patrono dell'Impero
Giapponese, e dei santi martiri le cui vicende sono narrate da Cammilleri ne
"Il Crocifisso del samurai"ottengano una fioritura di fede e penitenza (non
dimenticare il profeta Giona ed i niniviti), tale da farlo diventare una
terra cattolica? Ed in ciò un ruolo importante può essere giocato dalle
piccole, ma combattive comunità di tradizionalisti giapponesi?
Cara Caterina ho letto con gioia e commozione le Parole del Santo Padre alla catechesi odierna. Sono parole che rendono giustizia al prof. de Mattei e dovrebbero far meditare i teologi della Civiltà Cattolica
RispondiEliminaUbi Petrus, ibi Ecclesia...... IL SANTO PADRE DA RAGIONE A DE MATTEI !!!!
RispondiEliminaSolo ora ho letto la splendida catechesi del mercoledì del Santo Padre: spero che Padre Mucci s.j. e anche Padre Cantalamessa imparino come stanno le cose e la smettano di fare i patetici adulatori del mondo moderno. La gente se ne infischia dei falsi profeti come loro che invece di parlare di Dio e della sua maestà solleticano le orecchie dei poveri peccatori con il loro buonismo e le loro vuote parole.
don Bernardo
Non "Rombo"....... ma rompi .......
RispondiEliminaCirca le critiche alla figura di de Mattei:
RispondiElimina<span><span><span><span>Ospite</span>
<span>infatti lo è ed è detestabile ogn elogio anche indiretto di persone del genere, non ché ogni collaborazione con loro. Ma ad alcuni l'esperienza passata, o l'esperienza dei loro stessi padri, non ha insegnato nulla.</span></span>
Premesso che, egregio ospite, hai ragione al 112%, purtroppo, o grazie al Cielo, certi temi li stanno sdoganando loro. De Mattei ha qualche (raro)accesso alla TV. Purtroppo, noi trad. "puri & duri" DOC & DOP/DPG, cominciando da me, prendiamone atto, da soli NON SIAMO IN GRADO (o forse, neppure lo vogliamo davvero) uscire dal ghetto (per non parlare del tunnel).</span></span>
<span>Perchè IL BUON Dio ha permesso che si salvasse dalla malattia UNA SUORA per mezzo di GPII CON UN MIRACOLO..</span>
RispondiEliminaStendiamo un pietoso velo, su un miracolo molto discusso & discutibile.
Quel vicario ha detto bene. I trogloditi devono stare in carcere o nelle caverne, soli con la loro clava!
RispondiEliminaLe quali comunita', guidate dai loro vescovi, non hanno accettato i neocatecumenali (mi perdoni, redazione, ma co ce vo', ce vo').
RispondiEliminaIo non sono una teologa, ma sono d'accordo con quanto detto dal Prof. de Mattei.
RispondiEliminaDio è Amore, è Misericordia, ma non possiamo scordarci mai il Suo essere Giustizia. L'essere Amore di Dio non avrebbe senso se non fosse anche Misericordia e Giustizia, così come l'essere Misericordia non avrebbe valore se non fosse Amore e Giustizia. L'essere Giustiazia, inoltre è proprio nel Suo essere Amore e Misericordia.
Due anni fa accadde un fatto molto grave in una parrocchia di mia consocenza. In 5 minuti la natura mostrò tutta la sua potenza, devastandola in modo brutale. Le persone che furono colpite erano più colpevoli di noi, di me? No! Probabilmente io per prima sono più colpevole di loro, ma mentre la natura si scatenava qualcuno stava pregando e invocava Misericordia. Dio si è realmente chinato su quella parrocchia e NESSUNO è morto, nemmeno la persona che fu colta per strada, sulla cui testa cadde un pilone di cemento e che venne ritrovata 2-3 ore dopo l'accaduto perchè nessuno sapeva dove fosse. Quella parrocchia aveva celebrato la Divina Misericordia.
Il giorno dopo era domenica e mi ricordo che il sacerdote che celebrava disse che quanto accaduto non era frutto della Giustizia di Dio, bensì del cambiamento climatico. Non si vuole parlare mai della Giustizia così come non si vuole affrontare il tema della Croce. Il problema è legato al fatto che non sappiamo più cosa sia il peccato e il male che questo causa nel Cuore di Dio.
Domenica scorsa un sacerdote dal pulpito ha detto che non è importante insegnare i 10 comandamenti ai bambini, ma amare Gesù. ( non voglio aprire un altro fronte)
Se ci scordiamo dell'esistenza del peccato, se non consideriamo le conseguenze del peccato, è naturale che la Giustizia è meglio nasconderla sotto il tappeto e guardare solo alla Misericordia e all'Amore.
Da tutto questo mi nasce spontanea una domanda. Se ci comportiamo così, se ci abbandoniamo a questi pensieri o convinzioni, guardiamo all'Unico Dio oppure ci stiamo costruendo un surrogato di Dio?
Dire qualcosa è difficile, comunque per quel che mi riguarda faccio adorazione e invoco Misericordia.
<span>
RispondiEliminaconcordo, Caterina, sulle importanti sottolineature da troppo tempo dimenticate, anzi non più insegnate ;
farei però una piccola precisazione circa la teologia PACIFISTA.....
<span> </span>Qui avresti fatto meglio a dire BUONISTA: rende più l'idea di un Dio "bonaccione" che perdona tutti, qualunque peccato facciano, anche SENZA PENTIMENTO, anche recidivi e <span>mai disposti a cambiar vita,</span> (spesso in tal senso ci hanno ricordato -e sconsideratamente insegnano ai giovani- che certo bisogna perdonare 70 volte 7, e Dio stesso perdona infinite volte, senza condizioni, si direbbe, perchè è AMORE INFINITO, ci AMA COSì COME SIAMO, come ricordava giorni orsono qui chi citò quella pericolosa preghiera buonista di mons. Lebrun....) e perchè tanto, sembra oggi voler dire ai suoi figli, con infinita tolleranza: "sono ragaazzi....", quasi che gli uomini fossero ragazzi a vita, simiili a tanti peter pan che non crescono mai, attaccati ai vizi come se questi fossero segni di bella spontaneità e autenticità (o anche <span>umiltà!</span> come fanno credere in certi movimenti, suggerendo: PECCA FORTITER!, che tanto Gesù ha già risolto tutto....) e non avessero mai il dovere di fare un esame di coscienza al fine di RICONOSCERE IL MALE insito nel peccato commesso o che seduce ancora, dichiararsene colpevoli, ODIARLO il peccato, come causa di offesa a Dio e Passione-Crocifissione di Nostro Signore, e decidere di non commetterne più ; come se non dovessero MAI CORREGGERSI dei propri VIZI e mai coltivare -con SACRIFICIO della volontà- le virtù cristiane, come se si potesse RINVIARE SINE FINE LA CONVERSIONE, fino al momento della morte, quando forse la Fede è perduta, e la vita morale è diventata cristallizzata nel peccato e nell'indurimento del cuore, e l'anima, sulla soglia decisiva, rischia di rifiutare la salvezza di Cristo, per l'eternità....
come constatiamo, ancora una volta, manca da 45 anni la PEDAGOGIA fondamentale, che educa alla vigilanza sulla propria debole natura che la coscienza cristiana dev e mantenere, e che matura nel continuo esame di sè, nella consapevolezza del grave dovere di discernere il BENE DAL MALE, per respingere il PECCATO e tornare o mantenersi sulla via della VIRTU', con l'aiuto della Grazia santificante (con le BUONE OPERE "CHE IO DEBBO E VOGLIO FARE", diceva l'Atto di SPERANZA cattolico) così come la Chiesa aveva sempre insegnato a fare e come DAL CONCILIO in poi, ripetiamo, ha deciso di NON fare più, per aver escluso "l'arma del rigore" e preferito "la medicina della misericordia": ed è questa la terribile mistificazione INIZIALE, il tremendo equivoco in cui ci dibattiamo da mezzo secolo, l'origine di TUTTI I GUAI che stiamo vivendo e vivremo in crescendo, finchè la Chiesa Docente non se ne pentirà e non tornerà decisamente sui propri passi che l'hanno spinta nelle braccia del mondo alla ricerca del mitico "aggiornamento"; Essa ha preteso così di aggiornare il Vangelo, che è INTRANSIGENTE col peccato, anche minimo, quando dice: "siate perfetti", o anche. "la vostra giustizia sia superiore a quelle degli scribi e farisei", o "se il tuo occhio ti è di scandalo, gettalo via da te"; il linguaggio di Nostro Signore è duro e chiaro quando parla della "geenna" dove sarà pianto e stridor di denti, e quando dice: "E'<span> meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed andare nella Geenna...."</span>
</span>
<span>
RispondiElimina<span>La Chiesa rinnovata dal CV2 ha voluto falsificare la Misericordia tramutandola in buonismo</span><span>,</span>
<span>dimenticando che<span> </span><span>la prima misericordia di cui abbiamo bisogno è la Verità,</span><span> </span>circa la nostra natura di peccato, e la tendenza al male, che dobbiamo sempre combattere, COLLABORANDO ATTIVAMENTE con lal Grazia Santificante ! ha dimenticato che la vita cristiana è MIILITIA contro il peccato, contro le tentazioni del mondo e le passioni della carne, ha dimenticato quelle parole di S. Paolo:
</span><span><span><span>"Non riesco a fare il bene che voglio, ma faccio il male che non voglio"</span></span></span><span><span>,</span></span><span><span> </span></span><span><span>e</span></span><span> l'ha fatto dimenticare a tutti i cristiani, illudendoli da 45 anni sulla possibile<span> </span><span>santità a buon mercato,</span><span> </span> e che basti dialogare, amare il prossimo -senza amare Dio con la fuga dal peccato- e che sia solo necessario e importante, per essere buoni e santi, essere<span> </span>accoglienti con tutti, aiutare i bisognosi con opere di carità MATERIALI, mistificando la frase di S. Agostino:<span> </span>"Ama e fa' quel che vuoi", dimenticando così le chiare parole del Vangelo (di Domenica scorsa), laddove Gesù dice: "CHI MI AMA OSSERVA I MIEI COMANDAMENTI".</span>
<span>La Verità è essa stessa MEDICINA per tutti i mali, Essa stessa è Carità, perchè insita nella Persona di Nostro Signore: Verità e Carità esse sono insindibilmente unite in Lui come la Giustizia e la Misericordia entrambe infinite e perfette.</span>
<span>Veritas summa Caritas.</span><span></span>
<span>MA il grande equivoco,</span><span> pernicioso per le coscienze delle generazioni seguenti al CV2, e che sta all'origine di tutti i terribili (inestirpabili) <span>fraintendimenti che hanno rovinato la pastorale, la catechesi e la vita morale, dal<span> </span>1962 in<span></span> </span></span><span>poi,</span> sta in quell'ASSURDA PRETESA insita in quelle parole: "la Chiesa non vuole più usare l'arma del rigore", parole ingannevoli e ANTIEDUCATIVE, perchè hanno di colpo fatto credere a tutto l'orbe cattolico che da quel fatidico giorno d'inizio concilio la CHIESA DIVENTAVA D'UN TRATTO PIU' BUONA CHE NEI 19 SECOLI precedenti, come una Madre che si pentiva di essere stata TROPPO SEVERA (o cattiva o poco ACCOGLIENTE E CARITETEVOLE) e che, magari, era ora pronta a chiedere scusa al mondo per questa CATTIVERIA PASSATA (come abbiamo poi effettivamente visto nel pontificato di GPII...)
</span>
<span><span>...e il grande pernicioso equivoco continua a seminare confusione nelle coscienze, come sentiamo nel 99,9% delle omelie domenicali, purtroppo! così son dovuta fuggire via da una Messa, con disgusto e amarezza, cercando (invano) rifugio altrove, dopo aver sentito in diverse parrocchie ripetere lo stessoritornello melenso, buonista e INGANNATORE DI ANIME, (quello stesso che sta lamentando la Ospite più sopra):</span>
RispondiElimina<span>i preti non fanno altro che ripetere che ..."Gesù non è venuto a portare una religione, ma ad incontrare i cuori [o i popoli e le civiltà, varianti leggere da un celebrante all'altro...]....e che il cristianesimo, cari fedeli, non dovete pensare che<span> </span>significhi rispettare delle norme, per paura di fare peccato...no no, non è questo !...." :( </span>
<span>dimenticando così quelle parole di Nostro Signore che dice:
</span><span><span>“Non pensate che io sia </span></span><span>venuto ad abolire la Legge</span><span><span> o i Profeti; </span></span><span>non sono venuto</span><span><span> per </span></span><span>abolire</span><span><span>, ma per dar loro compimento.”</span></span><span></span>
<span><span>(Mt. 5,17)</span></span><span></span>
<span>....e i pastori di anime confuse continuano a farsi ciechi e guide di ciechi ! </span>
<span>perchè non vogliono parlare NE' di SALVEZZA eterna, che è sempre in pericolo a causa delle tentazioni, NE' della necessità della buona battaglia, per CONSERVARE LA FEDE, in tutte le prove, cioè nelle tentazioni contro tutte le virtù cristiane, milizia sempre necessaria, INEVITABILE fino alla fine della vita; tutto ciò tralasciano di insegnare, dimenticando così anche l'altro monito di S. Agostino:</span>
<span>COLUI CHE TI HA CREATO SENZA DI TE, NON TI SALVERA' SENZA DI TE !</span></span>
<span>"è proprio questo l'errore modernista: tenere tutto sotto controllo, voler spiegare tutto e capire tutto"</span>
RispondiEliminaSi, don Bernardo, questo aspetto a cui non avevo mai pensato mi sembra calzi a pennello con la situazione attuale. Stiamo arrivando ormai a psicanalizzare Dio perchè non sopportiamo l'esistenza di un mistero, quindi della trascendenza. E' l'ultimo atto estremo di un illuminismo razionalista penetrato nella Chiesa di Cristo. Vorremmo rendere la nostra fede tutta spiegabile scientificamente, vorremmo non che fede e ragione si completassero, ma che coincidessero. Allora mi domando: se fede e ragione dicono la stessa cosa, se sono uguali, che bisogno c'è del salto fiducioso della fede quando posso affidarmi all'evidenza della ragione? Aggrappandoci al dogma dell'Incarnazione facciamo di Dio un fratello dimenticandoci che è anche Padre; ne facciamo soltanto il nostro Salvatore (in base alle nostre esigenze) dimenticandoci che è anche Creatore e proprio perchè ci ha creati ha saputo redimerci; facciamo di lui, alla fin fine l'amico invisibile con cui parlare nei momenti di afflizione, dimenticandoci che Egli ci tiene amorevolmente nella sua mano, Rex regum et Dominus dominantium, che spazzerà la sua aia, che domina con scettro di ferro, che verrà come giusto giudice, che ci ama di amore infinito proprio perchè essendo il Giusto non ci ama per connivenza e indifferenza rispetto alla nostra condotta, ma ci ama e allo stesso tempo si sdegna a motivo della giustizia e dell'amore per i quali ci ha creati; dimentichiamo che la sua trascendenza ha la massima espressione sulla Croce: un amore imparagonabile al nostro, un mistero incomprensibile davanti al quale ci si copre la faccia e dinnanzi al quale i re si chiuderanno la bocca.
<p><span>IL CASO DE MATTEI. LA GIUSTIZIA E LA MISERICORDIA DIVINE. LETTERA APERTA A P. GIANDOMENICO MUCCI - di P. Giovanni Cavalcoli, OP </span>
RispondiEliminaE' un poco lungo da leggere, ma credo ne valga la pena. Riporto unicamente il seguente passaggio, assai significativo per il riferimento alla usuale azione pastorale dei nostri Reverendi Episcopi:
</p><p><span>"Ma, come ho detto in altre occasioni, la cosa secondo me più conturbante è stato il silenzio dell’episcopato, che ha lasciato solo l’eroico De Mattei. Ma di che cosa il Vescovo deve soprattutto parlarci con parresia e tempestività se non del senso cristiano del bene e del male, della santità e del peccato, del premio e del castigo, del paradiso e dell’inferno, della gioia e della sofferenza, della giustizia e della misericordia di Dio, della sua bontà ed onnipotenza, del perdono, della Redenzione, di Gesù Crocifisso, delle sofferenze dei santi, confutando gli errori contrari e facendo tacere gli sciocchi e gli empi, come dice la Bibbia?"</span></p>
CONCORDO.
RispondiEliminaSANTA MARIA REGINA DELL'UNIVERSO PREGA PER NOI
Io non ho una conoscenza teologica da poter intavolare una discussione per appoggiare il De Mattei o meno, ma nella mia semplicità mi affido alla lettura della Parola di Dio e delle esortazioni dei Santi, prima tra tutti San Francesco (quello vero, non quello dei media e dei film) per comprendere lda che parte stia la Verità.
RispondiEliminaDio è amore ma è anche un giudice giusto e il peccato merita una punizione. Tutta la Chiesa per 2000 anni ha insegnato questo, i Santi, la Parola di Dio ... capisco che è più facile far passare un "Dio" languido pronto solo a dispendare carezze, ma non è il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, ma il "Dio" creato ad uso e consumo di questa società che vuole tutto e che tutto sia permesso, in ogni campo, quello spirituale compreso.
RispondiEliminaE anche nell'educazione dei figli, dire sempre SI senza qualche NO e qualche punizione o scappellotto, non si fa il bene dei propri figli (come mostra la società di oggi) e Dio è un Padre che ama e che spesso corregge proprio per amore.
<span>Si scansi, cara Luciana, che adesso arriva il fulmine della Redazione. Qui è severamente vietato accennare alla setta innominabile da lei menzionata. Ovviamente tale divieto scatta solo se si osa usare accenti critici...</span>
RispondiElimina<span>infatti è Dio stesso che dice:
RispondiElimina<span> Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti.</span>
(Ap 3: 19)</span>
Passa, fin dalla fondazione nel 1951, al vaglio della Segreteria di Stato. Fino a Pio XII incluso il Papa riceveva due volte al mese il direttore. Da Giovanni XXIII a Paolo VI il direttore era ricevuto con la stessa cadenza dal Segretario di Stato. Da Casaroli in poi il direttore (a causa di malefatta commessa dal direttore Sorge) fu ricevuto da un funzionario della Segreteria di Stato. Casaroli non volle più avere a che fare con Sorge. Con la direzione di Salvini il direttore iniziò ad esser ricevuto due volte al mese dal Sostituto della Segreteria di Stato o dal Segretario per i rappori con gli Stati. Cappittomihhai?
RispondiEliminaE' la solita tesi modernista, tipica anche de La Civiltà cattolica (che trasuda di modernismo): rinunciamo a proclamare la nostra fede in tutta la bellezza e radicalità perchè se non faremmo la figura dei cretiti.
RispondiEliminaMa i modernisti sono tali (cretini) già quando iniziano a ntemere il giudizio del mondo
Sentite ... sono stato abbonato a La Civiltà Cattolica per venti anni (1991-2010), poi ho detto basta. A parte il livello sempre più infimo della nuova generazione di gesuiti (Larivera, Cucci, Spadaro che è incomprensibile), quella è una banda di modernisti. Forse ne va esente il vecchissimo P. Rulli o P. Macchi. Però ... è un modernismo fortissimamente voluto dalla Segreteria di Stato perchè tutti gli articoli, prima di andare in pubblicazione, DEVONO essere approvati dalla Segreteria di Stato. TUTTI. Ringraziamo pertanto gli eminentissimi cardinali di S.R.C.: Jean Villot, Agostino Casaroli, Angelo Sodano e, dulcis in fundo, Tarcisio Bertone
RispondiEliminaEcco tutta la vicenda:
RispondiElimina""A chi rimetterete i peccati saranno rimessi"(Jov. XX,23)
21 Dicembre 2004, Sant'Anastasio d'Antiochia, Vescovo & Martire
fORSE alcuni di voi sanno già di che si tratta.
Il testo è lungo.
Leggetelo con attenzione e fatemi sapere che ve ne sembra. La mia
impressione
è che è un vero miracolo l'esistenza di personaggi così. Inoltre, NON
CAPISCO come il Nalin si trovi a proprio agio in una situazione come
l'attuale corso ecclesiale, dove sono più in carattere tizi come i suoi
critici.
Infine, a parziale compresione (che, sia ben chiaro, non è certo
GIUSTIFICAZIONE) dei comportamenti del figlio, c'è da dire un particolare
che, in effetti, è stato notato dallo stesso Nalin.
Quando dichiara:- " Mariano deve aver fatto delle brutte esperienze", forse
si riferisce proprio ai due anni in Convento. Certo è che, se, il
Post-Concilio ha colpito qualche cosa, la più colpita è stata la vita
consacrata. Disse un anziano Cappuccino che, dopo il Concilio e grazie al
Concilio, tra i religiosi è entrato il D.D.T.
Ovvero DONNE, DENARI E TITOLI (Accademici e nobiliari). Di conseguenza,
molti hanno aggiunto ai tre voti degli attributi:
Obbedienza "Dialogata";
Castità "Arrangiata"
Povertà "MEGLIO NON PARLARNE". Con tali presupposti, quando il Mariano ha
messo a confronto l'austero stile di vita paterno, con i televisori in cella
(pardon, in camera) che può aver trovato tra i frati, fate un po' i conti
voi
Dice che Satana gliel'aveva giurata, con la voce cavernosa
RispondiEliminadi una ragazza indemoniata: "Te la farò pagare cara!".
Raccontò il fatto al cardinale Albino Luciani, una volta che
ebbero occasione di pranzare insieme, e il futuro papa ne fu
molto turbato. Quel giorno, a Lourdes, il barelliere Claudio
Nalin, pensionato di 59 anni, figlio spirituale di padre Pio
e terziario francescano, stava per afferrare un santino di
San Michele arcangelo custodito nel portafoglio. "Fermo! Non azzardarti a
prendere ciò che tieni nella tasca! Noi di qua non ce ne andiamo", gli
intimò il principe delle tenebre,
vomitando bestemmie dalla bocca del giovane corpo
rattrappito su un lettino, gli occhi ribaltati all'insù, le
unghie delle mani bluastre, le labbra violacee della morte.
È stato di parola: 36 mesi di reclusione. Così ha
sentenziato il tribunale di Bolzano. Nalin maltrattava
quattro dei sette figli, che oggi hanno dai 34 ai 19 anni.
La più ignominiosa delle condanne per un padre, soprattutto
se a denunciarti è uno dei sette, il tuo maschio
primogenito. Soltanto sulle tre femmine, secondo i giudici,
l'uomo non ha mai alzato le mani. Ottenendo peraltro ottimi
risultati dal suo punto di vista: si sono fatte tutte suore.
Elena, 30 anni, addirittura missionaria a Togliattigrad, in
Russia. È venuta in aula a scagionare il papà dalle tremende
accuse di Mariano, 28, un passato da aspirante frate, ora
gelataio, scappato di casa e andato a vivere con una ragazza
in Val Sarentina.
"Ne ho parlato con un santo vivente. Mi ha detto: "Caro
RispondiEliminaClaudio, dovevi aspettartela questa macchinazione diabolica"".
E invece no, l'omone lungo un metro e 86 non se la sarebbe
mai aspettata. Ingenuo. Bastava che leggesse con più
attenzione l'Alto Adige. Quando il giornale della città dove
vivi ti sbatte in pagina una quindicina di volte in otto
mesi, titolando "Una storia da Medioevo" il 26 febbraio,
"Una storia medioevale" il 1° aprile, "Una storia da
Medioevo" il 26 giugno, c'è poco da stare allegri, anche con
riferimento alla fantasia dei giornalisti. Se poi ti
definiscono per una ventina di volte "fanatico religioso" e
"padre-padrone", difficile schiodarsi di dosso l'ombra del
pregiudizio che alla lunga farà di te appunto un
pregiudicato.
La cosa più sbalorditiva è che Claudio Nalin, già socio di
un'azienda per l'import di legname ma ripetutamente definito dai medesimi
cronisti "falegname" forse per una
allusione al padre-padrone San Giuseppe, dimostra animo
lieto e cuore sgombro persino dopo il processo. Riesce
ancora a sorridere, parla con pacatezza e ha la stessa
espressione di serafica beatitudine che ho visto irradiare
dal volto di un altro uomo abituato a baruffare spesso col
demonio, il francescano Mariangelo da Cerqueto, noto come Frate Indovino.
Del quale Nalin ha l'identica barba candida, che su una camicia priva di
colletto e chiusa fino all'ultimo bottone potrebbe obiettivamente farlo
assomigliare a un ministro iraniano.Non si può dire che i metodi educativi
desunti dal capo d'imputazione
siano d'uso corrente: qualche colpo di flagello invece degli
scapaccioni, una dormita sul pavimento, lavate di capo sotto il rubinetto,
digiuno a pane e acqua, divieto di introdurre in casa le musicassette dei
Duran Duran.
Episodi sporadici e datati. Ma raccolti in mazzo ed esibiti
RispondiEliminaprima sulla stampa e poi nelle aule di giustizia hanno avuto un effetto
dirompente. I difensori, il professor Mauro Ronco di Torino, ordinario di
diritto penale all'Università di Padova ed ex membro del Consiglio superiore
della magistratura, e l'avvocato Giuseppe Silvestri di Bologna, faranno di
tutto per dimostrare in Appello e in Cassazione che Nalin ha
semplicemente applicato quello ius corrigendi, diritto di
correzione, previsto dal codice nell'esercizio della potestà
genitoriale.
Nonostante non si sposti in calesse come gli Amish della
Pennsylvania, e parli in diretta satellitare quattro volte
la settimana su Teleradio Buon Consiglio, e usi il
telefonino, Nalin appartiene a un altro tempo senza far
nulla per nasconderlo. È il tempo di suo padre, dei suoi
nonni, dei suoi bisnonni, che tuttavia non risulta sia stato
abolito per decreto legge. Lui vive in pace con se stesso
nel proprio mondo, che non è il mondo secolarizzato d'oggi.
Forse si tratta d'un estremo tentativo di conformarsi alla
dottrina del suo Cristo, e anzi superarla di slancio: "Voi
siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo
mondo, io non sono di questo mondo" (Giovanni VIII, 23). Una volta
l'avrebbero chiamata santità.
Mi descriva la sua giornata tipo.
RispondiElimina"Sveglia alle 6. Messa dai carmelitani. Aiuto mia moglie
nelle faccende di casa: me l'hanno distrutta, con questa
brutta storia, le sono crollate le difese immunitarie, le è
venuto il cancro, è stata operata due volte. Il pomeriggio
dialogo con gli ascoltatori della radio".
Di che parla?
"Ieri ho commentato il brano evangelico dell'uomo che costruisce la casa
sulla sabbia: cade la pioggia, straripano
i fiumi, soffiano i venti e la casa viene giù. Così le
famiglie d'oggi, fondate su sesso e soldi. Bisogna costruire
la casa sulla roccia perché stia in piedi.
Dalle 21 alle 22 adorazione nella chiesa del Sacro Cuore".
Niente Tv?
"Per il Giubileo ne avevo messa in funzione una molto
vecchia, trovata in soffitta. L'è s-ciopà e con tanta gioia
ho detto basta. Padre Pio lo predisse: "Quando entrerà nelle
case l'Imperatrice", la televisione, "ne uscirà la Regina".
Del Rosario, intendeva. Volevano fargli vedere Coppi e
Bartali sullo Stelvio: rifiutò".
Ha conosciuto padre Pio?
"Guarì all'istante mia mamma Adelina, sfiorandola col dorso della mano
piagata dalle stimmate. A 48 anni era mezza morta. Adesso ne ha 94 ed è
ancora un fringuello. Mio padre, verniciatore, spese le ultime 10.000 lire
per pagarle il treno fino a San Giovanni Rotondo. A 15 anni andai anch'io a
conoscere il santo di Pietrelcina. Mi pose una mano in capo: un segno di
protezione. In seguito padre Pio ordinò che il responsabile del suo gruppo
di preghiera a Bolzano fosse il più giovane: ero io".
L'ha più rivisto?
"Gli chiesi di farmi conoscere una ragazza con la quale
poter formare una famiglia cristiana. Dopo sette giorni la
incontrai. Sono stato con lei da padre Pio per un mese.
Marisa e mia madre hanno avuto una grazia stupenda e
terribile: furono presenti a un esorcismo che il padre operò
su due sorelle toscane possedute. Le videro volare di
schiena, volare letteralmente. Io ho assistito a guarigioni
e partecipato agli incontri con i suoi figli spirituali, lo
scienziato Enrico Medi e l'attore Carlo Campanini, il mio
amico Carletto".
Com'è finito sotto processo?
RispondiElimina"Nel 2002 bussano alla porta tre carabinieri con un mandato
di perquisizione. Scopro d'essere stato denunciato da mio
figlio Mariano. Hanno una telecamera. Mi buttano all'aria la
casa. Filmano tutto. Li sento parlare di bastoni.
Sequestrano un'asta di legno che Giuseppe, 26 anni,
ascensorista, usava per fare ginnastica. Poi frugano nella
mia camera matrimoniale e trovano due discipline".
Due fruste.
"Non è esatto. Erano formate da cinque cordicelle lunghe 30 centimetri,
ognuna con tre nodi. La prima era un pezzo d'antiquariato proveniente dal
convento delle agostiniane di Montefalco".
E l'altra?
"L'avevo intrecciata io col Perlon, una fibra tessile
sintetica, per insegnare ai francescani come si faceva a
costruirla. Sa, loro prima usavano le corde. Poco igieniche:
non si possono lavare, si sfaldano".
Discipline in Perlon.
"Padre Pio adoperava le catenelle di ferro ed è diventato
santo".
Come si applica la disciplina?
"Te lo indica il padre spirituale".
Che cosa ci si batte?
"Natiche, schiena... Non sono un esperto. So soltanto che
Santa Margherita Maria Alacoque, volendo contemplare la
flagellazione di Cristo, si batté per mezz'ora anziché per i
dieci minuti consigliati dal suo confessore. Alla fine le
apparve Gesù che la rimproverò: "I primi dieci minuti l'hai
fatto per me, gli altri venti per il demonio"".
Infatti, sembrerebbe una perversione.
"Abbiamo impulsi a fare cose sbagliate. Il peccato è il male
più grande. Tutti i mezzi sono buoni per evitarlo. San
Francesco si buttò in mezzo alle spine del roveto per non
cadere in tentazione. La carne desidera piacere e tu le
infliggi sensazioni contrarie".
Che c'è di sbagliato nel piacere?
"Gli animali si uniscono per procreare. Gli uomini hanno una facoltà in più:
conoscono i giorni fecondi e quelli
infecondi".
Non essendo animali...
"Mi sembrano più ordinati gli animali. L'uomo vive solo per i sensi,
s'illude che facciano la sua felicità. Secondo lei
perché negli Stati Uniti migliaia di giovani intelligenti si
votano alla castità prima del matrimonio ed alla fedeltà dopo? L'erotismo
distrugge le famiglie".
Torniamo alla perquisizione.
RispondiElimina"I carabinieri si sono portati via anche una piccozza. Hanno
lasciato i manici delle scope, non capisco perché. Tutti
questi reperti sono saltati fuori al processo. Le discipline
sono state presentate come fruste. Ma le fruste sono quelle
che si usano sugli animali. O, a proposito di quadrupedi,
che adoperano i sadici, i masochisti, quelli che fanno
quelle porcate lì".
In aula sua moglie ha ammesso che su due figli lei ha usato
la cosiddetta cordicella. Però sua figlia suor Elena l'ha
contraddetta sostenendo di non aver mai visto fruste per
casa. A chi delle due devo credere?
"Non vi è alcuna contraddizione. Prima di tutto ho usato la
cordicella molto raramente. Elena, che è entrata in convento
a 19 anni, non era presente. Poi non ho mai battuto i
ragazzi per casa. Li portavo nel bagno".
Quante volte è accaduto?
"Cinque o sei in tanti anni e solo con i maschi ormai
adolescenti".
Dove li batteva?
"Sul sedere. Non è stata una prassi punitiva corrente.
Continuavano a combinarne di tutti i colori. Dopo dieci
volte che avevo promesse di suonargliele, che dovevo fare?
Lasciar correre? Avrei perso la credibilità".
Su di sé ha mai provato la cordicella?
"Qualche volta. È una pratica di penitenza".
Che effetto fa?
"Dà dolore, ma non ferisce; è concepita apposta per non
procurare lesioni, solo un arrossamento. Ti scalda ben bene
la parte frustata. Per carità, cos'ho detto: disciplinata".
Non lascia segni?
"Se la usi per ore, può darsi, non so. Mai procurato
sanguinamenti. Quelle poche volte che l'ho impiegata alla
fine i ragazzi ridevano come matti".
Non mi risulta che San Giuseppe abbia staffilato Gesù con la cordicella.
"Ah be', era Gesù!".
Ma non le ripugnava tenere in casa uno strumento di tortura?
"Non di tortura. Di disciplina. Il numero di questi
interventi è stato così limitato che la mia figlia maggiore
non li ha neppure visti. In tribunale ne hanno fatto una
carneficina".
Ammetterà che in Italia non sono molti i genitori disposti
ad approvare il suo modo d'esercitare lo ius corrigendi.
"In Italia non sono molti neppure i genitori che hanno più
di due figli. Provi lei a tenerne sette. Padre Pio mi
diceva: "Mazze e panelle fanne i figghiei belli", mazzate e
pane fanno i figli belli. I carabinieri mi hanno persino
sequestrato una mia meditazione su Fatima e sul valore del
castigo, in cui osservavo che la parola viene dal latino
castus, casto".
Ma nel Vangelo o nel catechismo non v'è traccia di castighi
corporali da infliggere ai figli.
"Non so".
Come non sa? Che cristiano è?
"Io ricordo la frase di padre Pio".
Lasci stare padre Pio. Parlo del Vangelo.
"Io so che il flagellato fu Cristo".
Non per nulla ancora ce lo ricordiamo.
"Ma lo stesso Gesù intrecciò una sferza di cordicelle e
scacciò a frustate dal tempio di Gerusalemme i
cambiavalute".
Suo figlio Mariano sostiene che lei bastonava o frustava lui
RispondiEliminae i suoi fratelli tre volte al mese per far capire loro "che
cosa è giusto e che cosa è sbagliato".
"Deve rispondere delle enormi dichiarazioni che fa. Perché
non sono vere. Di bastonate non ne ha prese mai, neanche
una. Né lui né i fratelli. Un padre che facesse una cosa
simile sarebbe manifestamente uno squilibrato. Ora è
indubbio che se io avessi qualche problema d'equilibrio
mentale, dopo tutte le diffamazioni e le sofferenze che mi
sono state inflitte a quest'ora mi sarei già buttato dalla
finestra. Invece sopporto pazientemente. Nella Bibbia è
scritto: "Il Signore castiga coloro che gli stanno vicino"".
È vero che ha costretto i suoi figli a dormire sul
pavimento?
"Una sola volta, Mariano e Giuseppe, per due ore. Hanno
dormito su un tappeto steso sul parquet, ben coperti. E
quando mi sono coricato io, si sono infilati nel letto anche
loro. In campeggio la gente dorme per terra all'addiaccio
per un mese e nessuno trova nulla da ridire".
Perché li fece dormire due ore sul pavimento?
"Per punizione. Non ricordo il motivo".
Che senso ha?
"I santi eremiti riposavano per terra. L'unico problema del
dormire è aver sonno. In casa mia, grazie a Dio, nessuno ha
mai preso il Tavor. E poi non capisco: gli ortopedici
consigliano di mettere l'asse sotto il materasso per dormire
sul duro. Che cosa c'è di meglio del pavimento, dico io".
È vero che li ha tenuti a pane e acqua?
"È accaduto un venerdì santo a mezzogiorno. Il digiuno
prescritto dalla Chiesa. E solo per i figli più grandi, che
hanno aderito spontaneamente".
E che li ha privati della televisione, della radio, del
computer?
"Della Tv ho già detto. Di radioregistratori me ne hanno
scassati quattro o cinque. Il primo computer fu acquistato
per Chiara, 21 anni, che frequentava il liceo artistico. Ora
ne hanno tre o quattro, uno collegato a Internet".
È vero che imponeva ai figli maggiorenni di rincasare non
oltre mezzanotte e mezzo e se ritardavano rischiavano, com'è accaduto in un
paio d'occasioni, di doversi cercare giacigli di fortuna?
"Se sia accaduto due volte o una sola, non lo rammento. Ma
avevo imposto questa regola perché fossero tutti in grado,
il mattino seguente, di fare il loro dovere sul posto di
lavoro. Non credo che se uno va a letto alle tre il giorno
dopo sia in grado di rendere al meglio".
E dove sono andati a dormire quelle due notti, o una?
"In auto. Ma era estate".
Come mai non dava ai suoi figli le chiavi di casa?
"Era solo Mariano che creava problemi. Non potevo aver
fiducia in lui perché aveva dimostrato d'essere... non so
che termine usare, molto disordinato, ecco. Gli altri figli
mi hanno confidato che in mia assenza s'era portato su le
ragazze e aveva fatto di tutto.
Una volta la famiglia al
RispondiEliminacompleto è andata a trovare suor Maria Pia, clarissa in
Liguria, e lui s'è rifiutato di venire con noi. Al rientro
abbiamo trovato la porta spalancata: aveva chiamato un
fabbro ferraio per far scassinare la serratura col trapano".
È vero che per una musicassetta dei Duran Duran punì i
quattro maschi?
"Gradivo sapere che cosa mi entrava in casa. Gli Stati
mettono le dogane e io come capofamiglia non ho il diritto
di sapere che cosa mi entra in casa? La cassetta era stata
nascosta, fu trovata da mia moglie. Non so neppure, neanche adesso, chi siano i Duran Duran.
Ma era stato infranto un principio. Volevo che dicessero la verità. Chiesi
di chi fosse il nastro.
Nessuno dei ragazzi rispose. Li feci stare sul pianerottolo
una mezz'oretta".
Dal processo è emerso che lei ha impedito ai suoi figli
persino di giocare?
"Ma se casa nostra era più animata di un asilo infantile! Un
disastro di giochi. Per raccoglierli da terra mia moglie e
io dovevamo usare il box pieghevole del bambino più
piccolo".
Davanti ai giudici Mariano ha raccontato: "Non dimenticherò mai quanto
accadde un giorno a uno dei miei fratelli, Giovanni o Giuseppe. Aveva
mangiato un dolce senza autorizzazione: la ritorsione fu pesantissima. Mio
padre lo prese e gli ficcò la testa in una bacinella colma d'acqua,
tenendolo fermo sino ai primi sintomi di soffocamento".
"È falso. Non ricordo chi fosse dei due. Gli ho solo messo
la testa un attimo sotto l'acqua corrente del rubinetto per
rinfrescargli le idee".
I suoi "non ricordo" sono un po' troppo frequenti.
"Sto solo cercando di ricostruire, mi creda, d'interpretare
queste esternazioni del mio disagio davanti a certe
ribellioni dei figli. Il fatto che non ricordi è la
dimostrazione che li ritenevo atti normali, né ingiusti né
pericolosi".
In tribunale Mariano ha mostrato al giudice Silvia Monaco
RispondiEliminauna cicatrice vicino al naso, esito di una ferita che lei
gli avrebbe procurato a colpi di bastone, tanto che suo
figlio si fece medicare al pronto soccorso dell'ospedale San
Maurizio.
"Non è vero, non è assolutamente vero. Non esiste agli atti
del processo nessun referto medico o certificato di pronto
soccorso che attesti lesioni traumatiche sui miei figli.
Mariano ha una piccola cicatrice vicino al naso per una
ferita che s'è procurato da solo con la lente degli
occhiali".
Insomma, lei sarebbe vittima di una macchinazione? È questo che mi sta
dicendo?
"Le racconto solo un episodio. In gita al lago di Carezza
suor Elena è inciampata ed è caduta a faccia in giù,
rompendosi due denti e spaccandosi il labbro. La prima
domanda che le hanno rivolto al pronto soccorso del San
Maurizio è stata: "Suo padre le ha dato un paio di pugni?".
Si sono organizzati per questa cosa, sa? La cricca di
massoni ha contatti estesi. È un piccolo centro, Bolzano.
Però cari miei...".
La psicologa Lucia Martinelli ha certificato che il suo
ultimogenito soffre di disturbi della personalità provocati
dall'ansia accumulata in famiglia.
"Il pubblico ministero Donatella Marchesini ha ordinato
questa perizia dalla quale risulterebbe che Emanuele, a quel
tempo minorenne, aveva una personalità "borderline". Mio
figlio oggi ha 19 anni e studia da chef all'Alberghiero di
Merano. È stato visitato dal professor Anselmo Zanalda,
neuropsichiatra di Torino, un luminare, che lo ha trovato
perfettamente normale. Idem una psicologa di Bologna".
Suor Elena durante la deposizione ha rivelato: "Ricordo che
mia nonna si lamentava perché Mariano andava da lei per
guardarsi film in cassetta a luci rosse". Non pensa che
questa dichiarazione provi il fallimento dei suoi sistemi
pedagogici?
"No. Il sistema pedagogico di Gesù verso gli apostoli non
doveva produrre un Giuda. "Il cuore dell'uomo è un posto
libero: puoi edificarci un paradiso o scavarci un inferno",
recita un proverbio della saggezza ebraica. Lucifero era un
angelo di luce ed è diventato un demonio. Martin Lutero era
partito bene ed è finito male. Dalla sera alla mattina
possiamo diventare di tutto. Anche svegliarci musulmani".
Perché Mariano è diventato così? Se l'è mai chiesto?
RispondiElimina"L'ho sempre visto come un figlio che nei disegni divini
poteva dare e fare tanto. Stava per diventare francescano.
Ha vissuto per un paio d'anni in convento a Cassino".
E dunque?
"È il mysterium iniquitatis che Sant'Agostino condensa nelle parole amor sui
usque ad contemptum Dei, l'amore di sé fino al disprezzo di Dio. È il
disordine morale che disintegra l'ordine originario voluto dal Creatore.
Mariano deve aver fatto delle brutte esperienze, visto qualcosa. Per
reazione è passato dalla religione dello spirito a
quella della carne. Mi sono trovato un kamikaze in casa.
Dava cattivi esempi ai fratelli".
Tipo?
"S'alzava a mezzogiorno, bighellonava al bar, si metteva in
malattia per non andare al lavoro. Ha cambiato una decina di posti. Nessuno
gli garbava. Diceva che i padroni sfruttano gli operai".
Lei riconosce d'aver commesso qualche reato o esagerato?
"Se ho fatto qualcosa, mi rivolgo a Domineddio che vede e sa e può
giudicare. Personalmente credo d'aver sempre amato i miei figli e d'aver
cercato di correggerli, anche con metodi forti quando serviva. Però i fatti
sono stati gonfiati. S'è costruito un libro di balle".
Fu picchiato o punito severamente da piccolo?
"Ai miei tempi le prendevano tutti. Sberle dal papà. Sberle
dalla mamma. Sberle dal curato. Sberle dal maestro. A scuola ci percuotevano
le nocche delle dita col metro di legno. Sa che cosa mi hanno detto i
carabinieri quando sono stato convocato in caserma? "Guardi, signor Nalin,
le carceri di via Dante sono piene di giovani che non hanno mai preso una
sberla in vita loro"".
Quali strumenti educativi sono leciti, a suo avviso, in
RispondiEliminafamiglia?
"La cultura in cui sono cresciuto io era questa: se facevi
qualcosa di sbagliato, lo era per tutti, i genitori, il
maestro, il prete, gli amici, il vigile. Li avevi contro,
erano solidali nel farti capire le tue mancanze. Adesso
dicono che i nuovi criteri pedagogici sono migliori. Però mi
risulta che Benjamin Spock, osannato fautore del
permissivismo in famiglia, prima di morire sia tornato sui
propri passi, abbia detto: "Scusate tanto, mi sono
sbagliato". Ed era titolare di una cattedra di sviluppo
infantile in America. Il suo libro sulla cura del bambino l'avevano
ribattezzato "la Bibbia delle madri". Non ho mai né traumatizzato né ferito
i miei figli. Sono belli, nutriti,
educati. "Ce ne fossero al giorno d'oggi di ragazzi così!",
esclamano quelli che li conoscono".
Si sente perseguitato?
"Sì, e non credo d'essere l'unico di questi tempi, basti
pensare al linciaggio subìto da Rocco Buttiglione per aver
espresso le sue opinioni sulla famiglia davanti al sinedrio
europeo. Non mi reputo un delinquente, eppure la prima
sanzione è stata quella di allontanarmi per sei mesi da
casa. Moglie e figli hanno presentato un'istanza al Pm per
farmi rientrare. Bocciata. Ho dovuto scontare fino all'ultimo
secondo l'esilio dalle mura domestiche, nonostante i miei
cari m'aspettassero a braccia aperte".
È sicuro di questo?
RispondiElimina"Arcisicuro. Ho chiesto a padre Pio una famiglia fondata sulla roccia, non
sulla sabbia. Hanno fatto di tutto per buttarmela giù con questo fiume di
calunnie e di fango. Non ci sono riusciti. È stata persino prospettata a mia
moglie la possibilità di andare a vivere per conto suo, insieme con i
ragazzi, chiedendo la separazione. "Io amo mio marito", ha risposto Marisa,
"sono d'accordo con il suo modo di educare, non lo lascerò mai"".
Dove ha abitato in quei sei mesi?
"Da amici e conoscenti. È stato umiliante".
È vero che in casa ha una cappella?
"Sì. Tre metri per due".
Con le vetrate policrome.
"Una piccola immagine dell'Immacolata fissata alla
finestra".
E le stazioni della via crucis.
"Anche. Sono di carta".
E decine di statue di santi.
"Solo un padre Pio scolpito nel legno, un Cristo e una
Madonna. Non credo che sia reato. Però quelli che si mettono in casa la
Venere di Lesbo sono considerati normali mentre io passo per un pervertito".
Possibile che non ci sia nulla di vero in ciò che ho letto sui giornali?
"Hanno scritto che obbligavo i miei figli a pregare tre-quattro ore al
giorno. Assurdo. Mi hanno diffamato in tutti i modi. L'Alto Adige ha
strombazzato che ero nel mirino della Curia di Bolzano. Ho alzato il
telefono e ho parlato col vescovo in persona. "Claudio, non ne so niente",
mi ha risposto. Per scrupolo ha provato a chiedere al suo vicario generale:
"Menzogne". Be', ho replicato io, allora fate una smentita. Se n'è
incaricata la Consulta diocesana dei movimenti laici, di cui faccio parte. È
uscita solo dopo un mese di sollecitazioni. Un francobollo di due righe a
pagina 23".
Però don Fabio Chiarani, cappellano a Caldaro, ha dichiarato che i suoi
"atteggiamenti vanno giudicati con molta severità", e che "il tribunale ha
fatto molto bene a infliggere una dura pena a chi distorce in questo modo la
fede", e che lei ha bisogno di "cure adeguate, perché, non ci sono dubbi, un
soggetto simile è malato".
"Potrei denunciarlo. Ma non lo faccio. A Bolzano lo sanno
anche i sassi che si tratta di un prete un po' sbilenco. Tempo fa ha
invitato tutti i divorziati desiderosi di accostarsi ai Sacramenti ad andare
da lui che gliela dà. Celebra riti con gli islamici. L'Alto Adige lo
interpella sulle questioni di fede come fosse il Papa e cestina le lettere
in mia difesa".
Ma se ho visto con i miei occhi la lettera della signora Cristina Bissaro,
madre di sei figli, che si onora d'esserle amica e afferma d'aver messo su
una famiglia così numerosa seguendo il suo esempio.
"È stata subito controbilanciata da questa risposta di un'altra lettrice:
"Anche nella persona più esemplare si può nascondere un mostro". Testuale:
un mostro".
Come mai ha affrontato l'udienza preliminare davanti al giudice Carla
Scheidle col rosario fra le dita? Non ha fiducia nella giustizia?
"Tenevo la corona nella mano nascosta sotto la spalla. È bastato che la
spostassi un attimo per metterla in tasca e i cronisti mi hanno fulminato.
Padre Pio definiva il rosario "l'arma". Lo usava contro il Maligno. I
diavoli prendevano a legnate il santo, la sua cella era piena di schizzi di
sangue. Comunque Gesù ha insegnato: "Beati voi quando, mentendo, diranno
ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate".
Nel mio animo c'è gioia. Non sarei mai capace di riversare su chi mi
perseguita tutto l'odio che ho ricevuto. A me preme soprattutto la
giustizia di Dio. In quella ho piena fiducia". Signor Nalin, quand'è stata
l'ultima volta che ha baciato o abbracciato i suoi figli? "Io questo
veramente non lo so. Li ho baciati e coccolati quand'erano piccoli. Poi
subentra il pudore dei sentimenti, sono loro i primi a non gradire le
smancerie dei [...]
Avevo letto della scandalosa vicenda, emblematica circa il disprezzo della famiglia che trasuda da certe sentenze. Il troglodita è colui che definisce troglodita un padre che esercita il suo ruolo.
RispondiEliminaIn questi casi urge il trattamento sanitario obbligatorio! Scimmie!!!
RispondiEliminaDIO aborrisce il peccato quindi terremoti e altro sono anche castighi che LUI PERMETTE io sono un Arcangelo che cerca solo di far capire che senza i
RispondiEliminacastighi il mondo andrebbe in rovina totale. rifellette ora prima che sia troppo
tardi
Con tutto rispetto, caro Filippo, il trattamento sanitario obbligatorio necessiterebbe a lei.
RispondiEliminaCaro Silente,
RispondiEliminasi vede lontano un miglio che quelle di Filippo sono battute sarcastico-paradossali, che volgiono lanciare un messaggio OPPOSTO a ciò che sembrano affermare.
Ah si? Sicuro?
RispondiEliminaNo, assolutamente. Io non sono affatto sarcastico in questo caso. Vorrei chiedere, a quanti considerano il tale Nalin una specie di martire della fede, visto che
RispondiEliminaritenete del tutto leciti i metodi educativi di questo signore, li applichereste ai vostri stessi figli e familiari? Proibireste ai vostri figli di ascoltare la musica che amano? Se disobbedissero ai vostri ordini e proibizioni, li fareste dormire sul nudo pavimento per punirli? Qualora mangiassero un ciccolatino senza permesso, metteresta la loro testa sotto l'acqua fredda del rubinetto??? Forza, vediamo se avete il coraggio di rispondere.
Enrico, tu non dici nulla? Faresti quelle cose ai tuoi figli?
Appunto, quod erat demostrandum. Ecco un apolegeta del dott. Spock, pentito troppo tardi, del '68 e del permissivismo. Spero che i suoi figli si candidino al "Grande Fratello".
RispondiEliminaIo spero invece che tu e quelli come te non abbiate mai figli.
RispondiEliminaDe Mattei è ormai incontrollabile, sembra Bossi. Cita sempre Sodoma e Gomorra, episodio nel quale Dio scatena la vendetta ma solo dopo aver accertato la totale assenza di innocenti (altrimenti avrebbe risparmiato il castigo) ma dimentica di citare quell'altro passo della Genesi in cui Dio, subito dopo il diluvio universale, proclama solennemente che mai più avrebbe colpito indistintamente gli uomini. E' questo l'insegnamento ricordato dal padre Cantalamessa nell'omelia del venerdì santo: questi eventi calamitosi dove periscono senza differenze giusti e ingiusti non possono essere attribuiti a Dio.
RispondiEliminaIl castigo del peccato è l'infelicità in terra e l'inferno nell'altra vita (credo si riferisse a questo anche Benedetto XVI) e non credo che sia una conseguenza migliore.
dire che Mucci possa anche solo lontanamente appartenere alla falange modernista mi sembra semplicemente dettato da ignoranza o malafede
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