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sabato 26 marzo 2011

"Messa in latino: nuovo passo avanti"

di Andrea Camaiora

Il settimanale Panorama anticipa: «I tradizionalisti esultano. Finalmente sono pronte per la pubblicazione le norme di applicazione del “motu proprio Summorumpontificum” che liberalizza l’uso dell’antico rito tridentino in latino per la messa. Le nuove regole chiariscono una volta per tutte che non esiste un numero minimo di fedeli necessario per chiedere la celebrazione della messa con il vecchio rito». Sarà perché, come ha scritto il vaticanista Andrea Tornielli la scelta di permettere l’uso dell’antico messale si è rivelata un successo. Ecco le cifre fornite dal direttore del giornale online La Bussola Quotidiana: «Il 14 settembre 2010, a tre anni esatti dall’entrata in vigore del motu proprio SummorumPontificum di Benedetto XVI, che nel 2007 ha liberalizzato l’uso dell’antico messale preconciliare offrendo la possibilità ai gruppi di fedeli legati alla messa tradizionale di rivolgersi direttamente ai parroci, è stato effettuata una statistica sulla situazione.L’ha resa disponibile nei giorni scorsi il gruppo PaixLiturgique, in una newsletter. La rilevazione, non soltanto quantitativa ma anche qualitativa, è stata eseguita su trenta Paesi, quelli in cui il cattolicesimo è più saldamente presente: si è studiato il numero delle messe antiche disponibili, ma anche la loro frequenza e il loro orario, valutando, ad esempio, se si tratti di orari adeguati per la famiglia. È stata dunque monitorata la situazione in Spagna, Portogallo, Irlanda, Svizzera, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Gran Bretagna, Polonia, Francia, Paesi Bassi, Ungheria, Austria, Canada, Stati Uniti, Messico, Colombia, Cile, Brasile, Argentina, Australia, India, Filippine, Nuova Zelanda, Sud Africa, Gabon e Nigeria.Le informazioni sono state attinte da almeno due fonti indipendenti l’una dall’altra. La messa tridentina è celebrata in 1.444 luoghi. Di questi, 340 hanno la messa in un giorno durante la settimana; 313 hanno la messa domenicale ma non regolarmente e dunque non ogni settimana; 324 hanno la messa ogni domenica ma non in orario adeguato per le famiglie (vale a dire al di fuori dell’arco temporale compreso tra le 9 e le 12). Infine, 467 luoghi hanno messe ogni domenica con orario adeguato per le famiglie. In pratica c’è una messa family friendly ogni 3 (32,3 per cento), mentre una messa ogni quattro non è celebrata la domenica.Interessante, infine, anche il paragone con le messe celebrate dalla Fraternità San Pio X, non conteggiate nella prima statistica, che ha invece preso in considerazione quelle celebrate secondo il motu proprio. Le messe gestite dai gruppi «lefebvriani» sono in tutto 690, praticamente una ogni due di quelle celebrate invece secondo il motu proprio e in piena comunione con Roma. Nonostante le difficoltà e le resistenze, la messa antica viene, seppur lentamente, conosciuta da un numero sempre maggiore di persone».
Fonte: Vocealta, via Papa Ratzinger blog

71 commenti:

  1. ho paura a dirlo, (pensando ai temibili inopinati "risvolti" di quelle norme....) ma comunque lo dico:
       Laudetur Iesus Christus.

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  2. <span>ho paura a dirlo, (pensando ai temibili inopinati "risvolti" di quelle norme....) ma comunque lo dico:  
       Laudetur Jesus Christus.</span>

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  3. LAUDETUR JESUS CHRISTUS

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  4. aspetta e spera - cantava l'itala gente (purtroppo) iin un certo passato.....

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  5. Miracolo! Durante le celebrazioni di un centenario di fondazione,  nel nuovo altare post conciliare ha fatto bella mostra al centro la croce gloriosa con dei bei candelieri ai lati. Tutti eravamo entusiasti.
    Il responsabile era molto timoroso e si domandava che sortilegio avrebbe mai fatto il vescovo a ri-vedere quella croce posta nel bel mezzo dell'altare. Unica peca....rivolta verso il popolo. BENE..... il vescovo  che presiedeva la celebrazione informato della cosa, ha voluto che la croce fosse girata  dando il crocifisso al celebrante e quindi ha rivoluto al croce al centro. Semi dunque che danno vita a nuova vita...... se i semi lanciati dal papa stanno producendo lentamente i frutti. naturalmente qualche presbitero ultra progressista e sessantottino a storto la bocca. Ninete paura....i laici eravamo tutti felicissimi.


    Sarò così anche per la messa V. O. affiancherà pian piano nelle parrocchia la N.O. fino ad avere come auspicato tra un quarto di secolo un nuovo messale che attinge dal vecchio e dal nuovo. 

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  6. Mettiamo le cose a posto26 marzo 2011 alle ore 17:27

    Spero che accettiate una opinione contraria alla vostra.Non so su quale base sia stata fatta questa indagine statistica.Vi posso parlare della situazione della Arcidioscesi di Napoli e Diocesi di Pozzuoli(Na).
    Nella prima i centri Messa Tridentina sono due uno a Piazza Trieste e Trento e una a Via Foria gestito dalla Fraternità Pio X.E' una cappella  piccolissima.Ho frequentato Il centro a piazza Trieste e Trento il quale celebra la Messa alle 18 di ogni sabato.Ho contato una media di persone che oscilla tra i 15 e 5 perlopiù appartenenti all'associazione Unavox.Non mi risulta che,oltre questa chiesa,ci siano altre parrocchie ,nella Arcidiocesi di Napoli,nelle quali la Messa Tridentina sia celebrata. Nella Diocesi di Pozzuoli poi non ci sono celebrazioni della Messa Tridentina nè centri Messa evidentemente per assenza di richieste.Almeno nella mia città non c'è questa  grande seguito nè interesse.

    Mi sembra paradossale pensare che il Messale di Pio V addirittura soppianti il Messale del 1969.Non credo proprio non mi sembra una ipotesi molto credibile.A me sembra che ,la maggior parte dei cattolici, non sia interessata al Messale di Pio V.Sembra più che altro propaganda che verità.

    Presto vi darò conto anche fotograficamente della situazine di Napoli.Comunque credo che vo siete messi su una strada sbagliata,il vostro atteggiamento,di fatto,danneggia il Messale di Pio V non lo favorosce perchè voi lo contrapponete al Messale del 1969 e questo è sbagliato.Pensateci!!

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  7. Non è che il rimedio sarebbe peggiore del male?

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  8. Le rose fioriranno. Tutti sospiriamo il Documento nuovo.
    Intanto  aiutiamo le conversioni al rispetto del diritto, ossia stiamo in guardia contro gli abusi di entrambe le forme. Adios.

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  9. Ieri il Coordinamento Pugliese Ecclesia Mater ha avuto la gioia grande di stringersi attorno al Card.Raymond Leo Burke nella Celebrazione di una bellissima Santa Messa in Cattedrale, sia pure nel rito di Paolo VI. Con una magnifica S.Cantorum, e tanta gente. Posso garantirvi che c'era  una quasi uguale solennità ...tridentina. Chiaro che la prossima -a Dio piacendo- sarà tridentina. C'erano solo 6 concelebranti.
    Al mattino  in Aula Aldo Moro dell'Università  hanno avuto luogo magistrali lezioni su "Liturgie secolarizzate e Diritto". La Lezione centrale l'ha tenuta ovviamente Sua Eminenza. 
    Speriamo Pubblicare gli Atti al più presto. Una giornata davvero piena e interessantissima.La gioia nostra con la vostra s'accresce. Ora si gurda a Roma. Al Convegno del 14 e 15 maggio pv.

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  10. Anzitutto il messale riformato non è del '69. Mettiamo i puntini sugli i. Secondariamente la contrapposizione dei due messali al massimo favorisce quello del Beato Giovanni XXIII, dato che da una lettura sinottica dei due testi trasparisce la la potenza mistica, teologica, devozionale, biblica e soprattutto CATTOLICA dell'antico rispetto al riformato. Se invece lei con le sue parole volesse intendere che noi si fa del messale una bandiera(secondo l'infelice espressione del sedicente priore di bose, sempresialodato), bè mi sembra che quasi nessuno in questo blog abbia mai sostenuto la non-validità del novello messale, CONTAPPONENDOLO all'antico, quasi questo fosse fonte di ogni eresia, e quello unico baluardo di salvezza(anche se sulla seconda ci andiamo vicini). E ancora nessuno si sogna che il Tridentino soppianti il Riformato-o, come lo chiama lei, il messale del 1969-, piuttosto noi ci si augura una compenetrazione dei due messali, al fine di arricchirsi vicendevolmente, e questo non lo diciamo noi: questo lo dice il Papa. Per quanto riguarda il concorso dei fedeli all'augusto e venerando rito antico, non so proprio cosa dirle... a me sembra che su questo stesso sito siano state pubblicate foto di messe in forma straordinaria a Napoli con amplio concorso di fedeli...poi veda lei... qui da me a Piacenza una messa antica riempie le basiliche abbaziali.

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  11. ma a Napoli non c'era la messa VO anche alla Chiesa dei Girolamini ? o é stata un'avventura isolata ?  http://blog.messainlatino.it/2010/12/la-messa-di-sempre-napoli.html

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  12. Carissimo "mettiamo le cose a posto" .
    Essendo napoletano per parte di mamma, mi permetto di dialogare con un mio quasi compaesano.
    Personalmente non ho mai detto che la Messa di Paolo VI non è valida (è quella che celebro di consueto anche se con alcuni aggiustamenti possibili con questo rito..... ad es. l'inginocchiatoio alla comunione, sei candelieri sull'altare (coram Deo) con croce al centro.....), velo sul calice, borsa, manipolo, ecc...
    Effettivamente se di punto in bianco cominciassi a dire solo messe di San Pio V (messale che ritengo di gran lunga più bello e profondo) il popolo non capirebbe e sarebbe disorientato (purtroppo) ..... però ho cominciato con celebrazioni settimanali e ormai le persone si sono abituate e apprezzano...... ne risulta migliorata anche la comprensione della Messa di Paolo VI.
    Penso che in ogni diocesi ci dovrebbero essere nelle parrocchie più grandi nei giorni festivi delle Messe col Messale di San Pio V, tante persone farebbero conoscenza con questo rito bellissimo.
    Per me il difetto principale della Messa di Paolo VI è l'offertorio che è stato mutilato rispetto al passato e il fatto di dire il canone ad alta voce, se si facessero correzioni in questo senso sarebbe più accettabile.....
    Comunque..... ci deve essere prima nel cuore una certa conversione interiore, messuno ti obbliga a dire la Messa di San Pio V, ma penso che bisogna dare a tutti la possibilità di conoscere e apprezzare il rito tridentino, mentre devono sparire gli abusi dalla Messa di Paolo VI, come la comunione sulla mano e in piedi (che per me è un controsenso) e i canti rocchettari con i paramenti di plastica quando ci sono, e tutta sta folla di ministri straordinari....... 
    don bernardo 

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  13. FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO FOTO!!!!!

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  14. Mi sembra di riconoscere in colui che vuole mettere le cose a posto il blogger neocaetcumenale ai molteplici nick  che già più di una volta ci ha detto che la Santa Messa di  sempre non interessa quasi nessuno  in quel di Napoli, che è per quattro gatti e via dicendo.
    Nulla di nuovo dunque, salvo il nick.

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  15. che già l'ora s'avvicina, quando saremo vicino a te noi ti daremo un'altra veste e un'altro messal. 8-) 8-) 8-) 8-)

    ( tremate sacerdoti reticenti, per paura o per odio, alla celebrazione della S.Messa in forma straordinaria ).

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  16. la legge nostra è schiavitù d' Amore...

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  17. Mi pare che Napoli sia stata la patria di Ursi  necerrimo nemico di Siri e dato anche lui papabile nel 1978. Per fortuna non è stato eletto. Amico dello schieramento ultra progressita ha creato negli anni 70 sacerdoti indottrinati ad hoc. 

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  18. Caro "Mettiamo le cose a posto" perché ti brucia tanto che ci siano solo poche persone a Napoli che frequentano la messa V.O.? Da buon progressista dovresti gioire del fallimento!!!
    Oppure hai paura che il successo della messa V.O. messo in luce dal sondaggio contagi anche Napoli?
    Non ti crucciare, rilassati, riponi la speranza nel Signore, solo Lui salverà la Sua Chiesa.

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  19. ... in aeternum amen.......

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  20. Il motto nostro è " Introibo ad altare Dei" ;) ;)

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  21. La maggior parte delle persone che vanno a messa non è interessata al messale di San Pio V, è vero, ma tanto meno a quello di Paolo VI. La gente che va a messa, generalmente, non sa nemmeno che la messa viene celebrata con un messale inventato nel 1969; è già tanto se sa cos'è un messale. Se non posso esultare ed indulgere in autocelebrazioni i sostenitori del messale di San Pio V, tanto meno possono farlo quelli del messale montiniano. Il messale riformato è stato imposto brutalmente, non lo ha certo chiesto il popolo, invece, il messale di San Pio V è desiderato perchè amato. In ogni caso, siccome la Chiesa è ormai diventata un grande mercato del pesce e della verdura, i pescivendoli ed i verdurai di turno si adatteranno alle esigenze di mercato, fornendo ai loro clienti il prodotto più richiesto al momento, spacciandolo sempre per il più fresco e genuino. Io penso che la contrapposizione tra Messale Romano e Messale Riformato (per chi ancora crede nell'origine soprannaturale della Chiesa) sia necessaria ed ineludibile, il cardine stesso su cui ruota tutta la spiritualità, la dottrina, la teologia, la cultura cattolica di oggi. Dire che non esiste contrapposizione tra i due messali o tra il magistero post- conciliare e quello pre-conciliare, significa negare l'evidenza, significa ammettere che la questione liturgica consiste solo in un problema di estetica, di forma e non di sostanza, quando, gli stessi inventori e cultori della nuova liturgia dicevano e continuano a dire che la nuova liturgia sottende una <span>nuova</span> ecclesiologia, diversa da quella pre-conciliare.

    Colgo l'occasione per rinnovare i miei sentiti ringraziamenti alla Chiesa Conciliare ed annessi papi, per avermi aperto gli occhi, aiutandomi a perdere del tutto la fede nel soprannaturale, rendendomi quindi libero da ogni superstizione, per quanto meravigliosa.

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  22. <span>La maggior parte delle persone che vanno a messa non è interessata al messale di San Pio V, è vero, ma tanto meno a quello di Paolo VI. La gente che va a messa, generalmente, non sa nemmeno che la messa viene celebrata con un messale inventato nel 1969; è già tanto se sa cos'è un messale. Se non possono esultare ed indulgere in autocelebrazioni i sostenitori del messale di San Pio V, tanto meno possono farlo quelli del messale montiniano. Il messale riformato è stato imposto brutalmente, non lo ha certo chiesto il popolo, invece, il messale di San Pio V è desiderato perchè amato. In ogni caso, siccome la Chiesa è ormai diventata un grande mercato del pesce e della verdura, i pescivendoli ed i verdurai di turno si adatteranno alle esigenze di mercato, fornendo ai loro clienti il prodotto più richiesto al momento, spacciandolo sempre per il più fresco e genuino. Io penso che la contrapposizione tra Messale Romano e Messale Riformato (per chi ancora crede nell'origine soprannaturale della Chiesa) sia necessaria ed ineludibile, il cardine stesso su cui ruota tutta la spiritualità, la dottrina, la teologia, la cultura cattolica di oggi. Dire che non esiste contrapposizione tra i due messali o tra il magistero post- conciliare e quello pre-conciliare, significa negare l'evidenza, significa ammettere che la questione liturgica consiste solo in un problema di estetica, di forma e non di sostanza, quando, gli stessi inventori e cultori della nuova liturgia dicevano e continuano a dire che la nuova liturgia sottende una <span>nuova</span> ecclesiologia, diversa da quella pre-conciliare.  
     
    Colgo l'occasione per rinnovare i miei sentiti ringraziamenti alla Chiesa Conciliare ed annessi papi, per avermi aperto gli occhi, aiutandomi a perdere del tutto la fede nel soprannaturale, rendendomi quindi libero da ogni superstizione, per quanto meravigliosa.</span>

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  23. <span><span>La maggior parte delle persone che vanno a messa non è interessata al messale di San Pio V, è vero, ma tanto meno a quello di Paolo VI. La gente che va a messa, generalmente, non sa nemmeno che la messa viene celebrata con un messale inventato nel 1969; è già tanto se sa cos'è un messale. Se non possono esultare ed indulgere ad autocelebrazioni i sostenitori del messale di San Pio V, tanto meno possono farlo quelli del messale montiniano. Il messale riformato è stato imposto brutalmente, non lo ha certo chiesto il popolo, invece, il messale di San Pio V è desiderato perchè amato. In ogni caso, siccome la Chiesa è ormai diventata un grande mercato del pesce e della verdura, i pescivendoli ed i verdurai di turno si adatteranno alle esigenze di mercato, fornendo ai loro clienti il prodotto più richiesto al momento, spacciandolo sempre per il più fresco e genuino. Io penso che la contrapposizione tra Messale Romano e Messale Riformato (per chi ancora crede nell'origine soprannaturale della Chiesa) sia necessaria ed ineludibile, il cardine stesso su cui ruota tutta la spiritualità, la dottrina, la teologia, la cultura cattolica di oggi. Dire che non esiste contrapposizione tra i due messali o tra il magistero post- conciliare e quello pre-conciliare, significa negare l'evidenza, significa ammettere che la questione liturgica consiste solo in un problema di estetica, di forma e non di sostanza, quando, gli stessi inventori e cultori della nuova liturgia dicevano e continuano a dire che la nuova liturgia sottende una <span>nuova</span> ecclesiologia, diversa da quella pre-conciliare.    
       
    Colgo l'occasione per rinnovare i miei sentiti ringraziamenti alla Chiesa Conciliare ed annessi papi, per avermi aperto gli occhi, aiutandomi a perdere del tutto la fede nel soprannaturale, rendendomi quindi libero da ogni superstizione, per quanto meravigliosa.</span></span>

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  24. <span><span><span>La maggior parte delle persone che vanno a messa non è interessata al messale di San Pio V, è vero, ma tanto meno a quello di Paolo VI. La gente che va a messa, generalmente, non sa nemmeno che la messa viene celebrata con un messale inventato nel 1969; è già tanto se sa cos'è un messale. Se non possono esultare ed indulgere ad autocelebrazioni i sostenitori del messale di San Pio V, tanto meno possono farlo quelli del messale montiniano. Il messale riformato è stato imposto brutalmente, non lo ha certo chiesto il popolo, invece, il messale di San Pio V è desiderato perchè amato. In ogni caso, siccome la Chiesa è ormai diventata un grande mercato del pesce e della verdura, i pescivendoli ed i verdurai di turno si adatteranno alle esigenze di mercato, fornendo ai loro clienti il prodotto più richiesto al momento, spacciandolo sempre per il più fresco e genuino. Io penso che la contrapposizione tra Messale Romano e Messale Riformato (per chi ancora crede nell'origine soprannaturale della Chiesa) sia necessaria ed ineludibile, il cardine stesso su cui ruota tutta la spiritualità, la dottrina, la teologia, la cultura cattolica di oggi. Dire che non esiste contrapposizione tra i due messali o tra il magistero post- conciliare e quello pre-conciliare, significa negare l'evidenza, significa ammettere che la questione liturgica consiste solo in un problema di estetica, di forma e non di sostanza, quando, gli stessi inventori e cultori della nuova liturgia dicevano, e continuano a dire, che la nuova liturgia sottende una <span>nuova</span> ecclesiologia; quindi, se è nuova, è anche diversa da quella pre-conciliare.      
         
    Colgo l'occasione per rinnovare i miei sentiti ringraziamenti alla Chiesa Conciliare ed annessi papi, per avermi aperto gli occhi, aiutandomi a perdere del tutto la fede nel soprannaturale, rendendomi quindi libero da ogni superstizione, per quanto meravigliosa.</span></span></span>

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  25. <span><span><span><span>La maggior parte delle persone che vanno a messa non è interessata al messale di San Pio V, è vero, ma tanto meno a quello di Paolo VI. La gente che va a messa, generalmente, non sa nemmeno che la messa viene celebrata con un messale inventato nel 1969; è già tanto se sa cos'è un messale. Se non possono esultare ed indulgere ad autocelebrazioni i sostenitori del messale di San Pio V, tanto meno possono farlo quelli del messale montiniano. Il messale riformato è stato imposto brutalmente, non lo ha certo chiesto il popolo, invece, il messale di San Pio V è desiderato perchè amato. In ogni caso, siccome la Chiesa è ormai diventata un grande mercato del pesce e della verdura, i pescivendoli ed i verdurai di turno si adatteranno alle esigenze di mercato, fornendo ai loro clienti il prodotto più richiesto al momento, spacciandolo sempre per il più fresco e genuino. Io penso che la contrapposizione tra Messale Romano e Messale Riformato (per chi ancora crede nell'origine soprannaturale della Chiesa) sia necessaria ed ineludibile, il cardine stesso su cui ruota tutta la spiritualità, la dottrina, la teologia, la cultura cattolica di oggi. Dire che non esiste contrapposizione tra i due messali, o tra il magistero post e quello pre-conciliare, significa negare l'evidenza, significa ammettere che la questione liturgica consiste solo in un problema di estetica, di forma e non di sostanza, quando, gli stessi inventori e cultori della nuova liturgia dicevano, e continuano a dire, che la nuova liturgia sottende una <span>nuova</span> ecclesiologia; quindi, se è nuova, è anche diversa da quella pre-conciliare.        
           
    Colgo l'occasione per rinnovare i miei sentiti ringraziamenti alla Chiesa Conciliare ed annessi papi, per avermi aperto gli occhi, aiutandomi a perdere del tutto la fede nel soprannaturale, rendendomi quindi libero da ogni superstizione, per quanto meravigliosa.</span></span></span></span>

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  26. Caspita! Solo 6 concelebranti! Mi sa che è veramente iniziata la riforma della riforma...

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  27. Essere stati neocatecumenali dev'essere un'esperienza che ti segna per tutto il resto della vita. Gli ex tendono a vedere neocatecumenali dappertutto.

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  28. Caro Enrico, posso domandarle per quale motivo, ultimamente, non ha pubblicato le immagini di parecchie Messe solenni in latino (tridentino e non) officiati in Italia e all'estero da insigni vescovi e cardinali?
    1 - Pontificale del cardinale Burke a Treviso lo scorso 29 gennaio;
    2 - Pontificale dell'arcivescovo Leonard a Bruxelles;
    3 - assistenza del cardinale Bagnasco alla Messa Tridentina di pochi giorni fa;
    4 - Messa solenne in latino nella cattedrale di Bari e Messe Tridentine in altre città pugliesi da parte del Cardinale Burke.
    Perchè privarci di così tante soddisfazioni?

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  29. Mi associo alla richiesta di Francesco B.

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  30. La Messa solenne pontificata da S.E. Burke nella cattedrale di Bari è stata mirabile.
    Ottimo il servizio dei ministranti e un coro a dir poco ..... MAGISTRALE!
    Alla faccia di don Parisi che ha reso quella chiesa un pianto innanzi al volto di Dio!

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  31. concordo... è importante che si sappiano questi successi del VO

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  32. Un mio allievo mi riferisce che la Messa nella cattedrale barese, presieduta dal Card. Burke, ha mostrato a tutti come si debba celebrare rettamente il Novus Ordo: latino, altare coram Deo, paramenti molto belli, un vero pontefice, il servizio all'altare irreprensibile, una schola cantorum di altissimo livello con canti gregoriani e polifonia antica, moderna e contemporanea, un organo ben suonato.
    Imparino S.Ecc.za Cacucci (ovviamete assente) e il suo presbiterio!

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  33. Filippo si è talmente liberato che continua a ronzare attorno ai blog cattolici come una vespa attorno al miele.

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  34. Concordo pienamente.Ricordo,però,che al seminario di Molfetta circolava la parola d'ordine :<< partecipare sempre ad ogni evento ecclesiale>>.Davanti a certi eventi la parola d'ordine sembra essere diventata:<< sciogliete le righe>>!

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  35. certo, tutto quanto è possibile nelle piccole parrocchie di campagna o di montagna ogni domenica, giorno del Signore!
    ma c'erano i paggetti nella cattedrale barese?

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  36. Mettiamo le cose a posto27 marzo 2011 alle ore 16:46

    Rispondo alle questioni sollevate.

    <span>X Areki</span>
    <span></span>
    <span>Caro Areki se le cose che tu fai aiutano le persone ad incontrare Gesù Cristo ben vengano.Mi dici che metti l'inginocchiatoio alla comunione,bene!Spero però che con altrettanto zelo rispetti i fedeli che desiderano  comunicarsi in ginocchio e sulla lingua e lasci a loro la libertà di comunicarsi anche in piedi e sul palmo delle mani come tra l'altro è permesso dalle norme liturgiche e dal Messale Romano.Sono convinto che il buon senso sia sempre opportuno e le rigidità sempre negative sia nell'uno che nell'altro senso.Le cose che dici di fare ,come tu stesso ammetti,sono possibili anche con il Messale di Paolo VI,alludo alla comunione in ginocchio,celebrare verso oriente, etc.Sulla croce sull'altare ricordo che il Messale  di Paolo VI non impone di mettere la croce sull'altare ma può stare anche nelle vicinanze come la stragrande maggioranza delle parrocchie .</span><span>Se conosci Napoli e la Chiesa del Gesù nuovo di Napoli saprai che quando celebrano in uno degli altari laterali,ad un altare ad paretes,il sacerdote si rivolge ad oriente celebrando con il Messale di Paolo VI e ,questo anche prima del Summorum Pontificum, in italiano e chi vuole si può comunicare anche in ginocchio.Per questo mi fa sorridere chi insiste tanto su questi punti come se fossero prerogativa del Messale del 1962.E' questione di gusti rispetto il Messale di Pio V e non condanno nè critico chi lo preferisce.Ma preferisco di gran lunga il Messale di Paolo VI e trovo che le ragioni della riforma liturgica siano sacrosante.I limiti che ho notato nel rito di Pio V sono l'eccessivo complicato ritualismo, e l'eccessivo incentrarsi sul Sacerdote a danno del senso di comunionalità  e lo scarso concorso del popollo di Dio.Troppo poco spazio viene dato alla Parola di Dio.</span><span>Ma sono opinioni personali non ho la pretesa di cambiare la testa di nessuno.Carissmo la proposta si parrocchie con la Messa Tridentina contrastano con il Summorum Pontificum che prevede la celebrazione nelle parrocchie della forma straordinaria del Rito Romano  solo quando esiste un gruppo stabile di fedeli che lo richiede.Il Summorum non mette sullo stesso livello forma ordinaria e straordinaria concedendogli lo stesso spazio.</span>
    <span></span>
    <span>Continua</span>

    RispondiElimina
  37. Mettiamo le cose a posto27 marzo 2011 alle ore 16:49

    La Messa che comunemente ,nelle parrocchie deve essere celebrata è quella di Paolo VI(forma ordinaria del Rito Romano) .Il Messale di Pio V può essere celebrato privatamente anche in assenza di richiedenti ma chiedo:Perchè celebrare la Messa di Pio V pubblicamente in assenza di richiedenti?Mi sembra una forzatura.S<span>ono d'accordo con quanto ha operato la riforma liturgica sull'offertorio.E' un bene che sia stato ridimensionato.Nella Messa Tridentina si da molta importanza all'offertorio,a ciò che l'uomo offre a Dio </span><span>Ma io credo che sia più importante sottolineare che nella Messa è Cristo che si offre a noi,questo la riforma liturgica ha voluto sottolineare.Nell' Eucarestia è Gesù che si offre a noi più che noi offrirci a lui.Ovviamente non c'è nulla di male ad offrire cose a Dio.Penso che prima di conoscere il Rito di Pio V la gente deve anzitutto conoscere Dio perchè ciò non è scontato neanche per i praticanti e credo che i fedeli debbano comprendere e vivere meglio anzitutto la forma ordinaria del Rito Romano che mi sembra ancora lontana dall' essere compresa e vissuta bene nonostane o quaranta anni trascorsi.</span>
    <span></span> 
    <span><span>La comunione sul palmo della mano e in piedi non è affatto un abuso anzi è stato il primo modo usato nella Chiesa fino almeno l'ottavo nono secolo</span> .Ci sono tante testimonianze storiche  che lo confermano come quelle di  Teodoro di Mopsiesta,di Cirirlo di Gerusalemme,Cesario di Arles  etc. Le Chiese orientali,parlo della comunione in piedi,da duemila anni la fanno,non si sono mai inginocchiati anzi nelle chiese ortodosse non esistono neanche i banchi.Certamente bisogna catechizzare e istruire meglio i fedeli per evitare errori,sciatteria,ma bisogna anche tenere conto che dal Concilio di Trento al Vaticano II c'è stato un sostanziale fissismo liturgico ed una relativizzaizione del popolo di Dio.Ma parlare di abusi non è corretto perchè sono state e sono prassi della Chiesa che affondano nelle radici della storia della Chiesa.Sui canti sono d'accordo,però non tutto è da buttare ci sono state anche cose pregevoli e comunque benchè i canti Gregoriani siano bellissimi hanno il difetto di non coinvolgere i fedeli nel senso che canta solo la Schola Cantorum mentre anche i fedeli debbono cantare.Ma su questo sono d'accordo che si deve migliorare.A dire il vero i fedeli cantano poco anche con i canti rocchettari e questo testimonia l'ancora scarsa consapevolezza e partecipazione dei fedeli che in molto caso sono spetta</span><span>tori più che partecipanti.I ministri straordinari sono una cosa positiva ed è strano che tu li critichi perchè oltre che aiutare il parroco nella distribuzione alla Messa portano la comunione agli ammalati  e anziani che nelle grandi parrocchie di città sono molti e i pochi sacerdoti non riuscirebbero a soddisfare le richieste.</span>
    <span></span> 
    <span>
    Caro Don Bernardo tutto va bene anche la Messa Tridentina purchè favorisca anzitutto la comunione ecclesiale e non alimento il fanatismo di chi vuole discutere il vaticano II,la riforma liturgica.Basta un poco di buon senso.</span>

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  38. Mettiamo le cose a posto27 marzo 2011 alle ore 17:01

    Volevo solo dire all'amico che sostine che il Messale do Paolo Vi sarebbe stato inventato dopo il Vaticano II che non è così.La Messa del Post Vaticano II è molto simile alla Messa del primo millennio cristiano.
    Basta leggere la prima apologia di San Giustino martire per notare l'estrema somiglianza della Messa di Paolo VI con quella dei primi nove dieci secoli.La riforma liturgica post Vaticano II ha riportato la Messa al primo millennio sopprimendo alcuni elementi introdotti nell'alto medioevo come le preghiere ai piedi dell'altare,altri elementi aggiunti successivamente come l'ultimo Vangelo etc.Ed ha ripristinato prassi antiche come la liturgia della Parola con tre letture,Secondo San Giustino era anche di più,la preghiera dei fedeli,lo scambio della pace,preenti nella Messa del primo millennio e soppresse lungo i secoli.

    Se fossi in voi sarei più attento a queste affermazioni che non hanno fondamento storico.

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  39. Non ronzo, intervengo, e solo in questo blog.

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  40. Caro "Mettiamo le cose a posto" anche se ovviamente non sono daccordo su tutto quello che dici, apprezzo il tuo tono e ti do atto di buona volontà.
    Mi fa piacere che su alcuni punti sei daccordo con me e penso che se potessimo parlare di persona faccia a faccia potremmo anche apprezzare l'uno il contributo dell'altro.
    Circa i ministri straordinari possono essere utili nelle grandi parrocchie per la visita ai malati, però anche i parroci delle grandi parrocchie dovrebbero visitare i malati, pur facendosi aiutare quando necessario.....
    Mi fa piacere che apprezzi il canto gregoriano.....
    Circa l'offertorio dici una cosa molto giusta: è Cristo che si offre al Padre, proprio per questo secondo me l'offertorio "tridentino" sottolineava l'aspetto sacrificale e questo in continuità anche con le liturgie orientali che hanno un offertorio che già prefigura il sacrificio..... l'offertorio della Messa di Paolo VI non solo è breve, ma è quasi totalmente assente l'aspetto sacrificale.....
    Circa la comunione sulle mani se leggi il libro bellissimo di Mons. Athanasius Sneider potrai comprendere meglio che la comunione sulla lingua e in ginocchio sottolinea meglio la sacralità della liturgia ed è attestata nell'antichità.....
    Quando dici che la Messa di Paolo VI puo e anzi deve essere celebrata con maggior decoro e sacralità mi trovi molto daccordo. Purtroppo nel 1700 e nel 1800 anche la messa tridentina veniva celebratas da alcuni sacerdoti in modo molto strapazzato e senza fede.......
    Come vedi non sono le nostre posizioni tanto inconciliabili e penso che se tu conoscessi dei sacerdoti della Fraternità San Pio X penso che capiresti di trovarti difronte persone innamorate di Gesù e del vero bene della Chiesa e delle anime.......
    Ti saluto augurandoti ogni bene nel comune Signore 

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  41. Se è a me che si riferisce non sono mai stata e mai sarò  neocatecumenale, sono invece sicura di aver riconosciuto chi da un pò di tempo  in qua vuole su questo blog mettere le cose a posto.... se il nick è nuovo il resto è riconoscibile molto facilmente.

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  42. Ovviamente se qualcuno vuole la comunione sulla mano e non vuole inginocchiarsi non gli impongo nulla.....
    Per furtuna sono pochissimi fedeli (due o tre) su tutti gli altri.
    Comunque cerco di non imporre mai niente, anche perchè sono convinto che una Santa Messa ben celebrata parla da sola, un sacerdote veramente immedesimato nella azione liturgica che si offre vittima con la Vittima, insegna più di tanti discorsi.
    E' vero che il Summorum Pontificum parla di gruppi di fedeli che richiedono la santa Messa, perchè allora l'ostruzionismo di tanti Vescovi che hanno ostacolato in mille modi i fedeli che vogliono una celebrazione nel rito straordinario? Perchè il caso Thibeville dove un parroco è stato rimosso solo perchè proponeva anche Santa Messe nella forma straordinaria?
    Perchè il vescovo di Amiens nega le sue chiese ai fedeli che vogliono la Messa Tridentina e li ha costretti a celebrare fuori all'aperto anche d'inverno?
    Il rito di Paolo VI è stato imposto in modo obbligatorio a tutti. Non sarebbe stato più bello proporlo lasciando i sacerdoti e i fedeli liberi di celebrare anche la Santa Messa col messale che c'era..... ?
    Tanti giovani sono assetati di sacralità e di spiritualità, perchè questo odio per il latino? per il canto gregoriano? per i paramenti solenni? i canti polifonici? perchè questo appiattimento, questi preti che tutto sembrano fuorchè ministri di Dio.....?

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  43. fiordaliso????????? ma sei tu quel prete progressista di Castiglioncello (Li) che invece di fare il sacerdote fa l'operatore sociale??

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  44. Non c'erano paggetti. Soltanto il caudatario, perchè S.Em.za è entrato in cattedrale a norma del Pontificale vigente, ovvero in cappa magna, accolto dal parroco in piviale.
    Nelle parrocchie si faccia quello che si può, e nessuno dotato di sano discernimento e di criterio potrà mai pretedere quello che si prepara per un pontificale di un Cardinale, in ogni domenica ordinaria.
    Altro sono tutte, dico tutte le cattedrali italiane ridotte perlopiù a micragnosi covi di minimalisti liturgici, di cerimonieri vescovili degni del campo dei fiori, di musicisi d'accatto che nemmeno alla sagra del fungo porcino sarebbero ammessi a suonare!
    Lei è già spenta, se continua così la rosa si appassirà definitivamente.......

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  45. Mi chiedo allora perchè gli studiosi chiamano più propriamente la Messa di Pio V come Messa damaso-gregoriana.
    Damaso e Gregorio Magno sono stati pontefici nel Basso Medioevo?

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  46. Caro "Mettiamo.....", seconde te, nel primo millennio, la Messa veniva celebrata nelle lingue volgari e nelle parlate locali anzichè in una lingua liturgica fissa e sempre uguale? Secondo te, il sacerdote offriva il Santo Sacrificio rivolto verso la gente? Guarda che sono bastate semplicemente queste due trovate estreme e rivoluzionarie per aver trasformato la Messa, agli occhi di tutti coloro che vi assistono, in qualcosa di completamente diverso ed estraneo rispetto a prima. E ti assicuro che già questo è molto grave. Se poi aggiungiamo che tutto questo (oltre al resto) è stato imposto obbligatoriamente a tutti e per di più all'improvviso, ti lascio immaginare il buon senso avuto da Giovanni Battista Montini in questa sua operazione. Non per niente, appena 2 anni dopo l'introduzione della Messa nuova, egli lamentò che il fumo di Satana era entrato nella Chiesa e che l' "operazione concilio Vaticano II" si era rivelata un "RIGIDO INVERNO", magrado le tante speranze poi andate completamente deluse.
    Se a questo aggiungiamo: crollo della pratica religiosa, svuotamento dei seminari, crisi di identità e perdita di credibilità dei sacerdoti e via dicendo (e tutto avvenuto in meno di un decennio, quindi non si parli di fatalità o di cambiamento della società), possiamo almeno sostenere che l'ultimo concilio non è stato quella "primavera" che quel pacioccone di Roncalli un pò ottimisticamente si attendeva?
    POI, FAMMI UNA CORTESIA: SCRIVI E DICI "SAN PIO V", anzichè semplicemente "Pio V". Altrimenti, dai involontariamente ragione a quei cattolici che si lamentano del fatto che molti preti, da quando c'è stato l'ultimo concilio, hanno cominciato a considerare il culto dei santi una mera "superstizione". Ti ringrazio.

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  47. Bravo Francesco B. e anche tu non dimenticarti di sempre scrivere Beato Giovanni XXIII e (per ancora un mese) Venerabile Giovanni Paolo II, senza dimenticare, ovviamente, il Servo di Dio Paolo VI

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  48. Mettiamo le cose a posto27 marzo 2011 alle ore 19:20

    Caro Don Bernardo

    mi dispiace che solo ora hai compreso che non sono un nemico del Messale di Pio V nè della Fratenità Pio X.Come potrei essere nemico di un Messale che è stato per tre secoli la forma ordinaria del Rito Romano.Quello che mi infastidisce è il fanatismo che circola attorno che purtroppo noto anche su questo blog.Mi infastidisce molto che il Messale Tridentino sia usato come una bandiera con demagogia contro il Vaticano II.Questo è ingiusto.Come non potrei amare il canto gregoriano che ascolto da anni prima del Summorum Pontificum e forse più e prima di molti altri che oggi si dicono tradizionalisti.Conosco a memoria canti come Spiritus Domini etc.Ma penso anche che si debbano cercare forme più moderne e adatte alle assemblee di oggi che coinvolgano i fedeli.Per quanto bello il Canto Gregoriano,come ho detto,non permette al popolo di partecipare al canto.Dopo il Vaticano II ci sono state esagerazioni e cose brutte,ma anche cose fatte bene canti piacevoli.Non bisogna condannare tutto altrimenti si fa lo stesso errore di chi pensa che prima del Vaticano II fosse tutto sbagliato.In fondo quaranta anni sono nulla nella storia della Chiesa e il Messale del 1969 non ha ancora mostrato tutta la sua potenzialità.A riguardo della comunione in piedi e sul palmo delle mani ,con tutto il rispetto per Mons. Athanasius Snheider, le prove storiche del fatto che almeno per i primi otto nove secoli la comunione veniva normalmente distibuita solo sul palmo delle mani.Ti cito quanto detto da Joseph Ratzinger su questo tema:

    "<span>La seconda obiezione su cui ora vogliamo riflettere ha a che fare con il modo in cui ci si comunica: <span>in ginocchio o in piedi</span>, in mano o in bocca. In primo luogo vorrei dire che <span>ambedue gli atteggiamenti sono possibili e invitare tutti i sacerdoti a esercitare la tolleranza che riconosce a ciascuno la possibilità di scegliere</span>. Vorrei, inoltre, pregare voi tutti di porvi in un atteggiamento di fiducia e di non circondare di sospetto chi abbia deciso per una determinata forma. Ma voi vi chiederete: la tolleranza è la risposta giusta a questo problema? O, forse, essa non è al posto sbagliato, qui davanti al Santissimo? <span>Ora, sappiamo bene che fino al secolo IX la comunione veniva ricevuta in piedi e nella mano.</span> Ciò non significa che deve rimanere sempre così. La grandezza e la bellezza della Chiesa consistono proprio nel fatto che essa cresce, che essa matura, che essa penetra più profondamente il mistero. Ecco perché l’evoluzione che è cominciata dopo il secolo IX ha un suo diritto e delle sue ragioni d’essere proprio come espressione di rispetto. <span>D’altra parte, dobbiamo pur dire che è impossibile che la Chiesa per novecento anni abbia celebrato in maniera indegna l’eucaristia</span>. <span>Se leggiamo i testi dei Padri vediamo con quale senso di rispetto essi si comunicavano. In Cirillo di Gerusalemme, nel secolo IV</span>, <span>troviamo un testo particolarmente bello. Nelle sue catechesi battesimali egli spiega a coloro che stanno per comunicarsi come devono farlo</span>. <span>Essi devono mettersi in fila, fare delle loro mani un trono per il Re e, allo stesso tempo, rappresenti una croce</span>. </span><span><span> </span></span>
    <p><span><span></span></span>
    </p><p><span><span><span>Joseph Ratzinger,</span> Il Dio [...]

    RispondiElimina
  49. Fino a prova contraria, il titolo di santo è di gran lunga più importante rispetto agli altri (venerabile, servo di Dio, ecc...).
    Senza contare che conservare l'appellativo di "santo" per un uomo o una donna vissuti e canonizzati secoli fa (anzichè ieri l'altro) è ben più doveroso e importante, oserei dire OBBLIGATORIO.
    Con l'inflazione di santi e beati proclamati a marea da Wojtyla, ormai non si sa più bene chi sia già santo o beato e chi ancora non lo sia. Non per niente, quasi nessuno chiama "santo" il frate di Pietrelcina, da tutti definito ancora padre Pio. Ma guai a non definire santi Antonio da Padova, Francesco D'Assisi, Caterina da Siena, ecc...
    A proposito di S. Pio da Pietrelcina, lo sai che rimase fedele alla Santa Messa di sempre fino alla morte e che si rifiutò di celebrare il rito di Annibale Bugnini?

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  50. Mettiamo le cose a posto27 marzo 2011 alle ore 19:36

    Ancora per Don Bernardo,

    Caro  Don Bernardo la tradizione della comunione sulla mano  è attestata da numerosi Padri della Chiesa quali  <span> Tertulliano, Cipriano, Cirillo di Gerusalemme, Basilio, Teodoro di Mopsuestia et.</span>
    <span></span>
    <span>Ti ricordo il’ famoso  testo di Cirillo di Gerusalemme : “<span>Con la mano sinistra fai un trono per la mano destra, poiché essa deve ricevere il Re, e, nelle cavità delle tue mani, ricevi il corpo di Cristo, dicendo: Amen</span></span>
    <span></span>
    <span></span>
    <span>Ti ricordo che nel 629 fu celebrato a Costantinopoli l’importante sinodo chiamato “in Trullo”, a cui presero parte più di 200 vescovi orientali. Nel canone 101, si prescrive tassativamente di ricevere la comunione nelle mani disposte a croce e si critica coloro che invece credevano di far meglio ricevendola in piccoli contenitori e in vasi d’oro, d’argento o di altre materie preziose, come se una materia inerte fosse più degna di accogliere il corpo di Cristo dell’immagine di Dio, cioè del corpo umano<span>. Questo canone prova in modo irrefutabile che alla fine del secolo VII era uso comune in Oriente distribuire la comunione sulla mano. Anche se il sinodo “in Trullo” non è stato approvato da Roma, nel caso specifico riflette tuttavia l’uso della Chiesa orientale all’epoca.</span></span>
    <span><span></span></span>
    <span><span>Una cosa simile disse Teodoro di Mopsiesta:</span></span>
    <span><span><span></span></span></span>
    <span><span><span></span></span></span>
    <span><span><span>“Si stende la mano destra a ricevere l’oblazione che viene data, ma sotto di essa si pone la sinistra, e con ciò si mostra una grande riverenza</span>”</span></span>
    <span><span></span></span>
    <span><span>Abbiamo le testimonianze di Cesario di Arles e dei sinodi delle Gallie dei secoli VI-VII, che confermano la stessa prassi. Gli uomini ricevevano la comunione sulla mano nuda, le donne invece sulla mano coperta con un velo bianco. Il testo di Cesario di Arles è chiaro: </span></span>
    <span><span></span></span>
    <span><span>“Omnes viri quando commmunicare desiderant, lavant manus suas; et omnes mulieres nitida exhibeant linteamina, ubi corpus Christi accipiant”<span>. All’usanza accenna anche il sinodo di Auxerre del 561-605, il quale vieta alle donne di ricevere la comunione sulla mano nuda: “Non licet mulieri nudam manum eucharistiam accipere”</span><span>. Si noti che Cesario di Arles è stato sempre attento agli usi romani in materia liturgica. Un esempio l’abbiamo nel sinodo di Vaison del 529, presieduto appunto dal vescovo di Arles, in cui fu introdotto il canto del Kyrie nella messa e nella preghiera mattutina e vespertina per seguire l’uso della sede [...]

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  51. Insomma caro Francesco B, hai svelato la tua ipocrisia :-)

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  52. <p>Balle. Ma dobbiamo rifare la storia della riforma liturgica ogni volta?
    </p><p>1) E' indecente che dopo 50 anni di accuse di "passatismo" adesso ci si voglia spacciare per antica una riforma che è stata imposta perchè bisognava buttare a mare tutto l'antico, perchè cominciava una "nuova stagione" ! Saremmo noi i progressisti e voi i tradizionalisti adesso? Se solo metà di quello che hanno scritto gli "ermeneuti della discontinuità" è vero, come possono appellarsi alla presunta antichità dei riti riformati? Chi è più "fissista", chi si affida all'organico sviluppo modellato dalla sapienza dei secoli e dallo Spirito Santo, o chi difende un branco di liturgisti semi (o del tutto) protestanti autori di un copia-incolla di antichità mal tradotte e per niente comprese? Questa "antichità" è autentica quanto le le copie del David di Michelangelo a Las Vegas. E se mi metto un pezzetto di tempio di Marte Ultore in salotto sono autorizzato a farmi chiamare edile curule?
    </p><p> 
    </p><p>La storia dell'antichità della comunione in mano come si fa oggi raccontatela al Sant'Anselmo. Se si legge Cirillo, ad esempio, si vede che era cosa MOLTO più complicata che avveniva in un contesto di CHIARA comprensione del senso sacrificale della Messa e della Presenza Reale. Il motivo per cui fu abolita anche quella forma dignitosa e solenne - che non c'entra un tubo colla pazzia attuale - fu che dava comunque origine a problemi. Perciò, ancora una volta, chi vuole la comunione in ginocchio - che è ANCORA la forma NORMATIVA senza bisogno di precisazioni (cfr. Redemptionis Sacramentum 90) - ha il vero "approccio pastorale", se si capisce cosa sia un "pastore".
    </p><p> 
    </p><p>2) Quello che è l'esperienza liturgica del 95% dei fedeli è la traduzione da incubo, celebrata coi piedi in spregio a tutte le rubriche, le istruzioni e il buon senso del Missale Romanum del 1969. Attualmente c'è solo una liturgia che rispetta i requisiti di SC: quella in Forma Straordinaria! Se si celebrasse con l'Editio Typica, in Latino - come previsto dal Concilio - con i fedeli che sanno cantare le parti in Latino loro spettanti - come ordinato dal Concilio - con celebrante ad orientem, come previsto dalle rubriche e mai abolito dal Concilio,, dando al Gregoriano e alla Polifonia la preminenza che spetta loro - come ordinato dal Concilio, allora si potrebbe discutere. Io l'ho vista molte volte ed effettivamente è un altro pianeta ( o un'altra pianeta...). Ma perchè avere una bella copia troncata dell'originale quando si può avere l'originale? Perchè tutte le balle sull'antichità delle invenzioni del nuovo rito sono appunto BALLE. Si voleva una cosa "nuova" e farla finita con la Chiesa "costantiniana" e tridentina. PUNTO.  Per favore non ci provate nemmeno a calunniare San Giustino che non sapete di che parlate.
    </p><p> 
    </p><p>2) il mondo tradizionalista è stato ghettizzato e maltrattato in ogni modo al punto che ALCUNI soffrono di "nevrosi da assedio". Poi ci sono quelli ai quali l'amarezza ha spezzato il cuore e non si sono mai ripresi. Dio perdoni chi ha fatto loro questo, anche se certi eccessi non sono MAI giustificati. Ma c'e pure chi il cuore non se l'è fatto spezzare, e continua ad amare il Papa e la Chiesa con soavità e fiducia in Dio, senza zelo amaro. Ma non crediate che data l'evidente l'ignoranza di certi pseudo-Atanasi improvvisati, allora tutti i fedeli tradizionali siano analfabeti ai quali potete raccontare che le usanze protestanti e gli [...]

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  53. Non capisco, caro "Mettiamo...., tutta la tua voglia di inculcare le tue idee vaticanosecondiste in un blog che esplicitamente si richiama alla Tradizione. Lo capirei se noi, cattolici affezionati alla Tradizione, fossimo un'armata brancaleone, un esercito (come invece siete voi, speriamo ancora per poco, che vi ostinate a difendere i presunti frutti di un concilio esclusivamente pastorale a cui nessuno è moralmente obbligato ad uniformarsi).
    I tuoi pressanti tentativi di "convertirci" alla fede neo-cattolica che ancora va per la maggiore in questi anni di crisi post-conciliare sembrano (anzi, lo sono sicuramente) dettati dal terrore che le giuste idee dei "tradizionali" un pò alla volta prendano il sopravvento, cosa tut'altro che impossibile (anzi, verosimile) da quando è stato emanato il Motu Proprio "Summorum Pontificum", il quale rappresenta (purtroppo per voi) un punto di NON RITORNO, rispetto alla decadenza, agli abusi liturgico-dottrinali e alla disastrata condizione generale in cui è piombata la Chiesa dal dopo-concilio.
    Quindi, carissimi voi, state tranquilli: il vostro neo-cattolicesimo post-conciliare può stare tranquillo ancora per qualche decennio. Ma la Chiesa più autentica, quella mirabilmente rappresentata dalla quasi bi-millenaria e mai interrotta tradizione Damaso-Gregoriana, rifiorirà, come lo dimostrano il fiorire di vocazioni, di blog, di studi, di pubblicazioni e di sacerdoti-vescovi-cardinali che in numero sempre maggiore, specialmente dal 2005, cominciano a rimettere in discussione gli errori incompatibili con la Tradizione espressi nell'ultimo concilio e, soprattutto, nel post-concilio (ermeneutica della rottura). In primis, quell'aborto di riforma liturgica partorita in solitudine da un povero massone, osannata dai luterani e mai lontanamente sognata dai padri conciliari.
    Le do un consiglio: ci lasci perdere, noi siamo inoffensivi, i veri lupi siete (ancora) voi.

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  54. Vedo che il sedicente catechista neocatecumenale sta colpendo di nuovo con le sue lenzuolate copia-incolla che ci ha già servito, e più di una volta, nel passato.

    "Sulla croce sull'altare ricordo che il Messale  di Paolo VI non impone di mettere la croce sull'altare ma può stare anche nelle vicinanze come la stragrande maggioranza delle parrocchie.Sono convinto che il buon senso sia sempre opportuno e le rigidità sempre negative sia nell'uno che nell'altro senso"

    Le rigidità sono negative...allora perchè il candelabro ebreo è INAMOVIBILE dalla vostra tavola-mensa?
    Perchè MAI vi inginocchiate? Perchè la danza ebrea finale è di rigore, ovunque  nel mondo?
    Come può parlare di rigidità colui che appartiene  ad un movimento che è strutturato RIGIDAMENTE , guai a chi oserebbe cambiare qualcosa? Ma per favore!

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  55. E poi, guarda che qui non ci sono persone lobotomizzate o amnesiache, la tua frase  "mi dispiace che solo ora hai compreso che non sono un nemico del Messale di Pio V nè della Fratenità Pio X.Come potrei essere nemico di un Messale che è stato per tre secoli la forma ordinaria del Rito Romano", suona molto falsa,  hai già dimenticato in che termini sprezzanti ti sei sovente espresso, qui e altrove,  sulla Santa Messa Antica e sui fedeli tradizionalisti?

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  56. Brava Luisa, vedo che stasera io e te stiamo lottando contro le volpi astute che qualcuno ha inviato in questo blog per fare proseliti. Come i testimoni di geova, questi kikiani-vaticanosecondisti temono di essere messi da parte, di perdere influenza e potere. Vorrebbero convertire tutto il mondo per poi averci tutti in loro dominio. E' chiaro che essi sono terrorizzati dal fatto che, dopo la pubblicazione delle norme attuative del Summorum Pontificum, non ci saranno più scusanti per  coloro (parroci e vescovi) che si rifiuteranno di concedere la Santa Messa della Tradizione ovunque sarà richiesta ANCHE DA UN SOLO FEDELE in qualsiasi parrocchia ordinaria. Io stesso, come saprai, a Mirano (Venezia) sto aspettando con impazienza il giorno della pubblicazione per andare dal parroco e "costringerlo" a darci quello che legittimamente spetta ai 50 parrocchiani che hanno chiesto il rito romano classico almeno una volta al mese in parrocchia.
    Teniamo duro, cara Luisa, e preghiamo per un glorioso ritorno della Tradizione (ovvero della SERIETA' e della CREDIBILITA') nella Chiesa.

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  57. Mettiamo le cose a posto27 marzo 2011 alle ore 20:50

    Per fortuna su questo blog c'è qualcuno che ragiona e con il quale è possibile parlare.All'amico che mi accusa di fare proselitismo dico che non ho alcuna intenzione di fare proselitismo ma solo di ragionare pacatamente evitando fanatismi.Di Concilio Vaticano II in quello che ho detto non c'è nulla.Ho citato solo la tradizione più antica della Chiesa quella attestata dai più grandi Padri della Chiesa.Puoi leggerlo anche tu se non mi credi fai una ricerca storica.Padre Bernardo ha definito la comunione in piedi e sul palmo della mano abusi.Ho dato una semplice dimostrazione che  non è corretto e chiamare abusi prassi che risalgono alla tradizione più antica della Chiesa delle origini.Cosa significa che questo blog è di tradizionalisti?Forse i tradizionalisti non tengono conto delle evidenze storiche della Chiesa e della sua tradizione originaria?Puoi credere che non ho alcun terrore cerco solo un dialogo ma a quanto pare sia  tu che Luisa avete il  terrore di confrontarvi con chi ha idee diverse dalle vostre e cercate quindi di zittirmi.
    Luisa poi non essendo in grado di reggere la conversazione non sa fare altro che attacare la persona,offendere in modo villano e maleducato.Ma questo è un blog libero e tutti,nel rispetto,possono esprimere le proprie opinioni.Chi si sente più intelligente e pensa di saperne di più smentisca quanto dico.
    oltretutto ho riportato anche uno stralcio di un libro di Joseph Ratzinger molto eloquente al riguardo.
    Caro amico oltre i proclami demagogici mi aspetto una risposta seria alle mie obiezioni se ne sei capace.

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  58. aspetta e spera.........

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  59. <span>"Forse i tradizionalisti non tengono conto delle evidenze storiche della Chiesa e della sua tradizione originaria?"</span>
    =-O :-D

    Ed è un neocatecumenale  che ci serve questa ******!
    Detto da chi appartiene ad un movimento il cui iniziatore mette addirittura la Tradizione della Chiesa fra parentesi da Costantino fino al Vaticano II quella fase è della più gande comicità.
    Ma so che il logorroico catechista neocat ne ha più di una in riserva nello stesso stile, allora pazienza!

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  60. <span><span>"Forse i tradizionalisti non tengono conto delle evidenze storiche della Chiesa e della sua tradizione originaria?"</span>  
    =-O :-D  
     
    Ed è un neocatecumenale  che ci serve questa ******!  
    Detto da chi appartiene ad un movimento il cui iniziatore mette addirittura la Tradizione della Chiesa fra parentesi da Costantino fino al Vaticano II quella frase è della più gande comicità.  
    Ma so che il logorroico catechista neocat ne ha più di una in riserva nello stesso stile, allora pazienza!</span>

    RispondiElimina
  61. balle. L'allora Card. Ratzinger parlava d ciò che descrive San Cirillo, che NON E' lo schifo che si vede oggi, e siccome ben pochi leggono San Cirillo ben pochi capiscono di che stiamo parlando. Ma in questo passo - estrapolato dal contesto - il futuro Papa parlava del PRINCIPIO. Nessuno qui sostiene che la comunione in mano sia  IN SE' sacrilega o indegna (a parte alcuni settari ignoranti). Ma il modo e il contesto culturale in cui è stata introdotta è chiaramente sula linea della discontinuità con la tradizione e il pensiero cattolica sull'Eucarestia.

    Se la Chiesa antica ha sperimentato che un certo modo di ricezione favoriva errori e abusi riguardo l'Eucarestia, perchè tornarci proprio in in epoca dove tali errori sono la norma vista "catastrofe della catechesi" (altra espressione Ratzingeriana)? Perchè tali errori sono ciò che professano i suoi promotori, ecco perchè. Liturgisti, vescovi e via dicendo, e come al solito  la gerarchia è presa tra l'incudine del minimo indispensabile per la dottrina e il martello della paura di offendere la gente dopo che un abuso ha preso piede.

    LA comunione nella mano è vissuta dai suoi sostenitori ideologici - e adeso pure da tanta brava gente a cui hanno raccontato frescacce per decenni - come una "conquista" CONTRO l'ecclesiologia cattolica, sulla "patriarcale e fallocratica" distinzione tra sacerdozio ministeriale e universale, e per qualcuno pure contro la fede nella Presenza Reale intesa cattolicamente. E gli effetti si vedono: quanti di coloro che hanno conosciuto solo questa forma imprudente condividono la fede della Chiesa a proposito dell'Eucarestia? Lo sappiamo tutti: ben pochi, e non servono i sondaggi di specialisti.

    E se tutto si fa per il dialogo, perchè un'eccezione è trattata non solo come norma ma addirittura come obbligo in tanti posti, al punto che la comunione in ginocchio viene scoraggiata e repressa, con pubbliche umiliazioni di chi si azzarda, compresi i bambini? Perchè chi ciancia di "dialogo" e "tolleranza" è spesso il più dogmatico dei fanatici, e la "diversità" va bene solo se danneggia la verità.

    Ratzinger sa che non si può cambiare il mondo ope legis da un giorno a un altro, ed è per questo che con pedagogia sapiente e paziente ci indica la via, e cosa fa? Fa fare la comunione in bocca e in ginocchio, come lìesperienza di 2000 anni a mostrato essere meglio. Quando  abbastanza pastori e fedeli torneranno a questa sanità liturgica, allora si potrà anche imporre un pò più di SANA uniformità nella verità senza scandalizzare e perdere chi senza colpa è stato indotto in errore da lupi vestit da agnelli, anzi, da pastori.

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  62. <span>balle. L'allora Card. Ratzinger parlava d ciò che descrive San Cirillo, che NON E' lo schifo che si vede oggi, e siccome ben pochi leggono San Cirillo ben pochi capiscono di che stiamo parlando. Ma in questo passo - estrapolato dal contesto - il futuro Papa parlava del PRINCIPIO. Nessuno qui sostiene che la comunione in mano sia  IN SE' sacrilega o indegna (a parte alcuni settari ignoranti). Ma il modo e il contesto culturale in cui è stata introdotta è chiaramente sula linea della discontinuità con la tradizione e il pensiero cattolica sull'Eucarestia.  
     
    Se la Chiesa antica ha sperimentato che un certo modo di ricezione favoriva errori e abusi riguardo l'Eucarestia, perchè tornarci proprio in in epoca dove tali errori sono la norma vista "catastrofe della catechesi" (altra espressione Ratzingeriana)? Perchè tali errori sono ciò che professano i suoi promotori, ecco perchè. Liturgisti, vescovi e via dicendo, e come al solito  la gerarchia è presa tra l'incudine del minimo indispensabile per la dottrina e il martello della paura di offendere la gente dopo che un abuso ha preso piede.  
     
    LA comunione nella mano è vissuta dai suoi sostenitori ideologici - e adeso pure da tanta brava gente a cui hanno raccontato frescacce per decenni - come una "conquista" CONTRO l'ecclesiologia cattolica, sulla "patriarcale e fallocratica" distinzione tra sacerdozio ministeriale e universale, e per qualcuno pure contro la fede nella Presenza Reale intesa cattolicamente. E gli effetti si vedono: quanti di coloro che hanno conosciuto solo questa forma imprudente condividono la fede della Chiesa a proposito dell'Eucarestia? Lo sappiamo tutti: ben pochi, e non servono i sondaggi di specialisti.  
     
    E se tutto si fa per il dialogo, perchè un'eccezione è trattata non solo come norma ma addirittura come obbligo in tanti posti, al punto che la comunione in ginocchio viene scoraggiata e repressa, con pubbliche umiliazioni di chi si azzarda, compresi i bambini? Perchè chi ciancia di "dialogo" e "tolleranza" è spesso il più dogmatico dei fanatici, e la "diversità" va bene solo se danneggia la verità, ecco perchè.
     
    Ratzinger sa che non si può cambiare il mondo ope legis da un giorno a un altro, ed è per questo che con pedagogia sapiente e paziente ci indica la via, e cosa fa? Fa fare la comunione in bocca e in ginocchio, mica in mano, presentandola come il modo migliore per il Signore e per la crescita spirituale, così come l'esperienza di secoli e secoli ha mostrato. Quando  abbastanza pastori e fedeli torneranno a questa sanità liturgica, allora si potrà anche imporre un pò più di SANA uniformità nella verità senza scandalizzare e perdere chi senza colpa è stato indotto in errore da lupi vestiti da agnelli, anzi, da pastori.</span>

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  63. Secondo me è importante tenere toni pacati, moderati e rispettosi. La gente si converte con l'esempio, non aggredendo e urlando. Gioiamo per le belle notizie e cerchiamo di riformare la Chiesa in senso sempre costruttivo, recuperando tutta la Tradizione, quella dei primi secoli e quella dei secoli successivi. Difendiamo tutta la Chiesa, non solo quella pre-costantiniana, ma anche quella dei secoli seguenti.

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  64. Redazione di Messainlatino.it28 marzo 2011 alle ore 14:12

    Perché noi... non siamo la Reuters! Se nessuno c'invia del materiale, difficilmente possiamo pubblicare qualcosa.
    Abbiamo bisogno anche del contributo di voi lettori.

    FZ

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  65. Io ricordo invece il proseguio del "famoso" testo attribuito a SAN Cirillo di Gerusalemme:
    "Dopo che tu con cautela abbia santificato i tuoi occhi mettendoli a contatto con il corpo del Cristo, accostati anche al calice del sangue: non tenendo le mani distese; ma prono e in modo da esprimere sensi di adorazione e venerazione, dicendo Amen, ti santificherai, prendendo anche del sangue del Cristo. E mentre hai ancora le labbra inumidite da quello, toccati le mani, e poi con esse santifica i tuoi occhi, la fronte e tutti gli altri sensi… Dalla comunione non staccatevi; né privatevi di questi sacri e spirituali misteri<span> neppure se inquinati dai peccati" . </span>

    Ma quindi SAN Cirillo di Gerusalemme avrebbe sostenuto che ci si poteva accostare alla comunione anche se in stato di peccato ?
    Come è giustamente ritenuto, invece tale scritto non fu di SAN Cirillo ma di un suo successore, probabilmente il vescovo Giovanni, contestato per le sue credenze da altri SANTI (S. Agostino, S. Gerolamo, S. Epifanio) che riprese degli scritti di un anonimo siriano.

    Ci sono invece altre, numerose e veraci testimonianze dell'usanza contraria, e cioè che la comunione si riceveva direttamente nella bocca, sulla lingua, ed in particolare da parte di SAN Basilio, che ne ammetteva deroga solo in caso di necessità e di persecuzione, di SAN Eutichiano (che proibiva di portare la comunione agli ammalati da parte dei laici per evitare di toccarle con le mani - quindi i ministri straordinari ????????).
    Gli ariani invece si comunicavano in piedi e prendendo la particola colle mani.

    Questo per mettere le cosa a posto.

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  66. Giacché la Chiesa è, è stata, e sempre sarà una.

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  67. <span>....."Nella Messa è Cristo che si offre a noi,questo la riforma liturgica ha voluto sottolineare.Nell' Eucarestia è Gesù che si offre a noi più che noi offrirci a lui"...Nella Messa Cristo si ofre al Padre come vittima in sacrificio espiatorio...soltanto in secondo tempo sipuò parlare di Cristo che si offre a noi nel cibo eucaristico. Quanto ai ministri straordinari che portano la comunione ai malati, non mi sembra una buona cosa. E' il sacerdote che deve portare l'Eucaristia...e non vale la scusa che i preti sono pochi. Il più delle volte sono impegnati in altre faccende assai poco sacre. Dovrebbero fare il contrario: affidare a laici spettacolini, intrattenimenti post missam, ecc. e dedicarsi al proprio ministero.</span>

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