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mercoledì 13 ottobre 2010

Statim genuflexus adorat

Ave Maria!

Se un testo liturgico è in qualche modo simile allo spartito di una grande sinfonia - che un direttore d'orchestra non deve cambiare, ma interpretare restando fedele al testo stesso - potremmo paragonare le rubriche alle annotazioni sulla partitura: i vari legato, staccato, adagio, andante etc.

Tutti elementi, questi ultimi, che non fanno parte della composizione in senso stretto, ma ne rendono possibile l’esecuzione secondo la mente dell’autore, che - nel nostro caso - è la Chiesa stessa.

* * *

Tra le rubriche della Messa Gregoriana, me ne è cara particolarmente una: Quibus verbis prolatis, statim Hostiam consecratam genuflexus adorat, (“e pronunciate queste parole, subito, [il sacerdote] genuflesso, adora l’Ostia consacrata”; NB Ostia con l’iniziale maiuscola): si tratta dell’indicazione posta subito dopo la consacrazione del pane.

Queste parole fanno pensare alla prima adorazione compiuta dalla vergine Maria, al momento della nascita del suo Figlio divino.

Non è forse la Transustanziazione quasi una nuova nascita di Gesù? Non per niente, per tanti secoli, il prefazio per la festa del Corpus Domini è stato quello di Natale.

Non è dunque argomentare troppo di fantasia supporre che la Madonna - una volta resasi conto che il parto straordinario (la nascita santa del Messia: quod nascetur sanctum, Lc 1, 35) si era concluso - abbia súbito, immediatamente, statim, adorato il suo Figliolo.

I pollici e gli indici del sacerdote, che, tremanti, stringono l’Ostia appena consacrata, trovano dunque il loro primo modello (ἀρχή) nelle mani stesse di Maria, che sostengono Gesù appena nato.

La nota rubricale sopra citata fa dunque parte senz’altro della vita della Madonna: statim genuflexa adorat.

Statim: appena nato Gesù, súbito adora; perché a Maria non viene in mente altro di più importante e di più necessario da fare, nulla di più urgente che adorare.

Genuflexa: il parto straordinario della Vergine la lascia in piene forze e quindi Ella può mettersi in ginocchio, con Giuseppe che comprende che può ora discretamente accostarsi anche lui… O magnum mysterium et admirabile sacramentum

Adorat: niente di più necessario, per Lei stesa e per l’umanità, quasi che Gesù dica:

“O umanità - che io ho fatto mia sposa con l’Incarnazione - io rinuncio, nei primissimi istanti della mia vita terrena ad essere riscaldato e accudito.

Soffrirei ben più che un po’ di freddo, se ritardassi a darvi i primi doni: ve li posso concedere solo se li accettate nel modo conveniente, solo se mi spalancate pienamente le porte del vostro cuore, cioè solo se mi adorate”.

E allora Maria, a nome del genere mano, compie la prima adorazione e accoglie Gesù e ogni cosa con lui (Rom 8, 32): statim genuflexa adorat.

Poi – solo dopo – Gesù viene avvolto in fasce e messo nella mangiatoia, Lui che sarebbe divenuto l’eterna refezione dei mortali (S. Agostino).

* * *

Consideriamo ancora quando la Madonna vede la prima effusione del Preziosissimo Sangue, nel mistero della circoncisione: anche qui statim genuflexa adorat.

Viene imposto al Bambinello il nome di Gesù, che significa Dio salva; ma come salva? Il nome non ce lo dice; il modo di questa salvezza ci viene rivelato da ciò che accade in contemporanea all’imposizione di questo Santissimo Nome; il Sangue è sparso… le gocce non fanno a tempo a toccare terra, che subito, statim, Maria genuflexa adorat.

Statim, genuflexa, adorat… Maria adora il Sangue prezioso e la Divina Volontà di salvare il mondo con il Sacrificio del Figlio

E questo gesto si ripete ad ogni effusione di questo Sangue, quando la Madonna percepisce l’agonia del Figlio al Getsemani, quando il Sangue stesso viene effuso nella flagellazione, nella salita la Calvario… fino all’ultimo sgorgare di acqua e sangue dal costato aperto... anche qui, la Regina dei Martiri, statim, genuflexa, adorat.

Non rinnoverà dal cielo, la Vergine Maria, questa adorazione, ogni volta il Sangue del Figlio suo, viene effuso sacramentalmente?

Che gran cosa dunque, quando, ad ogni Messa, Maria SS. e il suo sacerdote, insieme, cor unum et anima una, statim, genuflexi, adorant.

* * *

Ma l’indicazione rubricale non rende il sacerdote soltanto, in un certo modo – quodammodo direbbero gli scolastici -, un'altra Maria; il sacerdote in quel momento è un altro Cristo. E allora egli non è solo un pover’uomo, che adora Gesù appena venuto; ma è Gesù stesso che adora l’eterno Padre.

Il povero prete, da fuori dall’Ostia vi salta dentro, fonde il suo sangue con il Sangue, il suo cuore con il Cuore, per adorare, per Ipsum et cum Ipso et in Ipso, l’Eterno Padre, trascinando sull’altare lo stesso eterno amoroso scorrere delle Processioni Trinitarie.

E si capisce che questa azione adorante di Cristo, come non ha atteso un istante sul Calvario, non può attendere neanche sull’altare: il povero sacerdote statim, súbito – non può aspettare -, genuflexus – indica, anche con il corpo, che egli vorrebbe scomparire se fosse possibile – adorat.

Così insegna Pio XII:

“Dalla nascita alla morte, Gesù Cristo fu divorato dallo zelo della gloria divina, e, dalla Croce, l'offerta del sangue arrivò al cielo in odore di soavità. E perché questo inno non abbia mai a cessare, nel Sacrificio Eucaristico le membra si uniscono al loro Capo divino e con Lui, con gli Angeli e gli Arcangeli, cantano a Dio lodi perenni, dando al Padre onnipotente ogni onore e gloria” (Mediator Dei).

Ecco la genuflessione del sacerdote, per il cui ministero le membra sono unite al capo per offrire “al Padre onnipotente ogni onore e gloria”.

Che possiamo fare per unirci a questa adorazione del Sommo Sacerdote? Ascoltiamo le parole di San Pietro Giuliano Eymard, un grande adoratore dell’Eucaristia:

1 - Adorate Nostro Signore prima di tutto con l'omaggio esterno della persona. Piegate le ginocchia non appena comparite alla vista di Gesù nell'Ostia adorabile. Prostratevi con grande rispetto dinanzi a lui, in segno della vostra sudditanza e del vostro amore. Adoratelo in unione coi Re Magi, allorché, faccia a terra, adorarono il Dio Bambino adagiato, nella sua povera greppia, avvolto in poveri pannilini.


2. - Dopo questo primo silenzioso e spontaneo atto di riverenza, adorate Nostro Signore con un atto esterno di fede. Questo atto è molto utile per risvegliare i nostri sensi alla pietà eucaristica, ad aprire il cuore di Dio e ad attirare su noi i tesori della sua grazia. Non bisogna tralasciarlo mai, e occorre farlo santamente e devotamente.


3. - Offrite a Gesù Cristo l'omaggio di tutto voi stesso, presentandola dettagliatamente, per ogni facoltà dell'anima. Il vostro spirito, per conoscerlo sempre meglio; il vostro cuore, per amarlo; la vostra volontà, per servirlo; il vostro corpo coi suoi sensi, che lo glorifichino ciascuno secondo il suo modo. Offritegli soprattutto l'omaggio dei vostri pensieri, mettendo al posto d'onore nella vostra vita, il pensiero dell'Eucaristia; al culmine dei vostri affetti col chiamare Gesù Re e Dio del vostro cuore; della vostra volontà, non accettando più altra legge né altro scopo all'infuori del suo servizio, del suo amore e della sua gloria; della vostra memoria per non voler ricordare che lui e così vivere solamente di lui, in lui e per lui.


4. - Siccome le vostre adorazioni sono molto imperfette, unitele a quelle della SS.ma Vergine a Betlemme, a Nazaret, sul Calvario, nel Cenacolo e ai piedi del Tabernacolo; unitele a tutte le adorazioni che attualmente gli offre la S. Chiesa e tutte le anime sante che adorano N. Signore in questo momento e a quelle di tutta la Corte celeste, che lo glorifica nel cielo; così la vostra adorazione parteciperà della santità e dei merito di esse.

* * *

Passano i secoli, e arriviamo all’epoca in cui i bambini non nascono più dall’abbraccio amoroso dei genitori, ma in provetta, e il dottor Faust viene insignito del premio Nobel.

E anche la liturgia non nasce più, come diceva J. Ratzinger, “dal canto d'amore della Sposa [la Chiesa] per il suo Sposo [Gesù]” ma negli alambicchi degli alchimisti liturgici. Ciò che il dottor Robert Edwards è in biologicis, il Consilium ad exequendam Constitutionem de Sacra Liturgia è in liturgicis.

E dal solve et coagula liturgico di questi anni per certi aspetti bui, è andata a finire che ci ha lasciato le penne anche il nostro caro e amato statim, sostituito dal bugniniano post:post, l’esatto contrario di statim: ecco il necrologio del nostro amatissimo statim:

“Celebrans genuflectit tantum… post elevationem hostiae et post elevationem calicis” (Instr. Tres abhinc annos III, 7 EV II, 1155; 4-5-1967)

E, a differenza della rubrica dell’antico Messale, questa volta ostia è con l’iniziale minuscola.

Ora il cielo può attendere, l’adorazione perde il suo assoluto primato, l’io dell’assemblea viene a precedere la pura, semplice, incondizionata, immediata e amorosa accoglienza del dono di Dio…

Non voglio dire che nel Novus Ordo non si adora più, ma se l’inferno non può entrare nelle mura della Chiesa, vi si possono vedere - sul lato esterno - i segni sia dei proiettili diabolici vanamente sparati, sia gli spiragli aperti dai nemici interni.

Oh Maria Santissima, perfetta Adoratrice del Tuo Figlio realmente presente nell’Eucaristia, abbrevia la prova di questi tempi, concedi alla Chiesa di cui sei Madre amorosissima, la grazia di un’Adorazione liturgica in tutto simile alla Tua.

Sac. Alfredo M. Morselli, Stiatico di S. Giorgio di Piano, 13 ottobre 2010.

26 commenti:

  1. sono commossa. Condivido e ringrazio per il prezioso e sublime approfondimento!

    Ringraziamo il Signore che il Grande Tesoro è stato dissepolto e, sia pur ancora con grandi fatiche, riusciamo tuttavia a parteciparvi...

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  2. Grazie, don Alfredo.
    Una curiosità, se posso: dove ha imparato a celebrare la S.Messa "tridentina"?

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  3. Grazie Don Alfredo....
    mi torna a mente l'espressione felice della "teologia in ginocchio"...e ci aggiungo, forse dovremo cominciare a farla anche sui ceci....senza cuscini...

    Ho tristemente rilevato da più sacerdoti che vi è pure contestazione oggi sull'inginocchiarsi davanti alla Consacrazione....
    certi sacerdoti sostengono che è più indicata la prostrazione dimenticandosi così della ricca TEOLOGIA che nella Chiesa scoprì quanto fosse sublime INGINOCCHIARSI....non solo perchè ce lo rammenta san Paolo "...perchè ogni ginocchio si pieghi davanti al Signore, sulla terra, in cielo e sotto terra...." dando così la bellissima iconografia degli Angeli stessi che davanti alla Consacrazione SI INGINOCCHIANO...noi non li vediamo, ma sappiamo che ci sono, tuttavia una certa dottrina pastorale del nostro tempo, umanizzando tutto, ha banalizzato uno degli atteggiamenti più belli e profondi che la Chiesa, nella sua infita saggetta, ci aveva donato...
    Meditiamo su questo testo e doniamolo ai nostri sacerdoti-parroci...

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  4. La celebrazione dell'Eucaristia domenicale delle ore 11,00 , nella mia parrocchia è per i bambini/ragazzi che frequentano il catechismo. poichè si svolge in una chiesa diversa dalla Parrocchia, chiesi anni fa che si provvedesse a mettee nel tabernacolo il sabato sera un sola particola consacrata, così di avere la domenica mattina il SS. Sacramento per l'adorazione dei fedeli quando dopo aversi segnato con il segno della croce  , si recano all'altare del Santissimo. Poichè la Chiesa durante la settimana, per carenza di clero, è chiusa  la prima cosa che si è fatto è di togliere dalla custoida il Santissimo Sacramento. Risultato , catechiste e bambini prima della messa, sono  prese da tutto ciò che non è la preparazione alla messa.: appiccicare cartelloni, portare cartelloni, ceste di pasta e zucchero, provare con tanto di chitarre, pianole, tam, tam, campanelli etamburelli e a volte di mimi la messa per essere attori protagonisti.
    Tutto si insegna ai bambini tranne quello di genuflettersi davanti al Santissimo. Chiesi allora al parroco che si procedesse a mettere il Santissimo in modo che le catechiste ( a cui l'indottrinamento mediante corsi qualificati  ha come punto di riferimento non i Sacri Misteri nè la Traditio , ma il Concilio vaticano II)e i bambini potessero far visita a Colui che si degnò di farsi uomo nascendo da Maria.
    Fui zittito che ciò non serviva...... con buona pace di catechiste  che già di collocarono come cristiano retrogrado e fermo a stereotipi del nonno.

    Solo che facendo in questa maniera l'adorazione setimanale è tenuta viva dalle donne anziane( media 75 anni) una volta poassate questa a miglior vita cosa resterà?

    Viva il Concilio  ! 

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  5. .........questa riflessione...sarebbe ideale per avangellizzare i nostri preti..vescovi....suore...........!!!!

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  6. Grazie Don , leggendo questa riflessione ho avuto un capogiro, in modo fulmineo ed inatteso mi sono trovato immerso nel MIstero Eucaristico. Grazie,  la mediterò ancora a lungo.

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  7. ..........stupide quelle catechiste ignoranti!!!!!.......ancora piu' triste il parroco che permette queste cose!!!!! Lazzaroni!!!!

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  8. <span>"Oh Maria Santissima, perfetta Adoratrice del Tuo Figlio realmente presente nell’Eucaristia, abbrevia la prova di questi tempi, concedi alla Chiesa di cui sei Madre amorosissima, la grazia di un’Adorazione liturgica in tutto simile alla Tua".</span>
    Splendido testo! A chi rivolgersi se non a Maria? Ascoltaci, senza la tua intercessione come potremmo sperare che la Chiesa possa ancora innalzare il suo vessillo, oggi?

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  9. <span><span>"Oh Maria Santissima, perfetta Adoratrice del Tuo Figlio realmente presente nell’Eucaristia, abbrevia la prova di questi tempi, concedi alla Chiesa di cui sei Madre amorosissima, la grazia di un’Adorazione liturgica in tutto simile alla Tua".</span>  
    Splendido testo! A chi rivolgersi se non a Maria? Ascoltaci, senza la Tua materna intercessione come potremmo sperare che la Chiesa possa ancora innalzare il suo vessillo, oggi?</span>

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  10. Un po' avendola vista celebrare, un po' il Trimeloni, e ogni 2-3 anni un controllino da un cerimoniere. ;)

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  11. E' triste veramente.
    Come il Segno della Croce abbozzato velocemente in modo quasi superstizioso, la fretta nel celebrare i sacri riti, la gente che, finita la Messa, resta in chiesa a chiacchierare a voce molto alta, il non seguire le rubriche, le vesti sportive dei sacerdoti (camici corti e senza amitto, cingolo manipolo e stola, casule sintetiche a prezzo infimo), la musica pressoché improvvisata, cantata e suonata senz'arte né parte (in barba alle parole del Salmo: Psallite sapienter), gli altari prodotti in serie, con tovaglie corte e brutte, senza crocifisso e con un solo brutto cero finto messo di fianco, come a non voler disturbare, l'illuminazione elettrica, i microfoni, i ministri in abito laicale che imperversano nel presbiterio (il bema!), i cartelloni stampati che invadono lo spazio della chiesa, insieme a bacheche e simili, il vasetto bianco tipo posacenere nell'acquasantiera, per risparmiare acqua, gli affreschi ricoperti dall'intonaco, le lampade, balaustre, decorazioni abolite, i tappeti finto persiani lisi e consunti come zerbini, i libri sacri realizzati al risparmio, i leggii brutti e spogli, i foglietti stampati usati al posto dei libri perché più comodi.
    Poi guai a parlare di bellezza della Liturgia, dannatissimi esteti!

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  12. E' triste veramente.
    Come il Segno della Croce abbozzato velocemente in modo quasi superstizioso, la fretta nel celebrare i sacri riti, la gente che, finita la Messa, resta in chiesa a chiacchierare a voce molto alta, il non seguire le rubriche, le vesti sportive dei sacerdoti (camici corti e senza amitto, cingolo manipolo e stola, casule sintetiche a prezzo infimo), la musica pressoché improvvisata, cantata e suonata senz'arte né parte (in barba alle parole del Salmo: Psallite sapienter), gli altari prodotti in serie, con tovaglie corte e brutte, senza crocifisso e con un solo brutto cero finto messo di fianco, come a non voler disturbare, l'illuminazione elettrica, i microfoni, i ministri in abito laicale che imperversano nel presbiterio (il bema!), i cartelloni stampati che invadono lo spazio della chiesa, insieme a bacheche e simili, il vasetto bianco tipo posacenere nell'acquasantiera, per risparmiare acqua, gli affreschi ricoperti dall'intonaco, le lampade, balaustre, decorazioni abolite, i tappeti finto persiani lisi e consunti come zerbini, i libri sacri realizzati al risparmio, i leggii brutti e spogli, i foglietti stampati usati al posto dei libri perché più comodi.
    Poi guai a parlare di bellezza della Liturgia, dannatissimi esteti!

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  13. E' triste veramente.
    Come il Segno della Croce abbozzato velocemente in modo quasi superstizioso, la fretta nel celebrare i sacri riti, la gente che, finita la Messa, resta in chiesa a chiacchierare a voce molto alta, il non seguire le rubriche, le vesti sportive dei sacerdoti (camici corti e senza amitto, cingolo manipolo e stola, casule sintetiche a prezzo infimo), la musica pressoché improvvisata, cantata e suonata senz'arte né parte (in barba alle parole del Salmo: Psallite sapienter), gli altari prodotti in serie, con tovaglie corte e brutte, senza crocifisso e con un solo brutto cero finto messo di fianco, come a non voler disturbare, l'illuminazione elettrica, i microfoni, i ministri in abito laicale che imperversano nel presbiterio (il bema!), i cartelloni stampati che invadono lo spazio della chiesa, insieme a bacheche e simili, il vasetto bianco tipo posacenere nell'acquasantiera, per risparmiare acqua, gli affreschi ricoperti dall'intonaco, le lampade, balaustre, decorazioni abolite, i tappeti finto persiani lisi e consunti come zerbini, i libri sacri realizzati al risparmio, i leggii brutti e spogli, i foglietti stampati usati al posto dei libri perché più comodi.
    Poi guai a parlare di bellezza della Liturgia, dannatissimi esteti!

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  14. E' triste veramente.
    Come il Segno della Croce abbozzato velocemente in modo quasi superstizioso, la fretta nel celebrare i sacri riti, la gente che, finita la Messa, resta in chiesa a chiacchierare a voce molto alta, il non seguire le rubriche, le vesti sportive dei sacerdoti (camici corti e senza amitto, cingolo manipolo e stola, casule sintetiche a prezzo infimo), la musica pressoché improvvisata, cantata e suonata senz'arte né parte (in barba alle parole del Salmo: Psallite sapienter), gli altari prodotti in serie, con tovaglie corte e brutte, senza crocifisso e con un solo brutto cero finto messo di fianco, come a non voler disturbare, l'illuminazione elettrica, i microfoni, i ministri in abito laicale che imperversano nel presbiterio (il bema!), i cartelloni stampati che invadono lo spazio della chiesa, insieme a bacheche e simili, il vasetto bianco tipo posacenere nell'acquasantiera, per risparmiare acqua, gli affreschi ricoperti dall'intonaco, le lampade, balaustre, decorazioni abolite, i tappeti finto persiani lisi e consunti come zerbini, i libri sacri realizzati al risparmio, i leggii brutti e spogli, i foglietti stampati usati al posto dei libri perché più comodi.
    Poi guai a parlare di bellezza della Liturgia, dannatissimi esteti!

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  15. Meraviglioso contributo!...Grazie. Un tuffo nel vero spirito della vera fede della Chiesa. Ma quanto ci hanno sottratto!....

    <span></span><span>Quibus verbis prolatis, statim Hostiam consecratam genuflexus adorat</span><span>, (“e pronunciate queste parole, subito, [il sacerdote] genuflesso, adora l’Ostia consacrata”...</span>

    <span>“Celebrans genuflectit tantum… </span><span>post</span><span> elevationem hostiae et </span><span>post </span><span>elevationem calicis”...</span>

    Sostituito il "sùbito" con il "dopo"...e così il moto immediato di prostrarsi al Dio Vivente lascia il posto ad un altro atteggiamento spirituale, che sembra sottintenda: "con calma...non c'è fretta"...

    L'"Hostiam consecratam", tutta la Sostanza divina del Redentore Altissimo, che abita la Luce inaccessibile e si rende cibo all'uomo....viene liquidata materialisticamente definendola "ostia" e "calice", cioè l'accidente visibile ed il contenitore ( per questo scritti in minuscolo...)....

    Infine dalla nuova ribrica scompare la parola "adorat": prima il genuflettersi era il movimento corrispondente  all'atto interno d'adorazione, oggi si indica unicamente l'atto fisico del piegarsi, senza specificarne l'atteggiamento del cuore, quasi che sia a discrezione...facoltativo...erroneamente scontato...

    Modificare così, "smaneggiando" con tanta disinvoltura i termini (ed i loro significati profondi) delle rubriche, da la stessa immagine di chi tocca frettolosamente e distrattamente il Santissimo Corpo di Cristo....fa venire i brividi....
    Santissima Madre Maria, Stella e Regina dell'Adorazione Eucaristica, prega per noi.

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  16. i grandi dottorini han detto che erano "inutili ripetizioni", "duplicati", "ridondanze" e a son di slogan ha tirato giù tutto

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  17. Da prete a prete,grazie mille don Alfredo,mi sono proprio commosso.Oggi èil tredici ottobre,anniversario dell'ultima apparizione della Madonna a Fatima e anniversario della consacrazione Episcopale di Pio XII,il Papa dell'Assunta e dell'indimenticato Anno Mariano,nel pomeriggio sostando in preghiera nel Santuario dove celebro ogni giorno coram Deo,pensavo a quella mirabile espressione "quem genuit adoravit "che illustra in modo splendido l'atteggiamento adorante della nostra  Madonna delle Grazie genuflesse accanto al presepe.pensavo all'Adorazione nella Messa ,STATIM.e stassera mi ritrovo aleggere questo suo magnifico scritto,grazie davvero e di cuore,la ricorderò nel Rosario serale delle ore 20 nella Cappella del nostro Convitto.
    Le voglio anche lasciare una piccola cosa che ho letto stamani su un libretto di preghiere di quando eravamo ragazzi in Seminario,spero serva a tanti amici,dice così:
    Se vuoi pasaare una giornata santa ispirati a questa verità:Gesu' vivente nell'Eucarestia vuol vivere in me per mezzo di MARIA.
    Se vuoi rendere santa tutta la tua vita il segreto sta nel ricominciare da capo ogni giorno con la generositàche metti nelle cose nuove.
    Grazie ancora.Dio la benedica la Madonna la protegga e la conservi a noi.

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  18. Caro confratello don Alfredo le tue riflessioni cariche di spiritualità e commoventi sono da incorniciare e da meditare. Sarebbe opportuno stamparle e distribuirle a tutti i sacerdoti del mondo. Grazie per la meditazione che mi hai fatto fare.
    don Bernardo

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  19. Vorrei offrire alla meditazione di tutti queste bellissime parole della Madonna de La Salette che oggi mi hanno dato tanto sostegno:

    "Io chiamo gli Apostoli degli ultimi tempi,
    i discepoli di Gesù Cristo,
    che hanno vissuto nel disprezzo e nel silenzio,
    nella preghiera e nella mortificazione,
    nella castità e nell'unione con Dio,
    nella sofferenza e sconosciuti al mondo.
    E' tempo che escano e vengano ad illuminare la terra.
    Andate e mostratevi come i miei figli prediletti.
    Io sono con voi ed in voi,
    purchè la vostra Fede sia la luce che vi illumina
    in questi giorni di disgrazia.
    Che il vostro zelo vi renda come degli affamati
    per la gloria di Dio
    e l'onore di Gesù Cristo!"

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  20. macchè i nostri vescovi saranno felici: passerà qualche anno e crepate le vecchie, basta con l'adorazione!! sostituita con la conversazione (dialogo) e con la meditazione (interioizzata fra me e me senza l'Altro)

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  21. Ringraziamo quindi quel "qualcuno" che ha continuato a celebrarla e il bravo cerimoniere.
    Dio Vi benedica.

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  22. Non so se conoscete il bel libro che raccoglie le locuzioni interiori ricevute da Don Stefano Gobbi in questi anni da Maria...comunque a proposito della nascita di Gesù e a conferma di quanto ci ha donato Don Alfredo: " 24 dicembre 1979. E' la Notte Santa. Figli prediletti, disponetevi accanto a Me ad accogliere il mio Divino Bambino. C'è tanta notte attorno. Eppure una luce sempre più forte si accende dentro la Grotta. Ora essa traspare tutta di Cielo, mentre la Mamma è assorta nella grande preghiera. Quanta Luce discende dal seno del Padre nel seno verginale della Madre, che si apre al suo dono alla Vita!
    E tutto avvolto in questa Luce divina, Io contemplo per prima il suo Corpo: i suoi occhi, el sue guance, el sue labbra, il suo volto, le sue braccia, le sue mani; sento il suo piccolo cuore che ha appena incominciato a pulsare. Ogni battito è un dono d'amore che ormai no nsi spegne più. C'è tanto gelo attorno: il rigore del freddo e il ghiaccio di chi ci ha chiuso ogni porta.
    Ma qua dentro, nella grotta, c'è un dolce e gradito calore. E' il riparo che il povero luogo ci offre, è il calore delle piccole cose, è l'aiuto che ci dona un po' di fieno, una mangiatoia che si presta a fare da culla... Nessun luogo è così caldo, ora, come questa freddissima Grotta. E la Mamma si china beata sul suo Bimbo che dal Padre vi è donato, sul suo Fiore finalmente sbocciato, sul suo Cielo ora per sempre dischiuso, sul suo Dio che da tanto tempo è atteso.
    E le mie lacrime si uniscono ai baci, mentre contemplo estasiata nel Figlio il mio Dio, che è nato da Me, in questa Notte Santa....

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  23. Bisogna chiedersi se erano sacerdoti cattolici. Per me non lo sono!  >:o >:o >:o >:o >:o >:o >:o >:o

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  24. Davvero commovente. Devo dire che da molto tempo mi frullava nel cervello questa interpretazione, così a naso. Vorrei aggiungere, se non mi allargo tyroppo, che come alla prima genuflessione sta il memento della Natività alla seconda quella della Resurrezione. Mi corregga se sbaglio.

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