Post in evidenza

Elenchi dei Vescovi (e non solo) pro e contro Fiducia Supplicans #fiduciasupplicans #fernández

Pubblichiamo due importanti elenchi. QUI  un elenco coi vescovi contrari, quelli favorevoli e quelli con riserve. QUI  un elenco su  WIKIPED...

mercoledì 13 ottobre 2010

Le leggi son, ma chi pon mano ad elle (il caso della Messa nuova in latino)

Si diceva in un precedente post che nella Chiesa il diritto, la certezza della legge, il rispetto dei testi è aleatorio ed è una variabile dipendente dalle preferenze 'ideologiche' di chi deve applicare quei documenti. Eccone una dimostrazione, che dà il sempre attento Cantuale Antonianum, inerente la celebrazione in latino del Messale e dell'Officio riformati.
Enrico


C'è il diritto di celebrare in Latino, ma spesso - in certe chiese - è impossibile farlo, perchè nemmeno si trova il Messale in latino! Paolo VI aveva pensato anche al cosiddetto Missale Parvum, un riassuntino minuscolo di messale latino per i sacerdoti in viaggio: agile fascicolo con l'ordinario della Messa e poche celebrazioni proprie adatte ad ogni tempo liturgico o occasione. Risultato? Io non l'ho mai visto se non in libreria e in biblioteca. In sacrestia o tra i libri di un sacerdote è introvabile, nonostante un'istruzione della CEI, che riporta delle precisazioni sui "Principi e Norme" per la celebrazione, ricorda al n, 12 che almeno: "Ogni chiesa abbia a disposizione la forma abbreviata del Messale latino: «Missale parvum»".

Redemptionis Sacramentum 112 approfondisce il canone citato sopra e afferma: "La Messa si celebra o in lingua latina o in altra lingua, purché si faccia ricorso a testi liturgici approvati a norma del diritto. Salvo le celebrazioni della Messa che devono essere svolte nella lingua del popolo secondo gli orari e i tempi stabiliti dall’autorità ecclesiastica, è consentito sempre e ovunque ai Sacerdoti celebrare in latino".

Anzi, il prete che celebra l'Ufficio divino e la santa Messa "sine populo" (e per i religiosi la messa conventuale), secondo il Concilio Vaticano II (e Paolo VI) sarebbe ancor oggi tenuto a celebrare in latino, non in lingua vernacola, non essendoci motivi pastorali per sostituire, in quei casi, la lingua ufficiale con un'altra. Recita infatti il numero 54 della Costituzione Conciliare Sacrosanctum Concilium: "Nelle messe celebrate con partecipazione di popolo si possa concedere una congrua parte alla lingua nazionale...". Non dice: "in tutte le messe si sostituisca il latino", ma solo che nelle messe "cum populo" si può - per motivi pastorali - usare la lingua parlata.

La Congregazione per l'educazione cattolica ha sempre ribadito che il sacerdote deve conoscere, almeno in modo generale, la lingua del suo rito. Così recita la disattesa Istruzione In ecclesiasticam futurorum del 1979: n. 19 "È particolarmente utile per gli alunni la dimestichezza con la lingua latina e con il canto gregoriano. Infatti, non solo deve essere conservata per i fedeli questa possibilità — prevista dal Concilio Vaticano II (cf. SC 54) — di pregare e cantare comunitariamente in latino nelle grandi assemblee, ma conviene che i futuri sacerdoti si radichino più profondamente nella tradizione della Chiesa orante, conoscano il senso genuino dei testi e perciò sappiano spiegare le versioni in lingue moderne, confrontandole con il testo originale". I rettori dei seminari pensano: "bubbole, meglio la psicologia e la sociologia della liturgia".

A proposito, poi, dei Messali bilingui. E' risaputo che i bellissimi messali detti "transitori" del 1965 (ma erano davvero transitori?) riportavano in colonne distinte le parti latine e la traduzione italiana, secondo il volere di Papa Paolo. Ma un colpo di mano del Consilium fece sì che l'edizione del Nuovo Messale del 1970 perdesse in un attimo il testo originale. In Italiano è proprio scomparso, in altre lingue - con un po' di fortuna - è finito nascosto in appendice. Scriveva in proposito Paolo Isotta, ricapitolando le tappe del misfatto sulle pagine del Corriere della sera (3/12/2008):

"Il Consilium ad exequendam Constitutionem de Sacra Liturgia trasmetteva l'ordine: «È desiderio del Santo Padre che i Messali, sia cotidiani che festivi, in edizione integrale o parziale, portino sempre a lato della versione in lingua vernacola il testo latino, su doppia colonna o a pagine rispondenti, e non in fascicoli o libri separati, a tenore dell'Istruzione Inter Oecumenici del 26 settembre 1964 e del Decreto della S. Congregazione dei Riti De editionibus Librorum liturgicorum del 27 gennaio 1966.

Nel 1969 Paolo VI tornava ad ordinarlo anche alla Commissione Liturgica nazionale italiana, a proposito della intraprendenda traduzione, nel momento ove doveva addentrarsi essa «nell'augusto, austero, sacro, venerando, tremendo recinto delle Preci Eucaristiche», che costituiscono il cuore della Messa, il momento della consacrazione del Pane e del Vino. Innanzi alla metastasi inarrestabile delle traduzioni-interpretazioni dovette intervenire nel 1974 la Congregazione per la Dottrina della Fede stabilendo che «il significato da intendersi per esse è, nella mente della Chiesa, quello espresso dall'originale senso latino».

Risultato: l'originale latino disparve, impedendo così a sacerdoti e studiosi d'intendere l'autentico significato del testo tradotto. L'elenco dei fraintendimenti commessi per malizia e, o, ignoranza comprenderebbe molti tomi".

Ma adesso, se i nostri solertissimi Vescovi si degneranno - dopo più di 10 anni - di mettere mano definitivamente alla versione della Terza edizione del Messale di Paolo VI, avremo una nuova possibilità di vedere esauditi i desideri dell'Augusto pontefice riformatore, e chissà, potremo forse tenere tra le mani un tomo comprensivo del testo originale, stampato almeno su una colonnina laterale. Utopia e fantasia, sento dire. Eppure i miracoli accadono.

80 commenti:

  1. E' bello vedere che c'è ancora qualcuno che crede nelle favole!

    RispondiElimina
  2. Forse appartengo anch'io a coloro che credono ancora alle favole. Infatti sono fortemente fiducioso dell'intervento del Santo Padre perchè vi sia un avvicinamento della Tertia Editio del Messale Romano alle norme stabilite dalla Costituzione sulla Santa Liturgia del Concilio Vaticano II.
    Il motu proprio SP parla chiaro: ci deve essere uno scambio arricchente tra le due forme dell'unico rito romano, quindi...

    RispondiElimina
  3. La dimostrazione inoltre che Paolo VI, pur avendo compiuto degli errori in buona fede, per eccesso di fiducia e/o collaboratori cosi cosi, non può essere incolpato in toto dello sfacelo liturgico, perchè anche la sua riforma è stata tradita.

    RispondiElimina
  4. Don Camillo, lei ritiene la speranza una favola?

    RispondiElimina
  5. intanto ci sono vescovi che vogliono essere avvisati quando un prete si azzarda celebrare in latino la messa di Paolo vi, ad esempio a sassari...

    RispondiElimina
  6. Perchè così tanto tempo per tradurre il Messale III edizione? Qualcuno ne sa qualcosa? E' così difficile tradurlo? Se i nostri Vescovi incaricati hanno qualche difficoltà posso prestare loro un buon dizionario Castiglioni Mariotti...
    Scherzi a parte, c'è qualche comprensibile ragione dietro questo enorme ritardo?
    Non è per caso che stanno aspettando che a Roma "l'aria cambi" (scusate la brutale espressione) per poter continuare a fare il bello e il cattivo tempo con le solite "traduzioni", o meglio re-interpretazioni per "equivalenze dinamiche" o cose simili, alla faccia delle stringenti disposizioni del magistero degli ultimi 20 anni (non ultima la lettera della Congregazione per il Culto del 2006 sulla traduzione del "pro multis")?
    Non ci si giustifichi accampando la necessità di una cura ed attenzione particolare. Sono passati più di dieci anni. Se non sbaglio la prima edizione del Messale di Paolo VI fu tradotta in vernacolo in tempi fulminei...Posso dirlo? Sono stufo di certa "resistenza passiva" di alcuni Vescovi verso le prescrizioni (cogenti) e le indicazioni (non cogenti ma fortente consigliate) del Santo Padre felicemente regnante.


    Emilio <span>

    </span>

    RispondiElimina
  7. Caro ospite Paolo VI aveva un modo molto semplice per evitare la distruzione della liturgia. Bastava affidare la riforma liturgica alla Congregazione del Culto divino e non istituire il Consilium con Bugnini e 6 consulenti protestanti, non lo ha fatto......
    Non ha tenuto conto del "Breve esame critico del Novus Ordo Missae ad opera dei Cardinali Bacci e Ottaviani.....

    "Errori in buona fede....." mah.....

    RispondiElimina
  8. C'è la resistenza passiva ad opera del C.A.L. (Centro Azione Liturgica), la resistenza passiva delle cariatidi liturgiche del Sant'Anselmo e di Santa Giustina, i vari Brandolini e Scicolone e Sirboni e compagnia briscola......
    povera gente......
    Costoro continuano sotto sotto la loro sorda resistenza, contiunuano a boicottare la Verità e a spargere menzogne attraverso le Settimane Liturgiche nazionali, autentiche fiere delle vanità liturgiche,  .....
    Signore abbi pietà della tua Chiesa e liberaci da questi "senza Dio", veri farisei ipocriti e sepolcri imbiancati......

    RispondiElimina
  9. Nel testo latino consultabile anche presso il sito Maranatha, non c'è la Preghiera Eucaristica V, quella della "Santa Cena". Che stiano studiando il modo di rimettercela oppure, come mi ha detto un prete, la CEI la può aggiungere comunque aanche se non presente nell'edizione tipica?

    RispondiElimina
  10. Sentite la messa di Paolo VI in latino è quanto mai squallida ed assurda. Una messa dialogica, partecipata, fatta in latino è un cazzotto in un occhio. La messa in latino, per antonomasia è quella vetus ordo, dove non si bombardano i fedeli da un microfono con fiumi di parole, peggio ancora se in latino. La messa in latino se oggi si deve fare , visto il m. p.S. P., si faccia alla maniera antica e seriamente. La messa nuova, in latino è troppo pesante.

    RispondiElimina
  11. ....intanto..per 40 anni ci hanno preso in giro....!!!! E lo continuano a farlo!!!

    RispondiElimina
  12. Caro ospite delle 20.34, dissento completamente dalle tue affermazioni. La Messa di Paolo VI officiata in lingua latina è qualitativamente molto migliore rispetto alla celebrazione in volgare a cui siamo abituati oggi: più solenne e più universale. Se venisse celebrata anche coram deo e con dignitosi paramenti, sull'ottimo esempio del Santo Padre, essa avrebbe un valore non molto inferiore rispetto al VO che tutti noi amiamo e desideriamo con forza. La fantomatica "riforma della riforma" di cui si parla da almeno cinque anni e che speriamo trovi presto attuazione pone la propria consistenza proprio sulla convinzione che alcuni fondamentali elementi della tradizione conferiti al NO possano risolvere molti problemi di desacralizzazione e di abusi liturgici a cui ci ha abituati la Messa nuova attualmente celebrata nel mondo.

    RispondiElimina
  13. non ci sono solo loro a fare resistenza...

    RispondiElimina
  14. a parte la berakàh ebraica al posto dell'Offertorio... e qualche altra 'piccola' variante o taglio selvaggio...

    RispondiElimina
  15. E' un problema cui non rivolgo soverchio interesse. La mai principale intenzione di preghiera è che le celebrazioni bugniniane, in qualsisi lingua siano fatte, scompaiano dalla faccia del globo terracqueo. "La messa nuova in latino è paragonabile ad un bel portamonete, anche elegante e prezioso, che qualcuno ti ha rubato pieno di monete d'oro e ti restitusce pieno di bottoni" (Mons. Giuseppe Pace O.D.B., nel romanzo "PIO XIV, pontefice di transizione")

    RispondiElimina
  16. Napoleone Bonaparte disse ad un Cardinale in Vaticano: "Questi romani sono proprio tutti delinquenti"
    Il Cardinale senza scomporsi rispose: "Maestà, non tutti sono delinquenti, ma..... buona parte sì"

    E così Paolo VI non puo essere incolpato "in toto" dello sfacelo liturgico, ma..... buona parte sì.

    Della serie... ridiamoci su.

    RispondiElimina
  17. Delle due o Paolo VI non era in grado di fare valere il proprio ruolo di pontefice universale o, in fondo in fondo, gli andava bene così. Sparizione delle particolarità liturgiche della messa papale comprese che nulla (proprio nulla) vietava di mantenere anche con il nuovo messale.
    Sono convinto che sia stata una brava persona e che abbia difeso la dottrina e la morale con ardore ma su altri atti del suo ministero... MAH

    RispondiElimina
  18. Mi permetto un intervento proprio sull'Edizione III del Messale, io l'acquistai mi pare 3 o 4 anni fa in "editio tipica", sinceramente: l'ho rivenduta! Se riesco a pubblicare l'immagine potrete notare la novità ...  :'(  che tristezza infinita (se qualcuno non se ne avvedesse tornerò con un post.); speriamo nella IV editio?! NO: speriamo nella ri-editio obbligatoria sempre ed ovunque  per tutti del messale del 1962, non eccetera ma:  o "vetera".

    RispondiElimina
  19. Caro Reverend, concordo con te. Ho avuto modo di visionare il grosso tomo con in latino persino le preghiere della Messa dei fanciulli..... (ma che ce le hanno messe a fare?!). Istintivamente mi sono ben guardato dalla spesa.....
    Consiglio invece di acquistare riedito sempre dalla LEV (Libreria Editrice Vaticana) il Messale di Giovanni XXIII, tipograficamente ben fatto soprattutto nella stampa dei prefazi e dell'Ordinario della Santa Messa di sempre.

    RispondiElimina
  20. Mah, come è vario il mondo. A me risulta che l'abbia fatto, perchè proprio tenendo conto del documento di Bacci e Ottaviani, Paolo VI bloccò la pubblicazione dell'Institutio Generalis (che doveva spiegare il nuovo rito) volendo che venisse parecchio modificato al capitolo 7, che nella versione originale: negava che nella persona del sacerdote agisse Cristo, che le due specie eucaristiche fossero Vero Corpo e Vero Sangue, che l'Eucarestia perpetuasse il sacrificio della Croce.
    Paolo VI volle rimettere tutto a posto.
    Inoltre, Montini non doveva creare il Consilium? E perchè? La congregazione del culto poteva occuparsene, certo, ma esiste pure un altro ragionamento: quella veglia sul rito già definito, quindi si può riformare il rito con un organismo apposito, il cui lavoro sarà poi sorvegliato dalla congregazione.
    E Bugnini e company (il cui rapporto con Montini fu tutt'altro che idilliaco, non sa nulla chi si immagina un Bugnini che va dal papa a dire 'togliamo questo e quest'altro' e il pontefice lascia fare allegramente col sorriso sulle labbra. O preferite che dica ghigno satanico?) che fossero protestanti/massoni/modernisti/quello che volete, mica lo tenevano scritto su un cartello appeso al collo.
    E pur vero che nella stesura del nuovo rito, i pasticci ci furono, anche da parte del papa (pur avendo dei dubbi sul Consilium, commise l'errore di fidarsi inizialmente, senza leggere tutta l'Institutio. Ci pensarono Bacci e Ottaviani, grandi uomini, ad avvertirlo) e della curia (quelli del Consilium fecero i furbi, cercando di pubblicare il documento senza che fosse passato al vaglio del Sant'Uffizio, cosa che poi avvenne per ordine del papa), ma Paolo VI riuscì ad evitare la catastrofe, preservando la dottrina ufficiale.
    Capisco poi che per lei le mie parole sono inutili, per la soluzione è una sola: niente NO, punto. Giusto?
    Be, vada per la sua strada, io vado per la mia, comportandoci entrambi da bravi cristiani e confidando nella misericordia divina.
    La saluto.

    RispondiElimina
  21. e la santa sede guarda..................

    RispondiElimina
  22. ...prima bisogna cambiare le teste!!!!! E poi i cuori!!!!!

    RispondiElimina
  23. Ho una bellissima auto d'epoca da ricondizionare; mi affido a un meccanico a occhi chiusi  dandogli le chiavi del garage o gli sto col fiato sul collo e quando accenna a far qualche pasticcio lo fermo?

    Il Messale del 1965, contrariamente a quanto capisco dall'articolo, non era il NOM in versione bilingue ma un vero e proprio Messale "intermedio" che diventò fantasma. Brutto perché smozzicato ma certamente cattolico e in linea con la Tradizione....

    Delle latinizzazioni del NOM me ne frega assai poco: non è la lingua, è la struttura, quel che manca, quel che non ha, quel che ha di eccentrico. La mela è stata morsa, assaggiata e giudicata nella tragicità dei fatti.

    RispondiElimina
  24. <span>Ho una bellissima auto d'epoca da ricondizionare; mi affido a un meccanico a occhi chiusi  dandogli le chiavi del garage o gli sto col fiato sul collo e quando accenna a far qualche pasticcio lo fermo?  
     
    Il Messale del 1965, contrariamente a quanto capisco dall'articolo, non era il NOM in versione bilingue ma un vero e proprio Messale "intermedio" che diventò fantasma. Brutto perché smozzicato ma certamente cattolico e in linea con la Tradizione....  
     
    Delle latinizzazioni del NOM me ne frega assai poco: non è la lingua, è la struttura, quel che manca, quel che non ha, quel che ha di eccentrico. La mela è stata morsa, assaggiata e giudicata nella tragicità dei fatti.</span>

    RispondiElimina
  25. Sì ma non usiamo il termine Vetus Ordo, per cortesia, non è mai stato propriamente usato e è fuorviante...

    RispondiElimina
  26. Caro Ospite a leggere bene il suo intervento si vede che le nostre posizioni alla fine non sono poi tanto lontane:
    lei dice "Paolo VI riusci ad evitare la catastrofe, preservando la dottrina ufficiale", posso anch'io concordare.
    Certamente preferisco il VO. Purtroppo non si può dalla sera alla mattina eliminare il NO (cosa che si tentò di fare nel 1969 con la liturgia antica), ma almeno lo si riformi nell'offertorio e lo si celebri coram Deo....
    Certo Paolo VI tenne conto del testo di Bacci e Ottaviani, ma pur modificando la Costituzione che promulgava la nuova messa lasciò intatto con tutti i suoi limiti il nuovo rito bugniniano
    Comunque anch'io penso che bisogna comportarsi da bravi cristiani confidando nella misericordia divina: come dice il Canone Romano: "non per i nostri meriti, ma per la ricchezza della tua misericordia". Mi creda la liturgia tradizionale mi ha fatto riscoprire autentici tesori nascosti..... non sto quì a giudicare un Papa (Paolo VI), prego per lui, per la sua anima, la responsabilità è stata grande. ....

    RispondiElimina
  27. chiedo scusa se sono stato nel finale un poco forte, naturalmente ce l'ho con le idee non con le persone......

    RispondiElimina
  28. Felice di leggerlo. Anche io posso dire lo stesso del suo intervento.
    Mi creda, io conosco l'importanza del VO, ho esultato quando Benedetto XVI l'ha liberalizzato e riconosco che il NO non è stato perfetto nelle formulazioni (di per se non sbagliate, ma si poteva fare meglio) mentre delle applicazioni spesso è meglio non parlarne.
    Io difendo Paolo VI non perchè lo ritengo infallibile (quel dogma riguarda altri argomenti e altre modalità) ma perchè amo la Chiesa e quindi amo il papa.
    Può aver commesso degli errori, ma sempre il vicario di Cristo resta.
    E poi, tenendo conto del fatto che dovette fronteggiare una crisi ecclesiale enorme, e che noi non conosciamo tutti i risvolti, bisogna andarci cauti con i giudizi.
    Un conto è avere delle responsabilità, un conto essere l'unico responsabile.
    La Chiesa ha davvero bisogno di tante preghiere, speriamo che sempre più cristiani si ricordino di questa soluzione, vecchia ma sempre efficace. ;)

    RispondiElimina
  29. ragazzi stiamo qui a discutere di messali quando il problema è la connessione con la dottrina: vengo ora da una riunione di lettura del vangelo nelle case, diretta dal Parroco di una delle zone più signorili di Torino, affollata di catechisti e catechiste, cavalieri di Malta e via dicendo: tutti molto increduli e possibilisti sul fatto che la dottrina cristiana preveda ancora il concetto di dannazione eterna.... A questo ci ha portato il nuovo rito, in cui quella parola non è più presente...

    RispondiElimina
  30. bravo Moscardò : viva il buon senso !

    RispondiElimina
  31. Ma la SARDEGNA non è quell`isola felice in cui si trova un`oasi ancor più felice in cui si celebra quotidianamente la Santa Messa con il Rito Antico, un`oasi meravigliosa in cui forma straordinaria e ordinaria convivono da sempre pacificamente? 
    Multinick dixit pur conservando il segreto su quel luogo idilliaco.
    Ma, forse, se ci son sardi che ci leggono, e ci sono, il mistero potrebbe essere svelato.
    Esiste quell`oasi, o è solo un`ulteriore presa in giro? 

    RispondiElimina
  32. Ho potuto dare un'occhiata alla traduzione italiana del Messale, che dovrebbe essere approvata nella prossima Assemblea della CEI. Non vi illudete, non è una traduzione fedele e letterale (come dovrebbe essere): è la solita melassa piena di storture e compromessi. Il testo italiano non è aderente a quello latino, ma lo interpreta. In barba a tutte le raccomandazioni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, sulla necessità che le traduzioni volgari siano assolutamente fedeli al latino dell'editio typica.
    Se la bozza attuale otterrà la recognitio della Congregazione dei Sacramenti, ce la dovremo tenere come minimo per altri vent'anni prima che qualcuno osi contestarla!
    Staremo poi a vedere la veste tipografica (anche questa ha la sua importanza). C'è il rischio che il nuovo Messale somigli ai Lezionari ...

    RispondiElimina
  33. ME PIACE ... MA QUANTO ME PIACE!!!!
    MD

    RispondiElimina
  34. ... ragione in più per optare per la via maestra e per l'edizione indicata sopra da Don Bernardo (Areki).
    Incominciamo a "votare con i piedi" come si suol dire.

    RispondiElimina
  35. <span> Settimane Liturgiche nazionali, autentiche fiere</span><span> delle vanità liturgiche,  </span>
     ? ?      =-O
    e che..... siamo all' EXPO della Liturgia ?
    .....allora vedremo all'opera autentici "mercanti nel Tempio", che sottopongono la Liturgia alla fiera delle vanità umane e di ogni umano capriccio, secondo i dettami dell'ultima "moda" transeunte.....

    RispondiElimina
  36. <span><span> Settimane Liturgiche nazionali, autentiche fiere</span><span> delle vanità liturgiche,  </span>  
     ? ?  =-O
    </span>
    <span>e che..... siamo all' EXPO della Liturgia ?  
    .....allora vedremo all'opera autentici "mercanti nel Tempio", che sottopongono la Liturgia alla fiera delle vanità umane e di ogni umano capriccio, ad ogni cambio di stagione secondo i dettami dell'ultima "moda" transeunte.....</span>
    <span></span><span><span> – </span>Edit</span><span><span> – </span>Moderate</span>

    RispondiElimina
  37. <span><span>La lettura nella "continuità".....</span>  


    quanto sia illusoria la continuità che si chiama, s'invoca, si proclama come cosa certa, collaudata, osservabile e tangibile, mentre ormai non si riesce a scorgerla se non come un miraggio, che sempre più si allontana, man mano che lo si insegue, viene dimostrato in questa lucida e tagliente analisi :
    Due ermeneutiche, una sola fregatura: Il Concilio pastorale Vaticano II.
    <span>A proposito delle due ermeneutiche del Vaticano II: mito o realtà?</span>  
    <span>(di Matteo D’Amico)</span>
    </span>

    RispondiElimina
  38. <span>"qualcuno" PERMISE che nei Seminari </span><span> NON si insegnasse più a celebrare in latino</span>
         prego, Caterina, corregga:
          <span>"qualcuno"   IMPOSE    !  non come lei scrive: "permise" ecc.  !</span>
    oppure avrebbe dovuto scrivere:
                       "qualcuno NON   PERMISE    PIU'   ecc.  ecc. "
    a rigor di logica  !

    Non le pare  ?

    RispondiElimina
  39. <span><span>"qualcuno" PERMISE che nei Seminari </span><span> NON  si insegnasse più a celebrare in latino</span>  
         prego, Caterina, corregga:  
          <span>"qualcuno   IMPOSE che non....ecc.   !  non come lei scrive: "permise" ecc.  !</span>  
    oppure avrebbe dovuto scrivere:  
                       "qualcuno NON   PERMISE    PIU'   ecc.  ecc. "  
    a rigor di logica  !  
     
    Non le pare  ?</span>

    RispondiElimina
  40. In effetti il messale '65 è piuttosto bizzarro: inizia con il "Giudicami Dio...", finisce senza l'ultimo Vangelo, i tempi liturgici sono divisi secondo il vecchio calendario ( con feste e ferie di diverso grado), c'è la preghiera dei fedeli ( con l'indicazione che può essere detta dal diacono o dal lettore, oppure dal celebrante), la liturgia eucaristica ha un solo canone ( quello romano, parzialmente in italiano), il "sub tectum meum" è tradotto per il sacerdote "Signore, io non son degno di riceverti nel mio cuore..." per i fedeli " O Signore, io non son degno che tu entri nella mia casa, ma dì solo una parola e l'anima mia sarà guarita" con l'indicazione di battersi il petto tre volte), il battesimo comprende gli esorcismi iniziali del Messale di Pio V ( in italiano).
    Insomma, non capisco perchè l'abbiamo usato così poco O:-) .

    RispondiElimina
  41. la damnatio del latino è stato il passo culturale necessario -ispirato da satana- perchè esso fosse sempre più denigrato e via via obliato sia nelle scuole statali che nei seminari : e satana si è servito in modo eccellente della stupidità degli uomini che hanno creduto di liberarsi da un peso inutile, tagliando le radici vive, anche linguistiche, con la cultura classico-cristiana....
    e i colpi da maestro successivi sono stati un giochetto da ragazzi, come vediamo, dopo 45 anni, piangendo  in retrospettiva su tanto latte versato, anche nell'ignoranza crassa seminata e voluta dall'alto, di tutte le cattedre, civili ed ecclesiastiche (mentre si proclamava che la cultura sta "solo a sinistra" e nelle ideologie social-comuniste, mentre la cultura cattolica tradizionale era detta OSCURANTISTA):
    ignoranza e analfabetismo di ritorno, OBLIO DELLE NOSTRE RADICI culturali e cristiane, dove ben si poteva impiantare la PERDITA DELL'DENTITA' CATTOLICA:
      e la Chiesa conciliare, abbracciando con "immensa simpatia" il mondo moderno e le sue mode ideologiche, tutte TESE ad un magnifico futuro, liberato dalla ZAVORRA DELLA SAPIENZA DEL PASSATO, e di tutto un patrimonio fondato sulla      LATINITAS  CLASSICO-CRISTIANA
    gli ha dato manforte, a queI POTERI OCCULTI, <span>umani e soprannaturali</span>, che hanno spazzato via il grande patrimonio della CLASSICITA' E CRISTIANITA' LATINA  !
       come stupirsi allora del crollo della Liturgia ?
          come ritrovare la continuità nelle radici  tagliate e strappate con violenza e gettate nell'oblio ?
    :(

    RispondiElimina
  42. <span>la damnatio del latino è stato il passo culturale necessario -ispirato da satana- perchè esso fosse sempre più denigrato e via via obliato sia nelle scuole statali che nei seminari : e satana si è servito in modo eccellente della stupidità degli uomini che hanno creduto di liberarsi da un peso inutile, tagliando le radici vive, anche linguistiche, con la cultura classico-cristiana....  
    e i colpi da maestro successivi sono stati un giochetto da ragazzi, come vediamo, dopo 45 anni, piangendo  in retrospettiva su tanto latte versato, anche nell'ignoranza crassa seminata e voluta dall'alto, di tutte le cattedre, civili ed ecclesiastiche (mentre si proclamava che la cultura sta "solo a sinistra" e nelle ideologie social-comuniste, mentre la cultura cattolica tradizionale era detta OSCURANTISTA):  
    ignoranza e analfabetismo di ritorno, OBLIO DELLE NOSTRE RADICI culturali e cristiane, dove ben si poteva impiantare la PERDITA DELL'DENTITA' CATTOLICA:  
      e la Chiesa conciliare, abbracciando con "immensa simpatia" il mondo moderno e le sue mode ideologiche, tutte TESE ad un magnifico futuro, liberato dalla ZAVORRA DELLA SAPIENZA DEL PASSATO, e di tutto un patrimonio fondato sulla      LATINITAS  CLASSICO-CRISTIANA  
    gli ha dato manforte, a queI POTERI OCCULTI, <span>umani e soprannaturali</span>, che hanno spazzato via il grande patrimonio della CLASSICITA' E CRISTIANITA' LATINA  !  
       come stupirsi allora del crollo della Liturgia ?  
          come ritrovare la continuità nelle radici  tagliate e strappate con violenza e gettate nell'oblio ?  
    :( </span>

    RispondiElimina
  43. ma che c'entra??? c'è anche il detto che chi di speranza vive, disperato muore....
    Gesù non ci ha detto di vivere di speranza, ma di confidare in essa e al tempo stesso, in attesa della speranza che si realizzi, LAVORARE, fare la nostra parte....
    ;)

    RispondiElimina
  44. Ospite....<span>ma che c'entra??? c'è anche il detto che dice: chi di speranza vive, disperato muore....  
    Gesù non ci ha detto di vivere di speranza, ma di confidare in essa e al tempo stesso, in attesa della speranza che si realizzi, LAVORARE, fare la nostra parte....</span>
    <span>Il problema fiabesco c'è eccome perchè è una realtà il fatto che moltissimi sacerdoti NON conoscono il latino né hanno mai detto una Messa , pure NOM, in latino....</span>
    <span>Il Papa raccomanda il latino, ma non si provvede che nei seminari questa Messa venga insegnata....ergo, il tutto diventa una favola, ma anche le favole possono avverarsi...se QUALCUNO si impegna affinchè dal sogno si giunga alla realtà.....</span>
    <span> ;) </span>

    RispondiElimina
  45. Però oggettivamente l'impostazione dialogica ha senso solo nella lingua parlata...prova a metterti nei panni del celebrante...celebrando Coram Deo, invece, tutti ci si rivolge verso una direzione, con la lingua più sacra possibile...allora la storia cambierebbe, ma così com'è in latino la messa NO ha senso solo nelle grandi basiliche internazionali

    RispondiElimina
  46. ...che "qualcuno" IMPOSE, non spetta a me delinearlo, non sono mai stata in un seminario.... ;)
    io mi limito a ciò che conosco.... Paolo VI non impose MAI che il latino scomparisse, al contrario, ci sono molti testi che dimostrano le sollecitazioni di Montini a preservare questa lingua nella Liturgia e perfino nei Monasteri....tuttavia PERMISE che i negatori avessero la meglio....ma non fu lui a vietare...
    Le stesse sollecitazioni di Giovanni Paolo II lo dimostrano, semmai il problema INCOMPRENSIBILE è perchè questi Pontefici che difesero l'uso del latino di fatto NON si imposero perchè ciò fosse osservato...
    oggi ci riprova Benedetto XVI, ma nelle Parrocchie e perfino nelle Messe celebrate dai Vescovi, il latino stenta ancora a ricomparire....
    ergo NON è il Papa che vieta, piuttosto PERMETTE e si permette che il latino resti ancora non solo FACOLTATIVO ma laddove si riesce, perfino negarlo e cancellarlo...
    ;)

    RispondiElimina
  47. basta con queste edizioni tipiche seconde, terze, quarte, quinte, e alla potenza ennesima del Messale Romano! Quante edizioni dello "Ieratikòn" di S. Basilio esistono??? Una sola!!! Altro che dittatura del relativismo! Qui ogni cinque anni si cambia ordo missae! Che si ritorni una volta per sempre alla messa gregoriana, e basta!

    RispondiElimina
  48. <span><span>"Come condividere con i giovani il patrimonio di segni, gesti, colori, suoni, parole, profumi, <span>alimenti,</span> immagini che la liturgia ci offre? Come far sì che una</span></span>
    <span>celebrazione non sia una noia o un peso, bensì un’esperienza vitale? "</span>

    ALIMENTI? Fra questi l`Ostia consacrata? O forse il pezzettino di pane che si sbriciola?

    RispondiElimina
  49. <span>
    <span><span><span>"Come condividere con i giovani il patrimonio di segni, gesti, colori, suoni, parole, profumi, <span>alimenti,</span> immagini che la liturgia ci offre? Come far sì che una</span></span>  celebrazione non sia una noia o un peso, bensì un’esperienza vitale? </span></span>
    <span><span> 
    </span></span>
    <span><span>ALIMENTI? Fra questi l`Ostia consacrata? O forse il pezzettino di pane che si sbriciola?  </span></span>

    RispondiElimina
  50. Non sono d'accordo....ho ricominciato ad apprezzare la Messa da quando Benedetto XVI l'ha riportata DIGNITOSAMENTE dentro i confini della presunta riforma voluta da Paolo VI....dal Concilio....
    la Chiesa è questa e ci OBBLIGA ad accettare la Riforma voluta dal Concilio, pur storcendo il naso, OK. accettiamo e andiamo avanti, ma almeno che si faccia con la dignità TIPICA DELLA LITURGIA CATTOLICA che non prevede semplicemente "il latino" per chissà quale schiribicchio...ma che IN LATINO la rende più SERIA e non pesante.... ;)

    Dopo di che, concordo con quanto dice....ma proprio per questo riportiamo prima il NOM nella sua dignità calpestata dalla creatività e dagli abusi e la gente stessa si renderà conto che è il VOM L'ORIGINALE e il NOM è solo una copiatura modernista...

    RispondiElimina
  51. <span><span>
    <span><span><span>"Come condividere con i giovani il patrimonio di segni, gesti, colori, suoni, parole, profumi, <span>alimenti,</span> immagini che la liturgia ci offre? Come far sì che una</span></span>  celebrazione non sia una noia o un peso, bensì un’esperienza vitale? </span></span>  
    <span><span>   
    </span></span><span><span>ALIMENTI? Fra questi l`Ostia consacrata? O forse il pezzettino di pane che si sbriciola?  </span></span></span>
    Beh si può anche trasformare la liturgia in una psicoterapia di gruppo con taaanta emozione e taaanta allegria , tamburelli, chitarre e danza davidica attorno all`altare. Olè!

    RispondiElimina
  52. Nella mia parrocchia, pochi mesi or sono, sono stati "costretti" dall'aggiornamento della traduzione delle letture nel foglio "La Domenica", foglietto abitualmente usato, a comprare nuovi lezionari e un nuovo messale. Confesso di non sapere che edizione sia, ma so che è un cesso disastroso. Il nobile intento di inserire immagini a mo' di citazione delle antiche miniature è fallito dinanzi all'arte sacra attuale: un vomito di tempere che impregnano tutti i tomi.

    RispondiElimina
  53. Ha ragione, Caterina. Infatti la mia critica riguarda il fatto che se si nega la speranza, allora può venire fuori il pessimismo catastrofista, che spinge a non fare nulla perchè tanto sarebbe inutile.
    Il cristiano è un realista che non si arrende mai, sorretto dalla certezza che Gesù ha vinto il mondo e che quindi il male, per quanto possa apparire vittorioso nel momento finale, non avrà mai l'ultima parola. :)

    RispondiElimina
  54. <span>Ha ragione, Caterina. Infatti la mia critica riguarda il fatto che se si nega la speranza, allora può venire fuori il pessimismo catastrofista, che spinge a non fare nulla perchè tanto sarebbe inutile.  
    Il cristiano è un realista che non si arrende mai, sorretto dalla certezza che Gesù ha vinto il mondo e che quindi il male, per quanto possa apparire vittorioso nel momento presente, non avrà mai l'ultima parola.</span> :)

    RispondiElimina
  55. Attenzione allo "scambio arricchente"!
    Se fosse un ibrido non sarebbe un soluzione, ma solo il rinnovarsi dell'abominio...

    RispondiElimina
  56. non aspetto e non spero, sono totalmente rassegnato... :(

    RispondiElimina
  57. Alexander Von Trotta14 ottobre 2010 alle ore 12:34

    La Chiesa è stata "riformata" negli ultimi quarant'anni a colpi di silenzio. Chi ha mai abolito l'inferno o il purgatorio? Semplicemente, non se ne parla più. Chi ha mai abolito la presenza reale nell'Eucarestia? Semplicemente non se ne parla più, e non si compiono più quei gesti che potevano evocarla (comunione in ginocchio e sulla lingua, piattino ecc.). Chi ha mai detto che il latino non è più la lingua sacra della Chiesa? Semplicemente non se ne parla più, anche i messali NOM in latino sono spariti. Non c'è bisogno di modificare la dottrina, il che sarebbe oltretutto non poco problematico: basta relegarla in soffita e bloccare con ogni mezzo chi vorrebbe riaprire il baule in cui l'hanno chiusa.

    RispondiElimina
  58. Grazie "miraggio" per il sito postato con la profonda analisi sulla situazione odierna: inutile ormai nascondersi dietro un dito: nel Concilio e nella "Nouvelle theologie" ci sono i germi del disastro attuale. La Madonna a Fatima l'aveva detto.
    don bernardo

    RispondiElimina
  59. Oggi riflettevo sul saggio proverbio: "Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi"..... è vero il Vaticano II è stato un bel "pentolone" da cui son venuti fuori tanti disastri..... il Vaticano da tempo sta cercando di "coperchiarlo" come se nulla fosse, ma sono 50 anni ormai che non ci riescono a coperchiarlo e non ci riusciranno finchè non si decideranno a chiarire tutti i punti oscuri e a tornare senza se e senza ma alla dottrina tradizionale......  Sono sicuro che alla fine prima dell'auto distruzione totale ci dovrà essere la sconfessione delle menzogne e della zizzania gettata a piene mani nel "bla bla" dei documenti conciliari....
    Perciò bisogna aspettare e sperare, ma è certo che alla fin il "Cuore Immacolato" di Maria trionferà.....
    quindi caro "multinick" ride bene chi ride ultimo......

    RispondiElimina
  60. <span>il latino stenta ancora a ricomparire....  </span>
    ma evidentemente ci sono dei poteri più forti del Papa che NON vogliono che ricompaia !
    ....negli anni '70 si diceva: "<span>non c'è la volontà politica</span> che quella cosa si faccia ...."
    (non è tanto incomprensibile, visto che ormai abbiamo capito chi comanda nella Chiesa....)
    *DONT_KNOW*

    RispondiElimina
  61. "...Per chi sa la bellezza,la potenza,la sacralità espressiva del latino, certamente la sostituzione della lingua volgare è un grande sacrificio[...]Perderemo auello stupendo e incomparabile fatto artistico e spirituale che è il canto gregoriano.Abbiamo, sì, ragione di rammaricarci e,quasi, di smarrirci: che cosa sostituiremo a questa lingua angelica? E' un sacrificio di inestimabile prezzo"  (Paolo VI, 26 novembre 1969).
    La buona fede di quel Papa è molto, molto presunta. Queste parole dimostrano con chiarezza quanto egli fosse consapevole di ciò che stava operando e sacrificando. Per la sua visione della Chiesa e della liturgia sacrificare il latino e il gregoriano era necessario. Fece finta di tener conto delle osservazioni dei Cardinali Bacci e Ottaviani, in realtà proseguì imperterrito nell'opera distruttrice della liturgia, modificando l'istruzione, ma lasciando integro il nuovo messale. Poi si accorgerà del fumo di Satana! Era il Papa, poteva ancora rimediare e non lo fece. Come minimo fu un pavido inetto! Senza voler mettere in discussione che era comunque il Vicario di Cristo - precisazione per Bartimeo, si risparmi le solite accuse di sedevacantismo!

    RispondiElimina
  62.      paura della Verità:   ecco spiegata la paura della Messa di S. Pio V, spinta spesso fino all'odio verso di essa e tutto ciò che attiene alla Liturgia di sempre, con la volontà di  nasconderla alle anime e dannarla all'oblio perenne, con odio e disprezzo verso la Tradizione; sentimenti che paiono essere a un tempo causa e conseguenza di quella rivoluzione e instaurazione del potere modernista avvenute 48 anni fa.

    RispondiElimina
  63. Alexander Von Trotta14 ottobre 2010 alle ore 16:41

    Sono d'accordissimo. La reazione contro la Messa tradizionale è una reazione cieca e violenta, come solo di fronte a qualcosa che si teme. E mai una spiegazione, mai un motivo serio addotto per tentare di giustificarla. E' un no e basta. Un no che sa di non avere ragioni dalla propria parte se non la forza.

    RispondiElimina
  64. come dici ?
    .....l<span>a gente stessa si renderà conto....che  il NOM è una copiatura ?</span>
       la gente....si renderà conto...?
    ahahahah  ahahah...ahah....questa è bella  ! :)
    quindi, secondo questa "ri-sacralizzazione" o (velleitario) ritorno alla serietà, la gente dovrebbe nientemeno  "capire" che, dietro lo schema (o paravento.....) del NOM, che a malapena ora si riesce a vedere e sentire come sacro, dietro di quello c'è in realtà  il VOM ecc...il "vero" protagonista della scena, CHE PERO' NON ENTRA IN SCENA, e non si sa se rimarrà sempre dietro le quinte, A SUGGERIRE IL COPIONE all'<span>attore incerto,  impreparato, sempre pronto a distrarsi in frivolezze</span>  ? ? ?
    dunque il VOM sarà come un personaggio misterioso nascosto deitro le quinte che fa da suggeritore al protagonista....
    ehm...un po' impacciato  ?
    (non ci resta che ridere....di certe assurde illusioni)
    :(   (ma ormai questo -ancora- non è altro che teatro.....siamo in una grande fiction :
                     the show must go on!....)

    RispondiElimina
  65. Che linguaggio .......

    RispondiElimina
  66. Ed ecco che Concita Bonds parte subito alla caccia del SEGRETO!
    Cosa mai nasconderà quel criptomodernista di Multinick? Quale arcano mistero si celerà nella terra sarda?
    Aspettiamo le prossime puntate per saperlo!
    MD

    RispondiElimina
  67. Mai sentito parlare di alimenti spirituali?
    Mah!
    MD

    RispondiElimina
  68. I nostri infiltrati speciali stanno smascherando i criptomodernisti!
    Abbi fede don Camillo! Sono infallibili!
    Nessuno dei furbastri in cotta rosso e nera scapperà!
    MD

    RispondiElimina
  69. Capiterà quando la gente neanche più saprà cos'è il concilio vaticano II, ovvero intorno al 2065. Purtroppo. Ma d'altra parte come potrebbe Benedetto XVI sconfessare il giovane teologo Ratzinger?

    RispondiElimina
  70. ....bisogna dire, col grande Pirandello:
    <span><span><span>           " Ma   non    è    una    cosa    seria  ! "</span></span> *DONT_KNOW* </span>

    RispondiElimina
  71. <span>....bisogna dire, col grande Pirandello:</span>



    <span><span>           "Ma  non   è   una   cosa  <span><span>seria<span>  </span><span><span>!"</span></span></span></span></span></span>
    *DONT_KNOW*
    <span><span>    </span></span>

    RispondiElimina
  72. D'accordo su tutto, solo una piccola precisazione: la Chiesa cattolica non ha una lingua sacra, ma una lingua liturgica.

    RispondiElimina
  73. Si discutano le idee, certe descrizioni cretine lasciatele all'UAAR.

    RispondiElimina
  74. Imponga una ratio studiorum che renda obbligatorio studiare il latino per almeno cinque anni.

    RispondiElimina
  75. basterebbe non parlarne più.

    RispondiElimina
  76. "furbastri in cotta rosso e nera"
    milanisti?

    RispondiElimina

AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione