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lunedì 25 ottobre 2010

Benedetto XVI: "Il venerato arcivescovo Lefebvre, quel grand'uomo della Chiesa universale"

L'incontro tra il Papa e mons. Fellay nell'agosto 2005

The Remnant riferisce quanto mons. Fellay, Superiore Generale della Fraternità S. Pio X, ha narrato nel corso di una recente conferenza. Del lungo articolo, in inglese, riportiamo ampio estratto, con le informazioni e i retroscena riferiti dal vescovo lefebvriano. Ci auguriamo che le parole di Fellay e le considerazioni dell'articolista Brian McCall aiutino a comprendere meglio la delicata situazione in cui si trova costretto ad operare il Papa. Non possiamo che far nostro l'appello finale alla preghiera per il Santo Padre.


Al cuore del recente convegno indetto dalla Angelus Press per celebrare il 40° anniversario della fondazione della Fraternità S. Pio X, Sua Eccellenza Mons. Bernard Fellay ha tracciato un'incoraggiante ed esauriente valutazione dello stato della Fraternità, sia passato che futuro. Egli ha dedicato l'ultima mezz'ora del suo discorso ad un esame delle relazioni politiche e legali della FSSPX con le autorità in Roma.

Sua Eccellenza ha fissato il contesto descrivendo la politica del Vaticano come un processo di "contraddizioni". Ha descritto la recente storia delle relazioni S. Sede - FSSPX come un processo consistente nel dire una cosa in pubblico, ma essere costretti a parlare ed agire diversamente all'atto pratico. Ha dato l'impressione di voler mettere sull'avviso i suoi ascoltatori: c'è da aspettarsi che questa dinamica contraddittoria continui in futuro, almeno per quanto è possibile prevedere.

Per aiutarci a capire questa dinamica (posizione ufficiale contro posizione effettiva), Fellay l'ha paragonata all'atteggiamento tenuto dal Vaticano nei confronti della più ampia crisi che ha colpito la
Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II. La posizione ufficiale è rimasta costante negli ultimi 40 anni: nessuna crisi, stiamo vivendo la "primavera" del Vaticano II. E tuttavia, come documentato da Sua Eccellenza, nelle personali osservazioni di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, possiamo vedere l'implicito riconoscimento da parte del Vaticano di una crisi senza precedenti nella storia della Chiesa, un'apostasia di massa. Ad esempio, Fellay ha additato la recente fondazione del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione come una presa d'atto da parte del Papa di una crisi de facto della fede, malgrado la linea di pensiero ufficiale sia che tutto va bene nella Chiesa postconciliare.

Riferendosi nello specifico alla FSSPX, Fellay ha spiegato che la S. Sede ha sempre seguito, negli anni, una linea di condotta "bicipite": una condotta ufficiale de jure contraddetta da azioni concrete de facto. Ha osservato che la linea ufficiale si trova esemplificata nel documento rilasciato dalla Segreteria di Stato dopo il decreto del 2009 di revoca delle scomuniche dei vescovi della Fraternità. Secondo questo documento, non firmato, la Fraternità non esiste dal punto di vista legale e "non gode di alcun riconoscimento canonico nella Chiesa Cattolica", ed i sacerdoti della FSSPX esercitano il loro ministero "illecitamente". Eppure, il Santo Padre dice parole e compie gesti che vanno nella direzione opposta, al punto di riconoscere spesso come validi e legali l'esitenza ed il ministero dei sacerdoti della Società. [..]

Mons. Fellay ha illustrato l'applicazione di questo "principio di azione" nei confronti della Fraternità mediante una serie di casi reali, alcuni dei quali finora non divulgati.

In primo luogo, ha menzionato la questione delle confessioni amministrate dalla FSSPX. Come molti cattolici sanno, esistono determinati gravi peccati la cui remissione è riservata alla S. Sede. Secondo la legge della Chiesa, un prete che ascolta la confessione di qualcuno che ha commesso uno di questi particolari peccati ha l'obbligo di fare rapporto alla S. Sede entro trenta giorni, per poi ricevere il permesso di dare l'assoluzione ed indicazioni sulla penitenza appropriata da irrogare. Sua Eccellenza ha fatto presente che, di quando in quando, preti della FSSPX hanno udito confessioni di questo tipo, e la notifica richiesta è stata inviata in tutti i casi alla S. Sede. In ciascuno di questi casi, il responso del Vaticano è stato che "tutto era buono e lecito" ed il permesso di assolvere è stato accordato al sacerdote della Fraternità.

Cosa dobbiamo dedurne? Ovviamente, che i preti della FSSPX possono confessare validamente. Se a loro mancasse ogni forma di giurisdizione necessaria per udire confessioni, la S. Sede avrebbe risposto che il penitente aveva bisogno di confessarsi con un sacerdote in possesso della giurisdizone legale per confessare. Per definizione, abbiamo qui a che fare con materia grave e quindi con peccato mortale (ammesso che siano in essere tutte le altre condizioni). Eppure la S. Sede ha replicato che "tutto è buono e lecito". Essa ha così riconosciuto de facto che la FSSPX ha la giurisdizione necessaria per confessare, una posizione che la Fraternità ed un certo numero di esperti di diritto canonico mantengono da anni nell'ambito di quella che è obiettivamente una situazione difficile dal punto di vista legale.

Il secondo esempio citato da Fellay riguarda i sacerdoti che hanno lasciato la FSSPX dopo aver ricevuto l'ordinazione da uno dei suoi vescovi. Secondo la legge e la prassi della Chiesa, un sacerdote che riceve gli Ordini Sacri fuori della Chiesa (ossia da un vescovo che, pur possedendo validamente i poteri episcopali, si è separato dalla Chiesa) è diffidato per sempre, al suo ritorno nella Chiesa, dall'esercitare le facoltà sacerdotali conferitegli nella sua illecita ordinazione. Egli ritiene il carattere indelebile del sacerdozio, ma gli è permanentemente fatto divieto di esercitare le relative facoltà.

Eppure, ha spiegato Fellay, ogni volta che un prete ordinato da un vescovo della Società ha lasciato la Fraternità stessa volendo rimanere sacerdote, la S. Sede gli ha consentito di esercitare il ministero sacerdotale. Ancora una volta, la conclusione legale è inevitabile: i sacerdoti FSSPX non erano stati ordinati "fuori della Chiesa". Anche se non ha fatto nomi, conosciamo i casi dei fondatori della Fraternità S. Pietro, dei preti dell'Istituto del Buon Pastore, dei preti di S. Giovanni Vianney a Compos, Brasile, senza contare la lunga lista di singoli preti ordinati da un vescovo della FSSPX: tutti hanno avuto il permesso di utilizzare i poteri sacerdotali. [..]

Il terzo esempio riferito da Sua Eccellenza era relativo alle ordinazioni programmate in Germania per il Marzo 2009. A quel tempo, i vescovi tedeschi stavano approfittando del tentativo dei media di sabotare la revoca della scomunica ai vescovi della FSSPX con la messa in onda dell'ormai famosa intervista al vescovo Williamson ("casualmente" avvenuta proprio il giorno prima dell'annuncio della storica decisione del Santo Padre). La S. Sede comunicò a Fellay la richiesta che le ordinazioni fossero trasferite in un’altra sede, per allentare la tensione tra il Vaticano e i vescovi di Germania. Nel suo discorso al convegno della Angelus Press, Fellay ha rivelato ulteriori dettagli di questo intervento straordinario.

Il Vaticano chiese a Fellay di trasferire le ordinazioni fuori dalla giurisdizione dei vescovi tedeschi. Se Fellay avesse acconsentito, la Fraternità "sarebbe stata legalmente riconosciuta fino alla Pasqua": questo il patto offerto da un Cardinale del Vaticano [Messainlatino.it è in grado di rivelarvi che si trattava di Castrillòn Hoyos], allo scopo di coprire il periodo di due settimane nel quale sarebbero avvenute le ordinazioni. Fellay ha spiegato di aver chiesto al Cardinale il perché di una simile richiesta, dato che, stando ad un documento allora da poco emesso dalla Segreteria di Stato, la FSSPX "non esisteva nemmeno da un punto di vista legale". Il Cardinale replicò: "il Papa non è di questo avviso".

Come sappiamo, Fellay acconsentì alla richiesta vaticana di trasferire le ordinazioni (dimostrando una volta di più la sua volontà di obbedire al Papa). C'è stata una stupefazione generale nella sala quando ha raccontato questa storia. [..] Gli ho chiesto: "Che senso ha tutto questo? Non c'è precedente di una simile disposizione. Come si può essere legali per due settimane, e poi di nuovo illegali?" Fellay ha scrollato le spalle, e ha risposto che questo aveva detto il Cardinale.

Ah, vivere in tempi interessanti!

Come possiamo interpretare questo evento? Innanzitutto, abbiamo un Cardinale in Vaticano che afferma che il Papa non condivide le affermazioni di un documento che risulta promanato da un organo ufficiale del Vaticano. Il documento rilasciato dalla Segreteria di Stato dice che la FSSPX non esiste nella Chiesa, eppure il Papa è convinto che esista. Indi, il Vaticano accetta di riconoscere temporaneamente la Società in cambio del trasferimento di sede di un rito di ordinazione. Come può il Papa prendere sul serio questa mancanza di riconoscimento legale, se essa può essere offerta come moneta di scambio in questo modo?

Fellay ha provato a dare un senso a queste contraddizioni, ma tutto ciò che ci ha potuto dire è che questa è la realtà che dobbiamo accettare al momento presente. Quella del Vaticano appare una condotta contraddittoria, che oscilla tra "condanna ed ammirazione", ha rimarcato Sua Eccellenza. Egli si mostra convinto che, dove sono in gioco i sentimenti personali di Benedetto XVI, la parola d'ordine è ammirazione per la FSSPX. Ci ha illustrato che, nel suo primo incontro con Papa Benedetto, Sua Santità per due volte ha fatto riferimento a Mons. Lefebvre: la prima al "venerato Arcivescovo Lefebvre" e poi, più avanti nella conversazione, all'"Arcivescovo Lefebvre, quel grand'uomo della Chiesa universale".

Dobbiamo perciò credere che il Papa ritenga venerabile, e grande uomo della Chiesa universale, uno scismatico scomunicato? Sarebbe un nonsenso. L'unica spiegazione logica è che il Papa riconosce nell'Arcivescovo quel fedele figlio della Chiesa che Lefebvre è stato. Stando a Sua Eccellenza, anche il Cardinale Castrillòn Hoyos ha manifestato lo stesso atteggiamento quando, riferendosi all'operato della Società, ha detto: "i frutti sono buoni, quindi lì c'è lo Spirito Santo".

Ora, noi sappiamo che Nostro Signore ci ha lasciato queste parole su chi è e chi non è nella Chiesa: "dai loro frutti li riconoscerete". Lo Spirito Santo non può essere fuori della Chiesa; perciò, se Egli è con la Fraternità, la Fraternità è nella Chiesa. La logica è inconfutabile.

Com'è possibile che il Papa e il Vaticano tengano questa linea: dire una cosa ma farne un'altra? [..] La risposta che ci ha suggerito Sua Eccellenza è che, per ragioni politiche, Benedetto XVI è del parere che, data la situazione della Chiesa di oggi, ed i "lupi" che vi si trovano all'interno, egli non possa riconoscere la FSSPX de jure; però, sapendo che la Fraternità è "dentro la Chiesa" e "portatrice di buoni frutti", egli cerca di riconoscerne la legittimità de facto, per quanto gli è possibile. Come sottolineato da Padre Scott Gardner nella sua precedente conferenza, è l'errore della collegialità che ha impedito la correzione degli errori e degli abusi prodotti dal Concilio. Padre Gardner ha riferito che un Cardinale d'alto rango, parlando con lui, ha ammesso che la collegialità ha effettivamente reso la Chiesa "ingovernabile".

Un cardinale americano ha ammesso con me la stessa cosa, in un colloquio privato a maggio del 2010. Benedetto XVI ha appreso per esperienza personale che, se si spingerà troppo oltre nel "fare la cosa giusta", perderà quella poca influenza che ha sui vescovi di quasi tutto il mondo, riuniti nella loro collegiale disubbidienza e nella mancanza di riguardo per la sua autorità.

Fellay ha illustrato questo punto con esempi concreti. Ha raccontato come, nel 2003, un gruppo di cardinali, incluso Joseph Ratzinger, si incontrò per decidere che cosa fare in merito alla FSSPX e alla Tradizione. Concordarono che si dovesse istituire una amministrazione apostolica per dare legalità canonica e indipendenza ai gruppi tradizionalist. C'era diversità di opinioni se la Fraternità dovesse formare la 'spina dorsale' di questa struttura con altri gruppi uniti ad essa, o se dovesse essere costituita indipendente tra le esistenti comunità Ecclesia Dei.

Quando Benedetto XVI è stato eletto nel 2005, ha iniziato ad applicare questo piano. Fellay ha rivelato maggiori dettagli del suo primo incontro con Sua Santità. L'incontro vedeva la partecipazione anche del Cardinale Castrillon Hoyos e di Padre Schmidberger. Il Papa chiese a Castrillon: "A che punto siamo?" Il cardinale rispose: "Può riconoscere la Fraternità S. Pio X anche oggi. Le ho inviato un documento apposito". Il Papa replicò che aveva ricevuto il documento e lo aveva inoltrato al Consiglio per l'Interpretazione dei Testi Legislativi, per determinare se era "corretto per la Chiesa". Fellay ha osservato che esso doveva contenere qualcosa d'insolito, se era necessario esaminarlo così. Per un qualche motivo, il Papa fu evidentemente ostacolato e fino ad oggi questo documento non ha visto la luce. Perché?

Fellay ha spiegato che nel 2006 i vescovi tedeschi si recarono in Vaticano e si opposero vigorosamente al progetto. E allora cos'ha fatto il Papa? Ha liberalizzato la Messa antica e rimosso la scomunica dei vescovi della FSSPX. Tutti ricordiamo cos'è accaduto al Papa dopo. Letteralmente, l'inferno si è scatenato. Il mondo gli si è girato contro.

Alla conferenza, Mons. Fellay ha pure attirato la nostra attenzione sulla nomina del conservatore Gerhard Maria Wagner come vescovo [ausiliare] di Linz, Austria. Il Papa fu nuovamente attaccato dai media per questa nomina "ultraconservatrice". Evidentemente, il Papa è giunto alla conclusione che provocare la disobbedienza e la ribelione dei vescovi del mondo è un prezzo troppo alto da pagare per dare un riconoscimento de jure alla FSSPX. L'unica soluzione è concedere un riconoscimento de facto, mentre procedono i colloqui Vaticano/FSSPX.

Per inciso, i retroscena di questo incontro del 2005 e del misterioso "documento di riconoscimento" che ne era risultato, mettono a tacere un argomento che è stato usato da molti avversari della Fraternità, i quali sostengono che, benché la Fraternità abbia avuto a suo tempo una giurisdizione di supplenza, l'ha persa quando essa ha "rifiutato l'offerta di giurisdizione ordinaria". Ho sentito questo argomento più di una volta.

Mons. Fellay ha precisato che non gli è mai stata mostrata o presentata una concreta offerta di giurisdizione in occasione di quell'incontro. Ovviamente, non aveva nemmeno visto il documento che il Papa aveva inviato per il controllo. Ci ha detto che quel documento "deve essere stato" inusuale, indicando che ogni conoscenza del suo contenuto era solo deduttiva. Come può qualcuno rifiutare un'offerta di giurisdizione che non gli è mai stata proposta, e che è ora perduta nei recessi di un procedimento vaticano di controllo, grazie all'intervento dell'episcopato tedesco? Quindi, quell'argomento salta. Non è stato mons. Fellay a 'rifiutare di accettare' la giurisdizione ordinaria. Sono i vescovi sleali del mondo che hanno forzato la mano del Papa, impedendogli di firmarla.

Mons. Fellay ha anche attirato l'attenzione su un'indicazione che è possibile cogliere tra le righe del paragrafo conclusivo del decreto di revoca delle scomuniche della FSSPX:

In base alle facoltà espressamente concessemi dal Santo Padre Benedetto XVI, in virtù del presente Decreto, rimetto ai Vescovi Bernard Fellay, Bernard Tissier de Mallerais, Richard Williamson e Alfonso de Galarreta la censura di scomunica latae sententiae dichiarata da questa Congregazione il 1° luglio 1988, mentre dichiaro privo di effetti giuridici, a partire dall'odierna data, il Decreto a quel tempo emanato.
Malgrado la prima frase menzioni solo quattro dei sei vescovi colpiti dal precedente decreto, la frase finale afferma chiaramente che esso è ormai "privo di effetti giuridici". Se il decreto che commina la scomunica a Lefebvre e de Castro Mayer non ha più effetti giuridici, la scomunica è revocata anche a loro, senza bisogno di menzionarli per nome (altrimenti si sarebbe potuto specificare: "per questi soli quattro vescovi" o "con l'eccezione dell'Arcivescovo Lefebvre e del Vescovo de Castro Mayer") [argomento giuridicamente deboluccio. Tra l'altro il decreto specifica: "a partire dall'odierna data", escludendo ogni retroattività]. Si è così evitata un'altra, più che probabile, ribellione dei vescovi.

Evidentemente, sono acque pericolose quelle attraverso cui il nostro S. Padre conduce la Barca di Pietro!

Che cosa ci dicono tutte queste nuove informazioni? Ho avuto la netta impressione che Sua Eccellenza stesse sforzandosi di aiutare i fedeli ad essere realistici nelle loro aspettative. Il nostro aiuto è nel nome del Signore, non in un documento legale dal Vaticano, che ha largamente perso il controllo del governo della Chiesa. Nondimeno il Papa sta facendo quello che può per rassicurare i suoi figli più leali ed esortarli a mantenere la rotta. In fatti e parole sta dando continuamente manifestazione della sua volontà. "I frutti sono buoni, quindi lì c'è lo Spirito Santo".

E quindi, mentre infuria la tempesta intorno a lui, il Santo Padre tira diritto. Contro la linea di condotta ufficiale richiesta dai vescovi liberali di tutto il mondo, il Papa va avanti, nelle parole e nei fatti (rimozione della scomunica, convalida delle confessioni, permesso ai sacerdoti ex-FSSPX di continuare ad esercitare il loro ministero, "riconoscimento" della Società per due settimane) come se i sacerdoti della FSSPX fossero validamente e lecitamente impegnati nella cura delle anime per il bene della Chiesa. Non sarebbe più semplice se il Papa riconoscesse ufficialmente per iscritto ciò che ha già manifestato implicitamente? Forse, ma è facile per noi dirlo, nel comodo dei nostri salotti da qualche parte nel mondo.

Ciò che Fellay sta cercando di render chiaro è che vivere con questa dicotomia vaticana di pubblica condanna e silenziosa approvazione, è il sacrificio che Dio sta chiedendo di sopportare oggi ai sacerdoti della Fraternità. [..]

Benedetto XVI sembra chiedere ai vescovi e preti della Fraternità di consentirgli di simulare una pubblica "discordia" con loro, per aiutarlo a trattare con un'intrattabile risma collegiale di vescovi.

La mia impressione è che mons. Fellay abbia accettato di continuare a portare questo pubblico stigma. Cosa può fare il fedele in una simile circostanza? Pregare ed offrire sacrifici affinché preti e vescovi possano sopportare questo per il bene delle anime, della Chiesa intera, e del S. Padre. Quanto tempo durerà? Solo Dio lo sa, ma le circostanze dell'ultimo atto sono chiare: quando il Papa potrà di nuovo governare liberamente la Chiesa e cessare di essere un "prigioniero dei vescovi". Quando quel giorno si leverà, credo che mons. Fellay sia convinto che il papa verserà lacrime di gioia per poter pubblicamente abbracciare i suoi figli leali.

I fedeli possono fare un'altra cosa. Pregare per questo Papa. Pregare che abbia la forza di non scappare davanti ai lupi, come ci ha chiesto di fare nelle sue prime parole come Papa. E' già sotto intenso attacco per il suo riconoscimento de facto della Fraternità. Chiaramente, ha bisogno di ancor più preghiere che mai se dovesse farlo de iure.

[..] Credere che Bernard Fellay voglia "vendere la Tradizione"  per trenta pagine [riferimento ai 30 denari di Giuda] di testo legale di riconoscimento de iure è enorme come pretendere che Marcel Lefebvre cercasse di "vendere la Tradizione" quando anche lui andava a Roma, in continuazione in effetti, e su richiesta del Vaticano, per cercare di risolvere il problema canonico della sua Fraternità in una Chiesa già in crisi un quarto di secolo fa.

73 commenti:

  1. "Quanto tempo durerà? Solo Dio lo sa, ma le circostanze dell'ultimo atto sono chiare: quando il Papa potrà di nuovo governare liberamente la Chiesa e cessare di essere un "prigioniero dei vescovi"."

    Questo, ahimè, non succederà molto presto. Le ultime nomine cardinalizie ne sono un sintomo, basta vedere Romeo, pubblico e deciso avversatore del papa (anche se in realtà l'errore risale a prima, alla nomina a vescovo di Palermo, o forse ancora prima, a Nunzio apostolico). Non si può credere che, se personaggi come Romeo, verranno messi in minoranza nel "collegio dei vescovi" o dei cardinali non conteranno più; quel genere di persone è quello che si sciacqua la bocca con la parola "democrazia" ogni 5 minuti, ma in realtà la democrazia per loro è il governo di pochi, anzi, il governo personale (per questo non riescono mai a governare qualsivoglia organismo).

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  2. il problema più grosso è nella Segreteria di Stato, capace di annullare decisioni già prese dal S. Padre...

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  3. Ma il segretario di Stato, che, tutti dicono, è molto stimato dal Santo Padre, come lavora?

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  4. Dobbiamo perciò credere che il Papa ritenga venerabile, e grande uomo della Chiesa universale, uno scismatico scomunicato? Sarebbe un nonsenso. L'unica spiegazione logica è che il Papa riconosce nell'Arcivescovo quel fedele figlio della Chiesa che Lefebvre è stato.

    ***********

    :) .... bè, basta sfogliare i tanti interventi dell'allora Razinger sulla questione della FSSPX per comprendere quanto egli avesse sempre difeso le reazioni di mons. Lefebvre nei confronti di DIVIETI ED IMPOSIZIONI che inspiegabilmente andavano minando la sana Dottrina.... se mettessimo uno dietro l'altro il frasario e le spiegazioni di Ratzinger sulla FSSPX si comprende bene che Egli ha sempre avuto un occhio di attenzione e di credibilità....
    Il Papa, oggi, sta cercando di evitare uno scisma assai più vero e più pesante di quello che si volle attribuire alla FSSPX... Ratzinger è sempre stato contrario a definire i seguaci di mons. Lefebvre come eretici o scismatici....il nodo, oggi risolto, vero e proprio fu solo l'ordinazione dei 3 vescovi - tre perchè uno era stato consentito - Ratzinger si rammaricò perchè mons. Lefebvre NON ebbe fiducia in lui al quale il Papa aveva affidato di risolvere i problemi, ma Ratzinger sapeva benissimo che morendo Lefebvre l'unica soluzione era quella di avere dalla sua dei Vescovi affidabili....
    Ratzinger che ben vedeva la fioritura della FSSPX e le vocazioni, voleva per loro una soluzione come quella che poi è nata con la FSSP che infatti nasce alla fine degli anni '80 in favore della Messa antica e di tutta una preparazione Tradizionale....
    ma ebbe molti rifiuti in Vaticano....in sostanza si ritrovò solo con il Papa, ed è triste pensare che ciò non fu sufficiente per dare alla FSSPX ciò che legittimamente chiedeva...

    Non dimentichiamo che la stessa FSSP legale e lecita... ha subito un durissimo attacco e costretta a vivere quasi nascostamente per tutto questo tempo, fino all'uscita del MP Summorum Pontificum, fino a tre anni, nessuno conosceva questa realtà eppure aveva già superato i dieci anni di vita.... per quale motivo, credete, il Papa abbia dato loro una Parrocchia? semplicemente perchè NESSUN VESCOVO concedeva loro la gestione di qualche parrocchia.... fino al 2005 nessuno li conosceva e chi ne sentiva parlare, li trattava come fossero della FSSPX....

    Non mi meraviglia che il Papa abbia definito mons. Lefebvre "venerabile", mi meraviglia che il Papa non abbia il coraggio di dirlo pubblicamente così da far cessare ogni dubbio.... ;)
    Oggi più che mai abbiamo bisogno di CHIAREZZA E CERTEZZE, e quando ce le abbiamo, non possiamo tenerle nascoste sotto il letto...

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  5. ....abbiamo anche bisogno che il pastore usi il bastone per rimettere in riga i lupi che vogliono divorare e soggiogare il Gregge, e l'intervento di AUTOREVOLE FERMEZZA del supremo Pastore è sempre più urgente:
    ma non lo fa, pur avendolo citato e definito, come dovere teorico  !....e così il Gregge si sbanda e disperde sempre di più, e viene schiacciato sotto il pugno di ferro dei VERI potenti che li trascinano dove ESSI vogliono !
    *DONT_KNOW*

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  6. Non è che gli manchi....25 ottobre 2010 alle ore 10:05

    ...il coraggio. Come riconosce Fellay, semplicemente BXVI non può operare diversamente a meno di innescare uno scisma che vedrebbe le posizioni tradizionali, e condivise dal Papa stesso, in minoranza.
    Annotazione personale: la minoranza ha (quasi) sempre ragione, come ci insegna la storia, ma in democrazia vale il contrario. E il Vaticano II ha innestato la pianta infestante della democrazia nella gestione della Chiesa. BXVI non può non tenerne conto. E' paradossale, ma la sua parola e le sue disposizioni devono quindi passare al vaglio dei Vescovi, dei preti, dei diaconi, degli animatori parrocchiali, dei chitarristi e dei suonatori di bongo del coro e delle pasionarie del "segno della pace". Facciamocene una ragione e aspettiamo con fiducia. Intanto, preghiamo!

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  7. questo cedimento equivale a sancire la<span> vittoria dell'anarchia e del caos</span>, dove, come vide già Platone ne La Repubblica, cresce inevitabilmente una malapianta:  la TIRANNIA
       (ovvero anche: chi pecora si fa, il lupo se lo mangia! )
    Il Papa, secondo questa sua considerazione, si mostra fatalemente succube dell'ordine-CAOS generato dal collegialismo, figlio del concilio, dove <span>nel quot-capita-tot-sententiae vince il più forte</span>: le ragioni della forza si affermano contro ogni ragione e  non v'è più alcuna CERTEZZA DEL DIRITTO  !
         ed è GIUNGLA.

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  8. <span>questo cedimento equivale a sancire la<span> vittoria dell'anarchia e del caos</span>, dove, come vide già Platone ne La Repubblica, cresce inevitabilmente una malapianta:  la TIRANNIA  
       (ovvero anche: chi pecora si fa, il lupo se lo mangia! )  
    Il Papa, secondo questa sua considerazione, si mostra fatalmente succube del nuovo ordine=CAOS generato dal collegialismo, figlio del concilio, dove <span>nel quot-capita-tot-sententiae vince il più forte</span>: le ragioni della forza si affermano contro ogni ragione e  non v'è più alcuna        CERTEZZA DEL DIRITTO  !  
        ..... ed è GIUNGLA.</span>

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  9. salve mi chiedo ma perchè tanta ostilità contro i tradizionalisti?

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  10. perché l'apostasia, che ha diverse facce, è entrata nella Chiesa

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  11. Cara Caterina, come bene illustra l'articolo, il Papa non dice e non agisce ufficialmente secondo il suo convincimento per non dare l'estro a tanti vescovi e preti per atti eclatanti di ribellione. Ti assicuro che già in molti esponenti del clero che conta c'è un'avversione mal celata nei suoi confronti e un rifiuto pratico dello stile del Papa, sarebbe oltremodo imprudente oggi provocare esplicitamente un'ulteriore ribellione. D'altronde dopo 40 anni di insegnamenti magisteriali ambigui sul primato petrino è naturale che il Papa non possa pretendere di essere obbedito immediatamente e da tutti.

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  12. Il Convegno di Rimini25 ottobre 2010 alle ore 10:49

    Interessante questo articolo ma a Rimini ma Mons. Fellay ha detto cose assai più importanti che danno ancor più forza a quanto detto sopra. Non sono autorizzato quindi non ne posso parlare. Spero che la Fraternità italiana facci un bel rapporto dettagliato.

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  13. Il Convegno di Rimini25 ottobre 2010 alle ore 10:52

    <span>nteressante questo articolo ma a Rimini ma Mons. Fellay ha detto cose assai più importanti che danno ancor più forza a quanto detto sopra. Non sono autorizzato quindi non ne posso parlare. Spero che la Fraternità italiana faccia un bel rapporto dettagliato.</span>

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  14. Il Convegno di Rimini25 ottobre 2010 alle ore 10:53

    <span>Interessante questo articolo ma a Rimini ma Mons. Fellay ha detto cose assai più importanti che danno ancor più forza a quanto detto sopra. Non sono autorizzato quindi non ne posso parlare. Spero che la Fraternità italiana faccia un bel rapporto dettagliato.</span>

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  15. Il Convegno di Rimini25 ottobre 2010 alle ore 10:55

    <span><span>Interessante questo articolo ma a Rimini Mons. Fellay ha detto cose assai più importanti che danno ancor più forza a quanto detto sopra. Non sono autorizzato quindi non ne posso parlare. Spero che la Fraternità italiana faccia un bel rapporto dettagliato.</span></span>

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  16. Se l'ha detto pubblicamente non vedo che autorizzazione vai cercando, se l'ha detto a te privatamente che senso ha venire qua a riferirlo? Spero che nei tuoi prossimi interventi "facci" un po' più di attenzione all'ortografia. :)

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  17. Mi auguro e prego ogni giorno che arrivi presto il momento in cui il Signore darà al Santo Padre la grazia di divincolarsi dai giochi politici vaticani e rinnalzare al giusto posto il primato petrino, costringendo i vescovi dissidenti a ribellarsi e quindi ad uscire dalla Chiesa, e a rimettersi sub Petro. Magari si ribellassero, magari! Teniamoci stretto il nostro piccolo gregge!

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  18. Caro don gianluigi, concordo, so purtroppo che la situazione è palesemente questa, anche per questo sto e resto sempre con il Papa ;)

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  19. i vescovi che si ribellano.....??? Ma vadano a casa....lavorare duro la campagna!!!!!Ma devono vergognarsi!!!!

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  20. antonio peschechera da Barletta25 ottobre 2010 alle ore 11:28

    Sono stato a Rimini per il 18° Convegno di studi cattolici e per il quarantesimo anniversario della fondazione della FSSPX: momenti da ricordare. A partire dalla presenza di Cristina Siccardi a quella di Alessandro Gnocchi e ancora del prof. Gnerre. E poi, il fatto più importante il Pontificale di ieri 24, celebrato da Mons. Fellay con una predica durata oltre un'ora e con il popolo concentratissimo e il Paradiso visto con gli occhi umani, sull'altare del Santo Sacrificio, guardare il vescovo celebrante e riconoscere in lui davvero Alter Cristus. Grazie a Dio sono salvo dalle liturgie melense, indifferenti e oscene, tipo una Esposizione del Santissimo di alcuni anni fa in cui mons. Piechierri vescovo di Barletta-Nazareth in cui invece di pregare si mise a parlare dell'autunno e delle foglie morte e relativi uccellini, mentre la gente un pò alla volta fuggiva.

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  21. Povero Mgr Fellay: deve proprio essere alla frutta per sviluppare un tale discorso che si distacca dalla realtà documentale accessibile a tutti per rifugiarsi in un mondo di fantasia e di complotti basati sulla sua sola parola e senza testimonianze indipendenti!

    Immagino che subisca una pressione alquanto grande dall'interno della FSSPX: probabilmente i suoi seguaci si rendono conto che non sono confessati neanche validamente ed allora si inventa delle approbazioni della Sacra Penitenzieria, ancora dovrebbe mostrale e non solo supporle.

    Tutta la dimostrazione diventa caduca coll'affermazione che la levata della scomunica si applichi anche a Mgr Lefebvre, buonanima: o Mgr fellay non capisce nulla di diritto canonico o sogna gli occhi aperti.

    Insomma, il tutto sembra una fuga in avanti con un arringa pro domo sua, che può convincere solo chi vuole essere convinto!

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  22. L'apparente contraddizione è presto spiegata a norma del diritto: le piane e generali norme canoniche stabiliscono uno status irregolare della FSSPX e a queste si attiene la Segreteria di Stato e gli altri organismi vaticani, stante il fatto che sono privi di potere legislativo; il Santo Padre invece, in veste di supremo legislatore, governante e giudice della Santa Chiesa, deroga dalle norme generali per il bene delle singole anime e della Santa Chiesa Universale. Ovviamente, quanto e come il Santo Padre deroghi dalle norme generali sta esclusivamente a lui deciderlo, fosse pure volta per volta.

    Sono ovviamente felice che il Santo Padre condivida l'opinione di molti, singoli fedeli ed eminenti canonisti, che la scomunica a Mons. Lefevbre sia solo formale e non reale, a conferma che quindi la Santa Sede una parola definitiva sul fondatore della FSSPX non l'ha mai pronunciata. Sono altrettanto felice che per il bene della anime la Santa Sede agisca saggiamente e non costringa i fedeli cattolici nella FSSPX a rivolgersi a sacerdoti terzi che magari non hanno mai visto e conosciuto per ricevere l'assoluzione dai loro peccati.

    Sono un po' meno felice che trapelino liberamente queste indiscrezioni su parole e atti del Santo Padre e dei Suoi collaboratori.

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  23. Io, pero', qualche perplessita' ce l'ho sulla storia della pianta che si riconosce dai frutti. Qualcuno puo' aiutarmi a capire come si deve intendere questo detto evangelico in riferimento ai Legionari di Cristo e alla FSSPX?
    Franco

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  24. si vede che il vescovo Barletta...voleva volare come un uccello.....ma poi e' caduto.....in basso...poverino!!!!

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  25. Se per "frutti" s'intende il moltiplicarsi di sedi e anche di vocazioni -che peraltro al momento difettano- può dipendere dal fatto che abbiano disposto di ingenti risorse economiche e di un reclutamente coinvolgente, ma anche, abbiamo visto, di una formazione rigida e molto basata sul culto della personalità... 
    Ora che i nodi sono venuti al pettine, i futti autentici potranno venir fuori solo dall'obbedienza al Santo Padre

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  26. <span>Se per "frutti" s'intende il moltiplicarsi di sedi e anche di vocazioni -che peraltro al momento difettano- può dipendere dal fatto che abbiano disposto di ingenti risorse economiche e di un reclutamente coinvolgente, ma anche, abbiamo visto, di una formazione rigida e molto basata sul culto della personalità...   
    Ora che i nodi sono venuti al pettine, i futti autentici potranno venir fuori solo dall'obbedienza al Santo Padre</span>

    Questo riguardo ai Legionari di Cristo.
    Quanto alla FSSPX, mi pare che i termini della questione siano tutt'altri!!!

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  27. Non preoccuparti: non c'è stata nessuna indiscrezione. Solo la fantasia di chi ama raccontarsele.

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  28. "Il vostro parlare sia si si no no. Il di più viene dal maligno" (Mt. 5,37). Non possiamo avere la pretesa che i vescovi neomodernisti e disobbedienti vivano questo detto evangelico ma il Papa si, da lui mi aspetto che sia il primo a dare l'esempio, anzichè parlare il linguaggio criptico della segreteria di stato

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  29. Pregare che abbia la forza di non scappare davanti ai lupi,
    d'accordo: ma anche che non si sottometta alla loro volontà, rinunciando ad atti di fermezza propri dell'autorità suprema di governo !
    di continuo bisogna invocare l'aiuto di Dio alla sua Chiesa soggiogata dai poteri iniqui, trepidando  per le sorti delle anime e della vera Fede sulla Terra,.... fino a quando il Papa non potrà "di nuovo governare liberamente la Chiesa e cessare di essere un "prigioniero dei vescovi": preghiera che vale sia per questo Papa che per il suo successore, qualora la situazione di "Pietro in vincoli" dovesse continuare per altri decenni....

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  30. Senza usare termini come "ostaggio", prigioniero", non credo che faccia un affronto a Benedetto XVI chi constata la realtà dei fatti e cioè che in più di un `occasione il Papa non è stato obbedito, la sua volontà  e suoi documenti ignorati o contestati.
    Rammento le sue prescrizioni nel 2005 per la modifica del rituale neocat, non solo non sono state rispettate e seguite da obbedienza, ma hanno dato luogo ad una vergognosa battaglia, che l`iniziatore del cnc ha vinto grazie all`aiuto dei suoi potenti amici in Vaticano, penso alla nomina di Mons. Wagner, nel 2007 viene il SP e sappiamo come sta andando, nel 2010 arriva la mancata proclamazione del santo Curato d`Ars , dopo che durante tutto l`anno il Santo Padre lo abbia presentato come modello a tutti i sacerdoti.
    E  tutto ciò che vediamo, e non possiamo ignorare, non è probabilmente che la punta di un iceberg.
    Questi sono i risultati di più di 40 anni di non governo, o meglio di governo liberale, consensuale, che non osa essere coercitativo ma solo esortativo, di tolleranza e di lasciar fare.

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  31. "...La posizione ufficiale è rimasta costante negli ultimi 40 anni:
    nessuna crisi, stiamo vivendo la "primavera" del Vaticano II. E tuttavia, come documentato da Sua Eccellenza, nelle personali osservazioni di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, possiamo vedere l'implicito riconoscimento da parte del Vaticano di una crisi senza precedenti nella storia della Chiesa, un'apostasia di massa....."

    ....e la chiamano  ancora  "primavera" ?   =-O
    ancora negano l'evidenza ? come sarebbe  a dire <span>"nessuna crisi"</span> ma...<span>"un'apostasia di massa",</span>  !
    .....e tuttavia è sempre primavera  ? ?
          come ser dicessero: "niente di grave, (solo un po' di ....grave apostasia) ....lasciateci sognare!"
    ma quando si decideranno a crescere ?

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  32. <span>"...La posizione ufficiale è rimasta costante negli ultimi 40 anni: 
    nessuna crisi, stiamo vivendo la "primavera" del Vaticano II. E tuttavia, come documentato da Sua Eccellenza, nelle personali osservazioni di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, possiamo vedere l'implicito riconoscimento da parte del Vaticano di una crisi senza precedenti nella storia della Chiesa, un'apostasia di massa....." 
     
    ....e la chiamano  ancora  "primavera" ?   =-O
    ancora negano l'evidenza ?....  come sarebbe a dire : <span>"nessuna crisi"</span>   ma...<span>"un'apostasia di massa",</span>  ? ! ?
    .....e tuttavia è sempre primavera  ? ? 
          come se dicessero: "niente di grave, (solo un po' di ....grave apostasia) ....lasciateci sognare!" 
    ma quando si decideranno a crescere ?</span>

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  33. Mons. Fellay continua a spargere veleno.
    Che schifo, che vergogna.
    Preghiamo veramente per il Papa.

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  34. quale veleno esattamente ?

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  35. Quando il papa GPII seppe della morte di Mons Lefebvre inviò al seminario di Econe sia il vescovo di Sion nella cui diocesi si trova il seminario  tradizionalista , che un cardinale , credo ma non sono sicuro Guantin,che dopo essersi raccolti in preghiera, dettero l'assoluzione alle spoglie mortali di monsignore. Penso che con questo atto di grande pietà la chiesa di Roma ritenesse estinta la scomumica precedentemente comminiata. Non sono un canonista e mi piacerebbe sapere da qualche esperto  qualcosa in merito. Se poi  il papa Benedetto è veramente ostaggio di circoli e potentati, preghiamo per lui: Anzi impegnamoci a recitare un Rosario al giorno affinchè il Signore lo aiuti a rimettere in rotta la navicella di Pietro anche perchè, parliamoci chiaro, lo scisma modernista è ormai in atto ed il concetto di collegialità aiuta i rivltosi e non il papa.

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  36. aggiungo la chiusura del seminario neocat di Takamatsu, concordata con l'intera Conferenza Episcopale Giapponese, annullata, alla vigilia da un contrordine della Segreteria di Stato. Ma i vescovi non si sono arresi. Conclusione. Il seminario non è più in Giappone ma a Roma e continua a chiamarsi Roma/Takamatsu per il Giappone!

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  37. Bisognerebbe convincere Kiko a rinunciare ad apparire agli aderenti al cammino neocatecumenale in...atteggiamenti quasi pontifici 

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  38. Insomma dobbiamo continuare su questa strada e abituarci a vivere in una Chiesa in cui il Papa ha paura di fare ciò che pure ritiene giusto. Ma dove va a finire una Chiesa siffatta? Come sembra aver detto sul letto di morte il card. Lienart: la Chiesa umanamente parlando è finita. Aspettiamo, allora, gli esiti del lavoro dello Spirito Santo.
    Quanto alla scomunica di Lefebvre e Castro Mayer, lessi tempo fa un'intervista di mons. Rifan di Campos: il card. Re, a sua precisa domanda, rispose che la scomunica era stata tolta anche a De Castro Mayer, per quanto non menzionato nel decreto di riconoscimento della Società S. G. Vianney.

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  39. Son già platealmente ribelli: solo che non se ne vuol prender ufficilamente atto e procedere alle sanzioni. Motivi? Un coacervo maleodorante: paura di scisma - ma ce ne son già tanti seppur non dichiarati -, lotta tra fazioni ai vertici, un intrecciarsi di interessi eterodiretti, incrocio di veti e di ricatti ecc. ecc.
    Per ricostruir la Chiesa, lo Spirito Santo deve dar l'energia energia necessaria ad un Papa degno e perfettamente trasparente. Io, ovviamente mi auguro - anche per ragioni personali: quanto ancora potrò campare - che tale Papa sia l'attuale.

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  40. Forse andavan a spazzar le strade e a dar le briciole agli uccellini affamati.

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  41. Condivido quanto sopra scritto da Filippo B.
    Relativamente al trapelar d'indiscrezioni, essendo mons. Fellay persona molto accorta ed affidabile, presumo abbia detto solo quel ch'è stato autorizzato a render noto. Del resto la posizione di S.E. Castrillon è stata espressa in molte interviste e sempre il porporato ha detto che lui riportava il pensiero del Papa.

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  42. I Legionari avrann'avuto le loro mele marce, ma il corpo è sano. Da seme dolce può nascer seme amaro e viceversa. Si pensi ad uno dei primi vicari generali dei cappuccini, l'apostata B. Ochino.

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  43. A benedire la salme di Lefebvre furono il nunzio a Berna e il vescovo di Sion. Gantin fu il più accanito sostenitore della necessità d'un'immediata scomunica.

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  44. <span>A benedire la salma di Lefebvre furono il nunzio a Berna e il vescovo di Sion. Gantin fu il più accanito sostenitore della necessità d'un'immediata scomunica.</span>

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  45. ...per il Papa.

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  46. Giustamente ti autodefinisci "ospite ingrato" infatti sei "ospite" perchè non ti comporti come uno che con la Tradizione si sente a casa sua e poi sei anche "ingrato" per la poca misericordia verso il prossimo......

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  47. cioè, per il veleno che sputa.

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  48. Bregolin don Adriano25 ottobre 2010 alle ore 21:45

    Ma non sarebbe più semplice per  il Papa, Che Dio lo asista sempre, per i fedeli, i sacerdoti e i Vescovi tornare in comunione con i Papa stesso? Se sono risibili i  problemi disicplinari non potrebbero esser risolti ugualmente anche quelli dottrinali? Cosa farebbe Gesù? E qual è la volontà di Dio oggi?

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  49. Bregolin don Adriano25 ottobre 2010 alle ore 21:46

    Ma non sarebbe più semplice per  il Papa, Che Dio lo asista sempre, per i fedeli, i sacerdoti e i Vescovi tornare in comunione con i Papa stesso? Se sono risibili i  problemi disicplinari non potrebbero esser risolti ugualmente anche quelli dottrinali? Cosa farebbe Gesù? E qual è la volontà di Dio oggi?

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  50. Bregolin don Adriano25 ottobre 2010 alle ore 21:46

    Ma non sarebbe più semplice per  il Papa, Che Dio lo asista sempre, per i fedeli, i sacerdoti e i Vescovi tornare in comunione con i Papa stesso? Se sono risibili i  problemi disicplinari non potrebbero esser risolti ugualmente anche quelli dottrinali? Cosa farebbe Gesù? E qual è la volontà di Dio oggi?

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  51. A quanto si dice il Papa ha capito qual sia oggi la volontà di Dio, ma gli permettono di seguirla in concreto. E lui s'adegua per non meglio precisati gravi motivi. Che tutti temono e che forse sarebbero una salutare rifondazione della Chiesa sulla base della verità immutata ed immutabile.

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  52. Povero papa, ha tanto aizzato nella sua giovinezza, i conciliaristi modernisti, ed ora se li ritrova sul groppone pronti a sputar veleno ! " PENTESI ALLOR,MA TRUOVASI A MANI VUOTE, CH'OR CHE POTEA NON VOLLE, OR CHE VORRIA,NON PUOTE..."

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  53. "<span>La remissione della scomunica era un provvedimento nell’ambito della disciplina ecclesiastica: le persone venivano liberate dal peso di coscienza costituito dalla punizione ecclesiastica più grave. Occorre distinguere questo livello disciplinare dall’ambito dottrinale. Il fatto che la Fraternità San Pio X non possieda una posizione canonica nella Chiesa, non si basa in fin dei conti su ragioni disciplinari ma dottrinali. Finché la Fraternità non ha una posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa. Bisogna quindi distinguere tra il livello disciplinare, che concerne le persone come tali, e il livello dottrinale in cui sono in questione il ministero e l’istituzione. Per precisarlo ancora una volta: finché le questioni concernenti la dottrina non sono chiarite, la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri – anche se sono stati liberati dalla punizione ecclesiastica – non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa."</span>
    Fonte: http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/letters/2009/documents/hf_ben-xvi_let_20090310_remissione-scomunica_it.html

    Il parere del Papa io lo chiederei al Papa...

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  54. <span>"sulla base della verità immutata ed immutabile."</span>

    E non sulla base della verità mutata e mutabile frutto del relativismo,  dell`individualismo, protagonismo, soggettivismo e narcisisimo che ha fatto irruzione nella Chiesa e che ha fatto sì, unito al lasciar fare dell`autorità, che ognuno nel suo praticello si sia trasformato chi in predicatore sedicente ispirato,  chi in iniziatore sedicente missionato dallo Spirito Santo, dalla Vergine, chi in creatore senza freni e senza limiti, chi tutte le tre cose insieme.

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  55. .....nel 1962 fu scatenata una tigre che oggi <span>nessuno riesce più a cavalcare !</span>

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  56. chi ci capisce è bravo26 ottobre 2010 alle ore 09:42

    <span> ....Pregare ed offrire sacrifici affinché preti e vescovi possano sopportare questo per il bene delle anime, della Chiesa intera, e del S. Padre....</span>
    -------------------
    ah sì  ? ?
    ma che cosa intende l'articolista con la frase "sopportare questo" ?
      che cosa è "questo"  ?  sarebbe tutta quella <span>surreale finzion</span>e di cui parla poco prima, (l<span>a dicotomia vaticana di pubblica condanna e silenziosa approvazione, è il sacrificio che Dio sta chiedendo di sopportare....) <span>dicendo che il Papa deve fingere di essere in contrasto con quelli della FSSPX...(citando una scena teatrale su Tommaso Moro, qui non riferita...:)) ?</span></span>
    e noi semplici, ignari e poco astuti o arguti fedeli, non avvezzi a certe STRATEGIE, dovremmo credere che QUESTA  sia precisamente la volontà di Dio  ?
     ma come faremo a raccontare QUESTO strano gioco delle parti più-che-pirandelliano ai nostri figli e nipoti, a tutte le anime che chiedono -invocano a gran voce- VERITA' GIUSTIZIA E CHIAREZZA nonchè fermezza e certezza del diritto, da ogni angolo del Gregge ?
    come si può attribuire alla volontà di Dio una simile serie di machiavellismi   e
         temporeggiamenti   tra vero e falso, dire e non-dire, FATTI E PAROLE,   tra   SI'  E  NO  ?
    non ci si capisce niente e si gioca a chi resiste di più a camminare nella nebbia, scegliendo di addensare la nebbia e dicendo "E' Dio che vuole la nebbia, per il nostro bene!"
    ...ma questo, cari amici, a me pare il trionfo dell'assurdo, e quasi il volersi crogiolare e compiacere che la realtà surreale -che tiene in scacco TUTTA LA CHIESA, non solo il Papa- continui a prevalere con le sue finte-mezze-verità-e ambigui e fumosi giochi strategico-dialettici
             sulla VERITA' intera e semplice, quella del SI' SI' NO NO !

    (è solo scoraggiante tutto ciò che ci viene qui offerto come esortazione e intenzione di preghiera, mi pare in sostanza: "preghiamo di poter sopportare l'ambiguità" o sbaglio ?? 
    ma scherziamo...la Speranza cristiana si fonda su Cristo che è Verità, senza finzioni nè ambiguità, nè tantomeno invocare quel principio "il fine giustifica i  mezzi" : questo non è un criterio evangelico!...)

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  57. chi ci capisce è bravo26 ottobre 2010 alle ore 09:45

    <span><span> ....Pregare ed offrire sacrifici affinché preti e vescovi possano sopportare questo per il bene delle anime, della Chiesa intera, e del S. Padre....</span>  
    -------------------  
    ah sì  ? ....
    ma che cosa intende l'articolista con la frase "sopportare questo" ?  
      che cosa è "questo"  ?  sarebbe tutta quella <span>surreale finzion</span>e di cui parla poco prima, (l<span>a dicotomia vaticana di pubblica condanna e silenziosa approvazione, è il sacrificio che Dio sta chiedendo di sopportare....) <span>dicendo che il Papa deve fingere di essere in contrasto con quelli della FSSPX...(citando una scena teatrale su Tommaso Moro, qui non riferita.....) ?</span></span>  
    e noi semplici, ignari e poco astuti o arguti fedeli, non avvezzi a certe STRATEGIE, dovremmo credere che QUESTA  sia precisamente la volontà di Dio  ?  
     ma come faremo a raccontare QUESTO strano gioco delle parti più-che-pirandelliano ai nostri figli e nipoti, a tutte le anime che chiedono -invocano a gran voce- VERITA' GIUSTIZIA E CHIAREZZA nonchè fermezza nel ribadire la Dottrina perenne e conferma di tutti nella vera Fede, e certezza del diritto, da ogni angolo del Gregge ?  
    ....come si può attribuire alla volontà di Dio una simile serie di machiavellismi   e      temporeggiamenti   tra vero e falso, dire e non-dire, FATTI E PAROLE,   tra   SI'  E  NO  ?  
    non ci si capisce niente e si gioca a chi resiste di più a camminare nella nebbia, scegliendo di addensare la nebbia e dicendo "E' Dio che vuole la nebbia, per il nostro bene!"  
    ...ma questo, cari amici, a me pare il trionfo dell'assurdo, e quasi il volersi crogiolare e compiacere che la realtà surreale -che tiene in scacco TUTTA LA CHIESA, non solo il Papa- continui a prevalere con le sue finte-mezze-verità-e ambigui e fumosi giochi strategico-dialettici  
             sulla VERITA' intera e semplice, quella del SI' SI' NO NO !  
     
    (è solo scoraggiante tutto ciò che ci viene qui offerto come esortazione e intenzione di preghiera, mi pare in sostanza: "preghiamo di poter sopportare l'ambiguità" o sbaglio ??   
    ma scherziamo...la Speranza cristiana si fonda su Cristo che è Verità, senza finzioni nè ambiguità, nè tantomeno invocare quel principio "il fine giustifica i  mezzi" : questo non è un criterio evangelico!...)</span>

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  58. Che il vostro sì sia un sì...26 ottobre 2010 alle ore 12:02

    Grazie Bessarione: atteniamoci a quel che il Santo Padre afferma nero su bianco pubblicamente, e rifuggiamo con fermezza presupposti atteggiamenti inverificati dove lui agirebbe all'opposto di quel che insegna.


    Quando san Pietro insegnava che v'era posto per i Gentili nella Chiesa nascente, ma che di fatto lui stesso andava a mangiare con gli ebrei di Gerusalemme secondo le abitudini ebree, si prese una gran sculacciata da San Paolo. Era un caso dove c'era discrepanza tra l'agire di Pietro e quello del suo insegnamento, questo sempre ineccepibile come lo mostra la sua presa di posizione al concilio di Gerusalemme.


    Noi cattolici romani, dobbiamo guardare aldlà delle illazioni piû o meno fondate su presunti comportamenti del Santo Padre, ma guardare scupulosamente a quel che ci dice quando governa ed insegna: questa è la virtù d'obbedienza.

    La dicostruzione dei processi decisionali, in qualsiasi campo, sono il modo usuale di chi sapendo disobbedire vuole cercarsi delle scusanti.

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  59. Vi segnalo un articolo: http://opportuneimportune.blogspot.com/2010/10/biceps-potestas.html

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  60. grazie, Baronio:
    eccellente messa a  punto  !

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  61. Mi scuso, ma per un errore del mio scrivano l'articolo non era stato copiato integralmente: lo potete vedere ora nella sua completezza, e con una parte che credo risolutiva...

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  62. forse per se stesso, un domani.

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  63. <span><span>"sulla base della verità immutata ed immutabile."</span>  
     
    E non sulla base della verità mutata e mutabile frutto del relativismo,  dell`individualismo, protagonismo, soggettivismo e narcisisimo che hanno fatto irruzione nella Chiesa e che hanno fatto sì, unito al lasciar fare dell`autorità, che ognuno nel suo praticello si sia trasformato chi in predicatore sedicente ispirato,  chi in iniziatore sedicente missionato dallo Spirito Santo, dalla Vergine, chi in creatore senza freni e senza limiti, chi in tutte le tre cose insieme. 
    </span>

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  64. <span>A quanto si dice il Papa ha capito qual sia oggi la volontà di Dio, ma non gli permettono di seguirla in concreto. E lui s'adegua per non meglio precisati gravi motivi. Che tutti temono e che forse sarebbero una salutare rifondazione della Chiesa sulla base della verità immutata ed immutabile.</span>

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  65. Beato te che hai uno scrivano! io ho i nipoti che mi buttan tutto all'aria.

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  66. Cattolico terra terra26 ottobre 2010 alle ore 23:21

    Mah... fino a qualche tempo fa mi facevo qualche scrupolo riguardo alla frequentazione dei lefebvriani, ma adesso?
    Se vado a Messa in Belgio (dove il catechismo fa l'apologia della masturbazione) sono in comunione col Papa, mentre se vado a Econe non lo sarei?
    Forse è piuttosto il contrario. E forse la comunione col Papa non è solamente un concetto legalistico.
    Può qualche buon sacerdote darmi una sua valutazione? Magari don Alfredo, se può.

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  67. Mi spiace, nella Chiesa "conciliare" il parere di un "buon sacerdote" vale quanto quello di uno cattivo. Neppure don Alfredo potrà soddisfare il tuo quesito in maniera esauriente. Fai "come ti suggeriesce la coscienza"; questo insegna oggi la Chiesa. Io ti consiglio di fare così: quando ti conviene seguire il catechismo belga, seguilo; quando ti piace e ti riesce più facile seguire il catechismo di San Pio X, segui quest'ultimo. In ogni caso cadi sempre in piedi. Sono ambedue provvisti di approvazione ecclesiastica.

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  68. In realtà sarebbe necessario un pronunciamento ufficiale, per come siamo ridotti oggi, sul significato autentico di "Frutti". Perchè gli stessi "frutti" che mostra la SPX, potrebbero benissimo essere mostrati(e di fatto lo sono), triplicati, da tanti eterodossi. Uno in particolare, spagnolo. I "suoi" seminari, peraltro nell'assurdità  che dipendono da un laico, sono ben "riempiti". Quindi? Come si stabilisce "ufficialmente" quali sono i "frutti"? E dove sono? Perchè da quello che dice Hoyos si potrebbe, per quanto è generico, si può dedurre che lo Spirito è anche là dove gli eterodossi lo affermano!

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  69. <span>In realtà sarebbe necessario un pronunciamento ufficiale, per come siamo ridotti oggi, sul significato autentico di "Frutti". Perchè gli stessi "frutti" che mostra la SPX, potrebbero benissimo essere mostrati(e di fatto lo sono), triplicati, da tanti eterodossi. Uno in particolare, spagnolo. I "suoi" seminari, peraltro nell'assurdità  che dipendono da un laico, sono ben "riempiti". Quindi? Come si stabilisce "ufficialmente" quali sono i "frutti"? E dove sono? Perchè da quello che dice Hoyos , per quanto è generico, si può dedurre che lo Spirito è anche là dove gli eterodossi lo affermano!</span>

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  70. "Che il vostro sì sia iun sì" il tuo è il tipico comportamento da neocatecumenale.

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  71. Cattolico terra terra27 ottobre 2010 alle ore 22:16

    Capisco l'ironia, ma non mi sembra che la "convenienza" abbia a che fare con il concetto di coscienza rettamente formata a cui avrebbe brindato il beato Newman. Secondo una retta coscienza il catechismo belga è da bruciare, e arriverei quasi a dire anche chi lo ha scritto. 

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