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martedì 2 febbraio 2010

La risposta dei Tradizionalisti anglicani verrà dopo Pasqua

Dal Church times (che è un po' l'Osservatore romano della Comunione Anglicana, quindi prevenuto verso il rientro a Roma dei tradizionalisti anglicani):

Una riunione dei Vescovi che hanno richiesto al Papa di essere ricevuti in piena comunione pur mantenendo un'identità “anglicana” si terrà a Roma nella Low Week [settimana bassa: quella della domenica in albis o Quasi modo, dopo Pasqua].

Sarebbe il momento culmine della risposta alla Costituzione Apostolica di Benedetto XVI (Anglicanorum Coetibus) per stabilire Ordinariati personali per ex Anglicani: è quanto ha affermato mercoledì l’Arcivescovo John Hepworth della Traditional Anglican Communion (TAC), una Continuing Church [sono così definiti quei gruppi di anglicani staccatisi da Canterbury poiché dichiarano di voler ‘continuare’ nella fede anglo-cattolica].

Egli è atteso a Roma entro tre settimane per una riunione con la Congregazione per la dottrina della fede (CDF), dopo una serie di sinodi regionali della TAC, e dovrebbe quindi, due settimane dopo Pasqua, incontrare la maggior parte dei Vescovi che avevano fatto la petizione al Papa per dare la loro risposta formale circa gli Ordinariati.

“La palla è nel nostro campo. Abbiamo chiesto questo e lo abbiamo ottenuto. Ossia diventare cattolici anglicani, non cattolici romani” ha detto l'arcivescovo Hepworth, parlando dall'Australia.

Le lettere dal Vaticano in replica a tutti coloro che avevano risposto all'offerta del Papa sono state ricevute. Egli vi aveva dato seguito con una lettera pastorale ai membri della TAC la settimana scorsa.
“Dopo un'introduzione sull’unità della Chiesa, parliamo del nostro incontro iniziale con la CDF. Loro ci hanno dato consigli e noi li abbiamo seguiti. Un team di vescovi e studiosi cattolici romani ci hanno aiutato a riflettere sull'unità. Hanno fornito una critica della TAC, e noi rispondiamo su alcuni punti. La TAC vuole ottenere la comunione ‘mantenendo quelle riverite tradizioni di spiritualità, liturgia, disciplina e teologia che costituiscono il patrimonio caro e vecchio di secoli delle comunità anglicane in tutto il mondo’.

“C’è il nostro modo di fare teologia, così come il nostro modo disciplinare. Il nostro gruppo avrà il diritto di eleggere i nostri vescovi. Abbiamo chiesto alla CDF l’elezione mediante concilii. Sulle prime ci hanno deriso, ma poi l’abbiamo ottenuto. Stiamo anche lavorando con una Commissione insieme a Forward in Faith [gruppo anglocattolico rimasto, fino ad ora, nella comunione anglicana dipendente da Canterbury] per produrre la nostra liturgia. Abbiamo firmato il Catechismo [della Chiesa Cattolica] come ‘la più completa e autentica espressione e applicazione della fede cattolica in questo scorcio di tempo’.

“Lo abbiamo fatto per mettere il nostro impegno fuori discussione, ma non abbiamo dovuto accettare Apostolicae Curae [che dichiara gli ordini anglicani assolutamente nulli e completamente inani] perché non è nel Catechismo” [argomento molto debole: il Catechismo contempla l’infallibilità del Papa, e quella dichiarazione di Leone XIII è stata espressamente qualificata come infallibile dalla Congregazione per la Dottrina della Fede].

Una consultazione era in corso circa il problema della nuova ordinazione nella TAC. “Ci siamo separati dalla Chiesa Anglicana. Alcuni hanno lasciato a causa di problemi sacramentali e dottrinali e sono andati persi. Abbiamo impegnato l’ARCIC [la Commissione internazionale per i rapporti tra Anglicani e Cattolici romani], e abbiamo ottenuto ciò che volevamo. Coloro che dicevano che non l’avremmo ottenuto si stanno ora mangiando il cappello, cosa che io mi sto peccaminosamente gustando.”

L'Arcivescovo ha detto che egli avrebbe pubblicato l’originale petizione alla CDF della TAC del 2007, insieme alla sua lettera pastorale.

Nella sua lettera, scrive: “La ri-ordinazione è un problema perché la Chiesa richiede certezza assoluta nella materia della futura vita sacramentale. Mi è stato detto che la TAC deve capire questo perché noi stessi siamo andati fuori della comunione anglicana al fine di garantire la validità della vita sacramentale. Roma sta ora cercando la stessa sicurezza”.

La Costituzione Apostolica parla di “Anglicani che entrano in piena comunione con la Chiesa cattolica. Ci sono i tre fattori critici fin dall'inizio: Anglicani, piena comunione e Chiesa cattolica”.

41 commenti:

  1. “C’è il <span>nostro modo</span> di fare teologia, così come il nostro modo disciplinare.
    Il <span>nostro gruppo </span>avrà il diritto di eleggere i <span>nostri vescovi.</span>
    .................
    La palla è nel<span> nostro campo.</span> Abbiamo chiesto questo e lo abbiamo ottenuto. Ossia diventare cattolici anglicani, non cattolici romani”
    ............
    Stiamo anche lavorando con una Commissione insieme a Forward in Faith
    per produrre la<span> nostra liturgia."</span>
    -------------
    <span>nostro, nostri, nostra:</span>
    aggettivi possessivi molto significativi.....

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  2. Non esistono cattolici romani e cattolici anglicani: la Chiesa Cattolica è una sola ed è Romana per definizione. Chi è cattolico è anche romano, in quanto sottoposto all'autorità del Vescovo di Roma (cfr "Dictatus Papae" di Gregorio VII). Mi pare che questi aspiranti cattolici partano già col piede sbagliato se credono di poter permanere in questo status ambiguo francamente fuorviante, per non dire eterodosso.

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  3. vogliono la botte piena e la moglie ubriaca....

    (tutto come prima, però col "bollino" di Roma!)

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  4. Mi auguro che l'intervista sia stata manipolata, perché, così com'è, è quanto meno equivoca, nel suo individualismo confederalista.
    Il rifiuto della Apostolicae Curae, poi, non può esser accettato.
    Credo che Roma debba lavorar sodo per eliminar ambiguità che sin dall'inizio posson rivelarsi disastrose.
    La Chiesa Cattolica è una. Gli anglicani non posson chieder d'aver di più, in campo rituale o displinare, delle Chiese cattoliche orientali, anzi: Amore e fermezza. queste ultime hanno una tradizione apostolica che le rende venerande, l'anglicana nasce da uno scisma consumato in età moderna.

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  5. chissà se qualcuno gli farà notare l'aberrazione contenuta nella definizione "Cattolici Anglicani": come se gli Ortodossi, ritornando eventualmente in comunione con Roma, volessero definire se stessi "Chiesa Cattolica Ortodossa" !
    Roma permetterà che restino nell'auto-inganno ?

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  6. Secondo me non bisogna giudicarli prima del tempo: è chiaro che la Chiesa è solo "cattolica apostolica romana", ma non penso proprio che si riferiva a questi termini, ma piuttosto al fatto che la Chiesa è romana ma il rito romano/latino non è l'unico e il solo, per cui è chiaro che non si parlerà tecnicamente di "cattolici anglicani", nel senso di "cattolici non romani ma anglicani" ma al massimo di "rito...", così come abbiamo cattolici di rito ambrosiano, cattolici di rito greco-bizantino etc.; anche tutti questi "nostro/i" non credo vadano fraintesi, hanno accettato l'unica e sola dottrina (questa sì!) cattolica romana firmando il catechismo, che poi vogliano mantenere una "loro liturgia" significa solo che non intendono iniziare a celebrare la Messa bugniniana (cosa a mio parere positiva dato che al contrario invece ci potrebbero essere buone probabilità che celebrino anche la Messa gregoriana), ma appunto non mi sembra un problema, così come non è un problema che a Milano si celebri in rito ambrosiano, o in Grecia con il rito greco-bizantino.

    Insomma stiamo a vedere e non fraintendiamo le loro parole prima del tempo, gli unici che dovrebbero giudicare negativamente queste notizie sono i progressisti a cui viene dimostrato ancora una volta che è la "loro dottrina", la "loro liturgia" e i "loro vescovi" che non possono essere accettati dall'unica Chiesa cattolica apostolica romana.

    Ciao

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  7. <p><span>Mi auguro che l'intervista sia stata manipolata, perché, così com'è, è quanto meno equivoca, nel suo individualismo confederalista.</span>
    </p><p><span>Il rifiuto della Apostolicae Curae, poi, non può esser accettato. </span>
    </p><p><span>Credo che Roma debba lavorar sodo per eliminar ambiguità che sin dall'inizio posson rivelarsi disastrose. </span>
    </p><p><span>La Chiesa Cattolica</span><span> è una. Gli anglicani non posson chieder d'aver di più, in campo rituale o disciplinare, delle Chiese cattoliche orientali, anzi: queste ultime hanno una tradizione apostolica che le rende venerande, l'anglicana nasce da uno scisma consumato in età moderna. </span>
    </p><p><span>Accoglienza, amore e fermezza, insomma, ma anche estrema chiarezza. </span>
    </p><p><span>Però non mettiamo il carro davanti ai buoi.</span>
    </p>

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  8. Speriamo sia veramente cosi'.
    Comunque da quello che ho letto l'estate scorsa su una rivista inglese,  pare che nella comunione Anglicana si registri già da un decennio un emoragia di circa 10.000 conversioni l'anno in favore della Chiesa Cattolica Apostolica Romana, se i dati sono veritieri lo scisma prima o poi si riassorbirà da solo.

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  9. Mi auguro che l'intervista sia stata manipolata, perché, così com'è, è quanto meno equivoca, specie nel suo individualismo confederalista.
    Il rifiuto dell'Apostolicae Curae, poi, non può esser accettato.
    Credo che Roma debba lavorar sodo per eliminar ambiguità che sin dall'inizio possan rivelarsi disastrose.
    La Chiesa Cattolica è una. Gli anglicani non posson chieder d'aver di più, in campo rituale e disciplinare, delle Chiese orientali, anzi! Queste ultime hanno una tradizione apostolica che le rende venerande, la confessione anglicana nasce da uno scisma consumato in epoca moderna.
    Accoglienza, amore e fermezza. E, soprattutto, estrema chiarezza.
    Però non mettiamo il caro davanti ai buoi per via di un'intervista.

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  10. Attenzione a non essere più realisti del re. Spaccare il capello in quattro rischia di vanificare la straordinaria intuizione dei papa Benedetto XVI... 

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  11. Hoc erat in votis !

    (qui è evidente l'opera silenziosa e spesso inopinata dello Spirito Santo)

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  12. Un po' di sana speranza e di umana pazienza e che diamine.....
    Matteo Dellanoce

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  13. Il problema è che dal 1896 in avanti molti anglicani si sono fatti ordinare da"episcopi vagantes" o dai vecchicattolici, complicando così il quadro. Io l'ho vista in inglese, lui dice solo che non gli viene chiesto di dichiarare i propri ordini totalmente invalidi e nulli....ma questo è per il passato, per il futuro condivide la richiesta della Chiesa di avere certezza sugli ordini....
    Salve
    Flavio

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  14. Beh non si poteva mica pensare di passare una spugna e cancellare secoli di lontananza, di botto...
    Il primo passo è stato fatto (dal Papa), ora bisogna camminare...

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  15. Mi chiedo se gli Anglo-Cattolici vorranno accettare l'infallibilità del papa e il suo magistero ordinario, soprattutto l"Humanae Vitae" e gli altri pronunciamenti in campo bioetico. Si dice che la restrittiva"Casti connubii" sia stata una risposta a una apertura alla contraccezione della Conferenza di Lambeth. Già la popolazione cattolica per nascita fa di testa sua; saranno più zelanti gli ( ex ? ) anglicani?

    Certo è comprensibile che gli Inglesi vogliano difendere la loro identità configuratasi in un connubio fra Corona e Chiesa durato più di quattro secoli ( hanno avuto un impero! ); tuttavia bisogna vedere fino a che punto.

    C'è da chiedersi se l'ambiente anglicano conserva le risorse intellettuali di un tempo: Newman si sentì "trascinato" verso la Chiesa cattolica da studi di patristica seri e approfonditi. Il possesso di basi solide e il contatto con un ambiente pragmatista come quello anglosassone può portare a una capacità di comunicazione semplificata ed efficace ( come è il caso negli USA del cardinale Fulton Sheen, che negli anni '50 mietè successi come apologeta "televisivo" senza essere affatto modernista).

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  16. <span>«Si stanno ora mangiando il cappello, cosa che io mi sto peccaminosamente gustando»…</span>
    Ce pseudo-archevêque Hepworth a un étrange langage. Non clericat!

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  17. Seguo da un po' di tempo il blog di una parrocchia della TAC. Devo dire che leggo molte più cose cattoliche lì che su certi altri blog. Come ogni per cosa nuova si nota da un lato l'entusiasmo di riabbracciare Roma e Pietro (cosa di cui pare siano davvero impazienti) e dall'altra la paura di perdere quei pochi secoli di tradizione anglicana.
    Per quanto riguarda la "loro" liturgia, poi, se guardate questo video capirete perchè non vogliono si confonda col rito romano. Come dar loro torto!

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  18. Straquoto la saggia riflessione di Dante Pastorelli e aggiungo il famoso detto: chi troppo vuole, nulla stringe!

    Comprendo il duro lavoro della Redazione (che ringrazio per l'ottimo servizio che fanno ai piccoli che come me non sanno neppure l'inglese ^__^) che deve condensare i pezzi che pubblica, ma per noi profani delle volte sarebbe meglio avere TUTTA la traduzione proprio per evitare che singole frasi estrapolate dal contesto possano formarsi in noi in forma sbagliata...e dare origine a dei giudizi affrettati che potrebbero minare una profonda comunione di cui abbiamo davvero bisogno gli uni gli altri...

    E' ovvio, comunque sia, che alla lettura di quel che abbiamo, appare evidente che la TAC TEME di doversi conformare alla DEVASTAZIONE TEOLOGICA E LITURGICA seguita al Concilio della quale ne stiamo pagando le conseguenze... credo che gli Anglicani vogliano tutelarsi in questo nel sottolineare che pur firmando il Catechismo, chiedono a Roma di rimanere con il LORO METODO TEOLOGICO E DISCIPLINARE...
    Se le motivazioni fossero davvero queste, non mi sento di biasimarli... dove siamo arrivati noi per aver modificato il metodo teologico e per aver abbandonato la disciplina?
    La Santa Sede ha una bella gatta da pelare! Saranno necessarie le nostre Preghiere!

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  19. Gli anglicani, vogliono rientrare in comunione con Roma ma solo alle loro condizioni e, a quanto pare, la S.Sede ha accettato le loro richieste. Mi sembra di capire, che nella Chiesa chiunque può dettare le proprie condizioni, tranne la FSSPX, dalla quale invece, si pretende l'assoluta sottomissione, mentre gli altri possono comportarsi come vogliono. Che il Signore, protegga la sua Chiesa in questi momenti drammatici e pieni di confusione.

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  20. Proprio per i motivi esposti da Flavio, si deve procedere con estrema cautela. E la cautela è quella di dichiarar nulle tutte, nessuna esclusa, le ordinazioni anglicane: in casi particolari, ove vi sia un'inoppugnabile certificazione di ordinazione presumibilmente valida, si valuti e magari si proceda alla ri-ordinazione sub-condicione.
    D'altra parte, se questi cosiddetti anglo-cattolici, voglion tornar nella Chiesa unica, ne devon accettar le condizioni che sono già abbastanza, e forse troppo, generose. In materia di ordine, e quindi di validità di S. Messa ed altri sacramenti, non si può esser faciloni.

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  21. visto il filmato...
    bella lezione ci darebbero, non c'è che dire!
    al punto in cui siamo, dovremmo reimparare parecchio da loro...che vergogna dovremo provare per la nostra presunta "evoluzione" liturgica !
    :-[
    PS chiedo agli esperti: è gregoriano quel canto ?

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  22. <span>visto il filmato... 
    bella lezione ci darebbero, non c'è che dire! 
    al punto in cui siamo, dovremmo reimparare parecchio da loro...che vergogna dovremo provare per la nostra presunta "evoluzione" liturgica ! 
    :-[  
    PS chiedo agli esperti: è gregoriano quel canto ?</span>
    Quel  Kyrie mi ricordo come un sogno di averlo sentito nella prima infanzia: mi sgorga qualche lacrima...

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  23. Non sono daccordo. A me sembra che la politica di ecumenismo del Santo Padre sia la migliore mai adottata negli ultimi secoli. E mi pare che nei confronti della Fraternità stia operando in regime di profondo rispetto. Gli anglicani accettano il catechismo ma vogliono che restino invariate alcune cose tutto sommato secondario (se si eccettua l'invalidità delle ordinazioni).
    Con la fraternità il lavoro da fare è diverso poichè vi è una consistente dose di punti di divergenza su argomenti non certo secondari (e certamente non è la forma liturgica il problema piu' grave da affrontare con costoro).
    Eviterei di fare del vittismo, la Provvidenza sta agendo tramite Benedetto in modo così grande che era impossibile immaginarlo solo 5 anni fa.

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  24. Ho visto il filmato consigliato dal laico e non ho ancora capito se il rito che appare rappresenti una celebrazione della Santa Messa cattolica Vetus Ordo o qualcos'altro. Certo, se si tratta di una celebrazione anglicana della chiesa alta devo dire di essere scioccato: è una cerimonia molto ma molto più cattolica, apostolica e romana della Messa di Bugnini! Ora capisco il motivo per cui gli anglicani della TAC (e speriamo presto anche quelli di "forward in faith) voglio tornare al sacro ovile romano!

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  25. Redazione di Messainlatino.it2 febbraio 2010 alle ore 17:01

    La traduzione è integrale (dell'articolo del Church Times)

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  26. Redazione di Messainlatino.it2 febbraio 2010 alle ore 17:02

    La lingua inglese prevede l'uso molto più frequente del nostro dei possessivi. E' normale, quindi.

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  27. Redazione di Messainlatino.it2 febbraio 2010 alle ore 17:03

    Gli uniati vengono chiamati greco-cattolici. Non vedo problemi quindi a definire questi come cattolici anglicani. Basta intendersi

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  28. Redazione di Messainlatino.it2 febbraio 2010 alle ore 17:08

    M'enfin, c'est de l'humour anglais, cher Atalaia. Bien meilleur que la langue de bois des prélats latins.

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  29. sì, al sacro ovile...ma per trovare quale rito ? quello di cui ci lamentiamo che sia trasformato in uno show con protagonista il cerchio assemblea-presidente ? dovranno accettare tutte le nostre storiche derive, e mettersi al passo con le nostre "innovazioni" per potere essere a pieno titolo "cattolici romani" ?

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  30. Greco-cattolici significa cattolici di rito greco, cattolici orientali a tutti gli effetti, il polmone orientale dell'unica Chiesa. Mentre la definizione di cattolici anglicani sembra richiamare più la distinzione di dottrina nata dallo scisma che di rito peraltro tutto da definire. Non per nulla nell'intervista s'insiste molto sulla loro teologia. Son tutte questioni da vagliare alla luce di discussioni serie e non sulla base, ripeto, di un'intervista. In ogni caso se ci si deve proprio aggiungere un aggettivo preferirei la definizione anglo-cattolici. E molto dipende su quale dei due termini cade l'accento sostantivante e teologizzante.

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  31. Si, caro ospite, è una Messa alta tradizionale anglicana (in latino). La messa bassa è molto simile ma è tutta il lingua inglese.
    Privi della fervida "fantasia" del Bugnini, gli anglicani, nel tempo, hanno solo leggermente modificato il rito che celebravano quando si divisero da Roma. Il rito di sempre, appunto.

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  32. Che non si tratti di una messa cattolica lo si può evincere dalla presenza di una "ministra" al servizio dell'altare.

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  33. per anglicanus ordo: si tratta proprio del kyrie che si cantava regolarmente nelle nostre chiese prima delle note nefandezze.. Anch'io ho avuto la tua stessa reazione emozionata quando l'ho riascoltato per la prima volta, dopo tanti anni, nella chiesa della SS Trinita' dei Pellegrini a Roma

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  34. Anche noi cattolici, però, abbiamo le chierichette!

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  35. Un po' diverso, no?

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  36. Cade su "cattolici", non su "anglo". Da cosa lo deduco? Dal fatto che hanno fatto richiesta di comunione con l'unica Chiesa. Esistono decine di altri gruppi che si definiscono anglo-cattolici "continuanti" dove l'accetto cade su "anglo" e non si sognano neppure di chiedere l'unione con Roma.

    Quanto alla "loro teologia", se è come quella di un Newman o un Manning non sarebbe poi così male. Trovi? :)

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  37. Questo è effettivamente vero. Il problema dell'invalidità degli ordini anglicani non è nel rito dell'ordinazione attualmente adottato, ma nel fatto che la continuità apostolica sarebbe stata rotta a causa di un rito "filo-protestante" dell'ordinazione invalido usato da Cranmer fino al ripristino di un rito "filo-cattolico" nel Book Of Common Prayer del 1662. E' quindi TEORICAMENTE possibile che un vescovo anglicano ordinato tale da un vescovo vetero-cattolico abbia poi ripristinato la validità per le ordinazioni da lui amministrate.
    Il dubbio effettivamente esiste, ma potrebbe essere di facile risoluzione: basterebbe riordinare i chierici anglicani previa condizione che quello precedentemente ricevuto sia invalido. In questo modo, volesse il Signore che i chierici anglicani fossero già ordinati validamente (anche se magari illecitamente) resterebbero validi i loro ordini, nel caso invece fossero invalidi a essere valida sarebbe la nuova ordinazione. In ogni caso, questa riordinazione sarebbe un significativo segno di obbedienza a Roma.

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  38. Se viene chiesto loro di accogliere il Catechismo della Chiesa Cattolica, la vedo dura che possa esimersi dal non accogliere l'infallibilità papale e la morale cattolica. Mica gli fanno firmare il deleterio e idiota nuovo catechismo olandese... :-P

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  39. Tempo al tempo

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  40. Temo che,oramai, la presenza di ministranti femmine non costituisca più un discrimine per la qualificazione cattolica di una cerimonia sacra ... 

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AVVISO AI LETTORI: Visto il continuo infiltrarsi di lettori "ostili" che si divertono solo a scrivere "insulti" e a fare polemiche inutili, AVVISIAMO CHE ORA NON SARANNO PIU' PUBBLICATI COMMENTI INFANTILI o PEDANTI. Continueremo certamente a pubblicare le critiche ma solo quelle serie, costruttive e rispettose.
La Redazione