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giovedì 28 gennaio 2010

Un attacco a testa bassa al motu proprio. Bullismo e disinformazjia dei Dehoniani

I Dehoniani hanno inviato in questi giorni a tutti i sacerdoti italiani, per invitarli all'abbonamento, il primo numero dell'anno della rivista Settimana, poco raccomandabile periodico che cerca di spargere, con ritardata insistenza su parole d'ordine sempre più fruste e surreali, il verbo del progressismo cattolico. Non è certamente un caso che proprio in questo numero destinato gratuitamente alla massima diffusione possibile, sia apparso un attacco frontale e dichiarato al Motu proprio di Papa Benedetto e ad un sito, Maranatha, che dà ai progressisti un estremo fastidio. Sì: perché mentre fornisce un servizio liturgico impareggiabile, ed è quindi usatissimo dai preti, trasmette anche informazioni sulla Tradizione immemoriale della Chiesa: quella che molti vorrebbero veder seppellita e dimenticata per sempre. Alcuni di questi preti si adontano di trovare su quel sito i capisaldi dell'ortodossia (la dichiarazione Dominus Iesus, il Messale tridentino, alcune encicliche preconciliari, il Catechismo di S. Pio X e quello tridentino, tanto per citarne alcuni). Il fastidio è accresciuto dal sospetto (fondatissimo!) che molti loro confratelli si lascino sedurre da quel pericoloso materiale reazionario... Ed ecco allora che cosa è apparso sul numero citato della rivista dehoniana (nostri le sottolineature e i commenti interpolati in rosso):


CHI VUOLE TORNARE AI "RITI TRIDENTINI"?

Gentile redazione,
sono stato ordinato presbitero [diffidate di questa parola: è un marchio di fabbrica del modernista medio: per loro i semplici vocaboli 'prete', o 'sacerdote', sanno troppo di curato d'Ars] lo scorso 9 maggio e sono un vostro abbonato. Sono qui a sottoporvi una questione che mi sta a cuore: il fatto di uno strano movimento liturgico, secondo me contrario alla riforma e al concilio Vaticano II, perché stanno sempre più puntando sul fatto che la santa messa cosiddetta "tridentina" è il rito romano "giusto".
Vorrei che si facesse chiarezza sulla possibilità di utilizzo del rito straordinario reintrodotto dal motu proprio di Benedetto XVI e, soprattutto, che venga messa a tacere ogni forma di confronto tra i due riti [frase ingenuamente confessoria dell'effettivo liberalismo di questi sedicenti 'aperti']. Per darvene un esempio, vi invito a visitare il sito http://www.maranatha.it/.
Vorrei che si facesse capire "a certa gente" quale grande valore ha la partecipazione dell'intero popolo di Dio alla liturgia [frase fatta insignificante se ce n'è una].

lettera firmata


Come il nostro lettore, anch'io che per anni ho usato il sito http://www.maranatha.it/, in questi ultimi mesi sono stato sconcertato dal fatto che esso misceli tranquillamente i testi dei due messali (Pio V e Paolo VI), come fossero equivalenti [FALSO: i testi dei due messali sono nel sito chiaramente distinti. Ma questa gente è talmente latinofoba da scambiare il messale di Paolo VI nella versione originale latina dell'Editio typica con quello di S. Pio V... E' vero che molto spesso il messale paolino in latino è così lontano dalle infedeli traduzioni da sembrare 'tridentino' (e per questo motivo, Maranatha fa benissimo a mettere a fronte i testi latino e italiano del novus ordo: così risalta la malizia dei traduttori). Ma nulla giustifica una così grossolana cappella dell'articolista, che perdipiù ha la patente, come vedremo, di liturgista]. Il tutto accompagnato da presentazioni ed elogi vari, compreso il "libello" dei cardinali Ottaviani e Bacci, uscito nel 1969 e denigratorio della riforma, perché viene letta con la lente di un sola stagione teologica della chiesa. Stranamente in questi giorni è sparito dal sito... [non è vero: l’illuminante scritto dei due cardinali – Ottaviani poi era Prefetto del S. Uffizio - è sempre presente su Maranatha; quanto all'accusa di usare la lente di una sola stagione teologica, sembra fatta apposta proprio per descrivere chi formula l'accusa, che dimostra d'essere mentalmente rinchiuso nel recinto della nouvelle théologie, già moribonda dopo poco più di mezzo secolo di vita].

Cosa dire di questo "movimento liturgico" che vuole tornare ai cosiddetti "riti tridentini"? In pratica, però, Trento non fa che codificare il Missale della corte di Innocenzo III [che però a sua volta corrispondeva nell'essenziale al rito romano di molti secoli prima: è molto più simile alla Messa che celebrava Gregorio Magno il Messale tridentino, che non l'artificiale assemblaggio creato da Bugnini].

Come rispondere alle domande del lettore? Ripercorrendo brevemente il documento Avvio di una riflessione sul motu proprio "Summorum pontificum" di Benedetto XVI, redatto nel settembre 2007 dall'Istituto di liturgia pastorale di Padova, dall'Associazione professori e cultori di liturgia e dal Monastero di Camaldoli [E' COME SE LA BANDA BASSOTTI, GAMBADILEGNO E DIABOLIK SI METTESSERO A SCRIVERE UN COMMENTARIO AL CODICE PENALE!]. Il documento vuole riflettere sulla situazione che verrà a crearsi nelle comunità di rito romano e vuole «offrire un contributo alle delicate mediazioni che saranno necessarie per evitare che l'impatto della nuova disciplina possa generare nella realtà ecclesiale divisioni e contrapposizioni e non comunione e riconciliazione, come è nelle sue intenzioni». Il punto centrale del problema sta nell'interpretazione del Vaticano II e dei documenti della riforma liturgica promulgati negli anni seguenti. Sono in continuità o in rottura con la tradizione liturgica precedente?

Lo storico non può non osservare che è dalla metà del 1800 che nascono istanze di revisione dei riti. Lo stesso Benedetto XVI ha più volte criticato un'interpretazione del concilio in termini di pura discontinuità e rottura. Infatti, assicurare continuità e vitalità ad una tradizione, significa rinnovarla nella continuità e, nello stesso tempo, con un certo grado di discontinuità. Ogni tradizione rituale vive delle sue radici e sopravvive, non nonostante, ma attraverso le riforme.
Si deve fare un'osservazione importante: non si è ritornati al Missale Romanum del 1570 (detto di Pio V), ma al Missale Romanum del 1962 riveduto da Giovanni XXIII. È quindi improprio dimenticare l'opera di riforma che la stessa Santa Sede ha operato lungo gli ultimi secoli.

Ma quali sono i valori irrinunciabili che devono essere valorizzati anche da chi vuole usufruire dell'indulto? Essenzialmente tre:

a) la riforma liturgica non va messa in dubbio teologicamente, permanendo il ritorno ai libri tridentini come forma rituale extraordinaria e non ordinaria e universale;

b) non si deve creare una divisione [che si crea precisamente per effetto di atteggiamenti di sufficienza e di esclusione, come quelli mostrati e propagandati da questo testo], né il motu proprio liberalizza l'uso dei libri tridentini [ah no? tutti i commentatori si sono sbagliati?]. Difatti, per la forma ordinaria non sono esigite [il participio passato di 'esigere' è 'esatto'... ma non esigiamo troppo] delle condizioni precise, mentre lo sono quelle per l'uso della forma extraordinaria;

e) una di queste condizioni è che la partecipazione attiva dev'essere salvaguardata (ad esempio, non solo mediante un ascolto silenzioso, ma anche attraverso una certa comprensione del latino) [FALSO: benché alcuni vescovi ostili si siano inventati di far l'esame di latino ai fedeli, nulla li autorizza a ciò, come chiarito dall'Ecclesia Dei: né nel motu proprio, né nella lettera di accompagnamento; in quest'ultima di dice che 'l’uso del Messale antico presuppone una certa misura di formazione liturgica e un accesso alla lingua latina'; ma solo per prevedere sociologicamente che le richieste saranno limitate, non per imporre requisiti che, per esser tali, dovrebbero essere normativamente sanciti dal testo del motu proprio].

Il lettore auspica che si faccia chiarezza «sulla possibilità di utilizzo del rito straordinario». Sulla scorta del già citato documento e della Lettera ai vescovi inviata dopo il motu proprio, mi sembra di poter sintetizzare nei punti seguenti le condizioni richieste per la celebrazione liturgica in forma extraordinaria [altro marchio di fabbrica lessicale: questa gente si sente costretta a ricorrere ad un termine inesistente in italiano, solo per non dover scrivere che la Messa antica è 'straordinaria', perché può lasciar intendere ch'essa è - come è - magnifica e sublime]:

1. Circa i soggetti che richiedono il rito straordinario, il documento precisa le condizioni oggettive e soggettive. Quelle oggettive prevedono parrocchie nelle quali ci sia un gruppo stabile di fedeli che lo chiedono. Risulta pertanto esclusa la richiesta di fedeli singoli e di non appartenenti alla stessa parrocchia o di gruppi eterogenei che lo chiedono per particolari circostanze [per fare un gruppo stabile bastano tre persone (vedi qui). Se fosse vero quanto dice - e non lo è - allora basterebbe che un gruppo si scindesse in sottogruppi su base parrocchiale per ottenere, a norma del motu proprio, non un'unica Messa per città o diocesi, ma tante Messe quanti sono i sottogruppi così formati]. Le condizioni soggettive - si legge nella Lettera ai vescovi - insistono nel richiedere [niente affatto: vedi sopra] ai fedeli che celebrano in forma straordinaria «una certa misura di formazione liturgica e un accesso alla lingua latina; sia l'una che l'altra non si trovano certo di frequente». Come si vede, queste condizioni devono essere contemporaneamente presenti.

2. Circa i ministri che presiedono [non presiedono: celebrano. Presiedetevele voi, le vostre assemblee!] il rito preconciliare, si stabilisce che debbano avere una certa familiarità con il rito stesso [FALSO: non c'è scritto proprio da nessuna parte. Ovvio che il sacerdote deve comprendere quello che dice: ma per quello, messalini bilingue son più che sufficienti]. Potranno bastare i video on-line per sopperirvi? [YES!]

Inoltre, dovrebbero avere con quel rito una sintonia spirituale. Va osservato che l'attuale cammino formativo dischiude ai presbiteri un'esperienza ecclesiale e spirituale che non può facilmente essere tradotta nelle categorie del rito preconciliare [ed è per questo che ne han tanto bisogno: per disintossicarsi]. Infine – terza condizione posta ai presbiteri che usano dell'indulto [NON-E'-UN-INDULTO. Ma sa leggere questa gente? E se sì, riesce a comprendere quel che legge? O è forse in mala fede?] - non devono escludere di celebrare con i libri del Vaticano II: «Non sarebbe, infatti, coerente con il riconoscimento del valore e della santità del nuovo rito l'esclusione totale di esso».

3. Il motu proprio riprende la distinzione tra messa "senza popolo" e messa "con il popolo". Stando ai principi ispiratori del documento, non sembra di poter dedurre che un singolo presbitero possa scegliere di celebrare con i fedeli con i libri del Vaticano II e, quando celebra da solo, con il rito preconciliare [FALSO: l'art. 2 del motu proprio dice esattamente, precisamente, palesemente il contrario: "Nelle Messe celebrate senza il popolo, ogni sacerdote cattolico di rito latino, sia secolare sia religioso, può usare o il Messale Romano edito dal beato Papa Giovanni XXIII nel 1962, oppure il Messale Romano promulgato dal Papa Paolo VI nel 1970, e ciò in qualsiasi giorno, eccettuato il Triduo Sacro. Per tale celebrazione secondo l'uno o l'altro Messale il sacerdote non ha bisogno di alcun permesso, né della Sede Apostolica, né del suo Ordinario"]. Anche per la forma straordinaria vale il principio che forma tipica della celebrazione è quella con il popolo, visto che, per porla in atto, ci vuole un gruppo stabile di parrocchiani.

In chiusura, la lettera domanda soprattutto che «venga messo a tacere ogni forma di confronto tra i due riti». E da chi può venir fatto tacere? Impossibile. Si può però auspicare che scompaia presto l'astio che si legge nei siti tradizionalisti verso la riforma liturgica e le persone che vi hanno lavorato con scienza e prudenza e per teologi e pastori che se ne nutrono per la loro spiritualità e nell'azione pastorale [questo astio forse sparirà quando verrà meno l'inesorabile odio che voi liturgisti bugninisti riservate alla Tradizione della S. Chiesa ed ai tradizionalisti: e ne avete di strada da fare rispetto a noi, visto che non ci risulta che sia conculcato in alcun luogo il diritto dei fedeli ad avere la liturgia ordinaria, mentre gli ostacoli contro la liturgia straordinaria sono quotidiani].

Come concludere questa breve riflessione sulle condizioni richieste per celebrare con i libri liturgici precedenti il concilio? Rubo la conclusione al documento richiamato all'inizio: «Una forma rituale, anche se a precise condizioni viene dichiarata "non proibita", va considerata extra-ordinem, in quanto non viene necessariamente ritenuta per principio né consigliabile né raccomandabile [e allora che s'è fumato il Papa, se ci ha dato qualcosa di sconsigliabile e poco raccomandabile?] [...]. Dunque, la forma ordinaria del rito romano rimane la via principe della pastorale, della cura d'anime, della spiritualità e della formazione [con i bei frutti in tema di pratica religiosa, vocazioni, 'formazione' del popolo di Dio, che tutti conoscono e che nemmeno i modernisti osano più contraddire].

La presenza di una forma extraordinaria può essere compresa senza conflitto e in una logica di autentica riconciliazione soltanto nella misura in cui essa rimane strettamente limitata a condizioni oggettive e soggettive "non ordinarie": condizioni che - come dice lo stesso Benedetto XVI - "non si trovano tanto di frequente". Solo un accurato discernimento di queste condizioni potrà permettere al cammino liturgico delle comunità ecclesiali di trarre profitto pastorale e spirituale da questo passaggio disciplinare, recuperando l'uso della partecipazione attiva di tutto il popolo di Dio al mistero celebrato, e così purificando grazie a questo nuovo uso - le proprie celebrazioni da ogni possibile abuso».

Daniele Piazzi


Questo Daniele Piazzi è un 'presbitero' che, manco a dirlo, si picca di liturgia ed è responsabile dell'Ufficio Culto Divino della diocesi di Cremona: quella cioè del vescovo Lanfranconi, che ha appena cacciato il coro dalla cattedrale perché preferisce le canzonette. Riparleremo di tutte queste questioni tra una quindicina d'anni, cari signori, quando gli anni Settanta saranno definitivamente superati anche nella Chiesa, come già (e da tempo) nella società.

82 commenti:

  1. Speriamo proprio che, dopo le "pulizie di primavera" allo IOR e in Irlanda, si dia avvio anche a quelle dei periodici "poco raccomandabili" (per parafrasarvi;). Purtroppo la "disinformazione fintamente esposta in vetrina", prende al laccio molti (anche sacerdoti) veramente non informati sulle cose. Con grave danno sia per l'ordine interno della Chiesa (rispetto al Papa in primis, senza che si manipolino le sue intenzioni), sia per i fedeli che devono subire l'ignoranza di altri.

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  2. Carissimo Daniele Piazzi, apri gli occhi, non fare l'apologista al contrario, non minimizzare la portata spirituale di questo movimento, senza nome, che in tutto il pianeta sta generando tra i giovani una nuova stagione di vero rinascimento sacro, la gente è stanca di questa parodia di liturgia, che nacque male ed in fretta. Più scrivete e più date materia a noi tutti per reagire e desiderare cose migliori per il popolo di Dio.

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  3. agghiacciante per ignoranza e supponenza!!! ma il problema è un altro chi lo legge questo "coso" ha la capacità di discernere il vero dal falso??? no perchè nei seminari si inneggia spudoratamente al novus ordo decantandone lodi e meraviglie e uno alla fine arriva a crederci davvero che prima del Vaticano II la fede nella Chiesa era solo potere, ignoranza e superstizione.

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  4. Buona giornata a tutti !
    C'è da rabbrividire, più ancora che il freddo esterno, nel leggere queste cose di prima mattina ( dopo il canto delle Lodi).
    Ieri sera ho dovuto leggere quanto è pressante, in certi pastori, lo "spirito pastorale" nei confronti di quei brutti, cattivi e poveracci fedeli che hanno la grandissima colpa di prediligere la liturgia antica ( standosene in ginocchio ... davanti l'altare...).
    Guardate Voi stessi quanto un presbitero ( quasi certamente della mia regione) ha avuto l'arditezza di scrivere :

    <span><span>http://blog.messainlatino.it/2010/01/messa-oggi-pomeriggio-potenza-picena.html</span></span>
    <span><span></span></span>
    <span><span>In particolare nell'ultimo paragrafo , estrapolo questa delicata frase :</span></span>
    <span>

    <span>

    <span><span><span>" Da questa affermazione si può comprendere ciò che risulta escluso: si esclude un gruppo pur numeroso, ma occasionale (ad esempio un elenco di firme non costituisce di per sé un “gruppo stabile” e “motivato&rdquo </span></span></span><span><span><img></img><span>; si esclude una richiesta pur stabile, ma di un singolo; si esclude un gruppo di persone, pur cospicuo e stabile, i cui membri non siano appartenenti alla medesima parrocchia al cui parroco viene rivolta la domanda; si esclude anche una richiesta dell’“uso extraordinario” dovuta non ad una “aderenza strutturale” alla precedente tradizione, ma ad un caso o ad una circostanza particolari"  </span></span></span>
    <span><span><span></span></span></span>
    <span><span><span>Nei salotti romani degli anni '70, quelli più prossimi alle sacre mura, si ripeteva il motto attribuito a Mons. Bugnini " A noi tutto questo piace, e vogliamo che debba piacere a tutti ".</span></span></span>
    </span>
    </span>

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  5. I deoniani hanno il dente avvelenato nei confronti del papa Benedetto XVI perchè ha stoppato nell'estate 2005 la beatificazione di padre Dehon in quanto in alcuni suoi scritti si evidenziavano toni antisemitici. 

    Il papa , quindi, ha chiesto che si approfondisero studi e ricerche  su tali affermazioni del padre Dehon al fine di evitare inutili polemiche con il mondo ebraico.

    Quando lo Spirito Santo  lavora più del dovuto.

    Credo che i "progressisti" erano  al corrente di tali affermazioni, ma avevano tutto  l'intersse di far scoppiare a pochi mesi della elezione di Benedetto XVI una bella grana .

    Altro che Comunione.. Su preoccupi quindi il "presbitero"  a giustificare le affermazioni del fondatore p. Dehon  nei confronti degli ebrei più che preoocuparsi del sito maranatha.

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  6. <span> si esclude un gruppo di persone, pur cospicuo e stabile, i cui membri non siano appartenenti alla medesima parrocchia al cui parroco viene rivolta la domanda; </span>
    <span></span>
    <span>faccio notare che, se questo principio viene fatto valere per i Tradizionalisti, deve valere anche per i neocat, nessuno (o quasi) dei quali appartiene alla parrocchia nella quale si insediano le comunità</span>

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  7. P. Daniele Piazzi ha scritto:
    "La presenza di una forma extraordinaria può essere compresa senza conflitto e in una logica di autentica riconciliazione <span>soltanto nella misura in cui essa rimane strettamente limitata a condizioni oggettive e soggettive "non ordinarie": condizioni che - come dice lo stesso Benedetto XVI - "non si trovano tanto di frequente"</span>. Solo un <span>accurato discernimento</span> di queste condizioni potrà permettere al cammino liturgico delle comunità ecclesiali di trarre profitto pastorale e spirituale da questo passaggio disciplinare, recuperando l'uso della partecipazione attiva di tutto il popolo di Dio al mistero celebrato, e così purificando grazie a questo nuovo uso - le proprie celebrazioni da ogni possibile abuso".

    Mi par di capire che SECONDO P. PIAZZI, LA FORMA STRAORDINARIA DEL RITO ROMANO DOVREBBE ESSERE "STRAORDINARIA", OSSIA CELEBRATA IL MENO POSSIBILE, DUNQUE LIMITATA, "GHETTIZZATA".  MA QUESTA NON è LA MENTE DEL "MOTU PROPRIO"!   Abbiamo in questi "moderni" un lampante esempio di ermeneutica della discontinuità e della DISONESTA' !!

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  8. egr. Carradori, come lei ha ben detto, è dittatura:
    e ci renderanno la vita durissima, perchè il loro unico pensiero è quello di conservare il Potere a cui sono attaccatissimi, altro che pastori dediti alla cura di anime, come il buon Pastore quando ha detto di sè: "Io dò la vita per le mie pecore!"
    Solo Dio, che vede nel segreto, può conoscere il numero dei suoi ministri veramente fedeli a Lui ad ogni costo, pronti a dire: "Ecco, Signore, io vengo, per fare la tua Volontà (non la mia)", e ad aderire docilmente alla direttiva del Papa.
    Pochi o tanti che siano, subiranno persecuzioni durissime (come la Madonna avvisò a Fatima), e noi fedeli con loro: e siamo solo all'inizio....
    (parrocchiana amareggiata in diocesi abruzzese soffocata....)

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  9. Posso dire a tutti,ma credo sia cosa notissima, che i veri progressisti vorrebbero l'abolizione del Diritto Canonico, e sono i primi a non interessarsene, ora invece sull'applicazione del M. P. diventano dei giuristi cavillosi ed esasperati.....

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  10. <span>sì, caro anonimo 8.44: la chiave unica di lettura di questa lettera è semplicemente :  
    MISTIFICAZIONE !  
    -----------  
    Cari redattori...  
    dalla veemenza e frequenza dei vostri commenti in rosso, e delle sottolineature a scopo di tener sollevate le palpebre dei poveri fedeli ancora assonnati da 40 anni...  
    posso capire che non intendete restare inerti di fronte a coloro che con perseveranza degna di miglior causa (e virtù...) continuano ad effondere nel già inquinato clima ecclesiale quel famoso gas della stupidità, usandolo furiosamente come diserbante a danno della retta ragione e della intelligenza del cattolico medio e piccolo, che vuole finalmente vederci chiaro in questo marasma di INVERSIONE tra verità e menzogna che ci ha travolti all'indomani del Concilio, quando ci ritrovammo tutti legati e imbavagliati, circondati di belle sorprese (cominciando dagli altari rovesciati e balaustre abbattute...) davanti alle quali non sapevamo che dire e per lo più pensavamo:  
    "L'ha voluto l'Autorità suprema della Chiesa, che fa sempre cose giuste e sante: noi, piccole pecore, Gregge che il Signore conduce a buoni pascoli, dobbiamo fidarci di loro, che faranno tutte cose buone a nostro vantaggio, siamo certamente ben guidati....NON DISCUTIAMO, lasciamoci portare dove vogliono..."  
    ed eccoci qui, dopo che l'aria è stata riempita per 40 anni da due gas SINERGICI:  
    IGNORANZA E MENZOGNA, componenti del mix letale da voi chiamato stupidità, essi continuano imperterriti a spruzzarlo sui nostri occhi, capite ora, voi più giovani, quel che è accaduto....?  
    Come potevamo noi capire, come potevamo noi reagire, se NESSUNO IN ALTO O IN BASSO ci avvisava  ?  
    Come potevamo noi tenere gli occhi aperti, se ci hanno indotto la NARCOSI della ragione, affermando -coi fatti più che con le parole- che le cose di prima (compreso il Messale VO e il Catechismo di s. Pio X) non erano più valide e che SOLO LE NUOVE erano quelle giuste, da seguire ciecamente ?  
    .............  
    Ora, per questo benedetto risveglio siano rese grazie al Signore Nostro Gesù Cristo, che col suo Santo Spirito ha fatto eleggere il Papa Benedetto, che nel suo Santo Nome (ne sono più che sicura) ha sdoganato la Messa di sempre, attirandosi la furiosa reazione dei nemici giurati della Liturgia Divina perenne, (nativa io direi, perchè donata da Cristo a Pietro), nemici del Latino, lingua che la eternizza sottraendola al panta rèi, e nemici della Tradizione tout-court, morbosamente attaccati a quel sogno di una stagione caduca che li fece credere al "nuovo sempre migliore"!  
    Questo fu il canto della sirena del mondo che li incantò col suo richiamo:  
    e gli sventurati risposero.  
    Essi sembrano aver dimenticato che la Chiesa o è Tradizione o non è !  
    Il Signore, Via Verità e Vita eterna, abbia misericordia di loro, aprendo i loro occhi ammaliati dall'umanesimo orgoglioso, egolatrico e anti-cristico, che li spinge a guardare la Sposa di Cristo come fosse oggetto di loro proprietà, da rivestire imbellettare e truccare a loro piacimento, anzichè adornare di Grazia e virtù, da allevare nella vera Fede, Speranza e Vera Caritas, condurre, servire e amare secondo il Mandato di Nostro Signore ("Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle"...); </span>
    <span>e benedica voi per la instancabile santa opera di smascheramento delle menzogne, impegnati a stornare dagli occhi dei fedeli </span><span>sprovvedut</span><span>i quello SPRAY SOPORIFERO nefasto che vorrebbe -anche oggi- contro la santa opera di RISVEGLIO promossa dal Papa, di nuovo rigettare le coscienze nel torpore fatale dal quale, ora qui ora lì IN TUTTO [...]

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  11. <span><span>
    <span>Beh, il don Sandro che ci ha dato la sua lezioncina di liturgia applicata doveva  appena aver finito di leggere la rivista dehoniana....</span></span></span>

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  12. Non sprechiamo forza ed intelligenza per costoro; bene è scritto nel post: riparleremo di tutte queste questioni tra una quindicina d'anni, cari signori, quando gli anni Settanta saranno definitivamente superati anche nella Chiesa, come già (e da tempo) nella società.
    Piuttosto, ho sempre avevuto la sensazione che fosse necessario stabilire un contatto con tutti i parroci con mezzi di informazione che sistematicamente li tengano correttamente informati. Ma come fare?
    Costoro sono una congregazione religiosa, quindi hanno mezzi tecnici e finanziari.
    Tra l'altro, la loro congregazione come sta in salute?

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  13. Il firmatario della Lettera scrive:

    Vorrei che si facesse chiarezza sulla possibilità di utilizzo del rito straordinario reintrodotto dal motu proprio di Benedetto XVI e, soprattutto, che <span>venga messa a tacere ogni forma di confronto tra i due riti</span>

    .......

    Vuole la chiarezza o vuole FAR TACERE IL PAPA? Si perchè il primo a NON tacere sul fatto che esiste invece un SANO CONFRONTO in questa discussione è stato proprio il Santo Padre... e cosa significherebbe poi mettere a tacere? Già lo stanno facendo perchè NELLE PARROCCHIE è in gran parte VIETATO parlare del Summorum Pontificum, è vietato organizzare e muoversi a favore di incontri che SPIEGHINO cosa sia il MP del Papa e che cosa stia egli stesso chiedendo poichè tale MP non è solo la liberalizzazione della Messa antica, ma è anche l'avvio della riforma della Messa Ordinaria, il Papa sta riformando il NOM non il Vom...ed è forse questo che a molti sacerdoti non piace!

    Infine i termini abominevoli e sbagliati: il "presbitero della lettera parla di DUE RITI, ebbene il Papa stesso nel MP corregge questa considerazione e parla di una Messa CON DUE FORME DIVERSE MA DI UN UNICO RITO.... altro errore nella risposta, si legge:

     Risulta pertanto esclusa la richiesta di fedeli singoli e di non appartenenti alla stessa parrocchia o di gruppi eterogenei che lo chiedono per particolari circostanze

    ......

    sbagliato! Il Papa all'Art. 3 del MP sottolinea:

    <span>3. Per i fedeli e i sacerdoti che lo chiedono, il parroco permetta le celebrazioni in questa forma</span> <span>straordinaria anche in circostanze particolari, come matrimoni, esequie o celebrazioni</span> <span>occasionali, ad esempio pellegrinaggi.
    </span>
    è ovvio che NON ci sposa IN UN GRUPPO STABILE..... è ovvio che non ci fa seppellire in un gruppo stabile, perfino, dice il Papa in qualche CELEBRAZIONE PARTICOLARE.... va da se che è consentito ANCHE AI SINGOLI FEDELI di chiedere e di poter ottenere... Diverse sono le motivazioni che possono impedire tale forma della Messa, ma appare evidente che la battaglia intrapresa sia CONTRO le richieste stesse del Pontefice e non certo il contrario!



    <span></span>

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  14. Ho cominciato a leggere le prime righe, ma mi sono autocensurato. Mi son detto che non posso leggere proprio di tutto, anche le cose più insensate!
    Brava la redazione che si prende la briga di confutare alla base certe falsità palesi, ma se un soggetto di fronte a tanta ignoranza non se ne accorge da solo vuol dire che o è cieco (e la redazione fa da lume, in tal caso) o è della stessa pasta del redattore del testo (cosa più probabile).
    La prima impressione che mi ha dato la struttura "domanda - risposta" è stata "marzulliana": "si faccia una domanda e si dia una risposta".

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  15. Ma non hanno di meglio da fare? Pensino alle loro zero nuove vocazioni.

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  16. <span>vede Laico, lei sembra tralasciare un terzo caso: che l'ignoranza nel piccolo fedele sia indotta con la FORZA (leggi: intimidazione) che nelle parrocchie provoca compattamenti di tipo "don-abbondiano" comprendenti laici, clero, cricoli diocesani, tuti irreggimentati dai Vescovi, ai quali sono proni, "volere o volare"... e quelli che vorrebbero aprire gli occhi, informarsi o informare, subiscono le RAGIONI DELLA FORZA, con un generale diktat sintetizzato così: VIETATO NOMINARE IL MP !  
    Bavaglio per tutti ! legga ciò che dice Caterina più su....poi mi venga a raccontare COME E A CHI -tra il clero- dovremmo essere devoti e riverenti, tra le molteplici voci che gridano con autorità (contro il Papa) soffocando le voci dei fedeli....  
    strabici o imbavagliati, poco cambia: soltanto impotenti!</span>

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  17. Scusate, ma ho dimenticato.
    Si legga l'anticipazione del "Rapporto-Italia 2010" dell'EURISPES che sarà presentato domani (qui). Si vedano il 4° capoverso del cap. "Altre istituzioni" ed il cap. "La Chiesa al primo posto insieme al volontariato" dove si parla proprio del pontificato di Beedetto XVI.
    Poi si confrontino tali risultati con quelli degli anni '70 o quelli delle Chiese d' Oltralpe e Mittel-Nordeuropee.

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  18. Il Grande Cardinal Siri liquidò con una battuta,che Gli fu da non pochi aspramente criticata, che per riparare ai danni causati dalla cattiva e negligente interpretazione del Conciiio sarebbe stati necessari cinquant'anni. Siamo giunti quasi al traguardo. I Sessantottini della Chiesa impastati nelle sinergie e nelle programmazioni pastorali rileggano o leggano, se non l'hanno mai fatto, la Summa teologica di Tomaso d'Aquino e comincino a meditare sulla vita ultraterrena, sulle responsabilità in capo ai Sacerdoti. Il Giudizio divino  su di Loro sarà particolarmente severo secondo quanto scritto sia nel Nuovo che nel Vecchio Testamento. Hanno scelto il sacerdozio per vocazione di spirito o per platea politica?  Non mi sembra che Dossetti possa superare San Tomaso.

    RispondiElimina
  19. <span>che la battaglia intrapresa sia CONTRO le richieste stesse del Pontefice e non certo il contrario!  </span>

    Brava Caterina: hai fatto centro!
    è per questo che il Papa ora dovrebbe D'AUTORITA' IMPORRE la celebrazione del VO in tutte le parrocchie, altrimenti come può mostrare che la sua Autorità è quella suprema e che deve essere obbedita ? Sarebbe ora di un gesto sacrosanto proveniente dal Vicario di Cristo, a pro del Gregge indifeso.... o no ?

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  20. Spesso mi sono chiesto per quale motivo il termine "presbitero" mi stia tanto antipatico. Forse perchè mi fa pensare a una ditta di matite ( la Presbitero ) che aveva come logo una faccia a occhi spalancati con una capigliatura irta di lapis appuntiti... Forse perchè, essendo sdrucciolo ( accento sulla terzultima ) si pronuncia male...  Si potrebbe dire che la scelta della forma greca esprima la volontà di una "riverniciatura" ( pseudo ) paleocristiana. Il termine "sacerdote" come "datore del sacro" è troppo impegnativo nel senso del legame col l'Alto; più "orizzontalistico" e democratico "presbitero", come "anziano della comunità"
    ( tendenzialmente eletto dal basso ). Dunque un ennesimo capitolo della saga dell'"ecclesialese" ( come l'uso del macchinoso "kerygma", una "superchicca" al posto del sereno e comprensibilissimo "annuncio evangelico", o di "proclamazione del Regno di Dio" ). Di più: è probabile che con "presbitero" ci si voglia scrollare di dosso le connotazioni negative che si sono accumulate sulla forma contratta "prete": prete come parte di un gruppo di esseri falsi e intriganti, "abbottonati" nella loro talare come segno del loro lavorare dietro le quinte. In uno storico laicista  ho letto l'espressione "manovra pretina"; ed è nota la definizione di un certo uomo politico come "l'uomo dei preti". Ma nel mondo popolare "prete" è anche l'addetto al sacro che è disposto a "sporcarsi le scarpe" scendendo sul terreno circostante, come il "prete dell'oratorio", che tira calci al pallone con i ragazzi. In effetti sarebbe ridicolo definire don Camillo "un presbitero della bassa parmense"; gli si addice meglio l'usuale titolo di prete, che sa riempire con il suo impegno intransigente di "panzer di Dio", e che si porta addosso con orgoglio; "un prete da corsa" nell'episodio della rissa con i comunisti di città; "un prete in mutande" nell'episodio del bagno estivo nel Po con sotrazione dei vestiti.

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  21. P.S. Ho dimenticato "Vieni avanti, pretino!": una "perla" del "Papocchio", film anni '80 di Renzo Arbore ( che non aveva ancora reso nota la sua devozione per padre Pio...).

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  22. I deoniani mi chiedo chi siano, cosa facciano , quanti ne siano rimasti?

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  23. <p><span>È veramente cosa penosa vedere come questi chierici si impegnano a sabotare il Summorum Pontificum, a remare contro l`autorità del Successore di Pietro, a cercare di svuotarla non solo della sua efficacità ma della sua sostanza. Tutti ne sanno più del Papa, tutti a far lezione  al Papa.</span>
    </p><p><span>Cura delle anime? </span>
    </p><p><span>Ma se se sembrano occupati solo a conservare il loro potere al quale si aggrappano con tutte le  loro forze, con un coltello alla mano per ferire chiunque temono vorrebbe togliere loro una parcella di quel potere. </span>
    </p><p><span>Cura delle anime? Ma se praticando l`apartheid liturgico escludono per principio e a priori certi fedeli dalle loro cure, ammesso e non concesso  che si occupino anche delle altre anime, tanto sono occupati a battagliare CONTRO, ammesso e non concesso che deformare le coscienze dei fedeli equivalga a prendere cura delle loro anime. </span>
    </p><p><span>Divisione? Ma non si rendono conto che sono loro a creare la divisione e non da oggi? Non si rendono conto che è anche a causa della loro ottusa ideologia che la Chiesa è ridotta nello stato in cui si trova oggi?</span>
    </p><p><span>Ignoranza, continuate a seminare l`ìgnoranza, complimenti! L' avete talmente seminata che oggi chi, fra i sacerdoti che ricevono e leggono la vostra prosa, sa intravedere i trabocchetti,le falsità?</span>
    </p>

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  24. chi di zizzania ferisce28 gennaio 2010 alle ore 09:59

    Brucia???
    Una volta a te, una altra a te e ancora a te e cosi via

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  25. Ancora una volta i Bugnini's sons rivelano quello che sono: una banda d'ignoranti(nel senso letterale del termine, ma, dal tono dell'articolo, penso anche nel senso metaforico). Per loro Concilio vuol dire riforme messe in atto: FALSO! Non hanno assolutamente letto la Sacrosanctum Concilium, altrimenti avrebbero un infarto: solo il 10 % di quello che lì è scritto è stato correttamente applicato, solo il 10%! Le loro convinzioni, pertanto, si fondano sul sentito dire, sulle impressioni personali, ovveros u quei pilastri che reggono l'attuale maggioranza delle celebrazioni liturgiche. E a riprova posso ben citare il Motu Proprio, nel senso che essi o non l'hanno letto o non lo voglio leggere o non sanno legger(lo). Proprio ieri l'ho interamente letto e, come ha ben fatto la Redazione, non ho potuto far a meno, stamani, di notare che questi "defensores fidei" - il più celebre defensor è stato un noto scismatico- non hanno capito nulla: ancora una volta parlano per impressioni, per sentito dire. Pertanto: verba volant, scripta manent. Posson dire tutto quello che vogliono, ma finchè le carte parleranno chiaro e noi ci atterremo alle carte, niente potrà darci torto; potranno esserci ostacoli, ma niente ci impedirà di arrivare alla verità. Infine, notate con quanto isterismo difendono le proprie posizioni, come il re che vede portar via il suo trono...

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  26. chi di zizzania ferisce28 gennaio 2010 alle ore 10:31

     "quella cioè dell'antivescovo Lanfranconi, che ha appena cacciato il coro dalla cattedrale perché preferisce le canzonette"

    Veramente è il maestro che si è dimesso.
    Disinformazjia anche la vostra.

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  27. Scusate la petulanza, ma mi viene in mente un fatto singolare. In questi giorni sto leggendo la biografia ufficiale di padre Dehon "PER LUI SOLO - I fioretti di padre Dehon" scritto da padre Paolo Tanzella SCJ , Andria 1978. A pag 74 si legge che nel 1969, prima della definizione del dogma, Leon Dehon, assieme ai seminaristi francesi, acclamò Pio IX gridando "Viva il Papa infallibile!". Se non ricordo male, nel fervore delle polemiche post Humanae vitae, uscì un numero della rivista dehoniana "Il Regno" con il titolo a tutto campo "Un'infallibilità tira l'altra".

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  28. non c'è nulla di peggiore del parlare della messa antica che il non parlarne.
    Ne parlano male? Non fa nulla, sempre meglio che non parlarne.

    il rito di sempre non ha bisogno nè di pubblicità nè di imposizioni per irraggiare il suo calore benefico.

    negli ultimi 40 anni per tutti esso era semplicemente inesistente, ignorato e considerato morto e sepolto.

    Non sono riusciti ad ammazzarlo nè a seppellirlo: esso è sopravvissuto nel cuore di pochi "nostalgici" che lo conobbero in uso e s'è trovato un posto anche nel cuore di chi non lo conobbe in uso e quindi nostalgico non poteva essere; e oggi il rito antico è nel cuore di persone che nella stragrande maggioranza sono state allevate nel Novus Ordo.

    Negli ultimi 40 anni si è  fatto di tutto per distruggerlo e non ci si è riusciti; oggi molti stanno facendo di tutto per stroncarlo ma   la loro azione paradossalmente avvantaggerà questo rito millenario.

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  29. non avevo ancora compreso se questo Ex Aedibus fosse filotradizionale oppure no; mi sembra di capire, dal tenore di questo suo intervento, che lo sia. Bene.
    Nella Curia Romana un gruppo di filotradizionali non s'è mai estinto; nei periodi più bui addirittura c'erano almeno tre cardinali capi-dicastero che in maniera riservatissima, non hanno mai smesso di celebrare la messa di sempre. Non la celebravano contro le disposizioni papali, ma semplicemente perché ritenevano che il rito antico non essendo stato abolito era lecito celebrarlo.

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  30. Come è già stato ricordato in questo sito: "prima ci ignorano, poi ci deridono, poi ci combattono, infine vinciamo" (parole di Gandhi).

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  31. Tranquilli, nella maggioranza delle canoniche (che conosco, si intende! - Nord ovest d'Italia ) in cui è arrivato, il periodico ha suscitato grande interesse, tant'è che tutti l'hanno poi catalogato nell'Archivio ROTONDO: il cestino dell'immondizia!
    Se hanno così paura della Messa Tridentina e dei Tradizionalisti, vuol dire che siamo davvero in grado di mettere in crisi il loro sistema teologico-liturgico. Bene!

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  32. <span>Ahimè non ho parole, io che sono a favore del N.O. alle condizioni descritte  
     
    <span>"questa gente è talmente latinofoba da scambiare il messale di Paolo VI nella versione originale latina dell'Editio typica con quello di S. Pio V... E' vero che molto spesso il messale paolino in latino è così lontano dalle infedeli traduzioni da sembrare 'tridentino' (e per questo motivo, Maranatha fa benissimo a mettere a fronte i testi latino e italiano del novus ordo: così risalta la malizia dei traduttori)."</span>  
    Mi rendo conto che quest'odio e fobia non fanno altro che ritardare la vera comprensione della riforma liturgica che non è quello che pensano questi signori.....ma una continuità vera con ciò che precedeva.  
    In comunione  
    Flavio</span>

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  33. Flavio, la tua idea è giusta: la riforma doveva essere in continuità con quanto precedeva. Ma la riforma è stata fatta e lo stesso concilio è stato interpretato in discontinuità. E non basterà un discorso alla curia romana per far cambiare strada a chi ha visto ed usato il concilio come un grimaldello per scassinare la Chiesa.

    La continuità del Vaticano II e della riforma comunque finora è solo asserita. Dopo 40 anni si riuscirà pure a dimostrarla?

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  34. Non li ha cacciati, ma li ha messi in condizioni di andarsene, Maestro e Coro!
    La sostanza dei fatto comunque non cambia... ora finalmente Mons.Lanfranchi potra' sollazzarsi con chitarre, tamburelli, veline e ballerine come purtroppo avviene in tanti habitat modernisti!

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  35. Giuro. l'ho letto dopo l'intervento ma mi trovo totalmente d'accordo con il buon Padre Giovanni Scalese


    http://querculanus.blogspot.com/2010/01/fedelta-al-concilio.html

    Sarebbe bello che fossero i tradizionalisti a provare un vero biritualismo ed a rendere evidente che è possibile interpretare la riforma in continuità.
    @ redazione sarebbe possibile riportare il post anche qui?
    Ciao e grazie
    Flavio

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  36. Redazione di Messainlatino.it28 gennaio 2010 alle ore 12:56

    Certo: copia le parti più significative in uno o più commenti, citando la fonte.

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  37. fuori dai panni....ma non troppo28 gennaio 2010 alle ore 12:56

    per pura "coincidenza" leggo il post mentre ascolto il libera me......

    http://www.youtube.com/watch?v=B5Kn0tXYsmI

    Provvidenziale.

     "Vorrei che si facesse capire <span>"a certa gente"</span> quale grande valore ha la partecipazione dell'intero popolo di Dio alla liturgia", scrive il novello presbitero PRESBIOPE........credo renda l'idea.

    La Chiesa popolo di Dio.......la bibbia in mano al popolo di Dio.........ma dove sta sto popolo di Dio? Facciamo semplicemente ridere!!! .....
    Se soltanto il 5% partecipa alla Messa domenicale! Il resto è popolo di satana!!!! generazione di Satana! Che vive lontano e contro Dio. Violando anche solo uno dei suoi precetti....siamo contro di Lui....

    Più o meno così si esprimeva P. Stefano Manelli (http://curiaffi.immaculatum.net/tvimmacolata/  sua conferenza sull'inferno al 69'...)

    "Certa gente" sta vedendo da vicino che il popolo di Dio a scomparendo! Ringraziamo il Buon Dio se c'ha lasciato una vista......buona.

    don Luigi

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  38. Redazione di Messainlatino.it28 gennaio 2010 alle ore 13:03

    Ci dicono che ha dato molto più fastidio la pubblicazione su Maranatha del testo originale latino del Messale paolino che non quella del Messale tridentino. Sembra paradossale, ma il motivo è presto detto: in tal modo si è reso evidente e accessibile a tutti (chi, altrimenti, possedeva il Messale novus ordo in latino?) che le traduzioni della CEI in italiano sono molto spesso infedeli ed elidono i riferimenti invisi ai modernisti (natura sacrificale della Messa, retribuzione, peccato: in genere tutto quello che si allontana dalla consueta melassa sentimentalistica). Vi sono perfino collette e preghiere ad libibitum, in italiano, del tutto arbitrarie e non presenti nel testo originale.
    Sono stati così messi a nudo i trucchetti dei novatori: Bugnini, quando una volta non era riuscito a far passare una delle sue, aveva detto ai suoi, programmaticamente: "sistemeremo la cosa nelle traduzioni". E così è avvenuto.

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  39. Oltre che tanta supponenza e ignoranza, ci trovo anche molta tristezza...mai dai Dehoniani mi sarei aspettato qualcosa simile...io sono praticamente cresciuto nella Fede grazie alle riviste e ai libri dehoniani a casa di mia nonna (i miei genitori non sono credenti)...l'amore per il Sacro Cuore, il Papa, la Madonna, l'amore per la Messa (anche se lì si trattava di quella paolina), l'ho imparato su "Presenza Cristiana"...e mai su "Presenza Cristiana" ho ritrovato pressapochismo o disinformazione verso il Papa o verso alcuni fedeli...
    Sono molto sconcertato e intristito per questo...

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  40. e tra quel 5% quanto popolo di Dio c'é? E quanto popolo di Dio partecipa???

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  41. Come richiesto dalla redazione...  
    ...l’incidente cremonese potrebbe essere l’occasione per fermarci un attimo a “ripensare” la riforma liturgica, non necessariamente per giungere alla conclusione che si renda necessaria una “riforma della riforma”, ma semplicemente per fare un bilancio e chiederci: Come è stata attuata? È stato realmente fatto ciò che il Concilio prescriveva? C’è stato qualcosa che non ha funzionato? Domande piú che legittime a quasi cinquant’anni dall’inizio della riforma.  
     
    Il punto di riferimento per tale valutazione rimane, ovviamente, la Costituzione Sacrosanctum Concilium....
    .  
    ...  
     cosa diceva il Concilio a proposito della musica sacra? Andatevi a rileggere il capitolo VI della Sacrosanctum Concilium: penso che chiunque, anche il piú prevenuto verso il Vaticano II, sia costretto a riconoscere che si tratta di un piccolo capolavoro. C’è qualcuno che non è d’accordo con quanto il Concilio affermava? Eppure, che ne è stato di quelle sagge norme? Praticamente sono rimaste lettera morta; la riforma liturgica, quella che di fatto è stata attuata, ha semplicemente ignorato il Concilio; ha seguito un’altra strada, a cui il Concilio non aveva neppure accennato: si è ripartiti da zero, come se non esistesse alcuna tradizione musicale; (ndr lo stesso vale per tanti altri aspetti.......)  nella liturgia sono state ammesse solo nuove composizioni, il piú delle volte di scarso o punto valore. Ciò che era importante era la novità; tutto il resto — gregoriano, polifonia, canto popolare — semplicemente da rigettare. Che cosa c’era dietro tale atteggiamento? È ovvio: la mentalità secondo cui il “Concilio” (ma quale Concilio?) segnava un “nuovo inizio”, una “svolta” nella storia della Chiesa (“ermeneutica della discontinuità e della rottura”.  
     
    Appare in maniera evidente che la “riforma liturgica”, cosí come è stata attuata, non risponde in buona parte alle indicazioni del Concilio. Qualcosa non ha funzionato. Diciamo che la situazione è sfuggita di mano.  
     
    ...  
    se provassimo a reintrodurre nella liturgia il canto gregoriano (nel frattempo, per fortuna, i monaci hanno lavorato sodo e ci hanno messo a disposizione tutta una serie di strumenti con cui possiamo cantare la nuova liturgia in gregoriano, senza bisogno di ricorrere piú al benemerito Liber usualis), un po’ di polifonia (riconosco che non sempre è possibile trasferire certe magnifiche messe nella nuova liturgia) e un po’ di sano canto popolare; se provassimo a reintrodurre il suono dell’organo; se provassimo a riappropriarci della nostra tradizione musicale, la liturgia — quella rinnovata intendo, non quella tridentina — non avrebbe tutto da guadagnarci? È ovvio che anche dietro tale proposta c’è una mentalità: l’ermeneutica della continuità.  
    Vedo già qualcuno pronto a gridare alla “restaurazione”. Personalmente, la riterrei piutttosto una operazione di fedeltà al Concilio e di rivalorizzazione del nostro patrimonio musicale. Dice giustamente la Sacrosanctum Concilium all’inizio del capitolo dedicato alla musica sacra: «La tradizione musicale di tutta la Chiesa costituisce un tesoro di inestimabile valore, che eccelle tra le altre espressioni dell’arte, specialmente perché, come canto sacro applicato alle parole, è parte essenziale o integrante della liturgia solenne» (n. 112).  
     
    Dal Blog citato (Senza peli sulla lingua) un interessante esempio di queelo che penso il papa intenda come riforma della riforma
    (non tanto la revisione dei testi, anche se qualche correzione si potrebbe fare...) quanto un recupero di continuità nel modus celebrandi. [...]

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  42. E' un bene che ci siano queste reazioni scomposte da parte dei modernisti. Se lo fanno è perchè si accorgono che il movimento innescato dal motu proprio non è più semplicemente ignorabile. Ma così facendo prestano il fianco a prese di posizione della Chiesa che spero ci saranno 

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  43. E' finita l'era protestante delle rotative e del controllo ossessivo dell'informazione religiosa
    1000-100-10-1-0 Edizioni DEHONIANE
    E' cominciata l'era cattolica di internet e della facile reperibilità della Verità
    1-10-100-1000 MARANATHA!
    Da ALMA PREX

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  44. <span>@ redazione 
    Mi spiace solo che così è finito un po' al fondo mentre mi interessava la provocazione sul riappropriarsi della tradizione nel N.O. 
    Ciao 
    Flavio</span>

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  45. La redazione dice che "si è reso evidente e accessibile a tutti (chi, altrimenti, possedeva il Messale novus ordo in latino?) che le traduzioni della CEI in italiano sono molto spesso infedeli ed elidono i riferimenti invisi ai modernisti (natura sacrificale della Messa, retribuzione, peccato: in genere tutto quello che si allontana dalla consueta melassa sentimentalistica).
    Hoc est enim corpus meum, quod pro vobis <span>tradetur</span> = questo è il mio corpo,  <span>offerto in sacrificio</span> per voi
    Traduzione <span>infedele</span> chi infatti sarà tolta nella prossima edizione del messale italiano

    Vi sono perfino collette e preghiere ad libibitum, in italiano, del tutto arbitrarie e non presenti nel testo originale"
    Sono le collette del messale italiano regolarmente autorizzate dalla CEI, che hanno il pregio di essere aderernti ai contenuti della liturgia della Parola della domenica, mentre invece quelle ufficiali sono troppo generiche. 

    Quindi i trucchi sono vostri.

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  46. A quanto pare cio' che e' piu' temuto dai modernisti e' il cattolico "informato" (l'adulto non ha piu' bisogno di informazioni) che conosce il Concilio Vaticano II e il Magistero postconciliare come anche i Concili e il Magistero precedenti, insomma la Tradizione nella sua autentica accezione.
    E' quindi un cattolico capace di individuare le deviazioni dottrinali e di controbattere a chi le vorrebbe farle valere come verita'
    FdS

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  47. Intendevo dire di fondare un nuovo post di discussione con alla base l'art. di padre Scalese.....
    Grazie
    Flavio

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  48. Riterrei che il sito Maranatha abbia tutti i diritti di Legge, per richiedere all'indegna pubblicazione dehoniana una rettifica di quanto da loro falsamente pubblicato, ai sensi del combinato disposto degli artt. 8 della Legge n.47 del 1948,nonché 42 e 43 della Legge n. 416 del 1981, anche se, personalmente, sarei dell'opinone che produrrebbe un migliore effetto un'immediata querela in sede penale del direttore responsabile della rivista; ovviamente, l'effetto sarebbe puramente psicologico, giacché la vicenda andrebbe a finire nel nulla, tuttavia, riterrei che questa misura potrebbe rivelarsi ultile ad insegnare a quei religiosi a meglio "stare al mondo", nel contempo, segnalando l'indisponibilità degli ambienti cattolici ad ulteriormente fungere da ignavi bersagli alle più becere mistificazioni.

    Sotto altro profilo (nell'improbabile ipotesi in cui volesse farsene carico) anche la Commissione Ecclesia Dei, se opportunamente stimolata, potrebbe avanzare un'interpretazione (se non proprio autentica, quanto meno autorevolmente sostenuta), a totale smentita delle davvero ignobili elucubrazioni proferite dai Dehoniani.

    Tutto questo mi permetto di manifestare, pur nella consapevolezza di come si tratti di auspici da libro dei sogni ...

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  49. Non diciamo stupidaggini,
    leggiti qs bellissimo articolo e capirai di quali infedeltà si tratta, che alle volte arrivano anche al latino infedele all'originale antico cui vorrebbe riferirsi...

    http://antoniodipadova.blogspot.com/2009/12/la-colletta-del-giorno-del-natale-e-i.html

    W il concilio sarebbe la riscoperta nella fedeltà all'antico.....

    Ciao
    Flavio

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  50. Non solo è sbagliata la traduzione di TRADETUR, ma anche quella di EFFUNDETUR (il sangue). Tradurre con "offerto" e "sparso", cioè con due participi passsati, al posto dei due futuri nella formula consacratoria rimaneggiata, significa fare della Cena non l'anticipazione sacramentale del Sacrificio, ma una memoria del sacrificio, come se già Cristo fosse stato innalzato sulla Croce.
    Non riesco a capire dove siano i trucchi della Redazione.

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  51. <span>infatti, caro FdS: essi volevano che tutti i cattolici, soggiogati e ben manipolati dal Potere instaurato 48 anni fa, rimanessero tutti immersi nel torpore indotto nelle masse con l'arte della menzogna....e stanno sicuramente maledicendo il risveglio promosso dal Papa; l'ignoranza della massa dormiente era così utile al Potere, che ne aveva fatto comodo sgabello per i suoi piedi !</span>

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  52.  tradetur non contiene alcun riferimento sacrificale, significa solo "sarà dato", nel senso che viene dato in cibo non il corpo ma il segno sacramentale.

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  53. Il fatto che il "presbitero" (propongo di definirli così, nelle nostre masturbazioni mentali quotidiane, lasciando il nobile termine di prete o parroco a coloro che non si oppongono al VO) venga dalla Diocesi di Cremona la dice lunga, come già osservato da altri. Però vorrei fare un paio di altre osservazioni.
    Prima di tutto, direi che è una consolazione vedere quanto rodono. E' evidente che si sono accorti che quello che speravano essere solo un patetico ed ininfluente intervento di un vecchietto arteriosclerotico (parlo del motu proprio del nostro benedettissimo Benedetto) ha invece ben altra sostanza e sta facendo breccia. Ripeto, c'è da consolarsi di ciò, anche se l'astio che evidenziano ha ben poco di cristiano e ci dimostra a cosa ha portato il luminoso Concilio. In ogni caso, temono fortissimamente che le loro "assemblee" tornino ad essere Messe, vedendo in questi passi "indietro" la sconfessione e la dissipazione di decenni di sperimentazioni sulle anime nostre. E dei nostri figli, porca troia!
    In ogni caso, è emblematico vedere come ricorrano alla mistificazione ed alla menzogna per sostenere le loro tesi. E non mi pare che la menzogna sia un frutto della santità.
    In secondo luogo, credo che si confermi la loro volontà di spingere allo scontro aperto con interventi particolarmente virulenti ed urticanti, consapevoli del fatto che se ora ad uscire dalla Chiesa dovremmo essere noi (loro hanno ancora il mazzo in mano come si dice, sia a livello vaticano che nelle diocesi), tra qualche tempo, di questo passo, la situazione si invertirà e saranno loro, i protestanti (li possiamo definire ancora cattolici?) a dover uscire.
    Credo quindi che non si debba abboccare alla provocazione. Lasciamoli dire ed ignioriamoli. Continuiamo, invece, con l'azione dei nostri siti che, evidentemente temono, per la forza di persuasione, di spiegazione e di convincimento che hanno.
    E speriamo in un intervento da parte del Santo Padre o comunque da Vaticano che ribadisca il nostro buon diritto di credere nel Dio di sempre. Come i nostri Padri.

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  54. <span><span><span><span><span>HOC EST ENIM CORPUS MEUM, QUOD PRO VOBIS TRADETUR</span></span>      </span></span></span>
    <span><span><span>(Hoc : sogg. della prop. principale; est: copula; Corpus, pred. nominale;
    quod: pron. relativo, soggetto della proposizione relativa, riferito a CORPUS;
    tradetur: pred. verbale, ind. fut. sempl. passivo;  
    <span><span>PRO VOBIS</span></span><span><span>:</span></span><span><span> compl. <span>di vantaggio)</span></span></span><span><span><span></span></span><span><span></span></span><span><span> </span></span></span></span></span></span>

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  55. quel tradetur lì sta pittusto ad indicare che in quel momento stiamo alla mensa del Signore e che la presentazione dell'offerta è così importante da collocare su un secondo piano(temporale, e dunque di importanza) il momento in cui essa diverrà il cibo. Una conferma della validità della melassa sentimentalistica, come Lei dice, ovvero della natura sacrificale della messa...e se fosse veramnte a favore del concilio piangerebbe, perchè è stato attuato con riforme che esso non prevedeva...(si legga Sacrosanctum Concilium) ;)

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  56. Ritornando al tema dell'articolo dei Dehoniani, anche a me è arrivato il numero di "Settimana" con l'invito ad abbonarmi: per caso ho letto l'articolo sul Summorum Pontificum. Conclusione non solo non mi abbonerò, ma ho stracciato la rivista e l'ho gettata nel bidone delle cartacce: infatti nel mio paesello si fa la raccolta differenziata..... sarà buona almeno come carta da riciclo
    Continuo naturalmente ad applicare il Summorum Pontificum e celebro di tanto in tanto la "Messa di sempre" (uso questa definizione che tanto fa piacere ai modernisti) e anche quando celebro la forma ordinaria lo faccio ad Orientem, col manipolo e tutto l'armamentario tradizionale..... alla faccia dei "liturgisti" di Sant'Anselmo, di Santa Giustina, alla faccia dell'Abate Scicolone e di mons. Brandolini....
    ormai non ci fanno più paura....
    E il breviario che recito è rigorosamente in latino edizione 1962.

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  57. Mi accorgo che un altro commento (Non solo è sbagliata...) appare sotto OSPITE

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  58. i dehoniani sono andati alla carica a dorso d'asino,  e manco se ne sono accorti. Che pena!

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  59. Contro la forza la ragion non vale: è inutile dare lezioni di latino (o di logica :) : dov'è scritto che viene dato in cibo?) a "W il Concilio": il nostro militante modernista sa che tutti i riferimenti al Sacrificio DEBBONO essere espunti, cancellati e per sempre dimenticati. L'hanno deciso e lo faranno, se nessuno glielo impedirà. Altro che pro multis! Se non ci sarà un intervento esplicito la CEI ben presto cancellerà la parola Sacrificio ovunque e comunque.
    P.S. Perché non cambi nick in "W Lutero"?

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  60. Ho sbagliato tasto ed ho pigiato mi piace.
    E' il nuovo messale che traduce "Offerto in sacrificio per voi".
    Luca XXII si legge: "quod pro vobis datur". Il card. Journet, in La Messa traduce: che è sacrificato per voi. I migliori commenti al Vangelo sottolineano il carattere sacrificale dei quel "dare" (Bibbia a cura di Garofalo, ad es.). Come anche il "Tradetur" significa anche che sarà consegnato per il sacrificio a vostro vantaggio. Il "pro vobis" in questo senso è significativo. Non è soltanto un dativo: a voi. Ma "sarà dato, offerto, sacrificato per voi, per la vostra salvezza.

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  61. <p><span>Tenendo presente che, nel contesto che ci interessa, il verbo latino tradere significa, in buona sostanza, consegnare per uno scopo, mi pare che la questione del tradetur possa essere facilmente risolta leggendo vari passi dei Vangeli, tra cui, in particolare Matteo, XXVI, 1-2: "Et factum est: cum consummasset lesus sermones hos omnes, dixit discìpulis suis: Scitis quia post biduum Pascha fìet, et Filius hominis <span>tradetur</span> ut cruciflgatur" (Ed avendo Gesù terminato tutti questi discorsi, disse ai suoi discepoli: Voi sapete che di qui a due giorni sarà la Pasqua, e il Figliuolo dell'uomo sarà <span>consegnato per essere crocifisso</span>). Dunque con il verbo tradere si evoca il sacrificio, anzi uno specifico Sacrificio, quello della Croce: il Pane Eucaristico è lo stesso Corpo che di lì a poco <span>sarà</span> consegnato per la crocifissione.</span>
    </p><p><span>Cordialità,</span>
    <span>ms</span>
    </p>

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  62. non esageriamo. don daniele è un prof di tutto rispetto!!
    La parafrasi fatta, oltre ad essere piena di errori, rivela una preoccupante ignoranza in materia e mi pare di pessimo gusto!! Le famose cose buone di pessimo gusto!!!

    Una per tutte, o forse due. Non capisco il motivo per cui il S.P è stato tradotto..... è in latino, vi resti!! Ma forse chi lo ha letto non ha capito bene la lingua o perversamente ha saltato quel rigo dove si parla della conoscenza della lingua latina e il Santo Padre lamenta una non conoscenza.... Evitate le parafrasi, fatte pure male. Argomentate in modo corretto, o se qualcuno è capace, risponda, Non siamo alle iene di italia 1.

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  63. Non si capisce perché la consacrazione del calice ha valore sacrificale mentre quella del pane no. E' dato o sarà dato come cibo agli Apostoli lì presenti sarebbe un'inutile ripetizione del "prendete e mangiate". Quindi il significato di "dare" o "tradere" è necessariamente sacrificale per ragionevole parallelsismo. Del resto nel NO si parla di dare in sacrificio: e questa è la volontà della Chiesa.

    Togliere il valore sacrificale alla Consacrazione, dopo che s'è tolto all'Offertorio significa che possiamo andare e con maggior soddisfazione di stomaco e palato al ristorante. E senza l'incubo del WCONCILIO.

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  64. Dispiace per l'asino ch'è animale intelligente, umile e utile.

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  65. Non ho studiato latino, sig. "w il concilio", potrebbe Lei illustrarmi la traduzione italiana corretta della frase seguente:

    "Domine, non sum dignus ut intres sub tectum meum: sed tantum dic verbo, et sanabitur anima mea."

    Potrebbe altresì confrontare una sua libera traduzione con la traduzione REGOLARMENTE AUTORIZZATA DALLA CEI?
    Grazie

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  66. Forse l'han tradotto perché i preti d'oggi nella stragrande maggioranza si limitano a frequentare un corsettino di latino che dura sei mesi. E, mi dicono degli amici, che per il greco, basta leggere e tradurre il Prologo del Vangelo di Giovanni.

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  67. Ci credo!  Se si legge il N.O. in latino si capisce che è figlio del rito di S.Pio V e, come dice il papa, è una delle due facce dell'unico rito romano: ergo non è quello che dicono loro.....
    Anche qui molte volte si sbaglia, si dovrebbe immaginare il N.O. celebrato come se fosse il rito antico e non solo come si celebra ora con pessima traduzione e sciattamente: non sarebbe un'altra cosa dal V.O. solo un po' più semplice e sobrio.
    In comunione
    Flavio

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  68. Redazione di Messainlatino.it28 gennaio 2010 alle ore 23:39

    Parafrasi? In lingua italiana, significa riformulazione di un testo. Quale parafrasi errata avremmo dunque fatto? Il testo di Settimana è riprodotto fedelmente, non parafrasato.
    Se poi ci si accusa di aver parafrasato (rectius: tradotto) il testo del motu proprio, due correzioni: il brano cui si riferisce sulla conoscenza della lingua latina non è nel motu proprio, ma nella lettera di accompagnamento. E il testo da noi riportato è quello nella traduzione italiana riportata da Vatican.va: sufficiente garanzia, dunque.
    Quindi, caro il nostro don Marco, prima di scrivere, pensi a quello che scrive.

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  69. Se ho capito bene, secondo Lei, don Marco, la "ratio" della norma vorrebbe la necessità della conoscenza del latino per i partecipanti alla Messa VO.

    Eppure scorrendo il MP leggo di "accesso" alla lingua latina, non di conoscenza.

    Un accesso alla lingua è capire-intuire il significato di ciò che si sta dicendo.
    Se so dire "hallo, my name's"...non posso dire di sapere l'inglese, ma ne ho un accesso, capisco qualche frase, so distinguere un saluto da un rimprovero, etc.
    Nel caso di specie, se dovessi recitare: "Confiteor Deo omnipotenti..." senza capire che è iniziato l'atto penitenziale è evidente che mi manca quell'accesso alla lingua previsto dal MP.
    Sempre cercando di confutare, serenamente, la Sua tesi, Le rilevo, che il MP all'art. 6 recita: "<span><span>Nelle Messe celebrate con il popolo secondo il Messale del B. Giovanni XXIII, le letture possono essere proclamate anche nella lingua vernacola, usando le edizioni riconosciute dalla Sede Apostolica."</span></span>

    Se l'interpretazione data alla norma fosse quella che Lei indica tale articolo sarebbe contraddittorio poichè da' facoltà di leggere le letture in lingua volgare a persone che sono padrone della lingua latina. Per persone con conoscenza di latino sarebbe stato meglio lasciare inalterata la secolare usanza di leggere solo in latino la Sacra Scrittura durante la celebrazione.

    E' evidente, quindi, che la conoscenza del latino non è pregiudiziale alla partecipazione ad una celebrazione secondo il rito straordinario. Di qui anche la necessità di tradurre il MP nelle lingue vernacole per dare l'opportunità, anche ai laici che come me non conoscono il latino, di godere del diritto, a determinate condizioni, d'assistere ad una celebrazione secondo il messale di Giovanni XXIII.
    Spero di aver argomentato in modo a Lei gradito e non da "iene di italia 1".
    Cordiali saluti.

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  70. Sentite un po'. Mia nonna era una contadina e non sapeva il latino, ma seguiva una Messa al giorno ed era molto più cristiana e cattolica di me che mi sono abbeverato alla fonte della cultura (c'era uno che diceva che a quella parola metteva mano alla pistola). Chi ritiene che il VO sia solo per gli acculturati è proprio fuori strada. Questo è esattamente quello che sostengono gli eroici difensori del NO.
    Per quel che mi riguarda, a Messa (purtroppo frequento quella nel NO) <span>sento</span> quello che si dice, si legge e si strimpella. Ma <span>capisco</span> soprattutto quello che si consuma. 

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  71. <span>Bravo Marco ! 
    Non si riesce proprio a capire -a sentir costoro e i Vescovi inquisitori- come sia potuto accadere che per 1930 anni circa, tutte le generazioni di cattolici che si sono succedute nella Chiesa, di tutti i ceti sociali, ma di cui la massima parte fino agli inizi del 20.mo secolo possedeva scarsissima cultura (e non certo sapeva di latino, come il buon Renzo nel 1600) o era anche analfabeta, abbiano potuto partecipare col cuore a quella S. Messa di sempre, che ha fornito nutrimento spirituale e salvifico a migliaia e migliaia di fedeli, accrescendo in tutti la Fede e suscitando nella Chiesa tanti Santi, che NON necessariamente conoscevano il latino e spesso neanche sapevano leggere (basta pensare a S. Bernadette Soubirous</span><span><span></span></span>) !

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  72. Se questi preti conciliairi presunti dotti confondono parafrasi con traduzione (ufficiale) in italiano di un testo latino (ufficiale), pensate che possano capire più sottili - per quanto elementari - argomentazioni?

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  73. Dimentichiamo san Giuseppe da Copertino e il Santo Curato d'Ars, che a malapena sapevano commentare teologicamente una frase del Vangelo? eppure la Provvidenza li fece diventar preti, facendo chiedere a loro dagli esaminatori proprio quella frase. Divennero così santi preti. Forse, a guardar i grandi teologi fai-da-te di oggi, non aveva tutti i torti Erasmo da Rotterdam a deridere i teologi ne "L'elogio della follia"! Tali invettive, sbagliate allora, non stonerebbero come etichetta di tutte le castronerie teologiche e clericali odierne!

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  74. Ma insomma,se non c'è nessun bisogno che chi ascolta la messa capisca ciò che vien detto e nemmeno il poco che dice, se è vero che val più un 'verbumcaro fatto alle finestre' pronunciato col cuore da un vero fedele tradizionalista che 'il Verbo si fece carne' detto da un modernista che pure sa il latino, perché parlare di messalini bilingui? Mi sembra il peggio del peggio. Anzi, per evitare distrazioni possibili del cuore, proporrei che le letture bibliche venissero del tutto omesse: potrebbero disturbare l'atmosfera.

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  75. Ma dove stanno tutti questi preti moderni acculturati? Io ne conosco ben pochi. Leggono per lo più opere di pensatori protestanti.
    Saranno pure colti (alcuni), ma di dottrina cattolica ne conoscono pochissima.
    Una volta ho parlato con un giovane prete che stava prendendo la laurea in filosofia, ebbene, non sapeva che fino al 1970, la Messa veniva celebrata con un altro messale. Mentre gliene parlavo, mi guardava come se stessi parlando in sumero.

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  76. E' vero. oggi va molto Barth e il ritorno all'ebraismo. almeno sono riusciti a superare Bultmann... in compenso il papa e i dottori della Chiesa sono dimenticati. tra cent'anni torneranno a frequentare i maestri cattolici?

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  77. Basta credere ai miracoli.

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  78. oh Redazione, forse pensi di aver a che fare con uno sprovveduto. Contento tu.
    Il testo in ROSSO (definiamolo rubrica) non è dell'autore, ammiro la presunzione nel voler interpretare, in modo errato.
    Io penso a quel che che scrivo, anche se onestamente non ne vale la pena. Mi han pure detto che perdo tempo!!!
    Magari conoscere l'autore e il suo pensiero aiuterebbe a dire meno sciocchezze!!!
    Una per tutte...... presbiteros, non  i pare che compaia nel Vaticano II per la prima volta, forse la Bibbia in latino vi porta fuori strada, figuriamoci in greco!!
    Va bene su.... buon divertimento con i pizzi e le trine.

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  79. Redazione di Messainlatino.it31 gennaio 2010 alle ore 23:56

    Don Marco, è un piacere disputare con te. Perché l'alterigia ti ottunde e rende la discussione come giocare al gatto col topo. Conosci l'esimio Autore? Salutacelo! Amici di Cremona ci riferiscono begli aneddoti, sullo zelo liturgico distorto del tuo amico! E comunque non serve conoscere la persona per giudicare i suoi testi: le parole che scrive son chiarissime e denotano, se non incapacità di lettura del motu proprio, allora grandissima mala fede (e siamo convinti che la seconda sia giusta).

    Indulto? Mancata liberalizzazione e perfino per le messe sine populo (quando l'art. 2 del motu proprio sta lì come un macigno)? Necessità di accesso alla lingua latina da parte dei fedeli (ma te l'han mai spiegato che solo i testi normativi hanno efficacia giuridica, non le 'relazioni', in questo caso la lettera del Papa, e specie per norme restrittive; senza contare che il Papa osserva che sociologicamente ci sarà poca richiesta dovuta a poca conoscenza della lingua, non prescrive invece che si debba valutare la competenza linguistica dei fedeli)?

    E come mai, poi, si dà perfino un diritto di ricorso ai fedeli contro il parroco, al vescovo, e contro quest'ultimo, all'Ecclesia Dei? Sai che quanto una pretesa è azionabile in una procedura amministrativa o giudiziaria, si definisce DIRITTO?

    Sui presbiteri. Nemmeno kerygma compare la prima volta con Rahner. O 'mi consenta' con Berlusconi. Eppure son diventati marchi di fabbrica.

    Infine: quando spiegherai dove l'hai vista, la parafrasi (che è genere completamente diverso dal commento, specie se critico), forse sarai più convincente.

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  80. Ma sei matto a scrivere queste cose? Nulla del genere si è mai visto nella Cattedrale di Cremona, che evidentemente non conosci.

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  81. concordo pienamente con JFK, si è persa l'occasione per evitare di dire sciocchezze.

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