Apprendiamo dal quotidiano on line sanremonews.it (Link) una notizia che ci raggela, è proprio il caso di dirlo.
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Domenica prossima, 31 dicembre, memoria di S. Giovanni Bosco, sulle nevi di Limone Piemonte (Cn) inizierà una gara sportiva di sci, i cui partecipanti sono dei sacerdoti, religiosi e religiose sportivi .
Non sappiamo se dietro a questa manifestazione ci siano intenti caritativi o di beneficenza.
Ignoriamo se essa sia finalizzata a qualche nobile intento, altro rispetto a quello meramente sportivo. E non sarebbe sufficiente che essa si svolga in ricordo di un sacerdote defunto, o in nome di una giornata dell'amore!
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(Se qualche nostro lettore conoscesse i motivi per cui questi sacerdoti si cimentano in un agone sportivo proprio durante la giornata di domenica, può tranquillamente scriverlo in un commento).
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Ciò nonostante, non avendo avuto modo di scoprirne di più, ci siano permesse alcune personali e innocue riflessioni sull'evento che, pur lecito, ci pare, se non altro un po' lontano da quelle che dovrebbero essere i principali impegni domenicali di zelanti sacerdoti e attive suore (ma potremmo sempre sbagliarci).
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Procediamo con ordine.
1. L'avvenimento è giunto ormai alla XIII edizione: si desume, quindi, che abbia riscosso notevole successo e suscitato discreto interesse negli anni passati.
Eh, si sa: ormai i preti pensano di accattivarsi ed attirare il "popolo di Dio" non più con una condotta sacerdotale santa, fedele al proprio mandato ministeriale, con "impegni" canonici, celebrazioni oranti, sull'esempio del Santo Curato d'Ars. Ma mostrandosi smart, sportivi, cool, rendendosi "protagonisti" non più in processioni per le vie del paese, ma bensì in slalom giganti e discese libere. E ciò anche nell'anno giubilare di santificazione sacerdotale.
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2. Noi sappiamo sin troppo bene, sia per esperienza vissuta, sia per dichiarazioni di molti lettori, che la prima scusa opposta dai sacerdoti, a cui era stata domandanta la celebrazione domenicale della S. Messa tridentina (in ossequio al Motu Proprio!), era stata, ed è, la solita tiritera: "Non abbiamo tempo", "diciamo già troppe Messe", "Non possiamo binare, ternare", "Siamo oberati di altri impegni pastorali in parrocchia" etc., etc., ...
Però il tempo di andare a sciare, di domenica, si trova senza problema.
Tra l'altro nella giornata in cui la Chiesa ricorda S. Giovanni Bosco, il prete dei giovani, degli oratori.
Ripetiamo, non conosciamo il dietrolequinte, ma la notizia, così come riportata fa storcere il naso. A a noi, ancor di più.
Non sarebbe stato meglio, in quella domenica, portare i ragazzi della parrocchia a fare un "week end bianco"?
E non ci rispondano che a questo ci pensano altri preti, vista la penuria attuale di sacerdoti!
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3. Infine, un'ironica valutazione, per far sorridere, per suscitare un sorriso, amaro. Amarissimo.
E' nota a tutti la forte avversione della maggioranza dei preti a ciò che essi considerano quasi il peggior nemico della fede: il latino, sia parlato sia cantato.
L'incomprensione (soprattutto la loro!) di tale lingua è stata uno dei più inflazionati motivi della loro opposizione alla S. Messa tridentina. Giusto? Oh sì sì, giusto. Lo dicono anche i Dehoniani.
Avete notato, però, come hanno pensato bene di definire la discesa? Descensio flectuosa (aggettivo che per assonanza con actuosa ci sta particolarmente antipatico).
E avete fatto caso, inoltre, a come hanno deciso di intitolare la loro gara sciistica? "Sursum corda".
Ma ad innalzarsi, son solo i loro, di cuori. Forse.
I nostri no di certo.
E ancora.
Nella locandina son presenti: il rosario (ma lo useranno anche per pregare?) e ... una berretta con tanto di fiocco!
Ma proprio essi, i moderni preti, non son così avversi all'uso di questo copricapo che, a detta loro, è diventato (assieme al manipolo) l'emblema di quella Tradizione al cui ritorno tanto si oppongono? Be', certamente, considerandolo solo un accessorio inutile, decorativo, è utilizzato alla stregua di un elemento scenografico. Ma, allora, ahinoi, anche il rosario è destinato a tale utilizzo?
4. Per i più puri di cuore: googolando si trovano diversi link dedicati alla gara sciistica. (link1; Link 2)
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Per concludere.
Non siamo contrari a priori alla dimensione sportiva, o comunque "secolare" dei sacerdoti.
A patto che essa non sia l'unica apprezzata dalle persone. A patto che non sia troppo secolare, come condanna lo stesso Benedetto XVI, e contro la quale si è scagliato più volte, indicendo, giustappunto il giubileo sacerdotale. A patto, cioè, che, oltre a qualche innocente sciata, a qualche gradito tiro al pallone, a qualche escursione montana, (così come facevano santamente don Bosco e tanti altri sacerdoti nell'oratorio parrocchiale), ci sia anche e soprattutto la cura d'anime.
Altrimenti ogni attività "secolare", restando fine a se stessa, è dannosa e estranea alla missione sacerdotale, che, ricordiamolo, è quella di salvare le anime dei fedeli, non dilettarne lo spirito.
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E quindi, "Sursum Corda", ma anche "Orate fratres"
DISSENTING OPINION: il nostro Robertus, autore degli Spilli, è un tantino severo; anche se ammanta di arguta ironia le sue osservazioni, appunto, pungenti. Poiché invece il sottoscritto ha un debole per lo sci e, se può, non perde un week end, non può che condividere la passione di questi preti sciatori. Sperando di incrociarli, domenica, sulle nevi di Limone.
Enrico
...ma non vi sta nulla bene??? Che c'è di male?
RispondiEliminaAvevo intravisto su un sito di un quotidiano nazionale il comunicato stampa dell'evento. Molto più irriverente era il titolo: IL SIGNORE S(C)IA CON VOI
RispondiEliminama non si può fare sempre polemica e che c'entra questa iniziativa con la messa in latino VO mi sa che spesso si cade nel ridicolo a furia di voler fare entrare tutto secondo le nostre visioni
RispondiEliminaarticoletto un pò gelido....non è che pure l'autore di questa critica alla discesa scistica dei religiosi sia andato anche lui sulle nevi di nascosto? ah..già..la manifestazione si deve ancora svolgere...allora ha forse il cuore un pò gelidino....su, su, via, un bel fuocherello e il cuore si riscalda, si sciolgono le nevi e la discesa non si fa più...
RispondiEliminaA parte l'ironia, penso che preti e suore son esseri umani come tutti noi....è pur vero che io non so sciare e non ho i soldi per farlo, ma se potessi e ne fossi capace, lo farei anch'io....rischierei di rompermi una gamba, ma almeno passerei una giornata diversa dalle altre, in compagnia di persone che forse provano gli stessi miei sentimenti verso la religione di cui faccio parte e, forse, se è a scopo benefico, questa esibizione frutterebbe qualche soldino, sperando che poi il ricavato vada a chi ne ha veramente bisogno...possibilmente persone o attività umanitarie e non chiese da restaurare o spettacoli da allestire.
Forse la manifestazione è nata con un nobile intento....ma, come i nobili, tutto decade e si finisce nella solita solfa...esibizionismo, arraffismo..etc...ma un vero cristiano cattolico non deve mai giudicare..al limite può criticare per richiamare il fratello ad un comportamento più sobrio e realmente spirituale...
Scommetto che celebreranno messa all'aperto sulla neve...vero?? Bellissimo, accattivante, un vero contatto con la natura...forse è l'invidia a non poter partecipare ad un tale evento che spinge l'articolista a parlarne male...forse anche lui vorrebbe essere libero di sciare sulla neve assieme a loro ma non può farlo perchè recluso nella sua mentalità un pò proibizionistica....
Forse anch'io son stata un pò acida e gelida in questo mio commento, ma penso che è vero il detto:" vivi e lascia vivere....." ognuno deve vivere e sbagliare come vuole....forse anche una sciata comunitaria porta a capire meglio qual'è la strada da percorrere per arrivare a Dio...
"<span>ognuno deve vivere e sbagliare come vuole"</span>
RispondiEliminaa quale passo del Vangelo ti riferisci Daniela?
In principio capisco la polemica, ma forse con i toni si è andati un pò troppo in là.
RispondiElimina<span>in risposta a stendec...
RispondiEliminanon credo che sia scritto sul Vangelo una tale frase.....però, da quel poco che so di cattolicesimo, mi è sempre stato detto che Dio ci lascia liberi di scegliere...scegliere se sbagliare strada o indirizzarci sulla strada giusta...che forse può essere anche una discesa sciistica...chi lo sà??</span>
Meglio in montagna a Sciare che a leggere eresie di Bruno Forte et similia!
RispondiEliminaE poi chissà mai che con l'aria tersa della montagna non ritrovino la retta via della Tradizione.
Anche io condivido il dubbio di fondo: i preti di oggi sembrano occuparsi con passione più a cose diverse da quello che gli spetta: dire messa e far pregare le persone.
RispondiEliminaCerto, possono andare a sciare senza problema. ci manca.
Ma l'autore ha spiegato bene qual'è il suo scetticismo. Non è tanto andare a sciare, ma lo preoccupa l'eccessiva attenzione dei preti agli aspetti secolari. Ma l'hai letto tutto l'articolo o solo alcune parti? L'autore poi non sembra essere un prete, e quindi perchè dovrebbe essere recluso nella sua mentalità proibizionistica? lui parla dell'opportunità dei preti di andare a sciare la domenica, non dei laici. E poi, la messa all'aperto?? spero di no!! altro che contatto con la natura! mica sarai animista o panteista? E dubito che si capisca come arrivare a Dio andando a sciare.
RispondiEliminaAnche a me era giunta voce che alcuni preti non volevano dire la messa in latino, perchè non potevano e perchè non avevano tempo. quindi saper che non hanno tempo per dire una messa (compito specifico di un prete) e però il tempo per andare a sciare (cosa secolare) la trovano mi dà un po' fastidio. Mi sento preso in giro. Poi certo loro possono andare a sciare, a pescare, a giocare a calcio, ecc, ma se questo non va a discapito dei loro compiti principali spirituali!!
RispondiEliminaLa riflessione sul latino poi è simpatica! :)
però, mi chiedo una cosa....visto che lo sciare è uno sport un pò costoso, dato che ci vuole tuta da sci, doposci, sci, etc..etc..ma dove li prendono i soldi per aquistare tutto questo materiale o affittarlo?? visto che alcuni religiosi hanno fatto anche voto di povertà??sono sciatori professionisti o a livello amatoriale??...è vero che lo sport nobilita l'uomo, infatti anch'io cerco di nobilitarmi organizzando sport per ragazzi, però è anche vero che questo è uno sport un pò costosetto, forse era meglio scegliere qualcosa più alla portata di tutti, che siano religiosi o aderenti alla chiesa...mi sembra una manifestazione un pò selettiva, di sicuro qualcuno che non se lo può permettere economicamente rimarrà a casa....oppure gli verranno offerti gratuitamente questi accessori indinspensabili??
RispondiElimina<span>Daniela, ma hai letto la pare finale dell'articolo? </span><span></span><span>"Per concludere. </span>Non siamo contrari a priori alla dimensione sportiva, o comunque "secolare" dei sacerdoti. A patto che essa non sia l'unica apprezzata dalle persone. A patto che non sia troppo secolare, come condanna lo stesso Benedetto XVI, e contro la quale si è scagliato più volte, indicendo, giustappunto il giubileo sacerdotale. A patto, cioè, che, oltre a qualche innocente sciata, a qualche gradito tiro al pallone, a qualche escursione montana, (così come facevano santamente don Bosco e tanti altri sacerdoti nell'oratorio parrocchiale), ci sia anche e soprattutto la cura d'anime. Altrimenti ogni attività "secolare", restando fine a se stessa, è dannosa e estranea alla missione sacerdotale, che, ricordiamolo, è quella di salvare le anime dei fedeli, non dilettarne lo spirito.E quindi, "Sursum Corda", ma anche "Orate fratres"Si capisce bene quindi il vero pensiero dell'articolista. Ha riferito la sua preoccupazione non in senso assoluto (i preti non devono sciare) ma contestualizzato con altre riflessioni. E' citato don Bosco, don Camillo, insomma: è cara all'autore dell'articolo la figura del prete che gioca coi ragazzi, degli oratori, ecc. Quindi il tuo commento è forse esagerato, e sembrerebbe che non hai capito bene quello che si voleva dire con questo post. Ma tanto don Bosco, quanto don camillo, e così tanti altrei preti, però i loro stessi ragazzi dell'oratorio, li portavano a pregare in chiesa. Possiamo dire lo stesso dei preti moderni? Ok ai preti sportivi, ma non solo.
RispondiEliminaAnche Giovanni Paolo II sciava e ha "ricevuto" la sua nomina da Vescovo (da parte di Pio XII) quando era in canoa.. Inoltre; se proprio c'è la Berretta e il Rosario; tanto meglio! Innanzitutto ciò vuol dire che sono ancora considerati "simboli" tipici dei Preti.. Inoltre se magari anche li indossassero (la Berratta, dico) non sarebbe male.
RispondiEliminaInfine; chi dice che non si portino la Parrocchia dietro?
Secondo molti asceti c'è una consonanza spirituale fra lo scalare un monte e l'esortazione biblica " chi salirà il monte del Signore".
RispondiEliminaMolti direttori spirituali consigliano di praticare passeggiate alle montagne piuttosto che andare in spiaggia .
La montagna fa sentire più vicini a Dio e stimola anche un certo misticismo, questo è appurato.
Chissà se dopo l'esperienza di domenica prossima i Sacerdoti si sentiranno di celebrare con più fervore " digne, attente ac devote" i Divini Misteri.
Durante le mie consuete messe festive, in cantoria, due mattutine ed una pomeridiana, pregherò anche per questo.
I preti possono anche benissimo andare a sciare. Un conto è se passassero l'inverno sulle piste da sci; ma un giorno (o qualche giorno) non mi sembra una cosa drammatica.
RispondiEliminaNon è uno sport necessariamente costoso. Non facciamo del pauperismo!
RispondiEliminaIo non vedo l'ora che organizzino un bel campionato di nuoto!
RispondiEliminanon è pauperismo il mio...semplicemente pensavo ai miei fraticelli, che con i loro sandaletti e calzettoni, si inerpicano su per i monti e poi con una bella incerata sotto al sedere, scivolano giù fino a valle....perchè di sicuro i miei fraticelli non vanno a spendere soldi inutilmente per comprare attrezzature sciistiche e varie...però in montagna ci vanno volentieri...perchè li eleva verso l'alto....ma chi scia poi torna sempre verso il basso....
RispondiEliminaecco un articolo veramente fuori luogo che serve a dare il destro ai (tanti) nemici della tradizione
RispondiEliminaLETTERA APERTA AL CLERO
RispondiEliminaSacerdoti,
io non sono un Prete e non sono mai stato degno neppure di fare il chierichetto. Sappiate che mi sono sempre chiesto come fate voi a vivere dopo aver detto Messa. Ogni giorno avete DIO tra le vostre mani. Come diceva il gran re San Luigi di Francia, avete «nelle vostre mani il re dei Cieli, ai vostri piedi il re della terra». Ogni giorno avete una potenza che Michele Arcangelo non ha. Con le vostre parole trasformate la sostanza di un pezzo di pane in quella del Corpo di Gesù Cristo in persona. VOI OBBLIGATE DIO A SCENDERE IN TERRA! SIETE GRANDI! SIETE CREATURE IMMENSE! LE PIU' POTENTI CHE POSSANO ESISTERE. Chi dice che avete energie angeliche, in un certo senso, si può dire che sbaglia per difetto.
Sacerdoti, vi scongiuriamo: SIATE SANTI! Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, noi siamo perduti!
Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell'Altare. A costruire opere, fabbriche, giornali, lavoro, a correre qua e là in Lambretta o in Millecento, siamo capaci noi. Ma a rendere Cristo presente ed a rimettere i peccati, siete capaci SOLO VOI!
Siate accanto all'Altare. Andate a tenere compagnia al SIGNORE. La vostra giornata sia: preghiera e Tabernacolo, Tabernacolo e preghiera. Di questo abbiamo bisogno. Nostro Signore è solo, è abbandonato. Le chiese si riempiono [si fa per dire] soltanto per la Messa. Ma Gesù sta là 24 su 24 e chiama le anime. A tutti, anche a noi, ma in particolare a te, sacerdote, dice di continuo: «Tienimi compagnia. Dimmi una parola. Dammi un sorriso. Ricordati che t'amo. Dimmi soltanto "Amore mio, ti voglio bene": ti coprirò di ogni consolazione e di ogni conforto».
Sacerdoti, parlateci di DIO! Come ne parlavano Gesù, Paolo Apostolo, Benedetto da Norcia, Francesco Saverio, Santa Teresina. IL MONDO HA BISOGNO DI DIO! DIO, DIO, DIO Vogliamo. E non se ne parla. Si ha paura a parlare di DIO. Si parla di problemi sociali, del pane. Ve lo dice uno scienziato: nel mondo C'E' PANE! CI SONO RISORSE CHE, se ben distribuite, possono garantire una vita, forse modesta, ma CERTAMENTE PIU' CHE DIGNITOSA A 100 MILIARDI DI UOMINI! L'UOMO HA FAME DI DIO! E si uccide per disperazione. Dobbiamo credere, ecco il compito delle Missioni: donare DIO al mondo!
Suore, scusate se vi parlo così: tornate ad abituarvi al silenzio!
Bello tutto, la preghiera collettiva è potentissima davanti al Signore. Ricordatevi, però, che si può fare una preghiera insieme anche lontani 100.000 km. La vicinanza è nel cuore di DIO, non nel contatto dei gomiti. Anzi, anche a contatto di gomiti, perché noi non disprezziamo le realtà concrete, visibili e materiali. Ma attenti a non esagerare. Chi volesse dire solitudine soltanto sbaglia, ma chi dice solo appiccicamento di cuore sbaglia. Sbagliano l'uno e l'altro.
Enrico Medi
Caro ospite, bellissima lettera, di Enrico Medi, e molto opportuno la tua decisione di inserirla. A mio avviso hai colpito nel segno! Meno sport, più Dio! Dai sacerdoti vogliamo Dio!
RispondiEliminaGiusto!!! "Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell'Altare. A costruire opere, fabbriche, giornali, lavoro, a correre qua e là in Lambretta o in Millecento, siamo capaci noi. Ma a rendere Cristo presente ed a rimettere i peccati, siete capaci SOLO VOI!
RispondiEliminaSiate accanto all'Altare. Andate a tenere compagnia al SIGNORE. <span>La vostra giornata sia: preghiera e Tabernacolo, Tabernacolo e preghiera</span>. Di questo abbiamo bisogno."
Ed è quello che ha detto con altre parole anche l'autore dell'articolo. Che non è vero che fa danno ai tradizionalisti. Fa più danno ai preti moderni!
Beh, una cosa è <span>"salire il monte del Signore", tipo salita del Monte Carmelo di San Giovanni della Croce (forse la più alta pagina di mistica cristiana), altro è "discendere" velocemente con gli sci... come esperienza mistica mi pare un po' povera. Detto questo non demonizzo nessuno: non si vive di solo pane, ma neppure di sola preghiera!
RispondiElimina</span>
<span>"<span>ognuno deve vivere e sbagliare come vuole"</span></span>
RispondiElimina-----------------------
Una cosa è il libero arbitrio un'altra il "dovere" far ciò che si vuole. E comunque Dio ci ha dato il libero arbitrio per scegliere volontariamente il bene. La libertà sta nel bene, la schiavitù nel male. E la correzione fraterna è doverosa.
Oltre a polemizzare, sapete fare qualche altra cosa?
RispondiEliminaSembra che abbiate l'idea che il Presbitero sia un "distributore automatico".
RispondiEliminaMa quali tradizionalisti
Ci son preti bravissimi, impegnati tutto l'anno nell'insegnamento in seminario o nella cura delle anime, anche tra i "tradizionalisti" che ben conosco, i quali passano qualche giorno a sciare. Non c'è niente di peccaminoso e lo sport, oltre tutto, ritempra l'organismo, libera la mente, ed è valvola di sfogo. Magari tanti ragazzi andassero a sciare (o a giocare a pallone) invece di rimbambirsi e rammollirsi in discoteca e peggio. Ricordo anche un discorso meraviglioso di Pio XII agli alpinisti.
RispondiEliminaMeglio sempre un salesiano sportivo che un salesiano Zen. Ho sotto gli occhi una relazione tenuta il 19 dicembre 2009 dal salesiano don Luciano Mazzocchi presso il suo istituto fiorentino dal titolo "La mistica laicale del dialogo cristiano-buddista", una mistica fumosa che lo deve aver fuso tanto da fargli dire: "I discepoli non hanno creduto in Gesù figlio di Dio prima, ma solo dopo la sua morte. La guida per riconoscere la presenza di Dio in Gesù è stato il suo essere umile durante la passione". Qui si negano non solo le opere che convincevano della sua divinità, ma persino la professione di Pietro a Cesarea di Filippo:"Tu sei il Cristo, Figlio del Dio vivente". Che avvenne, ma forse sbaglio?, prima della morte... E Gesù disse ai discepoli che lo ascoltavano (erano morti anche loro?) di non rivelare a nessuno chi effettivamente egli fosse. Dunque sapevano.
Mi scuso: il post "Ci son preti ecc." è mio, e non capisco come appaia firmato OSPITE.
RispondiEliminaMa che brutta quella corona del S. Rosario butta a terra a quel modo come se impicciasse!
RispondiEliminaComunque si imporrebbe un chiarimento: sulla locandina c'è scritto 1 e 2 febbraio, che non sono domenica.
A bbello, questi se so' fusi le bronzine! E cci ha rraggione er pupo de l'articolo: er previte deve di' Messa, amministra' li Sacramenti e riga' dritto! Com'ha detto quello scancellato? Ar servizio di Domine Iddio e de li fedeli sua. Questo è er prete vero. Artro che li sci!
RispondiEliminagentili amici, di seguito è sintetizzato il programma della manifestazione:
RispondiEliminaA Limone Piemonte il Sursum Corda - Challenge Delavay
La gara di sci (slalom gigante, in latino: descensio fluctuosa)
"Sursum Corda" per sacerdoti e operatori della pastorale,
iniziativa dedicata a sportivi consacrati e non
La competizione durerà 4 giorni: domenica 31 gennaio con gli arrivi, lunedì 1° febbraio con il fondo, martedì 2 febbraio con lo slalom e mercoledì 3 febbraio con il giorno libero.
CLASSIFICHE
Sia nel fondo che nello slalom, i concorrenti saranno divisi in 3 gruppi: 1) sacerdoti/diaconi; 2) uomini; 3) donne. Regolamento F.I.S.I.
A quanto pare i partecipanti alle gare sono atleti tesserati alla F.I.S.I. ( federazione italiana sport invernali) visto che saranno applicate le regole della federazione.
Pertanto non sono semplici dilettanti a livello amatoriale che si cimenteranno nelle gare di slalom.
Ma consacrati che, oltre a svolgere il loro ministero sacerdotale, hanno come passione lo sport dello sci e sono tesserati ad una federazione.
Inoltre, come già fatto notare, la manifestazione non si svolgerà di domenica, che invece è il giorno degli arrivi al luogo di ritrovo, dando così la possibilità ai preti di celebrare messa nelle loro chiese di appartenza.
Penso che non ci sia niente di male se un prete, che abbia una passione sportiva, continui a coltivarla....l'importante è che questa passione non tolga tempo ai suoi impegni principali, cioè il servizio all'altare e verso i fedeli.
Faccio un esempio:
E' come un padre o una madre di famiglia che, dopo il lavoro che già lo tiene fuori di casa per parecchie ore al giorno, poi torna a casa ed invece di passare il suo tempo con i figli preferisce andare al bar dagli amici o dalla parrucchiera, o andare a giocare a calcetto o seguire il corso di danza....e lasciare ancora i figli da soli...quando i figli son piccoli vanno seguiti, ed un genitore dovrebbe privarsi di tante cose pur di stare con loro e seguirli nel loro cammino...però è anche sbagliato tralasciare una passione, tipo l'arte, la musica, lo sport....passioni che aiutano il corpo e lo spirito a crescere....un genitore dovrebbe avere la capacità di trovare una via di mezzo per far sì che la sua passione concilii con gli impegni familiari...
E lo stesso dovrebbe essere per un consacrato.
Conoscevo un sacerdote che aveva una grande passione per il teatro in vernacolo ed era anche autore di tanti raccontini dialettali che metteva in scena con l'ausilio dei suoi parrocchiani.
Aveva la capacità di far diventare attori magistrali anche i più timidi, i più sbalestrati...
Riuniva tutti sotto il tetto della chiesa-casa e, tramite anche il recitare, li avvicinava a Dio...
E oltre al teatro era appassionato anche di canto corale e dirigeva un coro polifonico, invitando tutti a far parte di questo coro, intonati e stonati, professori e carpentieri, dottori e netturbini...
Penso che così dovrebbero essere i preti e i consacrati vari....persone come tutti noi, vicine ai problemi della gente comune e che vivono a gomito a gomito i loro stessi problemi, le loro stesse passioni, in modo da poterne capire al meglio anche le loro confessioni....però tutto questo senza troppe esagerazioni, perchè se no poi il prete diventa il protagonista di una storia in cui invece deve essere partecipe tutta la comunità.....perchè la Comunione dei Santi ci insegna che dobbiamo essere un tutt'uno fra di noi, senza distinzioni...
A bbello, ma che stai a di'? Gnente gnente te sdilinquisci pe' 'ndiscorzetto der Papa a li montanari! Lo sporte lassalo a li sportivi e le messe lassale ai preti! Te penza a fa 'r bon laico, si nun sii prete e a coltiva' l'orti si nun sii sportivo. Aò, ma che volete, er monno a la rovescia?!
RispondiEliminaNon solo non c'è nulla di male ma, a mio modesto avviso, è un'ottima iniziativa. Il prete non è (non dovrebbe essere) un'ameba che dove la metti resta, mentre il mondo corre. Anche e soprattiutto il prete VO. E' un maschio e come tutti i maschi ha diritto a "ruzzare", vale a dire a cimentarsi contro gli altri, a scherzare, a gioire di un impegno fisico superato, a ridere in compagnia di un rischio corso e superato. Non potendo, in quest'era imbelle e rinunciataria, esercitare le nobili arti marziali di cui era maestro Don Camillo (la più bella rappresentazione di quello che dovrebbe essere un prete "VO") è bene che provi almeno a rompersi le ossa giù per una pista. Il prete tutto timori e tremori è bene che se ne stia rintanato tra le gonne delle sue catechiste, a raccontarsi vicendevolmente quanto è stato bello e buono il CVII, tra una schitarrata ed un'altra. Quello maschio, soprattutto se desideroso di promuovere il VO alla faccia di 'sto mondo di mentecatti, è giusto che coltivi, con una sana attività sportiva, la gioia del combattimento.
RispondiEliminaPer una volta, celebrerà sabato pomeriggio e i suoi parrocchiani capiranno.
E' interessante ciò che dice "o sarracino"....però, forse trascinato anche dal suo nomignolo, ha un pò troppo sangue caliente, o meglio arabo, che gli scorre nelle vene...parla di "maschi", di arti marziali, di combattimenti....il vecchio e il nuovo ordinamento non si devono mica scontrare in una arena....mica è una corrida dove uno fa la parte del toro e l'altro il torero....inoltre, come quando saremo in paradiso, se ci andremo, non avremo sesso, non saremo ne maschi ne femmine, ( o una via di mezzo..) ma saremo angeli...e, pur se c'è l'arcangelo Gabriele con tanto di spada, scudo e corrazza, non vuol dire che combatteremo una reale guerra fisica, visto che il fisico non c'è...e, se dobbiamo imitare già da questa terra d'esilio queste anime celestiali, non penso che sia da rimarcare il fatto che ci voglia un vero maschio per promuovere il vecchio ordinamento...forse ci vorrebbe uno come Gesù, che, senza evidenziare troppo il fatto di essere maschio, riusciva sempre a placare gli animi e a far trionfare i comandamenti insegnatigli dal Padre suo....senza lotte, senza rivalità, senza imposizioni...chissà se a Gesù gli piace di più il vecchio o il nuovo ordinamento...di certo tra il vecchio e il nuovo testamento Lui ha saputo mediare in modo appropriato...e penso che sia la stessa linea di pensiero che dovrebbero seguire costoro...trovare una via di congiunzione tra il vecchio e il nuovo, scegliere tra i due ordinamenti ciò che è più congeniale e farne un unico ordinamento, creare un unione, come uniti sono i cattolici tramite l'eucarestia....altrimenti a lungo andare si crea una ennesima scissione nel cattolicesimo e già ce ne sono state troppe....cercate l'unione non la scissione.
RispondiEliminaPreti confinati in sacristia: proprio quello che vogliono i laicisti. La Messa si può celebrare anche al "campo". Magari ci fossero preti sempre più disposti ad andare in campagna o in montagna coi ragazzi e ad insegnar loro anche l'aspetto morale dello sport.
RispondiEliminaCampanaro, ricordati che lo scarparo non deve andar oltre la scarpa e, magari, impara anche a parlare e scrivere in italiano, ché di romanesco ci basta quello ammannito dalla TV.
"....visto che il fisico non c'è..."
RispondiEliminaCredo....la ressurrezione della carne.
Quanto a Daniela voglio rassicurarla. Ho solo sangue italiano nelle vene e non sono contro le donne, anche se sono anti-femminista. Semplicemente, prendevo atto di un fatto, vale a dire che si tratta di preti, che come esseri umani hanno tutte le pulsioni degli stessi. E che, fino a prova contraria (o fino al prossimo Concilio), sono maschi. Se l'articolo avesse trattato di una scampagnata di suore, probabilmente avrei preso le loro parti sottolineando il loro essere donne, o femmine, con tutto il diritto, semel in anno, ad un attimo di svago.
caro sarracino, ma la resurrezione della carne non avverrà alla fine dei tempi?? nel frattempo chi va in Paradiso ha solo un corpo celestiale...o perlomeno credo di aver capito così, ma visto che ognuno dice la sua, non è che ci sto capendo tanto di religione cattolica....inoltre ti informo che la gara sciistica è rivolta anche al gentil sesso...ma, da buona anti-femminista e anti-maschilista, ti dico che il mio discorso aveva ben altro significato....ciao.
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