Il giorno dell'Epifania la frazione osimana di Campocavallo ha vissuto un pomeriggio storico.Per la prima volta un Cardinale ha fatto visita allo splendido Santuario sorto dopo il miracolo che la Madonna volle riservare a quelle umili popolazioni nel 1892.
Il cerimoniale, curato dai Francescani dell’Immacolata e dai ministranti locali, è stato solenne : il Cardinale Darìo Castrillòn Hoyòs ha fatto l'ingresso nel Santuario in "cappa magna" mentre la Schola Cantorum di Corridonia ha intonato l'Ecce Sacerdos Magnus.
Dopo il canto dell'ora di terza, in gregoriano, è snodata la processione introitale mentre il maestro Simone Baiocchi, organista e cantore gregorianista, ha proclamato l'antifona d'ingresso dell'Epifania.
E' stata poi eseguita la Missa Secunda Pontificalis di Lorenzo Perosi che ha destato molta ammirazione fra i numerosissimi fedeli che hanno affollato anche lateralmente il Santuario.
Presenti i ministranti che abitualmente a Campocavallo servono la Messa domenicale e festiva. Presente Nicolas, uno dei ministranti, che nel frattempo è entrato, come altri due giovani, nel seminario pontificio dell'Istituto del Buon Pastore. Presenti : il Vicario Generale dell'Arcidiocesi , i Cavalieri e le Dame del Sovrano Militare Ordine di Malta e dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio. L'Amministrazione Comunale era rappresentata dall'Assessore Sandro Antonelli. Fra gli intervenuti il Presidente della Fondazione Leopoldo Uccellini di Belvedere Ostrense con diversi suoi ospiti.
Nell'omelia il Cardinale ha sottolineato la bellezza santificante della liturgia antica, che Papa Benedetto XVI ha restituito pienamente con il Motu Proprio "Summorum Pontificum" ed ha elogiato i Frati Francescani dell'Immacolata che in Italia ed all'estero si rendono promotori di questa forma liturgica citando più volte gli scritti del Venerabile Giovanni Paolo II, la cui opera a favore dell’antica liturgia è stata portata a termine dal suo successore.
“ La Messa gregoriana – ha detto il Cardinale Castrillon Hoyos – è adorazione a Dio ed è la contemplazione della sua gloria”.
Ha anche ringraziato il Coro per la bella musica che ha elevato alla gloria di Dio eseguendo la stupenda messa di Perosi. Con accenti accorati il Cardinale ha esortato i fedeli a mantenere viva la fiamma della fede anche avvalendosi delle antiche tradizioni dei nostri padri : come quella di fare il presepio in casa. Un particolare appello è stato rivolto a favore del mantenimento del Crocifisso nei locali pubblici come segno di identità del nostro popolo.
Brillavano gli stupendi paramenti prestati dalla Basilica Concattedrale di Osimo: la sagrestia della prima chiesa di Osimo vanta un patrimonio quasi unico di arredi sacri.
Diversi i Sacerdoti e i Religiosi convenuti per l’occasione e, come si diceva prima, anche gruppi di fedeli provenienti soprattutto dall’Emilia Romagna.
Il Cardinale, terminato il Pontificale, ha visitato il Museo del Covo e il Presepio che ogni anno viene rinnovato.
Il cerimoniale, curato dai Francescani dell’Immacolata e dai ministranti locali, è stato solenne : il Cardinale Darìo Castrillòn Hoyòs ha fatto l'ingresso nel Santuario in "cappa magna" mentre la Schola Cantorum di Corridonia ha intonato l'Ecce Sacerdos Magnus.
Dopo il canto dell'ora di terza, in gregoriano, è snodata la processione introitale mentre il maestro Simone Baiocchi, organista e cantore gregorianista, ha proclamato l'antifona d'ingresso dell'Epifania.
E' stata poi eseguita la Missa Secunda Pontificalis di Lorenzo Perosi che ha destato molta ammirazione fra i numerosissimi fedeli che hanno affollato anche lateralmente il Santuario.
Presenti i ministranti che abitualmente a Campocavallo servono la Messa domenicale e festiva. Presente Nicolas, uno dei ministranti, che nel frattempo è entrato, come altri due giovani, nel seminario pontificio dell'Istituto del Buon Pastore. Presenti : il Vicario Generale dell'Arcidiocesi , i Cavalieri e le Dame del Sovrano Militare Ordine di Malta e dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio. L'Amministrazione Comunale era rappresentata dall'Assessore Sandro Antonelli. Fra gli intervenuti il Presidente della Fondazione Leopoldo Uccellini di Belvedere Ostrense con diversi suoi ospiti.
Nell'omelia il Cardinale ha sottolineato la bellezza santificante della liturgia antica, che Papa Benedetto XVI ha restituito pienamente con il Motu Proprio "Summorum Pontificum" ed ha elogiato i Frati Francescani dell'Immacolata che in Italia ed all'estero si rendono promotori di questa forma liturgica citando più volte gli scritti del Venerabile Giovanni Paolo II, la cui opera a favore dell’antica liturgia è stata portata a termine dal suo successore.
“ La Messa gregoriana – ha detto il Cardinale Castrillon Hoyos – è adorazione a Dio ed è la contemplazione della sua gloria”.
Ha anche ringraziato il Coro per la bella musica che ha elevato alla gloria di Dio eseguendo la stupenda messa di Perosi. Con accenti accorati il Cardinale ha esortato i fedeli a mantenere viva la fiamma della fede anche avvalendosi delle antiche tradizioni dei nostri padri : come quella di fare il presepio in casa. Un particolare appello è stato rivolto a favore del mantenimento del Crocifisso nei locali pubblici come segno di identità del nostro popolo.
Brillavano gli stupendi paramenti prestati dalla Basilica Concattedrale di Osimo: la sagrestia della prima chiesa di Osimo vanta un patrimonio quasi unico di arredi sacri.
Diversi i Sacerdoti e i Religiosi convenuti per l’occasione e, come si diceva prima, anche gruppi di fedeli provenienti soprattutto dall’Emilia Romagna.
Il Cardinale, terminato il Pontificale, ha visitato il Museo del Covo e il Presepio che ogni anno viene rinnovato.
Andrea Carradori
Ed ecco la lettera di un fedele presente al rito:
La giornata di ieri a Campocavallo rimarrà indelebilmente impressa perennemente per la forte emozione che mi ha provocato!
La misticità del rito mi ha ricordato le analoghe Celebrazioni alle quali ho assistito da ragazzo quando Mons. Perini Norberto, Arcivescovo di Fermo, veniva a Corridonia e il Parroco, Mons. Clario Pallotta, faceva celebrare il solenne Pontificale con la Schola Cantorum, allora diretta da Don Vittorio Paci - vivente - che dalla cantoria dell' organo Morettini eseguiva la stessa "Secunda Pontificalis" dove facevo l' assolo dell' "Et incarnatus est".
Un abisso di spiritualità intercorre con la Messa odierna! Con quella di ieri ci si sente più vicini al Sacro e, soprattutto, ci si immedesima nel Divino Mistero.
Questo sentimento mi ha spinto a dare tutto nel cantare.
Ti ringrazio di tutto e soprattutto mi complimento per la tua costanza su queste iniziative sperando di venire a cantare altri Solenni Pontificali.
Un caro saluto da Piero Molini.
Presidente emerito della Schola Cantorum “ Santa Cecilia” di Corridonia
AGGIORNAMENTO. Aggiungiamo un'altra lettera di un giovane dirigente industriale:
Caro Andrea,
sono rimasto entusiasta delle celebrazione del Pontificale: sua Eminenza, oltre ad essere persona molto dotta e vero Principe di Santa Romana Chiesa, è Pastore vero del gregge di Nostro Signore Gesù Cristo, vero uomo e vero Dio.
La parola di Sua Eminanza mi ha profondamente toccato e ridato quella carica di vita e di amore di cui avevo bisogno. E' un vero Principe che dà la sua vita per la Santa Chiesa Cattolica, unica vera Chiesa dell'Unico Vero Dio. Nessun'altro Dio ha mandato il figlio incarnato per redimere ed assumere su di sé l'umana fragilità e l'umana debolezza.
La nostra vita appartiene solo a Cristo ed al Padre Celeste per opera dello Spirito Santo a cui sono molto devoto. Prego sempre lo Spirito Santo, Spirito di verità e di vita, che ci dona quella carica interiore di sapienza e di giustizia: non possiamo fare a meno dei sette doni dello Spirito Santo, unica nostra forza che trapassa dal Padre al Figlio per costituire quell'Amore Trinitario a cui affidiamo tutta la nostra esistenza. Noi fedeli adoriamo la Trinità delle Persone, l'unità della natura, l'eguaglianza della maestà divina.
Contiuna in questa opera santa ed ammirevole di diffondere la tradizione di Santa Romana Chiesa che nei secoli rappresenta la testimonianza viva e vera del Cristo morto e risorto.
Ti abbraccio.
Sia lodato Gesù Cristo.
Alberto
Belle foto e bella testimonianza. Ancora una volta, basta venire a contatto con la vera Messa per vedere la grande distanza che separa il rito cattolico dal semolino insulso post conciliare.
RispondiEliminaCerto, Sua Eminenza avrebbe potuto usare qualche tono un po' più forte per difendere il crocifisso di "segno di identità del nostro popolo", ma coi tempi che corrono, anche questo è un segnale importante.
Dall'Omelia del Cardinale : " I nemici più o meno manifesti di Gesù pare che vogliono fare del mondo come un'immensa corte di Erode, impegnati a scorgere una qualsiasi traccia di vita cristiana per distruggerla radicalmente. A somiglianza del loro modello, dapprima sono ipocriti, poi spietati. Infatti inizialmente si mostrano nostri amici volendo far credere che essi tengono al decoro della vita cristiana e per ciò la voglipono sfrondata da ogni cosa che la deformi; poi si manifestano a viso aperto affermando che il cristianesimo soffoca l'autodterminazione dell'individuo e per ciò lo combattono senza quartiere fino a pretendere che non si costruiscano i Presepi o siano divelti i Crocifissi da sempre parte integrante della storia e della cultura dei popoli cristiani.
RispondiEliminaLa stessa sacra liturgia, e specialmente l'antico Rito Gregoriano, diventano un bersaglio preferenziale dei nuovi farisei che non hanno una concezione corretta della Chiesa findata sulla solida roccia di Pietro"
Dall'omelia del Cardinale Castrillòn Hoyòs dell'Epifania del Signore 2010.
Molto bene....vedo che c' era molta gente nonostante l' anticipazione.
RispondiEliminaNon si è anticipato nulla !
RispondiEliminaTi sbagli forse con il Pontificale nell'Arcibasilica Lateranense?
Ah...qui ci capiamo già di più :) Grazie Andrea
RispondiEliminaCarino il vestito da carnevale del cardinale....se non fosse tragica la cosa farebbe morir dal ridere....
RispondiEliminaL'unica cosa tragica è il tuo triste commento...
RispondiEliminaChomer professa una stupidità veramente beluina. A parte questo, nel commento del corista non m'è piaciuto il dualismo messa di oggi/messa di ieri. La S. Messa di sempre sta, quella artificiale creatura bugniniana traballa se la si confronta, dunque il tempo che è galantuomo la farà scordare: quella è la messa di ieri!
RispondiEliminaMentre la cappa cardinalizia vien definita carnascialesca dal neomod di turno capitato per puro caso su codesto blog (che tratta argomenti da loro evidentemente ritenuti importantissimi, vista la gran quantità di visite che ci fanno) mentre, dicevo, il neomod di guardia quasi si scompiscia dalle risate per il monocolore cardinalizio, tutti i neomod, più o meno monaci, si affannano a correr dietro ai mandyas chilometrici ed appena riescono ad acchiapparne uno se lo abbracciano estasiati facendosi immortalare a fianco dei colori ecumenici.
RispondiEliminaIn effetti il monocolore cardinalizio è abbastanza noioso. Meglio, molto meglio, le tinte iridescenti del vescovo di Evraux.
RispondiEliminaMi stavo chiedendo come mai i progressisti visitano così spesso e così numerosi questo blog!
RispondiEliminaMa andate a visitare il blog del Padre Augé, e dategli una mano a tirar su il numero dei pochi (e quasi sempre della stessa persona )
commenti del suo blog.
propongo agli estimatori della messa di sempre di non rispondere ai provacatori che si qualificano da se con ciò che dicono, per non mettresi sul loro stesso piano
RispondiEliminaNon c'è peggior sordo di chi non vuol sentire quanto la musica (gregoriana e polifonica) sia davvero la colonna portante del rito e non un semplice accompagnamento o intermezzo, ciò in virtù della sua infinita altezza artistica e spirituale; non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere quanto la liturgia possa calamitare a sè ogni forma di incomparabile bellezza, sotto forma di arte tessile, orafa, pittorica, scultorea.......
RispondiElimina"udrete senza dubbio con i vostri orecchi ma non intenderete; mirerete certamente con i vostri occhi ma non vedrete, perchè indurito è il cuore di questo popolo......"
" Il Venerabile Pontefice Giovanni Paolo II ricordando l'unzione della donna di Betaniva, ha tuttavia sottolineato la necessità di non passare dalla familiarità con il Convito Eucaristico alla "tentazione di banalizzare questa - dimestichezza - della Chiesa con il Suo Sposo, dimenticando che egli è anche il suo Signore e che il convito resta pur sempre un convito sacrificale, segnato dal sangue versato sul Golgota ( Enc.Ecclesia de Eucharistia, n 48).
RispondiEliminaLa grandiosità del cosiddetto Rito di San Pio V non dove essere guardata come semplice esteriorità, piuttosto quale atteggiamento adorante dell'anima conscia di trovarsi al cospetto della Triade Divina"
Dall'omelia del Card. Castrillòn Hoyòs nella Solennità dell'Epifania di Nostro Signore , 2010.
Bravo Fabrizio! Concordo al 100% L'arte non è un contorno, ma è parte integrante e inalienabile della Sacra Liturgia, che priva di incarnazione artistica è depotenziata e, de facto, dissacrata.
RispondiEliminaQualche giorno fa, in occasione di un concerto di Natale per coro e orchestra che ho diretto nella mia città, ho voluto far precedere ai consueti brani natalizi (White Christmas, Orna le sale, Cantique de Noel, ecc.) il bellissimo Puer Natus dal Proprio della terza Messa del giorno di Natale, completo di salmo ed eseguito solo da quattro cantori uomini (me compreso che ho intonato). Ebbene sono stati proprio alcuni giovanissimi presenti al concerto a definire questo canto "splendido"!
RispondiEliminaE poi i tanti pseudoliturgisti di turno ci vengono a dire che questa musica è "distante dalla gente" e "allontana i giovani" dalle chiese.
Peccato che aver eliminato di fatto il gregoriano dalla liturgia e averlo rimpiazzato coi ridicoli "alleluia delle lampadine" e "Santo dello Zaire" di giovani ne ha allontanati molti di più. Almeno in 1500 anni il gregoriano non ha fatto ridere mai nessuno!
Cordiali saluti e buon anno.
Giuseppe
Stupenda testimonianza questa di Giuseppe praecentor.
RispondiEliminaIo insegno sempre ai miei alunni della scuola media diversii canti gregoriani.
L'unico ostacolo è costituito dalle care colleghe, di stampo sessantottino, che spiazzano i ragazzi, che sono molto portati a cantare anche il Puer natus est ed altri canti gregoriani, con delle frasi come " Ma basta con queste cose in latino e lagnose..."
I ragazzi sono come freddati da queste "considerazioni" perchè a loro il canto gregoriano piace veramente ...
Lodovico Moscardò, ma è davvero lei? Che piacere rileggerla! E dica, come stanno Elisa e le ragazze?
RispondiEliminaBellissime foto, grazie ai frati Francescani dell'Immacolata. Questa messa credo debba ovunque riaccendere il desiderio di camminare dietro a Gesù.
RispondiEliminaPur riconoscendo l'abisso di spiritualità che intercorre tra le due forme vigenti dell'unico Rito Romano (cui partecipo abitualmente) pur convenendo che, forse, tra chi doveva tradurre in pratica le risoluzioni conciliari sulla liturgia vi era qualche soggetto in malafede, espressioni come "semolino" per designare il c.d. "novus ordo" e "messa vera" per definire il c.d. "vetus orodo" sono esattamente ciò che il Signor Cardinale Castrillòn Hoyos ha condannato nell'omelia (perché non posti questo passaggio Andrea?) specificando che <span style="text-decoration: underline;">il "Sacrificio incruento di Cristo" si ripete anche nella forma ordinaria del Rito Romano</span> (...e mentre lo diceva alcuni "chierichetti" e/o seminaristi si scambiavano occhiate di disapprovazione!!!). La deformazione del Rito Romano - continuava l'omelia - non è tanto nelle rubriche della forma ordinaria, quanto nella diffusione di quel senso di legittimazione a improvvisare, a innovare sempre e comunque, a trasformare - per usare le parole del Porporato che ricordo della Sua omelia - una Liturgia in uno "show" televisivo.
RispondiEliminaNon è tanto il problema di definire la forma straordinaria "la messa vera". <span style="text-decoration: underline;">Il problema è la conseguente bollatura della forma ordinaria (a questo punto anche se ben celebrata) come "messa falsa"!!!</span>. Quindi, se un cattolico non ha la possibilità di partecipare ad una messa in forma straordinaria potrebbe fare a meno della messa? Perché laddove chi partecipa a una messa sa che la stessa è falsa "non supplet Ecclesia". Tutto ciò è ridicolo...e soprattutto anti-cattolico, perché contrario a quanto sostiene il Santo Padre.
Chi sostiene simili tesi, se fosse davvero coerente, dovrebbe stracciarsi le vesti dinanzi a un Papa che non la pensa come loro! E andarsene coi sedevacantisti (e la Chiesa Cattolica ne troverebbe giovamento perché il "giro di vite" contro gli abusi riuscirebbe prima e con più efficacia, una volta allontanati i "talebani tridentini".
Certo anche il Novus ordo in se è valido, perchè riceve la sua validità dalla Messa antica a cui si rifà, e certo in mancanza di una Messa nella forma straordinaria si può ottenperare al precetto anche seguendo la messa in forma ordinaria.
RispondiEliminaPersonalmente preferisco il Vetus Ordo....
Il testo dell'Omelia del Cardinale sarà pubblicato integralmente su www.missaleromanum.it quando sarà possibile aggiungere anche i tanti passaggi fatti " a braccio" dall'Eminentissimo, fra cui la frase che è stata citata sopra.
RispondiEliminaPer ora ho solo il testo scritto al quale ripeto " a braccio" il Cardinale ha giudicato opportuno aggiungere alcuni forte sottolineature, fra cui quella riportata sopra.
E' anche in preparazione il DVD del Pontificale registrato integralmente.
Il Cardinale ed i Frati hanno pregato assiduamente, come dimostrano anche le foto, dall'inizio fino alla fine del Pontificale.
RispondiEliminaQuando si prega ci si preoccupa solo di rivolgersi all'Altissimo con le parole ed i gesti della Chiesa dimenticando, come hanno fatto molti Santi, di trovarsi sulla terra.
Questa salutare dose di preghiera può anche far dimenticare qualcosa al di fuori la Sacra Liturgia.
Lode anche al giovane bravissimo Cerimoniere che non ha mai anteposto la preghiera al difficile svolgimento del Rito.
Lode all'agenzia di stampa delle Diocesi Marchigiane che hanno postato la notizia del Pontificale corredata dal alcune foto.
RispondiEliminaPotete vedere questo servizio :
http://www.chiesamarche.org/content/view/2457/1/
Tutto a lode di Dio !
Un po' di fretta ha fatto dimenticare al cerimoniere di "mettere a posto le eminentissime braccia". Pace!!! E basta con la zizzania.
RispondiEliminauna semplice osservazione sarebbe zizzania? non esageriamo magari. Se sono ammessi solo commenti del tipo "stupendo, meraviglioso, sono estasiato" basta che la moderazione avvisi prima. Se no non vedo che male ci sia a far notare un errore
RispondiEliminaMagari non sarà zizzania, ma il fatto è che la sua non mi è sembrata una semplice osservazione. Così almeno mi è parso di cogliere da quel "grazie" finale...come se insegnare il modo di indossare correttamente una cappa sia un favore dovuto a lei. Per carità, magari avrò avuto un'impressione sbagliata, però c'è modo e modo di ammonirsi reciprocamente, come insegnano le Sacre Scritture, ma insomma...finiamola qui.
RispondiEliminaConcordo pienamente con ospite sulle considerazioni tra le due forme dell' "unico rito romano". Quello che rovina tutto e che, forse, causa l'ostilità dei Vescovi è l'eccessivo fanatismo. Non dimentichiamo che nel Summorum Pontificum il S.Padre auspica che i Sacerdoti celebrino nelle due forme. Allora? Come ciriticare i Parroci che non vogliono sentir parlare di Messe in latino, se poi alcuni Sacerdoti di note "Fraternità" non celebrano mai nella forma ordinaria?
RispondiEliminaIl nostro ministrante Chandana ha realizzato questo filmato :
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=iuZSsHaHMEU
Concordo con quanto ha scritto Fidelis.
RispondiEliminaVorrei aggiungere che , in taluni casi, i Parroci ed i Vescovi ce la mettono tutta per cercare una giustificazione alla loro ostilità ...
Far fare le foto ai fedeli durante la Messa tridentina per vedere se fra di essi ci siano dei pericolosi scismatici, non è proprio il massimo della carità cristiana !
Comunque accettiamo tutto, proprio tutto per amore della Chiesa e del Papa !
Mi associo alle riflessioni di Fidelis ed alla preghiera di tutti quelli che invocano da Dio la "pax" liturgica per la Chiesa !
La Cappa Magna è l'abito da coro più solenne e splendido - risalente addirittura al IV secolo - con il quale la Chiesa riveste i propri prelati per indicare come l'umana debolezza dell'uomo, rivestita della grazia sacramnetale dell'Ordine Sacro, possa divenire qualcosa di meraviglioso. Chi misconosce il valore simbolico degli abiti liturgici rivela senza dubbio scarsa sensibilità
RispondiEliminaL'unica cosa che mi domando è: PERCHE' IL SIGNOR CARDINALE FA PASSARE LE MANI ATTRAVERSO LE APRETURE SOTTOSTANTI L'ERMELLINO - LE QUALI SERVONO PER FAVORIRE "MOVIMENTI DI SERVIZIO" ALTRIMENTI IMPEDITI - INVECE DI RACCOGLIERE IL TESSUTO DELLA PARTE ANTERIORE SUGLI AVAMBRACCI CREANDO L'USUALE PANNEGGIO?