Nessuna indiscrezione da fonti riservate: pubblichiamo invece la sintesi di un’omelia del 19 dicembre 2009, pronunziata dal vescovo mons. De Galarreta (che coordina la squadra di teologi della Fraternità S. Pio X impegnati nei colloqui con Roma) nel corso della Messa di ordinazione di 5 diaconi e 3 sacerdoti (foto a lato) al seminario lefebvriano in Argentina di La Reja, di cui egli è rettore dopo la cacciata dal Paese del precedente rettore, mons. Williamson.
Nel corso dell’allocuzione, Monsignor Alfonso de Galarreta ha rivelato i seguenti elementi interessanti, in riferimento alle discussioni iniziate a Roma due mesi fa:
(1) Il risultato della prima riunione è stata positivo.
(2) Principalmente si è stabilita l'agenda e il metodo di discussione.
(3) I temi da discutere sono di natura dottrinale, con espressa esclusione di qualsiasi questione di ordine canonico attinente alla situazione della FSSPX.
(4) Il comune punto di riferimento dottrinale sarà il Magistero anteriore al Concilio .
(5) Le conversazioni seguono un metodo rigoroso: si pone un problema, la parte che lo solleva invia un’opera argomentando le sue questioni. La Santa Sede risponde per iscritto, previ scambi dei consulenti via e-mail. Nella riunione si discute il punto.
(6) Tutte le riunioni vengono registrate da entrambe le parti e filmate.
(7) Le conclusioni di ogni argomento saranno sottoposte al Santo Padre e al Superiore Generale della FSSPX.
(8) La cronologia di queste riunioni dipende: se il tema è nuovo o è già in fase di discussione. Nel primo caso, sarà circa ogni tre mesi. Nel secondo, ogni due. La prossima riunione è prevista per metà gennaio.
(10) I rappresentanti teologici della S. Sede "sono persone con le quali si può parlare", parlano "il nostro stesso linguaggio" teologico (leggi: sono tomisti).
(11) Ecco alcune delle questioni oggetto di discussione, menzionate dal vescovo in modo non esaustivo:
(a) il magistero del Concilio e il postconcilio
(b) la riforma liturgica conciliare.
(c) l'ecumenismo e il dialogo interreligioso
(e) l'autorità Pontificia e la collegialità
(f) la libertà di coscienza, la libertà religiosa, il laicismo e il Regno sociale di Gesù Cristo
(g) i "diritti dell'uomo" e la "dignità umana" in conformità con la dottrina conciliare.
Il Vescovo ha ripetuto che i risultati della prima riunione sono buoni, relativamente alla situazione precedente. Si è parlato in piena libertà e solo di temi di dottrina in un quadro teologico tomistico.
Nel corso dell’allocuzione, Monsignor Alfonso de Galarreta ha rivelato i seguenti elementi interessanti, in riferimento alle discussioni iniziate a Roma due mesi fa:
(1) Il risultato della prima riunione è stata positivo.
(2) Principalmente si è stabilita l'agenda e il metodo di discussione.
(3) I temi da discutere sono di natura dottrinale, con espressa esclusione di qualsiasi questione di ordine canonico attinente alla situazione della FSSPX.
(4) Il comune punto di riferimento dottrinale sarà il Magistero anteriore al Concilio .
(5) Le conversazioni seguono un metodo rigoroso: si pone un problema, la parte che lo solleva invia un’opera argomentando le sue questioni. La Santa Sede risponde per iscritto, previ scambi dei consulenti via e-mail. Nella riunione si discute il punto.
(6) Tutte le riunioni vengono registrate da entrambe le parti e filmate.
(7) Le conclusioni di ogni argomento saranno sottoposte al Santo Padre e al Superiore Generale della FSSPX.
(8) La cronologia di queste riunioni dipende: se il tema è nuovo o è già in fase di discussione. Nel primo caso, sarà circa ogni tre mesi. Nel secondo, ogni due. La prossima riunione è prevista per metà gennaio.
(10) I rappresentanti teologici della S. Sede "sono persone con le quali si può parlare", parlano "il nostro stesso linguaggio" teologico (leggi: sono tomisti).
(11) Ecco alcune delle questioni oggetto di discussione, menzionate dal vescovo in modo non esaustivo:
(a) il magistero del Concilio e il postconcilio
(b) la riforma liturgica conciliare.
(c) l'ecumenismo e il dialogo interreligioso
(e) l'autorità Pontificia e la collegialità
(f) la libertà di coscienza, la libertà religiosa, il laicismo e il Regno sociale di Gesù Cristo
(g) i "diritti dell'uomo" e la "dignità umana" in conformità con la dottrina conciliare.
Il Vescovo ha ripetuto che i risultati della prima riunione sono buoni, relativamente alla situazione precedente. Si è parlato in piena libertà e solo di temi di dottrina in un quadro teologico tomistico.
È impossibile prevedere che cosa accadrà in futuro. Si va giorno per giorno, come indica la prudenza e secondo lo spirito del Vangelo.
Fonte: Panorama catolico Internacional
Si è parlato in piena libertà e solo di temi di dottrina in un quadro teologico tomistico
RispondiElimina..............
Questo lascia ben sperare.
S. Tommaso interceda per il ritorno della Chiesa, nella "concordia concors", alla Dottrina di sempre, salvando ciò che è giusto salvare, lasciando cadere ciò che è caduco: tornando al principio di identità e di non contraddizione, in omaggio alla Verità eterna, che non si contraddice NE' SI EVOLVE secondo le visioni antropologiche alla Rahner, ma è Essa stessa che rinnova la sua Chiesa secondo lo Spirito di Dio, che fa cose nuove sì, mentre noi non le vediamo, ma secondo il Suo Disegno di salvezza, (coerente a se stesso) non secondo le nostre ideologie transeunti.
E la navigazione a vista -giorno per giorno- sarà condotta a buon porto, se la guida e custodisce lo Spirito Santo, che sia invocato ed ascoltato dalle "parti" dialoganti.
Preghiamo che ora, più che mai nella storia precedente, si compiano visibilmente le promesse di Nostro Signore:
"Sarò con voi fino alla fine del mondo".
OREMUS!
RispondiEliminaParaphrenalia aristotelica? A mo'!
RispondiEliminaDue gesuiti (Ladarìa Ferrer e Becker) che sono anche tomisti? Quasi un miracolo! Alessandro
RispondiEliminaSperem...
RispondiEliminaSperem sperem sperem!
RispondiEliminaS. Thomae Aquinae, ora pro nobis!
Che sciocchezza! Di gesuiti tomisti è piena la Compagnia. Mai sentito parlare di Padre Busa, che agli studi tomistici ha dato strumenti di enorme utilità? Il tomismo va benissimo, ed è anzi un'ottima base su cui impostare il confronto. E' la reductio del Cristianesimo a tomismo che non va bene. Se Tommaso fosse qui, certi fanaticuzzi del suo pensiero li prenderebbe a ferulate. Aristotelici sunt, non chirstiani!
RispondiEliminaSullo
Caro Sullo, è quasi impossibile trovare nell'attuale Compagnia di Gesù un conoscitore ed un estimatore del tomismo. Tanti gesuiti considerano il tomismo qualcosa di superato, da mettere nel museo delle anticaglie. Alessandro
RispondiEliminaScrivono tutto parola per parola, si scambiano i documenti per farli visionare dai superiori dopo ogni riunione, e addirittura filmano ogni discussione ufficiale!
RispondiElimina( e, certo, parlano in modo chiaro e non 'allegorico e simbolico' come tanti oggi).
Voglio proprio vedere chi potrà contestare la veridicità e il senso delle decisioni prese in questi colloqui ( e parlo, ovviamente, dell'interpretazione del Concilio da parte di delegati del Papa).
Preghiamo san Domenico perchè aiuti chi vuol discernere la vera dottrina:
O lumen Ecclesiae
Doctor veritatis,
Rosa patientiae,
Ebur castitatis,
Aquam sapientiae
propinasti gratis,
Praedicator gratiae,
nos junge beatis.
Alessandro, un po' è vero. Ci sono gesuiti che trattano il tomismo come un'anticaglia da imbucare in qualche polveroso archivio.
RispondiEliminaPerò ce ne sono di quelli che Tommaso lo studiano e lo apprezzano. La Compagnia è grande, sicché c'è dentro un po' di tutto. Dall'antitomista professo all'autocaricatura del tomista fanatico. Anni fa, per esempio, mi imbattei nel bibliotecario di un noto centro gesuitico del norditalia, e ne riebbi un'impressione di fanatismo tomista piuttosto sconcertante (e, direi, offensiva dei profili più elevati del cristianesimo): un dommatismo sordo, protervo e diabolicamente aggressivo, non rarissimo nei cultori dell'aristotelismo tomista.
Sullo
Mi fa piacere che il primo colloquio tra la S. Sede e la FSSPX sia andato bene, ma ciò che temo, è che la S. Sede voglia cercare di allungare il più possibile i colloqui dottrinali, cercando in questo modo, di creare una frattura all'interno della FSSPX.
RispondiEliminaMi auguro sinceramente di sbagliarmi, ma ho la sensazione che se i colloqui dovessero fallire, sarebbero in molti ad essere contenti, all'interno della
S.Sede.
Non credo che la S. Sede voglia arrivare al fallimento del confronto. Il fatto stesso che abbia assunto una posizione paziente e dialogante, riconoscendo, in certo modo, al capo degli interlocutori dignità pari nientemeno che a quella del Pontefice (gli uni riferiranno al Papa, gli altri a mons. Fellay) indica la volontà di fare tutto il possibile per arrivare a una soluzione positiva.
RispondiEliminaChe in Curia Romana e nelle varie Conferenze episcopali ci siano parecchie persone che sarebbero felici per un fallimento dei colloqui lo si sa benissimo, e non da ora. Lo sa pure il Papa. Lo sa bene la FSSPX. Sulla questione però nessuno può mettere bocca perché soni i rappresentanti della S. Sede ad avere esclusivo diritto di intervenerie e di relazionare al Papa il quale, come ci disse il cardinale Prefetto della Congr. per la Dottrina della Fede, s'è riservato di dire l'ultima parola.
RispondiEliminaE' pertanto un ulteriore segno di speranza in un buon esito il discorso di mons. de Galareta. Sono 40 che la FSSPX ha "problemi" con la Santa Sede; non sarà un mese o un anno in più o in meno a fare la differenza.
Una cosa è certa: il Papa vuole fermissimamente risolvere i problemi sollevati dalla FSSPX, senza per questo crearne di nuovi (conosce bene che larghi settori ecclesiali, intrisi di "spirito" del Concilio, sono ferocemente contrari ad ogni "accordo") pertanto saprà trovare il modo per rendere indolore il "rientro" dei "lefebriani".
Il Papa è consapevole dei suoi anni ed ha impostato i colloqui in maniera talmende seria e solida da essere irreversibili: ad una conclusione si dovrà per forza arrivare. Il Vaticano II o è in totale continuità col magistero precedente, (e dai colloqwui emergerà) oppure emergerà se e dove tale continuità non c'è e, di conseguenza si saprà dove il Vaticano II non è vincolante.
Arrivati a questo il resto verrà da solo.
E a questo ci si arriverà anche se ci dovesse essere un nuovo Papa.
Benedetto XVI ha fatto come fece Michelangelo con i lavori alla basilica di San Pietro: li avviò in un tal modo e a tal punto che se anche lui fosse mancato (come capitò) non si sarebbe potuto fare altro che una cosa: andare avanti e finire.
Ex Aedibus
Grande, grande, grande EX AEDIBUS. Ma chi sei? probabilmente lavori all'interno della Curia romana. Mi complimento con te. Hai hatto unA ottima considerazione sui colloqui. Sei promosso con 30 e lode. Alessandro
RispondiEliminaPapa Benedetto XVI, largo facitore di Papi venerabili, è Pontefice eccellentissimo, quale non se ne vedeva da cent'anni. Fidiamo nella sua opera, meschinelli malfidenti che siamo!
RispondiEliminaE' vero. E' così irritante leggere le sfrontatezze che certuni scrivono contro questo Papa!
RispondiEliminaIn questo momento sono a Buenos Aires da tre settimane. Ho deciso di frequentare le Sante Messe della FSSPX giacché non esiste nessun'altra possibilità di frequentare altre Messe tradizionali. Voglio testimoniare che, prima della Messa domenicale, c'è l'esposizione del S.Sacramento e si recita sempre la preghiera per Benedetto XVI (da notare che non dico "per il Papa" ma concretamente "per Benedetto XVI". Io non avevo mai visto che si recitasse questa preghiera in altre chiese!
RispondiEliminaIl vescovo della Fraternità S. Pio X ha posto il dito su di una delle piaghe più purulente: il linguaggio.
RispondiEliminaSe il linguaggio teologico sarà identico, i problemi si risolveranno.
...già: fu proprio il linguaggio ambiguo in più punti il "cavallo di Troia" che permise i travisamenti d'ogni specie, tradotti nelle note prassi "creative" (e dottrine variabili) che ci hanno deliziato fino ad oggi.
RispondiEliminaSarebbe ora di smascherare tutte le falsificazioni scaturite da enunciazioni "double face".
Sia diradata finalmente tutta le nebbia!
Bravo Dante. Più che di natura teologica il problema è di natura terminologica, benché anche questo aspetto non manchi di ricadute sul piano dottrinale.
RispondiEliminaSullo
Tra i Gesuiti....mah! Ci mettiamo pure il card. Martini!!???
RispondiEliminaLui sì! un autentico tomista!
Matteo Dellanoce
PS poi ci metterei Padre Sorge! Altro Tomista!
Ci sono gesuiti che ti potrebbero dare ripetizioni di tomismo, facendoti arrossire per la vergogna della tua ignoranza. Se li incontri e ci intavoli una chiacchierata, te ne accorgi dopo cinque minuti.
RispondiEliminaCambia una parola e tutta la Verità crolla.
RispondiElimina...perciò è sempre più necessario rileggere "Iota unum"!
RispondiEliminache era ispirato a quella parola di Gesù:
"Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà neppure uno iota o un segno dalla legge, senza che tutto sia compiuto" ((Matteo 5, 17-18)
Ma a quanto pare, come mette in evidenza R.Amerio (citazione linkata nel thread successivo) già nei testi dei documenti conciliari,
ben più di uno iota è stato cambiato!
Vorranno oggi i vertici della Chiesa, impegnati nel dialogo per far luce e chiarezza dopo 47 anni, mettere il dito sulla piaga di quel "linguaggio" per tastarla, vederla esattamente com'è, curarla in modo definitivo e assicurarne la guarigione?
Speriamo.