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giovedì 17 dicembre 2009

Milingo ridotto allo stato laicale

Ecco il comunicato stampa pubblicato dal Vaticano questa mattina

Da diversi anni la Chiesa segue con particolare sofferenza gli sviluppi legati agli incresciosi comportamenti dell'Arcivescovo emerito di Lusaka, Emmanuel Milingo. Numerosi sono stati i tentativi intrapresi per riportare il Sig. [notate il titolo] Emmanuel Milingo alla comunione con la Chiesa Cattolica, cercando anche forme adeguate per consentirgli di esercitare il ministero episcopale, con un coinvolgimento diretto da parte dei Sommi Pontefici Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, che personalmente e con spirito di paterna sollecitudine seguivano il Sig. Milingo.

In questa triste vicenda, già nell'anno 2001 egli si era trovato nella condizione di irregolarità a seguito dell'attentato matrimonio con la Signora Maria Sung, incorrendo nella pena medicinale di sospensione (cfr cann. 1044 1, n. 3; 1394 § 1 C.I.C.). Successivamente si era posto a capo di alcune correnti per l'abolizione del celibato sacerdotale e non mancava di moltiplicare i suoi interventi nei mezzi di comunicazione sociale, in aperta ribellione ai ripetuti interventi della Santa Sede e creando grave sconcerto e scandalo nei fedeli. In particolare, il 24 settembre 2006 il Sig. Milingo aveva effettuato a Washington l'ordinazione di quattro vescovi senza mandato pontificio.

Egli incorse pertanto nella pena della scomunica latae sententiae (can. 1382 C.I.C.), dichiarata dalla Santa Sede il 26 settembre 2006 e che rimane in vigore. Purtroppo il predetto Sig. Milingo non ha dato prove dello sperato pentimento in vista del ritorno alla piena comunione con il Sommo Pontefice e con i membri del Collegio episcopale, ma ha continuato nell'esercizio illegittimo degli atti dell'ufficio episcopale, attentando nuovi delitti contro l'unità della santa Chiesa. In particolare, nei mesi scorsi egli ha proceduto ad alcune nuove ordinazioni episcopali.

Tali gravi delitti, recentemente accertati, che sono da ritenere segno comprovante della persistente contumacia del Sig. Emmanuel Milingo, hanno costretto la Sede Apostolica ad aggiungergli l'ulteriore pena della dimissione dallo stato clericale.

Secondo il disposto del can. 292 del Codice di Diritto Canonico l'ulteriore pena della dimissione dallo stato clericale, che ora si aggiunge alla grave pena della scomunica, comporta le seguenti conseguenze: la perdita dei diritti e dei doveri connessi allo stato clericale, eccetto l'obbligo del celibato; la proibizione dell'esercizio del ministero, salvo il disposto del can. 976 del Codice di Diritto Canonico per i casi di pericolo di morte; la privazione di tutti gli uffici, di tutti gli incarichi e di qualsiasi potestà delegata, nonché il divieto di utilizzare l'abito ecclesiastico. Di conseguenza, risulta illegittima la partecipazione dei fedeli ad eventuali nuove celebrazioni promosse dal Sig. Emmanuel Milingo.

Si deve rilevare che la dimissione dallo stato clericale di un Vescovo è un fatto del tutto eccezionale, a cui la Santa Sede si è vista costretta per la gravità delle conseguenze che derivavano per la comunione ecclesiale dal susseguirsi di ordinazioni episcopali senza mandato pontificio; la Chiesa conserva tuttavia la speranza nel suo ravvedimento.

Circa le persone ordinate recentemente dal Signor Milingo è ben nota la disciplina della Chiesa riguardante la pena della scomunica latae sententiae per quelli che ricevono la consacrazione episcopale senza Mandato Pontificio (can. 1382 C.I.C.). Esprimendo speranza nella loro conversione, la Chiesa rinnova quanto già dichiarato il 26 settembre 2006, ovvero che Essa non riconosce e non intende riconoscere nel futuro tali ordinazioni e tutte le ordinazioni da esse derivate e pertanto lo stato canonico dei presunti vescovi resta quello in cui si trovavano prima dell'ordinazione conferita da su menzionato Signor Milingo.

In quest'ora segnata da un profondo dolore della Comunità ecclesiale per i gravi gesti compiuti dal Sig. Milingo, si affida alla forza della preghiera il ravvedimento del colpevole e quello di quanti - Sacerdoti o fedeli laici - hanno in qualche modo collaborato con lui nel porre atti contro l'unità della Chiesa di Cristo.


Fonte: Bollettino Sala Stampa S. Sede

47 commenti:

  1. DEO GRATIAS ...........
    e NON E' certo il caso LEFEBVRE

    che si ripete ...........

    NON vi è NULLA in comune !!!!!!!!!!!..........

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  2. Assolutamente! qui è stato necessario avvertire chiaramente tutti i fedeli e i chierici che quello che predica Milingo è indubbiamente eretico e contrastante con la retta Dottrina, e che il suo comportamento è indegno di un Vescovo.
    Dopo un atto così incontrovertibile nessuno potrà dire in buona fede che il celibato sacerdotale è una materia sulla quale si può cambiare qualcosa!
    E ricorda anche che persino preti e vescovi possono essere scomunicati e spretati, anche oggi.

    Evviva la mano ferma di Papa Benedetto!

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  3. perché si parla di presunti vescovi da lui consacrati???

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  4. Era ora, Deo gratias!!! Ci vuole il Te Deum!!!!
    Preghiamo comunque per lui, i suoi fedeli e i vescovi da lui abusivamente consacrati, affinchè si penatno e rientrino in comunione piena...

    PS: paragonare un campione di santità e ortodossia come Lefebvre a Milingo è come paragonare oro e piombo...

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  5. Ce ne vorrebbero di più di dismissioni dallo stato clericale, di presbiteri ma anche di vescovi;; di più, di più, di più.

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  6. Sinceramenre non vedo dove stia di casa il paragone tra Lefebvre e Milingo. Al di là delle opinioni che uno possa avere, si tratta di due cose ben diverse.
    MONS. Lefebvre (il titolo è doveroso) voleva la piena ortodossia della Chiesa e se c'è qualcosa da rimproverargli è semmai l'eccessiva durezza che l'ha portato alla decisione infelice di ordinare delle persone, comunque validamente per il deposito sacramentale della Chiesa, anche quanto illecitamente per l'assenza del mandato pontificio. Il suo è un problema di LICEITA' dei suoi atti.
    Il SIG. Milingo ha invece ordinato in totale spregio del deposito sacramentale della Chiesa anche delle persone in assenza dei requisiti di validità. Il problema del SIG. Milingo è di VALIDITA' dei suoi atti sacramentali.

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  7. P.S. Il commento anonimo qui sopra è mio.

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  8. IL paragone viene spontaneo, in quanto, sia Mons. Lefebvre che Mons. Milingo hanno consacrato 4 vescovi senza mandato apostolico.
    Ovviamente le motivazioni sono state diametralmente opposte. L'atto di Mons. Lefebvre è stato fatto per preservare la Fede ed i Sacaramenti della Chiesa, quello di Milingo per distruggere la Chiesa. In ogni caso, non credo che le consacrazioni illecite, celebrate da Milingo, siano anche invalide, bisognerebbe dimostrarlo. Quello che mi lascia perplesso è come mai la riduzione allo stato laicale sia avvenuta adesso, dopo più di 3 anni dalla scomunica.
    La cosa che mi ha lasciato più sconcertato è stata un commneto del giornalista del Tg2: << il provvedimento è stato preso per impedire che Milingo ordini nuovi sacerdoti e vescovi >>.

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  9. Solo una precisazione per Filippo. La riduzione allo stato laicale rende illecite ED invalide le eventuali ulteriori ordinazioni sacerdotali.
    La sola scomunica, come è accaduto per Lefebvre, rende illecite ma comunque valide ulteriori ordinazioni sacerdotali che, se valide, creerebbero una nuova anomalia da sanare in futuro o comunque una frattura nell'unità della Chiesa.

    Stesso discorso vale per le ordinazioni episcopali a cui egli dovesse partecipare.

    Una volta tanto "la TV" ha detto una cosa giusta.

    PS: dubito che lo speaker sapesse le norme di diritto canonico, credo si sia limitato a leggere il comunicato della S.Sede.

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  10. Ringraziamo il Signore !! Finalmente la Chiesa si e' liberata di un eretico, apostata, falso pastore ,feccia del demonio, che tanto ha turbato le anime semplici di tanti fedeli.

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  11. Come ho anche detto in altro blog, il Papa ha dato l'avvio alle pulizie di primavera. E' proprio ora di fare un po' di spazio, togliendo quello che ingombra. E' inutile tentare ancora, visto che il "Sig." Milingo non ne vuole piu' sentire, di Santa, Romana, Chiesa Cattolica.

    Come sempre, noto con piacere che il nostro amato Papa, cerca di fare le cose mai per caso, ma seguendo un filo logico. Dubito che sia infatti "casuale" che questo comunicato venga reso noto proprio nei giorni in cui si sta facendo un po' di pulizia anche in Irlanda.

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  12. Penso di dover mettere un po' di cose a posto, soprattutto dopo aver letto l'intervento di LAICO, il quale dice: "La riduzione allo stato laicale rende illecite ED invalide le eventuali ulteriori ordinazioni sacerdotali".

    E faccio notare che forse anche a lui farebbe bene leggere il CIC.

    Anzitutto sono canonista. E cercherò di usare un linguaggio comprensibile a tutti.

    Stando al CIC, vi rimando soprattutto al can.293.
    Per farla breve direi che la "scomunica" (fedendae o latae) e la "dimissione" hanno più o meno gli stessi e identici risvolti: entrambe privano delle stesse cose.
    Ma mentre la scomunica, una volta tolta, permette al chierico di rientrare automaticamente in possesso delle facoltà e potestà derivanti dall'ordinazione, ma non degli uffici et similia, la dimissione, anche se si togliesse la scomunica, non farebbe rientrare il sig. Milingo nella possibilità di celebrazione dei sacramenti et alia, se non per "rescritto della Sede Apostolica".

    In altre parole cosa cambia? Fino ad oggi, se Milingo si fosse ravveduto e gli fosse stata tolta la scomunica, avrebbe potuto di nuovo esercitare il suo ministero, come dice anche il comunicato di oggi quando afferma: "Numerosi sono stati i tentativi intrapresi per riportare il Sig. Emmanuel Milingo alla comunione con la Chiesa Cattolica, cercando anche forme adeguate per consentirgli di esercitare il ministero episcopale".
    Da oggi, invece, se Milingo si ravvedesse, tolta la scomunica, non potrebbe più lecitamente svolgere le funzioni episcopali. Sarebbe necessario un ulteriore e specifico atto di grazia del Santo Padre.

    Capite che da oggi Milingo può giustamente pensare che non potrà mai più porre sacramenti e sacramentali leciti fino alla sua morte.

    Se consideriamo il caso dei Lefebvriani: essi, tolta la scomunica, hanno addirittura potuto celebrare il Santo Sacrificio nella Basilica di San Pietro. Questo perché essi non sono mai stati "dimessi dallo stato clericale". (Sempre che sia informato giustamente).
    Eppure, prima della remissione della scomunica, essi erano impediti "lecitamente" dal porre atti episcopali... come lo è sempre stato Milingo.

    La "validità" degli atti che il sig. Milingo porrà in futuro non può essere messa in dubbio, dal momento che egli ha ricevuto una consacrazione episcopale valida.

    L'unico motivo di dubbio riguarda la sua intenzione nel porre tali atti.
    Il perché la Santa Sede non riconosca le Ordinazioni Episcopali, questo non è mai stato detto in modo chiaro.
    Almeno tre motivi sono stati presi in esame dalla dottrina:
    1) La suprema Sede non ritiene che Milingo sia in possesso delle proprie facoltà (pazzia o lavaggio del cervello).
    2) Egli ordina Vescovi sacerdoti uxorati che non scelgono il celibato contro la tradizione di tutte le Chiese (Per la verità ci sono stati casi nella Chiesa Ortodossa, ma in tali casi, i sacerdoti nominati hanno abbandonato la vita coniugale... un po' come capita da noi quando un uomo sposato decide di diventare sacerdote).
    3) Egli non sta ordinando tali sacerdoti volendo "almeno fare ciò che la Chiesa fa quando compie delle ordinazioni".

    In ogni caso si tratterebbe di un problema legato alla volontà e al consenso di Milingo.

    Egli rimane e rimarrà sempre Vescovo e nessun Papa potrà mai impedirgli di porre atti validi (benché illeciti).

    La riprova riprovata è il fatto che in caso di pericolo grave (c.976) egli possa Confessare chiunque e ovunque.

    Dico dunque a LAICO, e a tutti coloro che la pensassero come lui, che dunque la "TV" ha sbagliato. E prima di fare affermazioni perentorie, si dovrebbe almeno sapere di cosa si sta parlando.
    E Filippo: hai fatto bene a sconcertarti, perché la SSede non ha posto questo atto per tale motivo, perché le pene ecclesiastiche, sono anzitutto medicinali, almeno da san Paolo ad oggi.

    Spero di essere stato abbastanza chiaro.
    d.M.S.

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  13. bravisimo anonimo delle 22:07... mi hai tolto le parole di bocca... condivido condivido e condivido. Bravo...

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  14. E' sempre un giorno triste quando si devono prendere questi provvedimenti contro un vescovo di Santa Romana Chiesa. Soprattutto se il soggetto è stato completamente circuito da una setta di protestanti pazzi.
    Padre Amorth che lo ha conosciuto bene ne ha parlato in questi termini.

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  15. Ricordo la sofferta e travagliata DIFESA di Giovanni Paolo II verso mons. Milingo quando perdeva i primi colpi...confesso che mi appassionò l'infinita pazienza di Wojtyla per evitare quello che purtroppo si è verificato oggi...

    Ma ci si chiedeva subito del perchè il Papa non prendesse una decisione, anzi...il Papa stesso cancellò l'ultimatum della CdF con l'allora Ratzinger...

    i fatti a seguire furono questi: dal 2001 del

    17 luglio. Arriva l'ultimatum del Vaticano, sotto la forma ufficiale di "ammonizione", firmata dal prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Ratzinger: Milingo torni sui suoi passi, si separi dalla moglie, rompa ogni legame con la setta di Moon, dichiari la sua obbedienza alla dottrina del celibato e al Papa. Lo faccia entro il 20 agosto o la Santa Sede "irrogherà la scomunica".

    31 luglio. Milingo replica al cardinale Ratzinger, e ribadisce: "Non accetto ultimatum, voglio incontrare il Papa".

    6 agosto. Nuovo colpo di scena. Milingo arriva improvvisamente in Italia. Lascia la moglie all'aeroporto della Malpensa. Atterra a Ciampino e alle 20.30 è a Castel Gandolfo. Chiede di essere ricevuto dal Papa, con il quale scambia solo un breve saluto mentre si intrattiene più a lungo con il suo segretario, monsignor Stanislao.

    7 agosto. Alle 11 Milingo viene ricevuto nello studio papale a Castelgaldolfo. Il vescovo e Giovanni Paolo II parlano per oltre un'ora. "E' vero che vuole lasciarci?", avrebbe chiesto il Pontefice. Subito dopo l'incontro, il Vaticano parla di dialogo "avviato" e di possibili esiti positivi. All'uscita, Milingo tace.

    8 agosto. Il Vaticano annuncia che l'ultimatum del 20 agosto è "sospeso".

    14 agosto. Colpo di scena: una lettera di Milingo, dal Vaticano ne viene diffuso il testo. La data è quella dell'11 agosto. "Torno nella Chiesa cattolica - scrive l'arcivescovo - rinuncio al matrimonio".

    Wojtyla aveva visto giusto?
    sembrava di si... Milingo chiede perdono e il Papa lo perdona...Ratzinger TACE ^__^

    E Ratzinger vide giusto...
    di Milingo si perdono le tracce...

    31 luglio. L'ultima rivelazione. Milingo è segregato nella Certosa di Serra San Bruno in Calabria. Poi, la smentita di monsignor Bertone.

    23 agosto. In una lettera dall'Argentina, Milingo fa sapere che sta bene e tornerà presto.

    5 novembre. Fonti vaticane annunciano: l'esilio è finito, Milingo potrà tornare a dire Messa.

    15 novembre. Dalla Santa Sede si fissa per giovedi 21 novembre l'appuntamento con i fedeli di Milingo: ore 15, abbazia di Casamari.

    dopo di che Milingo risparisce di nuovo fino a ricadere nelle mani della sètta e da qui comincia la definitiva rottura...

    Non si dica che la Chiesa sia matrigna, comunque la si pensi egli ha avuto mille opportunità, tutte sprecate, tutte rifiutate...era giusto che ora arrivasse anche il conto da pagare e meglio qui che di LA'...ergo una preghiera per la conversione del sig. Milingo!

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  16. Milingo fuori dalla chiesa non vuol togliere la talare,e tanti 'uomini di chiesa' che non la vogliono più portare.
    Mah!
    Che il Signore protegga tutti quelli che una volta messa non solo non l'hanno mai tolta, ma con coerenza la portano per amore.

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  17. Infatti il mio sconcerto era riferito alla constatazione di come ancora molti cattolici non sappiano che il sacramento dell'ordine imprima nell'anima un carattere PERMANENTE, come il Battesimo, e che nessuna scomunica o altra sanzione canonica potrà mai cancellarlo. La confusione spesso nasce dal fatto che "l'uomo comune", percepisce l'espressione "riduzione allo stato laicale", come un sorta di sconsacrazione.In realtà mentre il carattere permanente del Sacerdozio non potrà MAI essere disgiunto dall'anima di chi lo ha ricevuto, nemmeno dopo morto ed eventualmente dannato, lo stato clericale con oneri e privilegi vari, così come il potere di giurisdizione, può essere revocato dall'autorità suprema in qualunque momento.

    RispondiElimina
  18. Esattamente, Filippo.

    E proprio per questo la Chiesa (e il CIC) non usano più l'espressione "riduzione allo stato laicale" (che appunto può ingenerare il sospetto che uno sia ridotto a "laico"), ma la più corretta espressione "dimissione dallo stato clericale".

    d.M.S.

    RispondiElimina
  19. Anonimo ha detto...


    Egli rimane e rimarrà sempre Vescovo e nessun Papa potrà mai impedirgli di porre atti validi (benché illeciti).

    *****************************

    NO!
    Un conto era la sospensione, altra cosa è la RIDUZIONE ALLO STATO LAICO...egli rimane SACERDOTE in eterno, ma NON è più vescovo...
    gli rimane indelebile l'Ordinazione al sacerdozio, ma NON la nomina a Vescovo che è un grado successivo al ruolo di semplice presbitero:

    "e tutto ciò che legherai sarà legato in cielo e ciò che scioglierai sarà sciolto in cielo"

    Il Sacramento dell'Ordine è indelebile, ma la NOMINA a Vescovo può essere modificata, l'ordinazione episcopale infatti non è un ottavo Sacramento, esso rientra in un grado più elevato del Sacramento dell'Ordine stesso ^__^

    LA PERDITA DELLO STATO CLERICALE

    Can. 290 - La sacra ordinazione, una volta validamente ricevuta, non diviene mai nulla. Tuttavia il chierico perde lo stato clericale
    1) per sentenza giudiziaria o decreto amministrativo con cui si dichiara l'invalidità della sacra ordinazione;
    2) mediante la pena di dimissione inflitta legittimamente;
    3) per rescritto della Sede Apostolica; tale rescritto viene concesso dalla Sede Apostolica ai diaconi soltanto per gravi cause, ai presbiteri per cause gravissime.

    Can. 292 - Il chierico che a norma del diritto perde lo stato clericale, ne perde insieme i diritti

    Infatti questo provvedimento, sottolinea la Nota ufficiale, è rarissimo ed è stato un atto particolare...tuttavia necessario a causa delle conseguenze suscitate e generate da Milingo...

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  20. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  21. ...egregio don "anonimo" la spiegazione da me riportata mi è stata data (e autorizzata a pubblicarla come mia) da un canonista altrettanto "don" al quale ho fatteo presente da ieri questa situazione dialogando in email, ergo, mettetevi d'accordo fra di voi!
    ^__^

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  22. P.S.
    l'anonimo "don" credo che sia la mia affezionata o affezionato NC, il richiamo alle mie pentole è una sua costante in tutti i suoi attacchi....nonchè lo stile tipicamente raffinato ^__^

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  23. Caterina stai prendendo un abbaglio CLAMOROSO!!! L'episcopato rappresenta la pienezza del Sacerdozio. IL Papa può revocare il potere di giurisdizione ad un vescovo, ma non può ridurlo alla condizione sacramentale-ontologica di semplice prete o diacono.
    Sono sempre più sconcertato!
    E non ci vuole la laurea in diritto canonico per conoscere queste cose!!!

    RispondiElimina
  24. Ovviamente un vescovo scomunicato o ridotto allo stato laicale, anche senza essere stato scomunicato, non sarà più un vero successore degli Apostoli, in quanto perchè sia tale, è necessario che(oltre ad avere ricevuto la potestà di giurisdizione e la consacrazione episcopale) professi la Fede Apostolica e quindi che sia in comunione con la Chiesa Romana. Egli non avrà più diritto al titolo di Vescovo, così come di Sacerdote o Diacono etc. Tuttavia ha ricevuto il Sacerdozio nelle sua pienezza, e qualora dovesse ritornare nella Chiesa, potrebbe essere riabilitato come Vescovo.

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  25. Risposta che faccio mia:

    " La Dimissione dallo stato clericale (amissio status clericalis) è una sanzione disciplinare attraverso la quale la Chiesa ritira in sostanza il mandato che aveva dato.
    Il presbitero non perde il sacramento dell'Ordine, ma perde automaticamente tutti i diritti dello stato clericale compresa l'eventuale nomina a vescovo.

    Con la dimissione allo stato clericale infatti (un caso raro quando si tratti di un vescovo) si perde la dignità ecclesiastica con i relativi compiti e il soggetto viene privato dell'esercizio del ministero.
    L'Ordine in quanto sacramento non può mai essere invalidato quando è stato validamente dato (cfr. Can 290), tuttavia il presbitero o il vescovo incorso in questo scenario, perde tutti i diritti e la dignità conferita attraverso il mandato atto ad esercitare il ministero."

    *******************************

    aggiungo per altro la Nota ufficiale cosa dice in base alle ordinazioni fatte da Milingo che non sono neppure illecite, ma semplicemente INESISTENTI:

    Circa le persone ordinate recentemente dal Signor Milingo è ben nota la disciplina della Chiesa riguardante la pena della scomunica latae sententiae per quelli che ricevono la consacrazione episcopale senza Mandato Pontificio (can. 1382 C.I.C.). Esprimendo speranza nella loro conversione, la Chiesa rinnova quanto già dichiarato il 26 settembre 2006, ovvero che Essa non riconosce e non intende riconoscere nel futuro tali ordinazioni e tutte le ordinazioni da esse derivate e pertanto lo stato canonico dei presunti vescovi resta quello in cui si trovavano prima dell'ordinazione conferita da su menzionato Signor Milingo.


    ossia ERANO LAICI E LAICI, PER LA CHIESA, SONO RIMASTI E RIMARRANNO...
    ^__^

    ergo non si tratta neppure di ordinazioni "illecite" per le quali resterebbe vincolante IL SACRAMENTO DELL'ORDINE...qui la Chiesa spiega chiaramente che laici erano E LAICI SONO RIMASTI QUANTI FURONO O SARANNO ORDINATI DA MILINGO...

    ^__^

    RispondiElimina
  26. Caterina continui a non capire e fare confusione. Una cosa è lo stato canonico di una persona, una cosa è se essa ha ricevuto l'ordine sacro anche se illecitamente ed al di fuori della Chiesa Cattolica.
    Sì può essere ecclesiastici anche senza avere ricevuto gli ordini maggiori, come accadeva fino alla Ministeria quaedam, ed essere sacramentalmente sacerdoti senza essere ecclesiastici. Il Papa, giustamente non riconosce le ordinazioni di Milingo, nel senso che non sono ordinazioni celebrate all'interno della Chiesa, quindi senza una legittimità canonica. E' giusto dire che lo status di quelle persone è quello di laici, sono infatti privi della dignità sacerdotale e non sono nemmeno ecclesiastici. Purtuttavia, se Milingo ha celebrato i riti di ordinazione e consacrazione secondo le intenzioni della Chiesa e con il cerimoniale adeguato, quelle persone, seppur macchiandosi di sacrilegio insieme a Milingo stesso, hanno ricevuto validamente il sacramento dell'ordine.
    E meno male che fai la catechista!!!!

    RispondiElimina
  27. Brunello d M. Riserva speciale, annata 1993 (etichetta blu)

    RispondiElimina
  28. Questa grande animosità che raggiunge addirittura l'offesa m'è di scandalo.
    Essendo il problema particolarmente difficile, non potreste discuterne più cristianamente?

    Quanto a Milingo, a furia di aver a che far col diavolo mi sa che n'è rimasto preda e facile anche. Mi resta il dubbio: scacciava il diavolo o levava il malocchio?

    RispondiElimina
  29. Filippo ha detto...
    hanno ricevuto validamente il sacramento dell'ordine


    ******************

    è qui che si sbaglia....quelle Ordinazioni NON sono valide, non sono mai avvenute per la Chiesa e questo dal Comuncato del 2006 lo dice il Testo della Nota, se lo rilegga!


    la Chiesa rinnova quanto già dichiarato il 26 settembre 2006, ovvero che Essa non riconosce e non intende riconoscere nel futuro tali ordinazioni e tutte le ordinazioni da esse derivate e pertanto lo stato canonico dei presunti vescovi resta quello in cui si trovavano prima dell'ordinazione conferita da su menzionato Signor Milingo.


    ossia ERANO LAICI E LAICI, PER LA CHIESA, SONO RIMASTI E RIMARRANNO...
    ^__^

    ripeto il testo dice (non io ^__^)

    pertanto lo stato canonico dei presunti vescovi resta quello in cui si trovavano prima dell'ordinazione conferita da su menzionato Signor Milingo

    ergo non si tratta neppure di ordinazioni "illecite" per le quali resterebbe vincolante IL SACRAMENTO DELL'ORDINE...qui la Chiesa spiega chiaramente che laici erano E LAICI SONO RIMASTI QUANTI FURONO O SARANNO ORDINATI DA MILINGO...

    Non lo dico io, rilegga, è il comunicato ufficiale della Santa Sede!

    Si prenda anche una camomilla, e Buon Natale ed un sereno Anno Nuovo
    ^__^

    RispondiElimina
  30. P.S.

    e sottolinea il testo:

    e TUTTE le ordinazioni da ess derivate

    ergo, dice il testo:

    Essa non riconosce e non intende riconoscere nel futuro tali ordinazioni

    lo dice il testo, NON io!

    ^__^ arrivederci!

    RispondiElimina
  31. Filippo ha detto...
    Tuttavia ha ricevuto il Sacerdozio nelle sua pienezza, e qualora dovesse ritornare nella Chiesa, potrebbe essere riabilitato come Vescovo.

    ************

    NO, non lo dico io ma il testo ufficiale che dice:

    la Chiesa rinnova quanto già dichiarato il 26 settembre 2006, ovvero che Essa non riconosce e non intende riconoscere nel futuro tali ordinazioni e tutte le ordinazioni da esse derivate

    la Chiesa:

    - NON riconosce;
    - NON intende riconoscere;
    - nè ora NE' IN FUTURO queste ordinazioni e tutte quelle da esse derivate...

    Non lo dico io ma il testo ufficiale ^__^

    E con questo chiarimento chiudo!

    RispondiElimina
  32. Signora Caterina, lei ha sostenuto che Milingo in quanto ridotto allo stato laicale non può più ordinare validamente preti e vescovi. E' vero o non è vero?
    Una cosa è il riconoscimento canonico, una cosa è che un ordine sacro venga conferito contro il volere della Santa Sede, ma validamente. Le consacrazioni effettuata da Milingo sono invalide solo se hanno difettato per forma ed intenzione.
    Altrimenti non vedo perchè "gli ortodossi" debbano essere riconosciuti come vescovi e preti, visto che sono fuori dalla Chiesa da secoli e non possidedono alcuna potestà di giurisdizione. Un laico che si fa ordinare prete "ortodosso", rimane laico a livello canonico, ma sacerdote a livello sacramentale-ontologico. In teoria la Santa Sede avrebbe potuto non riconoscere mai le consacrazioni effettuate da Mons. Lefebvre. Allora per lei, devo dedurne, che i vescovi "lefebvriani" hanno cominciato ad essere vescovi solo dopo la revoca della scomunica. Non "riconoscere" una consacrazione significa non legittimarla a livello canonico. Qualcuno intervenga per pietà!!!!

    RispondiElimina
  33. Carissima Caterina,

    sono il "don anonimo". E non sono nessun "affezionato-affezionata NC". Però se vuole sapere chi sono, può vedermi spesso accanto al Santo Padre durante le cerimonie da lui celebrate. Sintonizzi il televisore sul CTV il prossimo 24 dicembre e il prossimo 1 gennaio e mi vedrà sicuramente. E quando intendo "di fianco", intendo proprio accanto a lui.

    La ringrazio per lo "stile raffinato". E' dovuto forse al fatto di avere tre lauree, di cui una in lettere classiche.

    Questo non toglie che la confusione che lei sta facendo è veramente assurda e pericolosa.
    Ma più assurdo è il fatto che lei affermi che un suo amico "canonista" le possa aver detto cose non concepibili. Mi piacerebbe sapere dove questa persona ha comprato il titolo (se è vero quanto da lei riportato).

    Leggendo i suoi interventi, si evince che lei non ha ben compreso che cosa sia il Sacramento dell'Ordine, né cosa siano i suoi "gradi". Inoltre non ha capito cosa sia la "funzione" e cosa invece sia il "carattere.

    Cerco di spiegarmi e di fare altre considerazioni.

    Anzitutto la invito ad usare dei toni più pacati. Non penso che lei sappia cosa sia il Diritto Canonico, pertanto non capisco nemmeno perché la pretesa di esserne maestra. E così la invito, come lei ha fatto con Filippo, a prendersi una camomilla.

    Detto questo, lei sostiene che Milingo sia stato "RIDOTTO ALLO STATO LAICALE".
    Sono già intervenuto a proposito di questa questione. Ora vorrei farle capire che usare questa terminologia è grave da un punto di vista canonico, nonchè dogmatico. Pertanto d'ora in poi abbia l'accortezza di usare (e capirne il significato): DIMISSIONE DALLO STATO CLERICALE.
    Le sottolineo, per capire, la parola "stato".

    Lei inoltre dimostra di non conoscere non solo il CIC 83, ma nemmeno il Concilio di Trento (ripreso dal Concilio Vaticano II) durante il quale si riconobbe che la parola "sacerdote" semanticamente corrisponde sia ad "episcopus" che "presbiterus".
    Perciò all'Ordine sacerdotale, appartengono sia i Presbiteri che i Vescovi. Ma tale "ordine" non è il "sacramento dell'ordine".

    Il colmo arriva quanto lei perentoriamente, afferma una delle cose più gravi, anzitutto dal punto di vista dogmatico:
    "Gli rimane indelebile l'Ordinazione al sacerdozio, ma NON la nomina a Vescovo che è un grado successivo al ruolo di semplice presbitero".

    In tale affermazione esistono due ordini di errori: canonico e teologico.
    Anzitutto, tutti e tre i gradi dell'Ordine sono indelebili, e non solo quello al presbiterato (non esiste "ordinazione al sacerdozio").
    Secondo, il grado dell'Ordine episcopale è un grado a tutti gli effetti e non solo una "nomina".
    Infine, non esiste il "ruolo di semplice presbitero" (il presbiterato non è un ruolo), al quale si aggiungerebbe, appunto, una "nomina".

    Guardi che la Consacrazione Episcopale (notare il termine consacrazione) non è uno scherzo o un semplice passaggio di potestà. Si tratta di un vero e proprio grado dell'unico sacramento dell'Ordine (non del sacerdozio) nel quale indelebilmente viene trasmesso lo Spirito Santo al candidato.
    Segno dell'indelebilità è il CARATTERE: ogni sacramento che imprime il carattere non può essere reiterato, come non può essere cancellato (non ci si può sbattezzare).

    E questo lo si evince anche in sue successive parole:
    "Il presbitero non perde il sacramento dell'Ordine, ma perde automaticamente tutti i diritti dello stato clericale compresa l'eventuale nomina a vescovo".

    d.M.S. (continua)

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  34. (da sopra)
    Io spero che lei si affidi a gente più esperta sia in Sacra Teologia che in Diritto Canonico: tra i "diritti" che un presbitero acquisisce non esiste una "nomina a vescovo". La nomina a Vescovo non è un diritto in più che alcuni sacerdoti acquisiscono. L'episcopato è un SACRAMENTO, non è semplicemente la possibilità di qualche diritto o dovere in più, per cui se ti tolgo dei diritti, ridiventi prete! Ma siamo pazzi!?
    E' un grado dell'Ordine, non è un "atto d'ufficio".

    Inoltre, il suo modo di ragionare sulle ordinazioni "invalide" di Milingo è alquanto curioso.
    Infatti, seguendo il suo discorso, dovrebbero rimanere "laici" solo coloro che Milingo ordinerà in futuro, visto che fino ad oggi egli non incorreva nella pena della DIMISSIONE, ma era semplicemente "scomunicato".
    Eppure, la SS non riconosce alcuna delle attentate ordinazioni poste in essere da Milingo.
    E in un precedente post ho già scritto la motivazione di tale affermazione della SS.

    Mi sono permesso di scrivere il post precedente perché leggendo i suoi precedenti, ho provato orrore e spavento per le affermazioni da lei sostenute.

    Ad ogni modo rimando in toto al mio intervento del 17 dicembre 2009delle ore 22.07, nel quale in modo conforme alla Dottrina della Chiesa e al Codex Iuris Canonici 1983 ho spiegato in modo esaustivo tutta la vicenda.

    E le chiedo la cortesia, cara Caterina, prima di rispondermi con il suo prossimo post (se pensa di farlo) rilegga bene le mie affermazioni (del 17 dicembre 2009 e anche quelle di oggi), le faccia leggere ad un altro canonista (non quello da lei citato in precedenza) e così avrà la possibilità di comprendere i suoi errori.

    d.M.S.

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  35. E aggiungo due questioni di metodo.

    Nei blog è segno di maleducazione utilizzare segni quali "^__^", con il quale ha riempito questa pagina.
    Non è questione di pignoleria, ma di rispetto per gli altri.

    Inoltre, le faccio notare che io sono intervenuto ben prima di lei in questa discussione, perciò quando scrive:
    "P.S.
    l'anonimo "don" credo che sia la mia affezionata o affezionato NC, il richiamo alle mie pentole è una sua costante in tutti i suoi attacchi....nonchè lo stile tipicamente raffinato"
    mi può spiegare come avrei potuto richiamare le sue "pentole" o addirittura "attaccarla", se lei non era ancora intervenuta?

    d.M.S.

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  36. Caterina rispondeva non a lei ma allo sconclusionato commento di ieri, ore 12.46, da noi censurato, in cui qualcuno che si firmava 'un don' (e che era in realtà la solita persona, catechista neocat.) si permetteva inviti a tornare alle pentole.

    Esortazione in generale ai commentatori: c'è forse bisogno di dibattere, e specie su argomenti in fin dei conti tecnici, con tanta veemenza verbale?

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  37. Mi sono informato un po' in giro e devo ammettere di aver preso una cantonata. Anche io come la signora Caterina ero convinto che la dimissione dallo stato clericale fosse equivalente ad un annullamento dell'ordine e ad un ritorno allo stato laicale.
    Ringrazio il sig. dMS per l'illuminazione e la spiegazione.

    Solo però, se me lo concede, vorrei consigliare allo stesso di coltivare, insieme alla scienza, anche un po' di modestia ed un pizzico di garbo.
    Per quanto strano possa apparire agli occhi dei sapienti anche chi è ignorante, come me, è un essere umano. Non fa piacere sentirsi dire: "Lei non sa chi sono io", "Io ho tot lauree", "Lei non capisce" e via discorrendo.
    Non siamo qui per gareggiare a chi ne sa di più e a chi sia più autorevole, a tutti interessa capire al meglio cosa accade intorno a noi e nella Chiesa. Se Lei ha le conoscenze per insegnarmi qualcosa che non so, accolgo volentieri le correzioni e le "bacchettate" per frasi dette con superficialità, ma il rispetto reciproco non dovrebbe mai venir meno, anche se Lei fosse il pontefice in persona.
    Cordialmente la saluto.

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  38. Non mi pare di aver offeso nessuno nè di essere stato particolarmente aggressivo, seppur a livello verbale. Di fronte a cotanta caparbietà era necessario reagire. A differenza di quanto sostiene la Redazione, non credo che la querelle sul carattere permanente del Sacerdozio sia una questione da riservare ai tecnici. Infatti ho la sensazione che questa tardiva e tutto sommato superflua decisione della Santa Sede nei confronti di Milingo, abbia avuto un impatto negativo sull'opinione pubblica. Infatti i mass media e perfino molti cattolici, sono stati indotti, indirettamente, a credere che il Papa abbia il potere di cancellare il sacramento dell'ordine.
    Un ecclesiastico può essere ridotto allo stato laicale pur rimanendo cattolico. Invece un vescovo scomunicato perde automaticamente i privilegi e la dignità ecclesiastica, così come la potestà giurisdizionale. La Scomunica è una sanzione ben più grave della riduzione allo stato laicale. Che poi Milingo possa aver celebrato messe od ordinazioni e consacrazioni invalide per difetto di forma, intenzione o materia è possibile. Tutto ciò però non ha a che vedere con la scomunica o con la riduzione allo stato laicale. Pure un vescovo non scomunicato può celebrare messe e consacrazioni episcopali invalide.

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  39. Caterina ha fatto confusione con la nomina episcopale che conferisce la potestà di giurisdizione e che può essere sempre revocata dal Papa, con la consacrazione episcopale.
    Può anche accadere, in teoria, che il Papa nomini vescovo un prete, il quale senza ancora essere consacrato vescovo e possedendo a questo punto la potestà di giurisdizione, commetta un delitto per il quale incorre nella scomunica. Di conseguenza verrebbe privato della nomina episcopale e sacramentalmente riammarrebbe presbitero. Ma non è il caso di Milingo.

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  40. Io aspetto la riduzione allo stato laicale di Betazzi, Martini, Sorge...ecc ecc ecc
    Matteo Dellanoce

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  41. Ringrazio la Redazione per avermi informato sulla questione riguardante il "don anonimo" di Caterina. E chiedo perdono per aver frainteso.

    Non posso accogliere la "esortazione in generale", dal momento che, come ha affermato Filippo, non si tratta di "argomenti in fin dei conti tecnici", ma profondamente e radicalmente dogmatici.

    E in merito alla "concessione" chiesa da Laico, faccio presente che nei suoi confronti ho lanciato una stilettata solo per il fatto che egli, a sua volta, accusava lo "speaker" televisivo di non conoscere il Diritto Canonico. Cosa che evidentemente non conosce nemmeno lui. Ma di quest'ultima cosa, non gliene ho mai fatto colpa.

    E se ho fatto riferimento ai miei "titoli" personali, non era per saccenteria, ma per il fatto che Caterina si ostinava a mettere in discussione quanto da me spiegato, affermando che "un canonista" diceva esattamente il contrario.

    Caro Laico, non mi pare, del resto, di aver usato poco "garbo" nei miei interventi. E non ho nemmeno mai detto che gli "ignoranti" non siano "uomini".
    Però, se una persona continuamente si ostina, provocando con frasi del tipo: "non lo dico io, ma il codice", a fare affermazioni che il Codice non fa, tra l'altro su questioni importanti come la indelebilità del sacramento dell'Ordine e mettendo in discussione la mia professionalità, capisce che uno non può semplicemente incrociare le mani e dire: "vabbè, è una persona umanama".
    Per questo non posso condividere la sua reprimenda sul fatto che sarei stato sgarbato o avrei offeso qualcuno. E se qualcuno si è potuto sentire offeso dalle mie parole, certamente ha travisato il senso di quanto da me affermato.

    Cordialmente, come sempre,
    d.M.S.

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  42. Il Papa agli universitari romani: "Non è vero che studiare non serva, ma da Gesù sono accorsi i pastori, e non i dotti".

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  43. Questo indegno personaggio non sarebbe mai dovuto diventare vescovo.Tremenda agli occhi di Dio sarà la responsabilità di chi l'ha nominato.Io non ho mai creduto ai suoi pretesi poteri contro il diavolo...il diavolo in realtà era lui.Come sempre molti vescovi e sacerdoti adoravano l'idolo...
    Rendiamo grazie a Dio perché finalmente un Papa che governa,Benedetto XVI, l'ha smascherato e...cacciato!

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  44. L'esultanza cannibalesca che si riscontra in questa discussione è del tutto anticaritativa e non in linea con l'atteggiamento della Santa Sede che - come si può agevolmente ricavare dal testo del comunicato - desidera vivamente di poter recuperare Milingo al suo ministero episcopale e ha fatto diversi tentativi in passato in questo senso. Pertanto frasi del tipo "non sarebbe mai dovuto diventare vescovo" e le altre grida da anfiteatro romano che si leggono frequentemente in questo insidioso consesso sono lontani le mille miglia dal pensiero e dai desideri del Santo Padre quali risultano dai documenti.

    E anche le varie "excusationes non petitae" che sin dal primo messaggio molti si sono precipitati a riversare non possono impedire di associare quel forte biasimo per le consacrazioni episcopali senza mandato pontificio ad altre situazioni analoghe verificatesi in passato, quando evocando artificiosi stati di necessità si è tentato di giustificare puerilmente veri e propri atti di superbia e di ribellione al Papa, trafiggendo il cuore del Vicario di Cristo.
    Preghiamo per tutti quelli che auspicabilmente faranno ritorno pentiti alla piena comunione.

    Luigi Murtas

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  45. Mah... il sig. Millingo mi sembrava già "strano" prima del suo traviamento, quando era a tutti gli effetti Arcivescovo.
    Un caso davvero triste, dimostrazione di cosa può il Diavolo che qualcuno sostiene non esistere!
    Non rimane che pregare, è tutto ciò che possiamo fare.

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  46. Leggete il trattato sulla Grazia di S . Tommasso e capirete , anche il sacramento che avete ricevuto, Nessuno vi puo togliere , perche altrimenti ci faremmo beffa di Dio , che non può ne ingannare ne ingannarsi se stesso . Io sono sacerdote e la mia opinione e ch quello che SS EE Mons Milingo a fatto in pubblico , oggi lo fanno in tanti ( ma certament da nascosco) . Come sacerdote il mio primo compito e quello della propagazione della fede , pratticando la giustizia , amando la verita e seminando la speranza, senza inganni . Don Giovanni

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