L'Arcivescovo di Lione (sede primaziale delle Gallie), cardinale Barbarin, ha fatto annunziare, nel corso di un convegno tenutosi a Versailles nei giorni scorsi intitolato Réunicatho (che, come il nome promette, ha riunito tutti coloro che si sentono legati alla liturgia di sempre, di tutte le varie fraternità, istituti e tendenze), l'apertura a partire dall'anno accademico 2010-2011 di un seminario bi-formalista: ossia nel quale verrà insegnata tanto la forma ordinaria quanto quella straordinaria del rito. Ce ne informa Paix Liturgique.
Finalmente qualcuno si è reso conto che, nel panorama del morente cattolicesimo francese, occorre seguire 'i segni dei tempi'. Che non vuol più dire continuare ad applicare le ricette che s'ostinano a ripetere stancamente i senili corifei à la Melloni dello 'spazio ai laici', del 'meno messe più Messa', della 'apertura al mondo moderno'; bensì vedere quali sono le uniche isole felici, in gran tempesta. In Francia, isola felice è la diocesi di Tolone, l'unica fino ad oggi che abbia aperto il seminario diocesano anche ad aspiranti sacerdoti che vogliano celebrare secondo il rito immemoriale. E attenzione: non celebrare ogni tanto, ma abitualmente, anzi esclusivamente. Con l'effetto ormai conosciuto in tutto il mondo: che la piccola diocesi di Tolone, da sola, raccoglie un decimo di tutte le vocazioni di Francia; perfino più di Parigi!
E mentre l'Arcivescovo di Parigi, il card. Vingt-Trois, ha recentemente sfogato la sua bile contro il collega di Tolone in una intervista a La Croix di cui abbiamo riferito qui; mentre il vescovo di Langres ha promesso che la diocesi di Tolone, dopo questo vescovo, 'finirà per colare' (v. al medesimo link); finalmente un mitrato francese ha preso la via giusta: quella dell'emulazione di qualcosa che funziona.
La S. Messa di sempre nel seminario lionese sarà celebrata ogni giorno ed aperta anche ai seminaristi per la forma ordinaria. Che di una contaminazione 'tridentina' hanno, come tutti, gran bisogno.
L'iniziativa proviene dalla Associazione sacerdotale Totus tuus, sotto l'egida del vescovo ausiliare di Lione mons. Batut (che è stato a lungo parroco della parrocchia biritualista - ora dovremmo dire, se fossimo pedanti, biformalista - di St. Eugène-S.te Cècile a Parigi).
Vi è chi vede in questo tipo di iniziative episcopali un rischio per gli istituti tradizionali già esistenti (cfr. qui). Ed una specie di strumento che permetterà ancora a lungo di evitare il ricorso ai preti di quegli istituti, potendo trovare tra i 'diocesani' coloro che potranno soddisfare la crescente domanda di Messe straordinarie. E' vero, tra l'altro, che gli appartenenti a questa associazione sono in buona parte 'fuoriusciti' della Frat. San Pietro.
Per quanto siano fondate queste preoccupazioni, non riusciamo a condividerle. Il mondo tradizionale ha una straordinaria fecondità vocazionale, nonostante il numericamente limitato 'bacino' di provenienza. Se la Tradizione si radica nelle diocesi e nelle parrocchie, aumenterà grandemente il 'mercato' da cui attingere vocazioni. Non solo: un seminario diocesano 'tradizionale' può attirare chi non si sente portato per gli istituti e le fraternità 'specializzate'. Quanto all'idea che ciò possa consentire di perpetuare l'esclusione e la ghettizzazione dei sacerdoti Ecclesia Dei, evitando di dover loro affidare parrocchie e chiese... beh, basta considerare l'età media del clero francese (oltre 70 anni) per capire che... o si nominano parroci i laici (come tentano già surrettiziamente di fare parecchi episcopi francesi) o ci si arriverà con la forza dell'ineluttabilità. Fata volentem ducunt, nolentem trahunt.
E in Italia??
Barbarin si è comportato così solo perchè stavolta ha davvero sentito franare la terra da sotto i piedi. Non è che lui ci creda nel biritualismo (e men che meno nel V.O.) ma l'avanzata della FSSPX in Francia è trionfale e allora fa di necessità virtù. Diciamo che lui è il primo mitrato francese ad aver annusato l'aria. Bisogna solo stare attenti però a che non sia una operazione di cosmesi e cioè insegnare sì ai suoi seminaristi come si dice Messa V.O. (ma ad essa è sottesa una ecclesiologia che è esattamente l'opposto di quella di Martini, Danneels e Schoenborn) affinchè poi tutto rimanga come prima, soprattutto nella catechesi dei laici e nella iniziazione dei sacrameti. Insomma, una grande operazione gattopardesca: cambiare tutto per cambiare niente. Alessandro
RispondiEliminaBarbarin non è tradizionalista, ma a differenza di molti suoi confratelli nell'episcopato, è persona intelligente. Comunque, il vero attore di questa operazione è certamente mons. Batut, di ottima dottrina, e pertanto si può dire di essere in una botte di ferro, almeno finchè Batut starà a Lyon.
RispondiEliminaA.C.
Non capisco come si possa fare un seminario biformalista, dato che nella forma NOM, non c'è niente da insegnare. Un mio amico parroco mi disse che al seminario, imparavano a dire la messa (NOM) guardando gli altri sacerdoti.
RispondiEliminanon ho ben capito ... ci si limita ad insegnare i due riti o dietro c'è anche una VOLONTA' ad insegnare anche la DOTTRINA , quella vera ??????
RispondiElimina...perche la messa con NO sarei in grado di i dirla anche io .....
in verità come dice ALESSANDRO c' è la consapevolezza e l' astio dell' avanzata della FSSPX , ma la FRANCIA è un caso a sè .
vadano a parlarne coi fedeli tradizionalisti di AMIENS che stanno facendo le ossa al freddo sotto la pioggia per poter dire e ascoltare la messa di sempre .....
come farà il vescovo di LANGRES a fermare gente come loro ,
li rinchiudera' in un campo di concentramento ?????
E in Italia??
RispondiEliminaIn Italia questo si fa':
http://www.internetica.it/neocatecumenali/lanuovaChiesa-avanza.htm#campodiocesano
...Nella diocesi di Campobasso-Boiano, dunque, ricorrendo al ricatto della prima Comunione che senza cammino comunitario di cinque anni non può essere fatta, s'intende iniziare, sin dalla più tenera età, a plasmare il popolo di Dio caro ai modernisti, perché senza discernimento, passivamente obbediente ed in grado di assicurare una quieta uniformità nella sequela dei dettati di Kiko Argüello e dei suoi adepti, Clero e laici, intronizzatisi prepotentemente nelle parrocchie, senza che alcuno intervenisse.
È biasimevole il fatto che gli spropositi neocatecumenali vengano incoraggiati, benedetti, condivisi e diffusi proprio da chi dovrebbe difendere la nostra fede.
Imporli anche alle piccole menti indifese, supportandoli con argomentazioni ambigue e devianti, falsamente improntate allo zelo per la salvezza delle anime, elevandoli oltretutto a condizione necessaria per la prima Comunione, è l’inganno più diabolico che si potesse escogitare per annientare la Tradizione, tanto in odio alla maggior parte dei clericali di oggi.
Con quale diritto s’impone ai fedeli della Diocesi di Campobasso-Boiano l’accettazione della prassi e del modo di credere neocatecumenale?
Quale dovere si ha di seguire le prescrizioni di parroci e catechisti, devastanti per l'anima dei nostri figli? Non è incongruente la preparazione alla prima Comunione in un ambiente che debba addirittura ricordare la sinagoga che ha ucciso e tuttora nega proprio Cristo-Signore, presente nel Santissimo Sacramento? Con quale autorità il Clero molisano ha deciso di vietare che i piccoli imparino a memoria le preghiere e i precetti e s’istruiscano sui testi editi dalla C.E.I. al fine di privilegiare una sorta di catechismo ludico?
Prego la cara redazione di porre in risalto cio' che Mic ha denunciato la notte scorsa riguardo a cio' che accade nella Nella diocesi di Campobasso-Boiano
In Italia, dicono i Vescovi nella stragrande quantità, l'esigenza della Messa antica, e quindi dei Seminari, non è sentita.
RispondiEliminaE' vera questa affermazione dei Vescovi e non può essere smentita.
Un Vescovo ha pure detto : " Il popolo è contentissimo di questa liturgia e le chiese della mia diocesi sono sempre piene. Perchè inculcare il senso del dubbio facendo vedere ai fedeli che si può celebrare anche nel vecchio modo ?"
I Seminari rispecchiano la spiritualità di un popolo : quello italiano è saldamente ancorato alla liturgia attuale di Paolo VI.
Quelli che vogliono qualcosa di diverso possono andare in Francia : i treni e gli aerei sono comodi ed a basso costo.
Buon viaggio.
per quanto afferma e sostiene l' ANONIMO delle 10, 27 .....
RispondiElimina....... non ci dormirò stanotte per il dispiacere .............
Il problema, secondo la mia esperienza in Francia e in Germania, è trovare veri formatori, una comunità di sacerdoti veramente motivati e di santa vita per poter condurre un seminario. Sono contrario all'idea di impiantare in Italia un seminario "biritualista" per la ragione sopra elencata, mancano formatori, e comunque con i "santi" vescovi che abbiamo, è assolutamente impensabile che da noi si faccia come intende fare mons Barbarin.
RispondiEliminaSono convinto che i giovani e meno giovani "vocati" e che già frequentano gruppi o comunità legate al Rito Romano Antico, non entrerebbero mai in un seminario diocesano biritualista.
L'esperimento del biritualismo può servire a far conoscere il vero volto della Tradizione a chi difende tenacemente la Riforma liturgica, tuttavia non condivido l'idea di mischiare, addirittura di pensare ad una o più parrocchie con i due Riti, l'Ordinario e il rito Straordinario.
Due riti totalmente differenti, due modi diversi di concepire la Chiesa, la teologia sacramentaria etc etc.
Voi tutti che seguite questo blog, fate in modo, soprattutto con la vostra preghiera, e poi con iniziative concrete, di promuovere nelle vostre diocesi di appartenenza la fondazione di una comunità di sacerdoti o di religiosi legati alla Tradizione. Si prenda l'esempio molto bello della Spagna: stanno nascendo tanti piccoli gruppi di comunità di sacerdoti o religiose/e legati alla Tradizione e sostenuti e incoraggiati da numerosi fedeli.
In Italia ancora si dorme un sonno profondo, anche tra i Tradizionalisti, ci si accontenta di frequentare la chiesetta o l'oratorio vicino casa dove viene celebrato il Rito Romano Antico, ma di aiutare o incoraggiare gli altri fedeli che non riescono ad avere la Messa di sempre anche con azioni concrete....,non se ne parla nemmeno.
"Il popolo è contentissimo di questa liturgia e le chiese della mia diocesi sono sempre piene. Perchè inculcare il senso del dubbio facendo vedere ai fedeli che si può celebrare anche nel vecchio modo?".
RispondiEliminaIl diavolo fa le pentole ma non i coperchi: tutto bene, tutto bello, i fedeli entusiasti della messa com'è (i sondaggi dicono un'altra cosa ma basta far finta che non esistano)... Poi però si ha paura che ai fedeli vengano dubbi. Quali dubbi? Il dubbio che la messa antica sia una schifezza? E' questo il dubbio di cui si ha paura? O non sarà per caso il dubbio che la messa antica è molto ma molto migliore della nuova? Già, perché chi c'è andato finisce per pensare questo. Dalle mie parti quella di questi vescovi si chiama "strizza". E per carità preferisco non indugiare su cosa si nasconda dietro a un vescovo che ha paura che i suoi fedeli apprezzino una messa.
In Italia ancora si dorme un sonno profondo, anche tra i Tradizionalisti, ci si accontenta di frequentare la chiesetta o l'oratorio vicino casa dove viene celebrato il Rito Romano Antico, ma di aiutare o incoraggiare gli altri fedeli che non riescono ad avere la Messa di sempre anche con azioni concrete....,non se ne parla nemmeno.
RispondiEliminatiriamo fuori azioni concrete praticabili!
ma quando un'azione concreta come quella della Sardegna, (Convegno che rientra nell'ottica del conoscere per promuovere) viene boicottata dal vescovo e vi si rinuncia "per obbedienza". Beh, c'è ben poco da fare.
Azioni eclatanti che colpiscono la Chiesa, già ferita, noin sono nel DNA del cristiano. Azioni 'prudenti' come quella della Redazione che si rende disponibile per segnalare i punti di riferimento anche nelle diocesi ove manca tutto sono già qualcosa...
A Roma stiamo preparando un incontro per parlare della Tradizione (non si mancherà di parlare del VO) cui parteciperà mons. Gherardini...
In ogni diocesi occorrerebbe promuovere incontri per cominciare ad informare i fedeli sul VO. In quelle con gruppi già attivi, si dovrebbe vedere la confluenza di tutti i gruppi in una iniziativa corale che graviti nei locali e intorno ai sacerdoti di uno dei 'luoghi' delle celebrazioni
Una Chiesa che non Annuncia non è una Chiesa è una consorteria
Carissimo anonimo delle 10.27,
RispondiEliminati scrivo da una parte d'italia dalla quale è sufficiente un'ora di macchina per essere in Francia: eppure non mi balena nemmanco per l'anticamera del cervello di trasferirmi nelle Gallie!Sono prete tradizionale e voglio esserlo in Patria (quella terrena, finché Dio mi ci lascia!).E' vero, come dici, che l'interesse del popolo per la liturgia tradizionale è scarso ma ciò non perché la "coscienza popolare" sia sladamenete ancorata nella riforma di Paolo VI, bensì perchè la religiosità in Italia è molto sentimentale e poco "colta", nel senso di coltivata. L'interesse liturgico-tradizionale è scarso non perchè la coscienza sia ancorata altrove, bensì perché, sciolta da ogni ormeggio, vaga tra i marosi procellosi dell'idifferentismo!Con linguaggio tolto dalla logica potremmo dire che la fede in Italia è molto estensiva e poco comprensiva, giacché i due termini sono sempre inversamente proporzionali: essa è professata "a parole" da un numero più ampio di persone rispetto alla vicina Francia, ma i contenuti di tale fede sono talvolta drammaticamente poveri, se non materialmente (si spera) eretici. Quanti cristiani saldamente ancorati nella riforma non sanno, ad esempio, che l'"Immacolata Concezione" non è il concepimento Verginale di Gesù, bensì il concepimento senza macchia di peccato d'origine della Vergine stessa!! Eppure la liutrgia è comprensibile, in italiano e l'Immacolata è una devozione così sentita! Uno scarso interesse liturgico è sintomo di una scarsa fede. Diversamente le persone più formate, rettamente formate, per quanto consta alla mia esperienza,accolgono di buon grado anche la liturgia tradizionale, purché si sappia spiegargliela e fargliela apprezzare.
Scontata l'obbiezione: che colpa ne hanno i semplici se non conoscono il latino e non comoprendono la liturgia?
Rispondo: oggi la categoria di "Rudes" andrebbe rivista, i semplici non sono poi così semplici, prova ne è il fatto che usano gli strumenti tecnici con una dimestichezza encomiabile. Dunque, se per incuria non si interessano delle cose di Dio, sono colpevoli.
Don Luca.
vuol dire che la 'missionarietà' in questo frangente, consiste nel trovare 'luoghi' di incontro disponibili in altre diocesi e spendervisi (parlo soprattutto ai sacerdoti)
RispondiEliminaIl problema è dover passare sotto le 'forche caudine del vescovo'? Come aggirarlo, anche se non ce ne dovrebbe essere bisogno perchè il mandato nasce direttammente dal motu proprio del Papa?
Dalle mie parti quella di questi vescovi si chiama "strizza". E per carità preferisco non indugiare su cosa si nasconda dietro a un vescovo che ha paura che i suoi fedeli apprezzino una messa.
RispondiEliminaquesta affermazione fa parte dell'analisi, ormai più che superata perché chiara fin nei minimi dettagli. Siamo arrivati davvero al momento delle 'proposte'.
Per fortuna non l'ho tirato fuori io (che lo penso e dico da un pezzo) ma Cesare.
Se non volete rispondere a me, rispondete a lui, purché vengano fuori proposte PRATICABILI e SERIE e con l'impegno personale (ovviamente, per ognuno, compatibilmente con la sua situazione), altrimenti che cristiani siamo?
per DON LUCA
RispondiEliminaè vero , c' è tanta sciatteria ed ignoranza da parte deo fedeli , generalizzata ma la colpa e la colpe non sono dalla loro parte .
E' VOLUTA ..... da qualsiasi angolo la si può giudicare.
il clero vive e si è abituato a farlo nell' ignoranza e questo perchè non vi è la volontà della conoscenza , il che implica il confronto , dunque ne deduco che sono degli oziosi , dei gretti degli insensibili ...... gestori , manager e non sacerdoti . io mi chiedo in quanti di loro c' è la consapevolezza della DIGNITA' SACERDOTALE , e lei su questo potra' capirmi in pieno !!!!!!!!!!!
e mi riferisco a tutti i liveli della GERARCHIA !!!!!!!
In Italia la C.E.I. è soltanto preoccupata di aumentare i propri uffici e il personale per dare l'impressione di una chiesa efficiente: è il modello Ruini, da sempre avversario del motu proprio, che crede che la Chiesa si regga non grazie alla liturgia ma alla politica e agli intrallazzi. Viva il Card. Barbarin e i vescovi italiani prendano esempio, per favore, invece di fare conferenze e discorsi vuoti
RispondiEliminaANONIMO delle 12'47 .... 10 E LODE .......
RispondiEliminaViva il card. Barbarin? Sarei molto più cauto sull'iniziativa del Primas Galliae. Ricordiamoci che il N.O.M. è stato un colpo di stato liturgico, l'iniziativa di barbarin è una sorta di amnistia per il V.O.. Dall'amnistia alla riabilitazione c'è di mezzo l'oceano. Alessandro
RispondiEliminaPensare ad un seminario diocesano biritualista, ad una parrocchia biritualista in Francia o altrove..
RispondiEliminaPosso descrivervi in poche parole la situazione delle diocesi francesi (vi risparmio di parlarvi di quella tedesca o belga o olandese...fa piangere!). La liturgia che ormai definiamo tutti N.O. in quelle zone, inclusa la diocesi di Mons Barbarin, è celebrata in modi stranissimi: il sacerdote si presenta spesso con un camice che pare più una cocolla cistercense, una stola o stolone, qualche volta si indossa la stola "arcobaleno" o missionaria o africana etc., le messe sono una marea di prediche immerse nel sociale, politica et similia, l'Eucarestia distribuita come in una cena protestante, i fedeli si accostano al calice, canti che nulla hanno di liturgico, polifonie profane. Culto eucaristico ZERO, devozione mariana ZERO (Rosario per nulla). Ora, con tutto rispetto per Taizè, ma pensate a questa comunità ecumenica e vi renderete conto di cosa è diventata la liturgia cattolica in Francia.
Bene, prendiamo questa "liturgia" colorata, partecipata, piena di "creatività" e...fatela "convivere" affianco al Rito Romano Antico (scusatemi, ma detesto il termine di Rito "Straordinario" perchè è una definizione bugiarda, il Rito Romano Antico è, anch'esso, Ordinario).
Non vi pare che in 40 anni di riforma e riforme liturgiche ne abbiamo già abbastanza e abbiamo sopportato con ENORME pazienza fino a farci venire l'ulcera?
In merito alla proposta Barbarin, di difficile attuazione perchè per il Rito Antico mancano i formatori, da amici ben informati apprendo che questa proposta dovrebbe, dico "dovrebbe", servire a scoraggiare e "convertire" i tradizionalisti alla luccicante e affascinante liturgia del N.O.
Voglio proprio vedere come andrà a finire questa storia e se mai i tradizionalisti vi abboccheranno.
A noi viene spesso rimproverato, dai progressisti, di essere saccenti, arroganti, chiusi, incapaci di dialogo, incapaci di fare e costruire comunità di credenti: come siamo cattivi noi tradizionalisti! Voglio però vedere quando i tanti fedeli che prima o poi faranno o scopriranno la differenza dei due Riti, preferendo il Rito Romano Antico, cosa diranno i cari fratelli che ci accusano di oscurantismo e integralismo paganeggiante.
Datemi retta, questo matrimonio tra i due Riti non si può fare..., o si sceglie il Primo o si opta per l'Altro.
ANONIMO delle 13,22
RispondiEliminacondivido in pieno ed è quello che sostengo esattamente anche io .
la SOSTANZA E' SOSTANZA NON E' SANGUE DI RAPA ..
e poi dove sono e chi i formatori ???? ...... è un rimediare . mi spiace ma sono fortemente premunito .
dopo 40 anni di barbarie , è stato fatto il deserto e seminato il sale ....... prima di riacquistare la mia fiducia dovranno stirare il collo come le giraffe ..... ma che importa !!!!!!
peggip per loro , io i miei punti di riferimento ce li ho !!!!!!! .....
MIC ha scritto:
RispondiElimina"...purché vengano fuori proposte PRATICABILI e SERIE e con l'impegno personale (ovviamente, per ognuno, compatibilmente con la sua situazione), altrimenti che cristiani siamo?".
Ci provo.
Abito a Cento che si trova al centro tra le Province di Bologna, Ferrara e Modena. La cittadina dove risiedo, che dipende dalla diocesi di Bologna dispone di un numero consistente di Chiese.
In nessuna di esse viene celebrata (a meno che non avvenga in segreto) la S.Messa si sempre.
Considerando i Comuni contigui (intendo quelli nell'arco dei 10/15 kilometri al massimo e solo quelli sotto la diocesi di Bologna, il numero degli abitanti supera abbondantemente le 90.000 unità.
Se si contassero anche quelli dipendenti dalle diocesi di Modena e Ferrara, il numero aumenterebbe considerevolmente.
Sono disponibile a fornire, secondo le modalità che la Redazione eventualmente stabilirà, il mio indirizzo e-mail (o se occorresse nome e cognome) come riferimento per quanti in questa zona, desiderano che in almeno una di queste Chiese venga celebrata la S.Messa di sempre tutte le domeniche e nelle altre feste di precetto.
Sarebbe una prima conta cui seguirebbe la ricerca del/dei sacerdoti disponibili, in loco o eventualmente altrove, e il disbrigo delle pratiche per ottenere l'uso di una di queste tante Chiese.
Devo, per onestà, dire che attualmente a Cento le S.Messe NO vengono celebrate TUTTE più che dignitosamente e le Chiese sono STRAPIENE (isola felice...). Ciò esclude la possibilità che tanti, forse anche per questo motivo, pur desiderandolo non... osino chiedere qualcosa di diverso.
Riguardo al messaggio di prima nell'ultima parte intendevo "...ciò non esclude.. ecc.).
RispondiEliminaI messaggi andrebbero riletti prima di inviarli. :)
Caro Cesare,
RispondiEliminami fai respirare "aria di casa", perché mia madre era di Cologna Ferarese e ho lì metà delle mie radici
sarebbe stato più comprensibile il refuso Frarese ;) ovviamente Ferrarese
RispondiEliminaAh sì?
RispondiEliminaIo lavoro vicino a Cologna (o da pronunciare chiuse).
Nike
cari amici,
RispondiEliminapermettetemi di dubitare delle belle intenzioni del card Barbarin.Io abito nella sua diocesi e lo conosco.Certo mons Batut ha portato aria nuova,ma al card della Messa di sempre non importa nulla,anzi!Verissimo pero' che é uomo giovane e intelligente e che ci tiene alla sua diocesi.E' anche attaccato dalla stampa cosiddetta cattolica-progressista ma in realtà protestante..Non giudico ancora questa iniziativa,é prematuro,ma allora perché ha chiamato recentemente in diocesi i neocatecumenali?!!Qui le messe sono vuote,i pochi cattolici veri sono pochi ma molto ferventi,magari vanno nei conventi e dai religiosi piu' coerenti col magistero,e vivono la fede nella vita quotidiana.Inoltre ci sono diverse realtà come i lefebvriani,maltollerati ma con tanta gente che li segue.Lui dice apertamente che ha contestato e parecchio la decisione del S.Padre di pubblicare il Motu Proprio,ma che poi ci si é adeguato e ha obbedito.Nel senso che nella sua diocesi esiste la FSSPX,non so di alcuna parrocchia che abbia osato la Messa VO.Ma vi invito a tenerlo d'occhio e tenerci informati!Sono pronto a ricredermi se vedo una messa VO da queste parti,o qualche vera apertura,comunque é una delle poche diocesi dove qualcosa funziona e il vescovo si da da fare,rispetto alla media francese..
Intervengo ancora per chiedere spiegazioni circa 'i fedeli si accostano al calice':si,é vero,mi potete spiegare il problema?Non si puo'?Scusate la mia ignoranza in materia..Grazie!
RispondiEliminaPS.Questo lunedi ero alla messa delle clarisse a Paray le Monial:le suore ricevono l'Ostia in mano e la tengono li,formano un'altra fila e arrivano alla consorella che regge il Calice,li intingono l'Ostia e finalmente si comunicano.Non vi dico come ci si resta a vedere cose del genere!Ovviamente il popolo ha comunicato nello stesso modo..!(non io)
già un cardinale di S.R.C. che apertamente dice che ha contestato e parecchio la Summorum Pontificum non ha bisogno di ulteriori presentazioni. Non sarà lui il successore di Benedetto XVI nè il successore del successore, visto che ha solo 59 anni. Mancanza di stile poi: se non era d'accordo col Papa doveva parlargli o scrivergli, non continuare apertamente a dire che non è d'accordo col Papa. Cosa cambia a polemizzare col Papa? Che egli ritiri il motu proprio? Ecco a cosa certi vescovi hanno ridotto la comunione nell'episcopato: ad una sorta d'assemblea permanente, di dibattito continuo anche dopo che Roma locuta. No, il prossimo Papa non sarà un francese, salvo che si comvertano con la mente e con cuore e non solo a parole all'obbedieza al Vicario di Cristo in terra. Proprio loro, i cardinali, che dovrebbero essere i primi a dare l'esempio a noi laici. Alessandro
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaConfermo che il card. Barbarin ha fatto appello alle comunità neocat per "ridare vita" (sicsic) alle parrocchie assopite...basta questo per significare che per il caro cardinale la retta Dottrina, la retta e sacra Liturgia, contano molto meno che i numeri !
RispondiEliminaPoco importa a vescovi e cardinali che il cammino neocat, laddove arriva, porti le SUE prassi catechetiche e liturgiche, con tutte le loro distorioni anche gravi, quello che conta sono i numeri...e la generosità del cammino, bien évidemment!
in riferimento agli ultimi commenti ,,,,,,
RispondiEliminaquando GPII e così pure BENEDETTO XVI parlava di APOSTASIA , a chi si riferiva ????
alla FRATERNITA' SPIOX soltanto ,
oppure intendeva dire parte della CHIESA compresa la FRATERNITA' o
allora alla CHIESA in generale e
ancora in modo particolare a qualcuno ???.......
------ A CHI ???????
SE qualcuno per cortesia è in grado di spiegarmelo , poichè il mio cervello limitato , da solo non è in grado di arrivarci !!!!!!!!!!! ....
I luoghi di formazione SERI esistono pure in Italia, non è necessario recarsi all'estero. Deve essere però chiaro che il Papa nel Motu Proprio 'Summorum Pontificum' non auspica un irrigidimento su posizioni preconcette e sterili, bensì una convivenza delle due forme. Insomma: in OGNI chiesa dove si celebrano più SS. Messe domenicali, almeno una di esse dovrebbe essere celebrata nella forma straordinaria del rito romano. In attesa della riforma della riforma.
RispondiEliminaCari amici, c'è un problema da risolvere! Come la mettiamo con la costruzione delle nuove chiese? Non si progettano per poter celebrare nei due riti! Il Tabernacolo non si colloca più al centro, dove l'attenzione di chiunque entri in chiesa è catalizzata. E' ancora oggi impossibile trovare nuove ristampe del Messale. Il Santo Padre potrebbe elevare, ad usum celebrationis, almeno tutte le parrocchie e basiliche: così si potrebbe celebrare come nelle basiliche maggiori romane (non versus populo, ma rivolti al crocifisso messo sull'altare). Altro problema: non si studia più il latino. E' vero che non è necessario essere dei Cicerone per poter pronunciare le parole della Messa, ma è anche vero che si celebra in latino perché è la lingua ufficiale della chiesa, la lingua del culto a Dio. Non ho capito perché non ci si scandalizza se i musulmani di tutto il mondo leggono il corano e pregano in arabo, gli ebrei in ebraico, mentre solo i cristiani hanno dovuto svendere il loro patrimonio. Io amo molto Paolo VI, perché, nonstante il disastro del dopo concilio, ha saputo reggere con equilibriola barca di Pietro. E se Egli scelse di non celebrare più col Messale edito da Giovanni XXIII, ha sempre voluto che tutte le liturgie fossero curate nei minimi particolari. Papa Benedetto, da Cardinale, scrisse che mai si sarebbe aspettato uno stravolgimento così inappropriato della santa Liturgia. Essa andava rivista, aggiustata qua e là, ma non stravolta. Prendete, ad esempio, le preghiere di offertorio: prima erano preghiere vere; ora sembrano proclami di una cooperativa agricola! Con l'avvento dei microfoni non è più necessario mantenere le parti "secrete": il sacerdote può farsi udire - ed è bello - anche bisbigliando il Canone! Ma... chi si guarda quando ci si rivolge a Dio, ora? Se si è fortunati, il sacerdote potrebbe avere nella parete difronte a lui, un'immagine sacra; ma il più delle volte non c'è nulla, solo il popolo, che non è Dio! Non voglio tediare ulteriormente. don Antonio
RispondiEliminaAll Anonimo(Alessandro) delle 8.25(25/11):
RispondiEliminaforse mi sono spiegato male:il card Barbarin ha detto che nei colloqui col Santo Padre, in vista del Motu Proprio, gli ha ben spiegato il suo punto di vista,che non era d'accordo;ma che poi,quando il documento é stato pubblicato,lui si é adeguato e obbedisce.Lo ha portato come esempio d'obbedienza,pur dicendo che é legittimo mantenere posizioni personali differenti.Da qui,a incoraggiare la Messa VO nella sua diocesi,ce ne passa!Ribadisco che é uno dei migliori di Francia,riesce a tenere in piedi una situazione difficile per mancanza di preti,dove ormai i funerali sono 'officiati'da laici,e mai con la Messa.Certo non ama i tradizionalisti,ma conosce bene la Scrittura,e spero che questo esperimento sia solo l'inizio di una stagione felice di ripensamento,specialmente della liturgia e dell'obbedienza filiale e pronta al Santo Padre,che apra la strada ai suoi confratelli vescovi gallicani.