Clero e vescovi della T.A.C.
Benedetto XVI si starebbe preparando ad accogliere nella piena comunione con Roma vescovi, sacerdoti e fedeli della «Traditional Anglican Communion», ossia quel gruppo di anglicani di sensibilità che si sono da tempo staccati dalla comunione con l’Arcivescovo di Canterbury ed hanno chiesto di essere riammessi ’in blocco': sono mezzo milione tra fedeli e clero. La notizia anticipata da tempo dai media australiani potrebbe trovare conferma domani [oggi per chi legge] nel briefing annunciato questa sera dalla Sala Stampa della Santa Sede, al quale interverrà il prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, card. Joseph William Levada. A quanto si apprende, i presuli anglicani tradizionalisti hanno già sottoscritto in segno di adesione il Catechismo della Chiesa Cattolica e l’hanno depositato presso un Santuario mariano in Inghilterra. Riuniti con Roma, essi conserverebbero il diritto alla liturgia anglicana, che per come è celebrata da questi tradizionalisti anglicani è vicinissima alla messa tridentina; manterrebbero il loro clero sposato, ma non i vescovi, in quanto secondo la tradizione della Chiesa, sia cattolica sia ortodossa, solo i celibi accedono all’episcopato. Inoltre, come è noto la loro ordinazione anglicana per la Chiesa Cattolica non è valida, come chiarito [in modo definitivo e infallibile] fin dai tempi di Leone XIII e sarà quindi necessaria una nuova ordinazione, come avviene per gli altri pastori anglicani che passano alla Chiesa Cattolica. Secondo il sito «messainlatino.it», «questa riunificazione inoltre avrebbe effetti travolgenti ben al di là della Traditional Anglican Communion, servendo da esempio anche a quei numerosi gruppi anglicani, rimasti all’interno della Comunione Anglicana e quindi dipendenti da Canterbury, che esprimono fortissimo disagio per la recente ammissione delle donne all’episcopato, e in precedenza, negli anni ’90, al sacerdozio. Secondo Damian Thompson, direttore del periodico britannico »Catholic Herald«, potrebbe essere accordata alla Traditional Anglican Communion lo statuto di prelatura personale come l’Opus Dei. Non quindi, una Chiesa uniate come ve ne sono tra le Orientali, ma una sorta di diocesi mondiale con propri apostolati e proprio vescovo. Una soluzione analoga a quella che si ipotizza anche per la Fraternità San Pio X.
di G. Galezzi
Benedetto XVI si starebbe preparando ad accogliere nella piena comunione con Roma vescovi, sacerdoti e fedeli della «Traditional Anglican Communion», ossia quel gruppo di anglicani di sensibilità che si sono da tempo staccati dalla comunione con l’Arcivescovo di Canterbury ed hanno chiesto di essere riammessi ’in blocco': sono mezzo milione tra fedeli e clero. La notizia anticipata da tempo dai media australiani potrebbe trovare conferma domani [oggi per chi legge] nel briefing annunciato questa sera dalla Sala Stampa della Santa Sede, al quale interverrà il prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, card. Joseph William Levada. A quanto si apprende, i presuli anglicani tradizionalisti hanno già sottoscritto in segno di adesione il Catechismo della Chiesa Cattolica e l’hanno depositato presso un Santuario mariano in Inghilterra. Riuniti con Roma, essi conserverebbero il diritto alla liturgia anglicana, che per come è celebrata da questi tradizionalisti anglicani è vicinissima alla messa tridentina; manterrebbero il loro clero sposato, ma non i vescovi, in quanto secondo la tradizione della Chiesa, sia cattolica sia ortodossa, solo i celibi accedono all’episcopato. Inoltre, come è noto la loro ordinazione anglicana per la Chiesa Cattolica non è valida, come chiarito [in modo definitivo e infallibile] fin dai tempi di Leone XIII e sarà quindi necessaria una nuova ordinazione, come avviene per gli altri pastori anglicani che passano alla Chiesa Cattolica. Secondo il sito «messainlatino.it», «questa riunificazione inoltre avrebbe effetti travolgenti ben al di là della Traditional Anglican Communion, servendo da esempio anche a quei numerosi gruppi anglicani, rimasti all’interno della Comunione Anglicana e quindi dipendenti da Canterbury, che esprimono fortissimo disagio per la recente ammissione delle donne all’episcopato, e in precedenza, negli anni ’90, al sacerdozio. Secondo Damian Thompson, direttore del periodico britannico »Catholic Herald«, potrebbe essere accordata alla Traditional Anglican Communion lo statuto di prelatura personale come l’Opus Dei. Non quindi, una Chiesa uniate come ve ne sono tra le Orientali, ma una sorta di diocesi mondiale con propri apostolati e proprio vescovo. Una soluzione analoga a quella che si ipotizza anche per la Fraternità San Pio X.
Fonte: La Stampa.it
Tornielli ne parla sul suo blog.
RispondiEliminaE' bene chiarirci, "i preti" anglicani che verranno ordinati, per la chiesa cattolica ora come ora sono laici, sposati che accedono al sacerdozio... tutto in linea con la Tradizione Millenaria della Chiesa... infatti gli ortodossi fanno la stessa cosa.
RispondiEliminaTornielli ne parlerà pure ma Tornielli non è "nostro" amico!
RispondiEliminaMa prima di ordinarli, la S. Sede si preoccuperà di valutare la formazione spirituale e teologica di questi candidati? O diverranno sacerdoti oves et boves?
RispondiEliminaChi li esaminerà, se l'anmmissione sarà in blocco, dove eventualmente da
chi saranno formati?
E' bene che arrivino nuove leve nella Chiesa, ma ...adelante con quel che segue.
Penso che saranno considerati alla stregua dei Diaconi permanenti.
RispondiEliminaCaro Pastorelli....vista la preparazione di certo nostro clero dubito che saranno poi tanto peggio! Se vuole Le posso fare un elenco! Anzi si potrebbe fare.
Io dico i 41 cazzolici che hanno firmato per l'eutanasia...
Matteo Dellanoce
Credo che sia già stato fatto un controllo sulla formazione di questo futuro clero, sulle conoscenze, abilità e quant'altro... o almeno spero. Credo che, comunque, un periodo assieme ad altri cattolici li farebbe bene ( fino ad adesso sono stati, purtroppo, isolati).
RispondiElimina...assieme ad "altri" cattolici?
RispondiEliminaQuali...?
e..."formazione spirituale" dei sacerdoti?
Anzi, "spiritualità" ?
= al "carneade" di don Abbondio!
(mi pare...)
A mio parere è senza dubbio significativo il fatto che anche alcune comunità cristiane non in comunione con Roma sentano il bisogno di un ritorno alla tradizione e di una Voce sicura e infallibile sotto la cui protezione possano "sentirsi a casa". Comunque sia secondo me la loro (almeno apparente) buona volontà di obbedienza ptrebbe essere di stimolo per quei prelati buontemponi che da quarant'anni non fanno altro che operare per una protestantizzazione del cattolicesimo e per un suo progressivo "affrancamento" dal magistero del papa. Matteo
RispondiEliminaOttimo auspicio, Matteo.
RispondiEliminaSalvo che, spesso, agli occhi di chi si comporta male, il retto cammino del giusto è un rimprovero vivente mal sopportato, talora odiato...
(Caino non tollerava che Abele offrisse sacrifici graditi a Dio molto più dei suoi!)
A qualcuno il buon esempio servirà per convertirsi?
Spes ultima dea...
Il Papa ha approvato una Costituzione Apostolica che prevede l'accoglienza di quei fedeli, sacerdoti e vescovi anglicani che hanno deciso di abbandonare la 'Comunione anglicana' per convertirsi al cattolicesimo Tra le specifiche caratteristiche della comunione anglicano che sarà possibile mantenere per fedeli e pastori che entrano nella chiesa cattolica c’è anche «la possibilità dell’ordinazione di chierici sposati già anglicani, come sacerdoti cattolici». «Ragioni storiche ed ecumeniche - precisa una nota informativa della congregazione per la dottrina della fede - non permettono l’ordinazione di uomini sposati a vescovi sia nella chiesa cattolica che in quelle ortodosse. Pertanto, la costituzione determina che l’ordinario possa essere o un sacerdote o un vescovo non coniugato».
RispondiEliminapovero fantasmino Kasper...
RispondiEliminaUn po' è vero che Tornielli non ha molta simpatia per la messa antica. A me era parso di vedere nel suo blog un thread sul sondaggio, ma ora non c'è niente: ho avuto le traveggole?
RispondiEliminaNon ho capito.
RispondiEliminaVerrebbero a far parte della Chiesa Cattolica preti sposati?
Chiedo lumi a chi più esperto di me: in ambito civile ciò non sarebbe forse considerato "incostituzionale" in quanto creerebbe una disparità tra i diritti dei preti (c'è chi può e chi non può)?
Non ritenete che si renderà inevitabile, in futuro, dare a tutti (escludendo, in attesa di ulteriori aggiustamenti, i soli vescovi) la possibilità di sposarsi?
CON L'ESTENSIONE A PIU' SOGGETTI DELLA DELLA "PRELATURA PERSONALE", STIAMO ANDANDO VERSO IL "FEDERALISMO ECCLESIALE" E NON è DETTO CHE SIA UN MALE !
RispondiEliminaIl problema, ora, non è se i preti cattolici siano ben formati o meno: conosciamo bene la preparazione filosofica, culturale, teologica e spirituale del clero attuale.
RispondiEliminaMa almeno formalmente questi preti han frequentato seminari cattolici.
Questi anglicani in quale dottrina si son formati? In quale teologia? In quale spiritualità?
Qualcuno dice che sono già stati sottoposti al vaglio. Non ne ho notizia: so soltanto che hann'accettato il Catechismo della Chiesa Cattolica. Ma questo non significa che abbiano la preparazione necessaria a svolgere le funzioni di prete cattolico.
Insomma, credo che un periodo di purgatorio filosofico-teologico-spirituale dovrebbero pur passarlo,
visto che dovranno esser ordinati
(e dico "ordinati" perché non lo sono mai stati realmente.)
Lìaccettazione del Catechismo
può esser sufficiente per il semplice fedele.
Speriamo che tutto proceda per la via diritta illuminata dallo Spirito Santo.
Grande Papa Benedetto XVI.
RispondiEliminaC'è solo da esultare di gioia. Non state a farvi troppe domande.
Lo Spirito Santo pensa a tutto.
Abbiate Fede!
Condivido, l'unica strada possibile ormai è il "federalismo ecclesiale"; del resto, pongo questa domanda: cosa hanno in comune "opusdei", "comunioneeliberazione", "neocatecumenali", "carismatici", "ortodossi uniati", "fraternità di san Pio X", (ecc...)??? l'estensione della prelatura personale a tutti è l'unica soluzione possibile per una nuova unità della Chiesa.
RispondiEliminaEhi dalla goondola qual novità? Il morbo infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca.Peter
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