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martedì 18 agosto 2009

Roma stoppa un vescovo francese, fautore delle assoluzioni collettive


Informa Le Salon Beige che la domenica delle Palme di quest’anno, mons. Pierre Pican, vescovo di Bayeux e Lisieux, ha inviato a tutti i parroci della sua diocesi la seguente lettera (estratto):
Questa pratica [l’assoluzione collettiva] è conservata in qualche parrocchia. Alcuni parroci mi hanno domandato di autorizzarli a vivere questa espressione straordinaria del Sacramento della Riconciliazione. Io liu autorizzo a presiedere questa celebrazione per la Pasqua 2009, il 15 agosto 2009, così come in caso di bisogno anche per Natale 2009. Applico il commentario del canone 961 redatto dalla Conferenza Episcopale di Francia nel 1987.
[testo del can. 961 c.i.c.: §1. L'assoluzione a più penitenti insieme senza la previa confessione individuale non può essere impartita in modo generale se non: 1) vi sia imminente pericolo di morte ed al sacerdote o ai sacerdoti non basti il tempo per ascoltare le confessioni dei singoli penitenti; 2) vi sia grave necessità, ossia quando, dato il numero dei penitenti, non si ha a disposizione abbondanza di confessori per ascoltare, come si conviene, le confessioni dei singoli entro un un tempo conveniente, sicché i penitenti, senza loro colpa, sarebbero costretti a rimanere a lungo privi della grazia sacramentale o della sacra comunione; però la necessità non si considera sufficiente quando non possono essere a disposizione dei confessori, per la sola ragione di una grave affluenza di penitenti, quale può aversi in occasione di una grande festa o di un pellegrinaggio. §2. Giudicare se ricorrano le condizioni richieste a norma del §1, n. 2, spetta al Vescovo diocesano, il quale, tenuto conto dei criteri concordati con gli altri membri della Conferenza Episcopale, può determinare i casi di tale necessità.]
Un parroco della diocesi ha girato la lettera a Roma. Il 10 luglio Mons. Pican ha inviato questa nuova lettera ai suoi parroci (estratto):
Le disposizioni stabilite nel documento presentato ai preti in occasione della Pasqua e relative alla celebrazione dell’assoluzione collettiva sono state vietate dal Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
Ricordiamo quanto riportato in questo nostro post, ossia la decisione della Conferenza Episcopale elvetica di abrogare, alfine, l’assurda pratica dell’assoluzione collettiva indiscriminata. Come osservammo allora, gli effetti dell'abuso di quel succedaneo della confessione (tradizionalmente riservato a casi di imminente catastrofe o battaglia), sono che nessuno si confessa più; che il senso del peccato si affievolisce (tanto l’assoluzione è così "a buon prezzo"); che o si ritiene l’assoluzione collettiva una sorta di fervorino senza sostanza, e di fatto si smette di credere alla dottrina cattolica della remissione dei peccati, oppure le si attribuisce una sorta di efficacia "magica" e si scade nella superstizione. Esatto: proprio con pratiche così "al passo coi tempi" si incorre (se non nello scetticismo e nell’abbandono della fede) in quella superstizione che i progressisti dichiarano di aborrire: che altro è l’attribuire efficacia assolutoria a qualche parolina del prete, se gli assolti sono un’assemblea di persone che non sono prima passate attraverso la sincera accusa dei propri peccati, propria di una confessione come si deve?

9 commenti:

  1. Complimenti alla Redazione per il commento al post.Con parole semplicissime dice tutto.Sbracata la Santa Messa,cerchiamo almeno di trasmettere integro ai posteri questo Luogo di Misericordia.Tanti protestanti nel passato hanno abiurato l'errore mossi da due cose:il Tabernacolo Eucaristico ed il Luogo di Misericordia.La cosa fara' ridere gli "adulti"che di quando in quando circolano nel blog.Lungi dal dispiacercene,se non per loro,guadagneremo piu' meriti.Eugenio

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  2. La benedetta inversione di tendenza dal permissivismo è dunque veramente iniziata?

    Ben vengano allora 10, 100, 1000
    STOP anche all'assemblearismo e al collettivismo che, nel crescendo sfrenato sulla china discendente della caducità di tutte le mode, per 40 lunghi anni, hanno inferto colpi letali alla Liturgia e corroso, come alacri castori, la forma e la sostanza immodificabili dei Sacramenti, Doni divini affidati alla Chiesa Apostolica col compito della loro custodia e Trasmissione fedele nella perfetta integrità, che restasse immutata per tutti i secoli della storia, dall'anno 33 alla sua fine.
    Era ora!

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  3. Nelle nostre veglie di preghiea celebriamo l'eucarestia con questo canone. Voglio pore un quesito: ci sono espressioni non cattoliche?

    -_------------------
    P.: E’ veramente cosa buona e giusta rendere gloria e offrire la nostra azione di grazie, sempre e in ogni luogo, a te, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno, per Gesù Cristo Signore nostro. In lui hai creato tutte le cose e nella pienezza dei tempi tu ce l’hai donato come via, verità e vita. Egli ha voluto essere battezzato e consacrato come tuo Servo, per annunciare ai poveri la lieta notizia. Nell’ultima cena prima della sua passione, ci ha trasmesso l’Eucaristia del suo Corpo e del suo Sangue, affinché noi celebriamo il suo memoriale e riceviamo la sua presenza come nutrimento. Egli dà al suo popolo liberato il sacerdozio regale, e nel suo amore per i fratelli e le sorelle sceglie coloro che hanno parte al suo ministero per nutrire la Chiesa con la tua Parola e farla vivere con i tuoi sacramenti.
    Per questo, Signore, con tutti gli angeli e i santi noi proclamiamo la tua gloria cantando insieme.
    A.: Santo, santo, santo …
    P.:Signore, Dio dell’universo, tu sei santo e immensa è la tua gloria. Manda sulla nostra Eucaristia lo Spirito che dona la vita. Egli ha parlato per mezzo di Mosè e dei profeti, ha coperto con la sua ombra la Vergine Maria, è disceso su Gesù presso il Giordano e sugli apostoli nel giorno della Pentecoste. L’effusione di questo Spirito di fuoco trasfiguri questo doni di azione di grazie, perché diventi per noi il Corpo e il Sangue di Cristo.
    Questo Spirito Creatore compia la parola del tuo amatissimo Figlio, il quale, la notte stessa in cui fu tradito, prese il pane, rese grazie con la preghiera di benedizione, lo spezzò e lo diede ai suoi discepoli dicendo:
    “Prendete e mangiatene tutti,
    questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi.
    Fate questo in memoria di me”.
    Allo stesso modo, finita la cena, egli prese il calice, rese grazie con la preghiera di benedizione e lo diede ai suoi discepoli dicendo:
    “Prendete e bevetene tutti,
    questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue,
    versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.
    Fate questo in memoria di me”.

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  4. Mistero della fede.
    A.: Annunciamo la tua morte, celebriamo la tua risurrezione, in attesa della tua venuta nella gloria.

    P.: Perciò, Signore, noi celebriamo oggi il memoriale della nostra redenzione: ricordiamo la nascita del tuo Figlio in mezzo a noi, il suo battesimo per mezzo di Giovanni Battista, la sua ultima cena con gli apostoli, la sua morte e la sua discesa agli inferi; proclamiamo la sua risurrezione e ascensione alla tua destra, dove egli compie il suo ministero di Sommo Sacerdote intercedendo in favore di tutti gli uomini; attendiamo la sua venuta nella gloria.
    In comunione con il suo unico sacerdozio, noi ti offriamo questo memoriale: ricordati del sacrificio del tuo Figlio e donaci tutte le benedizioni che egli ci ha ottenute.
    A.: Maranathà, il Signore viene!

    P.: Guarda, o Padre, questa eucaristia che tu stesso hai donato alla tua Chiesa: riconosci in essa il sacrificio del tuo Figlio che ci ha ristabiliti nella tua Alleanza. Effondi su noi che comunichiamo al suo Corpo e del suo Sangue, il tuo Spirito Santo, perché ci renda un solo corpo e un solo spirito in Cristo, un’offerta viva a lode della tua gloria.
    A.: Maranathà, il Signore viene!
    P.: Ricordati, o Padre, di tutti i servi della tua Chiesa: il papa, i vescovi, ipresbiteri e diaconi…
    Ricordati in particolare…
    Ricordati di tutto il tuo popolo e di coloro che cercano la verità…
    Ricordati anche dei nostri fratelli che sono morti nella pace di Cristo, e di tutti i defunti di cui tu solo conosci la fede: conducili al luogo della gioia e della luce eterna, insieme alla beatissima Vergine Maria, ai patriarchi e ai profeti, agli apostoli, ai martiri e a tutti i santi che hanno vissuto la tua amicizia. Con loro cantiamo la tua lode e attendiamo la gioia del tuo Regno, dove potremo con tutta la creazione, liberata finalmente dal peccato e dalla morte, glorificarti per Cristo nostro Signore.
    A.: Maranathà, il Signore viene!
    P.: Per Cristo, ...

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  5. Inutile farsi illusioni, vedrete che questo vescovo andrà avanti come se nulla fosse, non sarà certo un richiamo della S.Sede a fermarlo. Ormai i vescovi, non temono più nulla e nessuno e l'obbedienza, sembra diventata una parola vuota e senza senso, nella Chiesa post-conciliare, dove tutti, si ritengono in diritto di fare quello che vogliono, senza obbedire a nessuno.

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  6. Se i vescovi non temono più niente e nessuno è semplicemente perché spesso non arrivano mai da Roma i giusti moniti e le dovute sanzioni.
    Un vescovo non fa bene il suo dovere oppure, peggio ancora, è motivo di scandalo per i fedeli? Prima lo si richiama all'ordine dopodiché, se questo non basta, lo si degrada a curato di campagna.

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  7. Scherzo o forse no: io aggiungerei al can. 961 c.i.c. un punto
    3):
    vi sia manifesta inadeguatezza da parte dei pastori in ordine al riconoscimento, alla tutela e all' effettiva dispensazione dei beni spirituali dovuti.

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  8. Era ora che la Congregazione si svegliasse. Il peccato non inabita indistintamente nella massa ma nel cuore di ogni singolo uomo e donna. Il peccato è sempre personale. Le assoluzioni di massa, tranne le eccezioni stabilite dal C.J.C., sono un non senso. Alessandro

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La Redazione