Qui in Ungheria stiamo cercando di ricostruire partendo dai cocci del comunismo, reso ancora piú drammatico da altri 20 anni di consumismo! Non è una bella situazione, ma ci sono segni positivi.
La situazione liturgica é stata minata dalla parte del popolo perché durante il regime era sí permesso andare a Messa, ma confusi col popolo c'erano le spie comuniste che prendevano nota. Se qualcuno andava a messa o battezzava i figli, perdeva il lavoro se non peggio. Quindi solo pensionati... In questo clima il Concilio é arrivato a pezzi; i documenti conciliari sono stati tradotti in ungherese solo nel 1975. Ora si ricostruisce, ma é bello cosí, con l'aiuto del Signore!!
Qui a Budapest ogni domenica c'é il Vetus ordo, che è visto con piacere sia dal popolo che dalle gerarchie (almeno quelle centrali) [o Paese fortunato!]; è significativo che delle 5 messe domenicali [tridentine] una sia nella cattedrale di Buda (alle 10), una nella cattedrale di Pest (alle 10) ed una nella "Chiesa Madre", in centro, alle 11. Non quindi, in sperdute chiese di periferia ad orari mortificanti tre volte all'anno o cose simili. Le altre sono in chiese di ordini religiosi, ma con dignitá parrocchiale.
Anche nella Basilica dei Cappuccini di Gödöllö (accanto al castello dell'imperatrice Sissi) alla prima domenica alle 10.30 viene celebrata la Messa antica in Latino. I Cappuccini hanno la Parrocchia Personale degli italiani in Ungheria, migranti o turisti; la lingua é dunque l'italiano anche per un motivo di identitá culturale in un paese straniero, ma si usa il latino col Novus ordo quando ci sono celebrazioni con gli ungheresi, a significare l'unitá nella Chiesa
Purtroppo la situazione non è così bella come suggerita da questo blog. Permettetemi di descrivere la realtà in tre punti brevi:
1) E' vero la notizia sul "pro multis". Ma le notizie positive finiscono qui.
2) A Budapest non ci sono 5 messe tradizionali. Sì, ci sono messe in latino, ma sono tutte NOM. C'è una sola messa antica a Budapest (2,5 milioni di abitanti...), alle 4 di sera, ostacolata da sempre dal cardinale (anche l'orario scomodissimo non è per caso). /Poi c'è la messa della SSPX che ora non ci interessa.
3) Nelle altre diocesi la situazione è ancora più triste (salvo la diocesi di Szeged dove hanno cominciato la messa antica domenicale poco fa). A Debrecen i fedeli stanno chiedendo la messa antica da quasi un anno, e il vescovo trova sempre delle scuse per non soddisfare alla richiesta dei fedeli. Nella diocesi di Kaposvar il vescovo proibì anche il NOM celebrato versus orientem. Nella diocesi di Gyor il sacerdote deve avere un esame statale della lingua latina per celebrare pubblicamente (infatti, non c'è nemmeno una messa antica in tutta la diocesi), ecc., ecc., ecc. Somma, in Ungheria la messa antica non è per niente nè promossa, ma nemmeno ben vista dai Presuli. In tutta l'Ungheria ci sono 3 (!!) messe antiche che si celebrano regolarmente, ogni domenica.
Come faccio sapere tutto questo? Sono un sacerdote ungherese che celebra esclusivamente la messa antica ormai da 5 anni, e credetemi, ho qualche esperienza con i vescovi ungheresi, conosco molto bene la situazione. Sono stato costretto di lasciare Ungheria proprio perchè ho voluto celebrare la messa antica...
Don Gregorio
Ottima notizia!
RispondiEliminaConfermo sull'inconprensibilità dell'ungherese :-D
E sulla bellezza delle chise magiare e sui disastri operati dal nazifascismo, dal comunismo e ora dal consumismo...come per il resto in quasi tutti i paesi dell'Est Europa...
Queste notizie non possono non far piacere...
Ho dato un'occhiata al blog...davvero ottimo...quasi quasi inizio a sciverci un po'...
Ottima la notizia...che sia di esempio per le Chiese che non vogliono applicare il MP...e per le Chiese indebolite dal comunismo o dal consumismo...
PS: quando ritornerò a Budapest, subito una visita alla chiesa italiana!
Canterò al Signore un cantico antico:
RispondiElimina"Magnus ab integro saeclorum
nascitur Ordo" !
(Virgilio, IV ecloga, anno 40 a.C)
e poi uno nuovo:
"Benedictus qui venit in Nomine Domini" !
Anno Domini 2009
Finalmente, di nuovo il latino,
lingua universale e perenne della Chiesa,
voluta da Dio per la Sacra Liturgia
perenne.
Deo gratias!
Rispondendo ad un mio intervento (http://liturgia-opus-trinitatis.over-blog.it/article-32994910-6.html#anchorComment) sulla traduzione della Colletta della Messa del giorno di Natale, padre Matias diceva:
RispondiElimina"Speriamo che nella traduzione che si sta preparando questo e altri testi siano più fedeli alla ricchezza del testo originale".
Io ho aggiunto.
Spero proprio che la traduzione che si sta preparando dimostri non solo la fedeltà al testo latino,
ma si preoccupi anche di non sfumare gli aspetti dogmatici meno in linea con il politicamente corretto.
Anni fa il linguista Lorenzo Bianchi descriveva (Liturgia: memoria o istruzioni per l'uso?) notevoli slittamenti espressivi e di mentalità sottostanti alle traduzioni ufficiali:
uno su tutti, il predominio del didascalico e del moralistico, aa scapito della proclamazione dell'efficacia dell'Evento salvifico rivissuto nella liturgia.
Il libro allora non fu accolto bene, ma oggi sarebbe il caso di tenerne presente gli assunti.
Oggi, peraltro, a quanto sembra filtrare, non è che manchino elementi preoccupanti: non parlo certo della querelle "molti/tutti" della formula consacratoria del vino, quanto alla ventilata sparizione del termine "sacrificio" sia dalla formula consacratoria del pane, che da molti testi (le preghiere eucaristiche in primis).
Speriamo bene ...
Sarebbe interessante conoscere anche il vostro parere.
Notizia ottima, senz'altro, anche se è un peccato che agl'italiani sia riservato l'italiano, mentre sarebbe stato più educativo celebrar in latino perché al meno all'estero potessero trovar l'identità nelle radici e, tornati in patria, su quell'onda, riviverle nella frequenza del VO.
RispondiEliminaCattiva notizia, invece, quella di LYCO, che mi giunge nuova e, a dire il vero, anche incredibile? Chi vuol togliere il termine-definizione-essenza di SACRIFICIO?
E con qual termine dovrebbeo sostituirlo? Forse si mira ad una definizione più complessa: aperitivo, antipasto, primo, secondo, contorno, dessert, con abbondante libagione, caffé e limoncello finale?
@ Dante.
RispondiEliminaLa questione è questa e ne abbiamo parlato anni fa [http://blog.ilgiornale.it/tornielli/2007/11/12/cambiano-letture-via-mammona-e-la-tentazione-indotta/ ,
ma anche più vicino a noi e proprio qui
http://blog.messainlatino.it/2009/04/un-chierico-tridentino-sovraintendera.html].
Il testo latino dice
"Hoc est enim Corpus meum quod pro vobis tradetur";
come si traduce tradetur?
Il caso italiano fa storia a sè ed esplicita lodevolissimamente la dimensione sacrificale del verbo, che il tradurre semplicemente come dare o consegnare lascia in sottofondo e alle considerazioni esegetiche e omiletiche con, a mio parere, scarsa considerazione del carattere icastico che deve avere la parola liturgica.
La sacrificalità insita nel termine è stata INVANO notata dal Gherardini nel suo libro recente, a proposito del passo paolino "in qua nocte tradebatur", che è stato recepito nella PE 3° e sempre tradotto letteralisticamente con "tradito".
L'imbarazzo che desta il linguaggio sacrificale è stato notato e stigmatizzato anche da teologi progressisti come Lafont e Grillo (in tempi non sospetti: cfr. il volume dell'EMP "Il sacrificio: evento e rito").
E' chiaro che molte traduzioni del 1969 zoppicano; ad es., sempre nella PE 3°, quando si dice "Egli faccia di noi un sacrificio perenne a Te gradito" difficilmente si capisce che si parla dello Spirito Santo ...
Il pericolo su cui bisogna vigilare e passare parola è che, magari si corregge il "per tutti" e in contrappeso si ha mano libera per regolare altri conti, in senso anti-tradizionale.
Come accade nel testo ufficioso della traduzione della PE 5°: si corregge l'obbrobrio ben noto, ma altrove si tradisce il senso: il latino vorrebbe "sacrificio pasquale", la traduzione fa "sacramento della Pasqua del tuo Figlio" (leggere per credere: http://www.sanpaolo.org/vita06/0506vp/0506vp52.htm).
Ecco perchè tocco ferro e vorrei davvero tenermi strette le attuali traduzioni ...
La Chiesa d'Oriente ortodossa e cattolica ha conservato intatto il suo patrimonio liturgico.Speriamo che queste belle notizie che ci giungono dalla gloriosa chiesa d'Ungheria facciano rinsavire anche il nostro episcopato e rimettano generosamente in auge la liturgia romana di sempre.Costa tanto obbedire al Santo Padre?
RispondiEliminaRicordo,se non erro, che in Ungheria il latino rimase lingua ufficiale del Parlamento fino al XIX secolo!
Complimenti è un blog stupendo. Grazie per il vostro esempio!
sapevate che mons. Luca Brandolini, liturgista già vescovo di Sora, è stato nominato Vicario del card. Vallini ed Arciprete della Basilica di S.Giovanni in Laterano?
RispondiEliminaproprio Roma, la diocesi del Papa, in che mani!
RispondiEliminaSe non sbaglio il Primate di Ungheria Card. Erdö è un espertissimo canonista, oltre che una persona di grande valore e cultura. In più è un sincero ammiratore del nostro amato Benedetto XVI. I conti tornano...!
RispondiEliminaForse non tutto va male in centro Europa
RispondiElimina;-)
Purtroppo la situazione non è così bella come suggerita da questo blog. Permettetemi di descrivere la realtà in tre punti brevi:
RispondiElimina1) E' vero la notizia sul "pro multis". Ma le notizie positive finiscono qui.
2) A budapest non ci sono 5 messe tradizionali. Sì, ci sono messe in latino, ma sono tutte NOM. C'è una sola messa antica a Budapest (2,5 milioni di abitanti...), alle 4 di sera, ostacolata da sempre dal cardinale (anche l'orario scomodissimo non è per caso). /Poi c'è la messa della SSPX che ora non ci interessa./
3) Nelle altre diocesi la situazione è ancora più triste (salvo la diocesi di Szeged dove hanno cominciato la messa antica domenicale poco fa). A Debrecen i fedeli stanno chiedendo la messa antica da quasi un anno, e il vescovo trova sempre delle scuse per non soddisfare alla richiesta dei fedeli. Nella diocesi di Kaposvar il vescovo proibì anche il NOM celebrato versus orientem. Nella diocesi di Gyor il sacerdote deve avere un esame statale della lingua latina per celebrare pubblicamente (infatti, non c'è nemmeno una messa antica in tutta la diocesi), ecc., ecc., ecc. Somma, in Ungheria la messa antica non è per niente nè promossa, ma nemmeno ben vista dai Presuli. In tutta l'Ungheria ci sono 3 (!!) messe antiche che si celebrano regolarmente, ogni domenica.
Come faccio sapere tutto questo? Sono un sacerdote ungherese che celebra esclusivamente la messa antica ormai da 5 anni, e credetemi, ho qualche esperienza con i vescovi ungheresi, conosco molto bene la situazione. Sono stato costretto di lasciare Ungheria proprio perchè ho voluto celebrare la messa antica...
Don Gregorio
E poi scusate il mio italiano molto "personalizzaro"... ;)
RispondiEliminadonG.
OK, LYCO, pensavo tu avessi o letto qualcosa che a me era sfuggita come molto, troppo facilmente mi accade, perché è difficile star dietro a tutto ciò che si dice e si scrive. M'ha tratto in inganno il verbo "ventilare" che, evidentemente, ho male interpretato.
RispondiEliminaIl pericolo che paventi è realissimo: perché, se ad un offertorio non più sacrificale, a qualche canone in cui non si fa cenno della Transustanziaizione, e che vien letto, salvo la fretta del prete che preferisce il II, troppo spesso, aggiungiamo traduzioni abborracciate, volutamente per motivi di "ecumenismo" verso i protestanti o per ignoranza, la vis verbi vien meno: e così fatalmente fatale i fedeli, sempe in numero progresivo, non sapranno più cosa effettivamente si stia operando. Perché di azione si tratta, non di racconto o novella.
Condivido, pertanto, le tue gravi preoccupazioni che son sempre state e sono le mie.
sapevate che mons. Luca Brandolini, liturgista già vescovo di Sora, è stato nominato Vicario del card. Vallini ed Arciprete della Basilica di S.Giovanni in Laterano?
RispondiEliminaFonte???
A me risulta che arciprete del Laterano sia il Cardinale Vicario, quindi Mons. Vallini.
Non conosco poi la figura del Vicario del Vicario... Esiste il vicegerente, che è mons. Moretti.
Mi sembra una bufala...
Ciao, DON GREGORIO! Son felice di leggerLa qui.
RispondiEliminaDei paesi dell'Est Lei ha esperienza diretta e quindi le Sue parole ci arrivano come una doccia gelata.
La Fede integra è la Sua forza: Lei, ahimé, non ha lasciato soltanto la Sua terra Natale, e, inoltre, l'Italia non Le ha riservato un trattamento degno del Suo sacerdozio, salvo i nuovi amici.
Venga, quando è libero, su queste pagine e ci conforti (e ci riprenda) con la Sua saggezza.
Approvo in pieno l'appello del professor Pastorelli, ed esprimo solidarietà, vicinanza e apprezamento verso don Gregorio
RispondiElimina:-)
Sursum corda!
Immagino che la notizia riguardo alla diocesi di Roma, non tratti dell'arciprete della basilica lateranense, che è Vallini; ma del suo primicerio, o protocanonico (non ricordo come si chiama). D'altronde, un tempo si diceva che la carica dovesse spettare a Plotti, se non fosse stato che l'emerito pisano fece qualche dichiarazione estemporanea alla stampa,e il papa in persona ne cassò il nome (si dice in maniera piuttosto irata). Quindi, forse c'è un partito curiale che la rivendica per i suoi.
RispondiEliminaÜdvözlöm, don Gregorio!
RispondiEliminaTranquilli: arciprete della Basilica lateranense è il card. Vicario, ossia Vallini; né potrebbe essere diversamente.
RispondiEliminaBrandolini è stato nominato (fin da quando sono state accolte le sue dimissioni dalla diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo) vicario (uno dei tanti) del card. vicario del Vicario di Cristo...
L'idea di Brandolini elevato a cardinale sarebbe stato davvero troppo, da sopportare.
Avrebbero fatto meglio a mandarlo in un monastero a continuare a piangere.
RispondiEliminaNon capisco questa "politica" di dispensar qualche onore a coloro che apertamente si ribellano alla volontà del Papa. Brandolini non è da meno di Plotti. Chissà se anch'egli fuma il sigaro per strada, vestito d'una camicia stazzonata fuor dai pantoloni sdruciti.
La saluto, professore, e La ringrazio per le sue parole! Lei conosce bene la mia situazione, sa che la tradizione non è poi così tanto benvenuta nemmeno in certe diocesi (qui habet aures audiendi audiat) dell'Italia...
RispondiEliminadonG
Il promoveatur ut amoveatur è tradizione
RispondiEliminaPurtroppo sì, don Gregorio, scompaiono i vecchi santi vescovi che tanto han costruito, i successori distruggono.
RispondiEliminaAlla Redazione.
RispondiEliminaChe si dice di nuovo delle traduzioni del Messale?
Come un lettore ungherese che vive a Budapest, posso confermare le notizie fornite sopra dal P. Gregorio. Le tre (e non 5!) celebrazioni domenicali menzionate nel post originale sono, infatti, messe latine del Novus Ordo. Mi sembra molto strano che i padri capuccini, i quali celebrano regolarmente il Novus Ordo nel vernacolare, non siano in grado di identificarlo come lo stesso rito quando celebrato in latino.
RispondiEliminaInoltre, la chiesa nel castello di Buda non è una cattedrale, ma una chiesa arciparrociale, che pur avendo il titolo di "Nostra Signora Assunta", si chiama popularmente "Chiesa [del Re] Mattia":
http://www.matyas-templom.hu/
Qui si celebra, dagli anni '70, una messa domenicale festiva in latino (l'ordinario con musica orchestrale, il proprio con canto gregoriano), ma secondo il Messale Romano di Paolo VI e versus populum. Lo stesso è il caso nella chiesa arciparrociale di Pest-Belváros, ma in una maniera ancora più dignitosa (con due diaconi vestiti in dalmatiche!). Ecco il sito web della parrochia:
http://www.belvarosiplebania.hu/index.php?mod=dynamic&id=6
Per una visita virtuale, si veda:
http://www.3dvirtualistura.hu/bpt/index2.html
Questa chiesa ospita l'unica messa domenicale-festiva offerta nella forma straordinaria in Budapest (quella dei lefebrvriani non è settimanale), curata dal Capitulum Laicorum S. Michaelis Archangeli:
http://honneurs.free.fr/Wikini/wakka.php?wiki=HongriE
http://capitulumlaicorum.blogspot.com/
La messa va offerta dal Rev. P. Gellért Ervin Kovács OPraem, dei premonstratensi di Gödöllő, il quale è il clerico protettore di questa comunità laica (che costituisce il "gruppo stabile" richiesto dal MP "Summorum Pontificum").
Per quanto riguarda i cappucini di Gödöllő, la loro chiesa si trova in Máriabesnyő, fuori della città, cioè non proprio "accanto al castello dell'imperatrice Sissi". Vi esiste, di fatto, una cappella nel medesimo castello, ma questa è una parrochia autonoma, nel cui sito web non figura nessuna messa in latino:
http://kastelykapolna.freeweb.hu/
Fu, infatti, lo stesso P. Kovács a celebrare qui una messa nel rito romano tradizionale il 13 agosto 2008:
http://capitulumlaicorum.blogspot.com/2008/08/kpek-gdlli-kastlytemplombl-ez-v.html
Insomma, la buona fede dei capuccini italiani in Ungheria non è da dubitare, ma la loro ignoranza dei fatti assai comuni e volgati, come nomi o luoghi di chiese, mi stupisce molto. Pertanto suggerisco ai moderatori di questo blog di cercare un'altra fonte di informazioni, almeno per l'Ungheria.
Non mi stupisce che molti preti non sappiano distinguere la Messa Antica da quella Riformata in latino. Per loro si tratta pur sempre di Messa "in latino" e per la maggior parte di loro la Liturgia è l'ultimo dei pensieri. Ricordo circa una decina di anni fa che parlando con un giovane sacerdote più grande di me, rimase a bocca aperta mentre gli parlavo del Messale di San Pio V. Come se stessi parlando in arabo, mi guardava attonito. In seminario non gli avevano spiegato , evidentemente, che fino a poche decine di anni fa e per secoli e secoli la Messa era celebrata con un altro Rito. E si badi bene che questo giovane prete non era uno stupido, stava pure prendendosi una laurea in Psicologia. Il problema è che i vertici della Chiesa per decenni hanno agito come il Soviet Supremo, annientando ogni opposizione alla nuova linea e gettando discredito sul passato ridicolizzando la Tradizione. Quante volte ho dovuto sentile e leggere le solite cretinate riguardo alla tradizione con la T maiuscola o la t minuscola. Loro ovviamente per (t)radizione intendevano proprio quella Liturgica pre-conciliare e non solo. I cattolci "pre-conciliari" sono stati trattati come degli alienati e lo sono tuttora. Per non parlare della campagna a sfavore del Celibato fatta dai gerarchi ieroclasti e dai vari teologi che senza sosta ripetono nei seminari ed ovunque gli capiti che: "Il celibato dei preti non è come quello dei religiosi che è una libera scelta. Il celibato dei preti secolari è una semplice regola che in qualunque momento la Chiesa potrebbe cambiare. Tra l'altro riguarda "solo" la Chiesa Latina, giacchè i preti appartenenti alle Chiese Orientali non sono tenuti ad osservarlo". Dopo aver sentito queste cose nei seminari dai loro professori, che tipo di preti devono venire fuori? Preti che aspettano che da un momento all'altro il Papa abolisca il Celibato?
RispondiEliminaAttenzione però...certo "relativismo" (la Messa, purchè in latino, va sempre bene) colpisce anche molti di noi fedeli tradizionali...e spesso ho visto elenchi di chiese e celebrazioni più diverse: le celebrazioni autorizzate dal Papa e dalla Chiesa vicino a quelle della FSSPX (che, comunque, non è ancora, purtroppo, in piena comunione...anche se spero presto che le difficoltà si risolvano), e, soprattutto, vicino a quelle dei sedevacantisti delle più varie osservanze...che dire?
RispondiEliminaFacciamo comunque attenzione!
Stiamo in guardia!
Non sempre quelli che parlano di Tradizione, facendo il più delle volte del "tradizionalismo", e per di più becero, stanno dalla parte del Signore e della Sua Chiesa...
In genere negli elenchi delle Messe tradizionali (Una Voce, Una Vox ecc) si fa distinzione tra quelle autorizzate dalla S. Sede e quelle della S. Pio X. Alcuni, sempre distinguendole, comprendono anche quelle dei sedevacantisti.
RispondiEliminaIl caso dei Cappuccini italiani in Ungheria è un po' differente da quello del giovane scerdote citato sopra: la superficialità delle informazioni nel post originale non riguarda solo il rito, ma anche fatti fondamentali della struttura ecclesiastica ungherese. Com'è possibile, p.e., parlare di due cattedrali in Budapest? I turisti italiani lo sanno meglio! Forse i reverendi padri hanno udito qualcosa e, senza informarsi debitamente, hanno subito inviato a questo blog un testo molto impreciso, dando una distorta immagine della situazione ungherese dell'Usus Antiquior. Dopo il MP "Summorum Pontificum" e la revoca della scomunica dei vescovi lefebvriani la liturgia tradizionale è divenuta un'attualità assai presente anche nei media secolari. Vi sono moltissimi siti internet dedicati al Vetus Ordo, basta usare il Google. L'entusiasmo è sempre lodabile, ma la superficialità o la disinformazione può resultare contraproduttiva.
RispondiEliminaLeggo il commento di don Gregorio, sacerdote ungherese, e debbo dire che certi vescovi...non si smentiscono mai!
RispondiEliminaOra capite perché la FSSPX deve agire ... in stato di necessità?
Sono cristiani e sono vescovi...ma la carità dove sta?
Perché non obbediscono al Papa?
Perché chi obbedisce al Santo Padre viene etichettato come disobbediente?