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lunedì 1 giugno 2009

Ecclesia Dei: il Motu Proprio si applica anche al Rito Ambrosiano


Sul lodevole sito New Liturgical Movement apprendiamo una piacevolissima notizia, sicuramente destinata a rincuorare i molti fedeli (tra giovani e adulti) che attendevano l'applicazione del Motu Proprio anche nell'Arcidiocesi Ambrosiana, ostacolato e vietato dalla curia con pretestuosi motivi interpretativi e canonici.

Il responso della Ecclesia Dei mette definitivamente a tacere i burocrati curiali, che tra un canto con le chitarre e una preghiera ecumenica si erano improvvisamente riscoperti fini esegeti e occhiuti filologi del documento papale, al solo scopo di ottenere una legittima disapplicazione dello stesso, per carenza di competenza, a tutti ben nota.

Il Motu Proprio Summorum Pontificum, dice il documento, si può però applicare anche per le celebrazioni secondo il Rito Ambrosiano, con buona pace di Mons. Manganini, che ne fu tenace oppositore.

Si pubblica di seguito, la copia della risposta dalle Pontificia Commissione Ecclesia Dei, con il fausto e chiarissimo responso, a firma del Vice Presidente, Mons. Camille Perl.

Ci rallegriamo con e per i fedeli dell'Arcidiocesi Milanesi per questo positivo atto, che si pone in coda ad un lungo e delicato processo "diplomatico" condotto sapientemente da alcuni insigni prelati della Chiesa Milanese e i vertici della Ecclesia Dei.

Possano così fiorire numerose e partecipate anche nelle chiese ambrosiane le Sante Messe antiche "ad laudem et gloriam nominis sui, ad utilitatem quoque nostram, totiusque Ecclesiae suae sanctae."


Cliccare sulla lettera per leggere, in originale, il responso della Commissione Ecclesia Dei - a firma del suo vicepresidente mons. Camille Perl - inerente l'applicazione del Motu Proprio al Rito Ambrosiano.

32 commenti:

  1. Era ora.
    Peccato che l'opposizione pretestuosa della curia ambrosiana si sia comunque tramutata in discredito per la diocesi tutta.

    A "qualcuno" che se l'è cercata col lanternino, o a chi doveva vigilare sull'operato dei propri collaboratori, questa figuraccia sta bene, ma la vergogna ricade su tutto il buon popolo ambrosiano, estraneo (ma -spesso- succube) ai maneggi degli attuali maggiorenti.

    Il cardinale Schuster di s.m. lasciò una diocesi all'acme di un prestigioso splendore. Cosa lasciano quelli che gli succeduti?
    Ecco: figuracce di palta come questa davanti al mondo.
    Vebbè... sopravviveranno allo scandalo... forse sono talmente tonti che non se ne sono neppure accorti... là in piazza Fontana sono ancora estasiati dalla kermesse di Caravaggio dove sono convenuti 10.000 giovani ad ascoltare i bla bla bla solidaristici di uno che si è dipinto le carovane dei migranti sulle lenti a contatto, per averle sempre dinnanzi agli occhi (mica per sincera solidarietà, solo per non vedere i veri problemi di questa povera diocesi allo sfacelo).

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  2. In quel di Milano saranno in molti a considerare la lettera come una figuraccia?
    Oppure tale missiva potrà, de facto, mutare qualcosa nella mens dei gerarchi meneghini?

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  3. Credo che non cambierà un bel nulla, sono troppo incarogniti e, semmai, la palese smentita delle loro macchinazioni li avrà resi ancora più cattivi, astiosi e malvagi.

    Possiamo solo pregare perché il prossimo arcivescovo sia ALMENO cattolico.

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  4. E ci volevano i lanzichenecchi per catalizzare il pronunciamento! Il quale speriamo contribuisca a sedare la spocchia di quei cattolici milanesi che sono sempre pronti a magnificare i fasti inarrivabili del rito ambrosiano (inferiore in dignità).

    Una curiosità: "i studenti" è licenza curiale o è un cortese tentativo di entrare in armonia con la morfosintassi del dialetto ticinese?

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  5. Uffi, 'sti romani... :-)))

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  6. Sarrebbe bello se ora con semplicità, umiltà e anche fortezza cristiana qualche buon sacerdote sorretto da coraggiosi laici organizzi una bella celebrazione in rito ambrosiano antico per "festeggiare" la chiarificazione definitiva arrivata dalla Santa Sede. Penso che atti di questo genere siano molto, molto opportuni per aiutare anche la Curia Ambrosiana ad ubbidire serenamente a Roma.

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  7. Ricordiamoci che a volte ci viene richiesto di essere "martiri" cioè testimoniare concretamente la nostra fedeltà alla Santa Sede e questa è un'occasione per esserlo.

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  8. Pur sperando anch'io in una ricca fioritura di Messe ambrosiane tradizionali, penso sia un po' prematuro pronunciarsi sugli effetti a breve termine di questa lettera. Ad ogni modo sarei contento di non vedere termini come "incarogniti" usati in un discorso come questo, non contribuiscono certo a creare un clima sereno; piaccia o non piaccia, un continuo dialogo con la Curia milanese, basato sulla fiducia e senza sterili conflitti, sarà sempre necessario ai fedeli legati alla tradizione che vogliano promuovere iniziative nella diocesi ambrosiana. E non definirei mons. Manganini "tenace oppositore" della Messa tradizionale. La realtà è spesso complessa e non merita di venire riassunta in slogan come questi, che rischiano di essere (e spesso sono) fuorvianti.

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  9. Ah già scusa... dimenticavo che siete in trattativa con quel grandissimo galantuomo di Manganini per ottenere la messa Tradizionale a Varese. Con tanto di nuovo lezionario ambrosiano a contorno.

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  10. La realtà è complessa, ma per far celebrare qualche messa non ci vuole molto; basta un pò di buona volontà e a Milano la buona volontà è stata messa tutta: per non applicare il motu propio.
    Non si vien meno a nessuna virtù cristiana se si dice che tizioio o caio han fatto di tutto per non applicare al rito ambrosiano le disposizioni del MP.
    E' un dato di fatto. Molti credono che la virtù consista nel tacere e nel subire le ingiustizie. A volte però è più virtuoso parlare ed agire, ed il tacer è solo codardia.

    La Chiesa con il Codice di Diritto Canonico del 1983 ha fatto un salto lungo anni luce. Molti non se ne sono ancora accorti e credono di essere ancora in pieno feudalesimo con i vescovi a spadroneggiare e calpestare i diritti altrui e i laici a subire e a farsi conculcare i propi diritti.

    Detto questo gli ambrosiani si scordino che con una semplice lettera privata potrà cambiare qualcosa.

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  11. Meglio tardi che mai, ma due anni (mese più mese meno) sono veramente tanti per stabilire che l'arcivescovo di Milano aveva detto una sciocchezza colossale negando che il motu proprio si applicasse alla sua diocesi.

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  12. Ne passeranno di mesi prima di poter avere una messa secondo il vetus ordo a Milano.
    Per quanto riguarda il cardinale Tettamenzi, ha ragione Paolo, la sua omeria a Caravaggio è stata qualcosa di assurdo, inaccettabile, agghiacciante direi.
    Se penso che il Santo Padre gli ha prorogato il mandato mi si accappona la pelle.

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  13. E' stato fatto notare già da qualcun altro, ma lo faccio mio e lo dico con estrema franchezza:
    DIRE CHE IL VENERANDO RITO AMBROSIANO E' INFERIORE QUANTO A DIGNITA' E' QUANTO DI PIU' INSULTANTE E OBBROBRIOSO CI SIA; I FEDELI AMBROSIANI, ANCHE QUELLI TRIDENTINI, DOVREBBERO RESPINGERE AL MITTENTE QUESTA CONCESSIONE CHE SVELA SOLO ARBIRIO E SUPPONENZA, OLTRE CHE ANTITEOLOGICO DISPREZZO DELLA DIGNITA' DELLA CHIESA LOCALE.

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  14. Non siamo ipocriti: le realtà saranno anche complesse, ma Manganini è stato da sempre contrario, anzi contrarissimo. Ed ha boicottato e vietato in ogni occasione la liturgia tradizionale ed ha ostacolato e minacciato in tutti i modi chi la celebrava. E' triste notare come, per esempio, Rinascimento Sacro - vicino a Manganini e alla curia milanese - abbia completamente snobbato e boicottato la notizia.

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  15. Quel qualcuno sono io, ma certo non posso associarmi alla reazione della scalmanata diaconessa.
    A tutela del mio buon nome, rimetto -salvo parere contrario dei responsabili del blog- ilmio commento.
    _ _ _
    "La motivazione che porta della superiorità del rito romano in dignità rispetto a tutti gli altri riti latini non è mai stata sostenuta in altri pronunciamenti ufficiale della Pontificia Commissione Eccl. Dei".

    Per fortuna!
    Sarebbe il modo peggiore per affermare il diritto alla celebrazione nella forma tridentina. La celebrazione del VO non ha certo nè deve avere come fine quello di conculcare la legittimità delle diversità liturgiche.
    Il Motu Proprio serviva a promuovere la concordia nella Chiesa, ripristinando la possibilità di esprimersi secondo le forme del passato.
    Purtroppo non sta dando i frutti sperati: invece del mutuo riconoscimento e della mutua riconoscenza, sta rinfocolando gli opposti estremismi.
    _ _ _

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  16. Non fate tempeste in un bicchier d'acqua. "Superiorità" del rito romano qui significa semplicemente che il rito romano è il rito universale della Chiesa cattolica occidentale, mentre il rito ambrosiano è il rito di una sola diocesi. Non c'è nulla di scandaloso in tutto questo né si conculcano i diritti venerandi del rito ambrosiano.

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  17. Jacopo,
    il Motu Proprio viene DOPO il Concilio. Quindi Tradizione SI' E SENZA DUBBIO, senza però dimenticare il buono che ha apportato il nuovo.
    Non dovete dare l'idea che il mondo si sia fermato al 1940.

    Una sintesi efficace ed in linguaggio attualizzato ma fedele
    è il Catechismo della chiesa Cattolica.
    Faccciamo tutti lo sforzo mentale di parlare in quel linguaggio.
    Con amicizia.

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  18. Jacopo, non dare troppo peso all'uso del maiuscolo. Del rito amborisiano al postatore anonimo, cui non vale proprio la pena di rispondere, non importa un bel nulla. E' solo che il personaggio ha intravisto uno spiraglio in cui incuneare una polemica è ci si è buttato. Lasciamolo là dentro, il simpaticone, e teniamoci questa bella puntualizzazione della Ecclesia Dei.

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  19. Hagrid dice che il mondo non s'è fermato al 1940.
    Ancora c'è gente che pensa che noi tradizionali vogliamo fermare il tempo o siamo contro di esso.
    Ma insomma, basta con questi luoghi comuni.
    Perché se noi legati al rito antico siamo fissisti, coloro che son legati al rito nuovo potrebbero esser definiti "irrequietisti".
    I tradizionali non sono antistorici, e la riprova è l'internet.
    Tutti riconoscono che in rete la presenza di siti legati al vetus batte 99 a 1 la presenza dei siti legati al novus.
    E poi, si potrebbe anche dire che se il mondo non s'è fermato nel 1940 (perché poi stà data?) non è nemmeno nato nel 1970.
    Eppure c'è una larghissima parte della Chiesa che crede e si comporta come se il preconcilio fosse tenebre mentre ilpostconcilio solo luce.
    Per favore le prediche sul tempo che passa non fatele a noi, fatele a voi stessi che ancora pensate di essere negli anni sessanta e settanta. Mentre il mondo nel frattempo ha corso veloce e se la differenza è solo di pochi decenni, quei decenni contano come secoli e millenni.
    Chi è fuori del tempo e della storia quindi siete voi, non noi.
    Antonello

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  20. Carissimi,
    vorrei commentare con le parole di Galileo "eppur si muove"
    F.d.S.

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  21. "il mondo non si è fermato al 1940", ma la fede deve inseguie il mondo? o piuttosto ha in sè dei germi di eternità che la rendono immutabile ma sempre nuova per tutti i tempi e tutte le epoche. Si guardi al Vangelo..Personalmente non so che farmente non solo di una di una fede ma anche di una liturgia che deve sempre essere aggiornata come le programmazioni delle aziende o le leggi degli stati in un continuo ed incessante inseguimento della modernità. gabri

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  22. Mi sa tanto che vi siete sbagliati; io sto con la Tradizione come voi, ma non la identifico con un LINGUAGGIO datato.
    Faccio un esempio frivolo. L'innamoramento si canta in mille modi, non possiamo star fermi a "Parlami d'amore Mariù" o, ma questo mi costa di più, a "Questo piccolo grande amore".
    Tutto qui.

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  23. Franco, in verità rispondevo ad Hagrid. Con cui comunque sono d'accordo quando dice che bisogna tenere conto anche di quanto è avvenuto con il concilio e anche con il postconcilio. Tornare al passato non è possibile e personalmente non lo considero nemmeno auspicabile. Però caro Hagrid bisogna cominciare a riconoscere che troppe cose buone del passato sono state "dismesse" e sostituite con materiale più scadente, il problema è questo. Non è tanto una questione di treminologia.

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  24. Il linguaggio della chiarezza, della concisione e della precisione può avere più o meno fortuna in determinati momenti storici, ma è immortale ed essenziale in materia di fede e dottrina. Gli uomini di Chiesa quando saranno stufi del linguaggio fumoso, circiteristico, approssimativo e anfibologico oggi trionfante, torneranno alla concisa chiarezza e precisione di un linguaggio che sarà forse datato, ma che esprime con critallinità la Verità che è Cristo il quale ci insegna:
    Il vostro parlare sia si si, no no; il resto viene dal maligno.

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  25. ERRATA CORRIGE

    critallinità=cristallinità

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  26. Il crepitìo della strizza dei fegati dei curiali ambrosiani è giunto fin qui nel profondo sud d'Italia!

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  27. era ora. Deo gratias. Alessandro

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  28. dalla Sacrosanctum Concilum:
    "Infine il sacro Concilio, obbedendo fedelmente alla tradizione, dichiara che la santa madre Chiesa considera come uguali in diritto e in dignità tutti i riti legittimamente riconosciuti".

    E adesso chi lo dice all'Ecclesia Dei?

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  29. La Sacrosanctum Concilium dice anche che la messa deve essere in latino, se è per questo. Ma qui ti piace di meno, vero?

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  30. Io credo che non succederà nulla.
    Anzi ho saputo di una telefonata durissima della Curia Milanese a quella di Lugano che chiede di non far celebrare assolutamente al Sacerdote, firmatario della richiesta all'ED , nel rito ambrosiano antico.
    I toni usati dalla Curia Milanese sono stati terribilmente forti ...
    Ne vedremo delle belle...
    A.C.

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  31. Un buona  quota  delle offerte racolte  in Chiesa la domenica  serve a pagare le telefonate minatorie  e piene di maleducazione , per non dir  dipeggio, che mons Mnganini fa  a tutti quelli che vogliono celebrare col Rito Antico

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  32. Mi piacerebbe vedere una messa di V.O. in S. Ambrogio per scoprire cosa ne pensa  l'Abate De Scalzi, che ha una pessima reputazione per la messa di vecchio rito ritenendola archeologia liturgica, salvo poi vedere che il suo penitenziere Giovanni Marcandalli dice messa al Gentilino, cosi come Mons. Amodeo.
    Aproposito sapete che il maestro Scomparin è stato misteriosamente licenziato da S.Ambrogio, come mai un direttore che ha fato rifiorire il canto ambrosiano in basilica, esperto del V.O. e della Divina Liturgia è stato licenziato alla vigiali di Natale?
    Mi dicono che sia stato chiamato in passato in Vaticano, abbia cantato l'ambrosiano negli Stati Uniti ad Harvard, sull'Isola di Rodi e in Israele, forse ha oscurato l'immagine di qualcuno?
    Misteri ambrosiani...

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La Redazione