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sabato 30 maggio 2009

Il 'j'accuse' di un vescovo francese ai 'fratelli nell'episcopato'

Il Vescovo emerito di Cahors, Mons. Maurice Gaidon, raggiunta l’età della pensione e con quella, forse, la libertà di manifestare le proprie opinioni, ha pubblicato nei mesi scorsi un libro che ha disturbato non pochi suoi colleghi transalpini: Un évêque français entre crise et renouveau de l’Église, Ed. de l’Emmanuel, 2008 (Un vescovo francese tra crisi e rinnovamento della Chiesa).


Ecco, tratte dal suo libro e da noi fedelmente tradotte, le frasi che più hanno fatto discutere, poiché sono un pubblico riconoscimento di quel che è sotto gli occhi di tutti ma che la "linea ufficiale" del perbenismo episcopale vieta di pronunciare, a maggior ragione a qualcuno che provenga da quei ranghi. Le prendiamo dalla seconda parte del libro, che ha tre capitoli dai titoli ben eloquenti: Una traversata del deserto, Noi siamo dei codardi, Una Chiesa paralizzata?


*****


"Da dove viene questa impressione di strano torpore che percepisco al contatto con le nostre comunità disorientate, de nostri preti disincantati, dei miei fratelli vescovi dal silenzio pavido nelle nostre assemblee?"

"Io penso che il nostro linguaggio manchi di vigore e che il soffio profetico è troppo assente dai nostri testi sapientemente misurati e degni di risoluzioni votati alla fine di ‘meeting radical-socialisti’ [..] Un testo si diluisce quando è rivisto e corretto in un’assemblea di un centinaio di membri, alcuni dei quali non parlano mai mentre altri prendono la parola senza complessi. In un’assemblea in parte infiltrata da "grosse mitre" che preparano attentamente certe elezioni e si spartiscono i "posti chiave" dell’episcopato [..] Noi non amiamo uscire da un tono conciliante e cerchiamo prima di tutto il conforto di un consenso molle nei campi più sensibili, come lo sono i problemi di marale coniugale e le questioni di bioetica. Avevo già trovato queste esitazioni al momento della legge sull’aborto e constatato che non eravamo pronti a incrociare la spada con i politici. Risento la stessa impressione quando il governo si prepara a aprire i dibattiti sui contratti di unione tra due persone dello stesso sesso. Da dove viene questa paura allorché noi non esitiamo a far sentire la nostra voce in altri problemi sociali?"

"E alcuni di noi non la finiscono di tessere le lodi a questo regime degno di elogi... il che è un colmo. Non abbiamo a lodare un regime che tratta la Chiesa con tanta disinvoltura e non perde un’occasione di sollevare ostacoli alla diffusione del messaggio cristiano. Non dobbiamo incensare un potere politico il cui liberalismo morale contribuisce a degradare il clima della nostra società [..] Non dobbiamo passare la spugna troppo velocemente sulle scelte legislative che hanno portato alla banalizzazione dell’aborto [...] Pagheremo caro e a lungo queste decisioni alle quali abbiamo opposto una resistenza davvero mediocre e un discorso senza spigoli vivi e accenti vigorosi"


"Ho vissuto male "la riforma liturgica" imposta nel giro di una domenica e con un autoritarismo clericale insopportabile. [..] Ho l’impressione di aver vissuto questi anni come una lenta deriva, spinti dalle mode e dai linguaggi stabiliti nel nostro universo clericale e di ritrovarmi, all’ora della mia ultima tappa, in un doloroso smarrimento, invaso dal sentimento di aver subito passivamente le prese di posizione e le decisioni dei miei fratelli nell’episcopato e di aver seguito con loro la china dei compromessi anziché usare un linguaggio ruvido e profetico dei testimoni e degli annunziatori di una Parola che è ‘una spada’".


"La speranza non ha niente a che vedere con un ottimismo su comando che regna troppo sovente nelle officine ecclesiastiche che io frequento"

42 commenti:

  1. ATTENZIONE una bellissima notizia dal sito inglese NLM:
    La Commissione Ecclesia Dei si è finalmente pronunciata sul caso ambrosiano:
    Il Motu Proprio si applica anche alla diocesi di Milano.
    Andate a controllare.

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  2. Ha ragione questo vescovo: manca la profezia nella chiesa. Invece che perdersi nei fratelli per trovarsi in Cristo, coltiva l'individualismo dei fedeli ed il pietismo, il senso precristiano dell'arcano nelle cerimonie e il senso anticristiano degli affari, l'eleganza tronfia degli abiti e delle pose, mentre al popolo di Dio no spezza ne' il pane della Parola, ne' il pane quotidiano.
    E voi che fate? la rimproverate perche' è poco individualista, poco arcana, poco integrista, poco schierata con i potenti?
    Ha senso questo?

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  3. Questo vescovo ha parlato troppo tardi. Avesse parlato prima sarebbe stato tacciato di lefebvrismo, di vescovo "selvaggio" ecc.
    Quel che denuncia è quel che ben si sa e ben si sapeva dall'immediato post-concilio.
    Le Conferenze Episcopali, che dovrebbero esser semoplici organismi d'incontro e studio dei problemi, sono invece state trasformate in organismi dotati del potere di dettar la linea dottrinale e pastorale ai singoli vescovi, mentre sono i singoli vescovi che nella loro diocesi sono i successori degli Apostoli. Le conferenze episcopali, insomma, non sono un collegio apostolico.
    Un organismo che doveva essere momento di colloquio, condivisione d' idee, confronto, ecc. s'è trasformato in un parlamento che legifera e governa esautorando il singolo vescovo che, per paura di rimaner solo e d'esser schiacciato dai più, si adegua anche a quel che urta la sua coscienza e tace per poi parlar quando non ha più niente da perdere.
    Questi vescovi pavidi, mi fan tristezza e rabbia. La tipica razza dei don Abbondio, senza spina dorsale, traditori della loro missione.
    Hanno applicato direttive imposte illegittimamente? Son colpevoli d'averlo fatto.

    E', questo, il frutto tossico della "collegialità" nata dall'equivocità della Lumen
    Gentium sull'argomento, nonostante la Nota Praevia.
    Si dà ai vescovi un potere che non hanno. L'unico potere supremo di governo e d'insegnamento della Verità è quello pontificio: il Papa può esercitarlo da solo o coi vescovi riuniti con lui e sotto di lui a cui partecipa il suo potere.
    Una Chiesa "democratica" non esiste. Una Chiesa "democratica" non esiste. Non esistono due poteri supremi, quello del Papa e quello dei vescovi seppur riuniti col Papa. Il capo visibile della Chiesa è il Papa, ed è uno, come uno è il capo invisibile, Cristo.
    Non per nulla neppure i decreti conciliari han vaklore se non controfirmati ed approvati dal papa. Se il Papa vuole può anche modificare i testi d'un Concilio già dai vescovi votati.

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  4. Pastorelli, una cosa e' il mandato di Gesu' alla chiesa, di annunciare la Parola e di farsi pane per tutti, una cosa e' la gerarchia. La tua cura e' l'altra faccia dela malattia: la chiesa e' del popolo non dei gerarchi, dei poteri sacri.

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  5. Meglio tardi che mai; interventi così chiari, così coraggiosi non possono che far piacere.
    Non è possibile lasciare ai "lefebvriani" il monopolio della verità e dello zelo apostolico: la verità profetica di dire ciò che non va e lo zelo apostolico unicamente rivolto alla salvezza delle anime e non ai compromessi all'interno delle conferenze episcopali o alle mollezze del dialogo.
    Profeti, la Chiesa ha bisogno di profeti che annuncino tutta intera la Buona Novella del Divino Maestro; profeti coraggiosi come coraggioso fu Siri, Lefebvre, De Castro Mayer e altri ancora e come coraggioso si mostra questo vescovo.

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  6. Sino a prova contraria Cristo ha detto ai suoi Apostoli: Andate, predicate, ammaestrate tutte le genti e battezzatele...": non l'ha detto alla folla dei discepoli.
    A Pietro ha detto: "Tu sei Pietro... pasci le mie pecore, pasci i miei agnelli".
    Non l'ha detto né a te né a me. E neppure alla sua Mamma.
    Cristo ha creato una gerarchia ed il sacerdozio ministeriale nell'Ultima Cena quando ha istituito l'Eucaristia, sacramentalmente anticipando il Sacrificio della Croce: quella Gerarchia avrebbe dovuto rinnovare nei secoli quel che Lui in quel momento faceva.
    Questa Gerarchia, immediatamente dopo la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo dov'era riunita intorno a Maria è partita alla conquista del mondo e dovunque erano gli apostoli a predicare, santificare, ordinare vescovi e sacerdoti.

    La Chiesa è del popolo? La Chiesa è di Cristo: il popolo è parte della Chiesa, è la chiesa discente, che è sottoposta alla gerarchia alla quale Cristo ha affidato il Sacro Deposito. Chiesa docente e Chiesa discente.
    La Chiesa non è del popolo, e non è della Gerarchia, la quale deve servir Cristo, ed il suo Corpo Mistico che è la Chiesa e non deve usare i suoi poteri per distruggerla e modificarla rendendola diversa da quella che Cristo ha edificato: Una Santa Cattolica Apostolica, gerarchica e piramidale.
    Al vertice è il Vicario di Cristo che partecipa ai vescovi ed ai sacerdoti, a vari livelli, la sua potestà.
    Anche "il popolo", cioè i fedeli - non certo una categoria sociale! cara alla papessa ANONIMA I che pontifica in cucina e coi ferruzzi in mano - ha il suo sacerdozio che nasce dalla sua incorporazione a Cristo nella Redenzione: ma è il sacerdozio universale, non il sacerdozio ministeriale.
    Io non posso assolvere nessuno dai suoi peccati, né posso celebrar la Messa, né ordinare sacerdoti o consacrar vescovi e neppure eleggere il Papa. Non a me è stato detto: ciò che tu scioglierai in terra...ciò che tu legherai... ma agli Apostoli.
    Questa è la Chiesa. Quella che avete inmente voialtri ne è solo la parodia. E nella vostra non c'è salvezza.

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  7. Con tutto il rispetto...ma troppo facile denunciare quando si sta per uscire dalla scena.

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  8. ... e quando si annusa il cambiamento nell'aria...
    (anch'io col dovuto rispetto)
    A.H.

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  9. Indubbiamente la perdita dei carismi propi a ciascuo è un danno gravissimo; non c'è più chi è deputato a pascere e insegnare e chi deve ricevere l'insegnamento. insomma il pastore è ora un coordinatore e le pecorelle dopo il Vaticano II sono state promosse al rango di collaboratori ed ora l'ulteriore promozione alla corresponsabilità.
    E così la Chiesa non appare più come un popolo gerarchicamente costituito ma sembra una holding.

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  10. La Chiesa "postconciliare" oggi è in condizioni simili a quelle in cui si è trovato il marxismo nel secondo dopoguerra. In quegli anni i marxisti più intelligenti e aperti cominciarono a capire che la loro ideologia era fallita, che era un'utopia inapplicabile, e a fatica, dolorosamente (costa fatica enorme ammettere che si è sbagliato per decenni!), cominciarono a dirlo a mezza bocca. Come fa questo vescovo, che ammette l'evidenza solare del fallimento di tanti magari generosi ma dissennati slanci postconciliari. Ma miriadi di marxisti negli anni Cinquanta, Sessanta, Settanta adottarono un'altra soluzione: il marxismo non aveva sbagliato, avevano sbagliato solo i "cattivi" Stalin e Kruscev; ora le nuove star più radicali, come Castro o Mao, avrebbero avuto successo. Nel cattolicesimo odierno gli equivalenti di costoro sono quanti pensano che il postconcilio non è stato abbastanza radicale, che deve trasformarsi in un'ideologia politica o magari buttare tutto ancora di più in una carnevalata dove l'altare diventa il tavolo del pranzo di Natale sormontato da una bella menorah... No, amici, queste cose non funzioneranno come non hanno funzionato Fidel Castro o Mao Zedong, ahivoi. Il vostro zelo accelera solo il vostro fallimento, il momento in cui dovrete prendere atto che le vostre idee bislacche non funzionano, che il cattolicesimo è quello che è sempre stato da duemila anni e non ce n'è uno nuovo sbucato dall'ovetto kinder. Prima o poi dovrete svegliarvi anche voi, meglio farlo adesso.

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  11. Questo è integralismo: si sceglie a piacimento un periodo storico della Chiesa che assurge ad unico modello di Chiesa, indipentemente dai difetti: di teologia (l'aridita', anzi la sordita' allo Spirito della teologia manualista col suo cristomonismo), di spiritualita' (intimista, pietista, svirilizzante), di politica (l'alleanza trono-altare avanti ieri, con le dittature ieri, con Bush finche' c'e' stato e sempre con Berlusconi oggi), liturgica (sacralita' esoterica e paganizzante).
    No c'e' la consapevolezza che la Ecclesia e' semper reformanda.
    E' una forma di idolatria.

    Jacopo, bada bene che i piu' cristiani degli anni 40 e 50 hanno prreparato e poi fatto il Concilio, poi tradito dai rigurgiti di chi aveva sete di potere.

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  12. concordo in pieno con quanto detto da Jacopo; purtroppo coloro che si accorgono del disastro sono ancora pochi e ancor meno sono coloro che vedono nel riscoprire la gloriosa tradizione l'unica possibilità di rialzarsi.
    Ma se in ambito politico in pochi anni s'è capito il fallimento comunista e l'ideologia s'è sgretolata subito, in ambito ecclesiastico tutto è terribilmente più complicato e più lento e l'ideologia si sgretolerà, ahimé, con tempi mooolto più lunghi.
    Questo, naturalmente, salvo interventi divini di accelerazione per i quali preghiamo ma di cui non possiamo aver certezza.

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  13. Con quale diritto parla questo vescovo? Ha senso un vescovo nella chiesa fedele alla Parola?
    No.
    Inopportuno, scusa, ma sei troppo di destra ecclesiastica e te lo spiego.
    Il problema e' il sacerdozio.
    Non c’è un solo passo in tutto il Nuovo Testamento in cui Gesù affermi (o in cui un autore neotestamentario gli fa affermare) l’esclusione delle donne dal sacerdozio. Non ha senso appoggiarsi alla tradizione della Chiesa per avvallare una convinzione, un dogma che poggia su consuetudini che prese piede a partire dal III secolo (quindi ben tre secoli dopo Gesù), poiché è ormai accettato da tutti gli studiosi e dagli stessi cristiani più progressisti che buona parte della tradizione della Chiesa non risale al Vangelo, anzi che per molti aspetti è inconciliabile con esso.
    Gesù non avrebbe mai potuto ordinare un tale precetto per una serie di motivi:

    1. Non ha mai creato alcun sacerdozio maschile in contrapposizione alla classe sacerdotale del tempio di Gerusalemme,
    2. Gesù non ha mai istituito un clero così come si è andato costituendo nei primi tre secoli dell’era cristiana. Quando, in Mt. 6,5-6 afferma che “quando pregate non siate come gli ipocriti che amano pregare stando ritti nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze per farsi notare dagli uomini… Ma tu, quando vuoi pregare, entra nella tua camera e, serratone l’uscio, prega il Padre tuo che sta nel segreto…” non fa altro che rivelare il superamento stesso del sacerdozio come istituzione sacra legata a un luogo di culto.
    3. Ne consegue che se Gesù non ha mai parlato di sacerdozio femminile né, tanto meno, di sacerdozio maschile, è perché non gli é mai passato per la mente di crearne uno, per cui il problema dell’ammissione/esclusione delle donne dal sacerdozio non si poneva affatto per il Figlio di Dio. Il motivo di tale apparente “noncuranza” è molto semplice a va ricercato nei Vangeli:

    “Credimi donna; è venuto il tempo in cui né su questo monte né in Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate quello che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene il tempo, anzi è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorarli in spirito e verità.” (Mt. 21-24).

    Detto questo, la battaglia portata avanti da molte donne per ottenere l’apertura del celibato al sesso femminile non mi vede partecipe in quanto sono convinta, e in ciò supportata da molti passi scritturistici, che l’intenzione di Gesù non era quella di creare, su nuove fondamenta, una nuova classe sacerdotale in antitesi a quella sadducea che faceva riferimento al tempio, ma, al contrario, di abolirla del tutto. Per lui, infatti, la casa del signore non era una costruzione di pietra ma – e in ciò egli è stato veramente rivoluzionario – il tempio andava sostituito con il suo corpo, cioè con la sua parola messa costantemente in pratica.

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  14. La spassosa Papessa Anonima I colpisce ancora col suo femminismo da quattro soldi. Meglio Adriana Zarri.
    Se Cristo avesse voluto le donne sacerdotesse, per prima avrebbe detto a Sua Madre: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore. Sua Madre mai l'ha rinnegato, mentre Pietro sì. Chi più degno di lei, senza macchia di peccato originale, unica creatura perfetta?
    Alla mensa sedevano con Gesù gli apostoli e solo loro.

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  15. Sempre le solite ciance senza base, INOPPORTUNO.
    Non capisci neppure il significato di quel che citi.
    L'"ecclesia semper reformanda" significa che gli uomini di chiesa, gerarchia e fedeli, devono sempre più camminare sulla via della perfezione: non significa che la Chiesa muti la sua divina costituzione.
    La Chiesa in quanto tale è santa; nei suoi uomini è peccatrice.
    Studia, fraticello.

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  16. Ecclesia semper reformanda: sed non iterum reficienda... Qui invece se ne vuole creare una nuova sulla base di "nuove rivelazioni". Tanti auguri. La Chiesa è una, cattolica, apostolica, da sempre, dalla Pentecoste che le ha dato l'assistenza dello Spirito.

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  17. Conosco abbastanza bene la situazione della Chiesa in Francia per averla sotto gli occhi e ho quella svizzera ancor più vicina.
    Le recenti nomine di Papa Benedetto hanno rimesso un pò di "baume au coeur", ridato speranza a tutte le vittime dei vescovi postsessantottini che sono la maggioranza e che agiscono in modo autonomo e di preferenza in senso contrario al Magistero del Papa, ignorandolo o-e non perdendo un`occasione per criticarlo.
    In Francia si vendono le chiese, le si distruggono, le si mette a disposizione di tutti salvo dei fedeli alla Messa Tridentina (vedi Amiens), nei dibattiti sociali sull`etica, la bioetica, i vescovi tacciono o parlano con mollezza, pochi sono stati i vescovi che hanno sostenuto la marcia per la vita, non li ho sentiti esprimersi sulle unioni omosessuali, parole concilianti di compromesso, il compromesso eretto in sistema, la viltà, il desidero di piacere ai potenti, il potere tout court, certe alleanze più che improbabili e vertiginose, vescovi che hanno la loro corte di progressisti, incuranti che le loro chiese siano deserte e i seminari vuoti.
    Recentemente molti cimiteri sono stati profanati, una chiesa bruciata , pensate che delle voci si sono fatte sentire ? No! Silenzio assordante.
    Basta poi andare sui sedicenti giornali cattolici come La Vie o i blog del giornale cattolico progressista "La Croix" e sul quotidiano stesso per vedere all`opera l` ideologia postsessantottina, basta vedere quali sono i vescovi che raccolgono i suffragi, citati come esempi da seguire.
    Persone aperte a tutto, al mondo, che sono per una Chiesa che vada nel mondo sposandone i costumi...o accettandoli, capaci di fare omelie o tenere discorsi in cui non nominano una sola volta Gesù, o di nominarLo per asservirLo alle loro ideologie.
    I cattolici francesi, che stento a chiamare ancora cattolici perchè apertamente rifiutano l`autorità del Papa e il Magistero della Chiesa, si rendono conto della crisi, realizzano che la Tradizione è restata viva e si fa sentire sempre più forte, allora corrono ai ripari, si agitano e gridano sbandierando il CV II o anzi si appellano ad un Concilio Vaticano III.....

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  18. Carissimi,
    il povero inopportuno continua a parlare di cose di cui non sa o peggio non vuole sapere.
    Se sfugge la necessita' della salvezza delle anime, seguendo gli insegnamenti mai mutati ma sempre perfezionati nel solco della medesima Tradizione della S. madre Chiesa siamo completamente fuori strada.
    Le vie del Signore non sono le nostre vie e possiamo anche non capirle ma dobbiamo seguirle se vogliamo salvarci e non finire all'inferno.
    Quanto all'anonima, oltre a travisare le Scritture, sembra ignorare che Cristo Signore non ha lasciato nulla di scritto e non ha fondato sulle scritture la sua Chiesa ma su Pietro (che lo aveva rinnegato) e ha affidato agli apostoli (solo a loro e tutti maschi) la missione annunziare la verita', assistiti dallo Spirito Santo.
    Come sai, la Chiesa ci ha messo qualche secolo per definire compiutamente tutto, e comunque nuove precisazione sono sempre possibili, come il dogma dell'Assunzione proclamato da Pio XII, ma sempre nel solco di una Tradizione in realta' immutabile. Si definisce dommaticamente cio' che gia' comunque si sapeva essere cosi' e sempre con l'assistenza dello Spirito Santo.
    Ricordi la domanda di Pilato a Gesu' in Gv. 18. "Che cos'e' la verita?", ma poi si alza e se ne va verso la folla senza sentire la risposta che comunque non viene.
    Si era accorto che la Verita' era di fornte a lui e si era accorto di avere fatto una domanda appartentemente profonda ma in realta' sciocca, perche egli aveva capito la Verita'.
    "Io sono la Via, la Verita' e la Vita".
    Instaurare omnia in Christo.
    F.d.S.

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  19. Per Evviva che ha scritto :
    " ATTENZIONE una bellissima notizia dal sito inglese NLM:
    La Commissione Ecclesia Dei si è finalmente pronunciata sul caso ambrosiano:
    Il Motu Proprio si applica anche alla diocesi di Milano.
    Andate a controllare".

    Dicci di più per favore, non conosciamo la lingua inglese e per cortesia non mettere queste strane sigle.
    Google mi da, come risultato della ricerca, tutt'altro...
    Facci sapere e magari con una bella traduzione...
    Grazie

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  20. Meglio tardi che mai! Tuttavia questi vescovi che ormai in pensione non hanno più nulla da perdere e parlano un pò più liberamente mi fanno apprezzare e stimare ancora di più l'Arivescovo Marcel Lefebvre, il quale se si fosse adeguato allo spirito dei tempi a partire dal pontificato di Roncalli, avrebbe molto probabilmente potuto aspettarsi la porpora. Invece è stato ostracizzato, offeso, umiliato e badate bene non solo dopo la "scomunica" bensì già da molto prima e solo perchè continuava a fare ciò che la Chiesa aveva sempre fatto ed insegnato. Vorrei aggiungere qualcosa anche sul Cardinale Siri che sicuramente ha avuto tanti meriti ma che mi spiace dirlo non posso equiparare a Mons. Lefebvre. Il Cardinale Siri non si è mai speso per la difesa della Messa di sempre. Ha accettato passivamente tutte le riforme montiniane e le ha pure difese. E non ditemi che era un tradizionalista perchè usava la cappa magna , le chiroteche ed un pò di latino anche con la messa montiniana.
    Filippo.

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  21. Cara anonima, ha ragione Dante, ha prenderti per i fondelli, chiamandoti papessa, perché a te del dialogo non te ne importa un fico secco. prima ho cercato di portare argomenti inerenti alle tue affermazioni antisacrificali sulla messa, basandomi sul NT, l'ho fatto con il massimo rispetto possibile, e tu cara papessa cosa fai? butti un altro sasso in piccionaia e non ti degni nemmeno di dare una piccola replica. Brava, sei l'ennesima dimostrazione di come intendano il dialogo i modernisti come te.

    Addio femminea santità

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  22. scusate il madornale errore grammaticale

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  23. Mi sa che Evviva sia un burlone che si prende gioco di noi e noi ci siamo cascati

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  24. Dante Pastorelli e don Gianluigi saranno molto preparati in dottrina ma dell'internet non capiscono un fico secco.
    La Redazione ed anche io abbiam detto mille volte che l'unico modo per combattere i troll è ignorarli.
    E' stato pure detto che argomentando con essi non si fa altro che dargli sempre maggior forza e prima o poi raggiungeranno il loro obiettivo: danneggiare il blog facendo andar via gli altri utenti.

    Se vengo qui è perché mi interessano i post che vi si posson leggere e mi interessa pure ciò che scrive il Pastorelli; ma, francamente, i troll che si incontrano qui fan veramente scappar la gente.

    PASTORELLI, la prego, scriva ciò che vuole, che leggerla è sempre interessante, ma non si abbassi a replicare alle cretinate.

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  25. Prego don Braga di scusarmi, io non ho trovato dove mi interrogava. Se mi ripete la domanda, rispondero'.
    A patto che non si insulti.
    Don Pastorelli, nella sua opera pastorale avrà confessato persone di tutti i generi; se le ha trattate come ha trattato me, il suo confessionale sarà oggi vuoto (a parte il fatto che l'abbandono di una pratica desueta può portare a capire il vero senso della confessione).

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  26. Cara Anonima,
    qui non siamo in un confessionale.
    C'e' una fondamentale differenza.
    Seguiti a non capire oppure faresti meglio a studiare un po' prima di parlare del Cattolicesimo.
    F.d.S.

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  27. Anch'io ho l'impressione che siano in atto diversi trolleggiamenti sul blog. Secondo me è meglio evitare di rispondere a provocazioni palesi o ad affermazioni completamente fuori luogo rispetto al tema di cui si sta discutendo. In questi casi la redazione dovrebbe provvedere. Facciamo però attenzione tutti a non cadere nella nevrosi da troll e di vederne dappertutto!

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  28. Per grazia di Dio non sono un prete.
    Quindi io non ascolto le confessioni di nessuno e pertanto nessuno posso danneggiare.
    Ribadire la dottrina della Chiesa, che è la Verità - e parlo di dottrine e verità, non delle opinioni personali di questo o di quello - non può che far bene.
    Se qualcuno, che superbamente s'erge contro la Chiesa, non vuol stare a sentire le risposte date in modo più fraterno, ed anzi ancor di più si ostina orgogliosamente a dire il falso,
    si prenda anche le risciacquate.

    ANONIMO DELLE 14.44
    E' vero, forse c'è qualche troll: a volte lascio perdere, ma quando sono pesanti nella loro arroganza e istillano il veleno, bisogna pur combatterli esponendo il sano pensiero della Chiesa. Soprattutto quando si è chiamati in causa e magari offesi. Anche perché qualche ingenuo che passsa può restar incantato dalle demoniache seduzioni parolaie.
    Intanto se tu ti dessi un nick?

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  29. Vedo su questo blog nick che ritrovo in altri blog vicini alla Tradizione, penso che il loro scopo sia evidente, il loro intento non è quello di discutere ma di seminare confusione, sviare la discussione o annacquarla, quando non si fanno offensivi.
    Se non è possibile ai gestori del blog,o se non è loro volontà, di fermarli all`entrata, penso sia saggio ignorarli, preferibile non dare loro da bere o mangiare nella speranza che svengano nel nulla da cui provengono!

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  30. Sono l'anonimo delle 14,44.
    Il Pastorelli dice che replica quando I troll sono pesanti nella loro arroganza e istillano veleno.
    Ma è propio questo il trolleggiamento: eser pesanti, arroganti, indisporre, instillare veleno e.....e? e recar danno ad un blog facendo andar via chi vuol discutere o anche solo apprendere o leggere le altrui osservazioni.
    Io sono tra questi: non seguo più questo blog come all'inizio. Se nel leggere i commenti mi devo imbattere in decine e decine di affermazioni cretine (oppure anche intelligenti ma inopportune) a cui poi si aggiungono decine e decine di interventi seri di risposta alle cretinate, beh, capite che è una fortissima spinta a non frequentare questo blog.

    Un nik?
    eccolo: INNOMINATO

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  31. Si trova qui:

    http://www.newliturgicalmovement.org/2009/05/pced-declares-validity-of-mp-summorum.html

    RispondiElimina
  32. Già, pare che sia vero: Tettamanzi è stato smentito, il motu proprio vale anche per il rito ambrosiano (non si capisce perché non avrebbe dovuto: purtroppo non cambierà nulla e faranno finta di niente. Se invece la commissione avesse dato ragione a Tettamanzi, a Milano suonerebbero le fanfare).

    Riguardo i troll, c'è anche il rovescio della medaglia: sono il segno che un blog è seguito. Non prendertela troppo, innominato: anche un troll può essere un'occasione per ribadire cose utili. Purché si riferisca agli argomenti che interessano a questo blog e non alle farfalle della Papuasia.

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  33. Caro Jacopo, io non me la prendo, semplicemente mi preoccupo delle sorti di un blog a cui tengo. tutto qui.
    Un troll può dare l'occasione di ribadire certi concetti di dottrina? verissimo, ma le cretinaggini stancano pure quando girano intorno ad argomenti serii.
    E il fine del trollaggio è propio questo: stancare, annoiare, far cadere l'interesse.
    Hp l'impressione che si stia confondendo l'utilità di un intervento critico, anche avverso, con il trollaggio. Il primo fa crescere un blog, il secondo lo danneggia, fino ad ucciderlo.
    Le mie son preoccupazioni eccessive?
    Mi sto sbagliando?
    Può darsi; me lo auguro, come mi son fatto in passato gli stessi auguri per altre situazioni similari, ma non mi sbagliai e il tutto finì miseramente.

    Innominato.

    RispondiElimina
  34. Carissimi sono ancora EVVIVA che ha postato la notizia del fatto che il Motu proprio vale anche per il Rito Ambrosiano seconda il pronunciamento della Commissione Ecclesia Dei, invito la redazione di "Messainlatino" a dare pubblicità al fatto sappiamo tutti quanto sia importante la cosa. penso proprio che bisogna darsi da fare.

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  35. Caro don Gianluigi non sono un burlone: La notizia è sicura basta andare sul sito New Liturgical Movement che riporta la copia della lettara in italiano della Commissione Ecclesia Dei. Purtroppo non sono esperto nel computer e non riesco a fare il link del messaggio. Bisogna in tutti i modi dare pubblicità al fatto.

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  36. "...Detto questo, la battaglia portata avanti da molte donne per ottenere l’apertura del celibato al sesso femminile..."
    Io sarei più per una battaglia per ottenere l'apertura del nubilato al sesso machile.
    Un paritariamente opportunista Andreas Hofer

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  37. Caro Evviva, scusami del giudizio temerario che ho fatto. Ho parlato proprio questa sera con una persona che ha contattato il sacerdote Jeffry Moore in questione che è vicerettore del Collegio Papio di Ascona, dove si trovano alcuni alunni di rito ambrosiano.

    Tuttavia la lettera inviata a questo prete, è puramente privata. La motivazione che porta della superiorità del rito romano in dignità rispetto a tutti gli altri riti latini non è mai stata sostenuta in altri pronunciamenti ufficiale della Pontificia Commissione Eccl. Dei.
    L'estensore della lettera, mons. Perl, non fa alcun cenno ad un cambiamento di strategia nei confronti della corazzata modernistica diocesi ambrosiana, quindi dobbiamo concludere che in concreto non cambierà un bel niente nella diocesi di Milano, perché a Roma hanno ancora paura dei vari Martini e compagnia.

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  38. "La motivazione che porta della superiorità del rito romano in dignità rispetto a tutti gli altri riti latini non è mai stata sostenuta in altri pronunciamenti ufficiale della Pontificia Commissione Eccl. Dei".

    Per fortuna!
    Sarebbe il modo peggiore per affermare il diritto alla celebrazione nella forma tridentina. La celebrazione del VO non ha certo nè deve avere come fine quello di conculcare la legittimità delle diversità liturgiche.

    Il Motu Proprio serviva a promuovere la concordia nella Chiesa, ripristinando la possibilità di esprimersi secondo le forme del passato.
    Purtroppo non sta dando i frutti sperati: invece del mutuo riconoscimento e della mutua riconoscenza, sta rinfocolando gli opposti estremismi.

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  39. Bisognerebbe imparare una saggia atarassia.
    No tutto è troll, no tutti gli avvversari sono troll.
    Forse ci sono solo pareri diversi, ognuno formula come ha imparato, ognuno cerca di vivere la fede in Gesù e di dirla: con tutti i suoi difetti,
    i miei certo, ma anche quelli degli altri, Dante compreso.
    Io mi arrabbio molto con voi, ma se vi scrivo, vuol dire che no vi ignoro; ho fatto pure il traduttore per voi.
    Ma si vede che invece di pensare che almeno lo 0,5% di ragione Inopportuno, Celestino, Anonima o pincopolino ce la può avere, preferite la torre d'avorio, la vostra orgogliosa e intransigente minoranza. Mi dispiace. No è così che si fa.
    Pace e bene.

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  40. I cibernauti, quelli poco esperti del ciberspazio, amano essere trollati.
    E che ci possiamo fare? ognuno ha i suoi lati deboli.

    traduzione (ad uso di quei cibernauti poco esperti)del verbo trollare che significa: farsi prendere per il naso; oppure, se volete, farsi prendere per i fondelli.

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  41. Il trollamento dell'avverbio "non", per esempio, è di quelli che non meritano risposta.

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  42. ma pensa te!

    del trollaggio linguistico non m'ero manco accorto!

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