Da ballerina cubista, specializzata in lap dance e balli funky, animatrice per anni dei locali notturni milanesi più trasgressivi, a "ballerina di Dio", ideatrice di una nuova forma di danza, la Holy dance (danza sacra) che ora insegna a gruppi di giovani ballerini, con alcuni dei quali il 7 aprile si esibirà davanti a vescovi, cardinali, semplici fedeli in una delle più antiche e suggestive basiliche romane, Santa Croce in Gerusalemme, in un evento dedicato alla Bibbia. È il lungo cammino di conversione che ha segnato la vita di suor Anna Nobili, 38 anni, ex ballerina hard, che nelle spericolate notti milanesi - prima della "folgorazione" mistica che la colpì a 25 anni durante un viaggio ad Assisi, sulle orme di San Francesco e Santa Chiara - era abituata anche a "intrattenere" con disinibiti passi di danza anonimi clienti attratti solo dalla sua bellezza. Fascino rimasto praticamente intatto anche con l'abito delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, indossato dopo la professione dei voti perpetui lo scorso settembre nella cattedrale di Palestrina. Naturale tappa finale di un lungo cammino di ricerca, di studio e di meditazione a cui la religiosa era arrivata dopo l'improvvisa "conversione" di Assisi. Suor Anna - la cui vita quasi certamente ispirerà un musical - dopo i voti perpetui non ha abbandonato la danza. Il vescovo di Palestrina, Domenico Sigalini, le ha affidato l'incarico di insegnare danza sacra contemporanea al centro pastorale giovanile della diocesi. "Incarico che svolgo con passione ed entusiasmo perché - confessa - posso seguire tanti giovani, ragazze, bambini in un cammino di fede e di ricerca artistica nell'affascinante mondo della danza che porto sempre dentro di me". Con lo stesso entusiasmo, suor Anna danzerà nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme dove sarà testimonial d'eccezione di un evento biblico-teologico presieduto dall'arcivescovo Gianfranco Ravasi, ministro della cultura della Santa Sede, che benedirà la nuova Cappella della Parola e presenterà il libro "La Bibbia giorno e notte" tratto dalla lettura integrale dell'Antico e del Nuovo Testamento organizzata da Giuseppe De Carli, storico vaticanista del Tg1, ed Elena Balestra, e trasmessa in diretta l'ottobre scorso su Raiuno e Rainternational.
"Insieme con i miei allievi - anticipa la religiosa - presenterò una coreografia mistica dal titolo "Gesù luce del mondo", per la quale mi sono ispirata al Vangelo di Giovanni, un inno alla vittoria della luce sulle tenebre, del bene sul male grazie all'amore di Dio". Quasi una coreografia autobiografica di una suora ballerina che ha praticamente inventato un nuovo modo di pregare attraverso la forma d'arte a lei più congeniale: la danza contemporanea. Si esalta, suor Anna, quando parla della sua nuova vita, che non teme di confrontare, anche pubblicamente, con il suo turbolento passato, quando, oltre ai balli erotici e alle trasgressioni, ebbe modo anche di far parte del corpo di ballo di numerose trasmissioni di successo della Rai e di Mediaset. Un lungo cammino fatto di meditazioni, ricerca, turbamenti, anche sofferenze. Fino allo scorso anno quando ha pronunziato i voti perpetui entrando nella Congregazione delle Suore Operaie della Santa Gasa di Nazareth, le stesse suore che le hanno praticamente imposto di continuare a danzare e a insegnare ai giovani le coreografie di quella Santa danza moderna portatrice di una nuova forma di trasgressione, la ricerca della fede in Dio e l'amore per Gesù Cristo. E lei, suor Anna, non se lo ha fatto dire due volte: ha obbedito ed è rinata a nuova vita, ma continuando sempre a ballare. [Fonte: Repubblica.it]
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mercoledì 8 aprile 2009
O come balli bene bella suora...
La notizia fa riflettere. Leggiamola
Come commentare? Non vogliamo essere critici a priori. Ci sembra di aver dimostrato, anche a lettori imparziali, che siamo tradizionalisti (e fieri d'esserlo), ma non inaciditi o criticoni e ci sforziamo di comprendere le ragioni di chi la pensa diversamente. Eppoi la storia della conversione di suor Anna è bella e toccante; eccola qua in una sua lunga intervista:
Ora, a parte che non apprezziamo manco un po' l'auspicio della neosuora per l'ordinazione diaconale femminile e ancora meno la sua personale ricostruzione dei motivi del mancato accesso delle donne al'ordinazione ("la Chiesa segue il mondo, il mondo è maschilista, pertanto la Chiesa è maschilista"); a parte pure - ma queste sono osservazioni personali - che il tipo di danza in questione non ci suggerisce particolari rapimenti mistici; non vogliamo comunque sottostimare il grande passo di questa donna, che si è lasciata alle spalle tutta la sua vita precedente. Tutta? Beh, proprio tutta no, visto che conserva ed esercita questa passione per la danza. E danzi pure, se tanto le piace. Ma non comprendiamo perché questa attività debba diventare oggetto di una spettacolarizzazione e di un'attenzione del genere: si scomoda Ravasi, la incoraggia il vescovo Sigalini, la performance avviene niente meno che nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme a Roma... Possibile che i dolorosi precedenti di suor Sorriso (smonacata e poi morta suicida) e frate Cionfoli (uscito dal convento e sposato) non abbiano insegnato nulla circa i pericoli dei riflettori su chi ha operato una scelta di consacrazione? Auguriamo di tutto cuore a suor Anna di saper sempre mantenere l'equilibrio, e la Fede.
Ma soprattutto, un conto è la danza, più o meno spiritualmente ispirata. Altro è la liturgia. Quando le due cose vengono ibridate, ne nascono minotauri spaventosi come il video che segue: la predetta suor Anna svolazza all'altare nel bel mezzo di qualche sorta di messa
Piuttosto che assistere a simili riti apotropaici (=che servono ad allontanare, in questo caso i fedeli che, se si prendono il fastidio d'andare a Messa - già col rischio di sorbir certe prediche - lo fanno per incontrare il Signore, non per solleticare l'istrionismo altrui), meglio, molto meglio le artritiche danze di queste suore americane. Fuori luogo anche loro, ma almeno extraliturgiche e un po' meno pretenziose:
Le due foto sono tratte dal sito ufficiale delle Suore di Maria Riparatrice (carisma dell'Ordine sarebbe quello di pregare incessantemente per riparare - donde il nome - i peccati degli uomini e in particolare i sacrilegi contro il SS. Sacramento... mais passons) e in particolare dalla pagina con le immagini del Capitolo generale del luglio 2007 (v. qui). E poi ci si domanda perché fioriscono certi nuovi ordini monastici rigorosi come le Suore Francescane dell'Immacolata...
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Sigalini è specialista di questi eventi. Leggete qui sotto
RispondiEliminahttp://archiviostorico.corriere.it/2004/giugno/12/Discoteca_oratorio_sballo_vietato_co_5_040612018.shtml
http://www.zenit.org/rssitalian-16733 (Catechesi in discoteca!)
Anche sul forum Oriens da qualche settimana si parla di questo argomento:
RispondiEliminahttp://www.oriensforum.com/index.php?topic=1062.0
Trovo che sia una cosa assolutamente negativa. La Chiesa e' la casa di Dio,il luogo dove lo si incontra nel SS.Sacramento e dove si celebra la SS.Eucarestia,luogo che va sempre e comunque rispettato e non deve essere mai confuso con un palcoscenico, un teatro di varieta',o in night, luoghi di cui questa 'suora' mostra di avere ancora nostalgia.
RispondiEliminaLa danza sacra nella liturgia cattolica non esiste,e quindi non puo e non deve essere fatta in chiesa. Grande e' la responabilita' delle gerarchie ecclesiastiche nell'avallare questi imperdonabili abusi liturgici che non servono a nulla se non a appagare il desiderio di protagonismo di una 'suora' che tra l'altro esterna idee non conformi alla dottrina della Chiesa
Cattolica,e che senza dubbio sarebbe piu' integrata in una comunita' protestante.
immancabile la presenza del Vescovo di Cremona
RispondiEliminahttp://www.duomocasalmaggiore.it/documenti/ritrovarci/archivio/2008/4/pdf/PAGINA_5.pdf
ripeto:
RispondiEliminaimmancabile la presenza del Vescovo di Cremona
http://www.duomocasalmaggiore.it/documenti/
ritrovarci/archivio/2008/4/pdf/PAGINA_5.pdf
Obstupesco.
RispondiEliminadanza sacra? non ne avevo mai sentito parlare, men che meno che essa fosse mai stata presente in un qualche rito liturgico. Se ci si mette a danzare durante la Messa, finiamo ancora una volta per celebrare noi stessi. E di questo ne ho i c......i pieni dopo aver visto tante studidaggini che di liturgico hanno nulla. Alessandro
RispondiEliminaNel secondo video la suora presenta il ballo sacro dicendo: "siete pregati di non applaudire perchè la danza è preghiera". Già il fatto di dover fare questo annuncio fa capire che, culturalmente, nel nostro ambiente, la danza non è preghiera, ma è spettacolo. Soprattutto quando una persona si esibisce mentre tutte le altre guardano (mica danzano tutti come in Africa).
RispondiEliminaLa danza, a maggior ragione, non è un linguaggio adatto per gli occidentali ad entrare nella liturgia.
Se si vuole offrire uno spettacolo, un musical, perfino una sacra rappresentazione con danze adeguate e non scollacciate, può andare bene (qualche dubbio sulle consacrate danzanti, preferisco giovani laiche...)in casi come incontri di giovani o evangelizzazione di strada. Ma non sono d'accordo con l'idea di danza liturgica. Per noi, culturalmente, la danza rimane svago, divertimento, e soprattutto mimica sensuale, assolutamente inadatta alla sacra liturgia di qualunque rito della chiesa romana.
La liturgie transformée en show bébête, non merci!
RispondiEliminaLa supériorité de l'EXTRAORDINAIRE RITE ROMAIN, par rapport à toutes les élucubrations paulino-bugninesques post-conciliaires, tient aussi au fait qu'il ne permet pas ce genre de niaiserie.
Impossible!
Pour le salut de l'Eglise et le nôtre, rendons toute sa place à l'EXTRAORDINAIRE RITE ROMAIN.
Ecartons tout le reste. C'est trop indigne.
segno della confusione in cui ci troviamo, dove tutto è sacro e nulla lo è, e dove il sacro finisce in discoteca (vedi i cori gregoriani remixati che han spopolato nelle disco qualche anno fa) e il profano finisce in chiesa, come queste danze; non esiste una danza asettica; la danza è sensuale per natura e la sensualità, di chi balla e di chi guarda, solletica e stuzzica; come si possa conciliare sensualità e virtù è un enigma che deve essere spiegato, se ci si riesce. Omnia munda mundis?
RispondiEliminaCertamente, ma fior di Santi ne han sconsigliato vivamente la pratica e la visione. Chi oggi ci vuol convincere delle virtù ascetiche delle danze ancora santo non è; quando lo sarà gli presteremo più attenzione.
Antonello
La CHIESA non insegue il mondo è il Mondo che deve SEGUIRE la Chiesa quando lo capiranno finalmente.......
RispondiEliminatempo fa ho convinto un mio amico riottoso a seguirmi in chiesa per la messa, e c'era la festa dei popoli: ebbene, le danze saranno state le più pudiche e castigate ma questo mio amico ne è uscito alquanto alluppato! I balli elevano lo spirito?
RispondiEliminaLa destinazione di un luogo è frutto di una comprensione generale e condivisa. La comprensione generale che faceva di una chiesa un tempio sacro è andata a poco a poco affievolendosi, e oggi un po' ovunque le chiese sono considerate ambienti "neutri", fuorché quando vi si officia il rito. In quest'ultimo caso ridiventano luoghi sacri.
RispondiEliminaPeccato che questa trasformazione non sempre riesca a prodursi. L'idea di usare una chiesa per ospitarvi recitals di opere profane o miste, concerti di musica profana o mista, conferenze (le conferenze sono sempre profane, anche quando il tema è sacro, perché a riscattarle, almeno in parte, non c'è nemmeno la sacralità dell'arte), ecc. ecc. ha come esito inevitabile la desemantizzazione dello spazio liturgico.
A chi manifesta perplessità, contrarietà od ostilità per l'uso multifunzionale delle chiese, viene in genere risposto che esse sono sempre state uno spazio multifunzionale e che a risolvere tutto basta mettere e togliere il Santissimo secondo le necessità.
A prescindere da qualsiasi valutazione di carattere storico, l'argomento non regge, perché presuppone proprio quella percezione della sacralità che la condotta osservata un po' da tutti in chiesa mostra essersi notevolmente affievolita (per usare un eufemismo). Nella comprensione comune, infatti, la presenza del Santissimo non è più rilevata come il segnale immediato di una destinazione sacra (e di una santa Presenza).
In una congiuntura in cui il senso del sacro è soggetto a una drammatica dissipazione, per risemantizzare lo spazio sacro e restituire ad esso la sua autentica natura, sarebbe opportuno evitare l'uso delle chiese per finalità estranee a quelle propriamente liturgiche o manifestamente religiose. L'unica seria eccezione può forse essere costituita dalla musica sacra, magari senza applausi et similia.
Avevo saputo delle c.d. "danze liturgiche" da un amico, ma vederle mi ha provocato un enorme fastidio! Vergogna
RispondiEliminaMah, rimango assai perplesso: sulle prime non ero così scosso dalla conversione di questa ragazza... poi sentendo i discorsi che mena, vedendo l'atteggiamento molto disinvolto con l'intervistatore, il linguaggio, la stessa danza... il tutto non fa pensare che sia arrivata a pieno una vita nuova: se non ci si spoglia del vecchio si è quasi indotti a credere che vi sia una sorta di rimpianto per ciò che si è stati. E la rimozione del vissuto ne è un pieno indizio; non si deve dimenticare, anzi ricordare l'errore per non ricaderci (intendiamoci: magari vi riuscissi anch'io!).
RispondiEliminaNel medioevo c'è qualche traccia di danza sacra, prontamente vietata poi dalla Chiesa... ma vedere quelle danze oggi è cosa assai penosa.
A. H.
I nostri fratelli musulmani non permetterebbero MAI un abominio del genere in una loro moschea!
RispondiEliminaE -di certo- non lo lascerebbero impunito qualolra per una remotissima ipotesi fosse accaduto...
Perché i vertici della chiesa cattolica non prendono esempio da loro???
Sarebbe un bel segno di ecumenismo. Molto utile anche...
Non ci credo. c'è un limite a tutto, anche alle profanazioni.
RispondiEliminaIn compenso, Paolo, lo permetterebbero in una nostra chiesa. Lo vidi di persona nella basilica di San Lorenzo a Milano (correva l'anno 1999, mi pare), dove alla musica di un ensemble sufista pakistano, ispirata da uno sheikh seduto davanti all'altar maggiore (musica piena di grida e di gesti, ma questo è secondario), là, innanzi all'altare, ballarono a decine, uomini pakistani ma anche qualche sparuta cinquantenne milanesa (le poverine ignoravano evidentemente la qualifica che così facendo assumevano agli occhi degli altri coribanti); tutti rigorosamente scalzi, carolavano intorno all'imperturbabile sheikh, gettando ai suoi piedi banconote e monete. Il tutto per una bella decina di minuti, sotto lo sguardo, presumo attonito, di quello che sembrava essere il responsabile (?) della basilica. Il tutto sotto la direzione artistica (?) di Moni Ovadia, non musulmano, lui, ma ebreo.
RispondiEliminaE precisiamo. Non si trattava di mistiche danze sufi in copricapo di lana e gonnellone, che pure sarebbero state fuori luogo, ma di una concitatissima tarantella improvvisata dai pakistani - loro tutti maschi - che gremivano la chiesa. Il confronto la danza dei Fratelli Arvali doveva essere un minuetto.
RispondiEliminaIdentico al candomblé di Bahia. Tra animismo e animalismo il passo è breve, ma almeno in Brasile ha una valenza antropologica
RispondiEliminaSarò inopportuno ma io preferisco non scnadalizzarmi come quei tizi della bibbia che si scandalizzaro per Davide che onorava così il Dio Benedetto. Chiaro e limpido e recoaro che con la femminilizzazione ottocentista quelli che scandalizzarono oggi vedrebbero molto poco o diverso dall’aspettativa. La danza è stata sempre censurata. Ma allora come mai gli armeni al loro offertori parlano di danzare intorno alla Santa Mensa del Signore? E perché non potremo danzre intorno all’altare nostro. Non dico come fa Kiko che fa danzare dopo la comunione, ma almeno prima, all’offertorio come gli armeni: portiamo i doni e giriamo intorno all’altare, il sacerdote gira l’incenso e dice, come nel Tridentino, et circumdabo altare tuum. Detto dal messale antico dice tutto.
RispondiEliminaMa noi, o Inopportuno, non ci scandalizziamo. Solo vorremmo che le performances della novella Isadora Duncan avessero luogo in una chiesa sconsacrata di Sant'Elia (l'architetto futurista intendo), al segnale attiveremmo dinamicissimi congegni marinettiani. Ah, il segnale, se vuoi, lo puoi dare anche tu. Devi solo gridare a piena voce: "Pull!".
RispondiEliminaPartridge o Ridge che dir si voglia, dall'alto del suo fascino, può rispondere nel merito al circundabo del rito tridentino?
RispondiEliminaFacciamo come gli orientali: la consacrazione lontano dagli occhi dei fedeli?
RispondiEliminaComunque la notizia non fa notizia: da anni le suore ballanop intorno agli altari e guidano i fanciulli e le fanciulle con le mani svolazzanti e plaudenti a sculettare al suon di musica sacra come l'osso.
Ballano anche preti durante la Messa, ovviamente frutto della femminilizzazione ottocentista.
In internet ci sono tante di quelle foto du tal segno che io non rnon mi meraviglio più. Ma non nego che a volte qualche segno-monito non mi dispiacerebbe. In fondo che fine fecero Anania e Saffira e per molto meno?
non potete omologare la danza sacra, che si può inculturare di nuovo nella liturgia cattolica, con il cubismo da discoteca
RispondiEliminadovrebbe essre chiara la differenza
Ma è proprio necessario scrivere post chilometrici su banalità del genere, trite e ritrite, con codazzo di post pieni di dotto autocompiacimento sulla propria ironia?
RispondiEliminaMa sto inopportuno è proprio fissato sulla femminilizzaione ottocentista... è proprio un suo cavallo di battaglia... mah.... qui gatta ci cova.
RispondiEliminaNon è necessario scriverli. E ancora meno necessario leggerli.
RispondiEliminaCaro amico del blog Messainlatino,
RispondiEliminatienti forte! Ho un'amica di Rinnovamento nello Spirito che per ravvivare la sua fede sta studiando scienze religiose all'istituto diocesano. Quando me lo disse, commentai dicendo: "Ma hai proprio deciso di perdere la fede?" "Ma no, ma cosa dici!" Ed infatti ora la sta perdendo, proporzionalmente alla percentuale di corsi seguiti.
Tale amica a suo tempo si era distinta nel parlarmi a lungo di una "danza sacra" per la quale si stava accuratamente preparando. Trascurando per gentilezza considerazioni sulla sua considerevole stazza, ebbi a chiederle gentilmente: "e dunque quand'è che dovresti ballare davanti all'altare?" Si infuriò, neanche avessi criticato le sue scarpe (le donne sono maniacali quando si tratta di scarpe e di "danza" sacra da non confondere con "ballo"! Sarò ignorante, ma faccio tuttora fatica a capire come facciano i malcapitati spettatori a capire la differenza. Certo non sono scemo: dopo la Comunione la postura migliore è in ginocchio, non il balletto come i seguaci dell'eretico Kiko).
Oltre alla poveraccia suor Sorriso (e alla sua consorella, "ex" come lei e suicida con lei) e al Cionfolone (e alla sua esilarante autobiografia sul suo sito web, in cui omette l'unico dato interessante - cioè la data e le circostanze del suo gettar la veste alle ortiche), ci sarebbe da citare anche quell'altro francescano che cantò contro le gerarchie ecclesiastiche, pure con comparsata a Sanremo, che ebbe un rapidissimo momento di successo una decina d'anni fa per poi subito svanire nel nulla (anche il suo abito è finito alle ortiche); non ne ricordo neppure il nome, ma nel 2001 in seminario diocesano era quello il vecchio CD "proibito" da ascoltare per sentirsi anticonformisti (un po' come il Finis Africae nel film "Il nome della rosa").
Ad essere onesto - conosco i miei polli, so quel che dico - c'è comunque da meravigliarsi che tra i tantissimi religiosi wanna-be assetati di convertire il mondo con qualche passaggio (di danza o canzonetta) sotto i riflettori, sono particolarmente rari i casi di "emersione" (c'è poco da bearsi: più sono allo svacco sulla liturgia, e più presto si spengono le già debolissime vocazioni).
Suore Riparatrici, già... ma preferirei le sante ruspine riparatrici degli scempi architettonici intellettualmodernisti
RispondiEliminaIn effetti l'autobiografia di Cionfoli è un capolavoro nel suo genere. Ecco come descrive nel suo sito (http://www.giuseppecionfoli.it/biografia.htm) l'abbandono del convento:
RispondiElimina"Fondamentale, in questo periodo, e' la sua scelta di vita: la famiglia. In perfetta sintonia con il Vangelo ed il Magistero della Chiesa, vive il suo stato cristiano, marito e padre ancorato ai valori della famiglia di Nazareth e continuando a testimoniare con il canto di Dio dell'amore che passa attraverso il quotidiano della vita".
Il cantautore francescano non era stato ordinato sacerdote (infatti ha smentito di aver l'intenzione di farsi ordinare da Milingo; segno che è sempre un laico). Ma non sappiamo se avesse già pronunziato voti pubblici e perpetui. In caso negativo, il suo matrimonio non sarebbe nulla di grave (molto peggio, a quel punto, aver partecipato all'isola dei famosi...). Ma visto che di quella circostanza legittimante non fa menzione nel suo sito, siamo propensi a pensare che quei voti li avesse già assunti.
Che noiosa questa suora con i suoi balli simil puritani ottocentisti; Davide, ci dice la Parola, ballava sfrenatamente, e così devono essere le danze sacre.
RispondiEliminaTutto il resto è noia, et de hoc satis.
Chi sa di agricoltura sa che il concime puzza; se poi è agricoltura biologica si usa il letame il quale puzza ancora di più.
RispondiEliminaMa il letame fertilizza la terra che così produce frutti abbondanti e saporiti.
Ecco, il letame con cui da alcuni decenni viene coperta Santa Madre Chiesa, i suoi riti (o ciò che di essi è rimasto) e i suoi luoghi di culto puzzerà, anche parecchio, ma produrrà un giorno frutti meravigliosi. Certo per noi che respiriamo il lezzo del letame non è una gioia, ma può esserlo pensare che il letame scomparirà lasciando il posto a fiori, erbe e frutti abbondanti.
un giovane don alquanto rattristato
L'ex frate canterino Cionfoli vive sul modello della famiglia di Nazareth?
RispondiEliminaE i figli come son nati?
Grande Prof. Pastorelli !
RispondiEliminaAntonio
chissà perché tutti i frati, le suore e i preti che volevano essere talmente moderni da risultare ridicolo son finiti tutti a tradire i voti.
RispondiEliminaSeguite le vicende di questa suora ballerina e vediamo quali frutti produrrà.
E seguite pure il "don Spritz" padovano, vedrete che fine farà pure quello.
il problema di queste nuove pastorali è che ci si mette a dialogare col mondo, anziché fuggirlo. e il mondo seduce, seduce, seduce, fino a far capitolare il poveretto o la poveretta. E' un pò come se un medico non adottasse alcuna misura profilattica quando tratta una malattia contagiosissima: può sperare di non esser contagiato?
RispondiEliminaLa profilassi per il mondo è una sola: fuggirlo. Questo han fatto i Santi. Chi ha voluto far diversamente s'è ritrovato, nel migliore dei casi, con una bella famiglia "tipo" quella di Nazaret.
"Io non vi mando nel mondo ma contro il mondo".
RispondiEliminaIl che non significa diventar anacoreti. Significa vivere nel mondo senza lasciarsene travolgere e predicare la parola di Dio. Compito precipuo degli ordinati ad ogni livello, compito di noi laici nel nostro ruolo, negli ambiti da noi frequentati.
esatto la fuga dal mondo significa vivere nel mondo come il lievito vive e si mescola nella pasta; solo che il lievito trasforma l'altra pasta; questi moderni frati e suore.... si fanno trasformare dalla pasta.
RispondiEliminac'è una bella differenza.
La fuga significa rinuncia, la medesima rinuncia che viene chiesta nella rinnovazione delle promesse battesimali. Qui si ha la presunzione di render sacro ciò che è profano e si finisce per profanare il sacro.
Al "giovane don alquanto rattristato":
RispondiEliminaoggi, il "letame" che sta concimando la Chiesa è il ritorno della Tradizione. Pensavano di aver seppellito definitivamente la vituperatissima Messa in latino e di aver ridotto all'insignificanza i suoi fautori. Poi, doccia fredda: il Papa dice che non solo quella Messa non è mai stata abolita, ma usa anche misericordia a quei "fautori". Ha osato disobbedire alla moda! Stracciamento di vesti!
Una carriola di vero letame bovino depositata sulla scrivania di certi ecclesiastici li avrebbe fatti storcere molto meno il naso di quel fatidico Motu Proprio...!
Al giovane seguace della "Parola" che crede che siccome Davide ha danzato allora bisogna ballare durante le liturgie...
nella Parola (Lc 6,1) leggiamo che raccolgono spighe senza permesso e pure di sabato: dunque secondo la tua interpretazione dovremmo tutti rubare? Bisogna essere proprio tonti come un neocatecumenale per fare simili stupide affermazioni...
http://www.liceomontanari.it/sito_montanari/pagine_info/eventi/as2004_05/danza_sacra.htm
RispondiEliminaRe David precedeva l'Arca "trescando alzato", danzando con le vesti succinte, in segno di umiltà tanto che in quel momento, era più che re: così lo descrive Dante. Le suore danzano con vestiti da spagnoleggianti e non succinte come sciantose: dunque, non rispettan la tradizione. Inoltre son donne e non son re.
RispondiEliminaOza, poi, che toccò l'Arca che stava per cadere, fu fulminato, perché non era un ufficio a lui commesso. Che si fa oggi con le particole consacrate? Perché non tornare a queste origini?
Probabilmente sono il solo ma io la penso così: La danza è tipica del corteggiamento animale e a tale istinto si riconduce. La parola danza sacra poi mi fa venire a mente soprattutto riti pagani e sacrifici umani.
RispondiEliminaLe conversioni riempiono di gioia e si consolidano con silenzio e preghiera personale.
La Parola, dobbiamo ascoltare la Parola che ci dice quanto sfrenatamente danzava Davide, e dobbiamo imitare. Le suore sono troppo castigate e troppo legate ad un concetto femmineo di spiritualità ottocentista. Il Concilio ci ha rivelato che la messa è una Festa, e alle feste non si va per piangere, ma per gioire. Le nostre messe non hanno ancora quella carattestica festaiola che il Concilio gli ha dato.
RispondiEliminaDobbiamo slegarci dalle nostre inibizioni ottocentiste e puritane e anche noi danzare sfrenatamente come Davide intorno all'altare.
E' uno spettacolo tristissimo. A costo di passare per presuntuosa dico che non vedo alcuna reale vocazione nel caso in questione. Primo: chi viene da una vita di pesante lontananza da Dio, se veramente si converte, passa la vita a ringraziare in ginocchio il Signore delle Misericordie per il Suo perdono, piangendo caldamente i propri peccati e ROMPENDO ogni legame con la vita precedente (nella misura in cui il cambiamento è completo si può parlare di vera conversione, perciò non si può bere la storiella della sublimazione per giustificare un'affezione a certe modalità di vita "ante fidem").
RispondiEliminaSecondo: l'incontro sponsale con il Re dei re rapisce totalmente l'attenzione dell'anima sposa sul suo Signore,e l'unico corpo degno di nota e di mostra é quello santo del Signore Gesù, adorato e adorabile nel Santissimo Sacramento dell'Altare, non certo il proprio,continuando ad usare un linguaggio del corpo come è la danza, quando oltretutto tale uso è stato strumento di corruzione per sè e per altri. Nello stato della "Verginità per il Regno dei Cieli" nascono. se è autentico, varie virtù che fanno corona a quel tipo di elezione: il pudore, la continenza, la temperanza, l'umiltà, il nascondimento, il desiderio di silenzio, l'obbedienza, la fuga da esibizionismi, la solitudine nella quale lo Sposo si manifesta, il santo disprezzo di sè...tutte qualità che in questo caso sono assenti.
Propongo di pregare fortemente per questa sorella, che ha così poca luce sulla sua vita, e per chi la guida che ha ancor meno luce, ancor meno discernimento ed ancor meno spirito di lei.
Buona Pasqua a tutti
A. Rita
Orta non esageriamo con la danza peccaminosa ed animalesca.
RispondiEliminaCi sono balletti artistici che proprio per il loro valore intrinseco, anche se non religioso, son manifestazione di bellezza senza volgare erotismo.
Io non mi son mai sentito turbato per una bella morte del cigno.
A me sembra molto più pericolosa la Cappella della Parola benedetta da Ravasi.
RispondiEliminaTorno dalla funzione del venerdì santo Novus Ordo. Uno squallore. L'adorazione della Croce in piedi, nessuno, tranne me, ha fatto una genuflessione, neppure il prete. Che però ha fregalato una predica per la quale a stento mi son trattenuto in chiesa. Gesù ha fallito, Gesù è uno sconfitto, la sua morte è un fallimento, la sua storia è una sconfitta ecc... Non pensate alla resurrezione, questo viene dopo. Ora è morto ma è sconfitto: è una sconfitta la chiesa dei Vaticani, delle potenze cristiane, delle crociate. E' una sconfitta la mancanza di lavoro, la povertà, la mancanza di aiuti ecc. Non una parola, dico una sola parola sul frutto, che nasce dal fine di quella morte, la salvezza delle anime. Come avrebbe potuto parlar di sconfitta se ne avesse parlato?
RispondiEliminaIl Prof. Pastorelli è un eroe: va alle funzioni Novus Ordo; io, che un eroe non lo sono, me ne son rimasto a casa; con più profitto spirituale.
RispondiEliminaAntonello
meglio questa innovazione
RispondiEliminahttp://cristianesimocattolico.splinder.com/post/20289568/La+comunione+con+Ges%C3%B9+e+quell
Non sono un eroe, semplicemente altre volte avevo assistito a decorose funzioni del Venerdì Santo. Non m'aspettavo "quel prete". M'era stato riferito che sarebbe stato un altro il celebrante, degno d'ogni rispetto per fede e dignità liturgica.
RispondiEliminaA volte per la nostra fede bisogna anche saper soffrire. Adorare la Croce, ricevere l'Eucaristia non credo che sia un pericolo che richieda atto d'eroismo.
Un certo manicheismo è da evitare perché, questo sì, molto dannoso.
nome e cognome
RispondiEliminaAd esser sincero non ne conosco il cognome, ma l'anno scorso ho partecipato ad una sua messa.
RispondiEliminaPerò prima di chiedere il nome e cognome altrui bisognerebbe firmare col proprio. Non credi? Fare i censori nell'anonimato non è molto dignitoso.
penso che la danza sia come il canto, si cerca tramite il corpo di manifestare ciò che si prova. In questo caso ciò che si prova verso Dio. E danzando o cantando inni sacri, ci si può sentire veramente vicini a Dio, perchè emettendo quei suoni e quei movimenti, ci si spoglia di tutto ciò che abbiamo dentro, di tutti i blocchi mentali che ci impediscono a volte, di amare Dio. Ci sentiamo più liberi dentro, svuotati e pronti a riempirci solo dell'essenza di Dio. Però, personalmente, preferisco cantare o ballare per Dio in forma privata, senza telecamere e microfoni che riprendono l'evento, senza spettacolarizzare la cosa, e possibilmente senza nessuno che stia lì a guardare od ad ascoltare, perchè deve essere un momento di preghiera intimo, personale e non pubblico. In pubblico si canta o si balla tutti assieme, ma di certo non per esibirsi durante una celebrazione liturgica. Inoltre danzare durante una messa mi sembra un pò strano. Il cantare accompagna un rito liturgico senza distogliere gli occhi dei fedeli dall'osservare il tabernacolo, ma il danzare allontana gli sguardi da ciò che realmente va visto.
RispondiEliminaHo appena terminato di vedere il video della suora danzerina...Oh Signur ! Suor Anna ma và a ciapà i rat !
RispondiEliminaChe troiaio....
RispondiEliminabasta condannare la danza ... quando sento una persona che canta bene in chiesa ne sono felice e vorrei applaudire ma nessuno lo fa perchè è normale non farlo, quando vedo le grandi, grandissime opere d'arte che i più grandi artisti hanno conseganto al mondo e sono esposte nelle chiese vorrei applaudire per la loro bravura ... e vorrei applaudire anche Gesù, per averci consegnato parole piene di grandissimo amore.
RispondiEliminaQuanti applausi ci saranno stati durante i discorsi dei vari Papi quando venivano dette parole piene di amore e saggezza?
Perchè considerare male la danza?
La danza è vista male solo se nel proprio cuore c'è del male, quindi bisognerebbe IMPARARE a lavare il proprio cuore per non giudicare cose basate sul proprio cattivo gusto personale.
Una ballerina, classica, sacra o di danza orientale esprime un'ARTE, e per favore inziamola a considerare per quella che è, UN'ARTE, e la chiesa da sempre pruomove e sostiene l'arte.
La Chiesa ha dimostrato di essere molto più aperta e vicina agli essere umani di tante persone che si scagliano contro la danza in nome di una religione che forse nemmeno hanno capito tanto bene!!!!
Rileggetevi bene il vangelo, Gesù non insegna affatto a giudicare male gratuitamente chi usa la sua arte per rendere grazie a Dio e per stare con la gente con amore.
Siate cattolici davvero, insomma!!
E basta con questi moralismi inutili, iscrivetevi ad un bel corso di danza classica o artistica per qualche anno e metteteici la passione che ci mette un artista nel dipingere o nel cantare, e solo DOPO potrete esprime un semplice ma sopratutto UMILE parere.
Il problema non era la danza ma il cuore del tuo amico che è abbastanza impuro e andrebbe lavato da pensieri negativi.
RispondiEliminaCi sono persone che vedono erotismo in qualsiasi cosa e persone che invece vedono le cose per quello che sono perchè il loro cuore è puro.
Molti santi inizialmente non sono stati ascoltati e sono stati presi per pazzi da parenti e amici o dal popolo. La storia è piena infatti di santi morti ammazzati da chi non li credeva e lo stesso Gesù è stato ucciso da chi non credeva ...
RispondiEliminaLa figura del non fiducioso è presente anche nel vangelo, a Tommaso, Gesù ha mostrato le sue ferite per farsi credere...
Ma verrebbe da chiedersi il perchè alcune persone fanno così fatica a credere nel prossimo anche se le idee proposte sono giuste.
Bisognerebbe meditarci un pò su.
I musulmani integralisti hanno anche ucciso donne per grandissime stupidate.
RispondiEliminaPer favore, non seguiamo esempi che potrebbero solo portare odio e morte.
Nella cultura araba musulmana NON intergalista esiste la danza orientale, ed è presente fin dalla tenere età delle bambine, ed è vista come arte e come danza delle donne e non come danza erotica.
Durante i matrimoni mussulmani NON integralisti la ballerina di danza del ventre è augurio di fertilità e felicità.
In questo potremmo daverro prendere esempio!!
Il canto non distoglie? Non è così.
RispondiEliminaHo provato a cantare più volte a messa e non mi sentivo affatto brava come la suora che cantava e suonava, quindi l'attenzione a volte è per forza andata alla sua bravura notevole.
Poi ho imparato a cantare grazie ad una suora, e ho capito le emozioni belle che questa suora riusciva a trasmettere alla gente. E mi è dispaiciuto non essermi accostata al canto e alla musica per così tanti anni.
Anche la danza trasmette emozioni positive, ed è triste relegarla a semplice forma privata.
La chiesa siamo noi e di noi vanno prese ed accolte le cose belle, dall'arte, al canto, alla danza, all'amore, alla carità verso i più poveri al volontariato verso i bisognosi.
Non possiamo servire Dio e Mammona, la casa di Dio sono le chiese, la casa del Mammona (demonio) sono le discoteche, ormai c'e' tanta confusione e il demonio regna nelle menti delle persone e dei consacrati, non sanno piu' come servire Dio, e cosi non sapendolo, e avendo la consapevolezza di servire Dio servono il demonio, mi sono trovato in una messa di carismatici dello spirito che ballavano e cantavano in una chiesa a Roma, non sanno che nelle chiese c'e' il raccoglimento, c'e' la preghiera, c'e' la Santa Messa, annassero' nelle discoteche a servire il demonio, e fare casino, non nelle chiese, questo e' molto preoccupante perche' il demonio oltre ad annebbiargli il cuore, gli ha annebbiamo anche la mente, loro pensano di fare il bene e adorare Dio, invece cosi adorano il diavolo, il demonio, chi ha un po' di luce nel cuore e nella mente si accorge dei gravissimi errori, delle gravissime eresie che stanno compiendo, ma se je lo dici e' tutto apposto.
RispondiEliminaPace e Bene
Beh, cos'hai contro la danza? Anche il re Davide Danzava intorno all'Arca dell'Alleanza e anche S. Teresa D'Avila danzava con la statuetta del bimbo Gesù in braccio per intrattenere piacevolmente le sue consorelle. Non sai che per la vita monastica il maggior pericolo è la tristezza? Se monache e sacerdoti danzassero di più avrebbero certamente maggior attrattiva. Il cristianesimo è una religione che rende liberi, gioiosi, per vivi, non per morti. Io sono cattolica, di recente convertita, e francamente questi intergralismi non riesco a capirli. La formula "abusi liturgici" può essere una via comoda per eliminare chi si oppone a certi intrallazzi o fa troppo bene. E poi la stessa solerzia non è stata usata in casi di ben altri abusi, il che dovrebbe far inclinare, quanto meno, a una maggiore prudenza, più in linea con la carità e misericordia cristiana...
RispondiEliminaSinceramente non mi permetto di giudicare la suora in questioneed il percorso che l' ha portata ad abbandonare un certo ambiente e ad abbracciare uno stato di vita che non tutti si sentirebbero di abbracciare, anzi, di questi tempi, ben pochi, purtroppo...
RispondiEliminaNoto però, in alcuni commenti, poca misericordia per gli "errori" ed i "peccati" (se di questo si tratta, Dio solo lo può giudicare!) che commetterebbe questa suora nella danza,e, come lei, altre persone, come carismatici, ecc...
Certo, nella casa del Signore occorre prudenza, e pensaree bene prima aoi proprio comportamnentio per non dare scandalo, ma mi sembra che ci siamo persone che si scandalizzano troppo facilmente. Non facciamo come i farisei!
Riguardo alla danza in quanto tale, se c' è chi si sente turbato dagli spettacoli offerti da questa suora o da quelli che si possono vedere, ad esempio, nella festa dei popoli citata prima penso che abbia qualche problema di eccessiva erotizzazione personale...
Dire poi che nelle discoteche si adori il diavolo, mi sembra francamente eccessivo...
Perlomeno, io parlo per esperienza personale, e adorazione del diavolo non ne ho mai vista... Certo, qualche satanista ci sarà sicuramente, come ci sarà qualche ladro, qualche pedoflio, qualche assassino, ma anche qualche brava persona, un po' di tutto, insomma...
Mi permetto poi di citare due Santi canonizzati.
1)San Francesco di Sales diceva che di naturta i balli sono cose indifferenti. Semmai è il modo in cui si praticano, l' ambiente, la compagnia, ecc... ad essere pericolosi
2)Santa Gianna Beretta Molla amava il ballo, ma anche il teatro, il cinema, i viaggi, ecc... eppure è una santa canonizzata.
Se queste cose fossero così anticristiane e anticattoliche, li avrebbero canonizzati? Penso proprio di no...