Il sempre informato vaticanista Tornielli scrive questa sera nel suo blog che giovedì a mezzogiorno verrà resa nota una lettera di Benedetto XVI a tutti i i Vescovi, nella quale spiega la revoca delle scomuniche ai Vescovi lefebvriani ed affronta le polemiche generate da questo gesto e dalle dichiarazioni negazioniste di Williamson.
La lettera, dice sempre Tornielli, è lunga sette pagine ed il contenuto è "umile e forte".
Secondo il giornale on line americano Newsmax invece (ma qui la notizia diviene meno certa), come effetto della cattiva gestione da parte della Curia del caso Williamson il cardinale Castrillòn Hoyos verrà 'giubilato' prima di Pasqua, quindi prima del compimento del suo ottantesimo compleanno, età canonica della pensione per i capi di pontifici consigli e commissioni (mentre per i prefetti di congregazione quell'età è 75 anni, salvi i numerosi casi di proroga e mantenimento nelle funzioni per alcuni anni ulteriori). Il pretesto sarà dato da una riorganizzazione della Commissione Ecclesia Dei, che verrà integrata nella Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, oggi retta dal card. Cañizares Llovera.
Eguale sorte toccherà ad alcuni funzionari "di seconda linea" della Segreteria di Stato: con ogni probabilità proprio alcuni tra quelli cui si riferiva Rodari (nella sua analisi riportata qui): Paolo Sardi, l’arcivescovo che per anni ha scritto i testi dei discorsi di Wojtyla, destinato a diventare patrono dell’ordine di Malta (incarico rimasto vacante dopo la morte del card. Laghi), monsignor Carlo Maria Viganò, Fernando Filoni, Pietro Parolin e Gabriele Giordano Caccia.
Aggiungiamo una nota: il card. Castrillòn ha grandissimi meriti, specie in rapporto col mondo tradizionale. Siamo certi che il Pontefice ne è ben conscio e saprà riconoscerli.
Vedremo. Il Papa spiegherà i motivi per cui ha revocato la scomunica ai lefebvriani.
RispondiEliminaSpiegherà anche perché non scomunica i vescovi eretici e ribelli alla sua autorità?
non mi meraviglierei se un giorno, che spero lontanissimo, lo Spirito Santo fosse l'unico grande elettore del card. Canizares Llovera e Dio lo scegliesse quale proprio candidato in un conclave. Alessandro
RispondiEliminaHo sempre creduto che dovessero essere i vescovi a dover rendere conto al Papa del loro operato e non viceversa.
RispondiEliminaEsatto.
RispondiEliminaQuesta "Lettera di Spiegazione" non fa che confermare la gravità della situazione.
Una gravità quasi "incomprensibile"...
Anche a me in queste ore è passato per la testa un pensiero analogo a quello di Alessandro (8.43).
RispondiEliminaCordialmente.
il fatto che sia il papa a dover spiegare i motivi delle sue decisioni (in questo caso decisioni che spettava unicamente a lui prendere, e a nessun altro!) è il termometro della catastrofica situazione in cui si trova oggi la Chiesa cattolica; i vescovi non capiscono, o non vogliono capire, che nella Chiesa c'è posto per tutti. E questo è gravissimo: se non sono in grado di capire un concetto così elementare saranno in grado di governare bene ?
RispondiEliminaAltro problema: la collegialità episcopale i cui rischi gravissimi ed i cui pericoli da alcuni son sempre stati percepiti e denunciati (senza far nomi: mons. Lefebvre, ma anche De Castro Mayer ed altri); rischi e pericoli che oggi iniziano a manifestarsi nella levata di scudi contro le decisioni papali di diversi episcopati. Questo però è niente rispetto a ciò che accadrà in futuro.
Il card. Siri ebbe a scrivere nel suo diario personale: "se la Chiesa non fosse divina questo concilio l'avrebbe sepolta".
La Chiesa non sarà sepolta, ma dovrà ancora sopportare diversi "tsunami".
p.s.
Dante Pastorelli si chiede se il papa spieghereà perché non scomunica i vescovi eretici e ribelli; semplice: altrimenti la Chiesa si ritroverebbe con una manciata di vescovi.
Addolora tutto questo, ma non stupisce. Le Conferenze Episcopali non comprendono l'agire del loro superiore, del Vicario di Cristo, del successore di Pietro. Non c'è comunicazione tra Roma e le singole potenti Conferenze Episcopali? Quale è la necessità di "motivare" e spiegare la decisione del Pontefice riguardo alla FSSPX?
RispondiEliminaQuando finirà, mi chiedo, tutto questo inutile baccano contro la FSSPX e contro quei cattolici che amano la santa tradizione? Quando finiranno le menzogne che ci vogliono "contro tutto il Vat.II"? Quando ci sarà data la libertà di poter discutere con fermezza e serenità ciò che -in alcuni- testi del Vat.II ci sembra contro la sana dottrina?
I Media hanno appena finito di sbranare la FSSPX e adesso hanno iniziato con i "tradizionalisti" presenti nelle varie Diocesi d'Europa.
Il quotidiano online Petrus, ci definisce "la nebulosa dei tradizionalisti", Giannino si offende per le ultime dichiarazioni sul card.Martini provenienti da ambienti "tradizionalisti" e ci rammenta tutto quello che di buono e santo ha fatto il card. Martini: chi nega i grandi meriti che ha l'illustre porporato, ciò che ha operato per Milano? Ci è lecito poterci sentire profondamente delusi e offesi su quanto il Cardinale ha scritto nel suo ultimo memoriale? Il Cattolico può sentirsi imbarazzato da ciò che ha scritto? Oppure dobbiamo accettarlo con un bel sorriso e con tutte le riverenze?
Il Papa rassicura e acquieta i vescovi, ma noi fedeli dobbiamo ancora sopportare le umiliazioni di quanti non vogliono applicare il Motu Proprio e mi riferisco alle regioni del profondissimo sud.
E per finire: che senso ha lodare la bella liturgia degli ortodossi, parlare e auspicare il loro ritorno alla piena comunione con la Santa Chiesa di Dio, quando poi si umiliano, si disprezzano, si calunniano i propri fratelli cattolici che hanno scelto La Tradizione?
Bruno 64
Rispondo a Bruno 64: qui in Piemonte non stiamo meglio rispetto al Meridione quanto ad applicazione del Summorum pontificum. Intere diocesi (cioè vescovi) piemontesi fanno finta di ignorarlo e precisamente: Alba, Aosta, Casale Monferrato, Cuneo e Fossano, Alessandria, Asti, Acqui Terme, Ivrea, Mondovì, Pinerolo, Saluzzo, Vercelli. Cioè 12 diocesi su 17 della regione ecclesiatica piemontese. A Torino il cardinale arcivescovo non è propizio. L'UNICO vescovo (credo) che abbia avuto il coraggio in tutta l'Italia nord occidentale di celebrare la Messa seguendo il rito romano straordinario è mons. MARIO OLIVERI di Albenga. Onore al merito! Alessandro
RispondiEliminaEvviva Mons. Oliveri!
RispondiEliminaChe Dio lo conservi in prospero stato a guida della Diocesi e del suo Seminario sempre pieno di candidati agli Ordini Sacri.
Una manciata di vescovi?
RispondiEliminaCi son preti, monaci e frati di grande levatura che posson sostituirli.
Ho più volte scritto che basta colpirne in modo eclatante un paio per nazione, gli altri tornerebbero a cuccia.
Io mi auguro che la lettera di spiegazioni di Benedetto XVI non sia una giustificazione del suo operare, cioè un altro cedimento al collettivismo conciliarista, ma un definitivo richiamo ai vescovi di non continuar a sobillar i fedeli ed il clero contro il Pontefice con minaccia d'applicar le censure previste dal CJC.
Ma lo leggete ciò che scrivete???
RispondiEliminaRispondo ad Alessandro.
RispondiEliminaEvito di fare nomi e cognomi o davvero mi finirà male. Con amici abbiamo chiesto ad un Vescovo del sud la Santa Messa V.O., ci ha risposto: accontentatevi di quella che c'è perchè è la "traduzione" fedele del vecchio messale del '62.
Altro Vescovo: ma cosa andate cercando(...), ma perchè complicarvi la vita con un messale (del '62)in latino, pieno di errori TEOLOGICI, mal sopportato persino dai papi del pre-concilio. Altro amicone Vescovo: lasciate perdere, il messale vecchio è imbevuto di una teologia, una ecclesiologia superata, dimenticata. Che direbbe nostro Signore se ci trovasse ancora con quel messale? Lasciate stè cose al Papa visto che ne ha tanta nostalgia, vedrete che non lo seguirà nessuno....
Altro ancora: vi ESORTO a inserirvi in parrocchia (lo siamo già!) e ad essere obbedienti al parroco e al vostro vescovo, non tollero simpatie tradizionaliste e il messale del '62 è stato ABOLITO, tornate alla piena comunione con la Chiesa (per un attimo ci siamo sentiti come se fossimo stati scomunicati!).
La reazione dei preti poi, te la risparmio, ma mi prometto di scrivere e pubblicare un libro8tanto per dire..): contraddizioni a non finire, preparazione zero (specialmente tra i giovani), critici fino al midollo dell'osso verso il Papa e il suo cerimoniere.
Ho la licenza in teol.dogm. e non la sventolo, non mi piace vantarmi, ma credimi, certe volte provo vergogna di come si stanno formando i futuri presbiteri, i religiosi e per le esternazioni di alcuni vescovi: in privato sono autoritari e intransigenti, in pubblico dei bonaccioni. Non ti dico poi quello che gli esce dalla bocca contro la FSSPX, i Francescani dell'Immacolata (poverelli!), quelli di Gricigliano e la Fraternità di San Pietro.
Ti lascio con il breve racconto di ciò che ho visto di persona pochi giorni fa: in un monastero femminile con clausura papale, senza che la comunità fosse stata avvisata, si è presentato un loro superiore con tanto di operai, per smontare la doppia grata del parlatorio. Non c'è riuscito, le monache hanno vinto, per questa volta.....
Bruno64
"Vogliamo altresì rivolgere un appello, accorato ma fermo, a quanti impegnano se stessi e trascinano gli altri, con la parola, con gli scritti, con il comportamento, sulle vie delle opinioni personali e poi su quelle dell'eresia e dello scisma, disorientando le coscienze dei singoli e la comunità intera, la quale dev'essere anzitutto koinonia nell'adesione alla verità della Parola di Dio, per verificare e garantire la koinonia nell'unico Pane e nell'unico Calice. Li avvertiamo paternamente: si guardino dal turbare ulteriormente la Chiesa; è giunto il momento della verità, e occorre che ciascuno conosca le proprie responsabilità di fronte a decisioni che debbono salvaguardare la fede, tesoro comune che il Cristo, il quale è Petra, è Roccia, ha affidato a Pietro, Vicarius Petrae, Vicario della Roccia, come lo chiama San Bonaventura" (Paolo VI, Omelia del 29 giugno 1978). Parole vere allora, pariole vere oggi. Sembra che la sbornia del '68 all'interno della Chiesa non sia ancora passata. Alessandro
RispondiEliminaPer Bruno 64.
RispondiEliminaNella nostra pagina con l'elenco Messe (che vuole servire non soltanto come guida pratica per trovare una Messa, ma ancor più per dare un quadro diocesi per diocesi della situazione e inchiodare i vescovi alle loro responsabilità, o lodarne i meriti) le regioni meridionali sono un cimitero di "non pervenuto".
La nostra opinione è che sia finito il tempo dei riguardi e anche dell'anonimato. Un vescovo oltraggia la Santa Messa e chi la richiede? Almeno si risappia e si assuma le conseguenze delle sue azioni.
Quindi, caro Bruno, se ci mandi una mail alla redazione precisando chi ha detto che cosa, potremo togliere qualche "non pervenuto" e chiunque saprà meglio che ne pensa il vescovo del luogo.
Concordo con la Redazione.
RispondiEliminaSe ci sono casi di reprensibili comportamenti dei vescovi bisogna segnalarli pubblicamente e inviar copia all'Ecclesia Dei.
Io ho fatto battaglie contro alcuni vescovi a testa alta, ad es. il Vescovo di Lucca, ora emerito, Bruno Tommasi,e prima di lui, con mons. G. Agresti che negò l'indulto; ho svergognato sulla stampa, il defunto Maggiolini, documenti alla mano, perché s'era preso gioco dei rappresentanti di Una Voce di Como a cui accordava l'indulto sì, ma non assegnava i sacerdoti e non accettava mai quelli che - in comunione con Roma - l'associazione dichiarava disponibili, con pretesti d'ogni sorta, ma prometteva di fornire "le pianete a fiorellini"; ho polemizzato con mons. Scatizzi di Pistoia il quale mi scriveva, fra le altre facezie pressappoco frasi di questo tenore: "la Messa non ripete il sacrificio della croce ma lo attualizza, si ripete il rito ma non la realtà sacramentale che è nel rito cioè l'unico irripetibile sacrificio di Cristo" con una confusione teologica di stampo protestante. Come se non si sapesse che la Messa rinnova, ripete, attualizza in modo sacramentale la realtà della Croce che è certo irripetibile nella storicità dell'evento, ma ripetibile nel sacramento. E sempre apertamente e pubblicamente ho ripreso i cardinali Piovanelli ed Antonelli per atti in contrasto col Diritto Canonico, come ad es.,i funerali religiosi solenni, con codazzo di vescovi e monsignori, al poeta Luzi
che un paio di mesi prima della morte e senza pubblica ritrattazione (e neppure privata a quel che si sa) aveva aggredito in modo vergognoso la Chiesa ed aveva apostatato.
Non si può rimaner nell'anonimato né si posson tacere i nomi quando s'ingaggiano delle battaglie che si ritengon in coscienza giuste.
Io son vivo, mantengo rapporti con la Curia,non sono stato scomunicato.
A Pastorelli. Che aveva fatto Luzi due mesi prima di morire? Mi era sfuggito questo fatto... Ultimamente, è vero, c'era poco con la testa...
RispondiEliminaA bRUNO 64
RispondiEliminaMa perché vi rivolgete al Vescovo? basta tro9vare un prete disposto ed è fatta.
Quando è entrato in vigore il Motu proprio io ho iniziato a celebrare la Messa tradizionale e il Vescovo non mi ha mai detto o chiesto nulla.
don gianluigi
Averne di preti come lei, don Gianluigi... Il problema è proprio questo...
RispondiEliminaChe la Commissione Ecclesia Dei sarebbe stata integrata in qualche Congregazione si parlava ancora prima della revoca della scomunica e il caso Williamson
RispondiEliminahttp://blog.messainlatino.it/2009/01/la-commissione-ecclesia-dei-sar.html
Angel
Leggo solo ora la domanda.
RispondiEliminaNon ho voglia di andar a ripescar il ritaglio di giornale. Comunque, da un mio articolo (ne scrissi anche su Il Giornale, cronaca fiorentina) traggo quanto riporto in sintesi.
In un’intervista rilasciata a fine 2004, poco più d’un paio di mesi prima della sua morte, dopo essersi scagliato contro Blair Berlusconi e Fini tacciati di fascismo (lui che fu collaboratore dei fascisti Frontespizio, Primato, e perfino de Il Bargello di Pavolini), ecc., dice a proposito di Comunione e Liberazione che “prova una specie di ripugnanza per tutto ciò che serva ad escludere gli altri: il senso della setta”, per cui i giovani CL sono espressione “di un cattolicesimo che mina la laicità dello Stato”. E per questo egli si dichiara “cristiano ma non cattolico” perché “il cattolicesimo tende ad attestarsi come identità esclusiva, che respinge gli altri, si isola dagli altri”.
Del resto la sua vita morale era notoriamente non conforme alla dottrina cattolica. E solo gl’illusi, cardinali e vescovi compresi, potevan pensare che il vago deismo delle sue poesie potesse essere un palpito d’amore per Cristo. Ma ben l’aveva compreso Cristina Campo che si oppose a che comparisse la sua firma sul manifesto relativo alla formazione di Una Voce Internazionale, ma poi Luzi brigò tanto che il suo nome apparve tra quelli di ben più illustri personaggi.