Ancora una
volta, le parole del Pontefice, rilasciate ieri sera all'uscita dalla residenza
estiva di Castel Gandolfo (qui),
ci lasciano con un senso di amara insoddisfazione (anche se, per fortuna, non costituiscono Magistero le risposte ai giornalisti). Di fronte alle crisi
che dilaniano il mondo e la Chiesa stessa, Papa Leone XIV sembra preferire un
registro di diplomatica, quasi eccessiva, "prudenza", che suona più
come eccesso di cautela che come profetica chiarezza.
Confusione
dottrinale sui cattolici americani
Le parole
più preoccupanti sono quelle rivolte ai cattolici americani riguardo al
caso del senatore democratico Durbin, attivista pro-aborto, che avrebbe dovuto essere premiato
dal Cardinale ultra progressista Cupich. È di oggi la notizia che il senatore
ha rinunciato al premio (qui)
Il Papa ha mescolato l'insegnamento sull'aborto e la pena di morte, affermando
che "dire ‘sono contro l'aborto’ ma ‘a favore della pena di morte’ non è
davvero pro-vita, come non lo è essere ‘d'accordo con il trattamento disumano
degli immigrati negli Stati Uniti’".
Si
confondono i piani.
Non è accettabile porre sullo stesso piano la negazione del diritto alla
vita nascente — un male intrinsecamente grave — con questioni di prudenza
politica e sociale
come la pena di morte o l'immigrazione, che, pur importanti,
ammettono un dibattito legittimo tra i fedeli e non sono tutte ex parte
di pari gravità morale. Questo approccio relativistico, che sembra appiattire
la gravità dei peccati contro la vita, non fa che alimentare la confusione
dottrinale già diffusa e mina la chiarezza morale che ci si aspetta dal
Pastore Universale.
Gaza e la Diplomazia del "Speriamo Bene"
Sulla drammatica situazione a Gaza e la proposta di accordo, il Papa si è limitato a un tiepido "speriamo che Hamas accetti" e a notare che ci sono "elementi molto interessanti".
Ci chiediamo: in un momento in cui la vita di migliaia di innocenti e la dignità umana sono calpestate, è questo il massimo che il Vicario di Cristo può offrire? Dov'è il grido di dolore per le vittime, tutte?
Urge una guida più forte, meno incline all'eclettismo politico e più ancorata all'immutabile Magistero della Chiesa. La Chiesa non è una ONG e il Papa non è un segretario generale delle Nazioni Unite nè un opinionista, almeno, salva reverentia, lo speriamo.
Luigi Casalini
PS: alcune reazioni alle parole di Leone ai giornalisti:InfoVaticana – Controverse dichiarazioni di Leone XIV in cui sembra giustificare il premio al senatore Durbin: “Credo sia importante considerare nel suo insieme il lavoro svolto da un senatore durante, se non sbaglio, 40 anni di servizio al Senato degli Stati Uniti. Capisco le difficoltà e le tensioni. Ma, come ho già detto in altre occasioni, è importante considerare le numerose questioni relative all'insegnamento della Chiesa”.(…) Chi dice “sono contrario all'aborto” ma è favorevole alla pena di morte non è realmente pro-vita. Chi dice “sono contrario all'aborto” ma è d'accordo con il trattamento disumano riservato agli immigrati negli Stati Uniti, non so se sia davvero pro-vita. Sono questioni molto complesse e non so se qualcuno abbia tutta la verità al riguardo, ma chiederei innanzitutto di rispettarsi a vicenda e di cercare insieme la strada da seguire".
InfoVaticana – Il senatore Durbin rinuncia a ricevere il premio concesso dal cardinale Cupich. Testo completo della dichiarazione del cardinale Cupich.
InfoVaticana – Leone XIV e la teoria della “tunica inconsutile” del cardinale Bernardin dietro il premio che il cardinale Cupich voleva concedere a un abortista.
The Catholic Thing – Randall Smith (professore di Teologia St. TYhomas University): Un “cattolico” pro-choice?: “Quindi, il cardinale Cupich ha deciso di onorare il senatore Dick Durbin, favorevole all'aborto. L'ufficio della cancelleria afferma che lo stanno onorando per motivi diversi dal suo sostegno all'aborto, ma è come onorare Bill Cosby per le cose meravigliose che ha fatto oltre al maltrattamento delle donne. Nessuno lo accetterebbe. La conclusione ovvia sarebbe che semplicemente non ti interessa il maltrattamento delle donne, o almeno non quanto dovresti….”