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giovedì 2 ottobre 2025

A Domrémy-la-Pucelle si instaura la pace liturgica in onore della Santa della Patria

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1280 pubblicata da Paix Liturgique il 1º ottobre, in cui si racconta lentusiasmante esperienza del pellegrinaggio (sia diocesano sia tradizionale) organizzato dall’Association Universelle des Amis de Jeanne d’Arc e che si è caratterizzato per la celebrazione sul sagrato della Basilique Sainte-Jeanne-d’Arc di Domrémy-la-Pucelle di due Messe: una in Novus Ordo ed una tradizionale.
Entrambe le Messe sono state partecipate da un migliaio di fedeli ciascuna e hanno dato la possibilità a fedeli «diocesani» di scoprire il rito tradizionale ed ai fedeli «tradizionali» di restare meravigliati dalla processione, dai canti e dai momenti di adorazione della Messa in Novus Ordo.
Come ha affermato un partecipante: «Qui tutti si mescolano, le persone parlano tra loro, ognuno è accolto nella sua diversità per l’unità della Chiesa».

L.V.


Il 27 e 28 settembre si è celebrato a Domrémy-la-Pucelle e dintorni il giubileo del 600º anniversario delle apparizioni di San Michele a Santa Jeanne d’Arc (Giovanna d’Arco). L’evento, sia diocesano che tradizionale, ha avuto la particolarità di vedere celebrate due Messe, una in Novus Ordo il sabato alle ore 20:00 e una la domenica alle ore 9:00 in rito tradizionale celebrata dal padre Emmanuel-Marie Le Fébure du Bus, Abate dell’Abbaye Sainte-Marie di Lagrasse. Entrambe sono state celebrate sul sagrato della Basilique Sainte-Jeanne-d’Arc di Domrémy-la-Pucelle, troppo piccola per accoglierle.

Il Festival-pèlerinage de l’Espérance [QUI: N.d.T.] organizzato dall’Association Universelle des Amis de Jeanne d’Arc, con la collaborazione della Diocesi di Saint-Dié, ha avuto quasi 1.500 iscritti: le due Messe hanno attirato ciascuna un migliaio di fedeli.

Poiché i luoghi legati a Santa Giovanna d’Arco sono concentrati in un’area molto ristretta ai piedi della valle della Mosa, tra la Basilique Sainte-Jeanne-d’Arc di Domrémy-la-Pucelle e la Chapel of Notre-Dame di Bermont, con i borghi di Greux e Domrémy in mezzo, i lorenesi hanno inventato un nuovo concetto, quello del pellegrinaggio statico: niente lunghe colonne con decine di stendardi, ma c’erano comunque molti pellegrini, con o senza stendardi, che salivano verso Bermont dove si potevano vedere, oltre alla cappella che Giovanna d’Arco aveva conosciuto, l’anello di Giovanna d’Arco e una delle sue lettere, le reliquie delle sante Teresa, Caterina e Margherita prestate dalla Basilique Sainte-Thérèse di Lisieux.


Il viaggio di andata e ritorno tra Bermont e la Basilica «è di ben 15 chilometri a piedi, e il terreno è collinare», osservava un gruppo di pellegrini della regione parigina, un po’ senza fiato in cima al sentiero di Bermont.

Un buon affare anche per il caffè di Greux, che ha moltiplicato le pinte e le lenticchie, in mancanza di pane e pesce, e per il comune di Greux, piccolo villaggio di 130 abitanti le cui vetrate della chiesa – gremita durante i concerti e i vespri gregoriani – sono dedicate alle apparizioni a Santa Giovanna d’Arco. «Giovanna fa parte del villaggio, è di qui, ha potuto far parte delle nostre famiglie». All’epoca Domrémy e Greux formavano un’unica Parrocchia.

Quattro fratelli di Cheméré, tre seminaristi della Fraternità sacerdotale di San Pietro e molti altri sacerdoti delle comunità tradizionali accompagnavano le meditazioni dei pellegrini lungo i sentieri – c’erano anche rappresentazioni teatrali legate a Santa Giovanna d’Arco allo stadio di Greux, meditazioni nella chiesa di Domrémy da parte delle suore della Communauté des Béatitudes di Autrey, canti di lode, un forum delle associazioni ecc.


«Qui tutti si mescolano, le persone parlano tra loro, ognuno è accolto nella sua diversità per l’unità della Chiesa», e infatti la domenica mattina c’erano fedeli che scoprivano il rito tradizionale, mentre altri erano meravigliati dalla processione, dai canti e dai momenti di adorazione della Messa in Novus Ordo del giorno precedente, concelebrata da mons. François Gourdon, Vescovo di Saint-Dié, mons. Éric Marie de Moulins d’Amieu de Beaufort , Arcivescovo metropolita di Reims, mons. Pierre-Yves Michel, Vescovo di Nancy, e mons. Jean-Louis Bruguès O.P., Vescovo emerito di Angers.

Mons. François Gourdon ha inoltre dato appuntamento ai pellegrini per il prossimo anno: «Festeggeremo i cento anni della consacrazione della Basilique Sainte-Jeanne-d’Arc di Domrémy-la-Pucelle», monumentale e visibile da lontano, che si staglia sulla collina, ma che può ospitare solo 500 fedeli.

Lione, Grenoble, Quimper e Concarneau, Aubusson, Compiègne o ancora Clermont: il giubileo delle apparizioni ha attirato pellegrini provenienti da lontano. Patrick viene da Lione: «Era da tempo che aspettavo un pellegrinaggio dedicato a Santa Giovanna d’Arco, che è pur sempre il cuore della storia di Francia».

I pellegrini sono arrivati anche da altre città legate a Santa Giovanna d’Arco, come questa decina di abitanti di Compiègne seduti attorno a un frate di Cheméré a metà strada tra Bermont e il borgo. Un abitante di Strasburgo testimonia: «Santa Giovanna d’Arco è la Francia, quindi ovviamente sono venuto a Domrémy per il giubileo». Un abitante di Valence che «sarà al Pèlerinage Nosto Fe [da Cotignac a Saint-Maximin-la-Sainte-Baume: N.d.T.] la prossima settimana», per il quale «Santa Giovanna d’Arco è un simbolo di unità e coraggio, di cui avremmo davvero bisogno al giorno d’oggi».


Altri, più locali, provengono da Nancy e Metz. «Veniamo per Santa Giovanna d’Arco, naturalmente, ma anche per le Messe e la possibilità di vedere reliquie che di solito non si trovano qui», in particolare l’anello di Santa Giovanna d’Arco. La Basilique Sainte-Jeanne-d’Arc di Domrémy-la-Pucelle è rimasta aperta tutta la notte per l’adorazione e i pellegrini hanno camminato lungo la strada tra l’accampamento in basso, dietro Domrémy, e la Basilica sulla collina.

Da Quimper e Concarneau, due pensionate, con bandiere bretoni sui loro zaini, assistono alla Santa Messa tradizionale; un pellegrino della Corrèze fa il punto della situazione: «È stato un pellegrinaggio magnifico, e soprattutto c’era di tutto, dalla lode all’adorazione delle reliquie proprio dove Santa Giovanna d’Arco veniva a pregare, una Messa serale con una bellissima processione e canti magnifici, assemblee molto devote. Tornerò». Tra tre settimane andrà a camminare nel Béarn, dove il pellegrinaggio tradizionale Sentourèrs de Esperanço si recherà da Bazet a Lourdes.

Mentre il sole fa timidamente capolino dalla fitta nebbia, padre Emmanuel-Marie Le Fébure du Bus, Abate dell’Abbaye Sainte-Marie di Lagrasse, afferma: «Bisogna amare Dio come Giovanna nelle vittorie e quando è flagellato (…) che Dio sia la lampada, come Giovanna, che risplende in noi». Mentre la nebbia avvolge nuovamente la basilica, la messa si conclude con un migliaio di fedeli che cantano all’unisono «San Michele Arcangelo, difendici nelle battaglie, San Michele Arcangelo, proteggi le nostre anime dalla morte».

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