Viva gli sposi!
Con tanto di fotografie pubbliche sui social network, veniamo a sapere che sabato 13 settembre, in un agriturismo in provincia di Bergamo, il signor Gabriele ed il signor Mario hanno coronato la loro love story attraverso la costituzione di una unione civile.
E fin qui si tratta di un atto dello stato civile che poco ci importa.
Ma il problema è che la vicenda ha ben altri dettagli (e, si sa, è nei dettagli che si cela il demonio).
Sabato i nostri sposi [Gabriele e Mario] hanno scelto di sposarsi con rito civile delegando don Roberto, una persona meravigliosa che ha avuto il coraggio di uscire dagli schemi. La prima parte della cerimonia è stata infatti una benedizione religiosa. L’amore che Gabriele e Mario provano ha rotto le barriere, dio era con loro. È stata un’esperienza magnifica, e siamo onorati di averne fatto parte.Viva gli sposi, e viva don Roberto!!
Il tutto accompagnato, a scanso di equivoci, da un bel servizio fotografico (che riportiamo in calce), nel quale si vede don Roberto che presiede il rito civil(-religioso).
E dunque ci permettiamo alcune doverose considerazioni:
- don Roberto Falconi, sacerdote incardinato nel presbiterio orobico, addetto al Santuario della Madonna del Perello (Val Serina), appare parato con un camice ed una stola bianchi, paramento tipico sacerdotale, ha allestito davanti a sé una specie di altare, con un libro aperto (il Rituale?) ed il cuscinetto con gli anelli da benedire (tipici del matrimonio religioso e non previsti né nel cosiddetto «matrimonio civile» né, tantomeno, per l’unione civile): don Roberto sta quindi celebrando un finto matrimonio? Sta inscenando un rito inesistente nella liturgia cattolica?
- leggiamo che don Roberto è stato delegato dall’ufficiale di stato civile a ricevere la dichiarazione per la costituzione dell’unione civile: ritiene questa sua attività compatibile con lo stato clericale? Ne ha informato il suo Ordinario? E, soprattutto, ne ha chiesto l’autorizzazione? Ciò in quanto a noi consta che «le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate […] a cittadini italiani che hanno i requisiti per la elezione a consigliere comunale» (articolo 1, comma 3, del d.p.r. 396/2000) e, interpretando il canone 287 §2 del codice di diritto canonico, i chierici non potrebbero candidarsi alle elezioni, salvo autorizzazione dell’autorità ecclesiastica;
- in tale contesto, don Roberto sa di aver umiliato pubblicamente, con il suo comportamento e la sua volontaria adesione a tale sceneggiata (per un Cattolico, si intende), a tale provocazione ideologica, il patto matrimoniale che «è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento» (canone 1055 §1 del codice di diritto canonico)? E sa che «tra i battezzati non può sussistere un valido contratto matrimoniale, che non sia per ciò stesso sacramento» (canone 1055 §2 del codice di diritto canonico)?
- in definitiva, don Roberto si è limitato (diciamo così) a fare l’ufficiale di stato civile vestito con abiti liturgici (che fanno tanto scena mondana e, evidentemente, «piacciono alla gente che piace») o ha celebrato una specie di rito religioso (un finto matrimonio, una specie di benedizione o qualcosa d’altro più o meno inventato)? Come è scritto nel post: «dio [pure in minuscolo…] era con loro»?
Ma soprattutto, infine, rivolgiamo un accorato appello a mons. Francesco Beschi, Vescovo di Bergamo, affinché ristabilisca, nei modi previsti dal codice di diritto canonico, l’ordine e addotti ogni opportuno provvedimento affinché il pubblico scandalo di questo finto matrimonio celebrato da un prete (purtroppo) vero possa essere riparato.
È stato compiuto un delitto contro il sacramento del matrimonio e, in merito, il canone 1379 §§ 4 e 5 del codice di diritto canonico si esprime chiaramente: «Chi deliberatamente amministra un sacramento a colui al quale è proibito riceverlo [e a due uomini lo è], sia punito con la sospensione, alla quale possono essere aggiunte altre pene secondo il can. 1336 §§ 2-4. Chi, oltre ai casi di cui nei §§ 1-4 e nel can. 1384, simula di amministrare un sacramento, sia punito con giusta pena».

Visto che siete tanto attenti e ortodossi a onor di verità dalle foto non appare affatto che il sacerdote indossi una casula come è scritto nel testo ma solo la stola prevista per le benedizioni…che vorrei ricordare non vengono negate nemmeno agli animali
RispondiEliminaUn prete che prende in giro Dio e inganna di benedire l'unione di due omosessuali, è un finto prete, uno che "gioca" a fare il prete.
RispondiEliminaE il suo vescovo che fa? Non veglia?
Punizioni? Non ne avrà quel sacerdote di certo! Mica ha criticato il Concilio Vaticano II? Solo allora scattano le punizioni!!!
RispondiEliminaMa perché non chiedere direttamente all'interessato, invece che fare illazioni e dietrologia online senza dare alla persona chiamata in questione il diritto di replica?
RispondiEliminaSe cercano una Benedizione, chi siamo noi per criticare o proibirla?: Cristo non e' entrato nella casa di un peccatore? E il Buon Pastore non va a cercare le pecorelle?
RispondiEliminaMa poi, perche' questo continuo insistere sull' omosessualita'?
Scusate, io spero che intervenga il suo vescovo e adotti severi provvedimenti. E' vergognoso che questo presbitero abbia violato il codice canonico. Merita la scomunica e la riduzione allo stato laicale.
RispondiEliminaPrima aspettiamo la riduzione allo stato laicale di Viganò, poi di Strickland…
EliminaIl prete in questione ha compiuto il delitto di simulazione di sacramento, per cui è prevista la scomunica; per tale ragione, deve essere scomunicato e che sia anatema!
RispondiEliminaSospensione ad divinis.
RispondiEliminaDal titolo...
RispondiEliminaPrete vero, si, ma non vero prete.
solo il matrimonio concordatario dà al sacerdote la veste di ufficiale di stato civile, codesta pagliacciata è un insulto alla Chiesa e allo Stato, pagliacci coloro che la tollerano.
RispondiEliminaQuante storie, ha benedetto degli oggetti (due anelli) e una coppia di uomini, che senza questo gesto sarebbero stati ancora più lontani dalla Chiesa. L’autore dell’articolo mi pare ardito nei suoi giudizii giuridici: in primis il prete è perfettamente candidabile perché gli impedimenti canonici sono irrilevanti ai fini civili, quindi nulla quæstio, ed in secondo luogo non può esserci la simulazione di un sacramento che non esiste, quindi non c’è l’illecito canonico. Il sacerdote ha compiuto un gesto molto bello di paternità nei confronti di due persone che celebravano un giorno per loro importante, un giorno che, sia detto per inciso, molti eterosessuali o rifuggono o celebrano rigorosamente senza il prete. È da lodare assolutamente che una coppia omosessuale abbia sentito il bisogno di coinvolgere il sacerdote nella loro unione civile. Se si ragionasse come voi, Cristo sarebbe il primo da censurare per le sue cattive frequentazioni….
RispondiEliminaOttimo questo commento. L’unico in mezzo alla masnada di indignati d’ufficio h24 che scrivono enormità.
EliminaSplendide parole! Finalmente un fedele dotato di cervello funzionante.
Eliminavergogna
RispondiEliminaNon avrei avuto difficoltà a accettare che il sig. Roberto, professione prete, come qualsiasi cittadino delegato dal Sindaco, presiedesse un matrimonio civile in giacca e cravatta e con la fascia tricolore obbligatoria (art.70 del d.P.R. n.396/2000), con il permesso dell'ordinario ovviamente e spiegando il senso della sua presenza da laico, nel proprio tempo libero e dando lettura del codice civile omettendo atti e suppellettili "quasi liturgici"
RispondiEliminaSceneggiata ? Questo è un rito satanico! Non avrebbe mai dovuto farlo
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