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martedì 19 agosto 2025

Papa Leone XIV cambia il paradigma ecologista, ma in Vaticano resistono gli ultimi «giapponesi» bergogliani

Con un telegramma indirizzato al card. Pedro Ricardo Barreto Jimeno S.I., Presidente della Conferencia Eclesial de la Amazonía, Papa Leone XIV ha chiarito che intende mettere la parola «fine» all’epoca della divinità Pachamama ed il ritorno alla centralità di Gesù Cristo nella vita della Chiesa.
Con il tono elegante e misurato – ma che non si presta a fraintendimenti – che stiamo apprezzando sin dall’inizio di questo Pontificato, in poche righe il Romano Pontefice ha esortato i Vescovi e ha posto in evidenza:
  1. che la missione della Chiesa è quella «di annunciare il Vangelo a tutti gli uomini» e che è essenziale che Gesù Cristo «sia annunciato con chiarezza e immensa carità»: finalmente l’abbandono del relativismo religioso ed il ritorno alle opere di apostolato e conversione (per dodici anni tacciate di «proselitismo») all’unica vera fede che conduce alla salvezza eterna;
  2. che il trattamento equo dei popoli e la giustizia trovano la loro fonte nella predicazione del «nome di Cristo»: finalmente si ritorna alla dottrina sociale della Chiesa ed alle sue autentiche istanze, ben lontane dalle rivendicazioni socialiste della teologia della liberazione;
  3. che la cura della cosiddetta «casa comune» esclude che l’uomo si sottometta ai beni naturali «come schiavo o adoratore della natura, poiché queste cose ci sono state date per raggiungere il nostro fine di lodare Dio e ottenere così la salvezza delle nostre anime»: finalmente si ripristinano l’ordine e la gerarchia naturali e si abbandona l’ideologia ecologista con i suoi riti pagani.
Le parole ed i toni scelti dal Santo Padre nel telegramma appaiono chiari, senza però voler recidere violentemente con il suo immediato predecessore: i tempi della Chiesa – lo sappiamo – sono lenti e le sue azioni, per portare i frutti giusti e durevoli, devono essere ben soppesate; ma ci permettiamo di scrivere che la strada – finalmente e senza eccedere in facile entusiasmo – pare essere quella giusta.
E in tutto ciò, come si pone il Dicastero per la comunicazione retto dal dott. Paolo Ruffini con il suo portale d’informazione Vatican News? Come gli ultimi irriducibili «giapponesi», continua il suo trinceramento in uno dei pochi fortini rimasti fedeli all’ideologia bergogliana, perseguendo nell’opera di travisamento dei gesti e delle parole del Romano Pontefice con improbabili esercizi dialettici per dimostrare l’indimostrabile, ovvero la continuità con il precedente pontificato (QUI l’articolo sul portale Vatican News, il cui titolo – Il Papa: annuncio del Vangelo, giustizia e ambiente le priorità dei vescovi in Amazzonia – non rispecchia ed anzi sovverte il contenuto del telegramma di Papa Leone XIV).
Non sarebbe il caso – ci permettiamo di domandare – che questi pessimi collaboratori del Santo Padre, guidati dai sempre più imbarazzanti dott. Paolo Ruffini e dott. Andrea Tornielli, rispettivamente Prefetto e Direttore della direzione editoriale del Dicastero per la comunicazione, autentiche quinte colonne dell’agonizzante ideologia bergogliana, con un rarissimo gesto di onestà intellettuale, si dimettano o, almeno, cambino registro?

L.V.


Sua Eminenza Reverendissima
Card. Pedro Ricardo Barreto Jimeno, S.J.
Presidente della Conferenza Ecclesiale dell’Amazzonia

Papa Leone XIV saluta cordialmente lei, eminenza, così come anche i partecipanti all’incontro dei Vescovi dell’Amazzonia, che si tiene dal 17 al 20 agosto a Bogotà.

Sua Santità vi ringrazia per il vostro sforzo nel promuovere il bene più grande della Chiesa per i fedeli dell’amato territorio amazzonico e, tenendo conto di quanto appreso al Sinodo sull’ascolto e la partecipazione di tutte le vocazioni nella Chiesa, vi esorta a cercare, sulla base dell’unità e della collegialità proprie di un «organismo episcopale» (cfr. Documento finale del Sinodo speciale per l’Amazzonia, 115), il modo in cui aiutare concretamente ed efficacemente i Vescovi diocesani e i Vicari apostolici a compiere la loro missione. A questo riguardo, vi invita a tenere presenti tre dimensioni interconnesse nell’azione pastorale di questa regione: la missione della Chiesa di annunciare il Vangelo a tutti gli uomini (cfr. decreto Ad gentes, 1), il trattamento equo dei popoli che vi abitano e la cura della casa comune.

È essenziale che Gesù Cristo, nel quale tutte le cose si ricapitolano (cfr. Ef 1,10), sia annunciato con chiarezza e immensa carità tra gli abitanti dell’Amazzonia, di modo che ci impegniamo a dare loro il pane fresco e puro della buona novella e il nutrimento celeste dell’Eucaristia, unico modo per essere veramente popolo di Dio dio e corpo di Cristo.

In questa missione, siamo spinti dalla certezza, confermata dalla storia della Chiesa, laddove si predica il nome di Cristo, l’ingiustizia arretra in modo proporzionale, poiché, come afferma l’apostolo Paolo, ogni sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo scompare se siamo capaci di accoglierci gli uni gli altri come fratelli (cfr. Flm 1,16).

Nell’ambito di questa dottrina perenne, non meno evidente è il diritto e il dovere di prenderci cura della «casa» che Dio Padre ci ha affidato come amministratori premurosi, affinché nessuno distrugga irresponsabilmente i beni naturali che parlano  bellezza del Creatore, né, tanto meno, si sottometta ad essi come schiavo o adoratore della natura, poiché queste cose ci sono state date per raggiungere il nostro fine di lodare Dio e ottenere così la salvezza delle nostre anime (cfr. sant’Ignazio di Loyola, Esercizi spirituali, 23).

Con questi auspici, il Santo Padre vi imparte di cuore l’implorata benedizione apostolica, che estende volentieri a tutti coloro che sono affidati alla sua cura pastorale.

8 commenti:

  1. Mi indicate cortesemente un documento pontificio o sinodale in cui si invitano i cristiani ad essere schiavi della natura o ad adorarla?
    Senz’altro non ho la vostra preparazione e la vostra sterminata cultura, ma non mi pare proprio che il vostro “riassunto” così sapientemente elaborato rispecchi il testo del telegramma di seguito riportato.

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Pachamama a s. Pietro e Laudato sì?

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    3. “Pachamama” non mi pare sia un documento.
      A che numero di Laudato si’ si dice di essere schiavi della natura?

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    4. Le mandiamo le foto dell'idolo in basilica di S. Pietro e ai giardini vaticani

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    5. Quindi è ovvio che non può citare nessun documento come chiesto dall’utente. Insomma, le solite inesattezze per tener buoni gli adepti tradizionalisti.

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  2. Io vedo un bell’attacco alla chiesa dei tempi che piacciono a voi, con tanto di colonialismo feroce e sfruttamento dei popoli nativi. Evidentemente quelli non portavano il nome di Cristo, ma quello del potente di turno.

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  3. Grazie a Dio, a papa Leone che mette fine a questo paganesimo che deviava totamente dalla conoscenza di Nostro Signore Gesù Cristo.
    Poi mi chiedo, dov'è la "lógica ecologica" di papa Francesco, per l'ecologia, il rispetto per il creato, l'amore per la 'madre terra' e ringraziamento al Creatore che nutre e fa crescere... quando ha fatto "distruggere" la vigna di Benedetto XVI a Castel Gandolfo?

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