Grazie a Giuseppe Rusconi per questa analisi sulle recentissime elezioni polacche, vinte dal candidato cattolico e perse da quello pro gay e laicista.
Ma quanto rosica l’Avvenire!
Ovviamente Avvenire sta con i laicisti...
Si meritano l'8permille, se non cambia la gestione del quotidiano della CEI?
Luigi C.
‘AVVENIRE’/ POLONIA: AHI, CHE BOTTA!
Rosso Porpora, 3-6-25
Ahi, che botta! Tramortiti come i turchi assedianti di Vienna quel 12 settembre 1683, quando la cavalleria polacca scese a passo di carica dal Kahlenberg travolgendo l’esercito ottomano. Similmente lunedì 2 giugno 2025 di prima mattina si devono essere sentiti i ‘turchi’ di oggi che, in procinto di conquistare i bastioni della nobile e coriacea nazione polacca, hanno visto brutalmente svanire i sogni con relativi progetti che, concretizzati, avrebbero potuto collocare stabilmente la Polonia nel Grande Laboratorio bruxellese di sovversione antropologica e mefistofelica sorosiana, intestato formalmente a Ursula Crudelia Demon in von der Leyen.
Eh sì, la Polonia ha detto no, ha resistito nonostante lusinghe, pressioni, minacce provenienti da Commissioni, governi e una formidabile armata mediatica di gruppi tedeschi con il sostegno delle Brigate internazionali guidate da Le Monde, The Guardia, El Pais e gli italici giornaloni. Che negli ultimissimi giorni di campagna elettorale (così da garantire un forte impatto emotivo, rendendo inoltre difficile rispondere tempestivamente e incisivamente) hanno riversato su Nawrocki ( “mostrificato” come ben rileva il copresidente del gruppo ‘Conservatori riformisti’, l’eurodeputato Nicola Procaccini su La Verità ) una scarica di accuse e insinuazioni degne della migliore propaganda sovietica dei tempi d’oro (quelli di Stalin). Nawrocki, come tutti gli umani, ha certo dei difetti, avrà compiuto in passato scelte discutibili… insomma non è un santo… ma chi può dire di esserlo anche tra i suoi avversari?
La maggioranza dei polacchi l’ha capito. E, con una partecipazione del 71,63%, in 10.606.628 hanno scelto come nuovo presidente della Polonia proprio il vituperato Karol Nawrocki (candidato indipendente, storico e presidente dell’Istituto della Memoria nazionale, appoggiato dal primo partito elettoralmente di Polonia, ‘Diritto e giustizia’/Pis, conservatore) mentre in 10.237.177 avrebbero preferito il coccolatissimo (dal Pensiero Unico Mediatico/PUM) Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia e pupazzetto del citato Laboratorio, sezione Donald Tusk (il quale sindaco già si era proclamato vincitore, esaltato dai primi exit-poll …l’arroganza intellettuale acceca, fa scambiare sogni e realtà!).
Nell’ultimo Rossoporpora di sabato 31 maggio avevamo dedicato qualche riga all’atteggiamento di Avvenire in materia di elezioni polacche. E avevamo evidenziato il tifo curvaiolo che il quotidiano della Conferenza episcopale italiana faceva per il candidato anticattolico Trzaskowski (emerso con evidenza solare in un articolo di Riccardo Michelucci. Vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1238-leone-xiv-gaza-ucraina-cina-avvenire-polonia-israele-parolin.html ).
Comprensibilmente ieri, lunedì 2 giugno 2025, abbiamo consultato Avvenire.it (il cartaceo non esce di lunedì) e vi abbiamo scovato il primo commento di Pietro Carminati, un altro della Curva Bruxelles.
Titolo: “Chi è il nuovo presidente Karol Nawrocki, un sovranista che spaventa l’UE” (“sovranista”, un’etichetta-insulto che spesso viene affibbiata in modo molto approssimativa). Sommario: “Poco affine a Bruxelles, devoto sostenitore di Trump e legato a filo doppio al Pis di Kaczynski, il nuovo leader ha sconfitto, di poco più di un punto, il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski”. E qui si nota già il rammarico espresso da quel “poco più di un punto”.
Nell’ incipit dell’articolo il rammarico diventa fiume di lacrime rabbiose malcelate: “Poco più di un punto, un nulla, neanche 400mila voti su oltre venti milioni di polacchi andati alle urne. E un altro Paese dei Ventisette che punta decisamente e di nuovo a destra”. “Un nulla”… che il Carminati non abbia ben chiaro che in democrazia, piaccia o non piaccia, si vince anche con un solo voto di maggioranza? Tale concetto risulta però ostico da metabolizzare, un rospo troppo grosso da digerire – come è ormai consuetudine da più di un decennio –per chi dirige il quotidiano di piazza dei Carbonari: ci si riempie la bocca di parole come democrazia, che però si considera tale solo se si vota … come vuole la direzione di Avvenire!
Oggi, martedì 3 giugno, a differenza del ‘Corriere della Sera’ (sublime esempio di democrazia comunicativa….oggi in prima pagina niente, ma proprio niente sul voto polacco!), Avvenire dedica un editoriale di prima pagina alla consultazione elettorale (accompagnato da un richiamo in evidenza e da due articoli e un box in seconda pagina).
Titolo dell’editoriale di Andrea Lavazza “Una Polonia, due anime”. L’occhiello, “Il sovranismo d’importazione”, accompagna all’etichetta-insulto ‘sovranismo’ anche la tesi che tale ‘perversione’ venga dall’estero… che facciamo? Costruiamo muri, impediamo gli sbarchi di tutto ciò che odora di ‘sovranismo’?
L’editoriale di Lavazza sposa naturalmente le tesi della Curva bruxellese, pur cercando di contenere lacrime, scoramento e rabbia. Ci sono alcuni passi che comunque meritano di essere evidenziati.
Il primo. Lavazza si lagna per “l’ingerenza diretta (NdR: nel voto polacco) della Segretaria alla Sicurezza Interna Usa, Kristi Noem, che (…) ha definito Nawrocki un leader necessario per il suo Paese e il suo avversario, sindaco di Varsavia, un ‘disastro totale’ del tutto inadeguato al ruolo”. Si lagna Lavazza (che proponiamo per il Premio ‘Facciatosta’) … ma lo comprendiamo: le ingerenze possono essere solo quelle di chi vota ‘giusto’, come suggerisce Avvenire !
Altro passo. (con l’elezione di Nawrocki) “La Polonia potrebbe tornare a essere deficitaria in materia di Stato di diritto, accanto all’Ungheria ( NdR: quelli della Curva bruxellese non riescono a vivere senza pensare a quel cattivone di Orban), mettendo a rischio sia i finanziamenti comunitari (NdR: notare la minaccia) sia la sua influenza politica”.
Terzo passo. (L’ Eurobarometro dice che nel suo complesso la popolazione europea ha fiducia nell’Ue) “Tali convinzioni consolidate sono tuttavia messe alla prova nell’occasione del voto, quando si scatena la potenza dei social media, e la propaganda emotiva e ‘in negativo’ degli aspiranti leader ha più presa sui cittadini chiamati a scegliere rispetto a programmi realistici e toni pacati” . Anche qui: è colpa dei vincitori se la propaganda feroce e massiccia dei vinti, fondata volutamente sull’emotività, è stata sconfitta?
Quarto passo. Lavazza scrive che secondo le prime analisi dei flussi elettorali la Polonia risulta divisa in quattro aree: “città liberali, zone rurali conservatrici, contee orientali più vicine all’estrema destra e un voto giovanile ecologista e progressista”. Il curvaiolo qui però si incarta e aggiunge: “Ma la maggioranza dei venti-trentenni domenica avrebbe scelto il vincitore”. Che “voto giovanile ecologista e progressista” sarebbe allora? Le analisi post-elettorali concordano sul fatto che al di sotto dei trent’anni la maggioranza dei giovani (minimo: 52,9%) ha scelto Nawrocki.
Quinto passo. Dopo aver preso atto obtorto collo dei risultati, conclude Lavazza, preoccupato per l’avvenire: “I futuri candidati non sovranisti devono prendere nota che spesso avranno da misurarsi con un ostacolo in più (e non da poco): i nemici di un’Europa libera e non asservita”. Bum bum… Lavazza artigliere ne spara una più grande della grosse Bertha. Questa: Bruxelles è il simbolo di “un’Europa libera e non asservita”. I critici vogliono invece l’Europa in catene, asservita a chissà chi. In fin dei conti una risata bella grassa non fa male a nessuno.
Concludiamo con un accenno agli articoli di seconda pagina del già citato curvaiolo Riccardo Michelucci. Titolone a tutta pagina per l’articolo principale: “Navrocki presidente polacco per un soffio (NdR: ma quanto rosica l’Avvenire!). La Ue farà i conti con un altro sovranista”. Nell’articolo Michelucci parla di Nawrocki e osserva: “Noto per le sue posizioni rigide sui crimini del comunismo…”. Domanda a Michelucci: “Sui crimini del comunismo è meglio avere posizioni ‘morbide’? L’altro articolo di Michelucci è intitolato “Il più ‘trumpiano’ degli europei” e vi si legge tra l’altro che Nawrocki entrerà ufficialmente in carica il 6 agosto prossimo e ciò “segnerà il ritorno in grande stile dei populisti al potere in Polonia”. Urge un lacrimatoio, il vasetto che in epoca vittoriana raccoglieva le lacrime.