Post in evidenza

Prevost: «Predicare il Vangelo e che sia lo stesso ovunque» #papaleonexiv

Continuiamo le analisi sul nuovo pontificato di Leone XIV. Luigi C. 9 Maggio 2025, Il Timone ,  Paola Belletti Il 30 settembre del 2023 Robe...

giovedì 1 maggio 2025

Rupnik. Il Preposito generale padre Arturo Sosa: “Il Papa ha riconosciuto i suoi limiti, anche la sua lentezza in alcuni casi, i suoi errori cercheremo di superarli" "#sedevacante #conclave

Interessanti dichiarazioni di Padre Sosa, Preposito Generale dei gesuiti sul caso dell'abusatore Rupnik e sulla Chiesa.
Il Papa ha riconosciuto i suoi limiti, anche la sua lentezza in alcuni casi, i suoi errori cercheremo di superarli ma il tema non è se dobbiamo dargli una medaglia ma imparare dalle critiche e dagli errori, nel caso degli abusi penso che la Chiesa oggi non sta allo stesso punto in cui stava all’inizio del suo pontificato, è avanzata” (nota di MiL, Francesco NON ha riconosciuto i suoi errori)
QUI i post pubblicati sul caso Rupnik da MiL.
QUI gli altri nostri post sulla Sede Vacante e sul Conclave 2025.
QUI gli altri nostri post sulla morte del Santo Padre Francesco e sui commenti al suo pontificato.
Luigi C.


Caso Marko Rupnik. Il Superiore generale padre Arturo Sosa osserva: “Il Papa ha riconosciuto i suoi limiti, anche la sua lentezza in alcuni casi, i suoi errori cercheremo di superarli".

Arturo Sosa, superiore generale della Compagnia di Gesù, in una conferenza stampa (video dal minuto 23 in poi) di bilancio del pontificato di Francesco, primo Papa gesuita della storia, in cui mette le mani avanti sull’incombente conclave pur dando comunque qualche indicazione a chi è chiamato a scegliere il nuovo Pontefice.

“Senz’altro cerchiamo un altro uomo di Dio – afferma – e poi molto importante, una persona che abbia uno sguardo universale che non è uno sguardo internazionale come quello delle multinazionali alla McDonald’s, universale vuol dire che è il punto di partenza, è il riconoscimento delle differenze di cultura, di storia, di esperienza religiosa. Le differenze non sono barriere ma possibilità di incontro, questo sguardo universale importantissimo quando, oggi, l’universalità del mondo è a rischio”.

Secondo Sosa, Francesco ha fatto le riforme che “erano state preparate dal Concilio Vaticano II, ci sono molte cose che abbiamo sperimentato col processo sinodale, ha avviato molti processi e sapeva che la sua vita non sarebbe bastata per terminarli”. Tra questi, anche questioni controverse come l’apertura alla Cina e il documento “Fiducia supplicans”, sulle benedizioni alle persone gay.

Sulla Cina in particolare, p. Sosa si augura che si vada avanti: “Papa Francesco si è molto impegnato in questo ma non solo lui, tutta la Chiesa cinese che è preoccupata, si è fatto un grande passo, oggi abbiamo una chiesa in Cina capace di essere presente in modo normale, una realtà che è viva, oggi non è una chiesa perseguitata, penso che in questa linea con saggezza e prudenza dei tempi andremo avanti”.

Su “Fiducia supplicans” spiega: “Penso che i problemi non li ha messi il Papa, i problemi erano lì, il grande contributo di Francesco era mettere le differenze di posizioni sul tavolo e non fare giochi alle spalle, affacciarsi ai problemi e non soltanto ha sopportato le critiche, ma ha provocato lui stesso il dialogo con persone che erano diverse da lui, e ha preso decisioni secondo quello che poi lui ha valutato”. “Se parliamo di una Chiesa sinodale – aggiunge – ci saranno sempre differenze, devono venire a galla, per dare la possibilità di discernere anche le opinioni contrarie. Una Chiesa dialogante mi sembra molto più interessante di una Chiesa dove le cose cadono dall’alto”.

Sull’atteggiamento ‘tiepido’ di Bergoglio verso la situazione di Paesi come il Nicaragua e il Venezuela, come pure sulla questione degli abusi e in particolare lo spinosissimo caso dell’artista sacerdote ex gesuita don Marko Rupnik, Sosa osserva: “Il Papa ha riconosciuto i suoi limiti, anche la sua lentezza in alcuni casi, i suoi errori cercheremo di superarli ma il tema non è se dobbiamo dargli una medaglia ma imparare dalle critiche e dagli errori, nel caso degli abusi penso che la Chiesa oggi non sta allo stesso punto in cui stava all’inizio del suo pontificato, è avanzata”.

Facendo infine un bilancio per quanto riguarda la Compagnia di Gesù stessa, padre Sosa sottolinea: “Mi sembra che la Compagnia ora sia più sfidata nel proprio carisma, il rapporto finisce ringraziando il Signore per Francesco e per Jorge Mario Bergoglio”.

E alla domanda se la Compagnia inizierà un processo di canonizzazione del Papa appena defunto, risponde prudente: “La Chiesa ha una tradizione saggia, prima che sia dichiarato santo e santa qualcuno si deve aspettare un po’, non si può dire il giorno seguente, si aspettano cinque, dieci anni, si matura, si conosce la storia, e poi c’è un momento importante: la devozione popolare, se è una persona che ispira la memoria del popolo di Dio, il tempo è importante prima di dichiarare una persona santa, quello che dobbiamo prendere da lui è che noi altri, dobbiamo essere santi nella vita di tutti i giorni”. (Nina Fabrizio - 24 aprile 2025 - ANSA)


1 commento: