
Continuiamo con l'analisi del pontiificato di Francesco e sul prossimo Conclave.
QUI gli altri nostri post sulla Sede Vacante e sul Conclave 2025.
QUI gli altri nostri post sulla morte del Santo Padre Francesco e sui commenti al suo pontificato.
Luigi C.
Giubbe Rosse News, Sonia Milone 29 Aprile 2025
Dall’elezione preparata dalla “mafia di San Gallo” ai rapporti con il WEF e le élite globaliste, dallo stravolgimento delle rivelazioni alla chiusura delle chiese durante la pandemia, dal culto del green, all’apologia del migrante, dal green pass vaticano alle apparizioni in TV: ritratto di un uomo in attesa di santificazione.
Dichiarava nel 1969 l’allora professore di teologia Joseph Ratzinger durante un ciclo di lezioni alla radio tedesca:
“Avremo presto preti ridotti al ruolo di assistenti sociali e il messaggio di fede ridotto a visione politica. Tutto sembrerà perduto, ma al momento opportuno, proprio nella fase più drammatica della crisi, la Chiesa rinascerà. Sarà più piccola, più povera, quasi catacombale, ma anche più santa. Perché non sarà più la Chiesa di chi cerca di piacere al mondo, ma la Chiesa dei fedeli a Dio e alla sua legge eterna. La rinascita sarà opera di un piccolo resto, apparentemente insignificante eppure indomito, passato attraverso un processo di purificazione. Perché è così che opera Dio. Contro il male, resiste un piccolo gregge”.
Ci sono uomini che riescono ad intuire lo spirito del proprio tempo ed altri che, invece, lo incarnano facendosi portatori di tutte le sue contraddizioni, le sue luci e le sue ombre. Jorge Mario Bergoglio è stato uno di questi, anzi, è stato chiamato apposta dalla lontana Argentina per questo: “piacere al mondo” e, soprattutto, far piacere ai fedeli un certo tipo di mondo.
Era il febbraio del 2013 quando, improvvisamente, lo IOR viene escluso dallo SWIFT (“Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication”), il sistema che unisce 10.500 banche in 215 paesi del mondo. Ciò significa per il Vaticano non poter più effettuare nessuna transazione. Poco dopo Papa Benedetto XVI annuncia le proprie dimissioni e lo SWIFT viene magicamente sbloccato.
Le ragioni dell’esclusione non sono mai state chiarite, ma appare evidente, alla luce degli altri numerosi attacchi a Ratzinger, che sia stata una forma di pressione per indurre il papa ad abdicare. Lo SWIFT è, infatti, uno dei gangli del potere finanziario globalista che ha in mano una potente arma di ricatto nei confronti di chiunque, sia esso un governo o un ente privato, sia politicamente e teologicamente scorretto.
I poteri mondialisti hanno fretta, vogliono attuare la loro riforma progressista universale e devono conquistare uno dei centri chiave: la Santa Sede. Benedetto XVI andava fatto fuori, era un ostacolo alla loro ascesa con le sue messe in latino, la sua difesa a oltranza delle radici cristiane dell’Europa, dei diritti non negoziabili della persona e della famiglia tradizionale e le sue lotte contro la “dittatura del relativismo”, la procreazione artificiale, l’eutanasia, le politiche gender, lo strapotere tecno-scientista, ecc.
Insomma, andava abbattuto l’ultimo baluardo capace di contrastare il dilagare del mondialismo nichilista neomalthusiano e trans-umano.
Il 13 marzo 2013 viene eletto come suo successore l’argentino Jorge Mario Bergoglio, nonostante una norma vietasse ad un gesuita di salire sul trono di Pietro. Prende il nome di Francesco, il Santo cantore della bellezza del creato, un nome perfetto in tempo di transizione green. E in effetti le encicliche emanate da Bergoglio hanno più a che fare con le politiche di salvataggio del pianeta che con il principio cattolico di salvare le anime.
La sua nomina inizia comunque a far discutere. In un articolo pubblicato su La Stampa il 24/09/2015, Marco Tosatti rivela che l’elezione di Bergoglio era stata preparata per anni in riunioni segrete di cardinali e vescovi che si tenevano a San Gallo, in Svizzera. La confessione arriva direttamente da uno dei membri di questo gruppo, il cardinal Godfried Danneels, che nella sua “Biographie” autorizzata e pubblicata nel 20151 ammette come da tempo tentassero di far dimettere il Papa e mettere al suo posto un arcivescovo di Buenos Aires, un gesuita “che si guadagna la fiducia di molti dei partecipanti al Gruppo di San Gallo”. A conferma, esiste anche un video registrato durante la presentazione del libro a Bruxelles in cui Danneels parla, ridendo, del club segreto che si era dato il nome di “Mafia di San Gallo”.
La fazione era formata da una dozzina di cardinali estremamente influenti che volevano una drastica riforma modernista della Chiesa vedendo in Bergoglio la persona adatta da mettere al posto giusto nel momento giusto, come poi è accaduto. Infatti, è proprio Danneels a essere accanto a Francesco quando si affaccia dal balcone di San Pietro vestito di bianco. E tutto ciò avviene nonostante una precisa direttiva promulgata da Giovanni Paolo II nella Costituzione apostolica Universi dominic grecis, che prescrive di scomunicare automaticamente (latae sententiae) tutti gli alti prelati che avessero tessuto accordi e trame pre-conclave.
Insomma, una nomina poco trasparente avvenuta dopo un’abdicazione parecchio oscura2.
Dodici anni di magistero il suo che hanno inferto picconate decisive alla Chiesa, rivoluzionata, dogma dopo dogma, e spogliata, pietra dopo pietra, della sua essenza: una Chiesa senza metafisica, senza trascendenza, senza cielo da cui sono precipitati tutti i Santi, i Beati e gli angeli. Gli erano invisi gli aspetti religiosi più spirituali, ha fatto chiudere monasteri di preghiera, abolito la messa in latino, stravolto le rivelazioni, cambiato il Padre Nostro, negato l’eternità dell’anima e l’esistenza dell’Inferno. “Le anime peccatrici al massimo si dissolvono”, confida a Eugenio Scalfari. Nel tempo del liberalismo estremo, tutto è tollerato senza limiti né punizioni né leggi e Bergoglio ci consegna la summa dei peccati teologicamente corretti, oltre ad un’eresia che passa senza roghi e senza fiamme all’interno di un Cristianesimo completamente annacquato.
La dicotomia fra conservatori e modernisti non è categoria adeguata per analizzare il suo papato perché Francesco è andato ben oltre: è stato il frutto più riuscito del Concilio Vaticano II (1962-65), l’evento che ha cambiato, per la prima volta nella storia, l’essenza della dottrina nei suoi cardini più importanti (su avallo dei papi Giovanni XXIII e Paolo VI), per avvicinare la chiesa all’ecumenismo globalista massonico e alla cultura del ’683.
“Faremo gli spiriti con ciò che è inutile e divertente. In generale si farà in modo di bandire la serietà dell’esistenza, di trasformare in derisione tutto ciò che ha un valore elevato, di mantenere una costante apologia della leggerezza, in modo che l’euforia della pubblicità diventi lo standard di felicità umana e modello di libertà. Tutto ciò che permette di addormentare la sua lucidità è socialmente buono, ciò che minaccia di svegliarla deve essere ridicolizzato, soffocato, combattuto”, ha scritto il filosofo Günther Anders nel 1956 profetizzando la direzione che avrebbe preso il prossimo futuro4.
Una Chiesa, quella guidata da Francesco, che rinuncia, quindi, ad ergersi come guida ed esempio per il mondo ma che pur di “piacere al mondo”, si adatta abbassandosi alla modernità liquida senza comprendere che, così facendo, liquida, alla fine, sé stessa, suicidandosi in una “fine ingloriosa”, come aveva compreso Pier Paolo Pasolini già nel 1974: “Se molte e gravi sono state le colpe della Chiesa nella sua lunga storia di potere, la più grave di tutte sarebbe quella di accettare passivamente la propria liquidazione da parte di un potere che se la ride del Vangelo”5.
Un papa pop, quindi, accattivante come un influencer e che come tale non si è fatto mancare mirabolanti apparizioni televisive per portare il neocristianesimo nella “società dello spettacolo” dove i media hanno la specificità intrinseca di sussumere, consumare e svuotare ogni significato trasformandolo in retorica.6 Il primo atto di ogni religione consiste nella netta distinzione fra il sacro e il profano: i monumenti più antichi della storia sono i recinti sacri (in greco tèmenos che deriva dal verbo τέμνω, “tagliare”, da cui anche “tempio”) che separano lo spazio-tempo eccezionale del divino dal resto dello spazio-tempo ordinario. Il primo atto di ogni sacralità risiede nel tenere fuori dal tempio il sacrilego.
Una deriva, anche questa, acutamente intuita da Pasolini già negli anni Settanta quando vide apparire un cartellone pubblicitario che recitava “Non avrai altri jeans al di fuori di me”. Da allora si sono moltiplicati i modi in cui la “società dello spettacolo” ha strumentalizzato, desacralizzato, banalizzato e ridicolizzato l’autorevolezza dell’istituzione cattolica: dai baci fra religiosi di Oliviero Toscano ai Santi che preparano il caffè in Paradiso, nulla, però in confronto alle comparsate di Bergoglio nell’aldilà mediatico, nell’alto dell’etere televisivo fra le nuvole del cloud, dove, fra Fabio Fazio e Le Iene, fra Dio e il cabaret, cercava di divulgare un Cristianesimo fotogenico, smart, “prêt-à-porter” come i famosi jeans della pubblicità.
L’appiattimento di ogni profondità simbolica restringe la vita entro un orizzonte privo di mistero, di pathos, di poesia. È un processo di annichilimento di lunga data che il neoliberismo sta portando all’eccesso in vista della transizione transumanista. Un uomo senz’anima, senza valori, senza tradizioni, senza coscienza, è un uomo facilmente controllabile e manipolabile, pronto per essere digitalizzato, impiantato, allevato come animale in serie.
Ogni epoca ha il papa che si merita e lui è stato il pastore perfetto per le false coscienze di un gregge completamente smarrito, da condurre definitivamente fuori dalla retta via, verso la macellazione. Su ignari bisognosi che mendicano estasi a comando, gli “illuminati” a volte elargiscono carità di luce che allontanino la sofferenza, un’autorità esterna che deresponsabilizzi e un vaccino per l’anima che curi con comode consolazioni a misura dell’uomo a una dimensione della nostra società.
Voleva un mondo aperto in tutte le direzioni eccetto quella verticale, un mondo senza prospettive di un al di là, tutto raggrumato nell’al di qua.Ha dislocato la Chiesa da una teologia ad una geologia per salire sul pulpito a promuovere tutti i dogmi del moralismo politicamente corretto dell’agenda globalista: l’immigrazionismo selvaggio, l’ecologismo catastrofista, l’estremismo terapeutico sanitario autoritario, la spiritualità da salotto, il culto della banalità. l’egualitarismo utopico terrorizzante.
SINCRETISMO GREEN
Bergoglio non ha compreso (o non ha voluto comprendere) che non può darsi vero dialogo fra le religioni se si rinuncia alla propria identità perché il globalismo è il totalitarismo del medesimo che avanza annichilendo le differenze nell’equivalenza insignificante di tutto, una delle forme di razzismo più feroce mai conosciuto dall’umanità. La sfida che ogni incontro con l’Altro porta con sè è proprio quella di rispettarlo e di rispettarsi nella propria reciproca, irriducibile, alterità senza distorcere ed esotizzare con sommarie e forzate somiglianze.
La grande brodaglia egualitarista non prevede la sopravvivenza di nessuna religiosità che non sia
il culto della scienza e la devozione alle connotazioni liberali, liquide, consumistiche, ma un’unica pseudo religione sincretista e multiculturale la cui celebrazione inaugurale è stata officiata da Bergoglio il 4 ottobre del 2019 quando viene portata nei Giardini Vaticani la Pachamama, antico idolo pagano incas, all’interno di una cerimonia a cui hanno partecipato alti dignitari ecclesiastici e rappresentanti dei popoli indigeni, inclusa una pseudo-sciamana che ha danzato e cantato mimando fantomatici riti di fertilità. A conclusione dell’evento è stato piantato un albero proveniente da Assisi come simbolo di un’ecologia integrale consacrando il Sinodo Amazzonico a San Francesco, proclamato dal papa patrono dei cultori dell’ecologia.
Già nel 2009 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva designato il 22 aprile come giornata internazionale da dedicare alla “Madre Terra” con il presidente boliviano Evo Morales che dichiarava: “La Pachamama – la Madre Terra Quechua – è una divinità fondamentale della visione del mondo dei Nativi, basata sul totale rispetto per la natura. La terra non ci appartiene, ma noi apparteniamo alla terra.”
Chiunque abbia una conoscenza base di storia delle religioni extra-occidentali e di antropologia culturale sa che non è possibile ridurre la grande varietà e diversificazione delle culture indigene sud americane al culto della Pachamama, divinità presente solo in alcune aree e, comunque, sempre in relazione ad un ricco pantheon che ne definisce il valore. Si tratta, quindi, di una falsificazione e di una strumentalizzazione per imporre obiettivi puramente ideologici e politici banalizzando le religioni degli indios ridotte a folklore da avanspettacolo svuotato di ogni spessore.
Sempre in primo piano nel sostenere la propaganda mondiale del culto di Gaia, una nuova religione fondamentalista, Bergoglio legittima le politiche dell’Onu che antepongono la madre terra all’uomo per giustificare la limitazione dei diritti umani in favore di fantomatici diritti del pianeta.
Al centro del cosmo non si pone più l’essere umano in tutta la sua dignità ma il pianeta su cui l’uomo sarebbe uno sporco battere inquinatore equiparato dalle teorie trans-specifiche a muffe, amebe, piante e animali. Si attua così una rivoluzione copernicana passando dall’antropocentrismo umanistico ad un generico geocentrismo post-umano con cui produrre nuove, brutali, ingiustizie e diseguaglianze come, ad esempio, l’esproprio delle terre dei contadini per impiantarvi pale eoliche, un vero furto delle multinazionali del capitalismo green che impedisce alle popolazioni locali di accedere alle risorse fondamentali della vita come l’acqua e i terreni per la produzione di cibo7.
Sembra che agli adepti di questo papa sia rimasta del tutto estranea la comprensione delle dinamiche profonde dei fenomeni della contemporaneità, dinamiche causate, appunto, dallo sfruttamento rapace di quegli stessi personaggi dell’alta finanza globalista di cui Bergoglio cercava stoltamente l’alleanza (forse) per risolverli.
APOLOGIA DEL MIGRANTE
Con i suoi inni caritatevoli al migrante, Francesco ha alimentato il mito utopistico degli esiliati occultando quanto, in realtà, sta accadendo in molte aree del mondo, Europa inclusa. Con la retorica dell’inclusività, un vero imperativo categorico, la globalizzazione punta ad abbassare il costo e i diritti dei lavoratori oltre che a smantellare le ultime vestigia di civiltà, cultura e tradizione per la trasformazione dei popoli in una massa planetaria indifferenziata da sfruttare.
Nel ridisegno della geografia mondialista, le Nazioni vanno cancellate e i migranti, gli esiliati, gli emarginati, chiunque sia “diverso” (in tutte le sue possibili accezioni: etniche, religiose, sessuali, ecc.) è l’eroe del futuro incensato dal nuovo progressismo diversitario, un fenomeno che i sociologi chiamano “allofilia” e che consiste nel valutare pregiudizialmente positivo qualsiasi aspetto delle civiltà non europee.
VACCINO, GREEN PASS E CHIESE CHIUSE
Durante il Covid Bergoglio si è fatto portavoce del fanatismo terapeutico più intransigente approfittando della fede e della buonafede dei fedeli. E’ arrivato a definire la vaccinazione “un atto di amore, amore per sé stessi, amore per familiari e amici, amore per tutti i popoli, un modo semplice ma profondo di promuovere il bene comune”.
E ha criticato il sacrosanto diritto all’habeas corpus, sancito nel 1215 dalla Magna Charta Libertatum, il fondamento giuridico che fa di ogni persona un uomo, e non uno schiavo, avendo il potere di decidere liberamente del proprio corpo: il corpo è inviolabile, nessuno può fare di me quello che vuole (con la forza o con la minaccia) per nessuna ragione, qualunque sia la cosiddetta idea di “salute collettiva”, perché il bene di oggi può essere il male di domani, come la storia purtroppo insegna. .
Ha approvato il vaccino-assolutismo anche quando si fa uso di cellule derivanti da feti abortiti, come è il caso dei sieri, che la Congregazione per la Dottrina della Fede dichiarò ufficialmente “moralmente accettabili”8.
“C’è un negazionismo suicida che io non saprei spiegare, ma oggi si deve prendere il vaccino” – ha dichiarato in un’intervista al Tg5 – “Non so perché qualcuno dice: ‘no, il vaccino è pericoloso’, ma se te lo presentano i medici come una cosa che può andare bene, che non ha dei pericoli speciali, perché non prenderlo?”.
E a completamento dell’instaurazione del nuovo ordine bio-politico mondiale, il 1° ottobre 2021 ha introdotto il Green Pass a Città del Vaticano, secondo Stato del mondo dopo l’Italia ad aver subordinato ad un certificato digitale diritti fondamentali come quello al lavoro e alla libera circolazione.
Nessun passo indietro, nessuna autocritica, nessun pentimento da parte di Bergoglio, nemmeno dopo le scandalose ammissioni delle stesse case farmaceutiche che i sieri genici anti-covid (erroneamente chiamati vaccini) non garantivano l’immunità ed erano in fase sperimentale, come quella di Pfizer costretta a confessare, il 10 ottobre 2022, di fronte al Parlamento europeo, che “il vaccino non è mai stato testato per prevenire l’infezione.” D’altronde, il papa ha ricevuto per ben due volte in Vaticano il Ceo di Pfizer, Albert Bourla.
Vaccino, appunto, inutile dal punto di vista sanitario, ma utilissimo per introdurre il green pass (ideato dall’Unione Europea nel marzo del 2019, ben prima, quindi, della pandemia, ed embrione del prossimo credito sociale) e per fare accettare alle persone l’idea che i diritti costituzionali, innati ed inviolabili siano condizionati all’autorizzazione di un’autorità. Se obbedisci, lo Stato ti restituisce benevolmente ciò che sarebbe tuo per nascita, se non obbedisci sei privato di tutte le libertà.
Dai diritti alle concessioni premiali, da cittadini a schiavi, perchè questo è chi non ha più diritti inalienabili. È il ribaltamento di secoli di pensiero giuridico, filosofico, etico e religioso alla base della nostra civiltà. È una torsione che non può essere semplicemente imposta con la forza dall’alto, ma ha bisogno di estorcere un certo consenso delle masse manipolando l’informazione e promuovendo una campagna moralistica tesa a far passare come non violenza l’uso di una violenza feroce da parte delle istituzioni e dei mass media e a far percepire, invece, come violenta ogni posizione disallineata.
Nella notte in cui il sonno della ragione ha generato mostri, Bergoglio è salito sul pulpito per predicare la nuova “virtù” del totalitarismo sanitario al posto dei principi della Dottrina, la fede nella scienza al posto della fede in Dio, l’obbedienza cieca al posto del libero arbitrio nonostante l’appartenenza ad una religione che fa della libertà dell’uomo un valore assoluto. Ha colpevolizzato, emarginato, tolto lo stipendio e la dignità a chiunque non si piegasse al pensiero unico dominante serrando le file ai militanti del nuovo “bene comune”, anche quando è sfociato in un sistema persecutorio e discriminatorio nei confronti di milioni di persone.
È bastata la creazione della parola “no vax” per de-umanizzare i dissidenti con uno slogan semplice, facile da ricordare, incaricato di trasmettere non tanto un concetto ma già un giudizio, portatore insano di un linguaggio irrimediabilmente anticritico e antidialettico. Un capolavoro mediatico capace di concentrare in un’unica categoria tutte le voci dubbiose presentandole come un solo nemico fonte di tutti i mali. Il non vaccinato è un rifiuto dell’umanità o un pazzo o un “negazionismo suicida”. Le parole sono pietre e aprono la strada ai fatti: gli ospedali iniziano a respingere i non vaccinati, Fabrizio Pregliasco rifiuta il ricovero al Galeazzi di Milano dei pazienti senza dose, il reparto di pneumatologia di Padova nega il trapianto di polmone ad un malato a causa di “tratti paranoici legati alla vaccinazione covid”, una donna incinta perde il bambino fuori dal pronto soccorso di Sassari.
E, lui, il papa, ha taciuto.
Ha sostituito l’acqua santa con il disinfettante, l’Eucaristia con la burocrazia, la comunione con il distanziamento, la solidarietà con il sospetto, il viso con la mascherina, una sorta di iconoclastia laddove il Cristianesimo ha ritagliato l’unico ambito monoteistico in cui non è peccato rappresentare l’essere umano dove il viso sintetizza la dignità di ogni uomo nella sua irripetibile unicità.
Ha approvato che i defunti non venissero celebrati e che i malati morissero da soli in ospedale senza l’affetto dei propri cari. Ha chiuso le chiese elevando la (pseudo) scienza a nuova religione. Non era mai successo in 2020 anni di storia del Cristianesimo, neanche di fronte alla peste più nera, che qualcuno osasse cancellare la presenza del corpo mistico di Cristo nel Mondo, come se l’epurazione dei patogeni riguardasse, prima ancora del corpo dei pazienti, il corpo di Cristo e il corpo sociale della chiesa.
E non c’è immagine più rappresentativa dei 12 anni del suo papato di quella messa che Francesco officia sul sagrato della Basilica di San Pietro di fronte ad una piazza completamente deserta il 27 marzo 2020.
Ha dichiarato in un’intervista: “Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino, è un’opzione etica, perché tu ti giochi la salute, la vita, ma ti giochi anche la vita di altri”.
Una pandemia non è la cosa peggiore che può capitare ad una società. Assai più grave è la perdita dei principi fondanti una civiltà come la difesa della libertà, della dignità umana e il senso della giustizia. “Fatti non foste a viver come bruti”, scriveva Dante.
Inquietante non è Bergoglio, ma il fatto che la grande maggioranza del clero abbia seguito le sue indicazioni arrivando a rinnegare ciò su cui si fonda il suo credo per la paura della morte. E questo è potuto accadere perché, scomparso oramai ogni orizzonte di trascendenza dalla nostra società (persino negli ambienti più insospettabile), l’unico culto rimasto è quello della salute perfetta del nostro corpo.
È una società che non crede più in niente, questa, disposta a tutto pur di assicurarsi la propria conservazione fisica. È il risveglio del Leviatano, il mostro biblico a cui, secondo Thomas Hobbes, gli esseri umani dovrebbero cedere ogni loro libertà in cambio della sicurezza, della tutela della “nuda” vita. Nuda perché spogliata di qualsiasi valore ed elevatezza che non sia l’istinto primordiale alla sopravvivenza biologica.
“Per l’avvenire sarà la scienza a stringere nelle proprie mani l’ordine dell’esistenza in qualità di unico, legittimo guardiano e ad essere l’unico, legittimo arbitro di tutta la verità che conta”, ha scritto Vaclav Havel aggiungendo di “Resistere in modo vigile e attento, ma allo stesso tempo con totale dedizione, sempre e ovunque, all’impeto irrazionale del potere anonimo, impersonale e inumano, il potere delle ideologie, dei sistemi, degli apparati, della burocrazia, dei linguaggi artificiali e degli slogan politici”9.
AGENDA CRISTIANA 2030
Coinvolto in vicende più politiche che spirituali, Bergoglio ha avuto un ruolo chiave nel disegno globalista di cui ha officiato tutte le cause pseudo-civiliste e finto umanitarie.
Da sempre le verità mistiche vengono strumentalizzate per le mistificazioni politiche, cadenzano nuovi rituali autoritari, perimetrano la moderna idea di bene, montano la guardia alla morale. E Francesco è lì, sul soglio pontificio per ammaliare le folle trascinandole verso un diverso senso comune, nuove egemonie, l’abbandono del senso critico nel grande rito collettivo di omologazione dove ad essere sacrificato è ogni pensiero differente.
“Ogni ideologia vuole disegnare attorno a noi un’altra realtà, fittizia, nel cui steccato rinchiude il suo circolo di adepti” ha scritto la filosofa e mistica Simone Weill. Le tele narrative della propaganda sono appiccicose, insistenti, seducenti, imprigionano in un immaginario artificioso per creare consenso indotto. “Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto oppure il comunista convinto, ma le persone per le quali non c’è più differenza tra realtà e finzione, tra il vero e il falso”, ha scritto Hannah Arendt.
Nel mondo nuovo in orbita perenne intorno all’asse del neocapitalismo oligarchico, Bergoglio è stato eletto a idolo carismatico dell’Occidente per essere venduto ad una platea di credenti da convertire in seguaci delì’Agenda 2030, una nuova fede con i suoi testi sacri, le sue liturgie, i suoi simboli, i suoi santi…e i suoi martiri: dal pulpito del suo papato ideologico, Francesco predica e scomunica, la mancanza di devozione coincide, infatti, con l’eresia.
Voleva un mondo senza confini, ha finito per sconfinare nell’esaltazione della geografia globalista dove, da oriente a occidente, da meridione a settentrione, c’è sempre e solo un’unica realtà, quella dei potentati economici dominanti e dei loro prodigiosi incantesimi.
Abilissimo nelle relazioni pubbliche, ha stretto le amicizie più improbabili con i maggiori leaders del globalismo, come quella con Emma Bonino di +Italia, partito finanziato da George Soros, infaticabile sponsorizzatore di immigrazioni, transizioni arcobaleno e rivoluzioni colorate che da trent’anni sconquassano gli equilibri delle Nazioni.
Il 24 settembre 2015 è il primo pontefice a partecipare ad una riunione congiunta del Congresso a Capitol Hill a Washington, sul palco dietro di lui ci sono il vicepresidente Joe Biden e il presidente della Camera John Boehner dell’Ohio.
Nel 2016, Bergoglio ospita in Vaticano il “Fortune-Time Global Forum”, che vede la partecipazione delle più grandi multinazionali del mondo (come Monsanto, IBM, McKisney), mentre nel 2020 fonda “The Council for Inclusive Capitalism with the Vatican” che vede la partnership tra la Santa Sede e i maggiori leader finanziari internazionali, in cui ha un ruolo centrale Lynn Forester Rothschild, una delle famiglie di banchieri più potenti al mondo.
Presenza stabile al World Economic Forum (WEF), Francesco invia esponenti del Vaticano oltre a messaggi diretti alla conferenza annuale di Davos in cui elogia la globalizzazione e l’influenza di enti sovranazionali nell’autodeterminazione dei popoli:
“Il processo di globalizzazione, che ha ormai chiaramente dimostrato l’interdipendenza delle nazioni e dei popoli del mondo, ha quindi una dimensione fondamentalmente morale, che deve farsi sentire nelle discussioni economiche, culturali, politiche e religiose che mirano a plasmare il futuro della comunità internazionale”. “In particolare, è importante che le strutture intergovernative riescano a esercitare efficacemente le loro funzioni di controllo e di indirizzo nel settore economico, poiché il raggiungimento del bene comune è un obiettivo che va oltre la portata dei singoli Stati, anche di quelli dominanti in termini di potere, ricchezza e forza politica”.
Ha definito “morale” quell’associazione a delinquere che è il WEF che pone esplicitamente il Transumanesimo come suo obiettivo finale. Nel 2018 Yuval Noah Harari, consigliere speciale di Klaus Schwab, ha affermato: “Gli esseri umani ora sono animali che possono essere hackerati. Né la Gestapo né il KGB sono stati in grado di farlo, ma presto alcune corporazioni e governi saranno in grado di farlo. Hackerando gli organismi umani, le élite possono acquisire il potere di reinventare il futuro della vita…Il libero arbitrio è finito. Tutta la vita per 4 miliardi di anni (dinosauri, pomodori, amebe, esseri umani) è stata soggetta alle leggi della selezione naturale e della biochimica organica. Ma questo ora sta per cambiare. La scienza sta sostituendo l’evoluzione tramite selezione naturale con l’evoluzione tramite design intelligente. Non il design intelligente di qualche Dio sopra le nuvole, ma il design intelligente delle nostre nuvole (la nuvola IBM , la nuvola Microsoft), queste sono le forze motrici dell’evoluzione”.
Bergoglio non ha mai preso posizione contro l’Intelligenza Artificiale, le ibridazioni uomo-macchina o le manipolazioni genetiche in corso, nonostante le implicazioni etiche e teologiche gravissime dell’uomo che vuole farsi Dio andando a profanare la natura umana. Ha persino partecipato al G7 sull’IA organizzato a Bari nel giugno del 2024 e ha sempre aperto le porte di San Pietro a tutti i guru della Sylicon Valley (da Bill Gates a Elon Musk) ricevendoli in pompa magna.
E’ stato un uomo che non ha saputo (o non ha voluto) leggere le sfide cruciali del nostro tempo, su tutte la deriva transumanista concretizzata dall’alleanza sempre più stretta fra potere tecno-scientifico e potere finanziario.
Siamo sulla soglia di una mutazione antropologica della stessa ontologia dell’essere umano, ma Bergoglio ha preferito vilmente abbandonare il soglio pontificio su questioni epocali nel tempo in cui tutti i cerchi dell’Inferno vorticano sopra di noi. Un magistero profondamente “stupido” il suo, che ha mancato l’appuntamento con la storia ed è questa la sua responsabilità più grave.
Un pericolo che Ratzinger, invece, aveva ben presente e contro cui si è battuto per tutto il tempo del suo pontificato tanto da portare, ad esempio, la sua battaglia proprio là dove Julian Huxley aveva proclamato, nelle linee guida redatte per l’Unesco di cui era appena diventato presidente nel 1947, che “l’eugenismo diventerà senza dubbio una parte della religione del futuro”, riuscendo a traghettare il transumanesimo oltre la seconda guerra mondiale, grazie anche ai nuovi organi sovranazionali appena fondati (e non per caso)9. Nel 2011 Papa Benedetto XVI inaugura proprio nella sede principale dell’Unesco di Parigi “Il Cortile dei Gentili”, dipartimento del Pontificio Consiglio per la Cultura, per promuovere la riflessione su temi per i quali la Chiesa cattolica ritiene più urgente il confronto fra “laici” e cattolici come il ruolo della scienza. L’ente francese, ad esempio, non ha mai preso le distanze dall’idea di scienza di Huxley, inventore del termine “Transumanesimo.
L’EMERGENZA BELLICA
Va dato merito a Francesco di aver pronunciato parole contro corrente rispetto alla narrativa unica sul conflitto russo-ucraino. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 3 maggio 2022 ha detto: “Forse l’abbaiare della Nato alla porta della Russia ha indotto Vladimir Putin a reagire male e a scatenare il conflitto, un’ira che non so dire se sia stata provocata, ma facilitata forse sì”.
Così come gli va riconosciuto di aver ricordato Gaza durante il suo ultimo discorso la domenica di Pasqua: “Faccio appello alle parti in conflitto: proclamate un cessate il fuoco, liberate gli ostaggi e soccorrete un popolo affamato che aspira a un futuro di pace”.
E, tuttavia, resta un appello tardivo, giunto un anno e mezzo dopo l’inizio del massacro e preceduto da rari, brevi, interventi pronunciati quasi sottovoce. Due in tutto, in realtà. Il 21 dicembre 2024 ha detto: “i bambini sono stati bombardati. Questa è crudeltà, non guerra”, dopo che Israele aveva preso di mira scuole e ospedali. Il 17 Novembre 2024 viene pubblicata su alcuni quotidiani un’anticipazione del suo libro nella quale afferma: “A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se si inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”.
Un pò poco per un genocidio a cielo aperto iniziato, sotto gli occhi di tutti, il 7 ottobre 2023…Ma per il mainstream (e non solo) tanto basta per cucirgli addosso una sorta di santificazione post-mortem.
Ognuno ha il papa che si merita, come già ricordato all’inizio del testo.
“Sogghignare in pieno sublime, all’ombra dell’estasi che un tempo generava mondi“, ha scritto Emil Cioran, sintesi perfetta del nostro tempo.
NOTE
1. Karim Schelkens et Jürgen Mettepenningen, “Godfried Danneels. Biographie”, Anvers, 2015
2 In “Codice Ratzinger” (2022) Andrea Cionci sostiene che Bergoglio è antipapa perché l’abdicazione di Benedetto XVI è invalida non avendo rinunciato al munus petrino ma solo al ministerium, una tesi non da tutti condivisa. Rimandiamo il lettore ad ulteriori approfondimenti.
3 Don Andrea Mancinella, “Golpe nella chiesa. Documenti e cronache sulla sovversione: dalle prime macchinazioni al Papato di transizione, dal Gruppo del Reno fino al presente”, 2023
4 Günther Anders, “L’uomo è obsoleto”, 1956
5 Pier Paolo Pasolini, “Scritti corsari”, 1974
6 Guy Debord, “La società dello spettacolo”, 1967
7 Sonia Milone, “Contro i mulini a vento”, 31-9-24. e “La grande speculazione a fin di bene: il caso dell’agricoltura”, 5-8-24. Le teorie ideologiche trans-specifiche sono, ovviamente, anche funzionali alla manipolazione del genoma umano e all’ibridazione fra l’organico e l’artificiale.
8 “Quando non sono disponibili vaccini contro il Covid-19 eticamente ineccepibili (ad esempio in Paesi dove non vengono messi a disposizione dei medici e dei pazienti vaccini senza problemi etici, o in cui la loro distribuzione è più difficile a causa di particolari condizioni di conservazione e trasporto, o quando si distribuiscono vari tipi di vaccino nello stesso Paese ma, da parte delle autorità sanitarie, non si permette ai cittadini la scelta del vaccino da farsi inoculare) è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione”, dichiarazione ufficiale della Congregazione per la Dottrina della Fede, presieduta dal cardinale e gesuita Luis Francisco Ladaria Ferrer.
9 Vaclav Havel, “La politica dell’uomo”, 2014, citato in Aldo Maria Valli
10 Sonia Milone, “Eugenetica, Agenda 2050”, 1-7-2024 Huxley scrive: “Nonostante ogni politica eugenetica radicale sarà per molti anni politicamente e psicologicamente impossibile, sarà importante per l’Unesco controllare che i problemi dell’eugenetica siano esaminati con la massima cura possibile affinché ciò che per ora è inimmaginabile diventi almeno immaginabile.”
Che grettezza! Quante parole inutili.
RispondiEliminaSenza Cielo, semmai sarete voi: persi nella contemplazione perenne di voi stessi.