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martedì 6 maggio 2025

Distribuzione di libri. A Roma, le lotte di influenza si intensificano per il Conclave "#sedevacante #conclave

Continuiamo le nostre analisi sul prossimo Conclave.
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QUI gli altri nostri post sulla morte del Santo Padre Francesco e sui commenti al suo pontificato.
QUI il sito The College of Cardinals Report, citato da Le Figaro.
Luigi C.

Distribuzione di libri, conferenze stampa… A Roma, le lotte di influenza si intensificano in vista del conclave

Di Jean-Marie Guénois, Le Figaro, – 3/5/2025

ANALISI – La normativa vaticana vieta le pressioni esterne sui cardinali, al fine di preservare la sovranità del loro voto. Ma a pochi giorni dall’elezione, il lobbying è in piena attività.

Una settimana dopo i funerali di Francesco, sabato 26 aprile, e cinque giorni prima dell’ingresso solenne dei cardinali nella Cappella Sistina, previsto per mercoledì 7 maggio alle 16:30, il Vaticano è tornato al centro delle lotte d’influenza. Mercoledì, un gruppo conservatore di matrice prevalentemente nordamericana ha lanciato un’offensiva inedita, guidando in particolare il sito The College of Cardinals Report, che propone un catalogo estremamente preciso e dettagliato di ritratti dei cardinali, con le loro posizioni su temi sensibili e riferimenti verificabili.

Questi profili sono stati stampati in un volume in inglese, ben curato, di 190 pagine, distribuito ai diretti interessati prima del loro ingresso in conclave. Questo libro cartaceo, di cui una versione in italiano è stata lanciata anche giovedì 1° maggio, potrà quindi essere consultato dai cardinali nonostante la presenza del “dome elettronico” installato durante il conclave, che li isola dal mondo esterno per proteggerli da influenze e pressioni.

Due giornalisti americani, Edward Pentin e Diane Montagna, ben noti in Vaticano, sono all’origine di questa iniziativa, molto ben strutturata professionalmente, estremamente accurata e apertamente conservatrice. Le fonti di finanziamento, invece, restano sconosciute.

Quest’opera permetterà di fatto ai 133 elettori del prossimo papa di conoscersi meglio tra loro.

Infatti, se la ventina di cardinali della Curia si frequentano abitualmente e se alcuni “campioni” sono noti a tutti, la grande maggioranza – composta in buona parte da uomini scelti da Francesco per la loro originalità pastorale in regioni isolate – proviene dagli angoli più remoti del pianeta.

A questo venerdì, ne mancano ancora una decina a Roma. Alcuni mettono piede in Vaticano per la seconda volta nella loro vita: la prima risale al giorno in cui il papa ha consegnato loro la celebre berretta rossa di elettore. Molti non parlano l’italiano e si troveranno a dover prendere una decisione cruciale.

Lobbying

A ciò si aggiunge il fatto che Francesco, in dodici anni di pontificato, ha riunito il collegio cardinalizio una sola volta per una sessione di lavoro con il “Senato” della Chiesa. Il contrario, insomma, del metodo sinodale e delle decisioni collettive che ha sempre sostenuto. Solo una minoranza dei cardinali veniva consultata. Molti erano ignorati. L’emarginazione del potere del collegio cardinalizio da parte di Francesco pesa oggi sulla sua successione. La diffusione di questo “libro-inventario” di matrice americana si avvicina a una forma di lobbying, anche se nessun cardinale è coinvolto direttamente in questa iniziativa privata e ciascuno è libero di consultare l’opera. Essa ha suscitato interesse, ma anche turbamento, tra i cardinali vicini a papa Francesco e non solo. Infatti, la concezione giuridica e politica del conclave mira proprio a proteggere l’elezione papale da qualsiasi influenza esterna, per garantire piena sovranità e indipendenza nella scelta del nuovo papa.

Colto di sorpresa giovedì, il Vaticano ha reagito debolmente a questa iniziativa, pubblicando in fretta – e in anticipo rispetto al previsto – la sua lista ufficiale di biografie dei cardinali. Tradizionalmente, essa viene resa pubblica prima dell’ingresso dei porporati nella Cappella Sistina. Un altro episodio dello stesso tenore ha segnato la prima settimana di pre-conclave: il pranzo organizzato dal presidente Macron presso l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede, il 26 aprile, proprio mentre si celebravano i funerali del papa a Santa Maria Maggiore, con la partecipazione dei cardinali elettori francesi (tranne il cardinale Mamberti, trattenuto dal suo incarico per la sepoltura). Questo gesto è stato percepito come una possibile ingerenza del potere politico francese nell’elezione. Tanto più che la sera precedente Macron aveva cenato con Andrea Riccardi, fondatore della potente Comunità di Sant’Egidio, al tempo stesso ammirata e temuta per la sua influenza sul pontificato di Francesco. Come altri, anche questo movimento è attualmente in piena attività.

Durante il conclave del 2013, convocato dopo la rinuncia di Benedetto XVI, la Santa Sede sorvegliava molto da vicino ogni iniziativa volta a influenzare l’opinione dei cardinali. I prelati americani, ad esempio, avevano previsto di organizzare una conferenza stampa ogni pomeriggio. Ne fu tenuta solo una: quella del giorno seguente venne vietata dal Vaticano.

Dodici anni dopo, i cardinali parlano più facilmente davanti a microfoni e telecamere – il pontificato di Francesco ha lasciato il segno anche in questo. Ma i “campioni” e i papabili, i potenziali “re del conclave”, tacciono.

Battaglia di influenza

Tanto più che si sono aperti altri due fronti in questa battaglia d’influenza. Il primo è interno al mondo cardinalizio. La giornata del 1° maggio, festiva anche nella Chiesa cattolica per la ricorrenza di San Giuseppe lavoratore, non prevedeva alcuna “congregazione generale”. Diverse riunioni ufficiose e discrete si sono svolte a Roma e nei dintorni. Gruppi già strutturati si sono incontrati per organizzarsi, come fanno anche nel pomeriggio o durante le cene. Stanno preparando le “cordate”, ossia le alleanze tra cardinali che sosterranno un determinato candidato.

L’altro fronte di queste schermaglie d’influenza non mira a sostenere cardinali papabili, ma piuttosto ad indebolirli. Il cardinale Pietro Parolin, ex numero due del pontificato di Francesco e attuale favorito, è stato particolarmente preso di mira questa settimana, sia da destra che da sinistra. È stato il primo ministro del papa argentino, che ha servito lealmente pur mantenendo una certa distanza. Oggi rappresenta il candidato naturale della Curia romana. Gli si rimprovera una mancanza di fermezza nei confronti di Francesco e della politica cinese del Vaticano, che ha stipulato un accordo segreto con Pechino per la nomina dei vescovi.

Il lieve episodio di ipertensione arteriosa che avrebbe avuto la sera del 30 aprile, senza conseguenze, è stato immediatamente strumentalizzato per insinuare che quest’uomo di 70 anni avrebbe una salute troppo fragile. Tuttavia, il Vaticano ha smentito formalmente tali voci venerdì pomeriggio.

Un altro episodio ha preso di mira lui e anche il cardinale Antonio Tagle, papabile ed ex arcivescovo di Manila: venerdì mattina, un gruppo di avvocati filippini rappresentanti di vittime di preti ha tenuto una conferenza stampa a Roma. Hanno accusato entrambi i cardinali di non aver adottato misure di protezione adeguate per aiutare le vittime.

È la musica spezzata dei pre-conclavi, un’antica consuetudine romana. Il regolamento della Santa Sede ha previsto dei “firewall” per esorcizzare queste pressioni esterne. Affinata dai papi nel corso dei secoli, la versione attualmente in vigore è stata firmata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996. Si tratta della costituzione apostolica Universi Dominici Gregis, che minaccia di scomunica qualsiasi cardinale che ceda a questo tipo di pressioni o chi le eserciti.

Indipendenza di giudizio

I cardinali, infatti, non possono «accettare, sotto alcun pretesto, da parte di qualsiasi potere civile, l’incarico di proporre un veto o un’esclusiva (una direttiva di voto o un veto, n.d.r.), anche sotto forma di semplice desiderio (…) prima dell’inizio dell’elezione o durante il suo svolgimento». Il papa polacco aggiungeva: «Questo divieto si estende a ogni forma di ingerenza, opposizione o desiderio, con cui autorità civili di qualsiasi tipo e grado, oppure qualsiasi gruppo o individuo, tentassero di interferire nell’elezione del Pontefice.»

Per quanto riguarda le riunioni informali, la costituzione apostolica esige che «i cardinali elettori si astengano da ogni tipo di patto, accordo, promessa o altro impegno di qualsiasi natura che possa vincolarli a concedere o a rifiutare il proprio voto a uno o più candidati». Chi trasgredisce incorre nella scomunica latae sententiae, cioè automatica, la più grave delle sanzioni ecclesiastiche.

Sono tuttavia ammessi «scambi di idee in vista dell’elezione, durante la vacanza della Sede». Ma, ribadiva Giovanni Paolo II, «proibisco ai cardinali di stringere accordi prima dell’elezione, o di assumere impegni comuni vincolanti nel caso in cui uno di loro venisse eletto al pontificato».

Questo documento fondamentale disciplina tutto, dai funerali del papa fino all’elezione del successore. Per questo suffragio, la Chiesa chiede ai cardinali di avere «dinanzi agli occhi unicamente la gloria di Dio e il bene della Chiesa». Devono pregare e «invocare l’aiuto divino» per «dare il proprio voto a colui che riterranno, più di ogni altro, capace di governare con frutto e utilità la Chiesa universale, anche se non appartenente al collegio cardinalizio».

Ma – insiste con forza il testo – i cardinali non devono in alcun caso «lasciarsi guidare dalla simpatia o dall’avversione», né farsi «influenzare da favori o da rapporti personali con chicchessia», né farsi «spingere dall’intervento di personalità di rilievo o da gruppi di pressione», né tantomeno agire «sotto l’influenza dei mezzi di comunicazione sociale, della violenza, della paura o della ricerca di popolarità».

In breve, per eleggere il papa sono richieste indipendenza di giudizio e piena sovranità. Fu proprio a seguito delle pressioni esercitate dalle potenze politiche europee durante l’elezione di papa Pio X, il 4 agosto 1903, che la Santa Sede impose per la prima volta, a Natale del 1904, il segreto del conclave. Francia, Spagna, Austria e Portogallo disponevano infatti di un diritto di veto, detto “l’exclusive”, che consentiva loro di bloccare alcune candidature al papato.

Pio X pubblicò la costituzione apostolica Vacante sede apostolica per vietare qualsiasi accordo o riunione preliminare su un candidato prima del conclave. Inoltre, impose per la prima volta nella storia il segreto sugli scrutini, sia durante che dopo l’elezione pontificia.

 

Fonte: Le Figaro, 3 Maggio 2025 -  https://www.lefigaro.fr/actualite-france/distribution-de-livres-conferences-de-presse-a-rome-les-luttes-d-influence-s-intensifient-a-l-approche-du-conclave-20250503