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martedì 1 aprile 2025

Fernández. Francesco "santo subito" (o invece agitatore politico?)

Grazie a Luis Badilla per questa notizia sulle controverse parole del Card. Victor Manuel Fernández su Francesco.
Una beatificazione pre mortem?
QUI Vatican News con i sette punti di Fernández 
QUI MiL sui quasi trecento post sul Cardinale.
"Questo testo, singolare, il suo contenuto mieloso e adolescenziale, e soprattutto la firma - del presbitero argentino, cardinale, Prefetto nientemeno che del Dicastero per la Dottrina della Fede - per di più tradotto e rilanciato sui media vaticani, provoca brividi e lascia sbigottito un cattolico con una fede adulta e matura.  Ci si domanda: ma dove si vuole andare? cosa si sta preparando? quale motivo spiega questa ossequiosità fanciullesca? [...]  Il porporato argentino, amico molto vicino del Pontefice, svela, seppure con un linguaggio scolastico, quella iconografia di Papa Bergoglio che più danno ha fatto al suo pontificato: essere anzitutto un leader politico e sociale, un attivista del mondo popolare, un autentico profeta e un poeta del cambiamento. Potrebbe essere così, e forse non ci sarebbe nulla di male. Comunque le questioni rimangano sempre quelle due: ma, Papa Francesco è alla guida della Chiesa Cattolica o è il Segretario generale dell'ONU? E infine, il suo magistero petrino deve servire per accompagnare alla salvezza dell'anima (ragione per la quale siamo credenti) oppure per indicarci le nostre scelte politiche e intenzioni di voto?"
Luigi C.

Card. Victor Manuel Fernández:

"Le 7 ragioni per cui abbiamo bisogno di Papa Francesco"

Santo subito?

          Vatican News, il 24 marzo scorso, ha pubblicato questo breve testo in cui il Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, Victor Manuel Fernández, cardinale argentino, stretto amico del Papa, elenca sette ragioni che illustrano il perché "abbiamo bisogno di Papa Francesco". Il testo era stato pubblicato dalla testata "Religión digital". Queste ragioni, sottolinea Vatican News, sono state proposte al sito spagnolo - perché ne è convinto - dal cardinale Fernández.

(1) La prima: perché Francesco "è un uomo di Dio, visibilmente innamorato del Vangelo di Gesù".

(2) Poi, perché questo Papa "vede oltre, con un'intuizione non comune che trascende ogni immediatezza".

(3) La terza: "Perché ha un coraggio a prova di bomba che gli permette di dire ciò che i politici tacciono".

(4) La quarta: "Perché è un poeta, che con gesti e poche parole riassume ciò che altri non riescono a esprimere con lunghe elucubrazioni".

(5) La quinta: "Perché è coerente, austero, impegnato, capace di dare il massimo".

(6) La sesta: "Perché è la voce più potente dei poveri e degli abbandonati di questa terra".

(7) Infine, l’ultima: "Perché questo mondo ha bisogno di un padre, di qualcuno che rifletta la paternità di Dio come lui". (Fonte)

          Questo testo, singolare, il suo contenuto mieloso e adolescenziale, e soprattutto la firma - del presbitero argentino, cardinale, Prefetto nientemeno che del Dicastero per la Dottrina della Fede - per di più tradotto e rilanciato sui media vaticani, provoca brividi e lascia sbigottito un cattolico con una fede adulta e matura.

          Ci si domanda: ma dove si vuole andare? cosa si sta preparando? quale motivo spiega questa ossequiosità fanciullesca? Il card. Fernández non è un prestigioso teologo? Anzi, non è il teologo con la più alta responsabilità dottrinale nella Chiesa dopo il Sommo Pontefice?

          E poi, il cardinale Prefetto si è per caso scordato che il Vescovo di Roma è il Vicario di Cristo, colui che in quanto Successore dell'Apostolo Pietro è stato indicato direttamente da Gesù per guidare la Chiesa, con al centro l'Annuncio del Vangelo? Il Santo Padre, come descritto dal card. Fernández, sembra tutto tranne quello che dovrebbe essere davvero: l'Annunciatore delle Verità del Vangelo, colui che mostra e indica la Persona di Cristo e la salvezza che dona. Da quanto si legge, la cosa rilevante è il fatto che Francesco parli al posto dei politici che invece tacciono.

          Il porporato argentino, amico molto vicino del Pontefice, svela, seppure con un linguaggio scolastico, quella iconografia di Papa Bergoglio che più danno ha fatto al suo pontificato: essere anzitutto un leader politico e sociale, un attivista del mondo popolare, un autentico profeta e un poeta del cambiamento. Potrebbe essere così, e forse non ci sarebbe nulla di male. Comunque le questioni rimangano sempre quelle due: ma, Papa Francesco è alla guida della Chiesa Cattolica o è il Segretario generale dell'ONU? E infine, il suo magistero petrino deve servire per accompagnare alla salvezza dell'anima (ragione per la quale siamo credenti) oppure per indicarci le nostre scelte politiche e intenzioni di voto?

          Perché un cattolico dovrebbe andare a cercare la sua linea politica, le sue convinzioni valoriali e le piattaforme programmatiche nella persona del Papa, nelle omelie e discorsi del Pontefice? Perché i cattolici di destra o di sinistra, di centro o di posizioni estreme, dovrebbero trovare conforto nel Papa, narrato come progressista, conservatore, reazionario o liberale? Cosa c'entra il Vescovo di Roma con le piattaforme politiche o ideologiche e come mai porporati vicini collaboratori del Papa sentono il dovere di promuoverlo come leader politico, agitatore sociale e riformista intransigente?

          È ancora possibile nutrire e accrescere la propria fede in Cristo come una scelta e una grazia indipendenti e separate dalle personali convinzioni politiche, lasciando il giudizio alla propria coscienza? O siamo arrivati a tempi in cui per confessare e praticare la propria fede religiosa sia un obbligo arruolarsi in una chiesa progressista o conservatrice?