Grazie a Investigatore Biblico per questa analisi sulle nuove traduzioni bibliche.
Luigi C.
5-12-24
Si. Avete letto correttamente. Chi ha pregato il Benedictus in italiano, dal 1971 fino ad oggi, probabilmente non l’ha pregato nel modo corretto. Perché, colpa delle neotraduzioni, è stata anche in questo caso omessa una “parolina”, che invece dona al versetto un significato molto più concreto.
Parlo di Lc 1,74, che immediatamente vi presento.
CEI 74 e CEI 2008: “di concederci, liberati dalle mani dei nemici” (Lc 1,74)
Vulgata: “ut sine timore, de manu inimicorum nostrorum liberati,” (Lc 1,74)
Martini: “Che liberi dalle mani de’ nostri nemici” (Lc 1,74)
Ricciotti: “liberati dalle mani dei nostri nemici” (Lc 1,74)
Dunque avete potuto constatare che nelle traduzioni CEI 2008 e CEI 74 manca la parolina “nostri”. Cioè, si parla di nemici in generale. Mentre la Vulgata, Martini e Ricciotti traducono con “dalle mani dei nostri nemici”.
Ma prima di sviluppare un breve commento su questa omissione, andiamo a capire il perché. C’è da dire che al v.71 tutte le traduzioni sono concordi e si parla di “nostri nemici”. Ma qui, al v. 74, quel “nostri” viene omesso da CEI 74 e 2008. Forse per evitare una ripetizione? Mah!
Anche in questo caso è una questione di codici del Nuovo Testamento. Quel “nostri” è presente nel codice Alessandrino (A 02) e nel codice di Parigi (Ephraemi Rescriptus), mentre non è presente nel codice Vaticano (B 03), nel codice di Roma (S 28), nel codice di Parigi (L 19) e in quello di Washington (U 030).
Come ho detto altre volte, il lavoro di San Girolamo è stato quello di utilizzare tutti i codici reperibili al momento della sua traduzione della Vulgata e di tradurre in modo completo. Cioè aggiungendo ciò che mancava in alcuni versetti attraverso l’utilizzo dei diversi codici. Quindi possiamo dire che di sicuro nella Vulgata non manca proprio nulla. E’ la traduzione più completa in assoluto. Tant’è vero che anche al v. 74 compare quel “nostri nemici” che nelle nuove versioni non viene riportato.
Come mi chiedevo sopra: perché non l’hanno riportato? Pensavano di evitare una inutile ripetizione? Ma a chi sta discernere cosa togliere e cosa mettere nella Bibbia? A chi sta decidere come tradurre e come no?
Sta di fatto che si è divulgata questa nuova traduzione del Benedictus e la stragrande maggioranza delle persone (che celebrano la Liturgia delle ore), pregano un Benedictus che non è completo. Anche se manca una sola parolina, non è comunque completo.
E poi, evitare ripetizioni perché? Nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, le ripetizioni sono fondamentali! Hanno sempre un significato!
Quando nella Bibbia si ripete la stessa parola due volte nella stessa pericope, spesso si tratta di una tecnica stilistica o retorica che ha un significato specifico. Questa ripetizione può servire a enfatizzare un concetto, a sottolineare l’importanza di un messaggio, o a rafforzare l’idea che l’autore vuole trasmettere.
Ciò vale per tutta la Scrittura!
Se al v. 71 e al v. 74 si parla di “nostri nemici” e non di nemici in generale, significa che San Luca sta riportando un messaggio specifico. Il Benedictus contiene la preghiera affinchè siamo liberati dai “nostri nemici”.
Gesù nel Vangelo ci chiede di amare i nemici. Ma da nessuna parte c’è scritto che non possiamo pregare di esserne liberati!
A livello esegetico quel “nostri”, in quel momento storico, significava i nemici specifici di Israele. Ma per chi prega il Benedictus tutti i giorni, che è chiamato ad attualizzare la Parola alla propria vita, deve vedere in quel “nostri” i propri nemici. Cioè, quelli che ti hanno fatto del male, le persone che ti opprimono. E stai chiedendo al Signore di esserne liberato.
La Scrittura è piena zeppa di preghiere simili.
Perché dunque omettere il “nostri” e lasciare il Benedictus quasi monco? Forse San Girolamo non aveva già fatto un ottimo lavoro a rendere completa la Bibbia tenendo conto di tutti i codici che aveva a disposizione?
Perché tutta questa discrezionalità?
Restano comunque domande ancora aperte.